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Autore: Mnemosine__    05/07/2016    3 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
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Percy e Jason erano concentratissimi nella loro missione.
Ogni minima mossa era calcolata.
Destrezza, delicatezza, fermezza e decisione.
Ecco le qualità che servivano, senza le quali non sarebbero arrivati a quel punto.
Una goccia di sudore imperlava la fronte di Percy mentre alzava le mani per la sua ultima mossa.
Appoggiò delicatamente una conchiglia dalle sfumature verdastre sopra la soglia del suo palazzo e tirò un sospiro. 
 Accasciandosi sulla sabbia come un sacco di patate, fece dei lunghi respiri per riprendere fiato.
Lanciò uno sguardo a Jason che, proprio di fianco a lui, stava rifinendo con le dita gli angoli della sua opera. 
Percy ghignò, conscio che il suo castello (una perfetta copia del vecchio palazzo di suo padre) era molto più bello ed imponente di quello di Jason (una riproduzione mal riuscita del Colosseo). 
Il palazzo di Percy si estendeva per più di due metri quadrati e ogni dettaglio era curato al meglio. 
Il portico, le colonne e i giardini erano stati rifiniti con coralli e conchiglie, le mura del palazzo erano interamente ricoperte da piccole perle che il figlio di Poseidone aveva richiamato dal mare e le strade erano contornate da alcune scaglie domategli da pesci che volevano vederlo trionfare sul figlio di Giove. 
Il moro era rimasto stupito delle sue stesse capacità, mai e poi mai si sarebbe sognato di riuscire a produrre una cosa del genere con della sabbia. 

Jason, del canto suo, era leggermente in difficoltà.
Il Colosseo che aveva provato a costruire non stava in piedi. 
Forse perché la sabbia usata era troppo asciutta, forse perché l'aveva lavorata troppo, i granelli rotolavano giù dalla sommità della costruzione. 
 "Bro?" Lo chiamò Percy. 
"Mhmm?" Rispose Jason cercando di rimettere al suo posto la sabbia caduta. 
"Come va? Io ho finito." 
Jason decise che non poteva darla vinta a Jackson, e che quindi doveva fare in modo di creare qualcos'altro, che avesse almeno un aspetto decoroso. 
"Non mi piace." Disse alzandosi in piedi e calpestando quell'obbrobrio.
"Ma che fai?" Chiese Percy. 
"Non mi piaceva." Spiegò il biondo. "Facciamo qualcos'altro." 
"Ma io ho fatto il castello!" Protestò Percy. 
"Quindi adesso tu ti metti lì e mentre io cerco un giudice imparziale costruisci qualcosa."  
Disse "Oppure ammetti che sono migliore di te." 
Jason assottigliò gli occhi "Cerca un giudice, Jackson." 
Percy sorrise e si mise a pensare: Annabeth e Piper sono le nostre ragazze, non saranno mai imparziali.
Hazel sceglierebbe me di sicuro, perché sono piu figo, Frank non vorrebbe far dispiacere a nessuno e direbbe che entrambi i castelli sono belli, Liz è mai sorella e voterebbe per il palazzo di papà, Apollo è Apollo ed è meglio non chiedergli di fare da giudice e Reyna... 
Reyna sarebbe imparziale! 
"Reyna!" Iniziò a chiamarla Percy correndo verso di lei. 
Arrivò come una furia davanti alla figlia di Bellona, la quale stava tranquillamente chiacchierando con Annabeth e Piper. 
"Reyna!" 
"Chi ha vinto la gara?" Chiese Annabeth. 
"Nessuno." Si rivolse alla mora "Devi farci da giudice."
"Che?" Chiesero Annabeth e Piper visibilmente offese.
"Reyna sarà imparziale." Disse Percy facendo gli occhi da cucciolo "Vero Reyna?" 
Lei alzò gli occhi al cielo.
La ragazza non aveva ancora dato il suo consenso e Percy aveva già dato la cosa per scontato?  
Avrebbe risposto di no, non si sarebbe alzata dal suo comodo asciugamano per andare a fare da giudice ad una gara di castelli di sabbia di due esaltati, nossignore. 
Ma, evidentemente, non aveva fatto i conti con gli occhi da cucciolo di foca di Percy. 
In un primo momento riuscì a resistergli, ma poi il ragazzo si mise anche a fare il labbruccio e Reyna cedette.
"E va bene!" Disse alzandosi in piedi. 
"Dove sono i castelli?" 
Percy esultò perché nessuno riesce a resistermi, e fece strada al nuovo giudice verso la sua costruzione e quella di Jason. 
Annabeth, Piper e Frank, i quali volevano vedere che cosa erano riusciti a combinare gli amici, li seguirono.

