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Autore: Mirwen    21/04/2009    4 recensioni
Piccola racconta di missing moments della mia storia "Safely for the last time" ma si possono leggere comunque. 1° Sirius ha 7 anni, un pò discolo, un pò ignorato, ma al fidanzamento incontra qualcuno che darà un pò di luce a quella serata. Enif. 2° L'aristocrazia magica esige matrimoni combinati.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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 A chi segue Safely, uno dei tanti missing moments… approfitterò per ringraziare chi ha commentato la scorsa One-shot come vedete è divenuta una raccolta, forse ce ne saranno altri, forse no… magari sulla fuga di Sirius da casa… non lo so… Vabbeh vi lascio alla lettura ^^

 

_.-Fidanzamento -._

 

 

Ad Alohomora

con cui mi ritrovo a fare discorsi “seri” via e-mail

che danno un mucchio di ispirazione.

 

 

“Il fidanzamento dovrebbe giungere a una ragazza come una sorpresa, piacevole o spiacevole che sia.

Non è, in effetti, una questione in cui le dovrebbe essere permesso di agire per se stessa.”

Oscar Wilde

 

La luce del candelabro illuminava i volti dei due uomini: il più giovane aveva capelli mogano dolcemente pettinati all’indietro, gli occhi nocciola guardavano con impazienza il suo ospite, curioso di conoscere il motivo per cui aveva invitato lui e sua moglie a Londra.  Seduto su una poltrona del salottino maschile di casa Black, una mano appoggiata sul mento rasato mentre l’altra muoveva il bicchiere di Odgen che gli era stato offerto, Algol Icecrow aspettava.

“Sigaro?” chiese il padrone di casa. Orion Black risaltava anche nella esigua luce della stanza: i capelli neri impomatati riflettevano la luce delle candele, gli occhi chiari sembravano rilucere come quelli di un felino e le bordature argentate del suo abito ne risaltava la figura slanciata e nobiliare.

“No, grazie…” rispose, sorseggiando il whisky.

“Ti chiederai perché vi abbia invitato qui, non è vero Algol?” chiese l’uomo sedendosi di fronte a lui.

“In effetti Orion… con tutto il rispetto, la tua fama di imprenditore supera di gran lunga quella di vecchio amico…” sorrise il signor Icecrow “di cosa volevi parlarmi?” chiese poi serio.

“Spero ti ricorderai della proposta che ti feci al fidanzamento di Bellatrix, cinque anni fa…” gli occhi azzurri saettarono in direzione del compagno di casa.

“Forse dovresti ricordarmelo… temo di esserne dimenticato” sorrise l’uomo, ai tempi del suo primo anno ad Hogwarts aveva rimediato parecchie sgridate dall’allora prefetto Orion Black per comportamenti analoghi.

“Come sempre anche tu vuoi vedere tutte le offerte prima di firmare…” rispose sorridendo Black. “…parlo del fidanzamento tra Sirius ed Enif…”

 

“Fidanzamento?” Felicia Icecrow guardò la donna che le parlava. Le due ad un occhio poco attento sarebbero potute sembrare in buoni rapporti, ma la più giovane provava sempre uno strano disagio di fronte alla magnificenza di Walburga Black. Tutti sapevano la storia di Walburga: primogenita del ramo cadetto della famiglia Black, venne promessa sposa al discendente del ramo principale, nato quattro anni dopo, e venne cresciuta per divenire la matriarca della famiglia. Mentre Orion si occupava di amministrare gli affari, lei amministrava tutta la famiglia. Seduta composta su divanetto, che i babbani avrebbero definito stile impero,  guardava dall’alto in basso la sua ospite che dubbiosa continuarla a fissarla. 

“Si, Felicia… come sai nella nostra famiglia sono pochi i matrimoni che non siano stati predisposti a tempo debito…”

“Lo capisco, Walburga... ma non capisco il motivo di fidanzarli adesso… sono appena andati ad Hogwarts, anno undici anni e…” seduta su un piccolo sofà Felicia si torse le mani mentre lisciava il vestito di seta color nebbia marina. Distolse lo sguardo dagli occhi azzurri della padrona di casa, i suoi occhi verde chiaro non riuscivano a reggere quello sguardo così sicuro. Felicia non era abituata a comandare.

