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Autore: effe_95    19/07/2016    0 recensioni
[Storia scritta a quattro mani da Effe_95 e Micio95 ]
Percy ed Harry hanno sempre pensato che i sogni non portino a nulla di buono, e in egual misura le profezie. Gea era appena stata sconfitta, Voldemort annientato. Si prospettavano anni di pace e tranquillità per i due mondi, ignari l'uno dell'esistenza dell'altro.
Era un giorno tranquillo al Campo Mezzosangue, quando venne pronunciata la Terza Grande Profezia.
Era anche il giorno che cambiò le loro vite e nacque una nuova minaccia.
"I maghi e i semidei si uniranno, la progenie del serpente fermare dovranno. A riparare tenteranno il patto della dea fedele infranto. La bacchetta custodita dovrà essere, il male piani terribili potrà tessere. Solo l’ unione una soluzione fornirà, e alle porte dei due mondi la fine decreterà."
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Extra
 
The other side of Bealfire.
 
-Inizio terza parte-
 
Immortality.
 

L’incontro con l’Oracolo mi aveva scosso molto, per un momento avevo creduto che la dea bendata si fosse voltata verso di me e mi avesse sorriso; avevo finalmente trovato lo scopo della mia vita. Ci smaterializzammo nuovamente nel Ministero dove gli altri Auror ci aspettavano in trepida attesa.
_ Che brutto aspetto, cosa avete combinato? Siete riusciti a risolvere questo intoppo?_
Disse James alzandosi dalla sua poltrona e poggiando sul tavolo il bicchiere di vino che stava bevendo in tutta tranquillità.
_ Tutto sistemato, era solo un centauro impazzito con una bacchetta rubata_
Dissi per evitare che James facesse altre domande.
_ Ora, se non ci sono altri incarichi, vorremmo tornare a casa, siamo piuttosto stanchi_
Intervenne Killian, desideroso di allontanarsi dal gemello al più presto.
_ Tornate in Italia oppure restate qui?_ Chiese James girandosi il bicchiere tra le mani.
_ Torneremo nel nostro appartamento qui in Inghilterra, abbiamo bisogno di riposo_
Risposi frettoloso.
James ci congedò e poco dopo eravamo già nel nostro appartamento.
Decidemmo di darci una ripulita nei nostri rispettivi bagni, dopo un’ora eravamo entrambi rinati. Passando per l’ingresso trovai Killian che guardava allo specchio l’immagine di Dietrich compiaciuto, io intanto avevo ripreso il mio aspetto normale, ero stanco di vedere la faccia amata da tutti di Jean-Battiste Renée.
_ Sono stanco di indossare questa faccia_ Disse Killian sfilandosi il ciondolo e riassumendo le sue sembianze, quelle di un ragazzo dai capelli bruni e gli occhi chiari.
Scoppiai a ridere e lo fissai rimirarsi nello specchio come un narciso vanitoso, stavo per prenderlo in giro quando la porta si spalancò di colpo lasciando apparire la figura sconvolta di James. Restammo tutti e tre pietrificati per quelle che sembravano delle ore, Killian stringeva ancora tra le mani il ciondolo incredulo e fissava il fratello con occhi spalancati.
_ Killian sei vivo! Ma allora eri tu? Sei sempre stato tu?_
Sul volto di James si alternarono varie emozioni, cominciando dallo stupore fino ad arrivare alla rabbia.
_ James, possiamo spiegarti … _ Balbettò Killian.
Questo mi fece capire che dovevo intervenire, Killian aveva per il controllo di se.  
_ Spiegare cosa? Che avete mentito a tutti per più di dieci anni?_ Sbottò James infuriato _ Oh, vedo che ci sei anche tu_ Disse girandosi verso di me con astio_ È colpa tua? Che cosa hai fatto? L’hai incantato tu? _
Ormai James era fuori di se dalla rabbia, aveva anche estratto la bacchetta.
_ No James, non è colpa di Bea, è stata una mia decisione! Non avevamo scelta_ Disse Killian cercando di calmare il fratello, ma invano _ Non volevo essere costretto a sposare quella pezzente e Bea non poteva sottostare al volere di padre come Salazar!_
Sbiancai, il silenzio cadde nella stanza.
James era ancora fermo sull’uscio, probabilmente era venuto a dirci qualcosa e aveva assistito al nostro cambio d’immagine .
_ Tu sei il figlio di Salazar?_ Si voltò verso Killian e sbottò _ Come osi tu chiamare mia moglie una pezzente?!_ James era ormai viola dalla rabbia, bisognava fermarlo altrimenti avrebbe fatto qualcosa di avventato, inoltre aveva appena scoperto l’identità di mio padre.
_ Dovevo aspettarmelo da uno come te, non sei mai stato normale_
James fece un passo avanti verso di me puntandomi la bacchetta contro.
_ Calmati ora, io e Bea abbiamo un compito da portare a termine, stanne fuori_
Disse Killian mettendosi davanti a me.
_ Voi due avete qualcosa in mente, lo vedo dai vostri occhi, e conoscendovi niente di buono. Siete due esseri depravati che godono nel fare del male, bisogna eliminarvi dalla faccia della terra! E so esattamente chi chiamare_
James disse queste parole con un ghigno stampato sulla faccia e fissandomi dritto negli occhi. Fui preso da una bruttissima sensazione, ero sicuro di sapere a chi stesse alludendo, afferrai Killian per il braccio e mi smaterializzai senza pensarci due volte.
 
