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Autore: eliseCS    18/07/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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18 – Una questione di fiducia
 
 
 
James fu il primo a reagire buttandosi a terra e rotolando sul fianco, schivando il raggio diretto verso di lui che andò ad infrangersi sulla fiancata dello scivolo alle sue spalle lasciandoci una leggera ammaccatura.
Solo alla fine si accorse che Elise era ancora dove l’aveva lasciata, senza essersi spostata di un passo.
Dal canto suo la ragazza gli lanciò la bacchetta, visto che ce l’aveva ancora in mano lei, e allungò le braccia davanti a sé, le mani bene aperte, mentre l’incantesimo venne deviato finendo tra la vegetazione al perimetro dell’area.
 
“Stai bene?” domandò andando incontro a James che nel frattempo di era rialzato.
“Tu?” chiese a sua volta lui cercando di resistere all’impulso di abbracciarla.
Lo schiantesimo che aveva respinto avrebbe potuto fare discreti danni se l’avesse colpita…
“Sei stata grande comunque. Hai un sortilegio scudo davvero potente” si complimentò poi.
“Un cosa?”
“Lo chiamiamo sortilegio scudo… Protego… ma direi che possiamo dire a mio padre di escluderlo dall’elenco di incantesimi da insegnarti…”
“A proposito… dov’è finito? Ed Hermione?”
Fecero appena in tempo a darsi una rapida occhiata intorno quando, apparentemente dal nulla, apparvero altri due lampi di luce rossa che si diressero nuovamente verso i due ragazzi.
Elise si mise davanti a James e ripetendo il gesto appena eseguito respinse entrambi gli incantesimi.
“Ma quest’area non dovrebbe essere stata messa in sicurezza?” domandò, la voce leggermente più acuta per la preoccupazione che cominciava a farsi sentire.
“Io non capisco…” mormorò il ragazzo
Non ebbero il tempo di farsi altre domande visto che l’istante successivo si trovarono ad essere di nuovo sotto tiro.
Gli incantesimi sembravano spuntare dal nulla e da qualsiasi angolazione: James si era rimboccato le maniche e tenendo la bacchetta ben davanti a sé aveva cominciato a rispondere dirigendo i suoi incantesimi verso gli stessi punti da dove venivano gli attacchi.
Dal canto suo Elise parava e deviava gli incantesimi diretti verso di lei, cercando occasionalmente di coprire anche James.
 
Andarono avanti così per un paio di minuti, finchè un incantesimo non colpì James facendolo sbilanciare e lasciandogli un taglio su una guancia.
Elise reagì quasi senza rendersene conto: ruotò su se stessa puntando vero il punto da cui era arrivato l’incantesimo che aveva colpito il ragazzo e dalle sue mani, ancora una volta tese in avanti, scaturì un lampo rosso, simile ai primi con cui erano stati attaccati.
Ad un certo punto sembrò scontrarsi con qualcosa… qualcosa che fu scagliato in aria e mandato a sbattere contro la barriera per poi ricadere a terra con un tonfo.
Dopo qualche istante le figure del signor Potter e di Hermione tornarono visibili distese sul prato lasciando i due ragazzi alquanto confusi.
 
E arrabbiati… almeno nel caso di James.
 
“Si può sapere che cosa vi è saltato in mente?” sbraitò il ragazzo dirigendosi verso il padre che si stava rialzando in piedi, ignorando il taglio dal quale il sangue stava colando abbastanza copioso sulla guancia.
“Questa è l’idea più stupida che ti sia venuta in mente!” continuò urlando contro il genitore mentre sua zia cercava, inutilmente, di tranquillizzarlo.
“James, calmati, ti prego…”
“Col cavolo che mi calmo! Cosa pensavate di fare, eh?”
“Volevamo vedere che reazione avrebbe avuto nel trovarsi improvvisamente in pericolo. Vedere come avrebbe risposto…”
“E se non fosse riuscita a parare lo Schiantesimo? Non potevate farlo in un altro modo?”
“James basta dai, non è successo niente, non importa” intervenne Elise guadagnandosi un’occhiata di riconoscenza da parte dei due adulti.
Inizialmente avrebbe voluto anche lei dire la sua sulla geniale idea del signor Potter, ma alla fine aveva convenuto con se stessa che era stato utile: se si fosse trovata di nuovo in una situazione simile a quella dell’imboscata della settimana prima –e lei sperava vivamente di no- almeno avrebbe saputo come comportarsi.
Non era nemmeno svenuta quella volta.
 