Felicia, tu sei giovane e per tua fortuna mia cognata Lucrezia ebbe abbastanza peso nel permettere che Algol ti sposasse, siete stati fortunati. Il fatto che lui fosse già promesso a Christina Roockwood e i tuoi sette anni in meno di certo non avrebbero giocato a tuo favore, non vorrei tua figlia dovesse avere lo stesso destino.” Sorrise Walburga osservando cosa aveva destato la sua frase nella donna.

Felicia si portò una mano a controllare l’elaborata acconciatura dei capelli ramati, in un gesto più nervoso che preoccupato.

“Devo molto alla zia Lucrezia, in effetti… ma la situazione è diversa, Enif e Sirius sono coetanei e…”

Walburga scosse le spalle come se gettasse fuori un peso, scosse leggermente la testa adornata da un particolare chignon.

“Non avrei voluto dover tirare fuori questa storia…” sospirò dolorosamente “ti ricordi mia nipote Andromeda?”

“Si, le è successo qualcosa?” chiese sinceramente preoccupata la signora Icecrow. Walburga si disse che l’aveva in pugno.

“E’ scappata alcune settimane fa…”

“Come?” chiese sorpresa

“Il mio povero fratello le aveva proposto un fidanzamento, sai quanto lui abbia sempre cercato di dare alle ragazze tutto il loro spazio, ma lei ha rifiutato…” sospirò ancora “ed è scappata con quel poco di buono…”

“Poco di buono?” chiese, la sua Enif parlava sempre della figlia di mezzo di Cygnus Black come una ragazza molto diligente, intelligente, simpatica e solare.

“Un figlio di babbani… un Tonks qualcosa… non ha nemmeno un lavoro… non hanno una casa… e dove l’ha conosciuto questo elemento?” chiese a Felicia che poté solo scuotere leggermente il capo non capendo.

“Ad Hogwarts… era un Tassorosso… un Tassorosso!” Walburga prese fiato riprendendo dignità “Se Andromeda ha trovato questo teppistello mentre lei era a Corvonero… cosa troverà la tua piccola a Grifondoro? Non voglio nemmeno pensarci…” scosse il capo.

Felicia guardò l’intarsio argentato del tappeto, per un secondo l’immagine di un punk come quello che aveva visto passare in moto mentre erano a passeggio la fece rabbrividire. La sua principessa non poteva finire con un elemento simile.

“Quindi tu proponi…”

“Di fidanzarli ora, prima che abbiano il tempo di trovare qualche pazzo o pazza nel mio caso…” Walburga osservò la donna, aveva fatto bene ad agire sul suo istinto materno, su una donna come Felicia Prewett l’incolumità della sua bambina era la vita.

Felicia stava dal canto suo cercando di trovare una soluzione per non costringere la figlia ad un matrimonio forzato ed allontanare contemporaneamente il teppista dai capelli verdi. Alla fine si disse che il matrimonio combinato in questo caso era il male minore: Enif adorava Sirius, erano addirittura finiti nella stessa casa e la scuola avrebbe finito per avvicinarli ancora di più, il che rendeva possibile che fosse lei stessa ad innamorarsi dell’amico d’infanzia. Si certamente in questo caso, questo matrimonio non avrebbe fatto male a nessuno, o almeno così si augurava.

“Se Algol è d’accordo…” sentenziò.

 

“Avrai sentito dell’incidente di Andromeda…”

“Si, ho avuto modo di che discuterne con Abraxas, alcuni giorni fa…” Orion si alzò seccato dalla sedia

“Vedi, la gente comincia già a sparlare di noi, credono che il sangue dei Black non sia più puro come un tempo… e di certo in questi mesi il fatto che Sirius sia finito a Grifondoro sarà divenuto di dominio pubblico…”  disse camminando nervosamente per la piccola stanza “conosco le tue idee riguardo i matrimoni combinati, e non ti posso dar torto… ma capisci la gente vocifera che io non sappia tenere a bada mio figlio, e con Andromeda scappata con quel mezzosangue…”

“Se non sbaglio anche vent’anni fa successe qualcosa di simile, no?” chiese Algol “Con Cedrella che scappò sposando Weasley e Marius che cominciò a professare l’amicizia ai babbani…”

“Vent’anni fa la gente parlava di meno… riuscimmo la mantenere la cosa sotto il profilo familiare… con Marius al San Mungo e Cedrella diseredata…”

Algol guardò Orion, sembrava davvero preoccupato.