Dalla nostra fuga trascorremmo cinque anni vagabondando per il mondo, avevamo ormai abbandonato per sempre l’aspetto di Dietrich e Jean-Battiste, ora che James sapeva tutto era inutile continuare quella farsa.
Fu in quel periodo che cominciammo a fare ricerche su come rendere Killian immortale.
Avevo tanto pensato alla reazione che avrebbe avuto mio padre nel sapere che ero ancora vivo, ma avevo fatto di tutto per non incontrarlo mai, sapevo che avrebbe cercato di fermarci a tutti i costi.
La nostra ricerca ci portò nei posti più disparati della terra e fu molto proficua, perché in effetti un modo per rendere immortale una persona lo trovammo.
Avevamo scoperto in Egitto un’antica magia oscura, questa consisteva nel dividere l’anima e legarla a vari oggetti, finché quegli oggetti sarebbero stati al sicuro, l’anima di quella persona poteva vivere in eterno, il segreto era custodirli sempre ed impedire che venissero distrutti.
Non che fosse facile farlo, ma era meglio tenere gli occhi aperti.
Questo incantesimo doveva ancora essere perfezionato, sentivo che non era completo, mancava qualcosa ma non avevamo più tempo a disposizione, dovevamo tentare.
Solo in seguito ho scoperto qual’era il pezzo mancante, necessitava l’uccisione di qualcuno.
Ah, a questo proposito ho scoperto che a questo incantesimo è stato dato un nome: horcrux.
Killian aveva scelto tre oggetti: la mia bacchetta, il ciondolo che aveva portato per più di dieci anni al collo e una spada proveniente dal mio mondo ora nascosta nel castello di Atlantide, conosciuta oggi con il nome di Vortice.
Era stato facile trovare la spada e legarci un pezzo d’anima, era stata la prima di cui c’eravamo occupati perché doveva essere ben nascosta.
Abbandonato il palazzo d’Atlantide ci rifugiammo ai margini di una scogliera per eseguire il secondo passo.
Ci appartammo nelle vicinanze di una grotta, poco distante dal castello di Hogwarts.
Bastarono pochi secondi perché tutto andasse a rotoli; stavamo per pronunciare l’incantesimo quando una voce a me ben conosciuta mi urlò contro, alla fine ci aveva raggiunti, e non era solo.
Quella era la resa dei conti.
_ Bea figlio mio, che cosa stai facendo?! Sei forse impazzito? Non lo sai che questa è magia nera? Vuoi forse diventare un Signore Oscuro? _
Furono le uniche parole che pronunciò mio padre, mi girai per guardarlo negli occhi e vidi che stringeva le mani ad un bambino.
Accanto a lui comparve Era.
_ È questo chi è?_
Sbottai indicando il bambino, che sentendomi gridare si nascose dietro le gambe del padre.
_ Tom, ti presento tuo fratello maggiore Bealfire_
Disse Salazar accarezzando affettuosamente il bambino sulla testa.
Il piccolo non si mosse, ma mi fece “ciao” con la mano, quello era troppo anche per Salazar.
Aveva superato ogni limite!
Impugnai la bacchetta e la puntai senza esitare contro Tom, che sbiancò.
_ Padre!_ Disse Tom estraendo a sua volta la bacchetta_ Da buon Serpeverde difenderò il tuo nome_ Sgranai gli occhi e scoppiai a ridere, mio padre si era di nuovo fatto beffe di me, non solo aveva un figlio legittimo, ma era anche un Serpeverde!
Gli aveva dato tutto quello che io non avevo mai avuto.
Probabilmente Salazar si accorse del mio sguardo fuori controllo, si era accorto di quanto mi avesse dato fastidio che aveva dato a quel bambino il nome di suo padre, e lo fece sparire prima che io potessi attaccarlo.
_ Cosa c’è paparino? Hai paura che il tuo amato e legittimo figlio potesse farsi del male?_
Era mi fissava da lontano in silenzio, fece un passo avanti e posò i suoi occhi severi prima su di me e poi su Killian.
_ Stai abusando della mia pazienza Bealfire!  Non sei più un bambino, non sarò clemente con te_ Disse Era con occhio di fuoco.
_ Vostra maestà si faccia da parte, questi non sono affari che la riguardano, farebbe meglio a tornare nel suo bel palazzo_ Rispose Killian facendosi avanti.
