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Autore: Mary_Julia_Solo    30/06/2016    1 recensioni
Saresti disposto a morire
per ottenere la verità?
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« Katharine lo guardò confusa, ma poi lentamente si alzò e, ignorando il dolore alla spalla, corse nel bosco, incespicando nelle radici e urtando i rametti bassi. Prima di allontanarsi troppo si voltò verso l’uomo in nero per controllare che non la stesse seguendo, che non si stesse solo divertendo con lei. Ma, lo vide ancora fermo dov’era prima, a guardarla correre via. All’improvviso Katharine si chiese chi fosse. Se davvero avesse voluto uccidere la sua famiglia. O tutti gli altri che probabilmente aveva ucciso. Si chiese se davvero fosse cattivo. Se davvero fosse senza cuore come lo credeva. »
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Steve Rogers
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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 Allora, be’ salve a tutti ! :)
Ho effettivamente cambiato il titolo della storia perché sarebbe proprio fantastico riuscire a scrivere la trilogia che avevo in mente. Sfortunatamente temo di avere il blocco dello scrittore quindi potrebbero rimanere sogni. :( Con tutta la mia sbadataggine non mi sono ricordata di dire che questa storia è composta da due parti. Infatti i capitoli dispari continuano con la storia di Daphne, mentre quelli pari raccontano la storia di sua madre (almeno la parte che ci interessa).Poi ho anche dimenticato di dire che la storia si svolge poco dopo Age of Ultron e di conseguenza prima di Civil War.
 
Capitolo 2. - No mercy
Settembre 1979
Poteva essere una giornata come le altre. Una giornata forse noiosa, ma almeno normale. Però no, non lo sarebbe stata, sfortunatamente. Nella piccola casa di campagna la famiglia Hewlett si era appena svegliata. La bambina saltò giù dal letto sbadigliando rumorosamente e scese le scale a corsa, per fare colazione. Suo fratello di dodici anni stava già versando il latte sui cereali, stanco. La salutò scompigliandole i capelli e Katharine sorrise e si arrampicò sulla sedia, osservando suo padre che preparava delle frittelle. Sua madre le porse una cioccolata calda e alla bambina si illuminarono gli occhi, mentre prendeva la tazza troppo grande per le sue mani. Tutto normale, no? La situazione rimase stabile fino all’incirca alle tre di pomeriggio. Fu allora che il mondo di Katharine Hewlett crollò irrimediabilmente.
La bambina stava giocando sul prato con suo fratello e il loro pastore tedesco quando sentì arrivare le auto. All’inizio non si agitò, anche se non aspettavano nessuno. Ma poi, all’improvviso, la voce della madre dalla porta della casa :
-Katharine ! John ! -era preoccupata, molto preoccupata. La bambina non riusciva a capire tutta quella preoccupazione. Ma avrebbe capito. Presto. -Venite ! In fretta ! -John prese la sorella di peso, cercando di sollevarla il più possibile da terra. Quando si fiondò oltre la porta, la madre la richiuse e la sbarrò in fretta. Poi, si rivolse a suo marito :
-Peter, com’è la situazione ? -aveva la fronte corrucciata e si mordicchiava le labbra. Katharine notò che avevano abbassato tutte le imposte e che suo padre guardava furtivo oltre la finestra.
Lui si voltò verso la moglie, con il terrore negli occhi.
-Julia… -rivolse lo sguardo ai suoi figli. -Falli nascondere. -lei annuì e, presa per mano Katharine, guidò lei e suo fratello al piano superiore e diede precise istruzioni a John.
-John, tesoro, state nascosti qui. Quando arriveranno dovete riuscire ad uscire dalla finestra. Non so come farete, ma dovete farlo. Non me lo perdonerei mai, altrimenti. -fece per voltarsi ed andarsene, ma Katharine la fermò prendendola per una manica.
