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Autore: The Custodian ofthe Doors    16/07/2016    2 recensioni
Come si definisce l'importanza di un eroe? Le sue sole imprese possono dirci quanto esso sia stato grande?
Dalle azioni di un uomo si delinea il suo successo ed il ricordo che il mondo terrà di lui, le folli gesta di chi è stato designato come eroe ed è destinato all'immortalità.
Loro non sono altro che mezzi eroi invece, nessuno li ricorderà mai, non saranno i protagonisti di leggende fantastiche e racconti mozzafiato, nessuna canzone verrà composta e cantata alla vivace fiamma di un falò nelle notti stellate, nessun bambino desidererà mai esser come loro, ripercorrere i passi di chi ha lottato, ha sofferto ed è morto come semplice soldato senza poi ricevere la corona d'alloro.
Perché loro erano lì, ma questo non conta.
Loro erano solo Mezzi Eroi e sempre tali sarebbero rimasti.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Half Heroes


13. Lou Ellen- Non c'è trucco, non c'è inganno.


Il cilindro è vuoto, la scatola non ha doppio fondo, la spada non è retrattile, con una stretta di mano non prenderete la scossa.
Il palco è allestito, i tendaggi rossi coprono lo scenario che tra poche ore mostrerà il meglio di se, lasciando stupore tra tutti i presenti. Il mago fa i suoi ultimi preparativi, i baffi dritti ed il frac rosso, una macchia di colore che brilla sulla camicia bianca costretta nella lucida giacca nera.
Ed i sipari si aprono, il marrone laccato del legno è terra battuta su cui i guerrieri stanno in piedi come tanti burattini in attesa di ordini, con i fili trasparenti che poggiano tra la polvere, gli occhi vuoti d'ansia e paura, è il battito terrorizzato dei loro cuori, del sangue che martella nella testa, la lugubre orchestra che suona l'inizio dello spettacolo, mentre lentamente il marciare dei nemici detta il ritmo della sonata.
Ma è pure illusione, nebbia che acceca e distoglie l'attenzione.
Continuate a fissare la scatola signori, non distraetevi. Sono giochi da prestigiatori per una semidea che non sa combattere davvero, che si domanda cosa ci faccia lì, a chi potrebbe essere d'aiuto, chi si preoccuperebbe per lei, se persino sua madre ha preferito palesarsi alla figlia di usa sedicente strega piuttosto che alla sua.
Perché sono inutili le convinzioni della gente attorno a lei: la foschia ci nasconde, la nebbia densa dei figli di Ecate crea mondi ed illusioni, ma sono proprio queste e niente più, illusioni.
E lei non ce la può fare, non può nascondere tutti, non può creare muri e scudi che proteggano ogni compagno. Puoi illudere la mente, convincerla che la tua spada non scalfirà la parete, ma non durerà per sempre.
Non ce la farà, se lo sente, lo sa per certo. La paura gli si scioglie nello stomaco come il frac del prestigiatore, i lembi rossi grondano sangue e tingono le maglie. La sua nebbia non impedirà a nessuno di essere ferito, di morire, non può ingannare Thanatos che attende silenzioso in piedi sulla Cabina di Zeus. Lui sa, già sa. Li vede tutti i fili trasparenti che tengono quelle marionette di carne ed ossa e sangue pulsante, quel groviglio di sentimenti e di timori, i tormenti di una vita troppo breve e troppo ingiusta che si attorcigliano come serpenti in una cesta. Il Dio più bello di tutti, che con un solo sguardo ti rende le ginocchia molli ed il respiro flebile, così bello da morire, di cui tutti agognano un bacio, il mortal gesto di un amore pietoso e rassegnato, sa.
Lo può vedere, si, lei può, e si domanda se anche i suoi fratelli lo stiano osservando, se si facciano rapire dalla sua presenza, se si sentono già spacciati come si sente lei.
Ma non perdete la concentrazione, ancora signore e signori, non dovete perdere di vista il mago o lui potrebbe fregarvi. I giochi di un prestigiatore abile di mano son come i furti del più fine ladro, ma questi, invece che ori e gioielli, rubano stupore ed ammirazione, la certezza che non può essere vero, che debba esserci un trucco, la povera assistente non può esser stata segata in due, non può esser stata infilzata con mille spade.
Così Lou Ellen prega, mentre il suo cervello si rifiuta di credere al tormento che la circonda. Deve esserci un trucco, deve esserci per forza, ciò che le bagna le mani non può essere sangue vero, è un illusione, pura illusione del suo cervello. Le spire dense della magia di sua madre non possono tradirla così, quando difese fantasma si infrangono in rivoli di fumo e grida strozzate.
Ed uno ad uno tutti i fili son tirati su, le marionette attaccano e difendono, vivono e muoiono.
Il filo trasparente luccica contro il sole e le scintille della battaglia, per un attimo sono visibili e raccontano la vita di un essere. Sa cosa sta per succedere, se lo sente nelle vene, ed è pura illusione quella che la spinge a credere che, se nascondesse quel filo, esso sarebbe salvo. Ma non c'è tempo, non c'è mai e la paura è sempre nemica dei lavori ben fatti. Il filo vibra, il mago perde la presa, la marionetta che sembrava muoversi da sola crolla a terra vuota di ogni cosa che una volta la riempì.
Il filo è reciso dalla lama di una marionetta uguale a quella, nella vita, dalle forbici impietose di tre anime a cui fu affidato il compito più brutto, nell'aldilà.
Son troppi i burattini a terra, troppi quelli alle cui spalle Thanatos promette riposo, che bacia dolcemente accompagnandoli a terra, son troppe le anime che si spingono sulle punte per poter arrivare alla labbra del dio, troppi gli occhi lucidi come biglie divenuti improvvisamente dipinti sbiaditi e crepati.
L'esplosione finale annuncia il termine dello spettacolo, ma nella vittoria, nello sconcerto, nell'incredulità generale, il Nero figuro continua a camminare leggero e pesante sul palco distrutto, togliendo dalle braccia di chi li ama ragazzini morti per qualcosa che Lou non capisce e non capirà mai. Continua a fissare quell'uomo bellissimo e si ripete che forse, morire tra le sue braccia è la cosa migliore che possa capitare a tutti loro.
Lo spettacolo è finito, ma per mettere in ordine lo scenario ci vorrà ancora tanto tempo, saranno centinaia la marionette da aggiustare, altre solo da accompagnare nel modo più umano possibile dall'Angelo Nero, altre ancora solo da bruciare, perché niente potrà dargli nuovi fili per stare ancora in piedi e partecipare al prossimo numero.
E' la vita di un semidio, di tutti quanti, e neanche le promesse degli Dei ed i loro giuramenti potranno cambiare le cose, nessun grande Eroe, ricoperto di mille onori e portato in gloria potrà convincere quegli esseri che loro sono più che semplici marionette.
E' la guerra, è la vita, è il dolore, la gioia e la morte. E' la vittoria che non sa minimamente di vittoria. La nebbia, copre nemici, cadaveri, sopravvissuti, copre il dolore e ti illude che presto tornerà il sole.
E non c'è trucco, non c'è inganno, la foschia t'illude e copre tutto, anche il suo rancore.


   
 
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