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Autore: Mnemosine__    14/07/2016    3 recensioni
Poseidone, l'unico che sembrasse avesse prestato fede al giuramento di non avevre figli, ne aveva aveva avuto uno da una mortale.
E aveva anche la faccia tosta di chiedere alla figlia maggiore di mantenere il segreto e di aiutarlo a nascondere il bambino?
"Cosa vuoi che faccia?" Chiese senza tanti convenevoli quando suo padre le aprì la porta.
"Vivere qui. Dovrai proteggerlo dagli occhi degli dei e dei mostri."
"Cioè vuoi che rinunci alla mia vita per fare da baby-sitter. Va bene, lo farò. Ma se Zeus lo scoprirà ti prenderai tutta la colpa.
"Grazie"
"Ringrazia di avermi fatto giurare." Ringhiò lei. "Allora? È un maschio o una femmina?"
Poseidone fece segno a Sally di avvicinarsi con il fagottino.
"Ti presento Perseus, tuo fratello." Elisabeth sbuffò imponendosi di odiare da subito il fagottino, lo avrebbe solo protetto come voleva suo padre e quando la pulce fosse stata abbastanza grande l'avrebbe lasciato e sarebbe tornata a fare i cavoli suoi.
Quando, però, gli occhi dei due si incontrarono tutti questi propositi andarono dritti dritti al Tartaro.
Quel bambino era speciale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Brothers'
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"Cosa vi posso portare signori?" 
Il tavolo prenotato dal dio del mare si trovava su una terrazza scoperta che dava sulla spiaggia, era in una angolino leggermente più appartato ed era il tavolo più vicino al mare. 
Il profumo inebriante del mare riempiva le narici dei commensali e faceva sentire a casa i nostri protagonisti.
Poseidone sorrise alla moglie. "Prego mia cara." 
La cameriera era in attesa. 
Tutti fecero i loro ordini ma, quando fu il turno di Tritone lui le sorrise "Che ne dici delle tue labbra?" 
La ragazza, così come i genitori di lui, spalancò gli occhi, stava anche per rispondergli per le rime, ma la figlia di Poseidone la precedette forse salvandola dall' eventuale ira del dio. 
"Perdonalo..." Diede un'occhiata alla piastrina sulla maglietta della ragazza "...Stacy. Mio fratello non sa quando chiudere la bocca e masticarsi la lingua." Disse con un sorriso smagliante fissando il fratellastro negli occhi in segno di sfida a contraddirla. "E comunque, per rispondere alla tua domanda: si può avere una porzione di quel meraviglioso tritone che era sul menù?" 

A portare i piatti ai nostri commensali fu un giovane cameriere, che sicuramente aveva fatto a cambio con la povera Stacy. 
Servì egregiamente tutti e, riempiti i loro calici con un pregiato vino rosso proveniente dalla personale cantina di Dioniso e gentilmente fornito da Ermes (cosa che il dio del vino non dovrà mai sapere), augurò buon appetito e se ne andò. 
"Anfitrite" Percy richiamò l'attenzione della matrigna "Mia madre voleva sapere la ricetta dei tuoi biscotti." 
La donna sorrise "Gliela darò senz'altro. A patto che lei mi dia la sua ricetta dei suoi biscotti blu, credo che potrebbero piacere molto a tuo padre." 
"Si! Biscotti!" Esultò il dio del mare "Basta con quella robaccia di Demetra." 
Le carote che erano nel suo piatto gli saltarono (si, ho detto saltarono) dritte in faccia. 
"Puah!" Poseidone si rivolse furioso alle carote che ormai erano sparse un po' dappertutto "Demetra" ringhiò. "Non è colpa mia se ormai tutto l'Olimpo si è stufato dei tuoi stupidì cereali!" 
La bocca di Poseidone, ancora aperta dopo aver parlato, venne riempita magicamente da un sacco di cereali, che lui sputò nel piatto borbottando insulti contro la sorella. 

