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Autore: piccolo_uragano_    06/07/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Alla mia Ohana,
la mia 'famiglia per scelta', 
l'amore mio più grande,
un anno con voi 
mi ha dato energia pura. 
xxx



“Harry, Molly ha stirato la tua camicia migliore e Robert ti presterà una delle sue giacche da cerimonia, e …”
“Davvero, lo farò?” domandò Robert, seduto a tavola.
Martha sorrise e scosse la testa. “Certo che lo farai, e sarà un gesto assolutamente spontaneo. Dicevo, Robert ti darà la sua giacca, la camicia è già sul letto, e dovresti lavarti i capelli e poi scendere, farò quel che posso per renderti presentabile.”
“Cioè, lo pettinerai?” commentò Alex facendo un amichevole occhiolino al diretto interessato.
Kayla si avvicinò a Harry tanto quanto bastava per sussurrare: “Non ti eri dimenticato dell’udienza, vero?”
“No, no, lo avevo solo … temporaneamente rimosso.” Specificò lui.
“Noi saremo lì. Io e Sirius, intendo. Kayla e Robert …”
“ … sono ormai parte dei muri del numero dodici di Grimmauld Place.” Ironizzò Robert, che aveva appena finito la seconda dose di carne ai ferri.
“Kayla e Robert rimarranno qui con Anastasia.”specificò Martha.
“Lascia zia Rose con Anya e porta me e Kayla a spasso!” insistette Robert.
“Robert, sono stanca della tua insistenza. Quando dico no, è no.” prese il suo piatto e lui sbuffò. “E non sbuffare, ragazzino, sono pur sempre tua madre.”
“Io sbuffo in segno di disapprovazione nei confronti delle decisioni antidemocratiche prese per me da mia madre.” Rispose lui, lasciandosi cadere sullo schienale mentre Zoe gli si sedeva in braccio.
“Zoe, non ascoltare ciò che dice Robert.” Si raccomandò Alex.
“Zoe, ascolta e impara.” Replicò lui, facendola sedere sulle sue ginocchia e iniziando a dondolarla.
“Perché è così legata a te?”
“Avrà preso da sua madre.” Ironizzò Fred.
“Ero lì quando è nata” spiegò Robert. “se lo ricorda, in qualche modo.” Detto ciò iniziò a fare facce strane e la bambina iniziò a ridere in modo buffo, mentre Kayla si accertava che Sirius non fosse nei paraggi per sedersi sulle gambe di Fred. “Ecco, vedi, Zoe, quando ti vedrò fare una cosa del genere” ed indicò sua sorella ed il suo migliore amico “rimpiangerai di essere così legata a me, perché io farò pentire quel ragazzo di essere nato.”
“Oh, ti prego! C’era un solo vantaggio nel fatto che non avesse un padre, e tu stai …”
“Hai ragione.” Tornò a guardare la bambina. “Ti insegnerò anche a montare una scopa da corsa, ad allacciarti la cravatta a guidare la moto e a copiare i compiti.”
Robert!” lo richiamarono all’unisono Alex e Martha.
“Che c’è? È ciò che papà ha fatto con me! E anche Remus, quando papà non c’era! A parte la cosa dei compiti, intendo.”
“Ti ha insegnato a guidare la moto?!” esclamò Martha.
“Ma se la cravatta la porti sempre slacciata!” aggiunse Kayla.
La motoQuando ti avrebbe insegnato a guidare la moto?”
“Mamma, non credo ci sia bisogno di prendersela così tanto … voglio dire, non l’ho mai usata! E poi sono quasi maggiorenne.”
“Smettila di dirlo, mi cresce un capello bianco ogni volta che lo dici, pulce.”
Robert sbuffò e gli altri risero cercando di non farsi sentire, tranne Harry, che si concesse di pensare a cosa sarebbe successo se l’udienza non fosse andata come sperava. Nel giro di un quarto d’ora, dalla cucina se ne andarono tutti, con una scusa o senza, e ad ognuno di loro Martha chiese di fare qualcosa (controllare Anya, cercare Sirius, chiedere a Rose se stesse bene, accertarsi che Kreacher non fosse morto) e quando lei e Harry rimasero da soli, lei gli lesse nel pensiero.
“Non ci pensare nemmeno.” Gli disse. “Andrà bene. Andrà benissimo.”
“Che cosa succederebbe se andasse male?”
Martha incantò un paio di spugne perché lavassero i piatti e poi si girò verso Harry. “Se andasse male” gli disse, con un filo di voce. “non potresti tornare a scuola.”
“E starei qui con voi?”
