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Autore: eliseCS    11/07/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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17 – Addestramento
 
 
 
 
Quel lunedì le ore di lezione sembravano non passare più, e di certo Elise non trovò facile concentrarsi su quello che i docenti spiegavano.
 
La sera precedente, prima di entrare in casa, si era fermata per qualche istante davanti alla porta dell’appartamento per riprendere fiato dopo la corsa che aveva fatto dall’orfanotrofio.
Aveva chiuso gli occhi e si era imposta di impostare l’espressione più felice e soddisfatta del suo repertorio, quella che avrebbe effettivamente avuto se dopo l’appuntamento con James fosse tornata direttamente a casa come aveva detto al ragazzo.
Non era il caso che Julia venisse a sapere della sua deviazione, si sarebbe preoccupata per niente.
Per fortuna la sua recita era risultata convincente, e Julia si era accontentata di sapere per filo e per segno quello che era successo tra lei e James quel pomeriggio.
Da parte sua Elise le raccontò anche del fatto che le stavano tornando alcuni ricordi, e che aveva scoperto che in realtà lei e James si erano incontrati per la prima volta quando avevano otto anni.
Quello non aveva motivo di nasconderglielo.
La reazione di Julia quando le aveva detto che il pomeriggio seguente lei e il ragazzo si sarebbero incontrati di nuovo per mettere alla prova i poteri di lei, che ci sarebbe stato anche Dan e che lei era invitata fu esattamente come Elise si era aspettata: la mora aveva improvvisato un balletto per il salotto per poi andare a stritolare la coinquilina in un abbraccio che le aveva letteralmente tolto il respiro.
 
 
Elise accolse la fine delle lezioni con un grande sospiro di sollievo, anche se non poteva fare a meno di sentirsi leggermente preoccupata per quello che la aspettava di lì a poco: e se non fosse stata all’altezza? E se avesse fatto una pessima figura?
Inutile dire che dopo questi pensieri Julia sembrava decisamente più entusiasta di lei all’idea del pomeriggio che avrebbero trascorso.
 
“Sei sicura che siamo nel posto giusto?” domandò la mora quando si furono inoltrate nel parco.
“Certo, che domande fai? Guarda: laggiù c’è lo scivolo” rispose Elise stupita dalla domanda dell’amica. Non era la prima volta che anche lei veniva in quella parte del parco.
“Elise io non vedo niente. Forse sarebbe meglio tornare indietro…” protestò Julia cominciando a tirare l’altra per il braccio.
“Ma che cavolo stai dicendo Ju? Muoviti che siamo arrivate” ribattè Elise, e alla fine riuscì a trascinare Julia fino all’area dei giochi.
Le sembrò di essere attraversata da un formicolio e di colpo Julia smise di divincolarsi guardandosi intorno confusa.
“Si può sapere che cosa ti è preso?” le domandò Elise.
“Non lo so, è strano. È stato come se all’improvviso avessi qualcosa di importante da fare… il più lontano possibile da questo posto…” rispose Julia non sapendo bene come spiegarsi.
 
