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Autore: Aimi_Chan    27/06/2016    3 recensioni
La dea della luna, colei che dovrebbe sedere al trono degli dei, colei che dovrebbe indicare alla luna la retta via da seguire, è stata cacciata dal suo regno unicamente per la sua diversità. Ella, potrà tornare dal suo popolo solo quando troverà qualcuno che l’amerà per ciò che è, una dea nera. Se vi ho incuriosito…
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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          Un soffio di vento al sapore di ciliegio


                                                                     








Era una calda giornata d’estate ed il sole splendeva in tutta la sua bellezza. Le fronde degli alberi      color smeraldo si innalzavano sulla radura in tutta la loro altezza e magnificenza. Gli uccelli canticchiavano    allegramente e delle farfalle variopinte svolazzavano tranquillamente.
 
Nel bel mezzo di questa radura, situata al centro della foresta, una ragazza con una bambina ballavano allegramente sulle note di una canzone immaginaria.
 
Affianco alle due c’era un’unica spettatrice, una tigre nera.
 
Il felino sorvegliava le due giovani, in particolar modo la maggiore delle due sorelle.
 
Questa indossava un kimono blu notte, con dei finissimi ricami d’argento a forma di fiore di loto. I suoi lunghi capelli color pece ricadevano morbidi e liberi sulla sua esile schiena, raggiungendo e avvolgendole la vita. I suoi occhi, che andavano dal blu al viola, risaltavano fortemente sulla sua pelle di porcellana. Ma la cosa che catturava di più l’attenzione, era di sicuro la mezzaluna nera che si trovava esattamente al centro della sua fronte. La giovane stava danzando insieme alla sorella minore, che indossava un semplice kimono viola con l’obi bianco. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda alta, fissata da un nastrino anch’esso viola.
 
- Rin, Annie, è ora di andare-
 
La voce sontuosa e profonda della tigre Sangha riportò le due con i piedi per terra. Senza dire o fare niente, le due sorelle la seguirono.
 
Sapevano che, essendo senza casa, avrebbero dovuto cercare allungo, prima di trovare un riparo dall’imminente arrivo della sera.
 
Dopo tre ore buone di cammino, trovarono una caverna vuota. Un riparo perfetto.
 
- Rin, io e Annie andiamo a cercare della legna per il fuoco e un qualcosa di commestibile per la cena. Tu resta qui, ferma immobile ad aspettare il nostro ritorno. Avere tu capito me? –
 
- Sì Sangha, io avere capito tue parole. Voi andate tranquille, non mi muoverò di un millimetro. –
 
- Va bene, noi andiamo. Ci conto, quindi non deludermi. Almeno questa volta, Rin, non metterti nei guai. Torneremo appena dopo lo spuntar della luna. –
 
Le sue ultime parole risuonarono nella caverna come lievi sussurri, data la loro lontananza dalla caverna.
 
La giovane conosceva bene il motivo della preoccupazione della sua protettrice. Ogni qualvolta che Sangha e sua sorella Annie si allontanavano, lei riusciva sempre a mettersi nei guai fino al collo.
 
Il ricordo di tre giorni prima, ad esempio, le metteva ancora i brividi.
 
Come sempre, si era allontanata dall’accampamento, mettendosi a girovagare per il bosco. Dopo poco si era resa conto di essere seguita. E ciò che l’aveva seguita, altro non era che un enorme ed affamatissimo orso bruno. Un enorme orso bruno pronto a sbranarla.
Aveva cominciato a pregare tutti gli dei di sua conoscenza, affinché non venisse sbranata. E il suo desiderio fu esaurito grazie all’intervento della sua fedele protettrice.
 
Inutile dire, che dopo quell’episodio si era beccata una strigliata che avrebbe fatto invidia al miglior cavallo del re.
 
In sostanza, per i guai, lei era come una ciotola gigante riempita di ravioli ripieni, circondata da barboni affamati. Li attirava tutti, nessuno escluso.
 
Quando si riscosse dai suoi pensieri, si rese conto di essere uscita dalla caverna e di trovarsi in una radura. Questa era ben lontana dalla caverna, lo capì dal fatto che ormai il sole era tramontato e che la luna stava facendo timidamente capolino da dietro le montagne.
 
Stava per tornare in dietro, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Si trattava di un ciliegio secolare in fiore. Un evento strano per la stagione in corso. Voleva ignorarlo e andarsene, ma il suo istinto le disse di avvicinarsi.
 
Con cautela fece ciò che sentiva di dover fare. Quindi posò una sua mano sulla sua ruvida corteccia e aspettò.
Non sapeva perché lo stesse facendo, ma sentiva che quella era la cosa giusta da fare.
 
Poco dopo, una giovane donna apparve.
Portava un elaborato kimono nero con migliaia di fiori di ciliegio rosati. I lineamenti morbidi e maturi del suo candido viso erano incorniciati da lunghi capelli color rosa pastello. Lo stesso colore dei suoi grandi, dolci occhi da cerbiatta.
 
Rin si trovava al cospetto di Sakura, la dea dei ciliegi.
 
Si trovava al cospetto di sua madre.
 
