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Autore: Mnemosine__    28/06/2016    3 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
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"Benvenuti alla vostra prima lezione di scherma." 
Percy era al centro dell'arena ed era accerchiato da una ventina di ragazzini tra gli undici e i tredici anni, tutti nuovi arrivati.
Alcuni giorni prima dell'inizio delle vacanze estive Chirone aveva chiamato il corvino con un messaggio Iride per chiedergli se quell'estate avesse voluto fare da insegnante ai nuovi mezzosangue.
Percy, ovviamente, accettò subito, volenteroso di prendere il posto del vecchio maestro per la scherma.
"Non dovete essere preoccupati, in tutti voi scorre sangue divino. Avete la scherma nel sangue." Continuò il figlio di Poseidone.
"Io sono Percy Jackson, il figlio di Poseidone e sarò il vostro insegnante." Si presentò. 
Il figlio di Ade era seduto sugli spalti, per vedere il cugino in versione professore. 
Poco prima era passato alla cabina di Apollo, per vedere come se la cavava Will con il padre.
Indossava la maglietta arancione del campo più grande di alcune taglie. (Nda a chi capisce do un biscotto)
Elisabeth, silenziosa come una gatto, gli si affiancò.
"Come sta andando?" Chiese al Re degli Spettri.
"Fin ora bene, considerando che non hanno ancora fatto niente." 
"Non mi stupirei se scoppiasse un incendio."
Ridacchiò lei.
"Con la fortuna che ha Percy nel cacciarsi nei guai credo ci siano molte probabilità che succeda." Disse Nico facendo qualcosa di simile ad un sorriso.

"Prima di tutto dovete trovare una spada che vi vada bene. Ricordate, la spada dev'essere l'estensione del vostro braccio, una specie di appendice, non un peso." Percy indicò un grande baule pieno di armi "Provate a vedere se trovate una spada adatta a voi."
I suoi allievi, seppur timorosi, si avvicinarono all'oggetto indicato e iniziarono a provare le varie lame.

"È una mia impressione o i ragazzini lo stanno guardando in modo strano?" Chiese ad un tratto Elisabeth.
"Percy è una specie di celebrità ormai, lo stereotipo dell'eroe. Credo sia normale che i nuovi arrivati, soprattutto i più piccoli, lo guardino adoranti e lo prendano come esempio." Rispose Nico pensando alla propria esperienza.
"Hai ragione." 

"Bene. Venite tutti qui. Ora vi mostrerò le basi." Disse Percy. 
Quando fece scattare Vortice i novellini produssero una serie di "ohh" a non finire. 
Il figlio di Poseidone iniziò a fare e a descrivere lentamente alcune mosse, spiegando esattamente come ci si dovesse muovere. 
Dopo un paio di volte le fece ripetere ai suoi alunni, correggendo chi sbagliava e lodando a chi veniva bene il movimento.

"Percy... Maestro Percy, quando combattiamo?" Chiese una figlia di Ares in modo brusco.
Al figlio di Poseidone si strinse il cuore, adesso lui era un maestro.
Maestro Percy, continuava a ripetersi nella mente tutto eccitato, mi piace!
"Se credete di aver capito per me potete farlo anche subito." 
Percy batté le mani per attirare l'attenzione degli alunni "Formate delle coppie equilibrate e provate a combattere, se avete capito." 

I ragazzi, riluttanti, fecero come aveva detto. 
La figlia di Ares che aveva parlato agguantò una figlia di Afrodite dai lunghi capelli scuri e si mise ad attaccarla con ferocia. 
La poveretta, terrorizzata, cercava di parare le stoccate come meglio poteva, ma in poco tempo rimase disarmata e con una spada alla gola.  
La figlia di Ares si mise a ridere, prendendola in giro.

Elisabeth, dagli spalti, stava per alzarsi in piedi e incamminarsi verso le due, ma Nico la prese per un braccio e le indicò il fondo dell'arena. 

Clarisse, che si stava allenando poco lontano e che aveva visto tutto, pose fine al suo combattimento e si avvicinò al gruppo di Percy insieme ai suoi fratelli.
Il figlio del mare aveva già indurito lo sguardo e stava per intervenire quando Clarisse le si parò davanti mettendosi tra lei e la figlia di Afrodite.

