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Autore: Neko    17/04/2009    3 recensioni
Quando si è dei mostri è poca la considerazione che le persone hanno di te...ma l'odio può essere così profondo da augurare la morte a un bambino?
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Capitolo 3

Tsunade ogni giorno andava a controllare le condizioni di Naruto. Agli altri pazienti spesso mandava i suoi assistenti, ma di Naruto voleva occuparsene lei.

Un giorno però la madre del bimbo, compagno di stanza del ragazzo, la fermò e le chiese di parlarle.

“mi dica! Suo figlio sta male?”  chiese l’hokage

“per fortuna si sta riprendendo bene, ma potrebbe avere una ricaduta…dato che lei si occupa solo ed esclusivamente di quello!” disse la donna guardando storto in direzione di Naruto

“Quello ha un nome, si chiama Naruto!” disse Tsunade incominciando ad alterarsi.

“comunque sia, lei dedica troppo tempo a …Naruto. dovrebbe occuparsi maggiormente degli altri pazienti. Lei è la ninja medico migliore del paese del fuoco, molti qui dentro sarebbero già fuori se non perdesse tempo con quel mostro!” disse la donna seccata.

“Io dedico il tempo di cui dispongo a tutti i miei pazienti chi più e chi meno, ma mi occupo di ogni singolo caso. E non accade nulla se alcuni sono seguiti da miei assistenti, può benissimo fidarsi di loro, sono all’altezza del loro compito! E non si azzardi a chiamare ancora una volta Naruto mostro. Se il villaggio non è stato raso al suolo completamente è solo merito suo!”

“No, è colpa sua!” disse la donna.

Tsunade era furiosa “Naruto è un ragazzo dal cuore d’oro che tiene dentro di se lo spirito della volpe a nove code, nonostante lui voglia essere libero da quel peso, non è kyuubi in persona. Naruto in questo momento è una delle persone più bisognose qui dentro, sia di cure, sia di affetto e io cercherò di aiutarlo in ogni modo mi sia possibile!”

“Perché se la prende a cuore per quel ragazzo? A chi importa se muore?”

“A me importa! Ai suoi compagni, ai suoi maestri e altre persone che hanno riconosciuto il suo valore e che non hanno gli stessi pregiudizi sbagliati e vergognosi che ha lei nei suoi confronti! Ora scusi, ma ho del lavoro da svolgere!” disse Tsunade andandosene incavolata nera.

 

Il tempo passava e Naruto per trascorrere il tempo, quando poteva, andava dai bambini a raccontare le sue storie.

I bimbi lo adoravano e lui in loro compagnia stava bene.

Solo una cosa lo turbava…la stessa cosa che lo infastidiva da quando era piccolo…vedere gli altri in compagnia delle loro famiglie, mentre lui era tutto solo.

Tsunade si era accorta di questo suo stato d’animo, ma per quanto volesse aiutarlo, poteva fare ben poco.

Spesso tutti dimenticavano che i ragazzi che diventavano genin, erano praticamente dei bambini e spesso venivano trattati alla pari di una persona di 30 anni…compreso Naruto che bambino non lo era “mai” stato. La donna cominciò a prendere in considerazione un’idea.

 

“ne sei sicura?” chiese Jiraya

“Assolutamente!” disse Tsunade

“stiamo parlando di Naruto?” chiese l’uomo

“e chi altri se no?”

Jiraya la guardò strano

“hai qualcosa contro Naruto?”

“No, no figuriamoci…sono felice della tua decisione…solo che è strano!” disse l’uomo.

“Si, lo so! Ma lui ha diritto a una famiglia e mai nessuno ha mai preso in considerazione di adottarlo!” affermò Tsunade.

 

Fuori faceva brutto tempo. fulmini, lampi e la pioggia non smetteva di cadere.

Naruto quel giorno non era di buon umore e non se la sentiva di andare dagli altri bambini, che chiedevano di lui.

Il ragazzo era voluto rimanere nella sua stanza. Era li fermo a fissare il soffitto. Improvvisamente una lacrima gli scese dal volto.

“perché piangi?” chiese il suo compagno di stanza che lo fissava. Anche lui si era appassionato alle sue storie ed era abituato a vederlo allegro…ora invece.

Naruto scosse la testa

“stai male?” chiese il bambino

Naruto si asciugò quella lacrima birichina che gli era uscita contro la sua volontà “s-sto bene, non preoccuparti, sono solo un po’ triste!”