“Il punto è che Sirius e Regulus sono gli unici che porteranno avanti il nome dei Black… nei rami cadetti ci sono solo figlie femmine, Alphard a parte e non mi sembra che si sposerà tanto facilmente…”

“Non si fa di certo ingabbiare lui..” ridacchiò Algol sorseggiando il whisk “Ha fatto saltare un matrimonio una volta e di certo non sta cercando qualcuna adatta a lui…”

“Ma il fatto resta, Algol… la famiglia si sta estinguendo. E Sirius si prospetta di seguire le orme di Alphard…”

“Divenire lo scapolo dell’anno sul settimanale delle streghe?”

“Non scherzare, è già finito a Grifondoro chissà quali colpi di testa sarà in grado di fare… e per questo capisci… voglio che abbia un posto scritto nel suo futuro, voglio dargli un binario su cui camminare… e il fidanzamento è la scelta meno radicale che io possa fare…”

“Immagino non sia nel tuo stile dargli una raddrizzata con le maniere forti?” chiese

“No, sai che aberro le cinghiate o qualsiasi altra punizione corporale, è Walburga quella che alza le mani per tutto…”

“Già tu sei un tipo più psicologico… compiango un po’ i vostri figli sai…”

Algol… ritorniamo seri per favore… ho interpellato voi prima di andare a cercare qualche altra bambina perché Enif e Sirius vanno d’accordo, sono addirittura finiti nella stessa casa…”

“Vuoi dargli la pozione meno amara?” sorrise Algol alzandosi “Capisco le tue ragioni, Orion. Vedo anche quanto sarà vantaggiosa per noi questa unione. Un matrimonio con una famiglia come quella dei Black resta nella storia…” prese fiato “ma accetterò solamente se Felicia non troverà un valido motivo per dissentire…”

 

 

“Beato chi non avrà sogni da realizzare, perché non sarà mai deluso.”

Anonimo

 

La neve scendeva lentamente coprendo di un bianco latte le colline. Le fronde degli alberi ondeggiavano appena sotto quel dolce peso.  In quel paesaggio il castello appariva enorme e silenzioso con le sue pietre scure, eppure in una delle torri tre bambine non riuscivano proprio a stare in silenzio. Parlavano a bassa voce per non svegliare le altre due compagne di stanza, tra due ore sarebbero cominciate le lezioni e avevano ancora molto da discutere sulle ormai vicine vacanze.

“Ma siete sicure di poter restare?” chiese la bambina dai capelli ricci.

Bonnie, pensi davvero  che ti lasciamo sola qui?” sorrise la bambina dai capelli castani. Bonnie Olsen era piccola e minuta, ma nonostante le origini babbane possedeva una strana magia che le illuminava il viso tondo quando sorrideva come in quel momento. La cascata di riccioli color ebano che le incorniciavano morbidamente il viso.

“Figurati, restiamo volentieri…” sorrise la terza dai capelli rossi, seduta di fronte a Bonnie a gambe incrociate. Anche Lily Evans era di origini babbane ma anche in lei c’era qualcosa di magico, qualcosa che faceva risplendere quegli occhi verdi. Magiche, era questo che aveva pensato la bambina castana la prima volta che aveva visto le amiche. Trasudavano quest’aurea magica tanto che le era stato difficile immaginarle tra i babbani.

“Sicura, Enif, la tua famiglia non ha impegni per Natale?” Bonnie la fissò. Enif indossava una ricca camicia da notte in seta che sembrava risplendere nella penombra e le dava un aspetto etereo mentre stava seduta composta nell’angolo del letto.

