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Autore: ValyXD    27/06/2016    2 recensioni
Una ragazza italiana di nome Val ha finalmente l'occasione di coronare il suo sogno: insegnare musica negli Stati Uniti. Parte quindi non per la solita New York, ma per la meno caotica ma molto più arida Phoenix, capitale dello stato dell'Arizona, anche casa del suo gruppo preferito: i This Century.
Finirà quindi per diventare la coinquilina del cantante, ma loro sono completamente diversi. Riusciranno comunque ad andare d'accordo? O nascerà perfino qualcosa di più?
Dal capitolo 9/:
" [...] -Non sono io che sto occupando una stanza potenzialmente libera.-
Colpo basso.
-Bastardo.- sibilo, per poi alzarmi.
-Grazie.-
-Bastardo
due volte.-
-Ci tengo, a farmi rispettare.-
-Oh, non preoccuparti. Mi vendicherò.-
-Metterai carne nel cibo a mia insaputa?-
Mi avvicino molto pericolosamente al suo viso, in particolare alle sue labbra, e lo fisso dritto negli occhi.
-No, mister Kanitz. Molto, molto peggio.- sussurro, facendolo arrossire.
Colpito e affondato.
"
-------
I This Century esistono veramente ;)
Coraggio, entrate e non ve ne pentirete, garantito!
ValyXD
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo 34:

Senza Titolo.

 

Dopo Capodanno, io e Val siamo tornati a Phoenix, a fare la vita di tutti i giorni, anche se sono riuscita a portarla a fare un giro nel deserto, prima che ricominci la scuola.

E’ incredibile come io mi senta così vicino a lei… ma al contempo così lontano.

Cos’è che mi impedisce di dirle chiaro e tondo quello che provo?

Non è il solito discorso “poi non siamo più amici”…

Eh, lei è proprio unica.

Ora m’è salita voglia di scrivere qualcosa.

Però… voglio il pianoforte.

Decido di entrare nella sua stanza. Sarò fuori prima che lei ritorni.

Prendo un foglio e una matita, e inizio a improvvisare qualche melodia.

Il tempo passa, e non me ne accorgo, fino a quando non sento la porta aprirsi di scatto, e come al solito, Val è al telefono, piuttosto seccata.

Mi giro verso di lei, ma quasi mi ignora, fa solo un cenno con la mano.

-Sì, sì… no! Assolutament-eh? Ma io intendevo… Sì, ciao Joel. No, è un mio amico. Non ti interessa! Dicevi? Ah, quindi è domani? Cosa vuol dire stasera?! Non sono psicologicamente pronta, dobbiamo anche provare! Cosa? No, no! Le prove servono! Guarda che suonare in due non è uguale a farlo da soli… si, immagino. Senti, perché non… ah, ok. No! L’ho già detto, sì. Può darsi, ma  non voglio dire nulla di concreto! E se cambiassimo pezzo? No dai, scherzo. Sul serio, stasera? Ah, sì? Menomale, ho perso dieci anni di vita… ah-ah. Ricevuto. No, non credo. Potrei, ma non ho tempo. Cosa?! Perché io? E… sono affari miei. Okay, okay. Alle cinque? No? Cinque e mezza. Ah, ok. Quattro? Sette? Ma che palle! Dimmelo tu quando! Le tre?! Sei fuori, io prima delle quattro sono in coma da cibo! Come ti pare, allora. Le quattro e mezza. No, in realtà io…-

Decido di smettere ad ascoltare quello che sta dicendo, probabilmente riguardante un concerto, e do un occhiata a dei fogli che erano sul leggio da prima che arrivassi.

-FERMO!- urla Val –No, non tu! Cioè, si, tu! Insomma, non posso parlare al telefono e anche con un’altra persona… e… fanculo! Ci siamo già messi d’accordo! Addio!-

Chiude la chiamata, e mi prende i fogli da mano.

La guardo interrogativamente.

-E’-è roba privata!- si giustifica.