Bhe quando tua mamma arriverà ti consolerà lei!” disse ingenuamente il bambino.

Naruto ritornando a fissare il soffitto  annuì appena.

“Lui non ha la mamma!” disse con leggerezza la madre del bambino. “Non ha neanche il papà!”

Il bambino si sorprese “e quella donna bionda che viene sempre a trovarlo?” chiese

Naruto sorrise, aveva scambiato l’hokage per sua madre.

“quella donna è un ninja medico…è venuta da te i primi giorni ricordi? Inoltre è anche l’hokage del villaggio tesoro!” disse la madre

“Ah!  Bhe però ti vuole bene. lo si vede! Ti guarda come la mia mamma guarda me!” disse il piccolo

“Si, credo di si!” disse Naruto.

“No tesoro! Nessuno gli vuole bene!” lo corresse la madre “Nessuno ama un mostro!”

Naruto strinse i pugni.

“mostro?” Chiese Il bambino.

“Si! costui è solo un demone che ha preso le sembianze di un ragazzo per impietosire la gente. Ma non fidarti…è pericoloso!”

Naruto si mise a sedere e urlò “Non è vero! Non potrei mai fare  del male a qualcuno!”

“dodici anni fa, hai distrutto tutto il villaggio, se non ricordo male!” gli rinfacciò la donna.

“Io non centro niente! finitela di dare la colpa a me, io non sono Kyuubi!”

“Non lo sei, ma lo tieni dentro di te! Quindi di per se diventi un demone anche tu!” disse la donna sogghignando “Kushina, povera amica mia. Se fosse ancora viva morirebbe al solo pensiero di sapere cosa è suo figlio!”

“Suo figlio?” disse Naruto sgranando gli occhi.

“Si. tua madre Kushina Uzumaki era una mia grande amica. Mi parlava spesso del bimbo che avrebbe avuto. Dei suoi sogni e di come avrebbe voluto che fosse. Di certo non un mostro! Di certo non è stata la sua volontà farti diventare un mostro, ma quella del suo compagno!”

“Compagno? se ti riferisci a mio padre, non è stato lui ha imprigionare la volpe a nove code nel mio corpo, ma è stato Yondaime!” disse Naruto alzandosi in piedi e stringendo i pugni

“infatti. Tuo padre era Yondaime. Chi l’avrebbe mai detto. Nemmeno io lo sapevo. Si vede che non ti voleva e ha imprigionato il demone al tuo interno, sperando che morissi!”disse la donna con cattiveria.

“Non è vero!” urlò Naruto.

“Si che è vero! Yondaime non ti voleva, nessuno ti ha voluto e ti vuole ora e tua madre di sicuro dopo quello che sei diventato ti avrebbe lasciato nel primo posto che le sarebbe capitato! Ora se tu morissi, faresti felice tutti quanti, anche coloro che dicono di volerti bene. Credi che i tuoi insegnanti siano contenti di avere un mostro da tenere a bada? Con il rischio poi che tu possa cadere in mani sbagliate, diventando una minaccia per il villaggio? meglio che tu sparisca”

Naruto ormai piangeva copiosamente e non riuscendo più ad ascoltarla, scese dal letto, staccandosi dai macchinari e corse via. Naruto prima di correre via si era agitato parecchio e aveva messo in allarme i medici che avvertirono subito Tsunade, la quale in compagnia di Jiraya, si recarono immediatamente nella camera del ragazzo proprio quando esso stava per uscire.

Naruto! cosa ci fai fuori dal letto?” disse Tsunade sorpresa.

Naruto alzò lo sguardo e la donna fece in tempo a leggere la disperazione negli occhi di Naruto prima che potesse scappare.

Naruto!” gridò Jiraya

Tsunade si voltò a guardare dentro la stanza, dove vide la donna con un sorriso soddisfatto.

“Tu! Cosa hai fatto a Naruto?” chiese Tsunade

“Io niente! abbiamo solo chiacchierato!”

“Tu sapevi che Naruto è un mostro?” disse il bambino

Tsunade guardò con risentimento la donna e dopo andò a cercare Naruto.

“Dobbiamo trovarlo, prima che si agiti troppo!” disse Tsunade a Jiraya con una voce agitata.

