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Autore: Mrs Montgomery    27/06/2016    2 recensioni
Grace King era al suo ultimo anno di liceo. D’animo allegro e tranquillo, era restia all'amore, non lo voleva cercare né tantomeno trovare.
Lucas Turner si era appena trasferito da Chicago, stufo delle continue liti con i genitori e al turbolento rapporto con loro.
I due coetanei si incontrarono una sera d’estate scoprendo di essere vicini di casa. Ciò non imponeva nessuna situazione comune, se non quella di essere compagni di qualche corso a scuola, inoltre entrambi volevano solamente passare un anno tranquillo.
Grace era appena uscita da una disastrosa relazione e Lucas non desiderava impicci.
Nessuno dei due era in cerca di tenerezza o passione, ma al cuore non si potè comandare e, quando i sentimenti si incontrarono, non poterono far altro che unirsi per formare l'emozione più bella.
La loro storia verrà ostacolata e dovranno prendere delle decisioni che li porteranno a separarsi.
Lucas e Grace riusciranno a ritrovarsi solamente mostrando una forte tenacia e coraggio per superare ogni ostacolo.
Solo così potranno essere liberi.
Liberi di vivere.
Liberi di amarsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Trailer di Inaspettato Amore


Questioni di famiglia
 

 

 

Grace adorava viaggiare sui treni.
La prima volta che lo prese fu a otto anni, accompagnata da sua madre e suo fratello Brandon. Si stava dirigendo dai nonni ed era rimasta affascinata da quella navicella che - le pareva - potesse portarla in luoghi infiniti.
Verso l’infinito e oltre!, famosa citazione tratta da Toy Story che la piccola Grace ripeteva non appena sentiva il treno muoversi.
Adorava sedersi al posto accanto al finestrino per osservare i paesaggi che scorrevano di fronte ai suoi grandi occhi, li ammirava tutti e con lo stesso entusiasmo, che si trattasse di valle, campagna, montagna o mare. Per lei era sempre stato eccitante vedere il mondo muoversi verso la direzione in cui stava andando.
Il treno era una navicella che la portava alla scoperta di un mondo infinito.
Quella stravagante idea cambiò durante la crescita, però la passione del viaggio rimase. Si sarebbe fatta molto volentieri otto ore di treno, piuttosto che una d’aereo e non perché avesse paura di volare, semplicemente preferiva la sua “navicella”. Ogni viaggio, che poteva trattarsi anche di un quarto d’ora, lo trovava entusiasmante e lo mostrava da come osservava ciò che vedeva dal finestrino.
Invece mostrò poca esaltazione quando dovette viaggiare sul treno che la stava portando a New Orleans, la città in cui Brandon risiedeva dopo la fuga da Atlanta. Un lungo viaggio che non assaporò come i precedenti. Il suo sguardo era rivolto all’esterno, ma non stava ammirando niente, anzi nei suoi occhi c’era il vuoto.
La sua mente era concentrata su ben altro che al paesaggio.
Brandon dominava sicuramente i suoi pensieri, si domandava come sarebbe stato il loro incontro e cosa si sarebbero potuti dire, ma c’era altro a tormentarla. I suoi migliori amici avevano insistito per accompagnarla. Tutti desideravano appoggiarla e stare al suo fianco durante quel momento tanto importante. Si trattava di un gesto che Grace apprezzava più di ogni altra cosa, dimostrava pienamente il loro affetto per lei.
Il problema era il rapporto che negli ultimi tempi intercorreva nel gruppo.
Da quando erano uscite quelle informazioni scottanti sul passato di Lucas, Ted aveva mostrato un certo distacco per il ragazzo. Non c’era dubbio che fosse stato influenzato da quella serpe di Kelly Mitchell.
Quella leggera antipatia fu percepita da chiunque facesse parte della loro compagnia, ma non si creò mai alcuno scontro. Grace sperava che non ce ne sarebbe stato uno durante quel breve viaggio.
Era contenta che i due fossero in grado di appianare le loro divergenze per starle accanto. Erano entrambi importanti e già era tesa di suo, non sarebbe stata capace di assistere a qualche discussione. Ted e Lucas non erano mai stati per così tanto tempo assieme, da quando il rapporto d’amicizia, che si era creato, non cominciò a sgretolarsi.
Per fortuna con loro c’era Natalie, la quale era un ottimo tranquillante per Ted, e non poteva mancare il prode Sebastian, che sembrava avere il dono di sistemare qualsiasi problema.
Il viaggio non fu esattamente come quello di Aspen, anzi tutto il contrario. Raramente spiccicarono parola, nel gruppo si respirava un po’ di tensione.
L’arrivo fu per tutti un sollievo.
Avevano un piano ben preciso e fin da subito lo seguirono alla lettera. Prima di tutto andarono nel motel, che stava nelle vicinanze del posto di lavoro di Brandon, dove prenotarono le camere.
In quattro e quattrotto misero apposto i loro bagagli, poi Sebastian, Ted e Lucas uscirono per andare a verificare che le informazioni date da Rylan fossero corrette e non avessero fatto un viaggio a vuoto. Grace si ritrovò in quella piccola camera assieme ai suoi dubbi e all’amica di sempre, Natalie.
Entrambe erano stese sul letto matrimoniale a fissare il soffitto.
«Pensi mai a tutto quello che è successo quest’anno?»
«A dire il vero, lo faccio spesso» rispose Natalie voltando il capo verso quello dell’amica. «Sembrava ieri che tornavamo da Tybee Island, tutti e tre single e con una gran voglia di iniziare l’anno scolastico» disse con ironia.
«Ci credi che abbiamo finito il Senior Year? Tra pochi mesi saremo all’università e… wow, sono cambiate veramente tante cose» affermò Grace con un mesto sorriso sulle labbra.
«Già! Chi avrebbe mai immaginato che io e Ted saremmo finiti insieme, che tu avresti trovato l’amore e che ci saremmo liberate di Kelly Mitchell?»
«Liberate è una parola grossa. Aprendo il discorso, non mi aspettavo che fosse così meschina. Ammetto di averla sempre vista come una ragazza frivola e un po’ stupidina, ma non perfida» affermò Grace ripensando a tutti i tiri mancini che aveva inferto a lei e Lucas nell’ultimo periodo, senza neanche una valida ragione.
Solitamente si faceva sempre un esame di coscienza, perché credeva che se tra due persone qualcosa non funzionava la colpa spettava al cinquanta per cento ad entrambe. Ma pur pensandoci e ripensandoci, Grace non capì cosa aveva spinto Kelly a detestarli così tanto.