_ Ti trasformerò in una vacca prima che tu abbia la possibilità di pronunciare uno di quei tuoi ridicoli incantesimi, lurido maghetto da quattro soldi!_
Sbottò Era palesemente irritata.
Avevo una brutta sensazione, mia madre aveva uno sguardo pericoloso.
_ Secondo voi se fossi una vacca sarei più ubbidiente?_ Disse Killian fermandosi un attimo, sembrò riflettere e riprese_ Mai, mi fai ribrezzo, dea dei miei stivali!_
_ Hai firmato la tua condanna a morte verme, ti schiaccerò per bene sotto il mio sandalo, vediamo quanta insolenza c’è in quel tuo corpicino da mortale!_
Era fece per attaccare Killian, ma mi parai davanti.
_ Ferma mamma ti prego! Non ti causeremo più alcun fastidio, stiamo solo facendo quello che ci ha consigliato l’Oracolo, io … _
_ HAI OSATO INTERPETARE UNA PROFEZIA?!_
Il grido di Era fu talmente violento che io e Killian venimmo sbalzati all’indietro cadendo in prossimità della grotta.
_ Rinuncio! Rinuncio ai miei poteri divini se questo è quello che vuoi, non voglio avere niente a che fare con il tuo mondo!_ Dissi alzandomi in piedi, sapevo che neanche io potevo fermare mia madre in quello stato, dovevo calmarla in qualche modo.
_ Sarò io a sradicare la parte sbagliata dei tuoi poteri, sarò io ad eliminare la fonte, la causa di tutto, vedrai che così rinsavirai figlio mio!_
E così, senza preavviso, senza che io potessi fare nulla, Era colpì Killian che volò nella grotta parecchi metri lontano da me.
Rimasi paralizzato, con le mani spalancate in segno di supplica, gli occhi mi si riempirono di lacrime di rabbia e caddi sulle ginocchia.
Mi toccai la gola perché non riuscivo a respirare, non sentivo più niente.
_ L’ho fatto per il tuo bene, Bea _ Disse Era avvicinandosi come se volesse abbracciarmi.
Qualcosa dentro di me scattò, la scostai con violenza e mi precipitai da Killian che solo in quella grotta stava morendo.
Un grido di dolore mi si strozzò in gola quando lo vidi lì riverso sul terreno; gli afferrai la testa e la poggiai sulle mie ginocchia.
_ Bea …_ Riuscì a stento a sussurrare Killian, con le labbra sporche di sangue.
_ Non parlare, risparmia le forze, dobbiamo andare via. Ti salverò_
Cercai di dire agitato, nel frattempo calde lacrime bagnavano il mio viso.
_ No Bealfire, smettila, è finita. Lasciami qui a morire in pace_
Disse Killian stringendomi il polso con le ultime sue forze.
_ Bea … ho paura … non lasciarmi da solo_
La vista gli si appannò e si aggrappò con forza al mio braccio.
_ No … no … va tutto bene … resta con me Killian … dobbiamo ancora legare la tua anima … e poi sarà fatta … tu non morirai! _
Non potevo sopportare l’idea che arrivati a quel punto andasse tutto a rotoli, Killian non poteva andarsene lasciandomi solo.
_ Bea_ Disse bloccandomi, stava andando via_ Lasciami essere la tua bacchetta, così potrò farti da scudo e vegliare su di te ogni giorno, per sempre_
Poggiò la mano sulla mia bacchetta.
Avevo la vista appannata dalle lacrime, ma gli strinsi forte la mano, Killian mi sorrise e vidi pian piano la luce abbandonare i suoi occhi, ad un tratto il suo corpo perse energia e la testa si accasciò, era morto tra le mie braccia.
_ No … no Killian no! Non ho fatto in tempo, aspetta, aspetta! _
Avevo il respiro affannoso, poi nel delirio dei miei pensieri prese posto solo la vendetta contro mia madre.
Mi alzai di scatto e corsi fuori gridando la mia ira come un forsennato.
_ È morto! È morto! È colpa tua!_
Sbottai verso mia madre, sentivo tutto il mio potere fluirmi dalle mani, ero pronto a scagliarlo contro di lei. Era rimase impassibile, poi mi sorrise e svanì.
La mia forza incontrollata tentava di uccidere l’intero mondo e mio padre fece l’unica cosa che non mi sarei mai aspettato, con tutte la sua energia vitale contenne il mio potere nella grotta bloccandomi lì per quello che doveva essere “per sempre”.
 