Quando arrivarono davanti ai castelli tutti, a partire da Annabeth, rimasero a bocca aperta guardando il palazzo di Poseidone.
Jason si stava togliendo il sudore dalla fronte. 
Davanti a lui si ergeva un piccolo fortino, come quello che costruivano per i ludi di guerra. 
"Fatto." Disse Jason tra se e se. 
"Jason" lo chiamò il figlio di Poseidone "Reyna sarà il nostro giudice." 
Il biondo annuì. 

La ragazza, seguita da Annabeth, fece il giro dei palazzi, guardò ogni rifinitura e angolo. 
Alla fine si rivolse al figlio di Giove.
"Mi dispiace Jason, ma il castello di Percy è più bello..." 
"Si! Alla faccia tua Grace!" Esultò Percy.
"Che cosa? Ma non hai visto il mio fortino? Dov'è finita la solidarietà romana? Eh?" 

Piper gli si avvicinò, come per spiegargli che fin da subito, a prima vista, tutti avrebbero notato che il palazzo di Percy era splendido. 
Annabeth era incantata: le proporzioni, gli intarsi di perle, la forma della costruzione... Era tutto perfetto.
"L'hai fatto tu?" Chiese a Percy.
Lui si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. "Si... Ti piace?" 
"È meraviglioso!" Annabeth gli sorrise, i due erano sul punto di baciarsi che vennero interrotti. 
"Voglio la rivincita, Jackson."
Percy sbuffò, allontanandosi da Annabeth. 
"Perché non ammetti che sono il migliore?" 
"Perché non lo sei." Si impuntò Jason.

"Facciamo una partita a Beach volley." Propose Jason. 
"E perché dovrei? Ho vinto io la gara di castelli." 
"Vuoi dire che ti tiri indietro?" Lo provocò il biondo. 
Percy strinse i pugni. "Trova una palla, Grace." 
Annabeth si schiarì la voce. "Ehm... Mi dispiace intromettermi, ma uno di voi due idioti ha riflettuto sul fatto che dovete essere in otto per giocare?" 
Percy la guardò come se la risposta fosse ovvia "Certo che si, Ragazza Saggia, ecco perché voi" indicò Frank, Hazel, Reyna, Piper e la sua ragazza "Giocherete con noi." 
Jason annuì, come se avessero già dato tutti il loro consenso. 
"Io gioco!" Disse Hazel sorridendo "E anche Frank!" 
"Se con questa partita finirete di fare a gara..." Disse Annabeth, subito seguita da Piper. 
"Io faccio da arbitro!" Si prenotò la figlia di Bellona. 
"Mancano ancora due giocatori" notò Jason. 
"Grazie per averci mostrato di saper fare i conti, Grace, ma ti sbagli." Disse Percy mettendo un braccio attorno alle spalle del cugino. 
Adocchiò sua sorella e Apollo che stavano tranquillamente chiacchierando all'ombra.  
Vinceremo di sicuro, pensò.

~•~

"Punto!" Esultò Percy dando il cinque alla sorella.
Annabeth e Apollo, i loro compagni di squadra, sorrisero. 
Continuarono a giocare per molto tempo, quando Percy segnò l'ennesima vota Jason assottigliò gli occhi, facendo segno ad Hazel di servire. 

Intorno ai ragazzi si era raccolto un gruppo di semidei che incitavano l'una e l'altra squadra. 
I figli di Hermes e Mercurio giravano tra i mezzosangue facendo scommesse sui vari giocatori. 
"Chi scommette su Percy Jackson? Dieci dracme che segna il punto decisivo!" 

