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Autore: Dragon gio    11/07/2016    2 recensioni
Raccolta Stucky Superfamily con Peter Parker.
Peter era steso su un tavolo di acciaio, legato mani e piedi, mezzo nudo, il viso privo di maschera.
Era così pallido e immobile, che perfino il cuore di Bucky sussultò a quella vista.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Movieverse, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Soldier, The Captain & The Spider
Family
 
Nonostante il caldo afoso di quell’estate non invogliasse a dedicarsi ad attività fisiche, di qualunque natura, due individui stavano sfidando le alte temperature, facendo sesso.
Era l’alba, l’unico momento in cui, ci si illudeva, che l’aria fosse vagamente più fresca. Steve si muoveva con lentezza esasperante, dentro il corpo del compagno. Le mani, al tatto callose, scorrevano frenetiche sulla schiena umida di Bucky, la pelle bollente scossa da brividi di eccitazione.
 
La deliziosa tortura non durò ancora a lungo, con un ultima energica spinta il biondo venne, seguito a sua volta da Bucky che, esausto, cadde al suo fianco.
Il soldato si spostò appena, facendosi vicino a Steve, posando il viso sul suo petto, ancora pervaso da respiri affannosi.
 
« Che cosa hai, oggi? » domandò poi passandosi la lingua sulle labbra gonfie, per i troppi baci aggressivi che aveva ricevuto nelle ultime ore. Steve sollevò lo sguardo sull’amante, confuso.
« Perché, me lo chiedi? »
« Mi sei sembrato distratto, tutto qui… » Replicò atono Bucky, la mano umana che carezzava dolcemente i lineamenti della muscolatura perfetta sull’addome del biondo.
« Sono un po’ in ansia per Peter… » La confessione, turbò non poco Bucky che, si tirò su per vedere bene negli occhi il capitano.
« Stai ancora pensando alla proposta di Stark?! »
Steve non ribatté, strinse le labbra, come per evitare di pronunciare parole sgradevoli e si alzò. Indossò le mutande con gesti rapidi e poi fuggì, letteralmente, dalla stanza.
« Steve! » Chiamò Bucky, invano, rimanendo seduto sul letto sfatto. Alzò gli occhi al soffitto, maledicendo mentalmente Tony Stark.
 
 
Qualche giorno prima, erano stati convocati alla Stark Tower, per discutere la delicata situazione di Peter. Il tempo a loro concesso stava scadendo, fra meno di una settimana, Peter Parker sarebbe finito nel sistema nazionale di adozioni. La possibilità di un immediato trasferimento in un'altra città, era molto elevato.
Nessuno, fra i membri degli Avengers, desiderava questo, specialmente se si teneva conto della doppia vita di Peter. Sarebbe stato pressoché impossibile per lui adattarsi, spiegare alla nuova famiglia il perché tornasse a tarda notte, pieno di lividi o con pallottole in corpo.
 
Secondo Tony, l’unica via legale possibile era quella di far adottare Peter da uno di loro. Andando per esclusione, al rampante miliardario la scelta più sensata era Steve Rogers. Nonostante i suoi recenti trascorsi diciamo, turbolenti, rimaneva pur sempre Captain America. Nessun giudice degli Stai Uniti si sarebbe mai opposto.
Bucky era presente, mentre Tony elargiva i suoi preziosi consigli e idee. Se gli fosse stato concesso di parlare, avrebbe espresso il suo dissenso in merito, ma i rapporti fra lui e Stark erano ancora tesi. Durante quel colloquio era rimasto muto, isolato in un angolo ad attendere che concludessero di parlare.
 