Revenge.
 
Dei primi giorni in quella grotta ho un solo ricordo, quando ho seppellito Killian.
L’idea di non essere riuscito a sigillare la sua anima nella mia bacchetta, mi logorava più della prigionia.
Persi la cognizione del tempo, dopotutto quando sei immortale il tempo perde il suo valore.
Il mio unico svago era girovagare per la grotta, fu durante una di queste mie escursioni che notai una crepa nella parete, ero sceso parecchio in profondità, volevo vedere fin dove sarebbe potuto arrivare.
Sentii quello che sembrava essere il rumore dello scorrere dell’acqua, aggrottai le sopracciglia e mi avvicinai alla crepa, osservando più da vicino notai che effettivamente scorreva un fiume, ma era strano, l’acqua era nera e all’interno vi scorrevano tanti oggetti.
Bastò questo dettaglio a farmi capire di cosa si trattasse: era lo Stige, un fiume degli Inferi.
Ebbi un lampo di genio, ah … va spiegata una cosa, mio padre prima di spingermi nella grotta mi aveva infilato al collo il ciondolo impedendomi così di usare i miei poteri.
Ritornando a quel lampo di genio avevo pensato che se avessi intinto la mia bacchetta in quel fiume sarebbe diventata abbastanza potente da liberarmi dal ciondolo.
Quando lo feci successe qualcosa di inaspettato.
Dalla bacchetta uscì uno strano suono e udii delle parole che rimasero per sempre nel mio cuore: “ Non avere paura Bea, sono qui, non ti lascio da solo”.
Piansi lacrime amare, ora che ero qui solo, mi resi conto che sarei rimasto chiusi qui tutta la vita, pur di riavere Killian indietro.
Quella visione mi diede la forza di andare avanti e lottare contro il ciondolo; nel frattempo progettavo la mia vendetta.
In quella caverna era difficile capire quanto fosse passato, sembravano giorni, in realtà erano passati millenni. In tutto questo tempo non ero cambiato di una virgola, ero sempre lo stesso, con lo stesso rancore e lo stesso odio a rodermi il cuore.
Il mio hobby era trascorrere le giornate a fare forza sul collo, dopo quello che mi sembrò un tempo infinito riuscii ad aprire una braccia, era tutto ciò che serviva per potermi liberare.
Il mio corpo era ancora privo di poteri, ma la mia mente era finalmente libera.
Fu così che trovai Draco, fu un colpo di fortuna, un Serpeverde che girava da quelle parti …
Era proprio destino che dovessi liberarmi.
La mia fortuna sembrava infinita, a quanto pare quell’idiota di stava divertendo a fare i suoi trucchetti da quattro soldi, era finalmente arrivata la mia occasione di fuggire da quell’inferno senza fine.
Volevo assolutamente salutare Killian un ultima volta, ma non avevo tempo, non sapevo quanto quel pivello sarebbe rimasto la fuori, non potevo lasciarmelo scappare.
Agii di fretta, con quel poco di magia che il ciondolo mi consentiva di usare deviai uno degli incantesimi di Draco verso la barriera indebolita dagli anni che chiudeva la grotta.
Era patetico vedere quanto la forza vitale di mio padre, che aveva riversato nell’incantesimo per imprigionarmi, stesse svanendo; quel solo misero colpo bastò a frantumarla e io fui finalmente libero.
La luce del sole non mi era mai sembrata così bella, sembrava tutto immutato dall’ultima volta che ero stato lì, ma qualcosa era cambiato, il mio sguardo cadde sul ragazzo, aver ottenuto finalmente la libertà mi aveva offuscato i sensi, quasi da farmi dimenticare la sua presenza.
_ Ragazzo che anno è?_  Chiesi sbrigativo, lui era del tutto sconvolto, quasi non riusciva a parlare, mi rispose balbettando, a stento riuscii a capire la sua risposta, da quel poco che afferrai era passato davvero tanto tempo _ Di questa storia non ne farai parola a nessuno_
Dissi tirando fuori la bacchetta, prima che lui potesse anche solo reagire gli lanciai un incantesimo che gli avrebbe impedito di parlare di me, anche se l’avessero interrogato con la maledizione Imperius.
 
