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Autore: Sylvia Naberrie    14/07/2016    2 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 22
"PEDINAMENTO"


Soraya, Nihall e Noal ritornarono dove avevano parcheggiato lo speeder. La Maestra fece salire i due ragazzi mentre lei rimase in piedi, gli occhi puntati verso l'uscita.
Dalla cintura estrasse un piccolo oggetto tondo di metallo nero, che subito mise dentro l'orecchio. Lo presse e una lucetta verde si illuminò.
"... Sei stata troppo incauta! Come ti è saltato in mente di farli entrare?", sentì dire da una voce profonda e maschile. Probabilmente era l'uomo che si fingeva addormentato.
"Lo so, è stato un errore madornale. Quella donna ha detto di avere delle domande da Othar e semplicemente mi ero incuriosita. Forse erano altri ordini in codice", tentò di giustificarsi Rania.
"Stupida. Pure tu sai che Othar è morto, quali ordini avrebbe dovuto darci?"
"Scusami Cheng... Non so che mi è preso"
"Ora sai che cosa succederà? Che Quello viene qui e ci ucciderà!", sibilò irato Cheng.
Soraya si chiese chi fosse "Quello".
L'uomo chiamato Cheng l'aveva nominato con un misto di paura e rabbia. Forse era l'uomo a capo della misteriosa setta di cui facevano parte, o qualcuno di potente all'interno di essa.
"Non dire così! E poi perché dovrebbe venire? Nessuno verrà a saperlo. I Fratelli non verranno mai a conoscenza di questo mio errore. Tu non glielo dirai, vero?", chiese dolcemente Rania.
Soraya sentì il rumore di uno schiaffo e un grido femminile.
"Idiota! Non hai neanche visto chi fosse quella donna? Hai visto com'era vestita?"
"Io... N-no. Cosa aveva di strano?", piagnucolò Rania. Cheng sospirò arrabbiato.
"Era una Jedi! Sotto il mantello aveva la tunica tipica dei Jedi! E se fossi riuscita a togliergliela avresti visto anche la spada! Possibile che tu non sappia niente di queste cose?"
Soraya sobbalzò. L'uomo le aveva viste e aveva riconosciuto i loro abiti. La loro copertura era saltata.
"Maestra?", chiese sottovoce Nihall, notanto la sorpresa della donna.
Soraya le fece cenno di aspettare e tornò ad ascoltare ancor più attentamente, tappandosi anche l'altro orecchio per isolare i rumori provenienti dall'esterno.
"Ma che dici? I Jedi non hanno un solo apprendista? Questa ne aveva due... È impossibile!", mormorò Rania.
"La zabrak era l'apprendista. Era vestita identica a lei. L'altro bambino... Non lo so. Ma ho paura abbia a che fare con la nostra missione. Non hai notato che somigliava a quel ragazzino, Exun?"
Soraya sentì tramite la cimice dei passi pesanti e il rumore di una stoffa che svolazza.
"Dove vai?", chiese Rania preoccupata.
"Ad avvertire gli altri della stupidaggine che hai combinato!", la rimproverò severamente l'uomo.
"Cheng, ci uccideranno! Ti prego, non lo fare!", pianse la ragazza.
"Meglio morire rimediando i propri errori che farsi scoprire ed essere uccisi nel modo più brutale!"
Soraya sentì di nuovo i passi dell'uomo finché non si fecero più deboli. In sottofondo, Rania piangeva.
Soraya spense l'auricolare e lo estrasse dall'orecchio, riponendolo in una tasca della cintura.
"Novità, Maestra?", chiese curiosa Nihall. Soraya si rivolse al bambino.
"Noal, tuo fratello si chiama Exun?"
Il bambino saltò in aria, gli occhi che gli brillavano.
"Sì! È Exun!"
Nihall osservò la scena senza capire.
"Bene, forse riusciamo a trovarlo", affermò la donna. Nihall la guardò impaziente.
"Voi due, scendete di lì, dobbiamo nasconderci", ordinò Soraya prendendo Noal dallo speeder e posandolo a terra. Nihall scese dal mezzo e la seguì indispettita.
"Maestra, non posso sapere quello che ha sentito? E perché ci stiamo nascondendo?", sussurrò innervosita, seguendo la sua maestra dietro un altro speeder vicino l'entrata.
"L'uomo ha riconosciuto la nostra tunica e sa che siamo Jedi. Ha riconosciuto anche Noal, ha detto che somigliava a suo fratello Exun. Perciò presumo ce l'abbiano loro. Ora quest'uomo sta andando ad avvertire i Fratelli che due Jedi sono sulle loro tracce. Dobbiamo seguirlo e scoprire dov'è Exun", spiegò Soraya.
"I Fratelli?", domandò senza capire Nihall.
"Presuno si chiamino così dentro la setta... Shhh, arriva", sussurrò la Maestra, facendo segno di far silenzio e accucciandosi di più dietro il mezzo.