 

Naruto aveva corso per tutto il suo piano e salito due rampe di scale. Ora si sedeva a riprendere fiato, il quale velocemente era incominciato a mancargli. Sentiva un familiare disturbo all’altezza del petto, ma sta volta lo avrebbe ignorato.

Naruto!”

Il ragazzo sentì le voci di Tsunade e Jiraya che lo chiamavano e ricominciò la sua fuga.

Molti medici dell’ospedale erano stati messi al corrente della fuga del ragazzo e l’intero ospedale si stava muovendo per cercarlo. Compresa Sakura e Ino, che dovettero abbandonare i loro esercizi medici.

Sakura era preoccupatissima e avrebbe tanto voluto trovarlo lei per prima. Era sicura di riuscire a farlo ragionare.

Naruto giunse all’ultimo piano, dove c’era solo una porta, la quale portava alla terrazza, la stessa dove aveva affrontato Sasuke.

Uscì fuori non facendo nemmeno caso alla pioggia che non cessava di cadere. Nemmeno i fulmini che scoppiavano all’improvviso lo destavano dai suoi pensieri.

In quel momento non gli importava molto della sua salute. Voleva solo che quel dolore sentimentale smettesse, più che la malattia, era quel male che lo stava uccidendo.

Rimase li per diversi minuti, fermo immobile, seduto per terra, inzuppato fradicio. Le sue lacrime si mischiavano con la pioggia.

“Ecco dov’eri!”

Il ragazzò si spaventò e balzò in piedi.

“ti stanno cercando tutti lo sai?” disse Kakashi

Naruto fece qualche passo indietro. Avrebbe voluto correre via, ma non aveva la forza, la stretta al cuore era aumentata e inoltre la vista gli faceva brutti scherzi.

“Che ti è saltato in mente di uscire con questo tempaccio nelle tue condizioni?” disse Kakashi con falso tono di rimprovero. Aveva capito che se il ragazzo aveva agito in modo così sconsiderato, era perché era successo qualcosa di grave.

“Vai via!” gli disse abbastanza debolmente.

“Me ne vado via se tu torni dentro!” disse il copia-ninja.

In quel momento la porta si spalancò e anche Jiraya e Tsunade  raggiunsero i due

Naruto!” disse Tsunade avvicinandosi, ma il ragazzo fece nuovamente qualche passo indietro. “perché l’hai fatto? vuoi aggravare le tue condizioni? Vuoi morire?”

“Sarebbe un sollievo per tutti!” disse a testa china,

“Cosa?” disse Jiraya,

il ragazzo cominciò a piangere più forte

“Avete capito bene! se sparissi, sareste tutti più contenti. Voi non dovreste stare più attenti al fatto che io possa perdere il controllo, potreste smettere di temere che il potere della volpe finisca in mani sbagliate e che venga usato per distruggere il villaggio e inoltre…tutto il villaggio mi odia e non vede l’ora che io…

Tsunade gli urlò contro “ti rendi conto delle fesserie che stai dicendo? Nessuno vuole che tu muoia!”

“Invece si. perché sono un mostro e come tale sono pericoloso. Yondaime sapeva quello che faceva  e che potevo anche non sopravvivere al chakra della volpe eppure neppure essere suo figlio mi ha aiutato. Nemmeno mio padre mi ha voluto e mia madre…di certo non avrebbe voluto un demone!” disse a testa bassa.

“Che stupidaggini stai dicendo? E stara quella donna a dirti quelle cose vero?” chiese Tsunade sorpresa del fatto che sapesse dei suoi genitori.

Naruto annuì

“Non dirmi che tu le credi? È solo una sciocca che non capisce niente!”

“Io non so più a cosa credere ormai. Quando penso di fare bene, faccio solo pasticci; quando comincio a credere di essere un ragazzo come tutti gli altri, qualcuno mi ricorda quello che sono;  quando penso di avere amici e di essere accettato qualcuno mi fa capire quanto mi odia e anche …couf couf” il ragazzo cominciò a tossire.

Naruto, non puoi restare qui!” gli disse Kakashi “Peggiorerai le tue condizioni!”

“Io non…” non terminò la frase che per poco non cadde a terra. Jiraya riuscì a prenderlo in tempo.

“Ehi ragazzo, non fare brutti scherzi!” disse a un Naruto apparentemente privo si sensi tra le sue braccia “Naruto!” lo richiamò. La sua voce era carica di ansia.

