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Autore: Mnemosine__    02/07/2016    3 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
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"Tuffo a bomba!" 
La tranquillità dell'acqua della baia venne infranta da Travis Stoll, che si tuffò in acqua dopo aver preso la rincorsa, seguito immediatamente dal fratello.
I figli del dio del Sole, saputo che il padre era andato in spiaggia, avevano improvvisato una festa per celebrate l'arrivo dei semidei Romani.
I figli di Bacco e Polluce avevano rimediato un sacco di bibite di ogni tipo, i figli di Ares e Marte avevano portato in spiaggia tavoli e sedie e i figli di Mercurio e Hermes si erano procurati un enorme impianto stereo per la musica.

Apollo era seduto sulla sabbia, indossava un costume arancione e aveva gli occhiali da sole appoggiati davanti agli occhi. 
Le figlie di Afrodite, stese sui loro asciugamani, ammiravano le curve del dio e i muscoli in bella vista. 

Apollo, ben conscio di tutte quelle attenzioni, faceva l'indifferente. 
Una ragazza dai tratti orientali, stretta in un bikini rosa confetto, gli si avvicinò sculettando. 
"Divino Apollo." Lo chiamò. "Non mi sono ancora presentata, sono Drew Tanaka, figlia di Afrodite."
Il dio alzò lo sguardo e si mise in piedi, sorridendole.
"La tua bellezza è degna di quella di tua madre, Drew." 
La ragazza rise, civettuola. "La ringrazio, divino Apollo." 
"Tanaka sparisci." Disse una voce, tagliente.

Elisabeth si ergeva ritta e fiera sulla spiaggia, conscia che nel suo territorio emanava un'aura di potere e bellezza che solo la vicinanza al mare le conferiva.
Indossava un costume a due pezzi di pizzo blu, che risaltava i suoi capelli.
Gli occhi avevano delle sfumature bluastre, come se brillassero al sole ma, invece di emettere bagliori bianchi, riflettevano i colori dell'acqua.
I capelli, sciolti, erano mossi dalla lieve brezza marina come se fossero nati per quello.
"Non credo proprio, tesoro.Ora tu sparirai." Disse la figlia della dea dell'amore usando la lingua ammaliatrice. 
"Credo che resterò qui, invece." Le rispose Elisabeth. 
Drew la guardò, incredula. "Come puoi resistere alla mia voce?" 
In un attimo la figlia del mare fu accanto al dio "Siamo nel mio territorio, qui. Le regole le decido io." 
"Allora ce ne andremo io e il divino Apollo, vero?" Chiese al dio infondendo nella sua voce una grande quantità di potere.
"Ehm..."
In quel momento Apollo sembrò confuso "Credo che si possa fare..."
Elisabeth schioccò le dita davanti agli occhi dell'amico "Sveglia!" 
Si rivolse a Drew "Provare a stregare una divinità? Davvero? Non credevo che le figlie di Afrodite fossero cadute così in basso."
"Io non..." 

"Cos'è successo?" Chiese Apollo, svegliandosi dallo stato di trance di pochi secondi prima.
"Questa ragazza ha provato ad usare la lingua ammaliatrice si di te." Spigò Liz.
"Che cosa? Come hai osato, piccola ragazzina?"
"Io..." 
"Sei fortunata che mi abbiano tolto il potere di incenerire le persone." Le disse Apollo con occhi ardenti. 
"Sparisci dalla mia vista. Ora." Fece finta di scacciare un insetto con la mano.
Drew incenerì con lo sguardo la rossa, ma obbedì senza fiatare.

Apollo si sistemò gli occhiali sui capelli. 
Lanciò un'occhiata all'amica, visto che non era ancora riuscito a guardarla come si deve. 
Si soffermò a fissare il suo corpo, allenato, e la sguardo si posò sulle sue curve.
Lei, seguendo lo sguardo del dio e vedendo cosa stava guardando, arrossì cercando di ignorare la cosa.
Lui si riscosse e abbassò lo sguardo, imbarazzato. Poi alzò il viso incrociando gli occhi con quelli della cugina e disse:
"Allora dolcezza... Non è che sei gelosa?"
Inutile dire che il dio si beccò un'infradito in faccia.

~•~

I figli di Hermes avevano fatto partire la musica, dando ufficialmente inizio alla festa.
Molto dei ragazzi entrarono subito in acqua, per poi iniziare a schizzarsi a più non posso.
All'improvviso un'enorme ondata si alzò dalla liscia superficie dell'acqua andando a schiantarsi sulla spiaggia. Quando l'acqua si ritirò, Percy emerse dal mare.
"Che ne pensi Grace?" Urlò verso l'alto.
Jason gli atterrò di fianco. "Penso che tu sia uno sbruffone e che potrei batterti in qualunque cosa ad occhi chiusi." 
"Vedere per credere, Bro." 