Recuperò dalla borsa un fazzoletto che bagnò usando uno degli ultimi incantesimi che le erano stati insegnati per poi andare ad appoggiarlo sulla guancia sanguinante di James.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa: “Brucia…”
Elise ridacchiò vedendolo stringere i denti procedendo poi a tamponare il taglio ignorando l’occhiataccia che James le aveva lanciato.
Quando si fu assicurata che il taglio fosse pulito mise da parte il fazzoletto per poi appoggiare una mano sul viso del ragazzo.
Quando la tolse il taglio era sparito.
“Vedi di non farci l’abitudine, eh!” lo canzonò Elise mentre James si stava tastando incredulo la guancia.
“Visto Hermione? Te l’avevo detto che era stata lei a guarirlo l’altro giorno” commentò il signor Potter alla cognata che, sbalordita, stava facendo passare rapidamente il suo sguardo dalla mano di Elise al nipote e viceversa.
“Niente giramenti stavolta?” domandò intanto James alla ragazza.
“Per un graffietto come quello?” rispose Elise scuotendo la testa. “Guarda un po’ chi sta arrivando” aggiunse poi indicando un punto all’esterno della barriera.
 
Dan si stava avvicinando trascinando con sé una Julia alquanto contrariata e combattiva.
I due passarono la barriera e la ragazza si tranquillizzò di colpo, sbattendo le palpebre e guardandosi intorno.
“Non è che potreste fare qualcosa? È imbarazzante che debba essere trascinata con la forza ogni volta… per non parlare di quello che potrebbero pensare le persone se dovessero vedere un ragazzo che cerca di portarmi da qualche parte mentre oppongo resistenza…” commentò rivolgendo uno sguardo di rimprovero al signor Potter.
“Allora, cosa mi sono persa?” domandò poi dirigendosi verso Elise e prendendola a braccetto. “Hai fatto saltare in aria qualcosa?”
“Sì… noi!” rispose inaspettatamente Hermione facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
“Oddio, è vero… mi sono completamente dimenticata! Volete che…?”
“No grazie, Elise. Siamo a posto” rispose gentilmente il signor Potter.
Aggiornarono rapidamente gli ultimi arrivati su quello che era stato fatto quel pomeriggio ed Elise si trovò ad arrossire più volte ai complimenti del signor Potter e di Hermione.
“Ho davvero un’amica magica!” fu il commento finale di Julia che fece sorridere tutti e guadagnare un abbraccio riconoscente dalla diretta interessata.
“Però adesso sarà meglio andare, perché a quanto mi risulta la cena non si fa da sola e non mi sembra che quello che hai fatto nel pomeriggio possa essere utile in questo caso… ieri sera per aspettarti ho cenato tardissimo…”
A quelle parole risero tutti.
Tranne James.
Elise si morse la lingua desiderando improvvisamente di essere in grado di sparire… avrebbe dovuto chiedere al signor Potter se ci fosse un incantesimo anche per quello.
 