-Ma sono solo spartiti…-

-Appunto!-

-Li hai scritti tu?-

Si gira di scatto, dandomi le spalle. –E-esatto!-

-Dai, perché non me li fai sentire?-

-Perché no!-

-Non è una risposta degna di te…-

-Non mi interessa!-

-Nemmeno questa.-

-Zitto! Non li farò sentire a nessuno, né ora, né mai!-

-Perché?-

-E’ roba mia, ti ho detto. Non mi piace far vedere agli altri quello che faccio.-

-Sono sicuro che c’è un modo per convincerti, devo solo trovare quale.-

-Non sforzarti, non lo troverai. Sempre se c’è.-

-Ricattandoti, magari?- ragiono ad alta voce.

-Rinuncerei persino a te, per tenere privata questa roba.-

A… me? … Persino?

Cosa…

-I-intendevo a-alla tua musica, nel senso… mi sembra ovvio! S-sei pur sempre il mio cantante preferito, no? E-eh!-

-Certo, ma quel “persino” non ci stava a fare nulla, ci sono un casino di altre persone che fanno musica meglio di me.-

-S-sì, ma… I-il senso è quello! E ora vattene, che devo cambiarmi!-

Cerca di spingermi fuori dalla stanza.

-Ti conosco, stai aggirando il problema! Ora spiegami chiaro e tondo perché-

-Perché sei importante! Tanto! Ok?!-

-Ma io intendevo perché non vuoi farmi sentire le tue composiz-

Diventa rossa come un peperone.

-FUORI DA QUI!- continua a spingermi, e alla fine mi arrendo.

Per il momento, s’intende.

-*-*-*-*-*-*-

E’ pomeriggio, e come al solito, quando non siamo impegnati, lei si ritira per studiare, e io mi ritiro per il mio pisolino pomeridiano.

Ma non oggi.

Busso alla sua porta.

-Eja…-

Per ipotesi ho capito che equivale a “sì”, però non è Italiano, sono quasi sicuro.

Dev’essere qualche sottospecie di dialetto.

-E se andassi a prendere un barattolone di Nutella?- chiedo, da dietro la porta.

-Ti amerei per sempre!- risponde.

-Okay! Ad una condizione…-

-Fanculizzati, non te li faccio sentire quei brani.-

-Come hai fatto a capire che-

-Sono una donna, si chiama intuito!-

-Sciocchezze!-

-Che numero sto facendo con la mano?-

-Ma cosa…?-

-Rispondi!-

-Non ne ho la più pallida idea!-

-Vedi? Una donna avrebbe risposto sparando un numero! Voi uomini vi arrendete alla minima difficoltà!-

-Tutto questo non ha senso!-

-Infatti è degno di me, o sbaglio?-

Dannata.

-No, non sbagli…-

Sospiro.

-Senti, Val…-

-Qualsiasi cosa sia… no.-

-Ascoltami, prima!-

-Allora, dove sono le mie cuffie isolanti?-

-Per favore!-

-Che due balle. Entra.-

Apro la porta.

E’ coricata, con un libro in mano.

E’ quello che le ho regalato io…

Sorrido.

-Ti sta piacendo?-

Annuisce. –Che c’è?-

-Hai paura?-

-Dei ragni, sì.-

-Che qualcuno possa criticarti?-

-Lo fanno tutto il tempo, me ne fotto.-

-Sai di cosa sto parlando.-

-Ho perso la pagina…-

-Val, ascoltami!-

-Certo, vero. Dov’è Kona?-

-Okay, me ne vado.-

-Scherzo! Dai, dimmi.-

-Ripeto: hai paura di qualcosa?-

Alza le spalle.

-No, non credo sia quello. Non voglio far vedere quello che faccio e basta. E’ l’unica cosa, sul serio.-

-Sì, ma c’è una ragione?-

-Uh… no.-

-Allora perché non mi fai sentire un brano?-

-No.-

-Uno corto!-

-No.-

-Un pezzo!-

-No.-

-Un paio di righi!-

-No.-

-Una battuta!-

-No.-

-Oh, andiamo!-

-… no.-

-Perché?-

-Che ci guadagno?-

-Perché dovresti guadagnarci?-

-Boh, tu fai soldi vendendo quello che scrivi.-

-Okay, ti do un dollaro.-

-Ero ironica.-

-Anche io.-

-Ah, quindi se avessi detto di non mi avresti dato nulla?-

-Magari sì.-

-… idiota.-

-Sei passata alla fase “insulti gratuiti”?-

-Attento a come parli, potrebbero diventare a pagamento.-

-Attenzione!-

-Invece che chiedermi perché non voglio farteli sentire, io ti chiedo perché tu li vuoi sentire così tanto!-

Come fa?