“Colpa degli incantesimi respingi-babbano, scusateci. Ci eravamo dimenticati che doveva venire anche lei” rispose una voce, e solo allora le due ragazze parvero realizzare che non erano sole.
“Abbiamo circondato l’area con alcuni incantesimi di protezione in modo che solo i diretti interessati possano entrare, così non correremo il rischio di essere scoperti” spiegò il signor Potter facendo un ampio cenno con le braccia come ad invitarle a guardarsi intorno.
E in effetti Elise dovette riconoscere che ai confini dell’area sembrava ci fosse una leggera nebbiolina opalescente. Evidentemente era di quello che parlava il signor Potter.
Facendo vagare il suo sguardo non potè fare a meno di soffermarsi sulla figura di James, al quale sorrise arrossendo un poco al ricordo del pomeriggio precedente, e di Dan che invece era già completamente concentrato su Julia.
Elise ridacchiò e si avvicinò a James: “Come mai c’è anche tuo padre?” gli chiese.
“È stato lui a mettere le misure di sicurezza, essendo un Auror è piuttosto bravo in queste cose… e poi si è offerto insieme a mia zia di farti un po’ da insegnante” spiegò lui.
“Tua zia?”
James annuì all’ultima domanda indicandole un punto con lo sguardo, ed Elise si rese conto che effettivamente c’era anche una donna che prima non aveva notato.
La cosa che subito le saltò all’occhio furono i capelli: una nuvola di ricci castani che avevano tutta l’aria di essere più ribelli dei capelli di Potter senior e jr. messi insieme. A parte quello l’aspetto della donna fece pensare ad Elise di avere davanti una persona molto precisa e ordinata, e sicuramente anche molto brava visto che, bacchetta alla mano, stava letteralmente facendo apparire dal nulla dei grandi cuscini colorati.
“Hermione credo che possano bastare…” commentò divertito il signor Potter notando i cuscini disseminati sul prato. “In realtà non pensavo di certo di arrivare agli schiantesimi oggi…”
“E perché no? Se è brava come dite non vedo perché non potrebbe farcela, dovremo pur insegnarle qualche incantesimo per difendersi” rispose la strega girandosi per la prima volta a guardare Elise, soppesandola per qualche istante.
Evidentemente non trovò nulla da ridire visto che alla fine le rivolse un sorriso e le tese la mano presentandosi: “Io sono Hermione, la zia di James. E chiamami tranquillamente per nome cara. Tu invece sei Elise, giusto?”
“Elise Starlet, piacere” rispose lei stringendole la mano.
“Bene, quando James mi ha esposto la sua idea di provare a farti esercitare con qualche incantesimo ho subito pensato ad Hermione” disse il signor Potter. “È sempre stata la più brava a scuola, quindi ho pensato che sarebbe stata la scelta migliore come insegnate e lei fortunatamente ha accettato”
“Avevo pensato di cominciare con gli incantesimi che di solito vengono insegnati al primo anno e poi in base a come te la cavi decidere come andare avanti” proseguì Hermione prendendo la parola.
Elise annuì interessata, non vedeva l’ora di cominciare.
“Mi hanno detto che tu non usi la bacchetta…” disse poi e la ragazza assentì leggermente in imbarazzo.
“Io non credo che sia un problema…” proseguì gentilmente la donna. “James eseguirà per primo l’incantesimo e poi tu proverai a replicarlo, questa era la mia idea” spiegò.
“Allora iniziamo!” esclamò alla fine visto che nessuno aveva nient’altro da aggiungere.
 
Fece apparire due piume bianche che appoggiò sul ripiano di una panchina: “Il primo incantesimo è quello di levitazione. Più pesante è l’oggetto da sollevare più l’incantesimo è difficile e più concentrazione è richiesta. La formula è Wingardium Leviosa, mi raccomando attenzione alla pronuncia… James, comincia pure. Spero per te di non doverti ricordare qual è il movimento da fare con la bacchetta…” spiegò Hermione dando direttive.
Elise osservò con attenzione James impugnare la bacchetta, agitarla disegnando un piccolo cerchio nell’aria e concludere il movimento con una leggera stoccata in direzione della piuma mentre con voce sicura recitava la formula.
Ubbidiente la piuma si sollevò sotto lo sguardo dei presenti, James palesemente soddisfatto di non aver fatto un figuraccia.
“Adesso tocca a te” disse con tono rassicurante mettendo una mano sulla spalla di Elise.
“Ok” rispose lei non molto convinta.
 
Avrebbe voluto avere Julia al suo fianco a incoraggiarla come solo lei sapeva fare, come per esempio prima di un esame, ma lei e Dan si erano defilati almeno una decina di minuti prima e qualcosa le diceva che l’avrebbe rivista solo quella sera a cena.
In più sapere che non c’era solo James a guardare non la rendeva più tranquilla.
Certo, era contenta che ci fosse qualcuno che sapesse sul serio come insegnare, ma questo voleva dire anche più testimoni nel caso in cui i suoi tentativi fossero stati un disastro.
 
