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Autore: smak978    20/07/2016    8 recensioni
"Succorbentis?" Chiese Malfoy con un filo di voce, coprendo subito il volto con quell'insopportabile maschera. "Hai la Succorbentis?" Silenzio. "Lo sai che è una malattia incredibilmente rara, vero? ...E lo sai che è incurabile, vero?" Silenzio. "Non c'è da stupirsi che ti rifiuti di accettarlo." Ron/Hermione/Grifondoro OOC
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Questo capitolo è la perfezione, godetevelo! Byee





Capitolo 16 – Flaky, Frosty, e Icey.



Sebbene dovesse mantenere la sua reputazione di bastardo senza cuore, Draco non riusciva ad odiare il Natale. Gli piaceva la solitudine; il fatto che tutti quanti tornassero a casa e lo lasciassero finalmente in pace. Il fatto di poter aprire i suoi regali in privato, senza doversi curare di quello che avrebbero pensato gli altri se gli avessero spedito un regalo completamente inappropriato, che lui detestava, e che avrebbe probabilmente distrutto. E soprattutto, amava il fatto che tutti erano felicissimi e che era proprio un gioco da ragazzi metterli di cattivo umore. Se giocava bene le sue carte, aveva la capacità di rovinare il Natale a chiunque in un batter d'occhio; il potere. Ecco cosa amava.
 
E supponeva che non gli dispiacessero le decorazioni di Hogwarts. Nonostante fossero spesso enormi, abbinate in modo orrendo e palesemente messe su da quel babbeo di Hagrid, erano accoglienti, fino ad un certo punto. Il maniero non aveva mai avuto luci. E non aveva senz'altro avuto il vischio. Aveva solo un albero a malapena decorato.
 
Sebbene il pensiero di sua madre al maniero, da sola nel giorno di Natale fosse un po' angosciante, Draco aveva trovato il rimedio perfetto. Non pensava più a sua madre al maniero, da sola nel giorno di Natale. Ecco fatto. Risolto. Poteva godersi la sua solitudine in santa pace.
 
Quell'anno, la maggior parte degli studenti era tornata a casa. Ed era magnifico.
 
I Serpeverde erano migrati dai loro genitori. O erano felici che fossero ancora vivi, o facevano l'ultimo 'urrà ' prima che venissero sbattuti ad Azkaban per i crimini compiuti l'anno prima. Anche il resto della scuola era corso a casa, piangendo per la perdita dei loro cari e godendosi il tempo passato insieme. Addirittura Blaise era rientrato, e in quel momento non andava particolarmente d'accordo con sua madre. Beh, non gli piaceva il suo nuovo marito. Ma era prevedibile; sarebbe comunque morto entro cinque mesi. Con un po'di fortuna. Ci aveva scommesso 30 galeoni. Blaise tre; tirchio bastardo.
 
Anche Theo era andato a casa quell'anno, solo Dio sapeva perché.  Suo padre era già ad Azkaban e sua madre era morta anni prima. Qual era il senso di passare il Natale da solo in un maniero, con gli elfi domestici come unica compagnia? Chiunque sarebbe diventato matto.
 
Anche se, di fatto, Draco era ad Hogwarts da solo. Circondato da insegnanti, ragazzini altezzosi ed elfi domestici. Ognuno per conto proprio.
 
Due ragazzi del primo anno e una del terzo erano rimasti lì, quel Natale; non erano un gran problema. Stavano alla larga da Draco, proprio come avrebbero dovuto. Non gli importava quanti ragazzi delle altre case avessero deciso di restare; prestava loro a malapena attenzione. Erano sempre fuori a lanciarsi palle di neve, o in biblioteca a ridere in modo irritante.
 
Che differenza c'era se erano in vacanza? La biblioteca era la biblioteca, non importava che periodo dell'anno fosse. Una lezione che due Tassorosso impararono molto bene quando scapparono dalla sala con le lacrime agli occhi.
 
E no. Non era il Grinch.
 
Amava semplicemente la solitudine.
 
Lo faceva riflettere.
 
Draco guardò fuori dalla finestra, osservando i soffici fiocchi di neve danzare nell'aria e posarsi sul davanzale esterno. Era carino; poteva ammetterlo.
 
Guardò verso il cortile, incupendosi.
 
Sì, la solitudine lo faceva riflettere.
 
Il più delle volte su Potter.
 
E sul perché si trovava nel cortile della scuola di lunedì pomeriggio, nonostante il suo ritorno fosse previsto per venerdì.
 
.
 
.
 
.
 
Ne aveva fatti un cazzo di esercito.
 
Draco se ne stava appoggiato ad un albero con le sopracciglia alzate e la mascella sul punto di cadere, in una chiara dimostrazione di ribellione Malfoyiana. Potter doveva essere pazzo per fare... una cosa del genere. Era... non c'erano parole per descrivere l'orrore che Draco stava provando.
 
Pupazzi di neve.
 
Al plurale.
 
Un paio? Sarebbe stato normale. Non c'era nulla di male nel fare un pupazzo di neve.
 
Invece no.
 
Potter doveva sempre oltrepassare i limiti.
 
Ce n'erano dozzine di quei cosi. Un'armata. Divennero due dopo che Draco controllò più avanti. Due eserciti uno di fronte all'altro, una dannata foresta di pupazzi di neve. Erano di forme e dimensioni diverse ... e la cosa più spaventosa era che ognuno di loro aveva un volto proprio. Avevano delle espressioni. Ed era fottutamente terrificante. No, non erano le armi che Potter aveva dato ad alcuni di loro, erano le loro facce che sarebbero riuscite a terrorizzare così tanto i bambini da non farli più metter piede fuori di casa durante la stagione invernale; Potter aveva tutte le potenzialità di danneggiare psicologicamente gli altri e le stava usando per... per cose di cui solo Merlino era a conoscenza. Diavolo, nemmeno Draco li avrebbe usati contro dei sorridenti Tassorosso. Si sarebbe sentito in colpa al solo pensiero.
 
Ed ecco Potter.
 
Stava posizionando delle pietre sulla faccia di un altro pupazzo di neve, creando una smorfia che avrebbe avuto la capacità di infestare i suoi incubi per molti anni. Il pupazzo era più alto di Potter; dovette alzarsi sulle punte dei piedi per applicare gli occhi. I suddetti occhi erano strabici, e lo facevano sembrare... facevano sembrare quel coso ... folle e fuori di sé. Grandioso. Doveva per forza avere anche delle emozioni, no?
 
" Che razza di mostruosità è questa? " Draco non riuscì trattenere i suoi pensieri, anche se avrebbe voluto.
 
 Potter si girò di scatto, e sbarrò gli occhi appena lo vide. Si passò nervosamente una mano fra i capelli, facendo roteare gli occhi in modo un po' troppo teatrale. Poi sorrise.
 