“Hai dei dubbi? Vuoi vedere le carte d’adozione?”
Lui scosse la testa. “Quindi, non …  non raggiungerei nemmeno i G.U.F.O.?”
Si sedette accanto a lui e fece fluttuare due tazze di camomilla. “Beh, immagino che io, Rose e Remus potremmo istruirti a casa.”
“E Sirius?”
“Sirius non ha niente a che vedere con la parola ‘istruzione’.” Scherzò lei.
Lui sorrise e poi si perse a guardare il contenuto della tazza. “Che dovrò dire?”
“La verità. E magari dovresti cercare di ricordare di non aggredirli anche se saranno degli emeriti stronzi.” Alzò le sopracciglia e aggrottò la fronte. “Ad ogni modo, hai agito per legittima difesa, sei minorenne e sotto la custodia di due Auror, e la signora Figg testimonierà a tuo favore.”
“Non mi crederanno perché ho detto che Voldemort è tornato, non è vero?”
“Beh, questo non ti rende un mostro di simpatia ai loro occhi, ma farò il mio meglio.”
“No, Caramell già ti odia.”
“Ed è per questo che darò il meglio di me.”
Harry si svegliò di colpo con una conosciuta sensazione di non essersi affatto riposato. Si rigirò nel letto per qualche minuto e poi decise che era ora di alzarsi. Si infilò la camicia buona e la giacca di Robert, e quando si chiese dove fossero i pantaloni li vide posati sulla sedia ai piedi del letto, mentre con un pensiero ringraziò Martha. Si rese conto che era appena passata l’alba solo quando si ritrovò sulla scale, ma non si sorprese per nulla quando sentì delle voci provenire dalla cucina.
Entrò con aria ancora assonnata, trovando tutti vestiti per uscire tranne Robert e la signora Weasley, entrambi avvolti in una vestaglia.
“Oh, buongiorno Harry!” esclamò quest’ultima. “Cosa gradisci per colazione? Tè? Caffè? Latte? Muffin? Pane tostato? Ciambelle?”
“Un bicchiere di latte e due fette di pane tostato.” Rispose Martha al suo posto. “E Robert tè con il latte e un muffin.”
“Perché non lasci che rispondano loro?” domandò Tonks, che portava capelli cortissimi e biondo platino.
“Perché loro hanno ancora gli occhi addormentati. E anche tu, Dora, vai a dormire un pochino.”
“Io sarò così?” domandò Rose, che sebbene fosse vestita sembrava ancora addormentata esattamente come gli altri. “Ordinerò a tutti di mangiare e dormire quando sarò mamma?”
“Spero per te di no.” rispose Sirius. “Ma non tutte le mamme sono così, sai. Dorea ci diceva  ‘ragazzi, andate a dormire vi prego, siete bruttissimi con quelle occhiaie’ e questo ci bastava.”
“Magari fossi una mamma come Dorea.”
“No.” rispose Sirius di nuovo.
“No?”
“No, perché Damian non è come Charlus.”
“Hai ragione.” Disse Martha indicandolo con la forchetta con cui stava mangiando i pancakes. “Ma Dora” e passò a puntare la forchetta verso di lei. “Dovresti davvero dormire un pochino. Quelle occhiaie tra poco arriveranno ad allacciarti le scarpe.”
“Non c’è spazio perché anche io possa dormire qui, Martha, lo sai.”
“Camera nostra è libera.”
Sirius fece un sorriso malizioso. “Fossi in te non accetterei.”
“Smettila, Sirius, ci sono i ragazzi.” Lo rimproverò Martha sorridendo anche lei.
“Tonks è abbastanza grande per capire cosa succede nella mia camera da letto.”
“Si smettila Sirius, ci sono i ragazzi.” Disse Robert. “E i ragazzi stanno mangiando.”
“Oh, povero bimbo innocente.” Commentò acida Tonks. “Tu non hai proprio idea di cosa faccia una coppia adulta, consapevole e sposata in camera da letto, vero?”
“Ehi, ehi, c’è anche Harry.”
“Harry non sta ascoltando.” Commentò secca Martha.  Harry, in effetti, si accarezzava il palmo della mano guardandolo senza vederlo.  “Anche Lily faceva così con le mani quando aveva qualcosa di importante per la testa.”
Al nome della sua madre naturale, Harry alzò gli occhi. “Come?” chiese.
“Niente, Harry, lascia stare.” Rispose Rose sorridendo. “Non devi essere agitato, ti scagioneranno.”
“E poi Amelia Bones, la strega che condurrà l’interrogatorio, è una a posto.” Aggiunse Sirius.
