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Autore: riccardoIII    21/07/2016    7 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, credeva di essersi abituato ai colpi di scena.

-… E allora Chris ha detto che ero bellissima, e io credo di essere arrossita come un peperone perché lui ha cominciato a ridere e…-
Sirius sbuffò, non sapendo se ridere o pregare Lizbeth di smetterla di raccontare ogni dettaglio del suo appuntamento con Christian Chapman di Tassorosso. Erano dieci minuti che andava avanti a quel modo, ovvero da quando lui e i suoi amici avevano preso posto al tavolo della colazione quel venerdì mattina, e Sirius era quasi del tutto convinto che la ragazza avesse cominciato la storia un bel po’ di tempo prima. Di certo la faccia annoiata di Mary diceva quello, e anche l’espressione quasi schifata di un primino che aveva avuto la sfortuna di sedersi accanto ai ragazzi del settimo anno giusto in tempo per sentire la descrizione minuziosamente dettagliata del modo melenso, romantico e banale in cui Chris l’aveva baciata davanti ad una deliziata Signora Grassa al termine dell’appuntamento della sera prima.
-… E dire che dovevamo solo studiare! Studiare, capite? E invece lui…-
“E invece lui voleva solo pomiciare, altro che Incantesimi, e quindi appena ha potuto si è spalmato addosso a te, ragazza ingenua.”
In genere non era così sarcastico, o forse si, ma di certo due ore di sonno e i resti di una cicatrice lunga una dozzina di centimetri sulla schiena non aiutavano ad essere tolleranti. Lizbeth e i suoi racconti pieni di gridolini eccitati all’alba delle otto del mattino non erano il modo migliore per lasciarsi alle spalle gli strascichi di una notte passata a correre per una ghiacciata Foresta Proibita insieme a un cervo, un topo e un adorabile e mansueto Licantropo.
Stava ingurgitando la seconda tazza di caffè, mentre James di fronte a lui si infilava svogliatamente una cucchiaiata di porridge in bocca e Peter divorava le uova strapazzate di cui si era servito, quando i gufi della posta planarono nella Sala con il solito gran fruscio; un paio si diressero verso di loro, consegnando a Lily la sua copia della Gazzetta e a Peter una busta su cui non era scritto nient’altro che il suo nome. Il ragazzo, piuttosto stupito, abbandonò le sue uova per dedicarsi alla missiva mentre Sirius sbirciava il quotidiano in mano a Lily, che era riuscita con la lettura a tirarsi fuori dal racconto ancora in corso sulla vita sentimentale  della sua compagna di stanza, e James sbadigliava stropicciandosi gli occhi.
Uno squittio distolse l’attenzione di Sirius dalla dichiarazione del Ministro circa la lotta a Voldemort e a i suoi Mangiamorte, comunque abbastanza priva di contenuti reali, per posare lo sguardo su Peter; il ragazzo aveva già passato a James, che sedeva accanto a lui, la lettera che aveva ricevuto. Pareva molto breve, perché Prongs rialzò il capo abbastanza velocemente, la stanchezza dissolta dal suo viso.
-Bene! L’ordine di Rospi alla Menta arriverà stasera- fece con un luccichio ben distinguibile negli occhi nocciola; a Sirius non servì altro per capire.

Silente non li convocava mai. Ad ogni incontro stabilivano la data del successivo, per evitare che qualcuno potesse insospettirsi per un eccesivo via vai di gufi e scongiurare l’eventualità che i messaggi venissero intercettati. Per questo l’arrivo del messaggio fu abbastanza da farli impensierire: quella richiesta d'incontro non era un segnale positivo, su questo nessuno aveva dubbi, e viste le esperienze recentemente vissute da tutti loro essere ottimisti non era affatto semplice. Peter era semplicemente terrorizzato e James e Sirius avevano paura che fosse capitato qualcosa a Charlus; a poco valsero i tentativi di Lily di convincerli che il Preside non avrebbe di certo aspettato più di dodici ore prima di parlare con loro se davvero fosse capitato qualcosa  di serio all’uomo. Sirius non aveva ancora dimenticato che Dorea era scomparsa alle nove del mattino di un giorno di novembre e loro l’avevano saputo soltanto la notte successiva, e pareva che anche James ne fosse piuttosto conscio.