“Non lo so, forse oggi arriverà la risposta… di certo non mi lascerebbero restare se dicessi loro che resto con due nate babbane…” sussurrò tristemente. Per una vita le era stato insegnato che i babbani erano inferiori, potevano essere interessanti – ricordava ancora la faccia incuriosita di sua madre davanti alle immagini immobili che le avevano mostrato i suoi cugini di nascosto dal Signor Icecrow -, curiosi, strani, ma loro e i loro figli magici restavano comunque a loro inferiori.  Peccato che questo dogmi fossero crollati come un castello di carte non appena arrivata a scuola dove i sorrisi, la dolcezza e la simpatia delle due l’avevano stregata, facendo dimenticare tutto ciò. “Vedo in te la capacità di guardare oltre alle apparenze e un cuore abbastanza coraggioso da difendere le sue scelte, Grifondoro!” era questo che le aveva detto il Cappello Parlante allo smistamento, ed era ciò che voleva fare… ma affrontare suo padre a viso aperto, deluderlo magari, quello era un altro discorso, qualche segreto che male poteva fare?

“Non gliel’hai ancora detto di noi?” chiese Lily un po’ offesa.

“Ho detto che ho trovato delle amiche stupende, che voglio invitarle a casa mia per le vacanze estive… vorrei dirgli che siete nate babbane dopo che vi abbiano conosciuto.”

“Paura?” chiese Bonnie ridendo.

“Staresti attenta pure tu, credimi…”

“Cambiamo argomento!” sorrise Lily “Che faremo a Natale con il castello tutto per noi?”

Così parlando a bassa voce passarono il tempo ad immaginarsi quanto belle sarebbero state le vacanze.

 

TTT

 

“Black è ora: Prima Neve II in azione!” esclamò James Potter saltando sul letto del compagno.

“Potter, sveglierai tutti…” esclamò zittendolo ma sorridendo. Sirius Black aveva già abbandonato i modi nobiliari che gli erano stati insegnati a forza e rimpiangeva di aver conosciuto il figlio della sua prozia Dorea solamente a scuola, sarebbe stato divertente passare con lui le giornate.

“L’unico che ha il sonno abbastanza leggero è Lupin ed è in infermeria con l’influenza…” sorrise cospiratore “e di certo il cocco dei professori farebbe di tutto per fermarci, ma non c’è…” sorrise ancora. Sirius ridacchiò.

Stavano vestendosi quando qualcuno si mosse.

“Posso venire anche io con voi?” chiese la voce impacciata di Peter Minus, che già vestito di tutto punto li guardava speranzoso.

“Vedi non intralciarci però…” disse seccato Sirius, Peter descriveva appieno i figli di babbani che gli avevano insegnato a disprezzare e nonostante non lo mostrasse chiaramente cominciava a pensare che anche se era una palla al piede, era pur sempre una palla simpatica.

“Vieni pure! Stiamo andando a organizzare lo scherzo Prima Neve II!” esclamò sorridente James.

 

“Uffa, vorrei anch’io essere bravo come voi…” mugugnò Peter vedendo James trasfigurare le balle di neve che avevano raccolto in panini e Sirius incantare la brocca di succo di zucca in modo che lo schizzasse su tutti i Serpeverde.

“Sono sicuro che puoi riuscirci anche tu, non sembra ma li abbiamo trovati sui libri questi incantesimi…” sorrise James “ti manca solamente un po’ di fiducia in te stesso Minus…” aggiunse dolcemente.

“Senti Peter, va a controllare che non ci sia nessuno… non vorrei che Gazza ci beccasse…” gli chiese Sirius che riteneva che dato che era lì qualcosa dovesse pur fare.

 

Erano nascosti dietro l’arazzo di Mungo Bonham davanti all’infermeria, stavano aspettando che qualcuno scendesse a fare colazione per seguirlo.

“Perfetto… se funziona non ci prenderanno mai…” disse soddisfatto di se James

“Ma quando l’avete scoperta la cucina?” chiese Peter curioso

“Due settimane dall’inizio della scuola ci siamo svegliati tardi e avevamo fame…” disse misterioso Sirius.

“Da dove abbiamo sistemato i panini e la brocca siamo sicuri di prenderli… si siedono sempre agli stessi posti” continuò contando mentalmente la pancata dei Serpeverde: Lucius, Narcissa, salta due posti di fronte girato verso il tavolo dei Grifondoro: Piton

“Se la McGrannit avesse visto la mia esecuzione, mi toglierebbe quel votaccio nell’ultima prova scritta…” ridacchiò James.