Qualcosa non andava.
 
Il sorriso era falso.
 
" Mi stai già pedinando? Non ci hai messo molto. " Fece finta di ridere, voltandosi per aggiustare l'occhio del pupazzo di neve. Non servì a migliorare il suo aspetto.
 
" Devo ammettere che sto perdendo colpi." Rispose infine Draco. Doveva tenere su la maschera. Indifferenza. Calma. " Quando sei tornato? "
 
" Huh? Ah, ieri; La McGranitt è venuta a prendermi. Non me la sentivo di venire a cena; avevo da fare i compiti e cose del genere.”
 
Frequentavano le stesse lezioni.
 
E non avevano compiti da fare.
 
 “ Cosa sono… questi? ”
 
Potter continuava a sfoggiare quel sorriso pateticamente falso mentre si avvicinava, con una risata forzata. " Sono pupazzi di neve. "
 
" Ovviamente. E che hai intenzione di farci? "
 
" Niente. " In realtà sembrava un po' confuso, ma poi si ridestò. " Non ne avevo mai fatto uno, e quale momento migliore di questo? Qualcos'altro da eliminare dalla lista. Mi stavo ancora esercitando con il numero da giocoliere, ma non riesco a farlo bene, non importa quanto ci provi; continuo a far cadere le pietre. Guarda questo graffio! "
 
Draco osservò Potter mentre si mordeva il labbro, per poi guardarsi intorno in cerca di un'ispirazione.
 
" Perché quello lì non ha il naso? " Chiese, indicando un pupazzo particolarmente brutto. Quello, comunque, fece scoppiare Potter in una risata.
 
" Ah, quello è Voldy. "
 
" Vol... Potter! Non puoi fare una cosa del genere! "
 
Draco diede un'altra occhiata al pupazzo di neve, e rabbrividì quando questo sembrò indirizzargli un ghigno. L'unica cosa che gli mancava era un cazzo di serpente avvolto intorno alle spalle. Dannato Potter, non aveva alcun senso dell'umorismo!
 
" Qual è il problema?  È morto, Malfoy. Non ritornerà. " E per dimostrare la sua stupida teoria, appallottolò un po' di neve e la lanciò sulla faccia di ' Voldy '.
 
" Potter! "
 
" Semplice! Non è lui quello da cui guardarsi le spalle. " Draco non riusciva a credere che lo dicesse con una faccia così seria. " Flaky è stato mandato in esilio ieri sera... si è scoperto che era una spia. Si! Sto parlando di te! "
 
Draco per poco non sobbalzò quando Potter si mise improvvisamente ad urlare, guardandosi nervosamente intorno per localizzare qualunque fosse la cosa a cui stava rivolgendo la parola. E proprio lì, al limitare della foresta, si poteva scorgere la testa di un pupazzo di neve. Con tanto di faccia triste.
 
Dio santo.
 
" Potter, qualunque bizzarra crisi di mezza età tu stia avendo- "
 
" Che c'è?  Non posso divertirmi un po'? "
 
Draco sbatté le palpebre, squadrando il moro. Quel finto sorriso era ancora lì.
 
Cazzo, non poteva fare così.
 
Draco annuì, osservando attentamente l'esercito. I pupazzi di neve dovevano essere uccisi. Tutti e cinquanta. Lui non ci sarebbe riuscito, ma conosceva un paio di irritanti Tassorosso che gli dovevano un favore.
 
Seguì Potter attraverso quella folla inquietante, sentendolo parlare a vanvera. Merlino, erano tutti deformati.
 
" Attento. Quello è Frosty. " Lasciò che Potter stringesse il suo braccio e lo trascinasse lontano da un pupazzo di neve abbastanza grasso con un solo occhio. " Non mi fido di lui. "
 
Draco non si fidava della sanità mentale di Potter. Eppure eccoli lì.
 
Nell'inferno.
 
Era proprio bizzarro. Soprattutto quando raggiunsero il centro di quell'orda assassina, per poi trovare resti di un... igloo? Forse?
 
" Non ne ho mai costruito uno prima. In realtà è abbastanza difficile; sai, trovare della neve che non si separi quando viene ammassata. " Potter si lasciò cadere sulle ginocchia, appallottolando ancora una volta la neve e schiacciandola per formare un blocco. Non rivolse più lo sguardo a Draco, tenne la testa bassa mentre blaterava. " Mi chiedo come facciano gli eschimesi... ci ho lavorato fino a ieri sera per completarlo, e non sono neanche a metà del lavoro! Nemmeno ad un terzo. È maledettamente più difficile senza mag... volevo dire, è molto difficile e basta. Non importa quanto compatti la neve, non si tiene in piedi. E poi come diavolo fanno a darle la forma di una sfera? La mia non si curva nemmeno un po'. "
 
E non l'avrebbe mai fatto. Non secondo Draco.
 
Ma non poteva dirglielo. Non quando quel finto sorriso era ancora stampato sulla faccia di Potter.
 
Cazzo, pensava di essersene sbarazzato.
 
Quindi, anche se c’erano due gradi, stava indossando abiti non molto pesanti, e per giunta aveva una cavolo di torta meringata al limone che lo aspettava nella Sala Comune, Draco fece una cosa davvero anti-Serpeverde.
 
Si inginocchiò, maledicendo la dannata crisi di Potter e i suoi pantaloni rovinati, e iniziò a compattare la neve.  Non disse niente. Non ce n’era bisogno.
 
Tutti sapevano che Potter non sapeva gestire bene il silenzio; era praticamente saltato addosso a Draco per conversare con lui quando i Grifondoro, come al solito, stavano facendo gli stronzi. Tutto quello che doveva fare era sedersi, aspettare e sperare che ' Flaky ' non rovinasse quel momento con la sua riammissione nell'esercito di Potty.
 
L'igloo non sarebbe mai stato creato. Forse, il sorriso di Potter sì.
 
.
 
.
 
.
 
Harry tenne la testa bassa, raccogliendo neve da poter trasformare in cubi. Non riusciva a guardare Malfoy. Non riusciva nemmeno a girarsi nella sua direzione senza avere l'impulso di urlargli quanto era stato stupido, ingenuo, e...
 
Harry strinse le mani su un cumulo di neve, e digrignò i denti con rabbia quando questo esplose e fece schizzare dei pezzetti di gelido ghiaccio ovunque. Non poteva dipendere da Malfoy per ogni minima stupidaggine. Dio, ormai era un adulto. Avrebbe dovuto essere intraprendente e altre cretinate del genere; avrebbe dovuto essere solo.
 
Non era per quello che non aveva fatto niente per ricostruire il suo rapporto con Hermione e Ron? Non era per quello che avrebbe allontanato anche Neville? Non era per quello che stava completando quella dannata lista?
 