“Che c’è? Cosa ho detto?” domandò a quel punto Julia notando che l’amica la stava guardando male.
“Hai detto che saresti tornata a casa subito” disse James con tono basso, e solo in quel momento anche gli altri parvero accorgersi che l’aria si era improvvisamente fatta più tesa.
“Ho solo fatto un giro più lungo…” si giustificò Elise senza guardare il ragazzo negli occhi.
“Un giro più lungo? Andiamo Elise, e se qualcuno ti avesse seguito?”
“Beh, non è successo!” era vero: tecnicamente nessuno l’aveva seguita visto che era stata lei ad andare da loro.
“Non puoi esserne sicura… a che ora è tornata a casa?” domandò James a Julia.
“Ehm… verso le otto, mi sembra…?” rispose incerta la ragazza.
Elise si trattenne dall’incenerirla –adesso che sapeva che probabilmente sarebbe stata in grado di farlo- che cosa le sarebbe costato dire un orario diverso?
Avrebbe parlato con James di quello che era successo, solo non in quel momento. Aveva bisogno di rifletterci su, di pensare…
Quella specie di cosa che la signorina Clark aveva recitato prima di lasciarla andare l’aveva davvero inquietata.
Qualcosa la distrasse dai suoi pensieri e solo in quel momento si accorse che James le stava letteralmente urlando addosso.
Un’ora?! Sei rientrata quasi un’ora dopo che ci siamo lasciati? Sei rimasta fuori un’ora prima di…”
“Sì, James. Sono tornata a casa un’ora dopo che ci siamo salutati, abbiamo capito!” urlò a sua volta Elise esasperata. “Non sono tornata subito a casa ma…”
“Ma…?”
La ragazza si insultò mentalmente: adesso avrebbe dovuto dire tutto, oppure no?
“Avevo bisogno di risposte, così ho fatto un salto fino al mio vecchio orfanotrofio” cominciò a spiegare. “Speravo che vedendo qualcosa di familiare potesse tornarmi alla mente qualche ricordo”
“E ha funzionato?”
Elise abbassò la testa a fissarsi i piedi: se avesse risposto di no James si sarebbe arrabbiato dicendole che aveva corso rischi inutili, e se avesse detto di sì non pensava che sarebbe cambiato molto.
E ancora non aveva raccontato di chi aveva incontrato…
 
“Elise cosa non mi stai dicendo?” domandò intanto James visto che la ragazza si ostinava a rimanere in silenzio.
“Hai ricordato qualcosa? Aspetta… hai visto qualcuno?”
All’ultima domanda la ragazza sussultò: si poteva dire tutto tranne che James fosse stupido.
“Qualcuno ti ha seguita sul serio allora…” fu il commento arrabbiato di James.
“Smettila di essere arrabbiato per qualcosa che non sai James” esclamò di punto in bianco Elise, stufa di essere trattata a quel modo. “Se ci tieni tanto a saperlo non c’è stato bisogno di seguirmi da nessuna parte perché tanto erano già lì! Ma tu non sai com’è rendersi conto che qualcuno ti ha cancellato la memoria, per di più qualcuno di cui ti fidavi… non hai idea di come io mi senta in questo momento!”
“Hai scoperto chi è stato?” domandò pacatamente il signor Potter dopo un lungo attimo di silenzio. “James mi ha raccontato qualcosa ieri sera…” rispose all’occhiata interrogativa che Elise gli aveva rivolto.
 
“Ho sempre avuto l’impressione che la donna che ci ha attaccati l’altro giorno avesse qualcosa di familiare…” cominciò la ragazza. “Ieri sera quando sono tornata all’orfanotrofio ho incontrato una delle mie vecchie educatrici, la mia preferita in realtà… la signorina Clark. Abbiamo… parlato. È stata lei”
“Ne sei sicura Elise?” domandò il signor Potter entrando in ‘modalità Auror’.
La ragazza annuì: “Ormai ho ricordato tutto, e poi vi ho detto che abbiamo parlato, no? non ha nemmeno provato a negare, anzi…”
“Sarà meglio mandare qualcuno allora” decise il signor Potter. “Potresti farmi una descrizione?” chiese poi.
“Posso fare di meglio…” e prima che il mago potesse capire cosa stava succedendo l’immagine di una signora con capelli e occhi neri e un’espressione seria gli comparve chiaramente nella mente.
“Wow” fu il suo unico commento quando la ragazza uscì dalla sua testa lasciandoci però il ricordo del viso della signorina Clark. “Vedrò di organizzare un squadra per stanotte stessa…”
“Fate anche due…” commentò Elise ironicamente.
Tutti la guardarono interrogativi.
“Mica c’era solo lei quel pomeriggio al parco…” aggiunse in spiegazione mostrando allo stesso tempo il ricordo della faccia di quello che avrebbe dovuto chiamarsi Jack.
 