Scacciò quei pensieri cercando di concentrarsi sulla piuma davanti a lei.
Aprì la bocca per pronunciare l’incantesimo e… “Ma devo recitare la formula ad alta voce o…?” domandò arrossendo. Si sentiva stupida.
Hermione sembrò capire la sua difficoltà visto che le si avvicinò comprensiva: “Prova a vedere come ti trovi meglio. Tenta, sperimenta. Nessuno è qui per giudicarti, Elise, ma per aiutarti ad imparare. Se ti fa sentire meglio sappi che né Harry né Ron sono riusciti a far sollevare la loro piuma alla prima lezione…” disse.
Elise non aveva idea di chi fosse questo Ron, ma in effetti vedere il signor Potter che si grattava la nuca in evidente stato di imbarazzo riuscì a risollevarle il morale.
Ignorò James che stava prendendo in giro suo padre (“Questo non me lo avevi mai detto!”) e tornò a guardare la piuma.
 
Wingardium Leviosa si disse nella mente.
Suonava bene.
Immaginò che la sua piuma si sollevasse come quella di James… poteva farcela.
Un familiare formicolio cominciò a farsi sentire sulla punta delle sue dita e la ragazza sorrise: non aveva più dubbi, ce l’avrebbe fatta.
 
Stese la mano verso la piuma con un gesto quasi noncurante e ripetè ancora una volta la formula, sempre senza pronunciarla ad alta voce.
 
Non fu l’unica a rimanere stupita quando la piuma cominciò tremolante ad alzarsi in aria.
Era strano, ma con quel semplice incantesimo qualcosa si era messo in moto nella sua testa, come se pian piano le cose stessero cominciando a diventare più chiare.
Forse in futuro la formula non le sarebbe neanche più servita: aveva percepito in che modo la sua energia si era raccolta intorno alla piuma per poi sollevarla. Era quello che le serviva sapere.
 
“Te l’avevo detto che ci saresti riuscita!” James la distolse dai suoi ragionamenti battendole una mano sulla schiena.
Il signor Potter ed Hermione la osservarono a sua volta sorridendo, ma decisamente il sorriso di James era il suo preferito.
“Ti ricordi di quella volta al parco?” gli domandò illuminandosi tutt’un tratto. “Dopo il salto dall’altalena…”
A quella precisazione anche James parve capire visto che i suoi occhi si spalancarono: “Pensi di poterlo rifare?” chiese alla ragazza.
“Se vuoi posso provarci” rispose Elise ridendo mentre i due adulti li guardavano stupiti non capendo di cosa stessero parlando.
James si allontanò di qualche passo dalla ragazza per poi fermarsi e spalancare le braccia: “Quando vuoi, Elise” la invitò.
 
Elise chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
Quando li riaprì il suo sguardo era completamente concentrato mentre guardava il petto di James talmente intensamente che il ragazzo pensò che avrebbe benissimo potuto vedere il suo cuore che batteva rapido.
Quella volta la ragazza non dovette nemmeno ripetere la formula nei suoi pensieri: si abbandonò alla sensazione della magia che si staccava da lei per raggiungere James e avvolgerlo, guidata dall’istinto e dal ricordo dell’ultima volta che l’aveva fatto, nonostante fosse stato ben dodici anni prima.
Contrariamente a quanto era successo quando aveva dovuto guarire la ferita, una volta entrata in contatto con il corpo del ragazzo la magia non cercò di penetrare attraverso la pelle, ma gli si strinse attorno.
A quel punto il resto veniva da sé: la ragazza dovette semplicemente pensare di far alzare James da terra, e i piedi del ragazzo cominciarono subito a staccarsi dal terreno.
In effetti Hermione aveva ragione: si accorgeva che c’era più resistenza visto che il ragazzo non pesava certo quanto la piuma, anche se però per quanto riguardava la concentrazione non percepiva alcuna differenza rilevante.
Una volta acquistata un po’ di sicurezza avrebbe potuto dire che stava sollevando James con la stessa spontaneità con cui avrebbe sollevato un bicchiere con la mano per bere.
Provò ad ampliare un po’ il suo campo visivo in modo da non dover guardare solo James ma anche quello che c’era intorno, e si accorse che sia il signor Potter che Hermione la stavano guardando a dir poco sbalorditi. Dal canto suo poteva dire che ormai quell’incantesimo era completamente assodato.
 
