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Autore: Sarah_Bartowski    13/07/2016    3 recensioni
< Fammi capire. Quando ti servo va tutto bene. Puoi chiamarmi, messaggiarmi e rivolgermi la parola. Però non puoi mangiare qualcosa con me? Ti ricordo che sei stato tu a baciarmi al tuo matrimonio >
< Non posso perché tu vuoi qualcosa che io non posso darti > ammetto, e non immagina quanto mi costa ammetterlo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ho urgente bisogno di te, ti aspetto sul tetto di casa mia, corri”

Il mio cuore perde un battito quando leggo il messaggio che mi ha mandato Magnus. Non lo sento da giorni e queste parole mi fanno leggermente preoccupare. Recupero in fretta la mia giacca e una spada angelica e mi dirigo a casa sua. Corro più velocemente che posso, mentre il cuore mi martella forte nel petto per la paura di quello che potrei trovare da Magnus. Quando arrivo sul tetto, però, la scena che mi si para davanti non si avvicina per niente a tutti gli orrendi scenari che mi sono immaginato per tutto il tragitto. Davanti a me, stesa per terra c’è una coperta blu notte, con dei cuscini dello stesso colore e un basso tavolino apparecchiato per due.

Mi guardo in giro, leggermente confuso, cercando Magnus. Lo vedo arrivare con in mano una bottiglia di vino e due eleganti bicchieri.

<< Ben arrivato, fiorellino >> mi saluta con un caloroso sorriso.

Lo guardo ancora più confuso e, mentre realizzo che non c’è nessun pericolo, la rabbia prende il posto della sorpresa.

<< Cosa vuol dire tutto questo? >>

<< Non abbiamo ancora avuto il nostro appuntamento e ho pensato di fare qualcosa di più intimo, niente ristoranti o robe simili. Solo io e te > risponde sempre sorridendo, mentre con un gesto elegante delle sue lunghe dita indica quello che ha preparato.

<< Per l’Angelo, Magnus >>

<< Aspetta prima di farmi la predica. Lo so, mi dispiace di averti fatto preoccupare ma se ti chiedevo di raggiungermi per mangiare con me non saresti mai venuto >>

<< Hai ragione, non sarei venuto. Mi dispiace, ma non posso rimanere, devo andare, all’Istituto hanno bisogno di me. >>

Faccio per andarmene, esasperato da questo stregone che trova sempre il modo di prendere quello che vuole. Ho davvero troppe cose da fare. Dopo tutto il casino che è successo l’Istituto è immerso nel caos più totale e io ho delle responsabilità ora che sono rimasto solo.

Magnus sta zitto per qualche secondo, mentre mi guarda andare via. Quando si decide a parlare, però, mi blocca sul posto.

<< Fammi capire. Quando ti servo va tutto bene. Puoi chiamarmi, messaggiarmi e rivolgermi la parola. Però non puoi mangiare qualcosa con me? Ti ricordo che sei stato tu a baciarmi al tuo matrimonio >>

La sua voce è gelida e mi fa rabbrividire. Non l’ho mai sentito così arrabbiato.

Chiudo un attimo gli occhi, giusto il tempo di riprendere fiato e di calmare il mio cuore impazzito.

Ha ragione. Sono stato io ad annullare il matrimonio e sono stato io a baciarlo.

Sono ancora confuso riguardo a quello che provo per Magnus, l’unica cosa di cui sono certo è che mi sono messo contro tutti per lui e nessuno ancora me lo ha perdonato.

Lo farei di nuovo, senza guardarmi indietro, sceglierei ancora lui quel giorno. Vorrei farglielo capire ma non posso farlo senza espormi e se c’è una cosa che insegnano ai Nephilim fin da piccoli è di non esporsi mai.

<< Non posso >> rispondo sussurrando, rimanendo nella mia posizione senza il coraggio di guardarlo negli occhi. Non posso o crollerei ed è una cosa che non deve succedere. Lo sento avvicinarsi e reprimo l’impulso di girarmi e affondare nelle sue braccia. Vorrei davvero farlo, giusto per liberare la mente per un attimo e sentirmi di nuovo bene.