-Mamma… Chi dovrebbe entrare ? Perché dobbiamo scappare ? -quando le lacrime le scivolarono lungo le guancie paffute, Julia si inginocchiò davanti a lei, per raggiungere la sua altezza.
-Tesoro, mi dispiace, davvero ma… -una voce dal piano inferiore :
-Julia, devi venire ad aiutarmi ! In due daremo più tempo ai bambini ! -la donna si voltò di nuovo a guardare sua figlia, le lacrime agli occhi.
-Katharine, davvero mi dispiace. È una cosa che non possiamo evitare. Voi dovete andarvene, senza fare altre domande, senza voltarvi indietro. Andate dalla zia Emily, ok ? John, tu sai bene dov’è. -il ragazzino, annuì, cercando di mostrarsi calmo, per il bene della sorella.
-Julia !! -ci fu un colpo molto forte alla porta d’ingresso e uno sparo. Julia si alzò e aprì un cassetto alla svelta, estraendo una pistola. Poi, fece per correre di sotto, ma Katherine quasi gridò, in lacrime :
-Mamma, non voglio che tu vada ! -Julia si fermò e si voltò verso di lei, sorridendo mesta.
-Devo farlo. Mi dispiace ragazzi, davvero. -detto ciò tornò al piano di sotto, al fianco del marito. Katharine avrebbe voluto seguirla, andare con lei, ma John la fermò abbracciandola stretta. La bambina cercò di divicolarsi, ma poi sentì altri colpi alla porta e altri spari. Si strinse di più al fratello, e, insieme, aspettarono quello che sarebbe arrivato. Da quel momento in avanti furono solo colpi alla porta, che si sfasciò poco dopo. Una raffica di spari, forti e assordanti. Un grido di dolore. La voce della madre.
-Peter ! -una altro colpo di pistola. Un gemito. Più nulla.
-Kat. -mormorò John, facendola alzare. -Adesso, con il meno rumore possibile, devi riuscire a scendere dalla finestra. -la bambina singhiozzo piano.
-Cos’é successo a mamma e papà ? Li rivedremo ? -il fratello la fissò per qualche secondo. Non sapeva cosa rispondere. Alla fine non lo fece.
-Vai Katharine. Puoi buttarti sopra l’ammasso di fieno sotto la finestra. Sei piccola, nessuno ti noterà. -passi al piano inferiore, voci.
-E tu cosa farai ? -John ancora non rispose. Non avevano più tempo.
-Se non lo fai sarò costretto a buttarti io. -la bambina lo guardò spaventata, senza capire. Cosa stava succedendo ? Cos’era già successo ? -Quando arriverai di sotto, vattene. Non aspettarmi. Corri, corri come il vento e non voltarti indietro. -Katharine smise di fare domande e aprì lentamente la finestra. Si sedette tremante sul davanzale e guardò il vuoto davanti a sè. Il salto era alto. Aveva paura.
-J-John… Ho paura… -mormorò con voce rotta.
-Temo che avrai molta più paura tra poco, se non salti. -la bambina lo guardò con sguardo interrogativo e preoccupato. Ma poi chiuse gli occhi e si lanciò in avanti. Cadde nel vuoto per alcuni secondi, poi sentì il fieno contro le braccia nude. Riaprì gli occhi e scese dal cumolo. Si sentiva in colpa, ma iniziò a correre, senza aspettare il fratello, come lui le aveva detto.