“Facile quando hai una bacchetta predisposta per la trasfigurazione!” rise il moro, Peter li guardò un po’ invidioso, lui era sempre da solo, a meno che Lupin non gli facesse compagnia.

Stavano ancora  ridacchiando quando qualcuno scostò l’arazzo.

“Che state combinando voi tre?” chiese una voce che conoscevano molto bene

“Ehi, Lupin! Come stai? Passata l’influenza?” sviò il discorso James

“Sto meglio, grazie… mi hanno appena dimesso….” Rispose rapido il ragazzino  “Ma comunque che ci fate qui? Non sarà ancora sceso nessuno a colazione…”

“Volevamo vedere se eri ancora qui…” disse Peter

“Ma perché dietro un arazzo? Potevate aspettarmi fuori dalla porta… anche se è presto il coprifuoco è terminato” sorrise il ragazzo indicando la porta a qualche metro più indietro, “A meno che non abbiate combianto un’altra delle vostre…”  disse guardando James e Sirius.

“Sei dannatamente intelligente Lupin!” sbottò James fissandolo “Senti fai finta di non averci visto e saliamo di sopra…. Dovrai prendere i tuoi libri, no?” disse avviandosi verso la Sala Comune, Sirius al fianco e Peter alle calcagna. Remus li seguì in silenzio

“Non ci farete perdere altri punti spero?”  chiese ad un tratto Lupin

“Chi? Noi? Non sia mai…”

“Black sii serio…”

“Sono serio, sono Sirius… ” concluse ridacchiò il moro per l’assonanza.

“Tranquillo Remus non ci ha visto nessuno!” sorrise Peter rassicurando l’amico e ricevendo un paio di  occhiatacce dagli altri due

“Sarà…” disse titubante Remus.

 

“Lupin!” erano appena riscesi in Sala Comune dopo aver raccolto le loro cose quando furono raggiunti da tre ragazze.

“Sirius…” salutò allegra la bruna  sorridendogli.

Eny…”  rispose lui caloroso.

“Lupin, io ti ho preso gli appunti… ho visto che non c’eri e mi avevano detto che avevi l’influenza…” sorrise la rossa al centro porgendoglieli.

“Grazie, Evans…” sorrise Remus prendendoli. James alle sue spalle fece un salto in avanti

“Se io stessi male, prenderesti gli appunti anche per me Evans?”

“No… ci penserebbe il tuo amico a prenderli, no?!” e così dicendo la rossa si allontanò. Le amiche la seguirono.

“Ma che ha?” chiese James perplesso

“Credo non abbia ancora perdonato il vostro scherzo…” sussurrò Minus.

“Dici?” chiese lui guardando prima Peter e poi Remus “Lo credi anche tu, Lupin?”

 “Credo che non ti abbia ancora perdonato, Potter…” disse Remus

“Se lo dici tu, Lupin, mi fido… sembra tu sappia sempre tutto!” disse sorridendo “Ma che sarà mai un po’ di succo di zucca addosso, ve lo dico io… quella è troppo permalosa…”

Remus e Peter si guardarono, quei due erano un caso perso.

 

Quando giunsero davanti al portone della Sala Grande vennero investiti da una dozzina di ragazzi che erano usciti di corsa.

“Ha funzionato?” chiese Peter cercando di sbirciare nella sala

“Spero non sia il motivo per cui eravate svegli stamattina presto…” disse Remus. Non appena riuscirono ad entrare, James si grattò la testa perplesso.

“Mi chiedo dove non abbia funzionato il tuo incantesimo, Sirius…” disse, il moro osservò la scena. Una paniere stava ripetutamente lanciando quelli che sembravano dei panini ad ogni persona che le passava accanto, solamente che quei panini non erano altro che palle di neve ben trasfigurate e una brocca stava schizzando succo di zucca un po’ di qua e un po’ di là.

“Doveva lanciarle solo ai Serpeverde…” disse adombrato “Dove non ha funzionato?!”  Remus guardò la scena allibito.

“Hai trasfigurato tu le palle di neve, James? – il ragazzo annuì- E tu avresti incantato il paniere e la brocca, Black?” anche Sirius annuì.