Come?

Come fa a ribaltare sempre le situazioni a suo favore?

(Autrice: Siamo donne!)(Tutti: L’otto Marzo è passato da un po’…)(Autrice: Ma io…)

-E’ pura curiosità. Come mai tu volevi ascoltare così tanto il mio singolo?-

-Io non sono la tua compositrice preferita.-

-E’ uguale.-

-No.-

-Sì…-

-No.-

-Sì.-

-No.-

-Sì.-

-No.-

-Sì!-

-No.-

-Sì!-

-No.-

-Sì!-

-Che bello, tra un po’ urli.-

Sospiro.

-Ti prego, ti scongiuro! Un pezzettino piccolo! Ti prometto che non ti criticherò, e se proprio non mi piacerà quello che ascolterò te lo dirò con diplomazia! E se mi piacerà ti farò tutti i complimenti che meriti, se ne hai bisogno ti darò consigli, se non ne hai bisogno starò zitto ma ti prego… suona qualcosa!-

Si alza dal letto, prende gli spartiti che ho trovato da dentro un cassetto e li appoggia sul leggio del pianoforte. Si siede anche lei.

Do un occhiata allo spartito, è in si bemolle maggiore.

Non sto più nella pelle!

Lei suona un si bemolle.

-Fatto.- dice.

-Co-cosa?-

-Mi stavi facendo quasi pena. Mi hai chiesto di suonartene un pezzettino piccolo. Eccoti accontentato.-

-Io di solito non dico parolacce, ma…-

-Sfogati, sfogati.-

-Sei… veramente… una… grandissima… brutta persona.-

-Oh, wow. Che parolaccia incredibilmente offensiva. Che non è nemmeno una parolaccia.-

-Cerco di trattenermi.-

-Vedo, vedo.-

-Non hai scritto il titolo.-

-Già.-

-Come si chiama?-

-E’ senza titolo.-

-Perché chiamarlo così?-

-No no, è proprio senza titolo. Non ce l’ha.-

-Ah. Lo chiamiamo così, allora?-

-Chiamiamo? Alla prima persona plurale?-

-Yep.-

Guarda lo spartito.

-Perché no…-

Prende una matita, e scrive il titolo, ma in Italiano.

-Concedimi la mia lingua madre, almeno.-

-Figurati!-

Vedo che si sistema meglio sullo sgabello, per poi fare un sospiro. Mette il piede sul pedale di prolungamento e inizia a suonare il pezzo.

Non mi sarei mai aspettato da lei una cosa del genere.

E’ così diverso dal suo carattere…

Finito il brano si alza in piedi, con un altro sospiro.

-Val…- provo a dire.

-Vola a prendere il barattolone di Nutella. Adesso subito. O ti uccido e ti brucio senza insalamarti e stuprarti.-

-Era dolcissimo…-

-Sto preparando il coltellaccio da cucina…-

-Sul serio. Mi… mi ha fatto venire un nodo alla gola…-

Sembra stupita da quello che ho detto, ma fa finta di niente.

-Bene, vorrà dire che non avrò alcuna pietà.-

Sorrido.

Lei fa finta di impugnare qualcosa, dicendo un “hyaah” depresso e facendo cadere un pugno sul mio braccio.

Sospira, per l’ennesima volta.

-Che aveva di così tanto speciale?-

-Tutto.-

Mi guarda stranita.

La abbraccio.