Hogwarts.
 
I primi tempi in questa nuova era furono difficilissimi per me, fu come dover imparare tutto d’accapo, ma fortunatamente in poco tempo ero riuscito ad ambientarmi.
Nessuno più sembrava ricordarsi di Bealfire, questo mi permise di mantenere il mio aspetto ed il mio nome, mi bastò solo fare una piccola modifica al mio cognome da Slytherin a Theslyrin.
Inoltre notai con disappunto che Jean-Battiste Renée e Dietrich Schwarz erano ricordati come i migliori Auror della storia, l’altro me era un grande, aveva fatto la storia.
Ora potevo mettere finalmente in atto la mia vendetta, tutti quelli che avrebbero potuto fermarmi erano morti. Tutti tranne colei su cui avrei scatenato la mia ira: Era!
E meno male!
Non vedevo l’ora di ucciderla con le mie stesse mani.
Ripensare ad Era fece affiorare in me il ricordo dell’ultimo giorno della mia vecchia vita e mi balenò in mente l’immagine di un bambino, Tom.
L’unico posto dove avrei potuto avere delle risposte era Hogwarts.
La prima cosa da fare era mettere in atto il mio piano geniale, ovvero introdurmi nel castello per ottenere il ruolo di Preside, non mi sarei accontentato di un misero posto da professore, mi bastò di falsificare le carte di Jean-Battiste, fingermi un vecchio Auror in pensione e insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure in un’altra scuola di magia.
A quella sciocca delle McGranitt le si illuminarono gli occhi appena vide il mio curriculum, ottenni il posto facilmente.
Una volta introdotto nel castello iniziai le mie ricerche, che si rivelarono più lunghe del previsto; la bella faccia da preside che ero costretto a mostrare toglieva tempo alle mie ricerche, tuttavia poche settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, giunsi ad una svolta. Durante una delle mie consuete passeggiate nella foresta notai un luccichio, mi avvicinai con passo frettoloso e dietro una roccia, tra le fronde di un cespuglio, trovai una pietra … non una pietra qualunque, LA PIETRA DELLA RESURREZIONE.
Fu lì che ebbi un lampo di genio, c’era solo una persona che poteva rispondere alle mie domande: GODRIC GRIFONDORO.
Non finii neanche di pronunciare il suo nome che apparve, non era né un fantasma, né una persona in carne ed ossa.
_ Ti stavo aspettando_ Disse appena mi vide con un sorriso malandrino.
_ Come fai a sapere chi sono?_ Chiesi sorpreso.
_ So tutto di te Bealfire Slytherin_ Disse ridacchiando_ Ho sempre saputo chi eri_
_ Bene, saltiamo la parte delle presentazioni e arriviamo al dunque. Che fine ha fatto Tom?_
_ Quale dei tanti? _ Chiese con fare ironico.
_ Quello che ho scoperto ti è stato affidato alla scomparsa di mio padre a seguito di alcune ricerche_
Godric sorrise e cominciò a raccontare la storia, mi disse che era nel suo ufficio quando gli apparve un bambino con in mano una lettera, sulla quale vi era scritta tutta la mia storia e il sacrificio che Salazar stava per compiere per salvare il mondo magico, e anche il reale motivo per cui aveva lasciato la scuola; in conclusione aveva chiesto a Godric di occuparsi di suo figlio, sospettando di non riuscire a tornare a casa.
Mi raccontò in breve della discendenza di Tom e che l’ultimo Slytherin era morto nemmeno un anno fa ucciso da un Potter, che ironia della sorte!
Godric mi disse anche che quel Potter si stava recando ad Hogwarts per frequentare l’ultimo anno; il tempo a disposizione svanì e Godric scomparve, era giunto il tempo di mettere in atto la mia vendetta.
Le mie ricerche mi avevano portato a scoprire che avevo bisogno di due oggetti: la spada di Grifondoro, per arrivare nel mondo di mia madre, e la bacchetta di Sambuco per sbarazzarmi una volta per tutte della mia debolezza, il ciondolo.
Il caso volle che per entrambi avevo bisogno di Harry Potter, il quale stava venendo proprio da me con un gruppetto di amici speciali.
Li avevo tenuti d’occhio tutto il tempo da quando Godric me ne aveva parlato, mia madre doveva aver capito tutto e mi aveva messo i suoi fedeli cagnolini alle calcagna.
Dopo anni e anni avevo capito cosa volesse dire l’Oracolo, la profezia era per me, quei maghi e quei semidei mi avrebbero sconfitto, che facessero pure, non mi importava cosa sarebbe successo a me, volevo solo che Era morisse.
Il primo giorno di scuola arrivò più in fretta del previsto e l’incontro con Harry era sempre più vicino. Mi raggiunse nel mio studio come mi aspettavo, quando entrò rimasi di sasso, era identico a Killian, fu come riaverlo davanti agli occhi, ma mi scossi subito e gli sorrisi dolcemente come avrei fatto con Killian.
_ Oh bene _ Dissi alzandomi_ Harry Potter, è un tale onore poterla conoscere, ho sentito tanto parlare di lei, non vedevo l'ora di incontrarla_ Gli strinsi la mano con vigore.
_ La ringrazio signor …_ Disse Harry imbarazzato.
_ Mi perdoni signor Potter, non mi sono presentato, mi chiamo Bealfire Theslyrin, chiedo scusa per la maleducazione, ad ogni modo, cosa vi porta nel mio ufficio Signor Potter?_
E mentre lo guardavo negli occhi così simili a quelli di Killian pensai alla mia vendetta, a colei che me lo aveva portato via e niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi.
Che la storia abbia inizio.
 