“Uh, la conosco. Ha collaborato con noi per un paio di mesi. A parte i divorzi, è a posto.” Gli disse Rose.
“Divorzi?” domandò Tonks.
“Quattro. E ora dicono sia in arrivo il marito numero cinque.”
Martha fulminò la sorella con lo sguardo. “Però è una persona onesta.” Disse, sorridendo a Harry. “E poi, la legge è dalla tua.”
“Devi solo mantenere il controllo.” Gli disse Sirius.
“E non accettare caramelle dagli sconosciuti!” aggiunse Robert. “No” disse rivolto a sua madre. “non provare a sgridarmi, stavo sdrammatizzando, sono inglese, sdrammatizzo e bevo tè in vestaglia.” Alzò la tazza e sorrise.
“Sembri un cinquantenne gallese.” Disse Tonks mostrandosi ironicamente dispiaciuta.
Martha si alzò e si posizionò dietro Harry con un pettine e sguardo agguerrito.
“Io ti dico solo una cosa: James ti ammazzerebbe. Stai per profanare il tesoro della dinastia dei Potter.”
Remus  entrò in cucina giusto in tempo per sostenere l’amico. “Ho sentito ‘James’ e ‘Potter’ nella stessa frase?”
“Se mi parlate di James e dei suoi dannatissimi capelli mi agito.” Li bloccò Martha.
“Perché dannatissimi?” domandò Harry.
“Erano tutti in disordine, e lui ci passava di continuo la mano.” Rispose Robert.
“Come fai tu.” Gli disse Harry. “Lo fai per questo?”
“Si, un ricordo nascosto da qualche parte.” Disse, finendo il tè e fingendo disinteresse verso la cosa.
“Harry” lo chiamò Martha “dovremmo andare.”
Harry, in quel momento si dimenticò come si facesse a camminare.

In metropolitana un paio di uomini lanciarono occhiate eloquenti a Martha, la quale mostrò la fede con acidità e poi fece dei commenti su quanto fosse scomoda la metropolitana di Londra alle sette e trenta della mattina. Harry aveva la possibilità di essere accompagnato da una sola persona e come ormai facevano spesso, Sirius e Martha si erano giocati la possibilità di accompagnare il figlio adottivo giocando a ‘carta, sasso e forbice’, e ovviamente Martha aveva vinto tre partite su tre.
“Sei fortunato ad essere con me e non con Sirius o Arthur: si entusiasmano anche per le porte scorrevoli.” Harry sorrise. “Ricordo un pomeriggio terribile passato a spiegare a tuo padre e a Sirius che le porte scorrevoli del supermercato funzionavano grazie a una fotocellula e non grazie a un Incantesimo di Localizzazione.” Il sorriso di Harry si allargò. Martha sapeva quanto gli facesse piacere sentire parlare di James e Lily.
Raggiunsero l’ingresso per visitatori dopo cinque fermate di metropolitana, e a Harry fu consegnata una targhetta con il suo nome e le parole ‘udienza disciplinare’. Si mostrò meravigliato quando entrò al Ministero e si trovò nell’imponente Atrium, ma si scoprì infastidito quando gli fu chiesto di consegnare la bacchetta perché la controllassero. Pochi metri prima dell’ascensore, una donna bassa e con dei folti capelli scuri fermò Martha chiamandola ‘Auror Redfort’  e chiedendole informazioni su un certo arresto avvenuto la settimana precedente.
“Sono fuori servizio, Anne, accompagno Harry all’udienza.” Rispose Martha con gentilezza. “Ma ti avevo detto che la versione della moglie non reggeva. Prova a parlarne con Kingsley, lui saprà dirti cosa fare.”
Entrarono in ascensore con Martha che alzava gli occhi al cielo, e vi trovarono Arthur Weasley.
“Arthur!” esclamò Martha. “Quanto tempo!”
Harry capì che non stavano scherzando quando si strinsero la mano. Ci mise qualche secondo per capire: in effetti, erano in mezzo a una mezza dozzina di sconosciuti, e non era consigliabile far sapere in giro che vivevano tutti insieme al Quartier Generale.
“Signora Black, buongiorno.” Disse un mago piuttosto giovane accanto ad Arthur.
“Buongiorno Eric, ho appena parlato con Anne.”
“Si, io ho appena parlato con suo marito, invece.”
“Oh, mi fa piacere, spero che stamattina sia stato più gentile con te che con me!”
Quando  Harry la guardò con aria interrogativa, lei mimò con le labbra la parola ‘stagista’.