So che vuole dirmi qualcosa ma glielo impedisco, continuando il mio discorso, dandogli sempre le spalle.

<< Non posso perché tu vuoi qualcosa che io non posso darti >> ammetto, e non immagina quanto mi costa ammetterlo.

Io, che non mi espongo mai, che non mi affeziono mai alle persone, che manifesto le mie emozioni solo con la mia famiglia, sto per ammettere quanto questo stregone mi sia entrato dentro.

Mi prende per un braccio e mi gira. Nei suoi occhi leggo una rabbia mai vista in lui. Capisco tutta la sua ira ma mi impedisco, ancora, di guardarlo negli occhi. Ho fatto una cavolata, lo so. Ma non posso più tornare indietro. Lui vuole davvero qualcosa che io non posso dargli.

<< Dimmi, Alexander, cosa vorrei di così tanto difficile da ottenere utilizzando la magia? >>

Non capisce. Lui, il sommo stregone di Brooklyn, non riesce a capire la cosa più ovvia.

Abbasso gli occhi, nonostante tutto sono in imbarazzo ad ammetterlo.

<< Me, tu vuoi me e io non posso darti quello che vuoi >>

Anche se non lo sto guardando direttamente, con la coda dell’occhio lo vedo sussultare.

<< Alexander >> mi dice, mentre con una mano cerca di sollevarmi il mento.

Vorrei dirgli di smetterla di chiamarmi così, che non posso rimanere ancorato alla mia posizione se lui pronuncia il mio nome come se fosse la parola più bella del mondo. Mi allontano, il suo profumo è troppo forte per riuscire a concentrarmi.

<< Non posso Magnus, mi dispiace. >>

<< So perché non puoi, non credere che non l'abbia capito >>

Lo guardo, aspettando che continui. Non può realmente saperlo, non può capire come sia stato vivere la mia vita.

<< Magnus io sono uno Shadowhunter, un soldato. Sono stato addestrato a non provare certe emozioni. Sono stato cresciuto per combattere e fin da piccolo mi sono trovato bene a nascondermi nel’ombra di Jace. Lui non prova emozioni, lui non ha paura e mi è sempre andato bene così. >>

Magnus mi guarda, forse aspetta di sentire il resto, ma non gli dirò più niente. Mi sono già esposto troppo.

<< Lascia stare, torno all’Istituto. Se hai davvero bisogno la prossima volta chiamami >>

Magnus mi prende la mano bloccandomi. Non faccio in tempo a dirgli di lasciarmi che mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Dovrei allontanarmi, ma non voglio.

Le sue labbra sono morbide contro le mie, le suo mani ingioiellate sono nei miei capelli. I ricordi del matrimonio mi assalgono, e il mio cuore batte esattamente come quel giorno. Non resisto più e lo stringo a me.

<< Non ci voleva poi molto per farti sciogliere >> mi dice non appena si stacca da me.

<< Non posso lo stesso Magnus, quello che provo per te mi rende vulnerabile. E con tutto quello che sta succedendo non posso permetterlo>>

<< Hai ammesso di provare qualcosa per me. Per adesso mi basta >>

Non posso fare a meno di sorridere. Magnus mi manda fuori di testa ed è proprio questo che mi piace di lui.

Guardo di nuovo quello che ha preparato per me e decido che per una sera posso essere semplicemente Alec.

Niente Shadowhunter e niente stregoni, solo Alec e Magnus.

<< Allora cos’hai preparato di buono? >>

Il sorriso che mi rivolgere mi fa battere il cuore all’impazzata.

Mi prende per mano e mi conduce alla coperta.

<< Dimmi quello che vuoi e te lo farò avere >> mi dice agitando di nuovo le sue lunga dita, sprigionando scintille blu.

Lo bacio di nuovo e come la prima volta lo sento sorprendersi prima di lasciarsi andare.

Sì, per una sera possiamo essere semplicemente due ragazzi ad un primo apputamento.

  
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