Avrebbe dovuto essere più facile in quel modo!
 
Quando cavolo aveva lasciato che Malfoy entrasse nella sua vita? E da quando, Dio solo sapeva perché, Malfoy sembrava aver deciso di restarci? Non avrebbe dovuto appoggiarsi a lui tutte le volte; no, non poteva appoggiarsi a lui. Proprio per niente!
 
Perché quando sarebbe mort...
 
Perché nel giro di pochi mesi, Malfoy sarebbe rimasto solo e, anche se era impossibile da immaginare, addolorato e ferito, e sarebbe stata tutta colpa di Harry. Aveva allontanato Ron, per poi ferire Malfoy? In base a quale logica? Dipendeva da lui per ogni cosa, e non era giusto. Doveva finire. Subito.
 
Ciò significava che non poteva lamentarsi con lui dell'ingiustizia di... di tutto ormai, perché...
 
Harry sospirò pesantemente, strofinandosi le dita ghiacciate sugli occhi. Non era giusto. Doveva essere forte, non importava quanto fosse difficile. Doveva sorridere e ... e ... sopportarlo, e ...
 
Era troppo per una sola cazzo di persona!
 
Harry digrignò i denti, sbattendo furiosamente la neve al suolo. Quanto era difficile costruire un cazzo di igloo?!
 
Si tirò su barcollando, si voltò, e si avvicinò ad uno dei suoi tanti pupazzi di neve, al quale strappò un braccio. Era un bel ramo, spesso e resistente. Fantastico.
 
Lo lanciò sulla testa del pupazzo, guardando con indifferenza l'occhio che schizzò via e il suo volto distrutto. Ancora. E ancora. Ci aveva messo venti minuti per costruirlo.
 
Quindici per quell'altro.
 
Una buona mezz'ora per Frosty.
 
" Era solo un fottuto igloo! " Ringhiò Harry, colpendo Rollie con la mazza improvvisata, e gli disintegrò la faccia quando questo tentò di reagire afferrandogli la giacca. " Una sola soddisfazione! Ma non me l'avete concessa! "
 
" Potter. "
 
Ignorò il ramo e iniziò ad ucciderli da solo, con le mani li distruggeva e con i piedi calciava tutti i pupazzi di neve che lo circondavano. Tutti lo fissavano, deridendolo, ghignandogli. Se lui non poteva essere felice, allora nemmeno loro potevano! Se a lui non era concessa una vita, perché cazzo avrebbero dovuto averla loro? Aveva dato a tutti nomi, lavori... a Icey, laggiù, aveva dato una cazzo di famiglia perfetta!
 
" Potter. "
 
Harry corse verso Icey, spingendolo e calciando la sua faccia. Aveva uno stupido, dannato sorriso sul volto? Voleva vedere come avrebbe sorriso dopo, quell'ammasso di neve sciolta. Ah, ma aveva ancora la sua famiglia, giusto?  La sua cavolo di famiglia perfetta che ostentava felicità. Si voltò verso Timmy-
 
" Potter! "
 
Harry ringhiò quando fu trascinato via dal pupazzetto di neve in miniatura e spinto al suolo. Ingoiò della neve, mentre il suo cervello era intento a capire come fosse passato dall'assassinare gli allegri pupazzi di neve a essere steso per terra...
 
Sentì qualcosa toccargli la schiena.
 
Harry ruotò su sé stesso e si mise di lato, atterrando qualsiasi cosa fosse, sfoderò la bacchetta e afferrò, con l'altra mano, il colletto di... Malfoy.
 
Malfoy.
 
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
 
" CAZZO! "
 
Harry serrò la mascella, strizzando gli occhi. Non doveva guardarlo. Doveva andarsene. Doveva andarsene senza coinvolgerlo.
 
Si mise in piedi barcollando, e cercò di ascoltare il suo cervello. In verità era abbastanza difficile riporre la bacchetta nella manica con gli occhi chiusi; soprattutto quando ci si accorgeva che era la bacchetta finta che si aveva sfoderato. Che diavolo avrebbe potuto fare con una bacchetta finta? Cavare un occhio al suo avversario?
 
" Potty. "
 
Harry fece uno sbaglio.
 
Guardò Malfoy.
 
E improvvisamente si lasciò cadere di nuovo al suolo, sforzandosi di controllare le sue emozioni e quel fottuto bruciore agli occhi. Era così arrabbiato. E ferito. Ed esausto. E... cazzo, non riusciva nemmeno a guardare Malfoy senza sentirsi patetico.
 
" Cos'è successo con i babbani? "
 
Cos'era successo? Cos'era successo? Beh, dopo che lo avevano deriso, schernito, umiliato, ridicolizzato, ignorato, sbeffeggiato, irriso, trascurato, dimenticato e privato dell'ultimo raggio di speranza rimastogli, e dopo che avevano dato quel che ne restava in pasto a Squarta? " Niente. "
 
Malfoy ringhiò per il nervosismo, quasi abbaiando. " Potter, io- "
 
" Non è successo niente. "
 
" Qualcosa è successo. "
 
" Oh, no, posso assicurarti che non è successo niente. Assolutamente niente, cazzo. " Harry sospirò, stringendosi la radice del naso nel tentativo di calmarsi. Quella dannata rabbia era nauseante; era incontrollabile, pronta ad esplodere da un momento all'altro. Si sentiva come al quinto anno, e a nessuno piaceva il suo umore al quinto anno.
 
Stava aspettando la solita risposta. Quel discorso del ' Che ti aspettavi? ' che gli avevano già ripetuto troppe volte. Quel discorso che gli ripetevano continuamente da quando aveva fatto il suo tragico ritorno al castello. Uno di quei piccoli commenti intelligenti ma anche beffardi, di cui Malfoy non restava mai a corto, pronti a sua disposizione, per ogni genere di situazione.
 
" A loro non è importato nulla. " Borbottò, visto che non gli fu data una risposta immediata, fissando ancora la neve. " Non gliene fregava un cazzo. Certo, Dudley sembrava addolorato, ma mia zia non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo dopo che gliel'ho detto; ha finto che io non fossi lì. E la palla di lardo poteva a malapena trattenersi dal non far comparire il simbolo delle monete nei suoi occhi. È stato proprio... ho preferito tornare a casa, ad Hogwarts. Perché mi ero aspettato che qualcosa cambiasse? Dio, sono così stupido. "
 
" Tu sei molte cose, Potty, ma non sei stupido. "
 
Harry fu sorpreso da quella frase che si avvicinava quasi ad un complimento e guardò il biondo, seduto a pochi metri da lui. Non si era mosso di lì, si era solo messo a sedere con la testa piegata di lato, appoggiata sul palmo della mano, e i gomiti sulle ginocchia. Sembrava il perfetto ritratto della calma. Anche se aveva i vestiti coperti di macchie e fiocchi di neve fra i capelli. E, meglio ancora, non sembrava giudicarlo.
 
