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Autore: Kary91    05/07/2016    3 recensioni
[Flash Fiction | Pre-Saga | Slice of Life | Robert; Alec/Jace/Izzy ]
“È una cosa positiva, no?” azzardò Hodge dopo qualche istante. “Significa che stanno attenti.”
“Sono giovani…” borbottò Robert, visibilmente a disagio.
“… Alec ha quasi diciassette anni” gli ricordò Hodge. “Quanti anni avevi tu quando hai incominciato a uscire con Maryse?”
“Che state guardando?” domandò incuriosito Alec, stiracchiando i muscoli della schiena. Fissò incuriosito il quadratino sul pavimento e il suo volto si accese di rosso.
“Ah, è un …” farfugliò, scoccando un’occhiata fugace al padre. “D-Devo andare” concluse, saettando verso la porta con l’aria di chi ha appena visto un demone superiore.
“Beh, a quanto pare non è di Alec” commentò Hodge.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Hodge Starkweather, Isabelle Lightwood, Jace Wayland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We're Lightwoods;'
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Questa flash fiction partecipa alla Corsa delle 48 ore, indetto dal forum “Torre di Carta” con il prompt preservativo.

È ambientata qualche anno prima che cominci la serie (Jace e Izzy hanno circa 15 anni).

 

Teenagers;

 

 

Robert corrugò le sopracciglia, gli occhi fissi verso il quadratino colorato che spiccava sul pavimento.

Erano trascorsi due mesi dall’ultima volta che aveva messo piede in Istituto e, sebbene al suo interno non fosse cambiato nulla, i suoi figli non gli erano mai sembrati più diversi.

Due mesi erano parecchio tempo per degli adolescenti: Alec si era allungato a dismisura e i maglioni che portava incominciavano a essere troppo piccoli, anche se lui non sembrava curarsene. Le gonne di Isabelle, invece, sembravano accorciarsi man mano che cresceva. Il suo fisico stava maturando in fretta, donandole la bellezza della madre, ma senza tutta quell’austerità. In quanto a Jace, si era irrobustito a tal punto da ricordare sempre meno il ragazzino scheletrico adottato cinque anni prima.

Come se tutti quei cambiamenti non bastassero, una volta giunto nella Sala di Addestramento aveva trovato un’altra sorpresa.

“Avete ospitato Shadowhunters, ultimamente?” chiese a Hodge, sforzandosi di non apparire noncurante.

“Non nell’ultimo mese” rispose il tutore, inclinando la testa per esaminare l’oggetto che sembrava aver attirato l’attenzione di Robert. I suoi occhi, generalmente così seri, non riuscirono a nascondere una punta di divertimento.

“È una cosa positiva, no?” azzardò dopo qualche istante. “Significa che stanno attenti.”

 Robert si schiarì la gola.

“Sono giovani…” borbottò, visibilmente a disagio.

“… Alec ha quasi diciassette anni” gli ricordò Hodge. “Quanti anni avevi tu quando hai incominciato a uscire con Maryse?”

Robert fece per rispondere, ma venne distratto dall’arrivo del suo primogenito.

“Che state guardando?” domandò incuriosito Alec, stiracchiando i muscoli della schiena. Fissò incuriosito il quadratino sul pavimento e il suo volto si accese di rosso.

“Ah, è un …” farfugliò, scoccando un’occhiata fugace al padre. “D-Devo andare” concluse, saettando verso la porta con l’aria di chi ha appena visto un demone superiore.

“Beh, a quanto pare non è di Alec” commentò Hodge, non appena il ragazzo fu uscito. “Non riesce nemmeno a pronunciarlo.”

“Qualsiasi cosa abbiate fatto ad Alec non è divertente”

La voce vivace di Jace precedette di poco il suo ingresso.

“Sembrava parecchio turbato…”commentò l’adolescente, scuotendo contrariato la testa. “Non mi piace vederlo co… oh, interessante!” esclamò, notando il soggetto dei loro sguardi. “Posso tenerlo?”

Robert impallidì.

“Aspetta, non sarà mica di uno di voi due, vero?” s’informò Jace, contraendo le labbra in una smorfia di disgusto. “Voglio dire, non c’è nulla di male, ma non mi alletta particolarmente l’idea di immaginarvi mentre…”

“Quindi non è tuo” tagliò corto Hodge.

Jace sorrise, chinandosi per afferrare la bustina.

“No, ma sta per diventarlo!”

“Ehi, che cos’è, una sessione di gruppo?”

Isabelle s’intrufolò nella stanza con sguardo confuso, le mani che trafficavano con la coda di cavallo.

“Ho incrociato Alec mentre venivo qui e mi è sembrato scosso… Ehi!” esclamò, notando la bustina che Jace stava per raccogliere. “… Ecco dov’era finito!”

Tre sguardi sorpresi si spostarono verso di lei. Isabelle ricambiò le occhiate con decisione, le mani posate sui fianchi.

 “È… tuo?” mormorò a disagio Robert: sembrava una versione più grande di Alec.

Izzy roteò gli occhi.

“Ho quindici anni, papà”replicò, riappropriandosi dell’oggetto. “Squartare demoni non può essere la mia unica occupazione. E poi, scusa, meglio averlo che farlo senza, no?”

Detto questo si allontanò a grandi falcate, ignorando lo sguardo perplesso del padre.

“Ehi, aspetta!”

Jace le andò dietro, sorridendo divertito. “Sono io il portatore sano di pene, fra i due! Ne ho bisogno più di te!”

“Neanche per sogno!”

Robert trasalì, il volto impassibile ma incredibilmente pallido.

“Adolescenti” commentò con un sorriso Hodge, cercando di sdrammatizzare.

L’altro si limitò a sospirare: per un attimo si sorprese sollevato al pensiero che Max avesse solo otto anni.

 

 

   
 
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