“Stai dicendo che tu ieri sera sei andata dritta dai due pazzi che hanno cercato di farci fuori?” James era tornato alla carica.
“Come potevo sapere che erano loro, eh?”
“Non capisco come tu sia potuta rimanere dopo averlo capito!”
Sul viso di Elise si dipinse un’espressione colpevole.
“Tu non sei andata lì solo per i ricordi, vero?” disse il ragazzo recuperando un tono di voce normale, sembrava deluso. “Sei andata lì perché sapevi già che era stata lei…”
“Non ne ero sicura… ma sì”
 
James sospirò scuotendo la testa. La guardò un’ultima volta e poi le voltò le spalle dirigendosi verso i confini dell’area, deciso ad andarsene.
“Dove… dove vai?” la domanda di Elise gli arrivò da dietro.
“A casa” rispose semplicemente lui senza nemmeno girarsi.
“Senti, lo so, ho sbagliato, avrei dovuto dirtelo…”
“Sì hai sbagliato” la riprese lui continuando a rivolgerle le spalle. Se non altro almeno si era fermato.
“Ma non mi avresti lasciato andare…”
“Sarei venuto con te!” la interruppe di nuovo voltandosi finalmente a guardarla negli occhi.
 “È una questione di fiducia Elise. È vero, forse avrei cercato di fermarti, ma di certo non perché non mi fidi di te. Io non mi fido di loro! Diamine mi hai salvato la vita… come potrei non fidarmi? Quello che però fa male è sapere che invece tu non ti fidi abbastanza di me per dirmi tutto” e senza aggiungere altro girò sui tacchi e uscì dalla barriera per poi scomparire con un *crack*.
“Io… forse è meglio se vado con lui, magari riesco a farlo ragionare…” mormorò Dan che come Julia era rimasto a guardare in silenzio e a bocca aperta fino a quel momento.
Baciò galantemente la mano alla mora per poi andare dietro al suo amico.
 
“Elise, forse è meglio se andiamo anche noi…” propose Julia.
“Volete che vi accompagni?” propose il signor Potter.
“No, grazie. Non ce n’è bisogno”
“Va bene. A domani allora” le salutò cominciando ad incamminarsi parlando con la cognata.
“Aspetti!” lo richiamò Elise andandogli dietro.
Quella cosa che James aveva detto sulla fiducia continuava a ronzarle in testa.
Il signor Potter si fermò a guardarla sorpreso mentre la ragazza aveva recuperato la sua borsa cominciando a frugarci dentro.
Dopo qualche secondo di ricerca tirò fuori quello che sembrava essere un foglio di carta piegato più volte.
Lo porse al signor Potter che la stava osservando sempre più incuriosito.
Il mago prese il foglio, lo spiegò e cominciò a leggere.
 
Già dopo la prima riga aveva aggrottato le sopracciglia e quando arrivò alla fine il suo sguardo si era decisamente incupito.
Anche Hermione, che aveva letto insieme a lui, sembrava preoccupata.
“Elise, dove l’hai presa questa?” domandò alla fine.
“La signorina Clark l’ha recitata prima che me ne andassi” rispose la ragazza.
Quando la sera prima era rientrata all’appartamento si era subito fiondata in camera per trascrivere quegli strani versi prima che se li dimenticasse.
Hermione tirò fuori la bacchetta e duplicò il foglio, restituendo poi l’originale.
“Sarà il caso di farla leggere a Kingsley: magari riesce a trovare l’originale”
“Aspettate, voi sapete che cos’è questa cosa?” chiese in fretta Elise notando che i due maghi sembravano aver capito molto meglio di lei quello che c’era scritto sul foglio.
“Questa è una profezia, Elise. Nel mondo magico ci sono persone che possiedono la cosiddetta vista, e ogni tanto questo è il risultato” spiegò il signor Potter.
“Non pensarci però: per quanto brutta possa sembrare non bisogna dimenticarsi che le profezie vanno sempre interpretate…”
“Non credo che qui ci sia molto da interpretare: il messaggio sembra molto chiaro” commentò Elise.
Il mago non rispose: se il suo intento era quello di cercare di rincuorare la ragazza non poteva di certo dirle che lui aveva pensato esattamente la stessa cosa.
 
