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Autore: Schully    08/07/2016    2 recensioni
Capitoli in revisione.
Mi sono messa a pasticciare dopo un finale di metà stagione mooolto deludente... se vi piace sognare forse questa storia fa per voi... premetto che l'ho scritta e pubblicata... non le ho dato il tempo di riposare sono troppo arrabbiata se c'è qualcosa da aggiustare dite son tutta orecchi.
Genere: Angst, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And Now?
 
 
Sono passati due giorni da funerale di Tyreese e da allora non abbiamo più parlato tra di noi a livello personale. Non riesco a parlare nemmeno più con Maggie, tra di noi si è aperta una voragine e non so più come colmarla. Io so che lei sa di avermi abbandonata, non è venuta a cercarmi, e questa verità è come se in un qualche modo ci avesse rotte, siamo distanti. È come se avessimo paura che, parlando di cose personali, la voragine che si è creata faccia uscire tutto: la rabbia, la delusione, la paura. Quindi niente, le sorelle Green vanno avanti e fanno finta di nulla. Con gli altri, poi, la situazione è forse peggiore. Parliamo solo di cose essenziali, quante scorte, quanta benzina, sembra che non abbiamo altro da dirci, siamo come spenti.
Se continuiamo così, non so cosa ne sarà della nostra famiglia. Io ho cercato mio malgrado di tenere insieme i pezzi, ma questi mi scivolano fra le dita come fossero sabbia. Non abbiamo più una meta e Tyreese è morto, la nostra roccia, il nostro gigante buono. In un certo qual modo è morto per colpa mia: si è preso un morso per salvare Daryl, ma Daryl stava salvando me perché ero tornata indietro per salvare lui.
Uffa, che gran casino. Io volevo solo che tutti stessimo bene.
Mio padre mi ha insegnato a credere in un futuro sempre roseo, mi ha insegnato la speranza, ma devo ammettere che ora come ora non ne vedo nemmeno l’ombra intorno a me. E sì che ci abbiamo provato a salvare Tyreese, con tutte le nostre forze, purtroppo però tutto il nostro impegno non è valso a nulla. Lui ci ha comunque lasciato. Dopo che Michonne gli ha amputato il braccio, abbiamo corso come dei forsennati per raggiungere gli altri; io ho cercato di contenere l’emorragia, sfortunatamente non ci sono riuscita e Tyreese è spirato tra le mie braccia. Ho cantato per lui nel tentativo di donargli un po’ di serenità, spero di esserci riuscita.
Anche se la serenità al momento non mi appartiene per niente, lui almeno in punto di morte se la meritava. Prima di chiudere gli occhi per sempre, ha sorriso e ha detto:
«Sei venuta? Staremo insieme ora… per sempre» non so a chi si riferisse, ma sono contenta di sapere che, chiunque sia, sia andato a prenderlo.
Sasha gli ha dato il colpo di grazia prima che si trasformasse e credo che questo sia stato troppo da sopportare per lei; soprattutto dopo Bob. Io mi sento di capirla e ammirarla, anch’io ho perso un fratello e non so se avrei avuto il suo stesso coraggio. Al misero funerale che abbiamo organizzato Padre Gabriel si è dimostrato impeccabile, ha cercato di essere di conforto con le sue parole sulla vita eterna e sul paradiso dei giusti. Nessuno di noi ormai ci crede più e devo ammettere che comincio a dubitarne persino io. Io, la piccola innocente Beth, che trovava conforto in una canzone e nell’abbraccio di un amico… loro non sanno che non sono più così. Loro non sanno che anch’io ho ucciso a sangue freddo. Solo Daryl ne è a conoscenza, ha assistito al mio ultimo omicidio e da allora non mi guarda più, nemmeno di sottecchi, nemmeno per sbaglio. Sono diventata sporca persino ai suoi occhi? Confesso che io non mi sento così, non più ormai. Insomma, è vero, ho ucciso degli uomini a sangue freddo, ma in fondo non ho avuto altra scelta, o loro o me, era una mera questione di sopravvivenza. In fondo non capisco tutto l’astio che Daryl prova nei miei confronti. Lui ha fatto altrettanto, se non di peggio, quindi mi sorge una domanda: cosa cazzo si aspetta da me?
 