Cheng uscì dal mercato nero e, guardandosi intorno, prese uno speeder azzurro e si allontanò dalla fabbrica abbandonata.
"Presto, dobbiamo seguirlo!", intimò Soraya, correndo verso il loro speeder rosso.
Si inoltrarono del traffico di Da Soocha V, che era meno affollato rispetto a quello di Coruscant e Nar Shaddaa, perciò Soraya faceva più fatica a non farsi notare dall'uomo che, dal canto suo, continuava a girarsi e a controllare di non essere seguito.
Soraya notava che quel Cheng continuava a prendere gallerie affollate e stradine abbandonate. Lei cercava sempre di passare quando ormai l'uomo era arrivato dall'altra parte.
Dopo un po', quando sembrava che Cheng si fosse convinto di non essere seguito, all'improvviso Soraya non lo vide più.
"Padawan, hai visto dove è andato?", chiese preoccupata Soraya, guardandosi intorno.
"No, maestra, dopo questa galleria è sparito!", esclamò Nihall cercando anche di sporgersi un minimo e guardare sotto di loro il flusso di macchine.
Soraya batté frustrata la mano sul volante.
"Maledizione!", esclamò furiosa.
Sentì Nihall sobbalzare e fare segno con la mano mentre fissava qualcosa sotto di loro.
"Maestra! Maestra! L'ho trovato! Lì sotto! Quello speeder giallo!", gridò con urgenza la Padawan.
Soraya virò in basso, guidata dal dito della zabrak.
"Sicura, Padawan?"
"Sì, Maestra. Dall'alto ho riconosciuto il suo cappello con la spilla", rispose orgogliosa Nihall.
"Ben fatto, Padawan"
Nihall sorrise compiaciuta.
L'uomo ora sembrava più sicuro di sé, dopo aver cambiato speeder. Soraya lo notò dal fatto che non si girava più a controllare di essere seguito. Forse aveva notato il loro speeder che lo seguiva o forse aveva avuto il presentimento di essere pedinato.
'L'importante è che ora non mi dia più problemi', pensò la Maestra.
Lo seguì fino a una zona del pianeta piena di fumo, dove probabilmente si trovava il vero e proprio stabilimento industriale.
Lo speeder giallo si fermò davanti a un palazzo nero, un po' fatiscente, con una specie di fattoria malandata a fianco.
"E adesso?", chiese Nihall.
"Maestra Soraya, mio fratello è lì?", chiese il piccolo Noal.
"È probabile Noal. Però adesso non so come tirarlo fuori...", meditò la Maestra.
"Non possiamo fare come a Ganath? Entriamo, assaltiamo il palazzo e liberiamo Exun?"
"Padawan, assolutamente no! In quel caso la situazione era grave, i bambini venivano picchiati e sfruttati. Qui non sappiamo cosa succede. Dobbiamo prima indagare. Il tuo piano di assaltare il palazzo non è affatto da Jedi, Padawan", la rimproverò Soraya.
Nihall abbassò lo sguardo, tra l'offeso e il dispiaciuto.
"Venite, lì c'è un ostello, ci sistemiamo in una stanza mentre pensiamo sul da farsi"
Soraya lasciò lo speeder in uno spiazzo non molto lontano dall'ostello in questione.
"L'allegro porco-palla... Sembra divertente!", esclamò la Jedi leggendo l'insegna del locale, girandosi e sorridendo ai ragazzi.
Entrarono e Soraya si avvicinò al bancone, dove si trovava un Nemoidiano dalla pelle color verde palude e gli occhi rossastri.
Soraya si arrestò improvvisamente e fece una smorfia. Conosceva la cattiva fama dei Nemoidiani sul loro desiderio di accumulare ricchezze.
'Sono sicura che l'affitto sarà carissimo, meglio sbrigarsi con questa missione', pensò fra sé e sé. Sospirò e si avvicinò al titolare.
"Buonasera, una tripla, per favore"
"Mmh, per quante notti?", chiese l'alieno assottigliando i suoi occhietti malevoli.
"Ancora non lo so, le pagherò l'alloggio ogni sera, se per lei va bene", contrattò la Jedi.
"No, io voglio che paghiate ora. Non posso lasciare una stanza soltanto per voi non sapendo se arriveranno altri clienti! Lei comprende, vero?", chiese con voce melliflua il Nemoidiano.
"Sì, comprendo", rispose Soraya facendo una smorfia.
"Bene, allora. Sono lieto che parliamo la stessa lingua. Mi dica ora, per quante notti volete fermarvi?"
Soraya ci pensò su.
"Tre notti. Compresa questa, ovviamente", precisò.
"Ovviamente", le fece eco il Nemoidiano, scrivendo nel registro.
"A che nome?", chiese successivamente.
"Keto"
"Bene, sono sessanta mila crediti", annunciò l'alieno, voltandosi e prendendo una chiave posta in uno dei piccoli scaffali dietro il bancone.
Soraya fece l'ennesima smorfia al sentire quella cifra, quando poi le venne in mente un'altra cosa.