" Ogni ragazzo cerca l'approvazione dei suoi genitori. Pensa alla mia vita, ne è l'esempio lampante. L'unica differenza tra me e te è che io ho imparato che è impossibile. "
 
" Non sono i miei genitori. Cavolo, non li considero nemme- "
 
" Eppure eccoti qui a massacrare piccoli, innocenti pupazzi di neve. " Harry guardò con sospetto Malfoy chi si stiracchiava e si metteva in piedi, strofinando via la neve dai suoi abiti con un ghigno. " Inizio a pensare che tu sia stato clemente con Flaky mandandolo in esilio. Vuoi rientrare o vuoi continuare ad ucciderne altri? "
 
" Tutto qui? " Maledizione, Harry!  Chiudi quella dannata bocca traditrice!
 
Malfoy scrollò le spalle, allungando una mano per aiutare Harry ad alzarsi. " Non so cos'altro dire. " Era semplice e brutalmente onesto; un miracolo in sé e per sé. " Potrei affatturarli per te, se vuoi. Con la biblioteca vuota ho passato il tempo a leggere scoprendo alcuni incantesimi interessanti, e avrei bisogno di cavie. "
 
Harry scosse stancamente la testa, facendosi tirare su. Era ridicolo. Erano solo i Dursley, niente di speciale. Certo, faceva male, ma era così con tutte le cose collegate a loro. " La colpa ricadrebbe su di me, e non mi piace molto immaginare i miei ultimi mesi ad Azkaban. " Anche se se lo sarebbero meritato.
 
Non ci pensare, Harry. Sorridi e sopportalo. Sono i fottuti Dursley. A. Te. Non. Importa. Di. Loro.
 
Osservò Malfoy, sorridendo leggermente alla vista della neve ancora posata fra i suoi capelli. Ma davvero non se ne accorgeva? Doveva stargli congelando la testa. Dio, anche quando era sporco e trasandato sembrava un modello di una rivista hot... no. Non pensare a cose del genere, Harry. Per favore, non pensarci. Allungò la mano per togliere la neve dai capelli del biondo, e fece roteare gli occhi appena si accorse che Malfoy ne fu sbalordito, quasi sul punto di tirarsi via. " Sì, mi hai beccato; stavo tagliando una ciocca per il mio diario dal titolo " I heart Draco Malfoy ". Quasi.
 
Harry fece finta di ridere, incamminandosi su un sentiero diretto al castello. Ignorò lo sguardo fisso sulla sua schiena che cercava un modo per riuscire ad arrivare al suo cuore.
 
" E adesso stai bene? Come se nulla fosse successo? "
 
" Ho esagerato Malfoy. " Continuò a sorridere. Se non guardava Malfoy, lo stalker non avrebbe capito che stava mentendo. Fu un grosso sforzo fisico mantenere la sua voce spensierata e felice. " Era una cosa stupida da fare, fin dall'inizio. È solo una stupida lista. "
 
Poteva anche fingere di non essere distrutto.
 
Fin quando non avesse trovato un modo per sbarazzarsi di Malfoy, prima che le farfalle lo costringessero a fare qualcosa che avrebbe distrutto anche lui.
 
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30. Costruire il mio primo pupazzo di neve.
 
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Harry fu sorpreso quando Malfoy si sedette sulla panca di fronte a lui, come se fosse perfettamente normale per un Serpeverde sedersi al tavolo dei Grifondoro. Il biondo non sembrò farsi tanti problemi e si servì una porzione di Shepherd's pie, gemendo in segno di apprezzamento. Entrambi si erano divisi per asciugarsi ed evitare la polmonite con una doccia calda, accordandosi per incontrarsi a cena. Solo Merlino sapeva perché Malfoy aveva bisogno di due ore per fare una doccia; erano fortunati che il castello avesse ancora l'acqua calda, con tutto il tempo che probabilmente passava nella doccia.
 
Harry impiegò quel tempo per ritornare in sé, rimproverandosi per la sua debolezza e prendendo a pugni il cuscino per un bel po'. Mai più. Malfoy non l'avrebbe mai più visto debole o patetico, non importava in che situazione si trovasse. Cavolo, lui era Harry Potter, per l'amor del cielo; sapeva come sfuggire alle grinfie di Voldemort; Malfoy non sarebbe dovuto essere un problema.
 
A parte il fatto che Harry aveva iniziato a dover combattere l'impulso di sorridere quando lo vedeva.
 
E che si ritrovava a cercare la compagnia del biondo ogni volta che poteva.
 
Farfalle; c'era ancora bisogno di dire altro?
 
Ovviamente la sua piccola... infatuazione non era importante. Non poteva essere importante. Specialmente se si pensava che Harry era interessato alle donne. Non si poteva definire una cotta; era solo una grande amicizia, qualcosa che aveva cercato in tutti modi di evitare.
 
Ma allora perché era così diverso da quello che sentiva per Ron?
 
No, basta! Erano amici, ecco tutto. Non era interessato ad una relazione, non con un cavolo di ragazzo, e decisamente non con Malfoy!
 
...
 
Tralasciando il fatto che erano fidanzati.
 
Era una situazione così confusa che si andava ad aggiungere al suo groviglio di emozioni nel quale stava già tentando di destreggiarsi.
 
" ...Credo che tu abbia sbagliato tavolo. " Affermò Harry, deglutendo sotto lo sguardo di Malfoy fisso su di lui, anziché sulla sua cena. " Oppure stai abbracciando il tuo leone interiore? "
 
" Quando ho detto ' ci vediamo a cena ', sebbene sia strano a dirsi, intendevo proprio ' ci vediamo a cena '. Vuoi che te lo scriva? Che te lo divida in sillabe? Potrei anche creare delle schede didattiche se questo rendesse il lavoro di comprensione più facile per il tuo piccolo, minuscolo cervello. "
 
Harry lo ignorò, scegliendo di osservare il suo calice d'acqua. " Di recente, ho scoperto una cosa molto strana. È un curioso paradosso; se Malfoy non passasse così tanto tempo dietro la maschera di un coglione, assomiglierebbe davvero ad una persona normale. "
 
" Non parlare di me come se non fossi qui, Potty. O i tuoi parenti s… babbani non ti hanno insegnato le buone maniere? " Harry sospirò dopo quella frase, scuotendo la testa sotto gli occhi dell'indifferente biondo. Era fortunato; Harry non pensava di poter più riuscire ad odiare quel bastardo.
 