-Credete… Che ci sia stato un attacco ieri notte?- fu la prima cosa che Remus disse, col terrore negli occhi, appena fu uscito dall’Infermeria dopo aver pranzato; Sirius, che nonostante tutte le sue ipotesi non aveva minimamente collegato il Plenilunio all’imminente incontro, si sentì un po’ stupido all'udire l'ipotesi più che plausibile e terribilmente spaventosa dell'amico.
Era evidente che le cose potevano andare male in più modi di quanti potevano venirgli in mente in una mattinata.

Per tutta la giornata non riuscirono a concentrarsi troppo; le due ore pomeridiane, quelle di Pozioni, furono una tortura e l’unica che riuscì a produrre qualcosa di presentabile fu, ovviamente, Lily; Sirius non si perse l’occhiata di malevola soddisfazione che Piton scagliò a lui, James e Remus quando Lumacorno passò davanti ai loro calderoni storcendo il naso, senza commentare i pastosi liquidi verdastri così densi da non poter nemmeno ribollire.
-Invece di giocare con i cani rabbiosi dovresti dormire la notte, vero Lupin? Forse così non saresti troppo stanco da non essere capace di leggere le istruzioni. Ma non è una garanzia di riuscita, se si considerano i risultati dei tuoi… Amichetti, qui-
Quando alla fine della lezione il bisbiglio gli accarezzò l’orecchio Sirius si voltò sulla soglia dell’aula, la mano già a mezz’aria pronta ad afferrare la divisa di Mocciosus per sollevarlo da terra e sbatterlo contro lo stipite, ma Remus lo bloccò.
-Gira al largo, Piton, o i cani potrebbero mordere-
Il viso già pallido di Piton sbiancò; James ridacchiò alla battuta di Moony e lo aiutò a trascinar via Sirius mentre  Lily rivolgeva uno sguardo sprezzante al Serpeverde, che rimase paralizzato sulla soglia.
-Oh Rem, mi fai sentire così fiero di te in momenti come questo!- fece James, lasciando il braccio di Sirius per dare una leggera pacca sulla schiena di Moony.
-Ma cos’è quella storia sui cani?- domandò Sarah, confusa, quando ormai erano quasi all’uscita dei sotterranei.
Per un attimo gli occhi dei quattro Grifondoro si fissarono sulla compagna di Casa con una sfumatura simile al terrore impressa nelle iridi.
-Oh! È che… Sirius ha un cane-
Stavolta gli sguardi allibiti della metà dei presenti si posarono su Lily e Sirius si affrettò a pestare i piedi di James e Remus perché dissimulassero. Sarah invitò l’amica ad andare avanti con una smorfia piena di curiosità; sembrava esserci cascata.
-E non sono permessi cani qui a scuola, e Piton ha trovato Padfoot nel parco, una volta in cui era scappato a Hagrid che lo tiene per lui, e il cane l’ha attaccato e…-
-E non mi sembra strano per niente, considerato chi è il padrone! Adesso che ci penso, Sirius, prima ringhiavi proprio come un grosso cane-
Il ragazzo posò un braccio sulle spalle di Sarah, ridendo; lei, che non era mai stata tanto vicina a Sirius in sette anni di scuola, arrossì lievemente e sfarfallò le lunghe ciglia bionde cercando di riappropriarsi della sua solita compostezza.