“Immagino che questo sia suo figlio adottivo.” Continuò il giovane.
“Esatto.” Rispose Martha, cambiando tono.
Prima che Eric potesse rispondere di nuovo, arrivarono al Quinto Livello e Harry fece appena in tempo a vedere Martha alzare gli occhi al cielo prima che un uomo dagli occhi di ghiaccio e con dei lunghi capelli raccolti dietro la nuca entrasse in ascensore.
“Buongiorno, Martha.” Disse sorridendo.
“White.” Disse lei con un cenno della mano.
“Tu sei il giovane Harry, non è vero?” domandò l’uomo, mentre Eric usciva dall’ascensore. Harry annuì e Aaron White gli porse la mano. “Tanto piacere, Harry. Ho avuto l’onore di assistere a due delle tre prove del Torneo Tremaghi, e …”
“E adesso non è il momento di parlarne.” li richiamò Martha.
“Mi stavo complimentando con tuo figlio.” Si difese l’uomo.
“Ah si? E per ottenere che cosa, esattamente?”
Di nuovo, la risposto fu interrotta dalle porte che, aprendosi, mostrarono un Sirius con il naso immerso in degli appunti. “Non capisco perché tu non creda alla moglie di Erikson, Martha.” Esordì. “Insomma, lui ha solo …” poi alzò lo sguardo, notando l’uomo accanto alla moglie. “Oh.” Disse.
“Buongiorno, Sirius. posso offrirti un caffè?”
“Già l’ho bevuto a casa, grazie mille.”
“E smettila di provarci con mio marito.” Aggiuse Martha, infastidita.
“Beh, non si sa mai.” Si difese White.
“No.” risposero Martha e Sirius all’unisono, mentre Arthur tratteneva una risata e Harry faticava a capire.
Al Terzo Livello scesero tutti mentre loro quattro, e Aaron White provò più volte a parlare di una cosa che evidentemente a Martha dava davvero fastidio perché lo stroncava sempre prima che finisse la seconda parole. Al Secondo Livello scesero anche loro, trovandosi nel famosissimo Quartier Generale degli Auror.
“Robert e Kayla saranno davvero invidiosi del fatto che tu sia stato qui.” Sussurrò Sirius a Harry, mentre uscirono a grandi passi dall’ascensore e un uomo alto e di colore gli andava incontro.
“Oh, eccoti, Martha.” Disse con voce profonda. “La tua stagista, Amelia, mi ha detto …”
“Che si chiama Anne?” ipotizzò Martha, sorridendo. “L’ho mandata io da te, so che ti ha detto. Ma al momento ho altre priorità, come puoi vedere.” E indicò Harry.
Attraversarono il Quartier Generale schivando persone che avevano urgenza di parlare con Martha e Sirius, e alcune anche con Arthur, più un paio di streghe che avevano chiesto un momento ad Aaron, il quale si fermò con un mago di mezza età dicendo “Prima o poi faremo i conti, signori Black!”
“Martha, ma quello è …”
“Nessuno.”
“Mi sembra di averlo già visto. Intendo, non somiglia un po’ a Rose?”
Martha si irrigidì. “Sì, forse un po’ gli occhi e la forma del naso. Per di qua, Harry.” Poi urlò contro quella che Harry riconobbe come Tonks solo per i capelli verdi. “Auror Tonks!”
Lei si avvicinò. “Si, mi avevi detto di farmi una dormita, ma devo sistemare un sacco di cose qui, e …”
“La mia stagista, Anne, sta lavorando su un caso che troverai interessante. Si tratta di Mark Erikson, un mago appena trentenne che a quanto pare ha torturato e ucciso i vicini babbani, abbiamo dubbi sulla moglie.” poi abbassò il tono di voce. “Erikson è il cugino di Avery, ma la moglie è Mezzosangue. Tieni lontano White dall’udienza di Harry, e vai a casa a dormire. No, aspetta, prima dì a Kingsley che stasera Molly fa le polpette.” Poi tornò ad usare un tono normale. “Che fai ancora qui, Tonks? Hop hop, scattare!!”
Sirius aprì una porta che portava il suo nome e Harry si trovò in una stanza non tanto grande ma comunque elegante. Gli scaffali traboccavano di faldoni evidentemente tenuti ordinati da qualche incantesimo che presumibilmente era stato evocato da Martha. Davanti alla scrivania c’erano tre foto: una del matrimonio, insieme a James, Lily, Remus e Rose, una della famiglia poco dopo l’arrivo di Harry insieme a nonna Marie, e una che ritraeva Sirius e James insieme ai signori Potter.