" Questo implicherebbe che loro le abbiano... cosa stai facendo? "
 
Harry osservò stancamente Malfoy riempire un altro piatto di cibo, un assortimento di varie pietanze prese qui e lì dal tavolo. Ovviamente, essendo ora di cena, c'erano soltanto pochi piatti fra qui scegliere e nessuno di questi sembrava essere compatibile con l'altro. I Brownie di certo non si abbinavano con lo Shepherd's pie. Come non lo facevano le ali di pollo, per esempio.
 
" Non riuscirai mai a mangiare così tante cose.  "
 
" No, non ci riuscirò. " Ammise sospirando, poi scosse la testa fingendo tristezza. Harry provò addirittura pena per quel bastardo, prima che il piatto scivolasse verso la sua parte di tavolo." Ma forse tu puoi. "
 
" Ho già mangiato. " Tentò Harry, per poi prendere un sorso dal suo calice. L'acqua era buona; non gli faceva venire da vomitare.
 
" Quale piatto hai usato? "
 
Merda.
 
Harry si guardò intorno in cerca di ispirazione, indicando qualche piatto in lontananza. " Ero vicino ai ragazzi del terzo anno ma non la smettevano di ridere. "
 
" Bel tentativo. Mangia. "
 
"Sul serio, non ho tanta fame, Malfoy. " Perché era sempre così testardo su quell'argomento. Aveva già alzato il mento, una chiara dimostrazione che era determinato a vincere qualunque battaglia avesse pianificato. " Ho fatto una colazione abbondante.  "
 
" Non eri nemmeno qui a colazione. O a pranzo. "
 
Grandioso, doveva arrendersi. Ancora una volta.
 
" Mi fa venire la nausea. "
 
" È sulla tua lista. "
 
Harry trasalì, stringendo forte i denti. Come osava? Quel piccolo bastardo... non avevano passato nemmeno mezza giornata insieme e già glielo stava rinfacciando!
 
" Anche i Dursley c'erano, e sai bene com'è andata a finire- "
 
" Hai battuto il Platano Picchiatore, e non vuoi fare il tentativo di battere una cena? Potty, mangia.”
 
Harry osservò il piatto. Il brownie si stava già inzuppando, quello stronzo. Non era nemmeno lontanamente possibile che riuscisse a mangiare tutto il contenuto del piatto, ma suppose che poteva mordicchiare qualcosa. Dannato Malfoy e suoi occhi esigenti.
 
" D'accordo. Ma ti vomiterò addosso, spero che tu lo sappia. "
 
" Che cosa incantevole. " Ma Malfoy stava sorridendo, il che eliminava tutto il disgusto da quella frase. Come si poteva odiare Malfoy, se era capace di sorridere in quel modo? Era semplicemente perfett-
 
No. Harry, non pensare a cose del genere.
 
Amici. Amici. Soltanto amici.
 
Diede un morso al brownie, concentrandosi sul suo sapore. Proprio come si aspettava, non avrebbe dovuto essere accompagnato dal sugo alla carne. E chi l'avrebbe mai detto?
 
" Allora, perché Parkinson mi odia? " Chiese Harry dando un altro morso e rabbrividendo per il sapore. Era duro, quasi non riusciva ad ingoiarlo. Dovette mandarlo giù con un sorso d'acqua. Dio, ma chi aveva inventato i brownie? " Il resto dei Serpeverde sono... be', non sono spaventosi come in passato. Non fraintendermi, " Dovette darsi una mossa per spiegarsi meglio, perché gli occhi di Malfoy stavano brillando di una luce pericolosa. " sono ancora dei bastardi, e sono sicuro che siano più ignobili che mai, ma non sono poi così cattivi adesso, capisci? "
 
" I Serpeverde non si sono rammolliti- "
 
" Lo so! Non l'ho mai detto! Sono solo... più amichevoli. O qualcosa del genere. Andiamo, hanno giocato a scacchi con me, ho le prove. "
 
Harry osservò con crescente nervosismo Malfoy piegare la testa di lato, riflettendo. Non era un buon segno. " Quindi pensi che dovremmo 'alzare le barriere' ? "
 
" No, voglio dire, Merlino, no! Mi piacete così come siete, grazie. " Non riusciva a gestire quello stronzo di un Serpeverde glaciale, non per lunghi periodi di tempo. " Io... mi chiedevo soltanto perché la Parkinson sia l'unica che sembra ancora detestarmi. "
 
" Tch, lei non ti detesta. " Ridacchiò, assottigliando gli occhi. " Perché continui a tirare in ballo Pansy? Hai una piccola cotta, non è così? "
 
" Non ho una cotta per Pansy! " Oh Merlino, adesso poteva anche spararsi. Suonava sospetto anche dal punto di vista di Harry. Poteva sentire anche il suo volto andare a fuoco. Dio, sarebbe stato un inferno.
 
" Non per Pansy eh? Allora per un'altra Serpeverde? Ci ho azzeccato! Oh buon Salazar, guarda la tua faccia. Una Serpeverde, eh? "
 
Harry si nascose il volto fra le mani, ringhiando e scuotendo la testa. Perché era un libro aperto?
 
" È Daphne? Tutti hanno avuto una cotta per Daphne. No, tu sembri più un tipo da Millicent. È Millie, non è vero? Ti ha lanciato un incantesimo? "
 
" Fottiti. "
 
Harry non riuscì comunque a trattenere il sorriso quando Malfoy scoppiò a ridere, con la testa sul tavolo e il respiro affannoso. Non era il Principe Glaciale, non era un Malfoy... era semplicemente Draco, e Harry lo amava...- cioè amava il fatto che riuscisse ad essere Draco quando era insieme a lui. Proprio come Harry riusciva ad essere se stesso, senza la sua maschera di persona coraggiosa.
 
" Beh, chiunque sia non ha nessuna chance. Dovrai prima sbarazzarti di me, mio piccolo, dolce fidanzato, e io non ho intenzione di arrendermi senza combattere. "
 
Harry osservò il sorriso di Malfoy, a bocca aperta. Lui... era uno scherzo, giusto? Giusto?
 
" Non hai ancora assaggiato il pasticcio, amore. " Malfoy piegò nuovamente la testa di lato, con il sorriso stampato sulle sue labbra. " Vuoi che ti imbocchi? Sono sicuro di poter trovare il modo di farti ingoiare. "
 
" Sono sicura che ci possa riuscire, Signor Malfoy. "
 
Harry sobbalzò, distogliendo velocemente lo sguardo da Malfoy per poi trovare, per sua grande umiliazione, la professoressa McGranitt, in piedi, dietro la sedia di Malfoy. Come avevano fatto a non accorgersi che si stava avvicinando a loro? La sala era praticamente vuota; perfino il tintinnio delle posate riecheggiava, figurarsi il rumore dei passi.
 