"Ah, dimenticavo! Se possibile, vorrei una stanza che dia sulla strada, grazie"
Il Nemoidiano lo fissò scocciato, posando la chiave e prendendone un'altra.
"Non ho triple che danno sulla strada, dovrete accontentarvi di una doppia oppure una quadrupla"
"La doppia andrà bene"
L'alieno le porse la chiave con riluttanza mentre Soraya gli porgeva i crediti.
"Ovviamente il prezzo scenderà, dato che stiamo prendendo una doppia, al posto di una tripla", precisò Soraya.
"Ovviamente", ripeté con scherno il Nemoidiano.
Le consegnò i ventimila di resto e le fissò salire le scale.
"Maestra, ma noi siamo tre, come facciamo a dormire tutti in una doppia?", chiese Nihall. Soraya le accarezzò i capelli.
"Non preoccuparti Padawan, io posso dormire a terra o al massimo ci diamo i turni", la rassicurò la Jedi.
"Purtroppo non potevo fare altrimenti, con una stanza che dà sulla strada possiamo osservare cosa succede in quel palazzo, come abbiamo fatto su Ganath"
Arrivarono alla stanza segnata nella chiave, entrarono e osservarono l'ambiente.
Seppur apparentemente pulita, la stanza era molto disadorna, vi era solo lo stretto necessario. I due letti avevano delle lenzuola grigie con qualche buco, la vernice delle pareti in alcuni punti era scrostata e, vicino al balcone, in alto, vi stazionava una grande macchia di umidità. Il rubinetto del bagno perdeva e il plof plof delle gocce risuonava anche nella stanza.
Noal e la zabrak guardarono Soraya con delle smorfie sul loro volto.
"Non ho mai detto che fosse un bel posto", si giustificò la Jedi.
Poi si affacciò per controllare che effettivamente si vedesse il palazzo nero.
Da dove si trovavano loro, riuscivano chiaramente a vedere la fattoria accanto al palazzo. Si trovavano in direzione nord-ovest rispetto ad esso. Nihall seguì la Maestra e guardò anche lei. Solo allora si accorsero che la fattoria non era completamente vuota.
"Sono degli eopies", asserì Soraya.
Nihall spalancò gli occhi. Le vennero in mente gli eopies che aveva visto allo spazio porto e subito prese il binocolo dalla sua cintura.
"Padawan, è tutto ok?", chiese Soraya, stupita dall'impazienza della zabrak.
"Maestra, quando siamo atterrati ho visto un gruppo di eopies nello spazio-porto. Degli uomini li stavano caricando in un camioncino a forza", rispose Nihall con urgenza.
"E quindi?"
"Maestra, non è strano che degli eopies si trovino in questo posto troppo umido per loro?", continuò Nihall osservando la fattoria.
"Hai ragione, Padawan..." ragionò Soraya prendendo anche lei il suo binocolo. Poi guardò Nihall sorridendo.
"E così abbiamo un'esperta in zoologia?"
Nihall si allontanò dal binocolo e sorrise alla Maestra, arrossendo.
"Il maestro Yoda mi permetteva di andare all'Archivio quando c'erano momenti di pausa dallo studio o dagli esercizi. Mi piacciono gli animali, li conosco tutti e so tutte le loro caratteristiche", affermò orgogliosa.
"Buono, potrebbe esserci utile la tua conoscenza", continuò Soraya, facendole l'occhiolino.
Nihall sorrise e riprese a osservare con il binocolo. Tutt'un tratto si agitò.
"Maestra, ecco lì! Guardi! È quello il camioncino che ho visto allo spazio-porto!", gridò Nihall indicando un mezzo parcheggiato dentro la fattoria.
Soraya riprese il suo binocolo e lo intravide. Lesse le lettere stampate sul fianco.
"D K... Cosa vorrà dire?"
























Note dell'autrice

Salve a tutti, gente!! :D
Come state? ^^ mah, io tra l'accaldato e l'assonnato u.u
Vi è piaciuto il capitolo? Si scoprono anche cose in più su Nihall, un dettaglio non poco importante per la storia ;)
Il primo che dice che D K vuol dire Donkey Kong lo defenestro xD
Comunque, come vi avevo avvertito nel capitolo precedente, quel camioncino non è messo lì a caso e infatti eccolo qui! Più in là scoprirete a cosa serve ;)
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, i prossimi saranno quelli più pieni d'azione perciò non mancate ;)
Il prossimo appuntamento sarà Giovedì 28 Luglio.
E, dato che è da parecchio che non lo faccio, ringrazio tutti voi che mi state leggendo, tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate e magari anche da recensire, e infine ringrazio Aven90, famousdrago, RagazzaOmbra, Nuanda che piano piano sta leggendo le nuove avventure di Soraya e Dragasi che spero torni presto. Ti aspetto, sorellina ^^
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^

Bene! Penso di aver detto tutto :)
Alla prossima!! ^^
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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