-J-joel…-

-E’ quella la te che non viene mai fuori, vero?-

-Cosa… vuoi dire?-

-Sei come la pizza. Dura agli estremi, e morbida al centro, no?-

-Che tenero.-

-Perché non fai mai vedere la parte di te che è il cuore della pizza?-

-Smettila di parlare di pizza.-

-Spaghetti, mafia e mandolini?-

-Ti arriva un pugno allo stomaco.-

-Visto?-

-Cosa?-

-Lo so che anche se non lo dai a vedere sei estremamente dolce.-

-E una grandissima cattiva persona, cit.-

-Non c’è motivo di nascondere quel lato di te.-

-Ma chi nasconde cosa… sono fatta così. Il mio lato tenero viene fuori quando ce n’è bisogno. Non mi spreco per certe cose, ecco.-

-Dovresti.-

-Joel…-

-Sì?-

-Tu mi vuoi bene?-

-Cosa…-

-Rispondi.-

-C-certo!-

-Quanto?-

-Ma-

-Che palle, e rispondi.-

-Tanto…?-

-Bene. E se io cambiassi, se io diventassi più dolce, più tranquilla, meno pazza e più normale… mi vorresti bene come me ne vuoi ora? Non rispondermi subito.-

Scioglie l’abbraccio, sorridendomi.

-Devo andare a fare le prove, il concerto è domani. Ma l’avevi capito, vero?-

Annuisco.

Ci sto pensando.

Se Val fosse più normale, diventerebbe esattamente come tutte le altre.

E sì, sono sicuro.

Sono sicuro che se lei fosse come tutte le altre, non avrei nessuna ragione per innamorarmi di lei.

Per l’ennesima volta, ha ragione.

Spero proprio che rimanga così, un po’ dura, un po’ morbida.

Come una pizza.

Totalmente made in Italy.

A.A.
Spero che abbiate letto sulla mia pagina che sarei stata assente da fine Maggio fino ai primi di Giugno. So benissimo che non è andata affatto così, ma avevo bisogno di staccare la spina.
Non ho nemmeno toccato il pianoforte (il che è grave), e dovrei riprendere presto, dato che ho un masterclass a Luglio, e devo leggere sì e no trenta pagine di studi.
Chi studia uno strumento mi capirà.
Non so quanti di voi, che seguono questa long siano adulti, e quanti siano ragazzi, ma volevo dirvi che il motivo per cui mi sono dovuta prendere unapausa da tutto è stata una persona, o meglio, due persone, Non sono miei amici, anzi, sono persone di cui non mi importava niente, ma dalle quali mi aspettavo qualcosa, perlomeno un comportamente diverso da quello che hanno avuto, magari più maturo rispetto alla loro età.
Vi consiglio, cari lettori, di non sopravvalutare nessuno.
E lo so che questa cosa ve l'avranno detta in tanti, ma davvero, non fatelo.
Ho pianto un serata intera e la notte manco ho dormito.
E non ve lo sto dicendo perché voglio compassione, ma per giustificare la mia assenza perché, proprio come ho detto prima, ci capita di sopravvalutare delle persone che fanno parte di una categoria che dobbiamo rispettare, ma questo non significa che siano davvero "degne" del rispetto che portiamo loro.
Che poi l'infantilità è stata incredibile, si sono fatti congetture, hanno tirato fuori gente che non centrava nulla con la situazione, hanno anche insinuato che non ho una volontà mia...
Vabbèh, ormai ho superato la questione.
No davvero, non diventate come loro, mai.

Una cosa... questa parte dell'Angolo Autrice l'ho messa in tutte le fanfiction che ho aggiornato oggi, perché ve l'ho detto porca boia, mi devo giustificare sinceramente, devo scrivere la stessa cosa, e non ho voglia di scriverla venti volte xD
Ho aggiornato tutte le long in sospeso (apparte quella sui Pokémon, che fa cagare come non mai, e appena mi gira la riscrivo da capo) e appena finisco di aggiornare le long... ho anche una shot su Death Note... quindi boh, leggetevela. Magari se avete bisogno di entrare in "WTF mode", che io sono bravissima a far andare le persone in WTF mode.
Sto spammando mie storie sul mio Angolo Autrice... si può fare, vero?

Anyway, parliamo di questa long.
Capitolo puccioso, sì?
Bene.
So che è corto, ma finalmente dai prossimi si inizia a dare... una svolta.
MBWAHAHAHAHA
Non dirò altro.
I capitoli torneranno una volta alla settimana, ogni lunedì, fino a quando non finirò di scrivere la fic.
Una volta finita, i capitoli saranno una volta al giorno.
E poi sarò felice di averla conclusa^^
Manca poco :D
ValyXD
   
 
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