Harry non riuscì a trattenere le risate, tanto che portò una mano a tapparsi la bocca. Non riusciva nemmeno a trovare la forza di essere imbarazzato; era Malfoy, che sembrava mortificato. Le sue guance si erano tinte di rosa, e non riusciva ad incrociare lo sguardo della professoressa. Lanciò comunque un’occhiataccia ad Harry, che ebbe bisogno di due mani per coprirsi la bocca. I suoi polmoni stavano esplodendo, ma ogni volta che tentava di prendere un respiro, gli sfuggiva una risata.
 
Harry non riuscì a guardare nessuno dei due; si concentrò invece sul tavolo, esaminando una macchia sulla sua superficie. Ma che strana forma che aveva.
 
" Mi dispiace interrompere quel che, sono sicura, fosse una conversazione affascinante... " Si interruppe, aspettando che Harry la smettesse di ridacchiare." Ma ho bisogno di parlare con lei in privato, Signor Malfoy. Non ci vorrà molto.  "
 
Harry fu capace di fermare le sue risate giusto in tempo per alzare lo sguardo, sorridendo. Malfoy, con sua grande sorpresa, non aveva l'aspetto di chi volesse strozzarlo per non averlo avvertito che avesse la Mcgranitt alle spalle. Sembrava esasperato, ma sulle sue labbra giocherellava un sorriso. Era ancora rosso in viso. Quello fece scappare ad Harry un’altra risata. Dirigeva lo sguardo dovunque tranne che sulla McGranitt.
 
" Vieni a trovarmi più tardi, razza di idiota che non sei altro. " Rise, alzandosi per seguire la McGranitt con impazienza. " Ma finisci prima il tuo piatto; se non lo fai, lo verrò a sapere. "
 
Oh sì, Malfoy l'onnipotente sapeva sempre tutto.
 
Era un tipo dai molti talenti.
 
Harry scoppiò a ridere.
 
.
 
.
 
.
Harry sospirò mentre abbracciava la tazza del water, maledicendo quello stronzo biondino Serpeverde in tutti i modi possibili e immaginabili. Oh sì, mangia il piatto, Harry.  È sulla tua lista, Harry. Che si fottesse la lista! Voleva soltanto mettersi a sedere senza vomitare l'anima. Saltava fuori che la nausea non era soltanto un frutto della sua immaginazione.
 
" Harry, cosa stai facendo? Stai male? Vuoi... vuoi che chiami l'infermiera? "
 
Harry trasalì, e ringhiò mentre si tirava su. Dove cavolo era? Si guardò intorno, cercando di trovarla prima che la sua testa iniziasse a girare e avesse un conato di vomito. No, cattiva idea. Decisamente una cattiva idea.
 
" Oh Harry, stenditi, io- "
 
" Stai lontana da me. " Sbottò Harry, posando finalmente gli occhi sul fantasma argentato. Stava fluttuando vicino alla finestra, si mordeva il labbro preoccupata, intrecciando insieme le mani. Era l'emblema del senso di colpa. Bene.
 
Harry si strinse lo stomaco e con l'altra mano si tenne aggrappato al water, sforzandosi di mettere la schiena dritta. Per fissarla. Poteva sopportare un po' di nausea, se significava mettersi in salvo.
 
Ovviamente sapeva che in realtà non avrebbe potuto fargli niente; era un fantasma. Il minimo che poteva fare era provocargli un po' di freddo. Il massimo... beh, sapeva qual era il massimo.
 
" Harry, mi dispiace, sul serio, mi dispiace. È solo che ero così felice che ero un po'indecisa, ma stavo comunque per-! "
 
" Lasciarmi lì?  " Sbottò Harry, stringendo la mano sul water con rabbia. Almeno aveva la decenza di sembrare mortificata. " Non voglio morire, Mirtilla! Pensavo che sarebbe stato bello stare con te, ma non mi aspettavo che cercassi di assicurarti la mia morte! "
 
" Non è andata così Harry! Ho chiamato i soccorsi, non ti avrei lasciato lì! "
 
Fluttuò più avanti, mentre le lacrime scorrevano copiosamente dai suoi occhi, sotto forma di gocce argentee, e brillavano contro la sua pelle trasparente. In un'altra occasione sarebbe stato carino. Quel giorno, non così tanto.
 
" Stai lontana da me Mirtilla! "
 
" Io... per favore Harry, ho sbagliato. Tutti fanno degli errori! È solo che... io non voglio essere più sola. Per favore Harry, non voglio essere la misera Mirtilla malcontenta! Per favore- "
 
" Vai via! "
 
Harry indietreggiò, barcollando leggermente e gemette quando sentì ancora la testa girare e la bile risalirgli lungo la gola. Non poteva fare nulla in quel momento, non quando era da solo, messo all'angolo da un fantasma che voleva la sua morte.
 
Faceva male guardarla; stava singhiozzando e sembrava più devastata di quando... be', di quanto Harry l'avesse mai vista. Ciò significava che il suo atteggiamento lamentoso durante tutti quegli anni era solo un modo per attirare l'attenzione. E, pensandoci un po' su, Harry suppose che probabilmente era proprio così. La vita di un fantasma doveva essere miserabilmente triste.
 
" M... me ne vado... " Piagnucolò, nascondendosi il volto fra le mani. Riusciva a malapena a parlare; le sue parole assomigliavano per lo più a singhiozzi disperati. " Lui... lui mi ha c-chiesto di chiamarti... "   Fu tutto quello che riuscì a dire prima di tuffarsi nella toilette più vicina, il suo pianto si affievoliva man mano che si allontanava.
 
Harry vomitò ancora, per una ragione completamente differente.
 
Fu uno sforzo attraversare la sala comune, si aggrappava ai mobili come se fossero un ancora di salvezza. Era meglio che le sue supposizioni fossero esatte, oppure, l'indomani ci sarebbe stato un Serpeverde con il culo dolorante. Perché l'avrebbe calciato. Doveva smetterla con i pensieri sconci.
 
Harry spalancò il ritratto, tirando un sospiro di sollievo.
 
C'era un biondo molto sodisfatto nel bel mezzo di un battibecco con la Signora Grassa. Solo Merlino sapeva perché qualcuno avrebbe voluto litigare con un dipinto, ma ognuno aveva le sue manie, suppose.
 
Malfoy guardò Harry, scioccato per la sua apparizione, ne era convinto. " La Weaselette ti ha chiamato via camino? " Fu tutto quello che disse prima di spingere Harry indietro e arrampicarsi nella stanza prima che la Signora Grassa lo chiudesse fuori.
 
La spinta non portò a nulla di buono.
 