«A me non è mai piaciuta e lo sai» disse Natalie con non-chalance. «E continua a non piacermi. Ti confido che mi da un po’ fastidio che gironzoli attorno a Ted. Chiaramente non in quel senso, si comporta da amica e proprio questo mi preoccupa.»
«L’importante è che non flirti con lui, anche se dubito ci si dovrebbe preoccupare. Ted si è legato molto a te e sappiamo entrambe che è la persona più fedele sulla faccia della Terra.»
«Quello non lo metto in dubbio» chiarì Natalie, senza che quell’espressione pensierosa abbandonò il suo viso. Qualcosa la stava tormentando. «Ascolta, tutti sanno che rapporto intercorra tra Ted e Lucas e non sai quante volte avrei voluto scusarmi con te dopo averlo sentito dire qualche battuta di troppo…»
Grace si voltò sul fianco, alzò il capo poggiandolo sulla mano e guardò l’amica dritta negli occhi. «Non devi assolutamente sentirti in colpa, per nulla. Se non se la prende Lucas, non vedo perché dovrei farlo io e in ogni caso tu non centri proprio un bel niente!» Prese un bel respiro e poi continuò. «Capisco che la situazione pesi nel gruppo, solo un’idiota non se ne accorgerebbe, ma forse col tempo passerà. Ted si comporta così perché crede che Lucas si comporterà male con me, io ho fiducia in lui e so che non accadrà. Quando il nostro teddy bear lo capirà, vedrai che tutto si risolverà per il meglio.»
«Lo spero tanto.» Natalie era tutt’altro che convinta, conosceva Ted e sapeva che razza di testardo fosse. «Ho paura che ci possiamo dividere per questa situazione.»
Grace aggrottò subito la fronte. «Di che diamine stai parlando?»
«Succede. Quando due persone nello stesso gruppo non vanno più tanto d’accordo iniziano a dividersi e potrebbe accadere a noi, vista la situazione.»
Per la prima volta in diciotto anni, Natalie si stava mostrando insicura e timorosa. Quei grandi occhi verdi riflettevano la sua paura di perdere non solo l’amica che conosceva da più della metà della sua stessa vita, ma la sorella a cui aveva rivelato ogni cosa. Per quanto fosse una ragazza sicura di sé e molto coraggiosa, Natalie non riuscì a nascondersi dietro al suo bel sorriso. Temeva veramente che il legame con Grace potesse sgretolarsi lentamente.
«Non accadrà. Tu ed io siamo abbastanza intelligenti da capire che possiamo affrontare questo e altro» intervenne Grace duramente. Non avrebbe permesso alla paura di tormentare la sua migliore amica. «Abbiamo passato l’infanzia e l’adolescenza insieme, superando ogni screzio e tornando ad essere unite più che mai. Lo sai bene che insieme saremmo in grado di superare qualsiasi cosa.»
«Una parte di me, ne è certa.»
«Allora aggrappati a quella parte e credi in noi, nella nostra amicizia, la nostra sorellanza.»
«Sì, lo farò!» Natalie sembrò riacquisire la forza con cui dominava sé stessa. «Scusami se per un attimo ho dubitato.»
«Non devi scusarti. Capita a tutti di essere vulnerabili. Rimani sempre una montagna impossibile da scalfire» disse Grace, mostrandole un gran sorriso e facendole una dolce carezza sul viso, prima di tirarle un cuscino addosso e cominciare a ridere.
Iniziarono la battaglia dei cuscini proprio come quando erano bambine e si divertivano a disfarli per lanciarsi addosso le piume d’oca. Misero anche la musica e cominciarono a saltare sul letto, scherzando e divertendosi come non mai. Adoravano quei momenti in cui faceva le stupide insieme, stupide e spensierate.
Che cosa potevano rappresentare Grace e Natalie se non l’esempio perfetto di amicizia?
Col passare degli anni si erano sempre sostenute. Dove andava una, l’altra era pronta a seguirla, esattamente come era accaduto durante quel viaggio. Non appena Grace l’aveva messa al corrente, Natalie si propose subito di accompagnarla a New Orleans.
Il loro pazzo momento fu interrotto dall’arrivo dei ragazzi, i quali rimasero qualche attimo ad osservarle con un leggero sorriso sulle labbra.
«Siete tornati!» esclamò Natalie balzando giù dal letto e spegnendo la musica. Grace la seguì rimanendo in silenzio. «Novità?»
«Mio fratello ha detto la verità» disse Lucas, dando conferma a tutti i dubbi. «Brandon lavora in un locale che dista dieci minuti da qui. Ho parlato con la barista e ha detto che il suo turno attacca stasera alle nove.»
«Noi abbiamo pensato che potremmo cenar lì» aggiunse Sebastian.
Grace e Natalie si guardarono e annuirono.
«Sì, in fondo da qualche parte dovevamo mangiare.»
«Esatto e poi è un posto davvero carino. Vedrete voi stesse stasera» disse Sebastian, molto convinto.
«Ma com’è? Nel senso… elegante, un semplice pub, o…?» domandò lecitamente Natalie.
«È come stare da Jim, solo un po’ più chic. Niente abito lungo, ma non possiamo andarci nemmeno in tuta» rispose Ted con sguardo torvo.
Sembrava uno spaventapasseri quando stava accanto a Lucas e quell’aria che girava nella stanza turbava visibilmente Natalie. Per fortuna Sebastian si era aggiunto a loro, lui riusciva sempre a smorzare qualunque momento con una battuta: in quell’occasione, come in tante altre, si rivelò una manna dal cielo.
«Che dite? Ci troviamo per le sette, così andiamo là con calma?»
«Sì» rispose Grace.
«Va bene» aggiunse Natalie.
«Perfetto. Abbiamo tempo per prepararci con calma» affermò Lucas.
«Infatti. Quindi ora ci dividiamo e cominciamo a prepararci?» chiese Sebastian, battendo le mani in un colpo.
Tutti furono d’accordo.
Grace e Natalie rimasero nella loro camera e tirarono fuori i loro effetti personali dal borsone, iniziando a interrogarsi su cosa indossare quella sera, mentre i ragazzi si riunirono per fare la stessa cosa nella loro camera tripla.
Le due sperarono di non sentir volare parole grosse, poiché Ted e Lucas erano a stretto contatto; ma se erano arrivati a condividere la stessa camera per il bene di Grace, allora forse avrebbero tenuto la lingua a freno.