Lei l’aveva incontrata pochissime volte, quando era davvero piccola, ma era esattamente come la ricordava.
 
- Rin, figlia mia, ascoltami attentamente. Tra poco, qui arriverà un potente demone dai lunghi capelli argentei. Esso sarà gravemente ferito e apparirà minaccioso, ma non ti sarà permesso temerlo. Anzi, il tuo compito sarà quello di guarirlo e guadagnare la sua fiducia. –
 
La sua voce era esattamente come la ricordava, dolce e melodiosa. Carica di sentimento e amore nei suoi confronti.
Anche se l’aveva sentita parlare raramente, questa riusciva sempre a placare le sue paure e i suoi timori, facendola sentire a casa. Facendola sentire protetta.
 
- Ma come mai avete scelto me, madre? Perché non chiedere a un dio comune di farlo, o magari a mia sorella? –
 
Già, come mai aveva scelto lei, una dea nera. Un essere, che, in sostanza non dovrebbe esistere. Il fatto che fosse sua figlia, per lei, non era una scusa plausibile. Quindi?
 
- Semplicemente per il fatto che tu sei l’unica in grado di farlo. Tu, figlia mia, essendo una dea nera, sei l’unica dea in possesso di un animo più puro del cristallo stesso. E solo un animo come il tuo potrà sciogliere il ghiaccio che avvolge il cuore del demone. -
 
La voce di Sakura si era fatta flebile, quasi un sussurro. Rin sapeva, che di lì a poco, la madre se ne sarebbe andata, lasciandola nuovamente sola.
 
Ancora prima di accorgersene, una cascata di perle salate cominciò a sgorgare incessantemente dai suoi occhi. E più cercava di smettere, più le lacrime rigavano il suo giovane volto di fanciulla.
 
- Non piangere, Rin. Purtroppo, ora devo andare. Tu sai cosa fare, quindi va, a fa ciò che ti ho detto. Ci rivedremo presto figlia mia. –
 
Ancor prima che Rin potesse salutare la madre, essa sparì, lasciando dietro di se un unico soffio di vento al sapore di ciliegio. Un soffio di vento, che portò con se il saluto pieno di tristezza e angoscia che Rin rivolse alla madre, sicura che lei lo avesse sentito.
 
Dopo un po’, riuscì a placare i singhiozzi che l’avevano colta pochi minuti prima. Con un triste sospiro, la giovane staccò la mano dal ciliegio in fiore e si voltò, nascondendosi nella foresta, in attesa del misterioso demone.
 
Questo non si fece attendere molto allungo, poiché apparve ai piedi dell’albero nel giro di pochi minuti.
Era gravemente ferito al fianco destro ed era apparentemente svenuto.
Esattamente come aveva detto la madre poco prima.
Avvicinandosi leggermente, calpestò un rametto secco, facendo in questo modo rumore.
A quel rumore sospetto, il demone scattò a sedere, ringhiando in modo furioso.
Quegli occhi color vermiglio e quelle lunghe zanne non intimidirono la giovane dea. Anzi, questa si avvicinava sempre di più, decisa a guarirlo dalle sue ferite.
Il demone, dal canto suo, era abbastanza scioccato. Come mai quella ragazza non aveva paura di lui? Non aveva mai conosciuto nessuno che avesse abbastanza fegato, da avvicinarsi così tanto a lui.
Ma la cosa che lo stupì, fu la gentilezza con cui lei gli si rivolse.
 
- Posso vedere la ferita, per favore? Magari riesco a curartela con i miei poteri, così ti rimetterai in sesto ancor prima del dovuto. Allora? Ti pare una buona idea o no? –
 
La voce della giovane lo riportò alla realtà. Con un impercettibile segno di approvazione con la testa, acconsentì alla ragazza di toglierli l’armatura e la parte superiore della veste, affinché potesse constatare la gravità della ferita.
 
Con sua immensa sorpresa, Rin costatò che non fosse grave quanto pensasse. Così poggiò la propria mano aperta sulla ferita. Da questa uscì una flebile luce rosata, che si propagò per tutta la lunghezza della ferita, la quale si rigenerò del tutto.
 
Mentre finiva di guarire la ferita del demone, Rin gli chiese quale fosse il suo nome. Altrimenti, che senso avrebbe avuto aiutarlo e guadagnare la sua fiducia, se manco sapeva il suo nome?
 
- Sesshomaru. –
 
“Risposta fredda e tagliente, proprio come il suo sguardo… credo che guadagnare la sua piena fiducia sarà un’impresa molto, ma mooolto ardua… Povera me, ma chi me l’ha fatto fare…”
 
- Piacere, io sono Rin. –
 
Forse rispose con troppo entusiasmo, ma a lui sembrò non importargli niente della risposta, ma continuava a fissarla.
 