Harry si tappò la bocca con una mano, e gemette mentre faceva alcuni passi indietro, cercando di fermare la bile che risaliva. No. Non avrebbe vomitato. Erano passate alcune ore da quando aveva mangiato; avrebbe già dovuto essere tutto fuori dal suo organismo, giusto?
 
Harry per poco non cadde quando una mano lo afferrò per il gomito, addentrandosi nella sala comune Grifondoro. Non riuscì nemmeno a lamentarsi del fatto che un Serpeverde fosse nella terra sacra dei Grifondoro; si stava lentamente avvicinando al bagno. Bene. Il bagno. Più vicino.
 
Invece fu spinto non troppo gentilmente sul divano. Prima che potesse lamentarsene, poi, una mano ferma gli abbassò la testa sulle sue ginocchia.
 
" Respira, Potty. Anche i bambini riescono a farlo con dei colpetti dietro la schiena.  " Harry ridacchiò debolmente, prendendo dei respiri profondi, nonostante gli facessero venire ancora più voglia di correre al gabinetto.
 
" No... no, devo- "
 
" Respira, Potty. " Harry si irrigidì quando la mano iniziò ad accarezzargli il retro del collo, mandandogli dei brividi lungo la schiena. Dio, non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse essere così gentile.
 
" Per Salazar, Potter, rilassati un po'. " Era come chiedergli di ammettere di fronte a tutti che era malato; non sarebbe mai successo. " Allora, cosa voleva la Weaselette? " Harry rise ancora, concentrandosi ostinatamente sul tappeto decorato anziché sulle pantofole di seta vicino ai suoi piedi, o sulle ginocchia su cui stava quasi affondando, o sul fatto che Malfoy gli aveva appena passato una mano fra i capelli.
 
" Uh...  è stato il... uh... cibo... te l'avevo detto che avevo la nausea.  "
 
" Devo ammettere che non ti ho creduto. Errore mio; ho sottovalutato la ridicola lealtà verso la sincerità che i Grifondoro sembrano avere tanto a cuore. "
 
" Mentiamo molto più di quanto tu creda. "
 
" Lo so. E so anche che non riuscite a farlo con un'espressione credibile. Ti senti meglio?  "
 
" Si, un po'. " In tutta onestà, non aveva più la nausea.  No, le innocenti carezze sul suo collo avevano fatto nascere nel suo stomaco una sensazione di calore, un qualcosa di cui non si era accorto fino a quel momento. Merlino, gli piaceva quando Malfoy lo toccava. Oh, cazzo cazzo cazzo...!
 
" Se ti permetto di alzarti, prometti che non mi vomiterai addosso?  " Harry annuì, debolmente. Non sapeva con certezza se avrebbe potuto mantenere la promessa.
 
Lentamente le dita smisero di massaggiare in quel modo strano la gola di Harry, lasciando che alzasse il suo volto completamente mortificato e arrossito per l'imbarazzo. Evitava di incrociare lo sguardo del sorridente biondino.  " Ti è piaciuto, vero? "
 
" Un po'. " Harry tossì per controllare le sue condizioni. La testa gli girava ancora, ma di certo non come prima. Forse aveva solo bisogno di distrarsi? Ok, bene. Adesso come avrebbe fatto a distrarsi dalla troppa vicinanza del biondo?
 
" Non riesco ancora a credere che qui dentro sia così rosso. " Commentò Malfoy, i suoi occhi non lasciavano mai quelli di Harry. " È grottesca tutta questa... lucentezza messa in una sola stanza.
 
" A me piace. "
 
" È una stanza creata per i ciechi. "
 
" Allora sono fortunato a vivere qui. "
 
Harry deglutì sotto l'intensità dello sguardo di Malfoy, e sentì la testa svuotarsi quando i suoi occhi si spostarono sulla sua gola appena lo fece. Era andato lì per qualche ragione, o solo per... fissare? Fu snervante ai limiti dell'impossibile, specialmente quando Malfoy si spostò leggermente, avvicinandosi proprio di quel tanto che...
 
Delle risate risuonarono nella parte della torre destinata alle ragazze, e fortunatamente, ruppe l'incantesimo. Harry deglutì nuovamente in preda al nervosismo, cercando di inumidire la sua gola prosciugata. Dio, stava per cascarci... un'altra volta! Controllati Harry! Cazzo, controllati!
 
Evitando lo sguardo di Malfoy, fissò la porta d'entrata sussultando mentalmente quando due ragazze del terzo anno arrivarono bighellonando. Di solito andavano d'accordo con Harry; non si rivolgevano a lui in modo scortese, e la ragazza con i capelli rossi gli aveva addirittura chiesto un autografo all'inizio delle vacanze. Ma questo, comunque, non significava che avrebbero dovuto approvare l'ingresso di un Serpeverde nella loro sala comune. E, a quanto pareva, non lo approvavano.
 
Entrambe spalancarono la bocca, la ragazza bionda parlò per prima. " Che ci fa lui qui? Veronica chiama la McGranitt! Ha fatto irruzione qui dentro... lui ha fatto irruzione- "
 
" In realtà è un ospite.  " Disse Harry a bassa voce, sentendosi a disagio sotto lo sguardo delle due ragazze. " L'ho lasciato entrare io. "
 
" Ma questa è la sala comune dei Grifondoro... la Torre Grifondoro. Non dovrebbe esserci nessuna persona proveniente da un'altra casa qui; è contro le regole. Io non voglio che lui sia nella mia- "
 
" È anche la mia di torre. " Sbottò Harry, che scese dal divano, pentendosi immediatamente di averlo fatto. La bile risalì ancora una volta, minacciando di sfuggire al suo controllo. Dannata cena. " E dal momento che sono dell'ottavo anno, penso di esservi superiore. "
 
" Nessuno degli altri studenti più grandi proverebbe mai ad infrangere le regole in questo modo- "
 
Malfoy tirò un sospiro rumoroso, alzando gli occhi al cielo. " Potter, vuoi venire a letto oppure no? " Ebbe anche la sfacciataggine di mostrarsi innocente quando tre paia di occhi si spostarono su di lui. " Che c'è?  " Chiese, mettendosi sulla difensiva, poi fissò entrambe le ragazze con un bagliore maligno negli occhi." Stavamo per scopare, prima di essere interrotti in modo così rude; non staresti più comodo nella tua stanza, Harry? "
 
Le due ragazze sussultarono sentendo quella frase, con le mani incollate alla bocca e le mascelle sul punto di cascare. A Malfoy non sembrò importare più di tanto; afferrò nuovamente Harry per il braccio, questa volta sorreggendolo svogliatamente e dirigendosi nel dormitorio vuoto di Harry.
 
