Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Mnemosine__    13/07/2016    2 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel tardo mattino, quando Elisabeth si svegliò, l'altro lato del letto era vuoto e freddo. La figlia di Poseidone chiuse gli occhi. Non doveva essere tanto sorpresa, Apollo le aveva detto che doveva tornare nella sua cabina perché aveva promesso a Sun di insegnarle ad accordare la lira.

La ragazza si avvolse per bene nelle coperte poi, con gli occhi ancora chiusi, cercò con le dita il cuscino di Apollo e lo avvicinò al viso, decisa ad affondarvi e respirare il profumo del suo ragazzo.

"Il mio ragazzo" pensò sorridendo mentre si lasciava cadere sul morbido cuscino...

Qualcosa di freddo le graffiò il volto.

Aprì gli occhi di scatto, la mano pronta ad afferrare l'anello appoggiato sul comodino di fianco al letto. 
Guardò il cuscino. Sopra c'era una busta verde. 
Aveva ancora mal di testa, segno che veramente la sera prima aveva bevuto parecchio.
Elisabeth la aprì e lesse con fatica la lettera, sgranando sempre di più gli occhi a mano a mano che procedeva con la lettura.


"Ti sei alzata presto stamattina." Commentò Percy mentre si infilava in bocca un'intero muffin blu.
Elisabeth annuì distrattamente e si passò una mano sulla fronte. 
"Potresti smetterla di urlare?" Chiese.
Percy la guardò confuso. "Ehm... Non sto urlando."
"Allora credo di aver bevuto troppo." 
"Non hai preso un po' di ambrosia?" 
Lei scosse la testa. 
Percy le porse due quadratini del cibo dorato,  e la ragazza li ingoiò in due secondi. "Grazie" disse iniziando già a sentirsi meglio.
"Ora che non hai più la mente annebbiata, mi diresti perché Annabeth mi ha detto che stamattina ha aperto gli occhi per alcuni secondi e ha visto te e Apollo nel tuo letto?"
"E perché tu eri con Annabeth?" 
"È la mia ragazza." 
"Sei troppo piccolo per fare certe cose Pierce." Commentò lei. 
"Guarda che ho diciotto anni, sorellina. Tu ne hai sedici, sono io quello che ti deve controllare." 
"Sono sedici solo esteriormente." 
"Fatto sta che sembro più grande di te." Disse lui sfoggiando un sorriso "E sono molto più figo." 
"Certo Pierce, certo." 
Seguirono degli attimi di silenzio in cui Percy tornò ad abbuffarsi, Elisabeth spostò lo sguardo verso il tavolo di Apollo, guardandolo di sottecchi. 
Sembrava così felice con i suoi figli, con la sua famiglia. 
Lui quando si accorse che lo stava guardando le sorrise con calore e lei ricambiò. 
"Allora?" Chiese Percy.
"Allora cosa?"
"Perché tu e Zio Pollo eravate insieme?" 
"E perché tu non ti fai gli affari tuoi?" Chiese di rimando lei.
Lui le fece la linguaccia "Rompiscatole." 
Elisabeth si strinse nelle spalle "Io non ti chiedo mica perché tu e Annabeth fate certe cose." 
"Ma con zio Pollo è diverso. Insomma... É di Pollo che stiamo parlando!" 
"Pierce?"
"Si sorellina?" 
"Papà ci ha invitati a cena stasera."
Percy per poco non si strozzò con il succo ai mirtilli che stava bevendo. 
"Che?" 
"Papà ci ha invitati a cena con lui, Anfitrite e Tritone." Ripeté lei.
"Che?" 
"Ho detto che papà..."
"Ho capito che cos'hai detto!" Sbottò lui. 
"Ma non riesco a... Perché proprio adesso..." Cominciò a balbettare. "E Tritone..."
"Sono scioccata quanto te. È per questo che mi sono alzata presto." 
"Ma perché? Voglio dire, è grandioso che papà ci abbia invitato, ma perché con Tritone?"
"Perché è il primogenito che ha avuto da sua moglie, il suo erede... Cosa che dovrei essere io visto che sono nata prima di lui." Borbottò lei. 
"Dove ceneremo?" 
"Qui vicino, in un ristorantino sulla spiaggia." Rispose guardando il piatto.
"E Tritone come farà a..."
"Avrà le gambe." 
"Ovviamente." Sbottò Percy. 

Qualcuno fischiò dal tavolo di Apollo. 
Io dio era in piedi e faceva segno alla ragazza di raggiungerlo. 
Lei alzò gli occhi al cielo e annuì.
Elisabeth si infilò una mano un tasca, tirando fuori la busta incriminata un po' spiegazzata e la porse al fratello. "Leggi." 