“Questi chi sono?” domandò Harry, indicando quella foto.
“I tuoi nonni paterni.” Disse Sirius, mentre Martha frugava negli scaffali. “Dorea Black” disse, puntando il dito sulla strega dai corti capelli rossi, “e Charlus Potter.” Guardando Charlus, Harry poteva immaginare come sarebbe diventato suo padre se avesse avuto la possibilità di invecchiare.
“Trovato!” esclamò Martha, prendendo un pezzo di carta pieno di scritte e posandoci sopra la bacchetta. Questo divenne immediatamente un areoplanino e iniziò a fluttuare. “Ninfadora Tonks.” Disse Martha, e l’areoplanino volò via.
Harry non fece in tempo a chiedere nulla, perché, mentre Sirius gli raccontava dei suoi nonni, un vecchio mago con pochi capelli bussò ed entrò nell’ufficio di Sirius. “Mi scusi, Auror Black, cercavo sua moglie …” disse entrando.
“Non c’è problema, Perkins, accomodati.” Disse Sirius con tono gentile.
Martha gli porse la mano, e Harry si rese conto che con la camicia e la giacca risultava estremamente seria e rispettabile. “Salve, Perkins.” Disse. “Come posso aiutarla?”
“Le ho spedito un gufo, Auror Redfort, ma credo di averla mancata … per fortuna che il ragazzo è già qui …” sembrava avere il fiato corto. “C’è stato un cambio, alla sua udienza … alle nove, nell’Aula Dieci del Vecchio Tribunale …”
Martha divenne bianca e spalancò gli occhi. “Alle nove?! Ma perché?”
“Vuoi che te lo spieghi, Martha?” domandò Sirius, mettendo a posto la foto. “Andiamo, sono le nove meno due minuti.”
“Ti ringrazio, Perkins.” Disse Martha,  nel momento esatto in cui iniziarono a correre.

Quando Martha si trovò davanti a Cornelius Caramell, lo salutò con un cenno del capo, mentre Sirius si limitò ad un grugnito. Erano le nove e quattro minuti.
“Finalmente!” esclamò Caramell.
“Saremmo stati più che puntuali, Caramell, se non avessi cambiato orario e luogo a dieci minuti dall’udienza.”
“Affari urgenti, Redfort, non mi aspetto che tu capisca …”
“Come sempre.” rispose acido Sirius. “Vogliamo iniziare?”
Martha e Sirius vennero citati all’appello come ‘testimoni per la difesa’ insieme a Silente, che si annunciò da solo una volta entrato in Aula.
Martha si ritrovò a studiare i volti dei presenti: Caramell ovviamente non tradiva nessuna emozione diversa dalla noia, Amelia Bones sembrava soffermarsi troppo su Sirius, Percy era intento a prendere appunti facendo attenzione a non incrociare lo sguardo di Martha o Sirius nemmeno per sbaglio, Dolores Umbridge studiava Martha esattamente come Martha faceva con lei.
“ … ha invocato un incanto Patronus nella piena consapevolezza dell’illegalità delle sue azioni, davanti ad un babbano in una zona esclusivamente babbana, e che …”
Martha si concentrò momentaneamente sulla fitta conversazione in atto tra Sirius e Silente, mentre Harry rispondeva a domande circa il nome e il domicilio.
“ … ovviamente, Silente, ora e luogo sono stati cambiati per evitare che Harry si presentasse …”
“Quindi, hai evocato un Patronus corporeo?” stava chiedendo Amelia Bones.
“Corporeo?”domandò Harry.
“Sì” rispose Martha per lui. “ne è in grado. E non mi sembra sia questo il nocciolo della questione.”
“Mi permetta, signora Black, ma il fatto che il ragazzo sia in grado di evocare un Patronus corporeo, alla sua età, è …”
“Io e mio marito abbiamo autorizzato il professor Lupin ad insegnarglielo, per proteggersi dai Dissennatori che voi avete sguinzagliato nel castello due anni fa. Harry, per via del suo passato, è più sensibile all’effetto che queste creature hanno su noi maghi.” Allargò le braccia e sorrise, facendo cenno a Caramell di continuare con le domande.
“Il punto non è quanto notevole sia la sua capacità di evocare un Patronus, il punto è che lo abbia fatto in presenza di un babbano!”
“L’ho fatto per i Dissennatori!” si difese Harry. “Stavano per aggredire me e mio cugino, e …”
“Dissennatori, ragazzo?” chiese di nuovo la strega di prima. “Non capisco …”
“Lascia che ti spieghi, Amelia …” disse Caramell. “Harry ci ha pensato in questi giorni, insieme ai suoi genitori adottivi, e insieme sono arrivati alla conclusione che raccontare che ci fossero dei Dissennatori a Little Whinging sarebbe stato un alibi perfetto, non ….”