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
 

Se Merle fosse qui mi direbbe che la morte del “negro” non dovrebbe farmi né caldo né freddo, un fottuto mangia banane in meno, ma per me non è così. Tyreese era un amico, una persona su cui contare e da rispettare, e poi le parole che mi ha detto prima di morire pesano ancora sulla mia coscienza: “Tu la ami… non commettere il mio stesso sbaglio” sbaglio, quale sbaglio? Lasciarla libera? Non corromperla?
È tornata indietro… l’avevo allontanata, messa al sicuro, ma è tornata indietro… perché? Stupida, stupida ragazzina, perché devi vedere del buono in me? Io non ho futuro, sono solo uno stupido cazzone. Ho paura di averti già corrotto, nel poco tempo che abbiamo passato assieme la mia influenza negativa si è insinuata dentro di te.
Hai ucciso un uomo a sangue freddo, come ti senti ora? Vorrei venire da te per sapere come stai, però ho paura di fare altro male; sono bloccato. Posso ammettere una cosa sola per ora, sono innamorato di te, ma posso ammetterlo solo con me stesso; credo che non te lo dirò mai, non è da me, i miei muri sono troppo alti, e poi che te ne faresti del mio amore? Non ti servirebbe a nulla, non ti servirebbe per sopravvivere, anzi.
Il mio amore sa essere solo distruttivo, Carol mi ha detto di crescere, ma io non so farlo, non so abbandonare la mia paura di essere lasciato solo. In questo sono come un bambino, mi sono trincerato dietro muri troppo alti ed ora scalarli è dura. Cristo, sono ancora vergine, a quarant’anni sono vergine, mi sembra di essere il cazzone di quel film, probabilmente rideresti di me. Beth, confesso di avere paura, ho paura di te, ho paura di noi. Non te lo dirò mai, piuttosto ingoierei la mia stessa lingua, ma la realtà è questa. Sto guidando il pick-up, seguendo la station wagon di Rick, senza in realtà vedere la strada; Sasha è accanto a me con Eugene, sono entrambi silenziosi. L’aria è tesa, ma non sarò di certo io a spezzare il silenzio.
Cosa potrei dire in fondo? Che Tyreese è morto per colpa mia? Credo lo sappiano già, e che me ne diano la colpa o meno, questo non cambia quello che è successo.
Una spia nefasta si accende sul quadro, non me ne accorgo finché Eugene con un colpo di tosse richiama la mia attenzione e mi fa cenno di guardare il cruscotto. Stiamo finendo la benzina. “Porca puttana, non ci voleva”. Siamo in mezzo al nulla, la vedo dura trovare un distributore, soprattutto funzionante. Richiamo l’attenzione di Rick accendendo e spegnendo i fari e accosto; con una carezza al cruscotto do l’addio al pick-up bianco che ci ha accompagnato fin qui. Glenn risucchia la benzina di riserva dal serbatoio e la mette in una tanica di scorta. Ora abbiamo solo la station wagon e i mini van ad accompagnarci e, se non troveremo nulla lungo il nostro cammino, a breve dovremmo dire addio anche a loro.
Salgo sulla station wagon e tu sei accanto a me con Judith in braccio che dorme. Già questa vicinanza forzata mina il mio auto controllo, ho fatto di tutto per starti lontano, per non guardarti neanche, e ora eccoti qua a neanche due centimetri da me: sei ancora sporca del sangue dei nostri nemici, ma nonostante questo ai miei occhi sei più bella che mai. Sbuffo contrariato e guardo gli occhi di Rick che mi fissano divertiti dallo specchietto retrovisore: “Cazzo ti ridi, bro?” Penso indispettito. Cerco di sistemarmi in modo da porre la maggior distanza tra di noi, ma è tutto inutile, ’sta macchina comincia a starmi stretta; non posso fare a meno di guardarti.
Judith appoggia il capo sul tuo seno e con una mano è ancorata alla tua coda mezza sciolta. Conosco bene il modo di dormire della piccola spaccaculi, ho rischiato di rimanere pelato più volte per il suo maledetto vizio di arrotolare capelli, mio malgrado mi scappa uno sbuffo divertito, che cerco di nascondere con un colpo di tosse; invidio profondamente la bambina che dorme sul tuo seno. Gli altri forse se la bevono, ma tu no, ti volti e punti i tuoi occhi sinceri su di me. Cominci a fissarmi, senza una reale espressione in viso, il tuo volto è duro e arrabbiato, aggiungerei frustrato, perché cerchi di capirmi e non arrivi a nulla. Ti ostini a guardarmi in silenzio e a me comincia a mancare l’aria, sotto il tuo sguardo così netto mi sento nudo e indifeso. Non va bene, non va bene per niente.
Rick continua a guidare, Michonne sonnecchia insieme a Carl, Carol controlla la strada, nessuno fiata e il tuo sguardo comincia ad essere troppo da sopportare, vorrei distogliere gli occhi, ma sono come incatenato ai tuoi e non ci riesco. Il tuo respiro si fa affannoso come il mio, sento che mi stai scrutando nel profondo e questa consapevolezza mi spaventa e affascina. Cosa cazzo mi stai facendo, ragazzina? La mano di Judith molla la tua ciocca, segno evidente che la bambina è definitivamente crollata e a me viene automatico allungare la mia per rimettere i capelli a posto dietro il tuo orecchio. Un sospiro sfugge dalle tue labbra e la mia mano indugia sulla tua pelle: nell’esatto momento in cui l’ho toccata, ho sentito un richiamo a cui non ho saputo resistere. Le mie dita si attardano sulla tua nuca, il tuo sguardo si fa languido, le tue gote diventano rosse…
Eccoti qua! Finalmente! Credevo di averti persa. Alla fine basta poco per riportarti da me. Le tue labbra si schiudono, forse vorrebbero… dovrebbero essere baciate, ed io vorrei farlo, vorrei davvero farlo.
Il mio corpo agisce di sua spontanea volontà, la mia mano affonda nei tuoi capelli, non sto pensando, è solo l’istinto a guidarmi; inesorabile sento il mio braccio che ti tira verso di me. Sempre più vicino, il tuo calore mi sta inondando, non so se riuscirò a resistere, mi sento come una falena attirata dalla luce di una candela: so che brucia, ma l’attrazione è più forte. Una brusca frenata e un’imprecazione mi riportano alla realtà.
 