-Eh si, Padfoot mi ha proprio influenzato sai?-

Avevano concordato che non sarebbe stato saggio muoversi in cinque senza copertura, quindi tirarono a sorte per decidere chi sarebbe andato con Peter, che ovviamente non aveva problemi a mimetizzarsi. In realtà Remus era abbastanza stanco da essere costretto ad andare a letto, così furono solo James, Sirius e Lily a giocarsi la possibilità di recarsi dal Preside con una cosa  chiamata “sasso-carta-forbice”. Lily aveva proposto quel metodo giurando che avrebbe avuto un esito del tutto casuale ma per come finirono le cose Sirius dubitò che la ragazza non avesse barato almeno un po’: forse perché non era nuova al gioco, o forse perché lui e James presero a sfidarsi a ripetizione prima della gara decisiva e fu facile farsi un’idea delle strategie che avrebbero usato, infine la carta di Lily avvolse il sasso di James al primo colpo e Sirius riuscì a tagliare la carta dell’amico al terzo tentativo. Così, tra gli strepitii dell’escluso e le risatine di Remus che non riuscivano a nascondere la preoccupazione, i tre prescelti lasciarono la Sala Comune dei Grifondoro grazie a un paio di Caccabombe lanciate strategicamente dalle scale del Dormitorio Maschile che fecero rapidamente scappare tutti nelle proprie stanze per evitare di morire soffocati dalla puzza.

-Non ho buone notizie per voi, questa sera-
Come se già non fosse bastata la convocazione extra, l’espressione tesa sul viso del Preside aveva parlato per lui molto prima delle sue labbra.
-Questo ci era stato abbastanza chiaro da subito, Signore- fece Lily, invitandolo più o meno velatamente ad andare avanti.
-Si, avevo immaginato. La questione, purtroppo, è piuttosto seria. Fabian e Alice ieri notte erano di guardia in uno dei luoghi sensibili della nostra lista. Si sono scontrati con un gruppo di Mangiamorte-
Sirius si sentì mozzare il fiato. Lily smise bruscamente di respirare e Peter fece un rumore strano, quasi un risucchio.
-Stanno bene entrambi, hanno chiamato i rinforzi appena hanno capito che era la notte giusta. Gli Auror li hanno raggiunti immediatamente-
-Cosa significa “hanno capito che era la notte giusta”?- fece Sirius mentre gli altri tiravano un sospiro di sollievo. Silente giunse le dita e vi fissò lo sguardo, come se stesse riflettendo.
-Il nostro contatto tra i seguaci di Voldemort ci aveva fornito i nomi di alcuni possibili siti per i prossimi attacchi dei Mangiamorte dopo aver origliato una conversazione a cui non avrebbe dovuto prendere parte. Non sapevamo quando né se sarebbero stati davvero colpiti, ma nelle ultime settimane abbiamo cercato di tenere sotto controllo la situazione almeno degli obiettivi a più alto rischio, cioè i luoghi chiusi e più frequentati. Ieri sera un gruppo di dodici incappucciati ha accerchiato l’Opera House di Manchester nel bel mezzo del secondo atto de “La professione della Signora Warren”, una commedia piuttosto interessante scritta da un Babbano di nome Shaw. Fabian ha fatto in modo di rallentare l’attacco vero e proprio mentre Alice chiamava rinforzi, poi hanno cercato di bloccarli con un Incantesimo Anti-Smaterializzazione; alcuni Mangiamorte hanno capito che qualcosa non tornava quando la meravigliosa struttura esterna del teatro ha respinto le loro Maledizioni e qualcuno è riuscito a darsi alla fuga prima dell’arrivo della squadra di supporto, ma quattro di loro sono stati arrestati e uno è morto per il rimbalzo del suo stesso Anatema Che Uccide contro le difese dell’edificio-
Per qualche secondo rimasero tutti in silenzio, probabilmente per assorbire tutte le implicazioni di  ciò che il Preside aveva detto; Sirius aveva la netta sensazione che gli stesse sfuggendo qualcosa.