-Fine-
 
Angolo delle autrici:
 
Effe_95: Buonsalve!
Micio95: Ehilà.
Effe_95: E così siamo giunti alla fine *sigh*
Micio95: Si, purtroppo si.
Effe_95: E così abbiamo concluso anche la storia di Bea e Killian.
Micio95: Che fine tragica, ma era l’unica soluzione.
Effe_95: E così finisce qui quest’avventura …
Micio95: Che peccato, credo proprio che ai nostri lettori non sia piaciuta :(
Effe_95: Infatti, non ci hanno lasciato nemmeno una recensione, però a noi comunque faceva piacere portarla al termine, farvi capire perché Bea ha fatto quello che ha fatto.
Micio95: Nonostante il dispiacere sono felice che ora tutti i pezzi siano al loro posto.
 
Effe_95 e Micio95: Grazie mille per l’avventura, per averci seguito nonostante tutto.
Teneteci d’occhio, torneremo molto presto ;)
 
 Angolo delle curiosità:
 
1.In realtà Era aveva riconosciuto Bealfire come suo figlio, quando all’età di dodici anni gli è apparso in sogno ( vedere capitoli precedenti)
 
2.Percy è riuscito a sentire la voce di Killian nell’ultimo capitolo, perché appunto Vortice conteneva un frammento della sua anima.
 
3. Abbiamo utilizzato l’idea degli horcrux perché ci sembrava l’unico modo per far diventare Killian immortale come Bea restando fedeli ai mondi dei ragazzi.
 
  
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