"Percy, ho saputo che tu sei iscritto all'università di Nuova Roma." Disse Anfitrite "In cosa vorresti laurearti?" 
"Annabeth vuole fare architettura, ovviamente, io invece ci ho pensato molto e ho deciso di studiare lettere." 
"Scusami, figliolo, ti senti bene per caso?" Chiese Poseidone evidentemente preoccupato.
"No perché ?"
"Non volevi fare zoologia marina?" 
"Si, ma poi ci ho riflettuto parecchio. Voglio fare lettere e poi vorrei insegnare mitologia greca e romana." 
"Percy, sei sicuro? Non ti piacerebbe studiare gli animali del nostro regno?" 
"Si. E poi posso farlo comunque. Mi sono iscritto ad un corso facoltativo sulla vita negli oceani, ma perché studiare gli animali da un libro quando posso parlare con loro?"
"Saggia risposta. Forse, in fondo, Annabeth Chase costituisce un buon esempio di vita per te." Conclude suo padre con un sorriso. 
"La figlia di Atena?" Chiese Tritone "Padre, come puoi permettere che un tuo discendente mischi il nostro sangue con quello della dea della saggezza?" 
"Come osi parlare di lei in questo modo?" Chiese Percy alzando la voce. 
"Come osi tu sporcare il nome della famiglia stando con una così!" 
"Tritone." Fu la voce glaciale di Anfitrite a far fermare immediatamente il ragazzo. "Non hai il tuo pesce da mangiare?" 
Tritone spalancò gli occhi, incredulo che la madre potesse mettersi contro di lui. 
Ma non osò contraddirla e iniziò a mangiare in silenzio maledicendo mentalmente i due Jackson. 
"Ho conosciuto la ragazza. Annabeth è una persona dal cuore puro, è una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto nell'ultimo secolo. Percy, tienitela stretta." Disse sorridendo al figliastro. 
Lui sorrise a sua volta e si riempì la bocca con il suo hamburger. 

Si parlò del più e del meno, finché non finirono il cibo nei loro piatti e il vino nella bottiglia. 

"Allora, fratellino, come te la passi?" Chiese Tritone ad un certo punto rivolgendosi a Percy e pronunciando con disprezzo la parola fratellino.
"Non c'è male sai, ho salvato il mondo due volte mentre tu giocavi con i soldatini e suonavi la tua trombetta." 
Elisabeth scoppiò a ridere e batté il cinque al fratello. Poseidone si lasciò scappare un sorriso, ma sparì subito dopo un'occhiataccia della moglie.
"Bé si dà il caso che io sia il capo di quei soldatini e che quindi io, al contrario di te, sia il luogotenente del mio divino padre. Il suo secondo..." E aggiunse guardando la sorella "E si dà il caso che sia anche il suo erede." 
"Tu brutto pesce..." Iniziò a dire Elisabeth, ma fu prontamente fermata da Percy che sorrise a Tritone. 
"Si dà il caso, fratello, che quando gli dei mi hanno offerto l'immortalità mi hanno anche offerto di prendere il tuo posto. Quindi mi sembra che tu non sia così bravo se papà cerca un sostituto ..."
"Senti, mortale, non osare mancarmi di rispetto..." Iniziò a dire con tono alterato Tritone che però fu interrotto da Elisabeth "Tritone, perché non mangi il tritone che hai nel piatto? Non vorrai dirmi che ti piace sprecare il cibo." 
"Oh, adesso ti ci metti anche tu?" 
"Ho solo fatto una considerazione." 
"Secondo me invece lo hai detto apposta." 
"Infatti, tu non stai mangiando. Cosa si prova a masticare un tuo omonimo?" Disse Elisabeth incrociando le braccia al petto. 
Tritone strinse con forza le posate tra le dita.
"Adesso basta!" Sbottò Poseidone. "Questa è una cena in famiglia, quindi cercate di comportarvi come tale."