-Non capisco, Professore. Ha detto che è accaduto qualcosa di serio e che non erano buone notizie, ma se nessuno si è fatto male e siamo riusciti addirittura a catturare quattro Mangiamorte cos’è che sarebbe andato storto?-
Le mani di Silente si posarono sulla scrivania mentre i suoi occhi scrutavano con il solito luccichio strano la porta d’ingresso del suo ufficio. Fanny pigolava piano, i segni del recente Giorno del Falò ancora visibili sulle sue piume giovani e arruffate.
-Stai considerando la situazione per quello che è, Sirius, non per quello che sembra-
Per quanto cercasse di risolvere l’ennesimo indovinello del Preside Sirius non riuscì proprio a capire cosa intendesse; ci vollero pochi istanti prima che lo sguardo azzurrino velato dalle lenti a mezzaluna si spostasse dalla porta per posarsi su di lui.
-Per quel che ne sanno loro, un’intera quadra di Auror li stava aspettando sul luogo prescelto per una strage di massa a tutti gli effetti-
-Sanno che c’è un infiltrato- sussurrò Lily; Silente annuì.
-Paradossalmente il fatto che di guardia ci fossero Fabian e Alice è stato insieme la nostra fortuna e sfortuna; sarebbe stato difficile far passare per una casualità la presenza di civili a bloccare i Mangiamorte durante un attacco di questa portata, in un quartiere del tutto babbano. Non ci sarebbe voluto molto perché qualcuno ipotizzasse il coinvolgimento nella lotta a Voldemort di un gruppo di persone esterne all’ordine costituito, e da qui a capire che una di queste persone è tra le sua fila e li spia il passo sarebbe stato breve. Al tempo stesso, però, ora ci saranno pochi dubbi sul fatto che esiste almeno un uomo fedele al Ministero che riferisce i piani dell’Oscuro Signore dall’interno della sua cerchia-
Il cervello di Sirius cercò di analizzare ogni parola, decodificare ogni informazione alla ricerca di una scappatoia.
-Ha detto che il nostro uomo non avrebbe dovuto essere lì quando si parlava del piano. Se non l’hanno beccato a spiarli non sarà mai tra gli indiziati, visto che non avrebbe dovuto saperne nulla-
-È comunque uno tra i nuovi affiliati, dubito che Voldemort non verificherà la sua estraneità ai fatti-
-Intende… Che lo tortureranno?- intervenne Peter, ampiamente terrorizzato.
-Potrebbero- fu la risposta evasiva del Preside, che aveva puntato di nuovo lo sguardo sulla parete dietro le loro schiene, -Potrebbe usare la Legilimanzia, oppure puntare sul dolore fisico-
-Dobbiamo tirarlo fuori di lì- fu la risposta immediata di Sirius, quasi sul punto di scattare in piedi. Non riusciva a sopportare l’immobilità e la calma, quantomeno apparente, del Professore.
-Il nostro uomo è stato addestrato per resistere alle tecniche di tortura. Ho…-
-Signore, è pericoloso! Per lui e per l’Ordine intero! Dopo ciò che è accaduto a Dor…-
-Stavo giusto dicendo, Signorina Evans- la interruppe Silente alzando appena la voce per sovrastarla, mossa alquanto inutile perché Lily si era bloccata appena lui aveva ricominciato a parlare, -Che gli ho proposto immediatamente di tirarsi indietro. Gli ho offerto protezione, la migliore disponibile, ma ha rifiutato. Non ha intenzione di uscirne perché significherebbe ammettere di essere lui l’infiltrato e sa benissimo che non si rassegnano le proprie dimissioni a Voldemort. Per i disertori c’è solo la morte e lui non ha intenzione di mettere a rischio la propria famiglia-
-Ma è assurdo! Se non riuscirà a tacere? Morirà comunque, e di sicuro da morto non proteggerà chi ha accanto! Così finirà solo per metter in pericolo anche noi!-
-È sicuro di ciò che fa, e io mi fido di lui. Non posso non accettare la sua decisione. Ciascuno di noi- continuò il Preside, dopo aver alzato una mano per tacitare le  proteste nascenti, -Ciascuno di noi potrebbe fare altrettanti danni se catturato e interrogato, anzi probabilmente anche di più visto che non tutti sono stati preparati a subire sevizie fisiche e psichiche. Vi ricordo che potenzialmente potremmo essere già stati scoperti-
I pugni di Sirius si serrarono e un suono gutturale trapassò i denti digrignati.