“Oh, Caramell, ma fammi il favore!” esclamò Sirius.
“ … non considerando che i babbani non vedono i Dissennatori, e che questi ultimi non girano liberi per l’Inghilterra ….”
“Dì un po’, è la storiella che ti sei raccontato ieri sera prima di dormire, per metterti la coscienza a posto?” lo incalzò Martha.
“Non sto mentendo!” urlò di nuovo Harry.
“E abbiamo un testimone” si intromise Silente. “ a parte il cugino babbano di Harry, intendo. E Harry ha il pieno diritto di chiamare testimoni a suo favore!”

“Non risponde, dannazione!” sbraitò Rose. “Perché abbiamo dato un cellulare a quell’uomo se non risponde mai?”
“Calmati, Rose.” Le disse Remus, porgendole una tazza di tè.
“E tu smettila di fare tè!” urlò. “È il terzo che mi fai a quando sono usciti!”
“Mi rilassa.” si difese lui.
“Allora bevitelo da solo!”
Robert fece irruzione nella cucina. “Ha risposto?”
“No.” risposero i due all’unisono.
Kayla si catapultò in cucina. “Abbiamo novità?”
“No.” risposero di nuovo Rose, Remus e Robert.
“C’è una possibilità che il telefono non funzioni?”
“Può essere che non prenda.” Rispose Rose.
Cosa non prende?” domandò di nuovo Robert.
“Il telefonino.”
“E cosa dovrebbe prendere, per funzionare?” chiese Kayla.
Rose si portò una mano sulla fronte e scoppiò in una risata nervosa.
“Sto immaginando …” iniziò Remus.
“Il commento di mia madre, si.” Continuò lei. “Mi sembra quasi di sentirla.”
“Oh, Dolores, la prego! Si tolga quella maschera da finta santarellina, perché mi fa pena! È piuttosto ovvio che i Dissennatori fossero lì perché ce li ha mandati qualcuno che entra ed esce regolarmente dal Ministero a testa alta!”
“Signora Black, lei sta solo sostenendo la fantasiosa teoria del ragazzo, non …”
“Non vedo perché Harry avrebbe dovuto evocare un Patronus in assenza dei Dissennatori.” Intervenne Sirius.
“Beh, ma per spaventare o impressionare il ragazzo babbano, ovviamente!” suggerì Amelia Bones.
“Ah si? E perché non limitarsi ad uno Schiantesimo o a una Fattura Gambemolli, in questo caso?”
I Wizengamot rimasero in silenzio quella manciata di secondi necessari a Martha per consultarsi con Sirius con un solo sguardo e strizzare l’occhio a Harry.
“Vogliamo forse parlare” iniziò Caramell “di tutte le cose che ha raccontato da quando vive con una famiglia di maghi? Famiglia con un passato non del tutto brillante, aggiungerei … Tutto per coprire uso improprio della magia fuori da scuola … per non parlare di ciò che fa dentro la scuola!!”
“Harry non deve rispondere di ciò che fa a Hogwarts davanti al Wizengamot intero, Cornelius.” Intervenne Silente.
“Ma ciò che fa fuori da scuola? Prendi per esempio, l’Incantesimo di Librazione di tre anni fa …”
“È stato un elfo domestico!” si difese immediatamente Harry.
“Non risulta che sotto la famiglia da cui sei stato adottato ci siano elfi domestici!”
“Infatti” rispose subito Martha. “era l’elfo domestico dei Malfoy, che ora lavora a Hogwarts, e per inciso, il suddetto incantesimo non è avvenuto sotto il mio tetto.”
“Non c’era bisogno di specificarlo.” Le sussurrò Sirius.
Passato non del tutto brillante?!” gli ringhiò lei. “Sbaglio o stanno tenendo un processo criminale per un caso di magia minorile? Processo criminale che tu non hai avuto, stando in carcere dieci anni?!”
Come ogni volta che veniva tirato fuori l’argomento, Sirius si rabbuiò un poco, mentre Silente teneva testa a Caramell con i suoi soliti toni gentili.
“Non voglio che tu ci pensi, bimba. Quando ci pensi, ti arrabbi troppo.” Le disse sottovoce.
“Scusa, ma ho i miei buoni motivi.”
“Perché non rispondono?” chiese Rose.
“Forse non hanno ancora finito.” Rispose Remus, calmo.