Dal momento in cui erano rientrati a casa, Bucky non era riuscito a trovare un momento di intimità per parlare con Steve di questa faccenda. Peter era ancora loro ospite, e stava pian piano ricominciando a vivere dopo la perdita della sua amata zia. Tutta l’attenzione di Steve, era rivolta dunque al ragazzino. Si preoccupava che non saltasse le lezioni, che mangiasse a sufficienza, che non rientrasse troppo tardi quando faceva la sua ronda come Spider Man. In effetti, solo su una cosa poteva essere d’accordo con Stark: di tutti gli Avengers, Steve era quello che più si avvicinava alla figura di un padre. E, ora che condividevano l’appartamento con Peter, lo vedeva con i propri occhi.
Sarebbe stato semplice, in fondo, fare quel passo in avanti e adottarlo. Steve andava d’accordo con lui, e anche Peter sembrava stare bene in sua compagnia. Ma non erano questi, i dubbi che si erano insinuati nella mente del Soldato d’inverno.
 
 
« Steve, devo parlarti! » Bucky piombò in cucina, dove Rogers stava preparando la colazione per tutti. Il sorriso del biondo, si spense velocemente quando si rese conto dell’espressione crucciata del fidanzato.
« Adesso? »
« Sì, adesso. » Si andò a sedere, attendendo che Steve facesse lo stesso. Si fissarono intensamente per qualche istante, prima che Bucky prendesse la parola.
« Steve, voglio che riconsideri la tua idea di adottare Peter. »
Gli occhi chiari del biondo si sgranarono, scioccati, le braccia posate placide sul tavolo si irrigidirono all’istante dinanzi quella richiesta.
« Come mai? Non ti piace, Peter? »
« Non mi fraintendere! E’ un bravo ragazzo, non ho niente contro lui, ma penso che adottarlo sia la scelta sbagliato, ecco tutto. »
« Bucky, dovrai darmi una motivazione, non mi basta un “ecco tutto”. »
Il soldato inspirò a fondo, deglutendo rumorosamente la poca saliva che gli era rimasta in bocca « Se lo adotti, e poi gli accadesse qualche cosa, tu non te lo perdoneresti mai. »
« Lo so, bene. Ma è un rischio che sono disposto a correre! »
« Steve. Ti conosco meglio di te stesso, e so che non sopporteresti l’idea di perdere qualcuno che ami… » bisbigliò con voce incrinata, spostando altrove lo sguardo, come scottato « Ne moriresti. »
 
Steve chinò il capo, passandosi una mano sopra gli occhi stanchi.
« Bucky, io ormai ho deciso! Adotterò, Peter. » Affermò determinato come non mai, la sua espressione seria non lasciava spazio ad altri dialoghi. Si alzò in piedi e ritornò ai fornelli, dando le spalle al compagno, lasciandolo annegare inconsapevolmente, in un mare di incertezze e rancore.
« Quindi la mia opinione, non conta un cazzo per te?! »
« Bucky, qui non si tratta di me o di te, si tratta di Peter, di salvare la vita di questo ragazzo! Non ti importa niente di lui? » Esclamò infervorato Steve voltandosi di scatto, alzando la voce.
« Mi importa più di te! »
« Perché sei così convinto, che sarebbe una scelta sbagliata?! Pensi che sarei un cattivo padre?! »
« No, non è questo! »
« Allora, perché?! Dimmelo, avanti! »
« Perché ho paura! » Gridò infine Bucky, liberandosi del peso che gli attanagliava le viscere. La sua debolezza, la sua fragilità, si era liberata nuovamente agli occhi della persona che amava di più al mondo. Si portò le mani nei capelli, tremando appena.
« Cosa? »
« La mia mente, è ancora piena della merda che ci hanno messo dentro quei bastardi dell’Hydra! Davvero ti fideresti a lasciare quel ragazzino da solo in casa con me?! E se perdessi di nuovo il controllo? Se gli facessi del male?! »
« Tu, vuoi proteggere Peter… »
« Sì, da me stesso. Se… mi affeziono a lui e poi gli faccio del male… non me lo perdonerei mai. »
« Oh, Bucky… perdonami, io non avevo idea che tu… »
Bucky ridacchiò nervosamente, vergognandosi come non mai. Odiava il suo passato, detestava il peso angosciante che gravava come un macigno nel suo cuore ma, più di ogni altra cosa, non riusciva a perdonarsi. Ne ora, ne mai.
« Se vuoi adottare Peter, sarà meglio che io me ne vada, per il bene di entrambi. »
Steve era pronto a ribattere, ma le parole gli morirono in gola quando il cigolio della porta colse di sorpresa entrambi. La figura esile di Peter, con indosso ancora il pigiama, si stagliava dinanzi loro. Si schiarì la voce, era in evidente imbarazzo.
« Io, mi dispiace ma… vi ho sentiti discutere e… »
« Tranquillo, Peter! Perdonaci tu, ti abbiamo svegliato! » disse Steve, andandogli incontro con un mezzo sorriso di circostanza « Tutto bene? »
« Steve. Ci ha sentito, sa di cosa parlavamo… » Sentenziò duramente Bucky sbuffando, ricevendo un occhiataccia da parte del biondo per essere stato così brutalmente diretto.
« Ha ragione… davvero tu… insomma sul serio… mi adotteresti?! »
 