Harry aspettò che la porta venisse chiusa con un incantesimo, poi diede un'occhiata a Malfoy e si affrettò verso il suo letto. " Era... era proprio necessario?  " Dannazione, ci sarebbero stati milioni di nuovi pettegolezzi dopo la fine del Natale. Fantastico. Come al solito.
 
E, come al solito, Malfoy non sembrava turbato. " Quelle sgualdrine dovrebbero imparare a farsi gli affari loro, dico bene? " Alzò un sopracciglio, quel bagliore non aveva ancora abbandonato i suoi occhi argentei.
 
Harry deglutì, spostando i panni sporchi sotto il letto con un calcio e rivolgendo lo sguardo al Serpeverde, che si trovava ancora vicino alla porta. Non... non faceva sul serio, giusto? Era solo uno scherzo per punire quelle due ragazze del loro comportamento... e se fosse stato serio? Quell'aria di sfida era ancora nei suoi occhi. Dannazione, Harry aveva appena iniziato ad abituarsi al fatto di avere una cotta... infatuazione... o qualunque cosa fosse, per Malfoy, figurarsi pensare a... quello! Perché, parlando in tutta sincerità, non sarebbe mai successo. Non sapeva nemmeno cosa ne pensasse lui stesso.
 
Delle immagini gli saltarono alla mente. La mano che passava tra i suoi capelli, che accarezzava la sua gola...
 
No! Smettila, Harry!
 
Si tolse le scarpe agitando i piedi, e finse di sbadigliare. Aveva ancora male allo stomaco, ma probabilmente era causato dalla tensione e non dall'eccessivo consumo di cibi grassi.
 
" In... in realtà mi sento un po'... stanco... mi farò una dormita... " Borbottò, evitando palesemente di guardare il Serpeverde.  " Mi dispiace... che ci abbiano interrotti... uh... forse la prossima... " Aveva avuto abbastanza umiliazioni per quella sera.
 
Harry indossò velocemente il pigiama, sperando che Malfoy capisse e se ne andasse. Ma la sua speranza ebbe vita breve.
 
Si voltò constatando che Malfoy era considerevolmente più vicino di quanto lo fosse un momento prima, ghignando come era solito fare. Fece cenno verso la porta, i suoi occhi brillavano di una strana luce. " Non mi piace molto l'idea di avere a che fare con gli immaturi capricci di due tredicenni. Ho detto la mia, e non intendo dargliela vinta. " Per poco a Harry non cadde la mascella, e sbarrò gli occhi. Non era... non poteva essere serio, vero? Doveva essere un bluff, o un obbligo a cui era stato costretto, o... qualcos'altro.
 
" Dormirò qui Potty. Così non sapranno che ho mentito. " Il ghigno rimase, il suo divertimento per l'umiliazione di Harry era fin troppo evidente.
 
" Uh... sì... bene... " Harry entrò nel letto mettendosi comodo, mentre Malfoy camminava in giro per la stanza. Sembrava un predatore, girava in tondo per cercare di capire quale letto fosse la miglior preda. I suoi occhi di falco vedevano tutte le imperfezioni, Harry ne era sicuro. Rabbrividiva al pensiero di cosa pensasse quando fissava Harry.
 
" In ogni caso, mercoledì usciamo. Penso che il mondo si sia ripreso abbastanza da reggere il nostro secondo appuntamento.  "
 
Harry cercava di rilassarsi, ma in quel momento l'impresa era molto difficile. " Cosa? " Riuscì a dire dopo un lasso di tempo tanto lungo quanto imbarazzante.  " Un secondo appuntamento? "
 
" Il primo è stato troppo doloroso? "
 
Era stato il più bell' appuntamento che avesse mai avuto, ma nonostante tutto... " No. "
 
" E allora perché non dovrei avere la possibilità di passare una serata in città con il mio fidanzato? Se proprio devo competere con qualche insignificante ragazza Serpeverde, farò meglio a tirare fuori gli artigli. " Ridacchiò avvicinandosi al letto.
 
Harry sospirò, il suo imbarazzo scomparve quando Malfoy, con la bacchetta, chiuse tutte le tende. L'oscurità era più rassicurante della luce del crepuscolo; il sole non era ancora nemmeno tramontato, e lui era lì, già a letto. Che razza di vita che aveva.
 
" Cosa diavolo stai facendo? " Harry sobbalzò quando le sue lenzuola si mossero, Malfoy si stava stendendo con disinvoltura sul letto. Sul suo letto. Con lui. " Pensavo che stessi cercando un letto! "
 
" E ne ho scelto uno. Questo. "
 
" Non puoi dormire qui! "
 
" Tch, non penserai mica che io dorma in uno di quei letti, non è vero? Ho sentito che la stupidità è contagiosa; chi sa cosa potrei beccarmi fra quelle lenzuola. "
 
Harry ringhiò, spostandosi lontano dal calore di Malfoy. " Questo è il mio letto. "
 
" Impara a condividere. " Borbottò Malfoy, fingendo di avere sonno. Era impossibile che fosse stanco. " Abbiamo già dormito nello stesso letto prima; che differenza c'è? "
 
La differenza? Allora erano amici. Ma in quel momento?  Harry non sapeva più cosa fossero. Erano ancora amici, ma per quanto ancora prima che il suo corpo traditore iniziasse a desiderare in maniera evidente qualcosa di più?
 
Harry deglutì a vuoto, fissando la sagoma di Malfoy. Era solo un gioco per lui? O era qualcos'altro? Merda, non voleva ferirlo.
 
Harry si lasciò affondare di nuovo nel letto, poggiò la sua schiena contro quella di Malfoy, sospirando per il calore che avvertì. Poteva facilmente abituarsi al calore umano, specialmente in inverno. Andava bene essere un po' egoisti, no? Dopotutto era solo per una notte.  Non poteva succedere nulla in una sola notte.
 
Venti minuti dopo, Malfoy si rigirò, appoggiando il petto alla schiena di Harry. Allungò un braccio e poggiò la mano sulla sua. In un primo momento Harry pensò che fosse una cosa involontaria, niente di importante. Ma poi il suo pollice iniziò ad accarezzargli la mano.
 
" Non hai esagerato. " Mormorò, fu a malapena un sussurro nell' oscurità. A Harry mancò per un attimo il fiato; il suo stomaco si contorse dolorosamente. " Non era una cosa stupida da fare. Non è una stupida lista. E tu non sei di sicuro uno stupido, Potty. "
 
Harry fissava l'oscurità, cercando di controllare il respiro. Lentamente, si avvicino a Malfoy, lasciando che il suo braccio gli avvolgesse la spalla e che la sua mano accarezzasse dolcemente la sua schiena. Non gli importava se faceva troppo caldo, un caldo soffocante. Non gli importava di star condividendo il letto con Draco Malfoy.
 
Sospirò, si rilassò e si lasciò infatuare dalla vaniglia.
  
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