“Presto portiamolo dentro!” ordinò Tsunade.

Naruto riaprì gli occhi e anche se la vista era un po’ sfocata, capì di trovarsi in braccio a Jiraya. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono.

“Risparmia le forze per riprenderti capito? Poi ti aspetta una bella ramanzina!” disse l’uomo.

Naruto non disse niente, si sentiva troppo confuso e non sentì nemmeno le parole di Jiraya.

Respirava a fatica e il dolore al petto era aumentato, ma cercò comunque di mantenere la lucidità, per quanto gli fosse difficile. Vedeva le cose attorno a se, ma non ne capiva il significato. Non riconobbe nemmeno Sakura quando lo raggiunse.

Naruto!”

Il ragazzo mosse appena la testa verso di lei, ma non la guardò realmente.

Erano giunti nella sua stanza e subito Jiraya lo mise nel suo letto. Il ragazzo tremava violentemente.

“Sakura, vai a chiamare Shizune urgentemente!”

La ragazza obbedì.

Tsunade con l’aiuto di Jiraya mise in posizione seduta il ragazzo e cominciò a massaggiargli la schiena, in modo tale da aiutarlo a respirare meglio, ma non funzionava molto.

Tsunade…è bollente!”

Tsunade si morse il labbro. Le sue condizioni peggioravano a vista d’occhio e il ragazzo aveva perso i sensi.

Naruto, svegliati!” disse la donna colpendolo con dei colpetti sul viso.

La donna seriamente preoccupata, cominciò a immettergli del chakra nel corpo nella speranza di abbassargli la temperatura corporea, ma si accorse di un altro problema.

“Oh no!

“Cosa c’è?” chiese allarmato l’eremita dei rospi.

“il suo cuore è…

“Signorina Tsunade, mi ha chiamato?” chiese Shizune

“Prepara la sala per le emergenze, subito!”

La donna corse e subito dopo Jiraya prese nuovamente in braccio Naruto e seguì Tsunade.

Durante il tragitto passarono davanti a Shikamaru.

Tsunade e Jiraya entrarono nella stanza. Stava per farlo anche Sakura, ma Kakashi la fermò.

Naruto!” urlò la ragazza con le lacrime agli occhi.

Calmati Sakura!” disse Kakashi “non possiamo fare niente per lui ora!” quelle parole la fecero piangere ancora di più.

Kakashi-sensei? Ho visto Jiraya-sama con Naruto e… cosa sta succedendo?” chiese Shikamaru che li aveva raggiunti.

Naruto sta male!” disse la ragazza piangendo a dirotto. “io…se lui dovesse…se lui dovesse…” non aveva il coraggio di terminare la frase.

Shikamaru provò a confortarla, con pochi risultati, soprattutto perché il volto di Kakashi smentiva ciò che lui diceva e ciòè che niente avrebbe potuto sconfiggere Naruto. Ma il copia-ninja era aggiornato sulle sue condizioni e non si era fatto false speranze. Sapeva che probabilmente il ragazzo non ce l’avrebbe fatta a una delle sue crisi.

Nella sala delle emergenze, Naruto stava lottando tra la vita e la morte. il suo battito cardiaco diminuiva sempre di più e la febbre alta non aiutava il ragazzo.

Ad un tratto il tanto temuto suono cominciò a farsi sentire. Un lungo fisco.

“No! Shizune prendi il defibrillatore!” ordinò Tsunade

“Si!”

Naruto, non puoi arrenderti! Forza!”disse Tsunade nella speranza che il ragazzo lo sentisse. Caricò lo strumento “libera!” …niente. Riprovò “Libera!” il fischio della macchina non accennava a smettere.

Il ragazzo non dava segni di vita.

“Forza Naruto!” pensò Jiraya.

Fuori dalla stanza sembrava che il tempo non volesse ricominciare a trascorrere. Erano passati solo diversi minuti eppure…sembravano trascorse delle ora.

Improvvisamente si sentì la porta aprirsi e si vide Jiraya uscire a testa bassa.

Sakura lo raggiunse subito. Non chiese niente, aspettò impazientemente informazioni.

Jiraya guardò la ragazza e chiudendo gli occhi, scosse la testa.

Sakura per un attimo sembrò non capire, poi quando la triste realtà le si parò brutalmente davanti,la ragazza svenne.