Per fortuna sembrarono dotati di un buon autocontrollo e nessuna discussione parve venir sfiorata fino al momento della cena. Si trovarono fuori dalla camera delle ragazze e poi tutti insieme partirono per la volta di quella missione.
Grace era piuttosto tesa e Lucas, che l’aveva tenuta per mano durante tutto il tragitto, lo sapeva bene.
La ragazza non disse a nessuno dei suoi amici, ciò che desiderava dire al fratello, perché se doveva essere onesta non lo sapeva neanche lei.
Non aveva la più pallida idea da cosa partire o come avvicinarsi nel momento in cui lo avrebbe visto.
Durante la cena non fece altro che guardarsi attorno, il suo cuore palpitava velocemente e ancor di più quando avvistava qualche ragazzo biondo che subito scambiava per Brandon. L’agitazione non la fece nemmeno mangiare serenamente. Cercò di concentrarsi su altro, ma le fu impossibile.
Dopo sei mesi avrebbe finalmente rivisto suo fratello, avrebbe potuto risentire quel profumo intenso e aggrapparsi a quelle braccia che per diciotto anni l’avevano sostenuta.
Guardandosi attorno osservò per bene il luogo, dove Brandon aveva trovato lavoro.
Il “Renaissance” era un locale su due piani: il primo era la zona lounge, con il bar e tavolini sparsi su tutta l’ampia sala, ed era collegato ad una stanza utilizzata principalmente per ballare. Al secondo piano vi era un soppalco con altri tavolini e divanetti, un ottimo posto per parlare senza che il rumore della musica potesse disturbare.
Era un posto davvero molto bello, Grace sperava tanto che Brandon si trovasse bene. Secondo le informazioni che l’investigatore diede a Rylan, Brandon iniziò a lavorare lì dopo tre giorni dal suo trasferimento e continuò senza mai concedersi una vacanza.
Le foto che erano nel fascicolo ritraevano il ragazzo in gesti di normale quotidianità: recarsi dal meccanico oppure al supermercato e in tutte le immagini sembrava tranquillo. Non possedeva l’aria di quando stava ad Atlanta, era visibilmente più rilassato e proprio quel suo apparente benestare fece crescere seri dubbi nella ragazza.
La sua insicurezza si stava facendo largo in lei. Si era diretta a New Orleans per ritrovarsi al suo gemello, a quella persona che amava quanto la sua stessa vita e con cui aveva passato più tempo di chiunque altro.
Desiderava parlargli e capire il perché non si era fatto più sentire, ma ciò che non aveva minimamente calcolato era che forse la sua sorpresa avrebbe destabilizzato la tranquillità di Brandon.
L’arrivo di Grace sarebbe stato come un fulmine a ciel sereno, completamente inaspettato e forse non voluto. Del resto, doveva esserci un valido motivo se lui non l’aveva più cercata pur sapendo dove fosse.
La tensione che la ragazza irradiava non era dovuta al semplice nervosismo di quell’incontro, bensì alle sue conseguenze. Più volte fu sul punto di piangere, ma si trattenne per non creare disagi nel gruppo.
I suoi occhi fissarono spesso il grande orologio della sala e più passava il tempo, più voleva darsela a gambe.
«Ci pensate che abbiamo finito l’ultimo anno di liceo?» esordì Sebastian, dopo aver fatto una scorpacciata di patatine fritte. «Mi mancherete un sacco, l’anno prossimo. Dovrò trovarmi un altro compagno di bevute.»
«Nessuno prenderà mai il mio posto» disse Ted lanciandogli un’occhiata d’intesa. «Perché nessuno sa bere un doppio whiskey come lo bevo io.»
«Come farò senza il tuo doppio salto dopo un doppio whiskey?»
«Sarà dura amico, lo so» continuò l’altro battendogli una mano sulla spalla.
Natalie scoppiò a ridere tirandogli i pezzetti di tovagliolo addosso. «Siete pessimi, ragazzi! Fra tutte le cose di cui dovreste sentire la mancanza, pensate proprio al bere?»
«Non fare la gelosona, è ovvio che mi mancherai» aggiunse Ted, mimando un bacio.
«Scherza pure tu e vedrai se riuscirai a mettere piede nell’università» replicò la ragazza, prima di scambiarsi qualche sguardo tenero assieme al suo ragazzo.
Quei due si stuzzicavano spesso con quelle sciocche battute, però se le loro bocche dicevano una cosa, gli occhi trasmettevano tutt’altro. Erano teneri a guardarli: Natalie sempre tutta d’un pezzo, si scioglieva di fronte agli occhioni di Ted e lui prendeva qualunque scusa per coccolarla. Guardandoli era impossibile trattenere un sorriso.
«Avete voglia di andare a ballare?» propose Sebastian, poiché ormai avevano finito di cenare da un pezzo.
Ted lanciò un’occhiata alla sala lì accanto dove la musica era già cominciata. «Sì, perché no?» acconsentì. Il ragazzo si alzò e, con un elegante gesto, porse la mano a Natalie. «Andiamo, mon amour?»
«Volentiers» rispose lei seguendolo.
«Io andrei a fumarmi una sigaretta, mi accompagneresti fuori?» domandò Lucas a Grace.
«Certo.» E anche loro liberarono il tavolino.
I due innamorati non uscirono dalla porta d’ingresso, c’era un corridoio che portava ad uno spiazzo dietro al locale da cui si poteva vedere il lago di Pontchartrain.
Una vista niente male, Lucas e Grace si appoggiarono alla balaustra in ferro per ammirare il panorama.
«Che cos’hai?»
La ragazza si voltò con sguardo interrogativo. «Io? niente.»
«Grace, sei pessima a raccontarmi bugie» disse Lucas aspirando il fumo e rilasciandolo poco dopo. «Guarda che è normalissimo essere nervosi. Non devi provare a nasconderlo.»
«Non ci provo, so benissimo che non ci riuscirei mai. Sono un libro aperto.»
«Se devo essere sincero, non lo sei sempre.»
«Strano. Alle volte gli altri sanno prima di me cosa provo» disse Grace abbassando lo sguardo sulle acque del lago, esse erano calme al contrario del suo stato d’animo. «Posso dirti la verità?»
«Lo sai che puoi.»
«Vorrei tirarmi indietro. Vorrei veramente andar via e non parlo solo di questa sera, ma… preferirei non incontrar Brandon.»
