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Autore: Hikari_Sengoku    12/07/2016    2 recensioni
Kaname é ormai un membro esterno della Mithril, e ha bisogno di una protezione ridotta. Viene assegnata a Sousuke una nuova missione. Chi sará il nuovo soggetto da proteggere? In quali guai trascinerá i nostri eroi? (Nuovi capitoli a scadenze non assolutamente fisse, ma piú o meno ogni settimana per i primi tempi, credo!)
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurz Weber, Melissa Mao, Nuovo personaggio, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una conoscenza... Turbolenta

Mi ero subito accorta che quel ragazzo mi seguiva. Chi era? Per chi lavorava? Sapeva chi era l'assassino di chi amavo, o era forse lui venuto a completare il suo lavoro? La vendetta mi scorreva nelle vene al posto del sangue. Ma la colpa era soprattutto mia e dei miei stupidi poteri. Se non fossimo esistiti, nessuno si sarebbe fatto male. Perché hanno ucciso loro che erano innocenti e non me? Forse per un ricatto? Avvolta nei miei cupi pensieri, galleggiavo in un piacevole stato d'incoscienza. Quattro voci irruppero prepotentemente nella mia testa. Sembrava volessero riportarmi alla vita, ma io desideravo rimanere ancora un po' cosí, apatica nella mia incoscienza ovattata. Le voci erano il mio presente, i loro possessori parte del mio futuro...



"Buongiorno! Com'é andata mentre non c'ero? Successo qualcosa? Com'é la nuova missione?" Una voce allegra spezzó la tristezza dei suoi pensieri.

"Buongiorno Kaname. Beh, in realtá abbiamo avuto qualche imprevisto..." Rispose acida una dura voce femminile.

"Perché cosa...? Sousuke. Cosa hai dietro la schiena. Ora." La voce allegra si fece ad un tratto spaventevole e cupa.

" Ehm, niente, cioé, io..." Balbettó un'insicura voce maschile di fronte a lei.

"SOU-SU-KE! Per quale diavolo di motivo la tua missione é svenuta e sta qui?!? Non doveva essere in incognito!?!" La rabbia fuoriusciva a fiotti dalla voce forte della ragazza. Tanto forte che uno strisciante mal di testa cominció a martellarle le tempie, costringendola a svegliarsi.

Aprí lentamente gli occhi. Una nebbia luminosa si diradó lentamente intorno a Sousuke ad a due volti sconosciuti. Due ragazze la fissavano apprensive. Una, piú giovane, aveva lunghi capelli blu e una faccia simpatica. L'altra, ventenne, aveva corti capelli neri e un paio di intensi occhi viola, oltre che a un bel petto prosperoso messo in mostra da una semplice canottiera nera.

" Come va? Tutto bene?" Disse la piú giovane china su di lei. Lentamente, Hikari prese coscienza del proprio corpo. Si trovava legata ad una sedia impagliata, accasciata su se stessa. La stanza era ampia, ma praticamente vuota, se non si vogliono contare qualche apparecchiatura elettronica, un frigo e uno scadente tavolo di compensato. A poco a poco, si ricordó anche come era arrivata lí, e scuotendosi di dosso il torpore, cominció a dimenarsi e a gridare.

"Lasciatemi andare! Lasciatemi andare!" Ruggí di rabbia, torcendo il collo e le membra in un disperato tentativo di ribellione. Sfregó forte le mani sulle corde per allentarle. Insomma faceva il diavolo a quattro: Urlava, imprecava, si dimenava e nessuno sapeva come fare per calmarla. Melissa repentina afferró una siringa dal tavolo e le trafisse il collo, spingendo lo stantuffo fino in fondo. Hikari la morse, ma subito dopo fu scossa da un fremito. Sentí un liquido ghiacciato farsi strada nelle sue vene, ghiacciarle i muscoli, bruciarle le terminazioni nervose, e urló di dolore, mostrando e digrignando subitamente i denti bianchi come perle. Il suo corpo si congelava dolorosamente in preda agli spasmi.

"Perdonaci, ma non sapevamo come calmarti. Stai tranquilla, il liquido che ti é stato iniettato provoca solo una paralisi temporanea, giusto il tempo per spiegarti che siamo qui per aiutarti"

Con voce strascicata e grande sforzo Hikari riuscí ad articolare poche parole. Le sembrava di essere un meccanismo non oliato da giorni, sentiva le articolazioni gemere fino a bloccarsi ed il suo corpo era come sotto anestesia. "Ah... Sí? Bella... Accoglienza" sospiró cercando disperatamente di riprendere fiato. La ragazza piú giovane scoccó un'occhiataccia a Sousuke.