“E io ho fatto il palo!” sorrise Peter, felice di essersi reso utile. Remus si mise a ridere. I tre lo fissarono

“Vi siete dimenticati di dirgli a CHI dovesse lanciare i panini!”

“E, di grazia, tu lo sapresti fare?” chiese offeso Sirius

“Bastava chiedere…” sorrise malizioso il ragazzo.

 

TTT

 

“Sono sicura che sono stati loro a combinare quel caos stamattina…” sbuffò Lily versandosi del succo di zucca nel bicchiere. Enif e Bonnie ridacchiarono.

“Ma dai, secondo Silente chi abbia trasfigurato quelle palle di neve deve essere minimo del secondo anno…”  cominciò timidamente Enif

“Ma hai visto quel Potter, l’altro giorno come se niente fosse ha trasfigurato il succo di zucca di Severus in whisky!” continuò la rossa, proprio nel momento in cui un allocco bianco atterrò sul tavolo.

“Sono i miei…” sospirò Enif allungandosi verso il volatile che le porse docilmente la zampa.

“Che dicono?”

“Uffa… avevo chiesto se potevo restare qui con voi per Natale… invece dicono di no…”

“Come mai?” chiese Bonnie sorpresa. I suoi genitori dovevano andare in Francia per le vacanze per motivi di lavoro e le amiche avevano deciso di rimanere con lei.

“Daremo un ballo… che noia…” sbuffò la ragazzina porgendo un cracker al barbagianni.  “E io che volevo davvero restare qui…”

 

TTT

 

“Tua madre non ti manda più strilettere, ma si è messa a scrivere come le persone normali?” chiese James notando Sirius leggere una lettera arrivata poco prima.

“Ma no… e io che pensavo di salvarmi con la scusa della scuola…” James lo fissò incerto

“Che?”

“Dobbiamo andare a non so che avvenimento…”

“Vuol dire che te ne torni a casa?” chiese James con una punta di amarezza

“Si…”

“E tutti i nostri scherzi? Ora che abbiamo arruolato Minus…”

“Li faremo un’altra volta…” sospirò tristemente Sirius.

“Se sbagliate incantesimo come quello di questa mattina, credo vi serva una mano…”  sorrise Lupin avvicinandosi loro.

“Ma tu non sei il cocco del professore?” chiese James perplesso.

“Io non l’ho mai detto…” sorrise malandrinamente lui.

 

 

Spesso veniamo amati per ciò che sembriamo, per ciò che fingiamo di essere.

E per mantenere l'amore di qualcuno, continuiamo a fingere, a recitare una parte, finendo così per rendere la finzione autentica a noi stessi.

Anonimo

 

Il castello degli Icecrow immerso nella natura dell’Essex era ancora silenzioso, ma lo sarebbe stato per poco.

“Adesso vi diremo cosa dovrete dire…” cominciò Orion Black fissando i due bambini. Sirius aveva preso la notizia molto male, aveva cominciato a gridare non appena suo padre aveva finito di parlare,  tanto che Walburga lo aveva relegato in camera sua per i due giorni prima.

“Orion, puoi venire un secondo…” lo chiamò Walburga dall’altra stanza dove assieme a Felicia stavano dando le ultime disposizioni agli elfi domestici intervenuti per l’occasione, e dove Regulus stava aspettando pazientemente l’arrivo degli ospiti sperando di trovare qualcuno con cui passare la serata dato che Enif e Sirius non avrebbero avuto tempo per lui.

Rimasti soli Enif guardò l’amico che imbronciato avrebbe incenerito la stanza se solo avesse potuto.

“Neanche tu non sapevi niente, vero?” chiese

“No, ma che diavolo gli salta in testa… io non lo so davvero! Sei la mia migliore amica, per le sottane di Morgana, non è normale!” esclamò.

“La mamma non era convinta… sai…” disse Enif “dice che siamo troppo piccoli ma è per il nostro bene… dice che così saremo al sicuro…”

“E da cosa? C’è un mostro che mangia i purosangue non fidanzati?” chiese ironico. Lei rise.

“No, dagli altri purosangue… scusa vorresti vedermi fidanzata con quel testa vuota di Richard Gamp… piuttosto la morte!” disse sicura “e non so tu potresti essere accoppiato con… Violetta Rosier… ad esempio…”

“TI PREGO!” disse scandalizzato.