Lucas aggrottò subito la fronte e si voltò completamente verso di lei. Aveva intenzione di porgergli subito la domanda, ma qualcosa lo frenò, rimase in silenzio.
«Chi ci assicura che lui vuole rivedermi?» continuò alzando lo sguardo sul volto del suo ragazzo e incrociando quegli occhi celestiali. «Se avesse voluto riavvicinarsi poteva cercarmi, ma non l’ha fatto. Chi me lo fa fare di rincorrere una persona che mi ha voltato le spalle?!»
Lucas fece l’ultimo tiro di sigaretta e poi la gettò a terra con forza, cinse Grace per le spalle e puntò il suo sguardo in quello di lei. «Ehi! Brandon non è una persona qualunque, è tuo fratello, ok? E… sì, poteva cercarti, ma non sai cosa può averlo frenato. Magari si vergognava di averti abbandonato» tentò di spiegarsi, trovando ogni soluzione possibile. «Non pensare subito male di lui e non gettare la spugna così in fretta. Sei impulsiva e questo tuo lato, che alle volte mi fa saltare i nervi, può farti pentire di molte tue azioni. Prendi un respiro profondo e rifletti.»
Grace fissò quelle pagliuzze limpide e ritrovò la calma. Sospirò pesantemente, sapendo bene che era proprio la sua impulsività a farle prendere le decisioni più sbagliate. Il punto è che di andarsene da lì non era un’idea presa al momento, ma la stava meditando da prima ancora di entrare nel locale. Non aveva detto nulla perché credeva che fosse un pensiero passeggero.
«Sono onesta, Lucas. Non so se voglio rivedere Brandon» riprese con tono desolato. «Già solo sapere che siamo nella stessa città mi fa male. Tutta quella sofferenza che ho provato sembra tornare e non sono pronta a risentire tutto. Credevo di esserlo, ma non è così.»
«Non pensi che chiarire con Brandon possa tappare quel vuoto che senti?»
«Credevo che potesse e invece non fa altro che peggiorare la situazione» rispose Grace mentre i suoi occhi iniziarono a riempirsi di quelle lacrime che sperava non scendessero mai più.
Si catapultò contro il petto di Lucas e lo abbracciò, nascondendo il suo viso per non mostrarsi mentre piangeva.
Il ragazzo la strinse a sé e le baciò la tempia con affetto. Non gli piaceva saperla piangere. Era un vero colpo al cuore, specialmente perché la vedeva sempre sorridere e contagiare tutti con la sua allegria. Grace aveva il dono di far risplendere l’atmosfera anche quando pioveva a dirotto, ma quando era triste la luce dentro di sé si spegneva.
«Mi sento terribilmente in colpa perché voi siete tutti qui per me, mentre io vorrei tornarmene a casa. Sono una vigliacca, lo so» biascicò contro la spalla del ragazzo.
«Grace, noi siamo qui perché ti vogliamo bene. Se te ne vuoi andare, non c’è alcun problema. Appoggeremo qualsiasi tua decisione» la rassicurò Lucas, carezzandole i capelli. «Passeremo un bel week-end tra amici e ci divertiremo in ogni caso.»
Il ragazzo si scostò per guardarle il viso tutto rigato dalle lacrime. Si intenerì a vederla in quello stato, passò i pollici sotto agli occhi di Grace e le mostrò un dolce sorriso.
«Grazie» sussurrò lei, carezzandogli una guancia.
Lucas le prese la mano e ci porse sopra una serie di piccoli bacio, continuando a guardarla negli occhi. «E di che?»
Grace si avvicinò per stampargli un bacio sulla bocca, ma si rese conto che voleva di più. Afferrò il colletto della camicia del suo ragazzo, per averlo stretto a sé, e approfondì quel bacio. Amavano scambiarsi quei baci focosi, colmi della passione che ancora era vivida tra loro. Lui la prese per i fianchi e la sbattè al muro, continuando a baciarla con bramosità e facendola sentire sua.
«Per quale motivo ci siamo presi le camere separate?» soffiò Lucas, scostandosi dalle labbra della ragazza per riprendere fiato.
Grace ridacchiò, continuando a tenerlo per il bavero della camicia. «Che stupido che sei!»
«No, seriamente. Guarda te se io ho voglia di scopare… ah no scusa mi correggo, fare l’amore con la mia ragazza e non posso perché abbiamo preso due camere e ci siamo divisi male» continuò Lucas, con un modo di fare che divertiva troppo Grace.
«Credo che riuscirai a tener a freno i tuoi ormoni» disse lei battendogli una mano sul petto.
«Per forza!»
«Senti, signor focoso, rientriamo così dico agli altri che non se ne fa più nulla di questa “missione”?»
«Magari mi fumo un’altra sigaretta e poi rientro» disse Lucas scostandosi dal muro e tirando fuori il pacchetto. «Ma se hai bisogno di me...»
«No, tranquillo. Credo di potermela cavare con i nostri amici.»
Grace gli rivolse un ultimo sorriso e fece per rientrare nel locale, ma qualcosa la bloccò all’istante. Fu una voce. Una voce che, nonostante il tempo passato, avrebbe riconosciuto in ogni dove. Era la voce di suo fratello, era la voce di Brandon. Il ragazzo non aveva pronunciato il suo nome, bensì quello di Lucas.
Deglutì prima di voltarsi.
Era lì, a pochi metri da lei, di fronte a Lucas. Grace si nascose nell’ombra, dietro ad una scala antincendio, era lontana per essere vista, ma abbastanza vicina per udire le loro parole.
«Che cosa ci fai qui?»
Lucas si trovò bloccato, era stato preso in contro piede, non riuscì a rispondere… beh, non gli servì.
«Anche lei è qui, vero? Grace? Sa che sono qui?»
«Sì.» Non poteva mentire.
Brandon volse uno sguardo al locale e Grace temette di essere vista, ma era nascosta in un angolo molto buio. Era impossibile notare la sua presenza.
«Come ha fatto a scoprirlo?» continuò il biondo.
«È una storia lunga, credimi» rispose Lucas, emettendo un lungo sospiro.
«E tu sei qui con lei.»
«Ci sono anche gli altri» si affrettò a dire l’altro. «Sai… Natalie, Ted e Sebastian.»
«Ah, tutta l’allegra compagnia! Avete pianificato proprio una bella rimpatriata!» esclamò Brandon sardonico.
«Noi siamo qui per Grace e lei è qui per te. Vorrebbe parlarti, ma… ha paura.»
«Paura?»