Cari ragazzi miei, 
Lo so che forse per voi non è il momento più adatto, ma ci farebbe piacere (a me, vostro fratello e la vostra matrigna) di cenare con voi. 
Pertanto vi aspetto stasera alle otto in punto davanti all'entrata del ristorante proprio fuori a Long Island. 

P.S. Liz, se tu e Apollo dovete fare quello che fate, vi prego di non farlo davanti a me come stamattina. 
Poseidone.

Erano le otto meno un minuto.
I due Jackson erano davanti all'entrata del ristorante.
Percy indossava un'elegante camicia blu e i pantaloni, da quanto ci passava le mani sopra a causa del nervosismo, avevano fatto arrossare e indurire leggermente la pelle delle sue mani.
Elisabeth aveva messo un vestito dello stesso colore della camicia del fratello e continuava a lisciarsi e arrotolare i capelli per la tensione.
"Quanto manca?" Chiese.
"Sono le 19.59." Rispose lui come se lo avesse già fatto due secondi prima.
"E adesso?" 
"Sono passati solo pochi secondi." 

"Per gli dei, Percy smettila di strisciare le mani sui pantaloni!" Sbottò lei.
"E tu allora piantala di toccarti i capelli!" 

"Secondo te verranno sul serio?" 
"Spero di no ma credo di si." 

"Sono le otto." 
"Già"
"Ragazzi miei!" 
Una voce li fece girare. 
Davanti al loro c'era una macchina nera da cui era sceso un uomo dai capelli e la barba neri, gli occhi verdi e la pelle abbronzata. 
Indossava una delle sue camicie strampalate e i suoi pantaloncini color cachi. 
Stava aiutando a scendere dal veicolo una bellissima donna dai capelli scuri, un bel vestito verde le fasciava il corpo. 
L'ultimo che uscì dall'auto fu un ragazzo.
Immaginatevi di sentire la solita musica che parte nei film quando i protagonisti fanno la loro entrata spettacolare poi aggiungete un po' di brezza marina. 
Aggiungete un bel ragazzo, molto simile a Percy, che indossava una bella camicia bianca e che, cosa più importante, non era verde o ricoperto di squame. 
Anfitrite si avvicinò ad Elisabeth insieme al marito. 
"Lissandra." Salutò la nereide. 
"Anfitrite." Le sorrise la ragazza. 
"È passato tanto tempo Liz." Disse il padre. 
Lei abbassò gli occhi per non incrociarli con quelli del dio "Già." 
"Ciao Percy." Poseidone si rivolse al figlio minore.
"Ciao papà." Disse Percy mentre il padre si avvicinava per abbracciarlo. 
Quando si staccarono Percy sorrise alla matrigna "Grazie per i biscotti che mi hai mandato. Erano ottimi." 
Lei gli sorrise "Volevo farti capire che non sono come la matrigna cattiva delle favole mortali." 
Sia padre che sorella lo guardarono straniti. Lui si strinse nelle spalle "Anfitrite mi ha mandato dei biscotti al cioccolato l'ultimo giorno di scuola." 
"A me non hai mai fatto i biscotti al cioccolato, mi fai solo quelli con i cereali di Demetra!" Si lamentò Poseidone.
"Tu non li hai mai chiesti." Si limitò a rispondere la moglie. 
Percy scoppiò a ridere e poco dopo Poseidone si unì a lui.
Elisabeth sorrise e spostò lo sguardo verso il fratellastro che era appena sceso dal veicolo.
Tritone era raggiante e sprigionava un senso di superiorità da tutti i pori.
Inchiodò subito i suoi occhi in quelli di Percy e i due iniziarono una muta lotta di sguardi d'odio puro, nessuno si azzardava ad abbassare lo sguardo.
Percy strinse impercettibilmente i pugni e Tritone indurì la mascella.
Elisabeth, che si era accorta della guerra in corso, fece segno al padre di intervenire prima che i due combinassero qualche pasticcio. 
Poseidone, allora, mise una mano su una spalla di Percy e una su quella di Tritone, interrompendo il contatto tra i due "Che ne dite di andare a mangiare?"
Angolo me: buona sera! Piaciuto il capitolo? Ho modificato il titolo della storia con Blood Brothers. Bene, vi avviso già che nel prossimo Tritone e Percy faranno a botte e ci sarà un colpo di scena, quindi preparatevi. Ditemi che ne pensate e se avete consigli!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Mnemosine__