Kakashi l’afferrò e la mise su una barella li vicino, dopo di che esausto si sedette pesantemente su una sedia e si coprì il volto con le mani.

Jiraya era rimasto sulla porta. Sentiva la disperazione di Tsunade e avrebbe voluto aiutarla, ma in quel momento anche lui aveva bisogno di sostegno, in fondo il ragazzo che considerava praticamente il suo nipotino, era appena morto.

Shikamaru rimase in piedi nello stesso luogo in cui era rimasto per tutto il tempo. Stringeva i pugni e cercava di nascondere le lacrime che volevano uscire.

 

Sakura cominciò ad aprire gli occhi. Non ricordava quello che era successo.

“Finalmente ti sei svegliata!” disse una voce a lei familiare con un’intonazione dolce.

I-Ino!”

La ragazza bionda le sorrise tristemente. Sakura si mise di scatto a sedere ricordandosi di quello che era avvenuto.

Naruto?” chiese la rosa all’amica.

Ino abbassò la testa.

No…non è possibile…lui non può avermi lasciata da sola!” cominciò a piangere copiosamente e abbracciò l’amica che la strinse calorosamente.

Anche gli altri suoi compagni erano venuti a conoscenza della triste notizia e tutti quanti reagirono in modo diverso, chi mostrava di più il dolore della perdita, chi meno.

 

Tsunade era da diverse ore nella stanza con Naruto. Era come se sperasse di vederlo nuovamente svegliarsi e lamentarsi come era suo solito fare.

Shizune più volte aveva provato a farla uscire da li, ma con insuccesso.

Uscì solo verso notte inoltrata, ma non si fermò a guardare nessuno. Se ne andò senza proferire parola.

Anche tutti i ragazzi erano tornati alle abitazioni, chi per spontanea volontà, chi era stata praticamente trascinata dai genitori, come Sakura che non voleva andarsene.

 

Due giorni dopo ci fu il funerale. A differenza di come capitava con la maggior parte dei ninja, non tutti i cittadini parteciparono, ma solo coloro che tenevano a Naruto. Molti invece si sentivano sollevati della sua scomparsa, infondo con lui anche Kyuubi se n’era andata. Questo Tsunade lo sapeva e le faceva una rabbia tale che avrebbe tirato un pugno a tutti coloro che avevano sempre disprezzavano il ragazzo che lei aveva tanto imparato ad amare e ora, proprio come Dan e suo fratello, anche Naruto se n’era andato.

La bara era ancora aperta, per permettere a tutti di dare un ultimo saluto. C’era anche il vecchio dell’ichiraku ramen e sua figlia Ayame, che avevano portato una ciotola di ramen. Il piatto preferito di Naruto.

Dei ninja stavano quasi per procedere con la chiusura del coperchio per poi sotterrare il ragazzo, ma prima che ciò avvenisse qualcosa avvenne.

“Che sta succedendo?” disse uno dei ninja.

Tutti sgranarono gli occhi.

Naruto stava cominciando a essere ricoperto da uno strano strato rosso.

Tutti lo riconobbero…era il chakra di Kyuubi.

Sakura era sbigottita, kyuubi sarebbe dovuta morire e invece…

Tsunade si avvicinò cautamente quando vide che il chakra cominciava a ritirarsi e quando scomparve del tutto, Naruto spalancò gli occhi, spaventando la donna che non si aspettava niente del genere.

Naruto?”disse Tsunade sorpresa.

Il ragazzo si mise a sedere anche se a fatica e si guardò intorno. Tutti lo guardavano stupiti.

Co-cosa è successo? Cosa ci faccio qui?”

Naruto…tu…tu eri morto!” disse Tsunade balbettando.

Il ragazzo la guardò sorpreso. Non si ricordava niente di quello che era successo. “Ah” riuscì solo a dire.

Kakashi si avvicinò e lo aiutò a uscire da quella cassa e lo resse in piedi. Non era molto stabile, infondo rimanendo per più di un giorno immobile…i muscoli si erano leggermente atrofizzati.

Naruto!” urlò Sakura che corse ad abbracciarlo e cominciò a piangere inzuppandogli tutta la maglia.

Naruto sussultò, non era abituato a certi comportamenti.

Shikamaru e altri gli si avvicinarono “non so come tu abbia fatto, ma…bentornato!”