Lucas era pronto a sbattergli la verità in faccia, così forse avrebbe smesso di mostrarsi tanto ironico riguardo una situazione che aveva tutt’altro che dell’ironia. «Sì, ha paura di rovinarti il bel momento! Grace pensa che tornando da te, possa distruggere ciò che apparentemente bello hai costruito.»
«Perché pensa questo?»
«È collegato alla lunga storia del perché sa che sei qui… non è questo il punto.» Lucas si fermò e scosse il capo, mettendo una mano avanti. «Tua sorella ha sofferto da cani e io lo so bene… tutti lo sappiamo e nel profondo anche tu. Sai di aver sbagliato con lei. Sai che non avresti dovuto abbandonarla.»
«Tu non sai niente!» gridò Brandon avvicinandosi al ragazzo in maniera repentina, tanto che nell’ombra Grace sobbalzò.
La ragazza era pronta a scattare nel momento in cui i toni si sarebbero accesi ancor di più. Su Brandon non aveva dubbi che sarebbe stato disposto ad alzare le mani, la preoccupava Lucas che nell’ultimo periodo pareva riservare sempre più sorprese. Sicuramente non avrebbe attaccato suo fratello, ma si sarebbe giustamente difeso.
«Invece so tutto» affermò duro Lucas, guardandolo dritto in faccia. «Io so cosa significa cadere in brutti giri perché tutto sembra far schifo e poi andar via nel tentativo di salvarsi. Credimi, lo so perfettamente e non te ne faccio una colpa. L’ho fatto anche io. Sono scappato da Chicago per una vita migliore, ma al contrario di te, non ho abbandonato nessuno che mi amasse tanto quanto Grace ama te.»
«Dimmi la verità. Parli così perché hai una cotta per lei?»
«In realtà sono il suo ragazzo.»
«Ah, è ufficiale!»
«Sì, lo è!» gli tenne testa Lucas.
Brandon ghignò, alzando il dito e indicandolo più volte. Non sembrava minimamente sorpreso. «Ci avrei giurato che prima o poi sarebbe accaduto. Eravate così palesemente presi l’uno dall’altra, sono contento che entrambi vi siete svegliati.»
«Non stiamo parlando di me e Grace» lo riprese l’altro con tono grave.
«No, infatti. Dobbiamo parlare di me e Grace» concordò il biondo.
«Esattamente.»
«Bene. Allora, dov’è mia sorella?»
«È nel locale e… non vuole più incontrarti.»
Brandon sgranò gli occhi e corrugò la fronte, mettendo le mani sui fianchi. «Che cosa?! Oh, andiamo! Non ha senso!»
«Lo ha se sei Grace Sophia King! Tu dovresti conoscerla meglio di chiunque altro. Perché mai secondo te non vuole incontrarti? Sappiamo entrambi che non si tratta solamente del poterti rovinare il bel momento.»
«È perché l’ho abbandonata.»
«Din din din! Abbiamo un vincitore!»
«Ora non fare la parte del signor Ironia» disse Brandon con fare annoiato. «Senti, che cosa vuoi che faccia?»
«Io non posso dirti cosa devi fare, non vorrei mai mettere Grace in una situazione che la fa star male» rispose Lucas tornando serio in volto. «Preferirei non intromettermi per non causare qualche danno, ma devo per forza chiedertelo. Perché non l’hai mai cercata?»
«Ci ho provato, lo giuro.»
«Non è abbastanza» disse Lucas duramente.
Era vero che non desiderava intromettersi, però arrivati a quel punto era coinvolto. Inoltre ricordava perfettamente lo stato d’animo della sua ragazza dopo la fuga di Brandon e proprio per questo non poteva starsene zitto.
«Grace si è sentita tradita dall’unica persona di cui si fidava ciecamente. Come credi si sia sentita? Non le è passata tanto in fretta. A dir la verità non le è passata affatto. Tenta di nasconderlo ogni giorno, ma gli manchi e vorrebbe che tu tornassi» continuò Lucas, non sapendo che la protagonista di quelle parole stava ascoltando tutto quanto. «Grace si è chiusa a riccio, le accade sempre quando viene delusa e tu dovresti saperlo bene. Lei si è chiusa e non è stata più la stessa. Non usciva più spesso con i suoi amici, voleva sempre stare chiusa in casa ed avvicinarsi era davvero difficile. Credi che ha continuato a sorridere? Certo che no, non ne aveva motivo. Era tanto triste e si sentiva sola.»
«Basta! Smettila!»
«No, invece devi ascoltare!» sbottò Lucas avvicinandosi repentinamente a Brandon. «L’hai fatta soffrire così tanto, l’hai delusa e non c’è cosa più dolorosa che esser delusi dalla persona che più ami. Ti senti spezzato e all’inizio credi che sia colpa tua, poi ti rendi conto che è solo la vita che ti fa incontrare persone del genere. Il problema qui è che tu non sei una semplice persona, tu sei suo fratello e condividevate un legame che provocava invidia a tutti, però tu l’hai distrutto.»
Brandon rimase in silenzio. Le parole di Lucas lo colpirono affondo, mille lame infilzate in tutto il corpo gli avrebbero causato meno male. Più ascoltava e più cresceva quel nodo alla gola che si era formato non appena aveva capito che sua sorella era lì, a poca distanza da lui.
«Non ho smesso di pensare a lei per un singolo giorno.»
«E allora perché non l’hai contattata?» domandò Lucas rabbioso.
«Tu vorresti essere contattato da chi ti ha fatto soffrire?»
«Probabilmente no, ma io non sono Grace. Lei ti aspetterebbe per anni, potrebbero passarne dieci, la sua porta sarà sempre aperta per te.»
«Non so che fare.» Era una situazione che Brandon non si era immaginato potesse accadere. «Hai detto che lei non vuole più incontrarmi.»
«Perché pensa che ti rovinerebbe il bel momento» precisò Lucas.
«Da… da quanto tempo state insieme?»
«Non siamo qui per parlare di…»
«Rispondimi» insistette Brandon con una strana tranquillità.
L’altro ragazzo sospirò pesantemente e alzò gli occhi al cielo. «Tra poco saranno sei mesi.»
«E come è stata in questi sei mesi? Era ancora disperata per la mia partenza o…» abbassò il capo e inarcò un sopracciglio, in fondo conosceva la risposta a quella domanda. «Tu la rendi felice.»