Tritone assottigliò gli occhi, ma non proferì parola dopo aver visto l'occhiataccia tagliente della madre con cui gli ordinava di tacere. 

"Credo sia ora di ordinare il dolce."  Disse Anfitrite facendo segno al cameriere di  portare via i piatti vuoti. 
"Se non ti dispiace, madre, andrei a vedere il banco dei dolci, potrei anche ordinare per voi." Si offrì Tritone. 
"Possiamo scegliere da soli." Disse subito Percy sospettando che il fratellastro volesse vendicarsi in qualche modo. 
"Ma non mi sembra educato alzarci tutto insieme." Rispose Tritone. 
Poseidone gli fece un segno affermativo "Vai pure, sono certo che quello che sceglierai piacerà a tutti." 
Il dio più giovane sorrise e si alzò, avviandosi verso il banco dei dolci. 
Tornò poco dopo, insieme a due camerieri che trasportarono i piatti. 
"Buon appetito" augurarono prima di andarsene. 
"Liz, non mangi?" Chiese suo padre.
Quando Elisabeth vide il suo dolce scoccò un'occhiata furente al fratellastro. 
<> pensò lei.
Lui la guardò come per rispondere <>

"E questi che cosa sono?" Chiese additando le piccole palline viola riposte in una vaschetta e cosparse di panna. 
"Mirtilli." Rispose l'altro tranquillo. "Sai, quei fruttini di bosco che crescono da delle piante che vivono a raso terra..."
"So che che cosa sono i mirtilli, idiota!" 
"E allora qual'é il problema?" 
"Lo sai benissimo." 
"Invece no." Disse con aria innocente ma con gli occhi che lampeggiavano divertiti.
"Sei veramente uno stronzo." 
"Padre, tua figlia ha detto che sono stronzo." 
"Oh ho sentito benissimo." Rispose Poseidone "Ma vedi, questa volta devo darle ragione." 
"Che cosa?" 
"Credi che mi sia dimenticata della volta in cui hai provato ad ammazzarmi?" 
"Ero solo un bambino, non lo sapevo mica!" 
"Scusate, di cosa state parlando?" Chiese Percy confuso.
"Quando Tritone aveva dieci anni ha nascosto dei mirtilli nella mia macedonia e io li ho mangiati tutti." Disse Elisabeth guardando storto il fratellastro "Solo che io sono altamente allergica. È stata una fortuna che Apollo fosse nei paraggi, perché senza di lui sarei morta a causa di questo stupido frutto." 
"Avevo solo dieci anni, come potevo saperlo?" 
"Forse perché te l'ho detto io il giorno prima?" Chiese retorica.
"L'abbiamo messo subito in punizione, comunque. Gli abbiamo requisito il suo corno." Disse Anfitrite. "E lo faremo di nuovo quando torneremo a casa, stasera." 
"Che cosa?"
"Hai di nuovo dato quei mirtilli a tua sorella. Se non hai imparato la lezione non è colpa mia."
"Ma madre..." 
"Niente ma Tritone." 
"Non è mica colpa mia se è allergica." Borbottò lui masticando le parole.

"Comunque, Percy, tu e Annabeth vi trovate bene, vero?" Chiese Poseidone
"Si, molto... Perché questa domanda?" 
"Solo perché volevo dirti che sia io che Atena approviamo." 
Il viso di Percy sì illuminò "Davvero?" 
Il padre sorrise "Davvero." Disse Poseidone guardando Percy con aria complice e ignorando le occhiate confuse degli altri commensali. 
"La Vecchia Gufa ha ammesso che siete una coppia perfetta. E quindi abbiamo pensato di darvi questo" disse il dio porgendogli una scatolina di velluto grigia. 
Percy spalancò gli occhi "G-Grazie... Wow!" 
"Afrodite ha ragione, la Percabeth regna." Disse Poseidone.