“Perché hanno spostato l’udienza?” domandò Kayla.
“Beh, è ovvio.” rispose Robert, con Anya in braccio.
“No, non lo è.” Si oppose Ginny. “Sono passate due ore, ormai, non c’è niente di ovvio.”
“Non volevano che si presentasse, ovviamente.” Rispose George, ringraziando Remus per il tè con un sorriso cordiale.
Smettila con le tazze di tè, Remus!” lo rimproverò Rose. “Ormai abbiamo in circolo più teina che sangue!”
“Non le permetto di insinuare che io e mio marito abbiamo messo su una famiglia con un passato ‘non del tutto brillante’, Caramell, perché odio la gente che parla senza sapere.”
“Ha frainteso le mie parole, signora Black, non …”
“Non mi chiamava signora Black quando ero la moglie di un criminale, o  sbaglio?”
Sirius si avvicinò alla moglie. “Martha, non …”
“Sta zitto, tu. Ministro, con il dovuto rispetto – fingendo che io ne porti ancora per lei – sta tenendo un processo criminale in presenza dell’intero Wizengamot perché un quindicenne è stato in grado di difendersi! Non mi sembra che questa Corte abbia il diritto di giudicare questo!”
“Gli è stata mossa una precisa accusa, e lui ha presentato una precisa difesa. Tutto il resto, che si tratti del tempo trascorso da Sirius lontano dalla famiglia o delle altre cose fatte e dette da Harry, beh, non spetta a voi giudicarle.” Il solito tono calmo e pacato di Silente fece diventare Caramell paonazzo.
“Ciò che accade all’interno del castello non è affare del Ministero, Caramell, o secondo la sua logica dovrebbe tenere un processo come questo per ogni rissa sulla riva del Lago.” Si intromise di nuovo Martha.

“Spero solo che non parlino dei dieci anni ad Azkaban di papà.” Sospirò Kayla. “La mamma si imbestialirebbe.”
“Non possono essere così stupidi.” La rassicurò Fred, mentre lei si sedeva sulle sue gambe e Remus lanciava loro un’occhiataccia. “Sono lì per parlare del Patronus, non delle vostre faccende familiari.”
“Ma è proprio necessario?” domandò Remus.
“Cosa?”
“Che la mia figlioccia si strusci sulle tue gambe.”
“Non mi sto strusciando!” si difese immediatamente Kayla.
“Suvvia, Remus” sorrise Rose. “lo facevamo anche noi!”
“Non davanti al tuo padrino! E nemmeno a tua zia!”
Rose scoppiò a ridere. “Ti risulta che io abbia mai avuto un padrino?”
“Era per dire!”

“Quanti a favore dell’assoluzione?”
A Sirius bastò un secondo per capire che le mani alzate erano più della metà.
Harry e Martha si concessero di tornare a respirare.
“Quanti a favore della condanna?”
Nessuno si stupì quando Caramell, Madama Bones e Dolores Umbridge alzarono la mano con convinzione, scoprendo di essere in minoranza schiacciante.
“Bene.” Disse Caramell. “Assolto da tutte le accuse!”
Il sorriso di Martha, Sirius e Harry sarebbe stato da immortalare.

Robert stava giocando alle bambole con Zoe quando sentì la serratura della porta scattare, e senza pensarci si precipitò verso la porta con un barbie in mano e Zoe in braccio. “Mamma? Papà? Harry?” domandò, sporgendosi dalla balaustra.
Immediatamente, Kayla e Fred uscirono dalla stanza accanto. “Sono tornati?” domandò lei.
“Martha!” strillò Rose, uscendo dalla cucina. “Sirius, perché cazzo non rispondi al telefono?!”
Robert coprì le orecchie di Zoe giusto in tempo, e poi, Martha, Sirius, Dora, Arthur e Harry riemersero dal buio dell’ingresso.
“Allora?!” chiesero tutti all’unisono.
“Assolto!” strillò Harry, e a nessuno importò davvero del fatto che avesse svegliato Walburga di nuovo.

La cena di quella sera fu spettacolare. Sembrava quasi Natale, per la gioia che aleggiava sulla cucina del numero dodici di Grimmauld Place.
Robert stava ancora pensando a quanto buone fossero le polpette di Molly e a quanto bene volesse a quella strana famiglia, quando scese in salotto in cerca di un libro per prendere sonno.
Trovò, però sua madre addormentata sulla poltrona con una copia de Il mago di Oz. Si svegliò di colpo quando sentì i passi di Robert.
“Vai a dormire, mamma.” Le disse con tono tenero. “Hai avuto una giornata pesante.”