Sun, la piccola figlia di Apollo, era seduta vicino a Reyna per aiutarla a tenere i punti. 
Un punto e la squadra di Jason avrebbe vinto, due punti e lo avrebbe fatto quella di Percy.
La palla volò in aria, con un rapido passaggio Piper la alzò davanti alla rete e Jason prese la rincorsa per schiacciare. 
Percy, intuite le sue intenzioni, piegò le gambe e si preparò a fare muro. 
Jason alzò il braccio e colpì la palla e il figlio di Poseidone saltò per intercettarla e, presa, la passò ad Apollo che la mandò nell'altro campo. 
Reyna fischiò. 
Percy sorrise e Apollo alzò un pugno in aria "Yes!" 
Un punto e avrebbero vinto. 
Annabeth prese la palla, preparando il servizio. 
Hazel rispose con un bagher (come si scrive?) 
Quando la palla fu in aria, Elisabeth la alzò al fratello, il quale la schiacciò dall'altra parte. 
Frank si tuffò sulla sabbia e la salvò per un soffio. 
Piper riuscì a rimandarla dall'altra parte.
Da qui iniziarono un numero infinito di passaggi da una parte all'altra del campo, nessuno voleva lasciar cadere la palla. 
Alla fine Piper riuscì a segnare l'ultimo punto, facendo così vincere la squadra di Jason. 
Il figlio di Giove la prese tra le braccia e la baciò, per ringraziarla. 

"Alla faccia tua Jackson." Schernì il cugino. 
Percy sorrise, felice di essersi divertito. 
A partita finita Percy fece conoscere la sorella agli amici, visto che non aveva avuto il tempo di farlo prima della partita. 

Presentò Elisabeth ad Hazel e Frank, i quali rimasero piacevolmente sorpresi della sua esistenza. 
Reyna, dal canto suo, la stritolò in un abbraccio.

"Nuova gara?" Chiese Percy.
"Ci puoi scommettere." Rispose Jason. 

Apollo si avvicinò ad Elisabeth. 
"Io vado a surfare." L'avvisò. "Me li tieni?" Chiese porgendole gli occhiali da sole. 
Lei annuì e li indossò. 
"Ti stanno molto bene, dolcezza." Le disse. 
"Ovvio." Scherzò lei. 

"Gara di Surf!" Gridò Percy a Jason.
"Andiamo!"
"Tanto ti batto!" Urlò il moro. 
"Sogna, sogna!" 

"Io vado a farmi un riposino." Li avvertì Piper. 
"Ti seguo." Disse la figlia di Bellona. 
Hazel e Frank si allontanarono, mano nella mano, verso gli alberi. 
 Rimasta sola, Elisabeth, si sedette sulla sabbia, proprio davanti al bagna-asciuga. 
Ti lasciò cullare dal rumore del mare, dal suo suono melodioso che significava casa. 
Chiuse gli occhi e si rilassò, inspirò l'odore salmastro che proveniva dall'acqua. 

~•~

Elisabeth stava aiutando Percy a fare i compiti, il piccolo era interamente concentrato nel cercare i fare i compiti di matematica sul suo quaderno. 
Bussarono alla porta. 
"Liz, vai tu?" Chiese la voce di Sally dalla cucina. 
Lei rispose di si e, alzatasi in piedi, si avviò verso la porta. 
Quando l'aprì non si scompose più di tanto nel vedere Apollo appoggiato allo stipite. 
Si preoccupò, invece, quando dietro di lui vide suo padre. 
"Dobbiamo parlare." Disse il dio del mare. 
Lei si fece subito da parte per lasciarli entrare nel piccolo appartamento.
"Chi era, cara?" Chiese Sally uscendo dalla cucina mentre si asciugava le mani sul suo grembiule. 
Si bloccò quando vide i due dei. 
"Abbiamo un problema." Disse Apollo. 
Intanto Percy, aveva sentito delle voci in ingresso, sorrise vedendo il padre e lo 'zio Pollo'. 

Si sedettero tutti e cinque in soggiorno e Percy si mise sulle gambe del suo papà.
"Zeus ha dei sospetti."  Disse Poseidone. 
Sally ed Elisabeth si irrigidirono.

"Vuoi dire che lo sa?" Chiese la ragazza. 
"No, non ne è sicuro, almeno. Dobbiamo nasconderlo."
"Potremmo dire che è mio figlio, per spiegare la somiglianza." Propose Elisabeth. 
Poseidone scosse la testa "Se tu avessi avuto un bambino lo avrebbe saputo tutto l'Olimpo. E poi, anche se fosse, chi dovrebbe esserne il padre? Mio fratello lo vorrebbe sapere." 
"Apollo." Si intromise una vocina.
Tutti si girarono verso Percy "Lui potrebbe essere il mio finto papà, lui e Liz stanno tanto bene insieme." 
Elisabeth arrossì.
Apollo, a braccia conserte, alzò lo sguardo.
"Nah, Pulce. Tutti i miei figli sono biondi e hanno gli occhi azzurri. Ma forse..." 