“Ma che cavolo avrà questo adesso da fissare?!? Sembra che stia constatando che tipo di essere io sia, dal modo in cui mi sta guardando. Bo…”
 
- Tu non sei umana, ma non sei neanche un demone, che cosa sei allora? –
 
- Ma tu come hai fatto a capirlo? –
 
- L’ho capito dal colore dei tuoi occhi, inesistenti nel mondo dei demoni e dalla luna in fronte, inesistente nel modo degli umani. Allora? Cosa sei? –
 
- Vedo che sei un ottimo osservatore. Comunque hai ragione, non sono né umana ne sono un demone. Io sono una dea nera. –
 
- Capisco… e che differenza c’è fra una dea ed una dea nera? –
 
Ora Sesshomaru era realmente interessato. Era a conoscenza dell’esistenza delle dee nere, ma non aveva sentito niente a riguardo della loro differenza da delle dee normali.
 
- Una dea nera, è diversa sia nell’animo, sia nell’aspetto e sia nei poteri da una dea comune. Ma andiamo con ordine.
Punto primo: aspetto.
Le dee “normali” nasceranno sempre con capelli chiari, colorati o marroni, ma mai e poi mai coi capelli neri. Gli occhi non avranno mai due colori diversi, poiché per gli dei significherebbe che non si è un essere dall’animo puro. Quindi avere le iridi con due o più colori differenti, sarebbe simbolo di animo contaminato.
I simboli che portiamo sulla fronte, a patto che se ne abbia uno, visto che non tutte ce l’hanno, simboleggia il nostro “elemento”, chiamiamolo così. Questo… -
 
- Questo significa che tu saresti la dea della luna, dico bene? –
 
- Esatto. Comunque stavo dicendo… questo simbolo avrà sempre lo stesso colore dei capelli della dea. Quindi io, avendo i capelli neri, ho anche la luna nera e questo fa di me una dea nera nell’aspetto. Tutto chiaro fin qui? –
 
- Sì prosegui. –
 
- Punto secondo: l’animo.
Tutti dicono che l’animo di una dea nera sia un animo contaminato dall’odio e dall’egoismo, poiché lo si associa all’aspetto esterno della dea. In realtà non è così. L’animo di una dea nera è spesso più puro di quello di una dea normale. Una leggenda narra, che colei che possiederà l’animo più puro del cristallo stesso, sarà proprio una dea nera. Purtroppo gli dei non ci credono e probabilmente non ci crederanno mai. Ma la leggenda vera e propria magari te la racconterò un’altra volta.
E per finire c’è la cosa probabilmente più importante: i poteri.
Devi sapere che gli dei vengono suddivisi per potenza in quest’ordine:
 
Dei/Dee
Mezzi dei/ Mezze dee
Il dio degli dei
La dea delle dee –
 
- E le dee nere dove si collocano in questa scala? –
 
Ormai si vedeva lontano un miglio quanto fosse interessato all’argomento.
 
- Ci stavo arrivando. Allora stavo dicendo che ho scoperto recentemente dove si collocano le dee nere. Normalmente stanno subito prima del dio degli dei, ma si dice che un giorno, legata ancora alla leggenda che ti racconterò poi, arriverà la dea suprema, ovvero la dea immortale. Si dice quindi, che anche essa sarà una dea nera. Molti dicono che nascerà nella stirpe delle dee della luna, ma questa storia te la racconterò un’altra volta. Piuttosto, si è fatto tardi, ed io dovrei tornate da mia sorella e dalla mia tigre quindi… -
 
Fece per alzarsi da terra per poter tornare alla grotta, ma la mano artigliata del demone la fermò.
 
- Appunto, è tardi e di notte la foresta è molto pericolosa. Per stanotte ti fermerai qui a dormire e domani ti riaccompagnerò dalle tue compagne. –
 
- Ma… -
 
- Niente ma, ho deciso così, non ho voglia di discutere e non voglio che ti succeda qualcosa, Rin. Quindi ora mettiti a dormire senza fare tante storie. –
 
Rin si arrese e si coricò di fianco a Sesshomaru, il quale la coprì con la sua coda, affinché non prendesse freddo in assenza del fuoco.
 
Lei, dal canto suo, si raggomitolò maggiormente sotto il tocco soffice di quella strana pelliccia.
Chiuse gli occhi e prima di addormentarsi, sentì un soffio di vento accarezzarle il volto.
 
Un soffio di vento al sapore di ciliegio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo mio
 
Ok, quando volete potete lanciarmi addosso tutto ciò che vi ritrovate in mano…
Non so come scusarmi… non aggiorno da due mesi e mi ripresento con un capitolo del genere.
VI PREGO PERDONATEMI!!!
Comunque, finalmente abbiamo scoperto che cosa sia una dea nera e soprattutto chi sia la dea nera.
Nel prossimo cap. (che se arriverà entro agosto sarà un miracolo…XD, no dai scherzo, arriverà al massimo entro fine luglio) scopriremo cosa racconta esattamente la leggenda della dea suprema.
Ora vi lascio visto che ho scritto per 4 ore ininterrotte e i miei occhi chiedono pietà.
 
Recensioni positive, come anche critiche o consigli sono sempre beneaccetti.
 
Vi saluto
http://www.deabyday.tv/data/guides/salute-e-benessere/rimedi-naturali/Come-mantenere-gli-occhi-in-salute/image_big_16_9/occhi-in-salute.jpg
Marghe
 
Come immagino gli occhi di Rin.
 
   
 
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