Martha sorrise di quel tono gentile. “Ho trovato questo vecchio libro, tu e Kayla …”
“Lo adoravamo, si.” Rispose lui. “Me lo ricordo, mamma. Ce lo leggeva Remus.”
“Si, tanto per cambiare.” Scherzò Martha. Si alzò dalla poltrona e ripose il libro.
“Va tutto bene, mamma?” domandò Robert.
“Sì. No. Sì, invece, è che oggi ho visto …. Beh, ho visto Caramell entrare nel suo ufficio con Lucius Malfoy. Quindi la cosa è ben più brutta di quanto immaginassimo.”
“Non credi che Caramell sia sotto Imperius?”
“Oh, magari lo fosse. No, no, è proprio convinto delle stronzate che dice.”
“Allora perché c’era Lucius Malfoy?”
“Oh, immagino gli servisse un favore e avesse parecchi Galeoni da dare in cambio. Non sarebbe la prima volta.”
“Papà lo sa?”
“No, papà non lo deve sapere. Non dirlo a tuo padre, pulce. Sai quanto si arrabbierebbe. Avrei voluto dirlo a Remus e Rose, ma c’era sempre Kayla con loro.”
“Kayla sta con Fred, non le importa di Malfoy.”
“Il fatto che stia con Fred non vuol dire che non ci tenga a Draco, pulce. C’era qualcosa tra di loro, lo sapevamo tutti.” Sospirò.
“Forse è meglio che stia con Fred.”
“Si, beh, meglio che con Draco.”scherzò lei. “No, Robert, l’importante è che lei sia felice. Credi che lo sia?”
Robert alzò le spalle. “Pare di sì.”
“Bene. Perché non siamo ancora riuscite a parlare, da quando sta con Fred.”
“Non vorrai farle quel discorso?!” si allarmò Robert.
“Oh, no. Quello tocca a suo padre e al suo padrino.”
Robert trattenne a stento le risate. “Posso assistere?”
Martha gli sorrise. “Troveremo un modo, sai, neanche io vorrei perdermelo.” Gli baciò la fronte, alzandosi leggermente sulle punte. “Buonanotte, tesoro.”

“Ho visto Lucius Malfoy e Caramell confabulare, oggi.” Disse Sirius, facendo irruzione nella stanza di Remus, trovando il suo amico intento a studiare il calendario. “Non preoccuparti della luna, adesso!”
“Veramente” si difese Moony “pensavo che tra un mese tuo figlio diventa maggiorenne.”
Sirius si sedette sul letto, fissando il pavimento.
“Lucius Malfoy, hai detto?” domandò Remus, notando che l’amico sembrava imbambolato.
“Un mese soltanto?!”
“Che voleva da Caramell?”
“Un mese! Sono così vecchio!!”
“Non mi sembrava fossi qui per questo, Padfoot.”
“No, hai ragione.” Si alzò dal letto. “Devo parlare con Martha. Non di Malfoy, ovviamente, si arrabbierebbe troppo. Devo parlare di Robert. Quando è diventato così grande?”
Remus lo guardò con le sopracciglia aggrottate. “Che intendi?”
“Insomma, voglio dire … non ne ha compiuti sedici qualche giorno fa?”
“No, in realtà li ha compiuti undici mesi fa.”
Sirius abbassò lo sguardo. “Vado a cercarmi i capelli bianchi.” E uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta per permettere a Tonks di entrare, visto che la trovò davanti alla porta con il pugno alzato per bussare e un sorriso imbarazzato.



Ragazze mie, sono perfettamente consapevole del fatto che la sottoscritta vi deva delle scuse. 
Ormai entro in efp solo per pubblicare, e questo mi dispiace davvero moltissimo perchè non riesco più a leggere altre fanfic, un paio in particolare che seguivo con sincera ossessione hem devozione, e mi dispiace davvero moltissimo, anche perchè non rispondo mai alle recensioni in tempo record come ho sempre fatto. Il fatto è che ho davvero poco tempo, pur essendo estate. Detto ciò, farò del mio meglio per recuperare, ma sono in partenza e starò via davvero parecchio, quindi non so quando avrò la possibilità di recuperare le settimane che perderò. Spero soltanto che nonostante l'attesa voi avrete ancora voglia di leggere questa mezza schifezza. *cuoricini*
Ovviamente ringrazio di cuore le quattro persone che hanno recensito lo scorso capitolo, _ginnyweasley_, Kicchan7, Moon95 e _werewolf_
Grazie mille, davvero. 

A presto!
C xxx 

 
   
 
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