“…vediamo se riesci anche a farmi girare come l’ultima volta…” la provocò James che sembrava completamente indifferente al fatto che stesse galleggiando a due metri buoni da terra.
Elise sorrise: “Hai qualche dubbio per caso?” gli rispose a tono.
“Io? Ma certo che n…” la risposta del ragazzo si perse nell’aria nel momento in cui cominciò a roteare su se stesso come una trottola.
“Peccato che tu non mi possa più rendere il favore, eh James?” lo prese in giro Elise facendolo ritornare con i piedi per terra.
“Aspetta che ti prendo…” la minacciò scherzosamente lui puntandole contro la bacchetta in modo decisamente poco minaccioso e cercando di andarle incontro.
Cercando.
Evidentemente non si era ancora ripreso del tutto dall’ultima giravolta che Elise gli aveva fatto fare perché dopo il primo passo barcollò pericolosamente.
Probabilmente sarebbe finito dritto per terra se non fosse che all’ultimo qualcosa sembrò trattenerlo.
 
Elise aveva puntato la sua mano verso di lui, il palmo aperto.
 
Il signor Potter si affrettò ad andare a sorreggere il figlio mentre Hermione sembrava stesse riflettendo.
“Davvero ben fatto” disse alla fine complimentandosi con Elise.
La ragazza le restituì uno sguardo interrogativo.
“Non ho mai visto nessuno reagire così prontamente… se non fosse stato per te credo che James avrebbe avuto un incontro ravvicinato con il prato del parco…”
“Sì ecco, allora forse sarebbe il caso di provare con un altro incantesimo visto che questo mi riesce così bene…”
 
 
Da quel momento in poi il pomeriggio sembrò volare.
James l’aveva ringraziata per il suo salvataggio strappandole un bacio mentre il padre e la zia non stavano guardando, e forse fu proprio grazie a quello che Elise smise finalmente di preoccuparsi.
Dopo l’incantesimo di levitazione vennero quelli di appello e disappello, quelli per ingrandire e ridurre gli oggetti, uno a suo parere molto divertente con cui aveva cosparso festoni e coriandoli per tutti i giochi e gli incantesimi illuminanti.
Lo stupore iniziale di Hermione e del signor Potter nel vederla riuscire al primo tentativo per ogni incantesimo fu presto sostituito da espressioni soddisfatte e compiaciute.
James sembrava addirittura più contento di lei nel vedere quanto bene riusciva nell’esecuzione di ogni incantesimo.
 
Dal canto suo anche Elise poteva dire di essere più che soddisfatta di se stessa: non avrebbe mai pensato che quella specie di lezione-addestramento sarebbe potuta essere così utile.
Sentiva che finalmente stava davvero imparando a capire come funzionavano i suoi poteri.
Conoscere le formule era un valido aiuto all’inizio quando ancora non sapeva bene cosa aspettarsi dall’incantesimo che doveva lanciare, ma alla fine aveva concluso che, rispetto ai suoi insegnanti che usavano la bacchetta, per lei le cose erano molto più istintive.
Una volta capito come funzionava il meccanismo, in che modo il suo potere fluiva attraverso di lei per sollevare un oggetto piuttosto che per respingerlo, qual era l’esatto livello di attenzione che l’operazione richiedeva e quanta energia era necessaria il gioco era fatto.
Le bastava pensare di voler sollevare qualcosa, rivolgere appena uno sguardo all’oggetto prescelto e quello eseguiva.
Era una cosa che ormai le veniva così naturale che dopo i primi incantesimi aveva smesso di chiedere la formula. Le bastava che le venisse spiegato precisamente quale fosse l’effetto dell’incantesimo che avrebbe dovuto eseguire e lei procedeva.
In effetti avrebbe dovuto fare attenzione che non le venisse troppo naturale, o rischiava di mettersi a fare magie anche davanti ad altre persone…
 