“Ecco… io dico di far finta di essere felici e contenti, di far passare oggi e poi vedremo… il mio papà era già fidanzato quando ha incontrato mia mamma, ma ha lasciato l’altra per la mamma… quindi non penso ci obbligherebbero a sposarci, no?” chiese speranzosa.

“Da mia madre non lo escluderei…” disse sconsolato “ma hai ragione! Di certo non ci sposano domani!” disse riacquistando il sorriso. “Ma non capisco perché dobbiamo far finta di divertirci…”

“Perché non voglio che papà pensi che Grifondoro ci ha rovinato in tre mesi…” sorrise facendogli la linguaccia.

“Ma non è quello che è successo?” disse lui ironico, lasciando cadere l’argomento all’arrivo del padre e del padrone di casa.

“Bene Sirius, dove eravamo?”

“Dovevate dirci cosa dire, padre…” disse mansueto. Orion Black guardò il figlio, quel comportamento non era affatto normale, ma forse l’idea di passare tutte le vacanze relegato in camera lo aveva ammansito.

“Si, dunque… Sirius, si tratta di cose importanti quindi vedi di non fare pasticci… dopo che Algol avrà annunciato il fidanzamento come si confà, sarete voi al centro dell’attenzione… non penso abbiate seguito con molta attenzione i fidanzamenti di Bellatrix e Narcissa quindi vi daremo una rinfrescata…” disse Orion pratico, Sirius si disse che lo stesso tono lo avrebbe usato per compiere un affare importante: freddo e distaccato.

“Sirius tu prenderai la mano di Enif e dirai “Ecco la mia promessa…”…

 

“… di donarti un futuro, di donarti una casa e una famiglia così come fecero i miei antenati prima di me…” Sirius fissava gli occhi di Enif, sapeva che se si fosse distratto si sarebbe scordato tutto, e forse non era il caso di passare tutte le vacanze rinchiuso per uno stupido fidanzamento. “ti dono l’anello dei Black, perché tu da oggi farai parte della mia famiglia e di quella che un giorno creeremo insieme…” la voce di Sirius risuonò squillante in quella sala piena di gente in abiti preziosi. Alzò la mano della bambina stretta nella sua infilandole l’anello di famiglia: due lingue in argento reggevano una piccola pietra nera, un opale.

“Accetto te come mio promesso” la voce di Enif tremolava imbarazzata “e mi impegno a regalarti il futuro che abbiamo avanti, perché da oggi io sono tua e la mia vita e i miei istanti saranno i tuoi, è questa la mia promessa e per ricordartene ecco ciò che ti offro…” tese una catenella a Sirius, alla fine era appeso un orologio da taschino in argento. Con quello la promessa era sancita e l’accordo steso, ma per Sirius ed Enif il tempo della finzione non era ancora concluso… ora veniva il ballo vero e proprio e loro dovevano aprire le danze.

Orion guardava il figlio con un sorriso, non era andata così male, avrebbe preferito che fossero più grandi, ma non si poteva rischiare, il carattere di Sirius era abbastanza selvaggio senza che Grifondoro ci mettesse del suo.

“Non crederai che si stiano divertendo, vero?” la voce del suo consuocero gli giunse ironica.

“Non li vedo nemmeno in lacrime…”

“Devi un grosso favore a tuo figlio sai… Enif lo sta facendo per amore mio ma Sirius… è un favore quello che ti fa ricordalo…”

“Sirius ha ancora tanto da imparare…”

“Una volta qualcuno disse “Chi trascura di educare il proprio figlio all'amicizia, lo perderà non appena avrà finito di essere bambino*.”…” disse guardando i bambini danzare, sembravano due bambole.

“Chi l’avrebbe detto?” chiese curioso Orion.

“Non importa…” scrollò le spalle Algol. “Spero che tu riesca a far capire a tuo figlio che tu rimarrai sempre suo padre… e non un despota…”

Orion rimase in silenzio continuando a guardare il figlio danzare.

 

“Dov’è Andromeda?” chiese Enif, non appena riuscirono a scappare dalle formalità andando a prendere aria in giardino.