Rogers esitò, non era certo della risposta, non dopo aver appreso dei timori del suo fidanzato. Così, prima si voltò verso Bucky, cercando in lui un muto consiglio. Dal canto suo, il soldato seppe cosa fare non appena incrociò lo sguardo di Peter.
« Sì. Steve, ti adotterà Peter. »
Il volto del giovane si illuminò all’istante, a malapena trattenne un sorriso a trentadue denti.
« Grazie…! Sul serio, grazie! » esclamò fuori di sé dalla gioia, il suo entusiasmo finì con il contagiare anche i due adulti, che si scambiarono un fugace sguardo di intesa.
« Bene, allora se volete scusarmi, ho una telefonata da fare! » Steve si allontanò per recuperare il suo cellulare, doveva contattare immediatamente Tony per avviare le pratiche di adozione. Poco male se lo avrebbe mandato a fanculo, perché lo tirava giù dal letto alle sei di mattina.
 
In cucina, rimasero solo Peter e Bucky, quest’ultimo stava per seguire il biondo quando venne trattenuto per un braccio.
« Signor Barnes… » disse Peter, esitando per qualche secondo quando gli occhi di vetro di Bucky si posarono severi su lui e la mano che stava tenendo il suo braccio di metallo saldamente fermo.
« V…volevo dirle che… non si deve preoccupare per me! Insomma, sono Spider Man, sono piuttosto forte e so difendermi! Se… dovesse accadere qualcosa, saprò difendermi! »
« Perché mi dici, questo? »
« Perché voglio che lei resti! So che lei e Steve state assieme, anche se lui fa di tutto per nasconderlo… »
Bucky inarcò le sopracciglia, ridacchiando divertito al pensiero che Peter avesse intuito della loro relazione solo osservandoli. Anche se, a ben pensarci, due uomini adulti che dormono assieme in un letto matrimoniale lasciava molto poco spazio all’immaginazione. Sospirò, scostando gentilmente la mano di Peter dal suo braccio, portando la sua, quella umana, sulla spalla del giovane.
« Va bene, resterò. Però, Peter ad una sola condizione… »
« Quale? »
« Chiamami ancora “signor Barnes” e ti strozzo, lo giuro. »
« Oh… sì, ecco… non ci conosciamo così bene, e quindi…! Mi scusi! »
« Solo Bucky… Bucky, va benissimo. »
« D’accordo… solo Bucky! » Replicò il ragazzino, rilassandosi e lasciandosi andare ad una risata cristallina. Seguita poi da una scompigliata di capelli da parte del soldato.
 
Nascosto fuori dalla cucina, Steve aveva assistito alla scena, ed ora sorrideva felice. Compose il numero di Tony, pieno di speranza e determinato più che mai ad andare fino in fondo, specie ora che aveva l’appoggio anche del suo Bucky.

 
 **************
 
Salve! Visto che l’ispirazione mi è stata amica in questi giorni, ho pensato di non attendere e di postare anche questa One Shot! Sono lieta di vedere che, nonostante il mio stile di scrittura non sia tutta sta gran cosa, questa Raccolta venga letta da così tante persone, grazie di cuore!!
 
Bene, per ora è tutto, non so quando, ma spero presto, aggiornerò con una nuova One Shot, fino ad allora grazie a tutti!
 
Baci, Giò 
  
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