“E con questo abbiamo finito anche gli incantesimi del secondo anno” commentò Hermione disegnando un segno di spunta su un foglio di pergamena mentre Elise finiva di spegnere con un getto d’acqua un fuocherello sospeso a mezz’aria che lei stessa aveva evocato qualche istante prima.
“Abbiamo ancora un po’ di tempo… potremo provare qualche incantesimo di difesa?” propose. “Cosa ne dici Harry?”
Il signor Potter sembrò pensieroso per qualche istante, ma alla fine si convinse: “Va bene, ma nulla di complicato per oggi” avvisò subito.
In realtà gli si era accesa una luce negli occhi, Hermione se n’era accorta subito.
“Come ai vecchi tempi, eh?” domandò sorridendo.
“Eh già” rispose l’uomo sorridendo a sua volta. “Allora… il primo incantesimo di difesa che viene insegnato è quello di disarmo” cominciò poi, ed Elise non potè fare a meno di pensare che in realtà anche lui sembrava parecchio portato per l’insegnamento.
“Non so quanto ti possa servire saperlo, la formula è Expelliarmus. Come penso tu abbia intuito lo scopo è quello di disarmare l’avversario, quindi togliergli la bacchetta. James?” concluse poi invitando il figlio a farsi avanti.
Il ragazzo quella volta non sembrava troppo contento di prendere parte alla dimostrazione, ma alla fine si fece comunque avanti mettendosi in posizione.
Un lampo di luce rossa scaturì all’improvviso dalla bacchetta del signor Potter e l’attimo successivo la bacchetta di James era sfuggita alla presa del suo proprietario per finire in mano all’Auror.
“Elise, vuoi provare…?” domandò, ma non fece in tempo a concludere la domanda che entrambe le bacchette, la sua e quella del figlio, gli vennero letteralmente strappate di mano per volare in quella della ragazza che era stesa in avanti nella sua direzione.
Tutti guardarono per l’ennesima volta Elise con tanto d’occhi.
“Papà, lasciatelo dire, secondo me ci sono buone probabilità che Elise riesca a batterti in duello anche adesso!” esclamò James mettendosi a ridere nel vedere la faccia che il padre aveva fatto quando le bacchette gli erano sfuggite di mano senza preavviso.
“Per oggi può bastare?” domandò poi, la sua attenzione già completamente rivolta ad Elise che aveva nel frattempo restituito la bacchetta a suo padre ma continuando ad osservare incuriosita la sua.
Ovviamente sperava in una risposta affermativa in modo da poter riuscire a passare un po’ di tempo con la ragazza da soli.
Elise accolse con un gran sorriso la domanda di James: dire che lei non avrebbe voluto passare un po’ di tempo con lui sarebbe stata una bugia bella e buona.
 
Stava giusto per aggiungere che anche secondo lei per quel pomeriggio era abbastanza, visto che in ogni caso il giorno seguente di sarebbero riuniti di nuovo per un’altra sessione di allenamento quando la faccia improvvisamente allarmata di James la spinse a girarsi verso il punto che il ragazzo stava guardando.
 
Alcune scintille di luce rossa stavano sfrigolando a mezz’aria per poi dirigersi dritte verso di loro sotto forma di due getti dall’aria precisa e pericolosa.














Spoiler Capitolo 18: Una questione di fiducia
Un rumore forte e ripetitivo cominciò a farsi strada ai limiti della coscienza di Elise.
I suoi tentativi di ignoralo fallirono miseramente e la ragazza si trovò a stropicciarsi gli occhi svegliandosi del tutto.
Uno sguardo all’ora proiettata sul soffitto dalla sveglia la informò che era da poco passata l’una.
Il rumore intanto continuava a farsi sentire: sembrava che qualcuno stesse disperatamente bussando alla porta dell’appartamento.
Si trattenne dal cacciare un urlo quando si scontrò con Julia nel buio del corridoio per poi accendere finalmente la luce.
Adesso che era arrivata davanti alla porta in questione dovette correggersi: chiunque ci fosse la fuori non stava semplicemente bussando, sembrava che volesse buttarla giù, la porta.


A lunedì! :)



   
 
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