«Credo che…»
«Guarda che non era una domanda» lo bloccò Brandon, alzando lo sguardo sul viso di Lucas che lo guardò stranito. «Se si è lasciata avvicinare significa che in qualche modo gli eri andato a genio, ma se ora state insieme significa ben altro. Lei tiene a te e, dal modo in cui mi hai affrontato, direi che tu tieni molto a lei. Sembri un bravo ragazzo, anzi mi auguro che tu lo sia, e che continuerai a renderla felice.»
Lucas rimase un attimo attonito di fronte a quel breve discorso. Ripensò a ciò che lui aveva detto poco prima e non riusciva a trovare il filo connettore della conversazione.
Da quando erano passati a tutt’altro discorso?
Era una tattica di Brandon per sviare l’argomento?
Il ragazzo rimase in silenzio aspettando un continuo, così da poter capire bene dove intendesse arrivare.
«Forse è tutto il contrario. Forse sarò io a rovinarle il bel momento se ora andassi da lei» affermò Brandon con più sicurezza.
«Che cosa stai dicendo?»
«Sicuramente sai cosa mi è accaduto, o meglio, cosa mi ha portato qui. Se l’hai accompagnata significa che ci tieni veramente a lei e quindi credo che non possa essere in mani migliori. Non ha bisogno di me, non più.»
Lucas scosse il capo, contrariato. «Non dire cazzate, Brandon! Sei suo fratello, come puoi pensare che non abbia bisogno di te?»
«Io le ho creato solo problemi e gliene creerei altri. Stare lontano da lei è la scelta migliore.»
«Dovresti far scegliere a Grace.»
«È meglio così e in fondo lo sai anche tu.»
Brandon si avvicinò a Lucas e gli battè una pacca sulla spalla. Secondo lui era meglio che la faccenda si chiudesse in quella maniera. «Sono sicuro che al tuo fianco starà bene. Sei riuscito ad abbattere quella porta di cemento che David aveva eretto. Per quanto mi riguarda, hai la mia benedizione. Non che serva veramente, ma…»
«Renderebbe Grace contenta» concluse Lucas al posto suo.
«Esattamente.»
«Quindi finisce così?»
Brandon annuì. «Abbi cura di Grace. Un giorno tornerò da mia sorella, ma non stasera. Non è ancora il momento.»
«Ne sei sicuro?»
«Assolutamente. Ora rientra e portala via, tra poco inizia il mio turno di lavoro e potrei incontrarla…»
«Ci penso io» tagliò corto Lucas, prima di voltarsi e rientrare nel locale.
Il ragazzo era turbato. Sentiva che quella non era la scelta giusta, non poteva nascondere a Grace di aver parlato con Brandon e ciò che lui gli aveva detto. Sarebbe stato un bastardo a nasconderle la verità, ma non voleva neanche complicare di più la situazione mettendoli l’uno contro l’altra.
Lucas non sapeva se sarebbe stato peggio scoprire che il fratello aveva fatto una richiesta simile, o che lui l’aveva assecondato. Iniziava a comprendere cosa doveva aver provato la sua ragazza quando si era ritrovata coinvolta tra lui e Rylan. A Grace era andata nettamente peggio.
«Ti rendi conto di cosa mi hai chiesto?» domandò voltandosi verso Brandon, il quale mostrò un’espressione confusa. «Hai appena detto che Grace ha fiducia in me, ma come pensi che reagirà quando verrà a conoscenza di questa conversazione?»
«Non capisci che lo sto facendo per il suo bene?»
«Io capisco gran parte del tuo punto di vista, ma non sono tua sorella. Grace Sophia King ha tutto un modo suo di vedere le situazioni e credo che si incazzerà non poco.»
«Vuoi vederla soffrire? Allora corri da lei e spiffera tutto!» esclamò Brandon indicando la porta del locale. «Vedrai che bello spettacolino monteremo su!»
Lucas lo fissò per qualche attimo. Qualunque fosse stata la sua decisione non avrebbe portato a niente di buono. «Addio Brandon» disse e gli voltò le spalle una volta per tutte.
Sperava che quella sarebbe stata l’ultima vicenda famigliare che li coinvolgesse. Rientrò nel locale e andò subito alla ricerca di Grace per portarla via dal locale.
Si ricordò che i loro amici erano andati nella sala per ballare e si diresse subito là.
Non fu difficile trovarli; Ted e Natalie stavano ballando un lento all’inizio della pista e nel divanetto lì accanto c’erano Sebastian e Grace a parlare allegramente.
Fu proprio il buon umore della ragazza a fargli prendere la decisione di non dirle niente riguardo a Brandon. Lo sguardo di Grace lo intercettò subito e gli sorrise, quando lo vide arrivare.
«Ti stavamo aspettando. Ho raccontato tutta la verità e avevi ragione, a loro va bene qualsiasi mia scelta.»
«Ho sempre ragione» disse Lucas, cercando di mostrarle un sorriso sincero. «Allora ce ne andiamo?»
Grace annuì e si alzò dal divanetto, lo prese per mano e lo seguì verso l’uscita. Sebastian si divertì a disturbare Ted e Natalie durante il loro ballo romantico, si beccò più di una parola sgarbata prima di dire loro che era il momento di andare via.
La compagnia uscì insieme dal locale e dato che erano ancora nel vivo della serata, andarono in cerca del pub più vicino, dove Ted e Sebastian avrebbero iniziato la classica gara alcolica. Natalie sarebbe rimasta a fotografare o riprendere le loro meravigliose performance e a fine serata li avrebbe caricati su un taxi tirandoli per le orecchie.
Un programma decisamente differente era quello di Grace e Lucas. Gli innamorati decisero di fare una passeggiata per le vie della cittadina. New Orleans sembrava magica di notte, specialmente il quartiere francese sul quale si raccontavano storie fantastiche.
In realtà i due giovani erano poco interessati alle vicende storiche, desideravano solo godersi quella romantica passeggiata. Proseguirono sul lungo fiume ben illuminato, che portava ad una piazza dove vari artisti si esibirono. Pittori, ballerini e una banda jazzista. Grace ne rimase affascinata e si divertì molto, tutto il contrario di Lucas.
Lo nascondeva bene, ma il ragazzo si sentiva a disagio per quello che era successo neanche un’ora prima. Si sentiva in colpa a nascondere la sua conversazione con Brandon, ma a farlo desistere era proprio lei e quella spensieratezza che mostrava in quel momento.
Lucas non riuscì ad assaporarsi quella serata come invece desiderava.
«Grazie» esordì Grace, poco dopo aver ripreso la passeggiata sul lungo fiume.