"Tu chi sei?" Chiese alla sorellastra con un ringhio.
"Alexa Walter." Rispose lei con una punta di superiorità nella voce.
"Sei la figlia di Ares arrivata due giorni fa, vero?" Continuò imperterrita Clarisse. 

Percy, intanto, aveva fatto alzare in piedi la figlia di Afrodite e l'aveva portata vicino a dove tenevano le bevande. 
Prese una bottiglietta d'acqua facendo si che il liquido si andasse a posare sui leggeri tagli che Alexa le aveva procurato, guarendola.
"Come ti chiami?" Chiese.
"Lyla. Sono figlia di Afrodite." Rispose lei con voce tremante. 
"È tutto finito stai tranquilla, conoscendo Clarisse Alexa avrà la sua punizione."

Clarisse aveva iniziato a stringere la spada con più forza.
"Hai disonorato il principio di combattimento dei figli di Ares, noi siamo figli del dio della guerra, le nostre vittorie le otteniamo con il coraggio." 
"E con questo?" Chiese la ragazza, alzando gli occhi al cielo.
"Non andiamo a cercare la gloria combattendo contro i figli della dea dell'amore. Questo è da codardi." 
"Mi stai dando della codarda?"
Clarisse non rispose, si girò verso Percy chiedendogli con lo sguardo come sesse la ragazza, lui le fece segno di non preoccuparsi e di continuare tranquillamente.
"Pivello?" Chiese allora Clarisse. "Alexa è una novellina, non ha ancora avuto l'onore di avere il mio benvenuto, vero?" 
"Non mi pare, Clare." Disse Percy ridendo sotto i baffi.
"Quindi non ti dispiacerà se me la porto via, vero?"
"È tutta tua." 
Clarisse fece segno a due dei suoi fratelli e che la presero per le braccia dirigendosi ai bagni comuni.
"Che fate?" Chiese Alexa iniziando a preoccuparsi. 
"Ti diamo il benvenuto al campo." Rispose uno sghignazzando.

"Vado da Will." 
Nico salutò Elisabeth e si alzò, diretto alla cabina di Apollo.

"Per oggi la lezione è finita. Ci vediamo domani." Congedò i ragazzi.
Percy si avvicinò a Clarisse. "Perché l'hai fatto?"
Lei si girò a guardarlo. "Non mi piace quando i miei fratelli combattono contro i più deboli." 
"Clarisse..." Disse lui addolcendo lo sguardo.
"Lyla somiglia a Silena." Disse soltanto per poi correre verso i bagni.

                                      ~•~

Percy era rimasto nell'arena ad allenarsi con un manichino. 
La sua prima lezione era stata uno schifo, insomma, era partito bene! Perché quella figlia di Ares le aveva volute dare a quella figlia di Afrodite?
Adesso stava scaricando tutta la frustrazione provata sul manichino. 
"Povero fantoccio." Commentò una voce alle sue spalle. 
"Non sono in vena Liz." Rispose lui sbuffando.
"Sono qui per questo. Invece di massacrare quel manichino perché non ti batti con me?" 
"Perché non voglio farti male." Infilzò il fantoccio con Vortice.
"Devo ricordarti che papà ha chiesto a me di proteggerti da piccolo? So badare a me stessa, Pierce." 
Percy sentì il suono di una lama sguainata. 
"Devo attaccarti alle spalle o ti giri?" Chiese lei divertita. 
Il semidio fece in tempo a ruotare il suo corpo di novanta gradi. Una spada dalla lama di due colori comparve sul fantoccio.
Elisabeth teneva l'elsa stretta, impugnandola con sicurezza. 
A differenza di Vortice la spada della sorella somigliava molto a Vipera, la lama appartenuta a Luke Castellan. Una parte della lama era di bronzo celeste e l'altra d'acciaio. 
Alla fine dell'elsa era incastonato uno zaffiro.
"Allora?" Lo spronò. 
Ritirò la lama e si preparò ad attaccare. "Vediamo chi è il più forte? Gli altri ragazzi del campo dicono che Jason Grace è molto più potente di te." Lo schernì.
Tasto dolente. Percy impugnò la spada con più forza e attaccò.

Adesso, spiegare e descrivere come si è svolto  esattamente il combattimento sarebbe per me impossibile. 