“Adesso vai a casa e fatti una bella dormita. Domani pomeriggio ne riparliamo, ok?” disse infine il signor Potter cercando di mantenere un tono rassicurante spezzando il silenzio.
“E in ogni caso stai tranquilla che James non è in grado di tenere il broncio troppo a lungo: per domani gli sarà già passata e te lo troverai davanti in ginocchio a chiederti scusa…” continuò poi sorprendendo non poco Elise.
“È davvero sicuro che sia lui a doversi scusare?”
“Conosco mio figlio e so come si comporta… soprattutto con le persone a cui tiene particolarmente” disse il signor Potter senza rispondere alla domanda, seguendo poi Hermione e smaterializzandosi.
Elise rimase per un po’ a fissare il punto in cui l’uomo era sparito finchè Julia non intervenne: “Sarà meglio andare. La cena non si prepara da sola, ricordi?”
 
 
 
///
 
 
 
Alla fine avevano seguito il consiglio del signor Potter: non avevano più parlato della profezia o di qualsiasi cosa avesse a che fare con il mondo magico, ed Elise si era fatta raccontare per filo e per segno da Julia come era andato il pomeriggio con Dan per darle soddisfazione.
Avevano guardato un po’ di tv dopo aver sparecchiato e poi si erano date la buona notte andando ognuna nella propria camera.
Elise si addormentò a tempo di record poco dopo aver appoggiato la testa sul cuscino: alla fine dei conti quel pomeriggio era stato davvero impegnativo.
 
 
 
Un rumore forte e ripetitivo cominciò a farsi strada ai limiti della coscienza di Elise.
I suoi tentativi di ignoralo fallirono miseramente e la ragazza si trovò a stropicciarsi gli occhi svegliandosi del tutto.
Uno sguardo all’ora proiettata sul soffitto dalla sveglia la informò che era da poco passata l’una.
Il rumore intanto continuava a farsi sentire: sembrava che qualcuno stesse disperatamente bussando alla porta dell’appartamento.
Si trattenne dal cacciare un urlo quando si scontrò con Julia nel buio del corridoio per poi accendere finalmente la luce.
Adesso che era arrivata davanti alla porta in questione dovette correggersi: chiunque ci fosse la fuori non stava semplicemente bussando, sembrava che volesse buttarla giù, la porta.
Elise fece un attimo mente locale: “Ju, tu apri la porta e poi ti ci nascondi dietro, ok?”
“E tu?” chiese la mora con tono dubbioso mettendosi comunque in posizione.
Elise rispose tirandosi su le maniche del pigiama: “Io blocco chiunque ci sia dietro”
Julia tolse la catenella di sicurezza pensando che il giorno dopo, come prima cosa, sarebbe andata ad informarsi se fosse stato possibile installare uno spioncino su quella maledetta porta.
 
“Uno… due… tre!”
 
Julia spalancò la porta.













Oggi sono un po' di fretta, comunque non credo ci sia molto da dire sul capitolo.
Chissà chi è che ci sarà dietro la porta a l'una di notte... si accettano scommesse! ;)

E adesso ecco lo spoiler del prossimo capitolo: Una lunga notte

A quelle parole James sembrò riscuotersi cominciando a scrutare la stanza.
Elise fece un passo avanti facendosi vedere visto che fino a quel momento era rimasta praticamente nascosta dietro alla figura del signor Weasley.
I Potter la guardarono come se fosse la loro unica speranza tirando un sospiro di sollievo.
Il resto dei presenti la guardarono dubbiosi cercando di capire chi fosse e cosa centrasse in tutto quello.
James le andò incontro prendendola per la maglietta e facendola sbattere contro il muro più vicino.
“È tutta colpa tua!” le urlò a pochi centimetri dal viso.


Spero che vi abbia incuriosito, fatemi sapere!
Alla prossima settimana
E.


 
   
 
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