«Per cosa?» domandò Lucas, prima di abbozzare un sorriso imbarazzato. «Scusa, ma non ti stavo ascoltando.»
«Tranquillo, non ho detto nulla. Solo grazie.»
«Grazie per cosa?»
«Per tante cose» rispose Grace, continuando a camminare mano nella mano e rivolgendogli qualche dolce sguardo. «Se non fosse stato per te, credo che avrei combinato un bel casino stasera e poi devo ringraziarti perché mi sopporti ogni giorno. Sopporti la mia impulsività, la mia tenera stupidità e tutto quanto. Anche se mancano mesi, ero preoccupata per la distanza che avrebbe causato la partenza per l’università e invece ora sono tranquilla.»
Quelle parole dette a cuore aperto non potevano capitare in un momento peggiore. Il senso di colpa stringeva il cuore di Lucas in una feroce morsa.
Il ragazzo arrestò improvvisamente la camminata, attirando lo sguardo interrogativo di lei.
«Che hai?» domandò Grace.
«Io… è complicato da spiegare.»
«Lo sai che sono un tantino paranoica. Mi stai facendo preoccupare.»
«Fidati, sono io quello preoccupato.»
«E perché lo sei? C’entra con il fatto che hai parlato con mio fratello e lui ti ha palesemente chiesto di tenerlo nascosto?»
Lucas sgranò gli occhi e rimase completamente di stucco. Non riusciva a comprendere come aveva fatto a scoprirlo e non capiva se quella calma che stava mostrando era tutta apparenza.
«L’ho sentito arrivare un secondo prima di afferrare la maniglia della porta» spiegò Grace avvicinandosi a Lucas, facendo più chiarezza sulla questione. «Sai che sono una curiosona e quindi sono rimasta ad origliare… ed è stato interessante.»
«Interessante? Sei sicura di aver origliato bene?»
«Ho sentito come hai provato a convincerlo e di come mi hai difesa» disse Grace con un sorriso appena accennato, per poi spegnerlo completamente. «So che avrei potuto raggiungervi e confrontarmi con lui, sappi che non l’ho fatto per Brandon.»
Lucas aggrottò la fronte. «Per Brandon? Scusa, ma non ti capisco.»
«Credevo di essere io quella a non essere pronta e invece è Brandon. Lo conosco fin troppo bene ed è lui. Non lo prova solo il fatto che ti abbia chiesto di mantenere un segreto bello pesantuccio con me, lo provavano i suoi occhi. Non era pronto» sospirò non nascondendo la sua delusione. Poi però scrollò le spalle e provò a sorridere. «Un giorno ci rivedremo e tutto sarà più chiaro, ma per ora va bene così. Sono soddisfatta di ciò che ho ascoltato.»
«Sei sicura che vada tutto bene?»
La ragazza annuì, mentre una leggera brezza le carezzava il volto e le scompigliava leggermente i capelli. «Per me va bene così. L’unica cosa che ti chiedo è di non dire a nessuno di Brandon. Possiamo fingere che non sia successo?»
«Promesso.»
«Grazie, Lucas.»
«Grazie a te di avermi tolto un gran peso dal cuore» rispose Lucas con una risata nervosa e tirando un lungo sospiro di sollievo. Mentirle, o meglio nasconderle la verità, sarebbe stato veramente arduo.
«A quanto pare il nostro motto si rivela sempre veritiero» affermò Grace con un gran sorriso, riprendendo la loro passeggiata. «Io e te, sempre insieme, in qualunque circostanza.»
«Io e te, sempre insieme, in qualunque circostanza» ripetè Lucas, poggiando il suo capo su quello della ragazza.
«Senti, abbiamo camminato per un’ora. Ci siamo goduti il panorama, ascoltato della buona musica e respirato l’aria di quella città dai mille volti. Che dici se torniamo al motel e magari ci prendiamo un momento solo nostro?»
Il ragazzo drizzò le orecchie e mostrò un’espressione sorpresa, prima di fissarla. «Non provare a sfidarmi.»
«E chi ti sfida?» replicò Grace ridacchiando. «Va bene. Se preferisci continuare questa passeggiata, bella e romantica, continuiamo pure…»
«Per quanto sia davvero bella, penso proprio che preferirei starmene nel letto con te sopra di me!» esclamò Lucas, beccandosi uno schiaffo sulla spalla.
Lui l’attirò a sé per abbracciarla mentre nell’aria si diffusero le loro risate, così allegre e spensierate. Nonostante tutto stavano vivendo un bel momento.
Si scambiarono un bacio e poi fecero retrofront per tornare al motel. Approfittarono del fatto che i loro amici erano fuori a far festa per concedersi un intimo momento.
Entrarono nella camera dei ragazzi ridendo e scambiandosi carinerie fino a quando non raggiunsero il letto e lì diedero sfogo alla passione e al desiderio di diventare una cosa sola.
Non si preoccuparono minimamente che i loro amici potessero entrare in camera da un momento all’altro. Quando stavano insieme, da soli, il mondo intero scompariva nella notte ed era come se loro fossero gli unici superstiti e la fiamma del loro amore fosse capace di illuminare l’oscurità dominandola.
Avvinghiati e sudati in quel letto ormai disfatto, si coccolarono giovando del tempo disponibile che avevano. L’uno tra le braccia dell’altra si sentivano come in paradiso, chiusi in una bolla dove nessuno poteva far loro del male.
«Sarà meglio che io mi vesta e torni nella mia stanza» disse Grace notando che era notte inoltrata e di sicuro gli altri non sarebbero stati fuori fino al mattino. «Dovresti vestirti anche tu o perlomeno indossare un paio di boxer. Non credo che Sebastian e Ted vorranno ammirare i tuoi gingilli.»
«Come no? Sono una delle poche cose interessanti in questa città!» rise Lucas, osservandola mentre cercava i vestiti e man mano se li rimetteva addosso.
«Senti, “una delle poche cose interessanti in città”, mettitele addosso!» esclamò la ragazza tirandogli i suoi boxer.
«Sei gelosa perché non vuoi che i nostri amici vedano i miei attrezzi.»
«Oh, per me possono guardare ciò che vogliono. Dubito solamente che sia di loro gradimento.»
«Al contrario tuo.»
Grace gli lanciò un’occhiata maliziosa, poi lo provocò avvicinandosi a gattoni e fermandosi a pochi centimetri dal viso. Lucas avvicinò la sua bocca e lei mostrandogli un sorriso furbo, allungò la mano e gli tirò una ciocca di capelli.