"Ora ti spiegheró tutto, poiché non si puó fare altrimenti. Noi siamo della Mithril, un associazione non governativa volta al mantenimento della giustizia. Operiamo a difesa degli innocenti, sedando ogni conflitto" La donna si erse in tutta la sua statura con fare maestoso, puntando gli occhi duri come l'acciaio in faccia alla ragazza.

" E vi sembra... Operare... A difesa... Degli innocenti... Legarne uno... Ad una sedia... E sedarlo!?!" Rispose lei stentatamente acida.

"Giá, era proprio quello che volevo sapere io." Chiese severa la ragazza avevano chiamato Kaname.

"Ehm... Eri piuttosto fuori controllo. Comprendo che sedarti col taser non sia stata una buona idea, ma rischiavi di mandare a puttane l'intera segretezza dell'associazione Mithril." Rispose conciliante Mao.

"Quindi... Volete... Spiegarmi... Cosa volete... Da me?" L'affanno le paralizzava la mandibola, costringendola a sforzi disumani.

"Vogliamo proteggerti da coloro che vogliono farti del male" Rispose fiero Sousuke.

"Oh... Ma che... Gentili. E cosa... Ne ricavate?"
"La pace mondiale piú duratura del secolo."

"Oh... Ma... Davvero? Beh, grazie per l'interessamento, ma ce la posso... Fare benissimo da sola. Non ho bisogno di voi" Rispose sprezzante. Nonostante l'affanno, sentiva i muscoli scongelarsi lentamente. Non sarebbe rimasta in quella gabbia di pazzi megalomani un secondo di piú.

"Invece si che ne hai bisogno. Sei sola, e sei un obiettivo delle principali organizzazioni belliche mondiali. Non possiamo permettere che le informazioni immagazinate nel tuo corpo finiscano in mano loro" Mao prese il comando. Si appoggió sui braccioli della sedia, puntando gli occhi d'acciaio su Hikari. Ma Kaname non rimase a guardare.

"Ma ti paiono cose da dire? Perdonala, é solo preoccupata." Disse lei scansandola per sciogliere le corde.

"Non rimproverarla. Ha ragione. Non posso permettere che il mondo vada in fumo. Ho promesso che non mi sarei arresa, e non lo faró. Non lasceró che prendano le mie informazioni" Ghignó lei di rimando.

"Comunque, io mi chiamo Kaname. Ti dispiace se ti accompagno a casa appena ho finito con queste corde?  Cosí potró spiegarti un po' meglio ció che vogliono dire questi matti" Disse la blu guardandola negli occhi del suo stesso colore. Sorrise.

Hikari non voleva. L'unica cosa che desiderava era aspettare nel suo covo l'arrivo di chi l'aveva distrutta, per uccidere o per essere uccisa. Nient'altro. Senza loro, in fondo, non era che uno spettro vivente in cerca di vendetta. Ma un alleato sarebbe stato utile, a lei che era disarmata. Non si sarebbe fidata, li avrebbe solo sfruttati, giusto un pochino, per avere ció di cui aveva bisogno per vendicarsi. Poi, sayonara e a mai piú rivederci. Giró il viso dall'altra parte. " Va bene" brontoló.

 "Perfetto, allora andiamo!" Esultó Kaname prendendola per mano. "Noi due faremo un discorsetto piú tardi, sul significato delle parole"incognito" e "gentilezza"" Kaname fulminó Sousuke, che trasalí, dunque uscí dalla porta, trascinandola con lei sul pianerottolo.

"Perdonali. Sono solo un po' agitati, non gli era mai capitato che uno dei protetti li aggredisse a quel modo. Mao non voleva dire quelle cose, era solo preoccupata per te." Le disse la ragazza con tono tranquillo, pacifico.

"Per me, o per le sue preziose informazioni?" Rispose sarcastica lei, strofinandosi i polsi sui segni delle corde.

 "Dai, andiamo, ti accompagno a casa" disse lei prendendola per mano e portandola giú per le scale.
Giunte giú, subito Kaname si diresse verso la sua casa. "Come fai a sapere dove abito?" Chiese Hikari sospettosa.

"Prima in quell'appartamento ci abitavo io. Ma parlami un po' di te"

Dopo un quarto d'ora passato sotto casa di Hikari, Kaname era a malapena riuscita ad estorcerle un paio di monosillabi, mentre lei aveva dato il via ad una lunga disquisizione sulla Mithril e sui suoi scopi. Non era neanche riuscita a capire come avesse fatto a sapere di essere una Whispered. Tutto ció che riguardava la ragazza dopo l'incidente era avvolto nel mistero, e lei sembrava avvilupparcisi volontariamente, chiudendosi a riccio e sviando il discorso, senza effettivamente dire nulla di sè.