Percy aggrottò la fronte "La che?"
"Oh, niente. Una cosa di Afrodite." Minimizzò il dio. 
"Adesso" puntò il dito verso la figlia "Parliamo un po' di quello che ho visto stamattina." 
Elisabeth si sentì invadere dalla paura. Quanto aveva visto suo padre?
"Ehm..." 
"Quando pensavi di dirmelo che tu e Apollo state insieme?" 
Tritone si soffocò. "Che cosa?" 
"Io... Ecco... È una cosa recente..." 
"Soprattutto, perché non mi hai detto che è una cosa seria?" 
"Seria? Stiamo insieme solo da un giorno... Non mi sembra..." 
"Lui ti ha baciata." 
"Si..." 
"Allora è una cosa seria." Disse Poseidone "Nessuno può baciare la mia bambina se non è una cosa seria." 
"Hei!" Sbottarono Percy e Tritone "A me non l'hai detto questo!" 
Poseidone li guardò male "Voi siete maschi. Ai maschi non servono questi discorsi. A Bentesicima e Rode l'ho detto." 
"Comunque... Spero tu sappia che Apollo è un rubacuori e che cambia la fidanzata una volta ogni due settimane."
"Papà..." 
"Perché se ti molla per un'umana adesso che è mortale lo incenerisco." 
"Non credo che la mollerà." Disse Tritone.
Poseidone voltò lo sguardo verso il figlio.
"Come?" 
"Sta cercando una moglie." Disse masticando una fetta di torta "Quindi se non ti chiede di sposarti non ho la più pallida idea del perché si sia messo con te." 
Ad Elisabeth mancò un battito "Che cosa?" Chiese a fil di voce. 
"Deve sposarsi e sta cercando una moglie. Le notizie girano sull'Olimpo. Si dice che Zeus gli abbia messo questa condizione per accorciargli la pena. Ha ancora due mesi per sposarsi."
Guardò la sorella "Non lo sapevi? Credevo te lo avesse detto." 
"No." La ragazza sentì come una pugnalata nel petto. "Non me lo aveva detto." 
"Beh, ora lo sai." Disse Tritone con una punta di soddisfazione nella voce. "Cosa si prova ad essere usati in questo modo, sorella?" 
Elisabeth sentì un macigno posarsi non molto elegantemente sul suo petto. 

"Papá? Posso tornare a casa?" Chiese con un sussurro.
"Certo ma... Non vuoi tornare al campo?" 
"Vorrei stare a casa per un po'."
"Come desideri. Percy?" 
"Io torno al campo." 
"Credo sia ora di salutarci." Disse Anfitrite "È tardi." 
Tutti si alzarono da tavola, incamminandosi verso la spiaggia. 
Poseidone, Anfitrite, Tritone e Elisabeth immersero i piedi in acqua. 
"Liz?" Chiamò Percy. "Puoi venire un momento?" 
Lei sorrise e gli si avvicinò, incoraggiata dal padre.
"Anche se Apollo è un dio, vuoi che lo picchi?" 
Lei sorrise "No. Non dirgli nulla."
"Cosa?" 
"Ti prego. Se chiede spiegazioni inventati qualcosa." 
"Ma..."
"Per Favore." 
"Solo perché me lo chiedi tu." Disse.
"Mi mancherai." Disse abbracciandola. 
"Non starò via molto." 
Gli baciò la fronte "Ci vediamo Fratellino." 
"Ciao Liz."
Elisabeth si avviò verso l'acqua e si voltò per guardare il fratello. 
Anche lei, come gli altri, sparì inghiottita dai flutti.

Ciao!! Eccoci qui con una nuova parte della storia. Cena in famiglia, che ne pensate?
Tritone fa lo stronzo e guardate come si mettono le cose... 
Beh, alla prossima! Ditemi che ne pensate! ;)
   
 
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