«Buonanotte» gli soffiò contro le labbra.
La ragazza, vestitasi completamente, si allontanò dal letto e andò verso la porta. Non fece in tempo a toccare la maniglia, che Lucas la prese da dietro, la voltò e si avventò su quella bocca che riteneva solo sua. Grace sorrise adorando quel suo lato selvaggio, che di tanto in tanto saltava fuori.
«Smettila di provocarmi. Lo sai che non posso restare qui» sussurrò nel suo orecchio, mentre lui era impegnato a baciarle il collo. «A meno che non vuoi fare una cosa a quattro con Sebastian e Ted.»
Solamente le parole fermarono l’impetuosità di Lucas.
«Bene! È stato un piacere fare l’amore con te. Buonanotte, amore mio.»
Grace scoppiò a ridergli in faccia, sia per l’espressione buffa che aveva assunto il suo viso e sia perché l’unico contatto che ci fu dopo le sue parole fu una stretta di mano.
«Dai, fatti dare un bacino.»
«Una cosa a quattro» ripetè Lucas scuotendo il capo. «Vai nella tua stanza e fai sonni tranquilli… togliti questi pensieri ambigui dalla mente.»
Lui le aprì la porta e con un gesto della mano la invitò a uscire. Grace continuò a ridere e riuscì a strappargli un veloce bacio.
Solamente il mattino dopo capirono che avrebbero anche potuto dormire insieme, siccome Ted, Sebastian e Natalie tornarono a mattina inoltrata. Il trio approfittò del fatto che i locali rimanevano aperti fino alle prime luci dell’alba per continuare a fare festa.
Trascorsero un week-end da leoni e non c’era da stupirsi nel loro desiderio di tornarci il prima possibile. L’unico momento tranquillo fu il pranzo della domenica, che passarono in un ristorante localizzato sul lungo fiume.
Fu la ciliegina sulla torta.
Tutti e cinque erano rilassati e la tensione che si era respirata durante il viaggio in treno parve scomparsa. Ciò non dava a significare che Ted e Lucas avevano appianato le loro divergenze, assolutamente no. I due prestavano ancora attenzione a sedersi a distanza, però non ci fu alcun botta e risposta.
«Questo vino è davvero buono» disse Sebastian sorseggiandolo in una maniera talmente elegante, mai vista prima. «Certo, quella bevanda un po’ grigia e un po’ beige di ieri era molto più succulenta, ma… questo vino è delizioso al mio palato.»
«Non l’avevamo proprio intuito» commentò Grace sorridendo divertita.
«Certo che no! Come si fa a capirlo dopo che si è scolato metà bottiglia da solo?» domandò ingenuamente Natalie, ricambiando l’occhiata della sua migliore amica.
«E sono ancora sobrio, care mie» affermò Sebastian tirando il capo all’indietro, lasciandosi baciare dai raggi caldi di quel sole di Giugno.
«Io voglio fare un brindisi!» esclamò Grace.
«Oh, sì!» le andò dietro Sebastian. «Un’altra bottiglia, prego!»
Lucas gli abbassò il braccio sventolante. «Credo che quel poco che è rimasto sia abbastanza.»
«Guastafeste» replicò l’altro ragazzo facendogli una smorfia. «Almeno lasciatemi il compito di versarvi da bere.»
«Nessuno ti fermerà, socio» gli disse Ted.
Sebastian afferrò la fresca bottiglia e versò il vino bianco dentro i bicchieri di ognuno, ovviamente ne versò di più nel suo. Si scatenò una risata generale per questo.
«Desiderio brindare a noi, sì proprio a noi cinque» disse Grace sollevando il suo bicchiere e prendendo la parola. «Siamo sempre stati abbastanza uniti riguardo ad ogni situazione. Quando si stavano avvicinando gli esami di fine anno, quando qualcuno era ubriaco e dovevamo parargli le spalle con i genitori o… beh in tante occasioni, ma durante questo folle week-end ho realizzato che l’amicizia che ci lega è vera e non potrei andarne più fiera.» Si prese un momento di silenzio prima di proseguire. «Voi non avete esitato un secondo nel volermi accompagnare quando vi avevo detto che sapevo dov’era Brandon e avevo tutta l’intenzione di raggiungerlo. Non so cosa sarebbe accaduto se voi non ci fosse stati. Sicuramente non staremmo vivendo questo bel momento e probabilmente la situazione con mio fratello sarebbe diversa… quindi grazie ragazzi per avermi dimostrato che l’amicizia non si basa su quante feste si fanno insieme o di quante volte ci si aiuta a copiare durante i test.»
«Se non fosse perché l’alcol inizia a darmi alla testa, potrei commuovermi» commentò Sebastian ironico, ma poi neanche la sua spiritosaggine potè resistere a quelle parole dette con grande sincerità.
Alzò il bicchiere e affiancò Grace, facendo il primo cin-cin.
«A noi!»
«A noi» lo seguì Lucas.
«Alla nostra amicizia…» aggiunse Ted.
«…che si dimostrerà lunga e prospera» concluse Natalie con un sorriso raggiante.
I cinque giovani di Atlanta brindarono in allegria sotto il caldo sole di quella mattina. Nessuna nube era sulle loro teste, né metaforicamente e né meteorologicamente parlando. Fu un bel pranzo, se lo sarebbero ricordati per sempre, anche perché era uno degli ultimi momenti felici che avrebbero passato tutti insieme.



Mrs. Montgomery
Come vi avevo anticipato, avete rivisto Brandon!
Non c'è stata la reunion tra i gemelli King, ma ciò non implica che non rivedrete Brandon o non li rivedrete insieme prima della fine della storia.
Il nostro scapestrato biondino tornerà e lo troverete al fianco della sorella, che avrà un gran bisogno di lui!
Questo capitolo è stato soft, rispetto a quelli che vi attendono.
Sul gruppo della storia che ho creato su facebook ho rivelato un grosso spoiler che si avvererà proprio nel prossimo capitolo. Si tratta di un fatto che cambia tutte le carte in tavola.
Grazie mille per aver letto questo capitolo.
Grazie a chi inserisce la storia nelle varie categorie e chi la recensisce!
Alla prossima!

Se volete aggiungervi, ho creato un gruppo su Facebook sulla storia --> Inaspettato Amore - Storia Originale Romantica.
Oppure se volete aggiungermi sempre su fb, chiedetemi pure l'amicizia: Charlotte Montgomery

-Baci
 

 

   
 
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