Entrambi sapevano perfettamente come maneggiare una lama, entrami conoscevano un miliardo di mosse e avevano la loro strategia personale.
Il duello presto si trasformò in una specie di danza, in cui i due erano i ballerini.
Sembravano leggiadri, quasi non toccavano terra con i piedi. 
I loro movimenti erano precisi, forti e totalmente studiati. 
Man mano che passava il tempo, invece di perdere forza e rallentare, la danza mortale aumentava velocità e intensità.
Ogni tanto Elisabeth faceva una battuta rivolta a Percy per stuzzicarlo. 
Il suo intento era quello di far sbollire la rabbia e la frustrazione che il fratello aveva in quel momento e voleva anche testare le sue capacità complete.
Molti l'avevano descritto come il semidio più potente della storia, e lei desiderava confrontarsi con lui in tutta la sua forza.

Ben presto l'arena si riempì di nuovo e intorno ai due duellanti si formò un cerchio.
Tutti desideravano vedere i figli di Poseidone battersi.
Percy, mentre combatteva contro la sorella, riusciva a notare quanto le loro tecniche fossero diverse. 
Alcune volte intravedeva una mossa appartenente allo schema di combattimento greco, altre a quello romano e altre ancora non riusciva a capire da dove le avesse prese.

Anche se i due erano forti, dopo una mezz'ora la stanchezza iniziava a farsi sentire. 
La prima a cedere fu la ragazza. Percy fece pressione sulla sua lama con il polso e lei perse la presa. 
In un secondo si ritrovò stesa a terra con una lama puntata alla gola. 

Entrambi avevano il fiatone.
"Wow." Sussurrò il figlio di Poseidone. "È stato..."
"Fantastico." Finì per lui Elisabeth.
Gli occhi di tutti e due brillarono. 
Percy sì alzò in piedi, aiutando la ragazza a fare altrettanto.
"Ti senti meglio?" Chiese lei.
Percy annuì "Grazie"
Indicò la spada della sorella con in cenno "Bella."
"È antica. Risale ai tempi in cui i semidei dovevano combattere contemporaneamente contro mostri e mortali." Disse Elisabeth raccogliendola.
 Toccò lo zaffiro e la spada si trasformò nel piccolo anello che portava sempre al dito.
"Dovremmo rifarlo qualche volta." Propose lui riferito al combattimento.
Lei sorrise "Sono a tua disposizione."

Annabeth entrò nell'arena. 
Percy la notò e sorrise istintivamente. 
"Vai." Lo spronò Elisabeth.  "Ci vediamo a cena."
Lui la ringraziò con lo sguardo e corse dalla sua ragazza. 

La figlia di Poseidone uscì dall'arena, dirigendosi verso la baia, desiderosa di fare un bagno. 
Arrivata alla spiaggia si fermò di scatto, nascondendosi dietro ad un albero. 
Seduto sulla sabbia c'erano Apollo e una bambina, Sun.
I due stavano ridendo insieme mentre costruivano un castello di sabbia.
Il dio si era tolto gli occhiali da sole per posarli sulla testa della figlia, anche se le erano grandi. 
La piccola sorrideva entusiasta a Apollo sembrava davvero felice. 

La scena le scaldò il cuore e sorrise istintivamente.
Rimase a fissare i due per un tempo indeterminato, senza accorgersi che piano piano il sole spariva sotto l'orizzonte.
Per poco non cacciò un urlo quando sentì la conchiglia che annunciava che era ora di cena. 
Senza farsi vedere corse verso il padiglione con un sorrisino  stampato in viso.
Quando si sedette al tavolo di Poseidone, Percy la guardò sospettoso.
"Perché sorridi?" 
"Niente, niente." Disse lei minimizzando.

Dopo la cena, Chirone si alzò in piedi. 
In realtà era già in piedi, diciamo che si fece avanti.
"Ho un piccolo avviso per tutti: domani arriveranno alcuni ragazzi dal Campo Giove." 
Un coro di esultanza si alzò tra i Semidei.
"Quindi spero che li trattiate come si deve." Disse lanciando un'occhiata di ammonimento ai figli di Hermes.
"Siete liberi di andare dove volete, ma ricordate che il coprifuoco è alle dieci esatte."


Angolo autrice: ciao bella gente! Mi sono accorta che avevo già scritto tempo fa questo capitolo e quindi eccolo qui! 
Eheheh ups. 
Clarisse si dimostra protettiva con una ragazza che le ricorda Silena, Percy ed Liz nel loro primo scontro, Apollo che gioca con sua figlia... Che ne pensate?
   
 
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