"Quando la smetterete di fare a gara, voi due?" Chiese Annabeth avvicinandosi ai due insieme a Piper. 
"Quando ammetterà che sono il migliore." Rispose Percy sorridendo alla sua ragazza. 
Si rivolse a Jason "Gara di castelli di sabbia?" 
"Gara di castelli di sabbia." Confermò il figlio di Giove mettendosi a correre in cerca di uno spiazzo per erigere il suo fortino, seguito subito dal figlio di Poseidone.
"Idioti." Disse Piper scuotendo la testa prima di stendersi accanto ad Annabeth sul suo telo.
Dopo pochi minuti si unirono alle due anche Hazel, Frank  e Reyna. I cinque si raccontarono delle rispettive avventure e dei progressi che il campo Giove aveva fatto: i romani avevano costruito nuovi templi e strutture per ospitare i compagni greci. 
E i greci avevano eretto delle case per i figli degli dei solo romani, come Bellona.



Così, adesso, tutti i mezzosangue si trovavano in spiaggia, chi a giocare, chi a prendere il sole.
O almeno, quasi tutti. 
Infatti un certo figlio di Apollo, il cui nome iniziava per W e finiva con ill Solace, si trovava ( in tenuta da spiaggia con infradito ai piedi, occhiali sulla testa e costume giallo che contrastava la sua abbronzatura)  davanti alla cabina tredici.
Il biondo stava aspettando un certo figlio di Ade per andare in spiaggia insieme.
"Nico, esci."
"Nemmeno per sogno." Rispose la porta.
"Su, stai benissimo !"
"Non è vero! Sono praticamente nudo!" 
"Ma sei indossi i bermuda!" 
"Ma tutto il resto è scoperto!"
"Stiamo andando in spiaggia Nico, è ovvio che tutto il resto sia scoperto." Disse Will alzando gli occhi al cielo.
"Fottiti, Solace." Ringhiò la porta.
Will sorrise, immaginandosi Nico davanti allo specchio mentre si squadrava da capo a piedi. 
"Arriveremo tardi." Continuò il biondo.
"Chissene frega." 
"Nico..." 
"Io. Non. Esco." 
"Nico..."
"Insomma, io non ci voglio nemmeno andare, alla festa!"
"Nico..." 
"E poi..."
"Nico. Di. Angelo. Esci. Immediatamente. C'è Hazel fuori!" Urlò il figlio di Apollo.
Subito la porta della cabina di Ade si spalancò. 
Nico si guardò intorno, cercando la sorella.
Quando, però, si accorse che non era fuori, mandò un'occhiata di fuoco a Will.
Il figlio di Apollo, intanto, si era avvicinato pericolosamente a Nico.
Con uno scatto fulmineo si caricò il figlio di Ade in spalla.
"Solace. Mettimi subito giù!" Ringhiò Nico.
"Tra poco, Raggio di Sole, tra poco." Disse Will andando verso la spiaggia cercando di non far cadere il più piccolo, visto che continuava a dimenarsi.

Al loro arrivo tutti si girarono verso i due per vedere la divertente scenetta. 
Nessuno, però, osò ridere per paura della reazione di Nico che, essendo già alterato di suo, poteva avere una reazione esagerata.
Gli unici che invece risero senza alcun timore del piccolo, furono Annabeth, Frank, Piper, Reyna ed Hazel.

Mentre Will passò di fianco al gruppo, Nico lanciò occhiate imploranti alla sorella ma lei, invece di intervenire, si limitò a fargli ciao ciao con la mano e sorridergli.
Gli occhi di Nico si sposarono verso Reyna, ma l'amica gli alzò i pollici in su senza dare il minimo segno di volerlo aiutare.
Allora Nico cercò con lo sguardo Annabeth, ma anche lei gli sorrise e rimase dov'era.
Piper continuava ad additarli e sghignazzare, dicendo alle amiche quanto i due fossero carini e Frank...
Frank per solidarietà maschile gli sorrise come a dire 'mi dispiace amico' ma pure lui non si mosse di un millimetro.  

Will camminò a testa alta fino ad immergere i piedi in acqua, continuando ad andare avanti finché l'acqua non gli arrivò all'altezza dell'ombelico.
"Will! Mettimi giù!"
"Come vuoi tu, Raggio di sole!" 
Troppo tardi Nico si accorse di cosa stava facendo Will, e troppo tardi urlò "No! Ferm..."
Splash! 
Will lo aveva lanciato in acqua. 

Nico riemerse poco dopo, con i capelli bagnati appiccicati sul viso, sputacchiando acqua e tossendo.

Per un momento tutt'intorno ci fu silenzio. 
Si sentivano solo le grida di Jason e Percy che si stuzzicavano a vicenda, ignari di quanto era appena successo.
Nessuno aveva il coraggio di fiatare.
Tutti volevano vedere come avrebbe reagito il figlio di Ade.
Nico, con un tono di voce troppo calmo, disse: "Solace." 
"Si?" Chiese Will ingenuamente.
"Corri."
"Subito!" Disse il figlio di Apollo correndo fuori dall'acqua e dirigendosi verso i suoi fratelli per cercare un po' di sostegno. 
Nico, un po' più lentamente e appesantito dall'acqua lo seguì urlando il suo nome.

Gli altri figli di Apollo non fecero nulla per salvare il fratello dalla furia omicida di Nico, e Will si vide costretto a correre verso il bosco. 
"Solace! Se ti prendo non sai cosa ti faccio!" Urlò Nico dietro di lui.
"Io avrei una vaga idea, Raggio di Sole!" Urlò Will ammiccandogli e accelerando la corsa.
   
 
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