Aveva percorso diversi metri lontano dalla casa, quando sentì un esplosione. Venne sbalzata in avanti, le orecchie che fischiavano. Si voltò verso la casa, casa sua, e la trovò in fiamme, quasi ridotta in briciole. Per la prima volta nella sua vita non sentì il bisogno di piangere, ma solamente odio. Odio, odio profondo. Troppo per una bambina di sei anni. Qualcuno aveva ucciso la sua famiglia e l’avrebbe pagata. L’avrebbe pagata cara. Si alzò da terra e riprese a correre, ignorando il fischio alle orecchie. Se prima correva per salvarsi, ora correva per rimanere viva e uccidere con le proprie mani chi le aveva rovinato la vita. Nulla importava di più. Nulla. Quando finalmente avrebbe ottenuto la sua vendetta, sarebbe potuta morire, ma ora era troppo presto. Stava per raggiungere il bosco, alimentata dalla sua sete di vendetta. Era così arrabbiata che quasi non sentì arrivare la pallottola. Sentì solo un fischio prolungato, che si mescolò a quello fastidioso dei timpani, e poi ruzzolò a terra. Lanciò un grido di dolore, la spalla destra sanguinante. Il dolore la sbilanciò per qualche secondo e la sua vista si riempì di puntini neri e divenne sfocata. Sentì indistintamente dei passi, attutiti dall’erba secca e risucì a vedere qualcuno entrare nella sua visuale. Sentì una pistola che veniva caricata e trattene il respiro. « Pietà, pietà, pietà… Ti prego. » erano le uniche cose che riusciva a pensare. Non sapeva chi avesse davanti, ma doveva essere un uomo senza pietà. Implorarla sarebbe quindi stato inutile. L’uomo la fece voltare poco gentilmente, probabilmente per controllare che non fosse già morta. Fu quella la prima volta che lo vide. Il Soldato d’Inverno. A quel tempo non sapeva ancora chi fosse, ma le diede i brividi. Lo osservò, terrorizzata: i capelli castano scuro gli coprivano gli occhi blu oltremare, che in quel momento le sembrarono di ghiaccio. La maschera che gli compriva metà del viso gli dava un’ aria davvero strana, inquietante. Era vestito interamente di nero, come i cattivi delle storie che la mamma raccontava a lei e John prima che andassero a dormire. E la cosa che la spaventò di più in assoluto fu il suo braccio d’acciaio. Con quello sembrava essere in grado di uccidere un uomo in pochi secondi, anche solo con un pugno.
Il Soldato le puntò la pistola alla testa e Katharine chiuse gli occhi, preparandosi a morire. Ormai a quanto pare questo era il suo destino. Ma sperò con tutto il cuore che quel uomo morisse. Che venisse ucciso. Per quello che le aveva fatto e che probabilmente aveva fatto ad altre persone. Lo sparo esplose nell’aria, facendo volare via dagli alberi circostanti dei terrorizzati volatili. Katharine aprì lentamente un occhio, tremante. Perchè non era morta? Il colpo di pistola aveva colpito il prato a poco meno di un metro da lei, notò con stupore. Ma non lei. Alzò lo sguardo sull’assassino della sua famiglia e riuscì a leggere i suoi occhi. « Scappa. Vattene. E non voltarti indietro. », dicevano. Katharine lo guardò confusa, ma poi lentamente si alzò e, ignorando il dolore alla spalla, e corse nel bosco, incespicando nelle radici e urtando i rametti bassi. Prima di allontanarsi troppo si voltò verso l’uomo in nero per controllare che non la stesse seguendo, che non si stesse solo divertendo con lei. Ma, lo vide ancora fermo dov’era prima, a guardarla correre via. All’improvviso Katharine si chiese chi  fosse. Se davvero avesse voluto uccidere la sua famiglia. O tutti gli altri che probabilmente aveva ucciso. Si chiese se davvero fosse cattivo. Se davvero fosse senza cuore come lo credeva.
 
 
Angolo autrice:
Si, lo so sono cattiva (soprattutto perché dovrete aspettare un altro capitolo prima di scoprire come reagiranno Cap e Nat alla fantastica notizia del capitolo precedente! MUAHAHAH!)
Vabbè, evitiamo di esagerare e be’ spero che il capitolo vi sia piaciuto! :)
(e poi io sono contenta quando devo scrivere capitoli dove c’è il nostro adorato Soldato d’Inverno ;))

 
   
 
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