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
 

Il pick-up è rimasto a secco e abbiamo dovuto accostare, ora dobbiamo dividerci in sedici su tre macchine. La cosa non mi disturba, staremo un po’ stretti, tutto qua. Mi riaccomodo sulla station wagon tenendo Judith in braccio e aspetto di ripartire. Improvvisamente un calore conosciuto inonda l’abitacolo, alzo gli occhi e ti vedo accanto a me. Sei incredibilmente a disagio, me ne accorgo subito, ti dà così fastidio stare accanto a me, signor Dixon? Una rabbia incontrollata mi assale, non sembrava ti desse fastidio prima se non ricordo male, a giudicare dai tuoi sguardi compiaciuti, ti piaceva che ti ronzassi intorno. Dalla casa del becchino è cambiato tutto: io ti ho fatto quella maledetta domanda e tu non hai risposto, poi mi hanno rapito e tutto è degenerato.
Sono così arrabbiata e frustrata che punto i miei occhi su di te, incurante per una volta che così facendo potrei scoprirmi al diavolo tutto, so che sai cosa provo per te… è innegabile come il giorno che segue la notte, come le stelle nel cielo, come la terra che gira. Io ti amo, ti amo con tutta me stessa, con il cuore e con la pelle, con le ossa e con il sangue, non sono completa se non ci sei tu, mi sento una drogata e la mia droga si chiama Daryl Dixon. Judith afferra i miei capelli e comincia ad arrotolarli, segno che vuole dormire, e tu continui a fissarmi. Sembra che stiamo facendo quel gioco… quello in cui bisogna fissarsi senza ridere o abbassare lo sguardo. Non ho intenzione di perdere, per una volta voglio essere forte e voglio batterti.
Non ho paura di te, non ho paura di noi, so che saremmo meravigliosi insieme.
Ti vedo, sei a disagio… non credevo fosse così facile, signor Dixon, metterti in imbarazzo; ti muovi nervoso sul sedile, cerchi una distanza tra noi che non è possibile. Un sospiro scappa dalle mie labbra, è carico di un desiderio statico: ti voglio, ti voglio, ti voglio, ti voglio talmente tanto che mi fa male; mi fanno male le ossa, mi fa male tutto. Judith molla i miei capelli, segno che è definitivamente andata nel mondo dei sogni; la sua mano crolla, ma la tua la sostituisce immediatamente, afferra i miei capelli e li rimette al loro posto. Il tuo sguardo è qualcosa d’indescrivibile. Ho rivisto il lampo, quella luce con cui mi guardavi, forse Carol ha ragione, non ti sono così indifferente, Signor Dixon. Tutti i miei pensieri vanno a farsi benedire, quando capisco che la tua pelle sta toccando la mia. Oddio, improvvisamente sento caldo e la mia lingua saetta ad umettare le labbra; sono indifesa di fronte al tuo sguardo. Non capisco più niente, cosa vuoi da me, Daryl?
Sento che la tua presa si fa più serrata, sento che mi stai avvicinando a te, alle tue labbra invitanti. Oddio, mi vuoi baciare? Sarò ingenua e avrò poca esperienza, ma su questo non credo di sbagliarmi, anzi non mi sbaglio proprio per niente. Il mio cuore è un tamburo velocissimo, mi rimbomba nelle orecchie, da un momento all’altro potrebbe uscirmi dal petto e piombare tra le tue braccia; sento di essere arrossita fino alla radice dei capelli. Il tempo si dilata, mentre aspetto che le tue labbra sfiorino le mie.
Poi Rick frena di colpo, imprecando, e l’incantesimo si rompe.
Davanti a noi, lo scempio. Macchine su macchine, camion, la maggior parte ribaltati, altri solo fermi in mezzo alla strada, ostruiscono il passaggio. È impossibile rimuoverle tutte; o torniamo indietro e cerchiamo altre strade, oppure proseguiamo a piedi, non abbiamo altre scelte davanti a noi. Il tramonto è vicino, non è sicuro viaggiare con il buio. Rick scende dalla macchina e noi lo seguiamo a ruota. Il vicesceriffo è sfinito, ma ha ancora quel lampo di vitalità negli occhi che lo fa essere il nostro leader. Risoluto dice:
«Per questa notte ci accampiamo qui. Domani mattina metteremo ai voti se proseguire a piedi o tornare indietro. Dormiteci su e pensateci. Faccio io il primo turno di guardia!»
 
 
 
 
   
 
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