“Non lo so… non lo vista… strano… c’erano tutti gli altri…” disse teso, guardando l’amica sedersi e togliersi le scarpe.

“Odio ballare…” sentenziò lei, sedendosi a gambe incrociate sulla panca, le scarpette abbandonate sulla neve.

“E’ strano davvero… Andromeda non sarebbe mancata sapendo che volevano farci fare questo, perché e chiaro che gli unici che l’hanno saputo oggi siamo noi…” borbottò Sirius sedendosi al suo fianco.

“A i piccioncini sono qui! Non vi ho fatto ancora i miei auguri!” ridacchiò Narcissa avvicinandosi loro “Sarete la coppia più bella di tutta la Torre del Grifondoro, oh ma che sbadata, nessuno si fidanza su alla Torre…” rise malevola.

Sirius non aveva voglia di starla a sentire, era già abbastanza opprimente la situazione senza aggiungere la malizia gratuita di sua cugina.

Cissy… senti Andromeda perché non è venuta?” chiese Enif, il volto di Narcissa si fece se possibile ancora più pallido.

“Ma come? Nessuno ve l’ha detto?! Andromeda non fa più parte della famiglia, è scappata con un nato babbano… cosa ci troverà in loro… forse vuole ammaestrarlo?!” i due Grifondoro ignorarono il commento su Andromeda, anche perché era abbastanza evidente che erano parole vuote, dette per sfogare la rabbia della perdita.

“Comunque è per questo che hanno voluto anticipare il vostro fidanzamento…” disse seria guardandoli

“Anticipare?”

“Si, lo zio aveva intenzione di proporlo agli Icecrow quando avreste avuto 15 anni… come il mio con Lucius… ma il vostro smistamento a Grifondoro e la fuga di Andromeda hanno fatto velocizzare i tempi…”  si rivolse di nuovo a Sirius “vedi di non rovinare tutto come il tuo solito… la zia e lo zio ci tengono a questo matrimonio…” l’ammonì “hai già messo abbastanza in imbarazzo il nome dei Black…” così dicendo se ne andò.

“Sirius?”

“Si?”

“Resterai sempre il mio migliore amico vero?”

“Certo!”

“Ma dobbiamo farlo…”  singhiozzò lei

“Lo so… beh ma adesso non ci pensiamo sono certo che se prima della fine della scuola tu avrai trovato l’uomo della tua vita, tuo padre manderà a monte questa fesseria…”

“Dici?” disse lei incerta.

“Sicuro! E sennò vorrà dire che continueremo a fingere…” ridacchiò lui.

Enif lo guardò, non le era difficile pensare di sposare Sirius… Bonnie le aveva anche detto che credeva fossero fidanzati il primo giorni che li aveva visti parlare assieme.

“Sirius?”

“Si?”

“Non importa ciò che succederà… io voglio solo restare la tua migliore amica.”

“Certo! E io resterò sempre il tuo migliore amico, sia che ci sposino oppure no! In fondo mancano ancora 7 anni…” sorrise lui.

 

 

* Charles Pèguy (Orleans 1873- Villeroy 1914)

 

Eccomi qui? Allora che ne pensate?

Ringrazio intanto ginny_potter94, muriel, PrincessMaraunders, _kisty_ e _Polla_ per aver aggiunto la prima one-shot nei preferiti e Alohomora tra le seguite (questo missing moment è dedicato a te, come hai visto ^^)

Muriel: come vedi non c’è propriamente un seguito diretto… anche perché non sono brava a descrivere cosa provano dei bambini (sono nata vecchia ;P)

Sissy88: sono felice che il mio piccolo Sirius ti sia piaciuto

Pan_Tere94: ti ringrazio per i complimenti. ^///^

Alohomora: Come vedi non erano proprio al massimo della gioia i due all’inizio… ma per Enif che era un po’ sognatrice era più facile… Regulus è un po’ scomparso in questo momento… ma dov’è? Credo che nella prima parte sia in camera sua perché erano cose da grandi, nella seconda era sempre lì e nella terza… beh mi sa che si stava chiedendo con chi giocare con quei due impegnati… speriamo che Narcissa non l’abbia sistemato come un bambolotto da qualche parte…

 

 

 

 

   
 
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