"Percy" lo chiamò Poseidone "Ho messo in camera tua un regalo, una sorpresa, perché non vai a giocarci?" Chiese il dio. 
Percy alla parola 'sorpresa'  si alzò sull'attenti e corse in camera.
Il dio del sole si mise a riflettere "E se io cancellassi la memoria alla Pulce e a Sally?" 
"E questo come può proteggere il mio bambino?" Chiese Sally.
"Dobbiamo tagliare i nostri contatti con voi." Spiegò. 
"Che vuoi dire?" Domandò la figlia di Poseidone. 
"Pensateci" Apollo cambiò posizione "Se facessimo come se non ci fossimo mai conosciuti? Sally e Percy non si ricorderebbero di niente e potrebbero vivere le loro vite normalmente. Noi smetteremmo di venire qui e..." 
"Frena, frena, frena." Lo interruppe la cugina.
"Vuoi dire che dopo essermici affezionata dovrei abbandonarli?" 

Lui annuì con aria grave. 
"Nemmeno per sogno." 
"Pensaci, se troviamo il modo di nascondere l'odore da mezzosangue di Percy... Zeus non potrebbe trovarlo." 
"Mi rifiuto." Rispose lei secca. 
"Come facciamo a nascondere il suo odore?" Chiese di nuovo Sally.
Elisabeth la guardò malissimo. Lei era d'accordo? 
"Dovrebbe vivere vicino a più di un mortale, uno dei due deve avere un forte odore, così da mascherare e coprire quello di Percy."
"E come ?" 
"Dovresti sposarti." 
Sally rimase spiazzata, ma dopo una attimo di comprensione annuì. "Va bene." 

Elisabeth era sconvolta. Guardò suo padre, chiedendogli con gli occhi cosa volesse fare. 
"Mi sembra una buona idea." 
Le tubature della cucina scoppiarono. "Stai scherzando?" Ringhiò la figlia.
"È l'unico modo di proteggere Percy." 
"Puoi portarlo nel tuo palazzo." Ribatté lei.
Il dio scosse la testa. 
"Se lo portassi lì Zeus lo  scoprirebbe."
"Quindi dopo sei anni di vita con un vero fratello, dopo essermici affezionata, ora mi chiedi di fare come se niente fosse? Tornare a vivere la mia vita sapendo che mio fratello non si ricorda di me?" 
"Lo so che è un grande sacrificio ma..." 
"Sacrificio? Tu mi hai imposto di proteggerlo e di rimanere con lui e adesso pretendi questo ?" 
"Lissandra." La riprese suo padre con voce gelida.
Elisabeth rimase si sasso. 
Poseidone la chiamava con il suo vecchio nome solo quando era veramente arrabbiato.
"Tu farai come ti dico, che ti piaccia o no." 
Sulla strada davanti all'appartamento scoppiarono due idranti.
 "Bene." Rispose lei, piatta. "Ma poi non provare a chiedermi aiuto. Mai più." 

~•~

Elisabeth sorrise guardando Percy e Jason mentre facevano acrobazie sulle onde (o meglio, Percy faceva acrobazie sulle onde, Jason cercava di stare in equilibrio sulla tavola). 
Era stupita di quanto fossero maturati, sia moralmente che fisicamente, i bambini di cui si era presa cura.

Spostò lo sguardo su Apollo. 
Il dio si muoveva sulla sua tavola come se non avesse fatto altro nella vita, sul suo viso trasparivano sicurezza e allegria.
Due figlie di Afrodite che passarono lì accanto ridacchiarono guardando il biondo. 
Fecero commenti adulatori verso il giovane, senza smettere di fissarlo.
La ragazza sentì una fitta provenire dal suo petto, iniziata quando le due oche avevano fatto gli occhi dolci al cugino. 
Provò un sentimento nuovo, corrosivo. Che diavolo le stava succedendo?

Angolo autrice:
Buon pomeriggio a tutti! 
Alluora... Gara tra Percy e Jason, che ne pensate? I due si vogliono un gran bene ma sono sempre in competizione... Idioti. :)
Percy si crede un figo... Come dargli torto 😎?
Nel flashback troviamo la spiegazione del perché Percy non ha mai cercato la sorella e perché con lui e Sally c'è stato Gabe il Puzzone.
Ditemi che ne pensate, se avete idee o consigli e via dicendo! 
   
 
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