Naruto sorrise. Sembravano davvero tutti felici che non fosse morto realmente e questo lo riempiva di gioia. Finalmente aveva capito che nel villaggio, molte persone si erano affezionate a lui.

 

Naruto venne nuovamente portato in ospedale per dei controlli.

“è incredibile” disse Tsunade

“cosa?” chiese Naruto fra lo curioso e lo spaventato

Bhe il fatto che tu non abbia subito danni cerebrali e che…tu sia perfettamente sano”

“Vuole dire che il suo cuore…!” cominciò Sakura

“è sanissimo!” disse Tsunade sollevatissima.

Jiraya tirò un sospiro di sollievo e spettinando il ragazzo disse “ ci hai fatto prendere uno spavento!”

Kakashi intervenne “Cosa è successo? Come è potuto tornare in vita?” chiese a Tsunade, la quale non sapeva la risposta.

“è stata Kyuubi!” disse Naruto. tutti lo guardarono stupito. “ora ricordo cosa è successo.”

Tutti addrizzarono le orecchie

Kyuubi ha provato per anni a curarmi, ma non era in grado di guarirmi completamente e dato che sprecava chakra inutilmente…ha deciso di farmi morire, ma per un tempo tale da poter ricostruire con il suo chakra un cuore nuovo!”

Tsunade sgranò gli occhi “te l’ha detto lei?” il ragazzo annuì “perché l’avrebbe fatto?”

Naruto alzò le spalle “Forse non è poi così cattiva come crediamo!” disse sorridendo “ e poi…le devo di più della vita!”

“Come?” chiese Sakura

“Grazie ha lei, anche se solo per poco, ho potuto conoscere i miei genitori. Quando è successo, mi sono venuti a prendere e…” il ragazzo fece una pausa e si asciugò una lacrimuccia che era scappata “Ora so, che per quanto poco siano stati con me…mi hanno amato moltissimo e continuano a volermi bene da lassù e che vegliano sempre su di me!” disse sorridendo.

Tsunade e Jiraya sorrisero.

 Sakura era sorpresa, ma vedendo il volto contento di Naruto, anche lei fu felice per il ragazzo.

Passò un giorno, il quale dovette essere trascorso dal ragazzo completamente a letto. Non era per niente contento, si sentiva benissimo e non capiva il perché di quella restrizione.

“e dai nonna-Tsunade, sto benissimo, l’hai detto anche tu? Perché non posso tornarmene nel mio appartamento?”

“è va bene!” disse alzando gli occhi al cielo “ ma al tuo appartamento non ci torni. Ne ora ne mai!”

Naruto sgranò gli occhi. Che significava? Che doveva starsene per sempre in ospedale?

“tu vieni a vivere con me…intesi?”  disse Tsunade imbarazzata.

Naruto la guardava come se fosse improvvisamente invecchiata.

“Eh? è uno scherzo vero?”

“No, ci ho pensato a lungo durante questo periodo della tua permanenza in ospedale e sono giunta a questa conclusione. Tutti hanno bisogno di una famiglia e di una persona che gli sta vicino. So bene che non posso sostituire i tuoi genitori, e darti tutto quello che non hai avuto in questi anni e sinceramente non so nemmeno come comportarmi, ma almeno non sarai più solo. Te lo meriti!”

Senza preavviso Tsunade si ritrovò stretta nell’abbracciò del ragazzo, che commosso si mise a piangere “Grazie!” tirò su col naso “Ma non fa niente. sono abituato a stare da solo, quindi non sei obbligata a..”

Tsunade lo allontano e tenerdolo per le spalle gli disse “Naruto, non mi sento obbligata. Nessuno mi ha detto di prenderti con me, ci ho pensato io! e ora senza fare storia, tu vieni a casa con me, intesi?”

Naruto fece un mega sorrisone e annuì “Posso almento tornare nel mio appartamento per prendere le mie cose?”

Tsunade sorrise e accennò di si

Naruto corse via, ma affacciandosi dalla porta disse “Ti voglio bene nonna!”

La donna sorrise e rispose “Anch’io te ne voglio!”

 

 

Fine

 

La fine mi sembra piuttosto banale… ma non sono il mio forte i finali. Spero comunque che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere!

Grazie infinite a tutti per aver seguito la storia.

A presto

Ciao Neko =^_^=

 

  
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