In realtá, Hikari non aveva affatto bisogno di tutti quei discorsi. L'aveva capito sin dall'arrivo di Kaname. Una ragazza del genere era l'onestá in persona. Non avrebbe mai potuto stare con dei terroristi cosí allegramente. Inoltre aveva le sue informazioni, e sapeva perfettamente cos'era la Mithril. Quella ragazza peró era cosí insistente, sembrava volesse assolutamente entrare nella sua vita, forzare l'entrata, che alla fine sarebbe stata costretta a cederle. Non doveva permetterlo, si doveva fermare prima. Kaname era impossibile! Se lei non cedeva con le buone, partiva con una lagna lunghissima sul fatto che non poteva fare tutto da sola, che loro c'erano sempre, ecc..., che per caritá, tutte belle parole giuste, sicuramente in altri frangenti le avrebbe dette anche lei, peró... In realtá era che Kaname aveva ragione e che lei non sapeva rispondere, o forse era troppo stanca per farlo e non voleva neanche provare a cambiare qualcosa. Che senso aveva risvegliare i buoni pensieri, se non c'era nessuno per cui viverli?

Persa nei propri pensieri, aveva bellamente ignorato Kaname.
"Hei, mi stai ascoltando? Ti ho chiesto se posso venire su a prendere le mie vecchie cose, quelle scartoffie in cima all'armadio, ricordi?"

"Oh, si, certo, sali" Si risveglió lei improvvisamente.
Subito Hikari si diresse alle scale.

 "Perché non prendi l'ascensore?"

"É rotto".


Quindici minuti dopo, le risate di Hikari accoglievano l'arrivo di Kaname esausta, che si trascinava sugli scalini con la lingua di fuori e gli occhi bassi come un mulo, e i lunghi capelli blu grondanti sudore che spazzavano il pavimento.

"Ma come, non ce la fai? Tu, la grande Kaname Chidori..."disse Hikari squadrandola con finta sufficienza, con la voce che trasudava amaro sarcasmo.

"Sono... Un po'... Fuori allenamento, tutto qui. Dammi un paio di giorni e..." Rispose lei ansimante, con le mani sulle ginocchia.

"Oh, sisi, immagino..." Ghignó.
"Mi stai prendendo in giro?" Rispose squadrandola da sotto i capelli.

"Ma va?"

"Brutta...!" Kaname la attaccó con una battaglia di solletico. Entrambe risero sfinite sul pianerottolo alla fine delle ostilitá. 1* punto debole di Hikari: Il solletico! Si appuntó mentalmente Kaname, osservando l'espressione vagamente rinfrancata della compagna sulle occhiaie scure e le guance scavate. Infine, Hikari si ricordó di dover aprire la porta. Prese le chiavi, fece scattare la serratura e...

Un magnifico ragazzo a torso nudo alle prese con i fornelli si mostró agli occhi sorpresi di Hikari ed a quelli scioccati di Kaname. Quella Hikari scontrosa, vendicativa, depressa e piena di rancore aveva dunque un fidanzato?!?! Pensó Kaname con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Ed era pure bello, con quei muscoli, i tratti marcati, la mascella crudemente delineata... Stop! Insomma, lei aveva Sousuke, no?
"Mathieu, cosa ci fai qui? Hai sbagliato appartamento per caso?" Ironia, portami via! Kaname alzó gli occhi al cielo.
"Ma come, non posso preparare la cena alla mia dirimpettaia preferita?" La aduló lui con un sorriso smagliante alla Mentadent e lo sguardo da cucciolo implorante.
"E anche l'unica. Abbassa quella torcia e rispondi alla mia domanda" gli sorrise bonariamente.
"Beh, di solito non esci mai se non il giovedí, e quando rientri sei piú triste di un cagnolino sbattuto per strada. Cosí ho pensato che dato che non rientravi, doveva essere successo qualcosa, e mi sono detto: "Tiriamo su il morale alla piccola stellina triste che é tanto buona con me" ed eccomi qui." Rispose lui dandosi un tono da fratello maggiore mentre le scompigliava i capelli.
"Come hai fatto ad entrare?" Hikari incroció le braccia sul petto.
"Hai lasciato la porta aperta stamattina" rispose tranquillo lui fissandola di sottecchi dai fornelli, con uno sguardo strano che la infastidí.



 Beh, di una cosa Hikari era certa. La porta quella mattina era chiusa.



 


Come é questo capitolo? In realtá, sono un po' insicura sui dialoghi e alcune parti. É soltanto un capitolo di transizione, peró... Forse lo modificheró leggermente nei prossimi giorni, ma la trama principale non verrá intaccata. Voglio tastare un po' il terreno, mi comporteró di conseguenza a ció che mi potrebbe essere criticato cercando una soluzione espressiva migliore. Un racconto cresce attraverso le critiche. Recensite. Ringrazio chi ha messo questa storia fra le seguite e chi ha recensito i precedenti capitoli. Grazie infinite!


http://www.grandeblu.it/index.php?url=saccheggio&id=53936
   
 
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