-Dorea non ci ha traditi-
-Non considero tradimento ciò che viene estorto con la forza dopo settimane di agonia, Sirius. E per quanto a tutti noi faccia piacere pensare che Dorea non abbia parlato non possiamo esserne certi. Nessuno può. E io non posso costringere un uomo adulto a fare ciò che non vuole, soprattutto quando sono sicuro che sappia ciò a cui va incontro-
La rabbia di Sirius non era ancora svanita quando Lily prese di nuovo la parola.
-Lei pensa… Che abbiano parlato appositamente davanti a lui, fingendo di non essere a conoscenza della sua presenza e sapendo che ruolo ha?-
Silente chinò il capo.
-Abbiamo vagliato anche questa ipotesi e di sicuro non possiamo escluderlo. Come sapete già, Dorea conosceva l’identità della spia e se lei avesse parlato quella dell'attacco a Manchester potrebbe essere stata tutta una messinscena per smascherarlo-
-Se fosse stato un piano congegnato in anticipo perché rischiare dodici uomini?- borbottò Sirius inarcando un sopracciglio con fare scettico.
-Non siamo ancora sicuri che le persone catturate siano davvero Mangiamorte, gli interrogatori non si sono ancora conclusi e io non ho notizie certe; come avrete notato il Profeta di oggi non menzionava la questione e questo perché il Ministro ha ordinato il massimo riserbo. Coloro che hanno preso parte all’azione sono rinchiusi al Ministero da ieri sera per evitare fughe di notizie e le comunicazioni tramite canali tradizionali sono interrotte: non ho aggiornamenti costanti, quindi non possiamo ipotizzare ancora nulla. Di sicuro dubito che Voldemort avrebbe mandato in una trappola uomini fedeli, ma sappiamo che quando non vuole disperdere le proprie forze usa la manovalanza. Se accerteremo la presenza tra gli uomini in stato di fermo di veri Mangiamorte allora presumo che potremo abbassare la guardia, ma non prima.
Comunque non siamo del tutto inermi: il nostro uomo non conosce le identità di tutti i membri, ha incontrato soltanto me, Alastor, Charlus, Dorea ed Elphias, il che significa che voi altri non siete rintracciabili; non conosce nemmeno l’ubicazione del nostro Quartier Generale, ma in ogni caso abbiamo stabilito un piano d’azione rapido per poter gestire la situazione in circostanze d’emergenza. Se non ci raggiungerà entro un tempo limite in un luogo prestabilito scatterà un’azione difensiva che porterà la sua famiglia in un posto sicuro e noi lasceremo il nostro attuale rifugio senza più metterci piede; ovviamente nel caso in cui si presentasse all’appuntamento testeremmo la sua vera identità e ci assicureremmo che non sia vittima di Incantesimi o Pozioni che possano controllarlo, prima di qualunque altra cosa-
-Be’, allora possiamo stare tranquilli-
La voce di Silente parve dolce come al solito quando rispose al commento sarcastico di Sirius.
-Ah, Sirius, non credi che la tranquillità sia sopravvalutata?-

-Lui! A me!-
James stava sghignazzando piano per non disturbare il sonno di Remus; Peter era in bagno a cambiarsi per la notte e Sirius aveva appena finito di raccontargli dell’incontro col Preside.
-Be’, Sir, è innegabile che tu stia perdendo un po’ di quella sana avventatezza Grifondoro che ti faceva maledire Mocciosus a vista, in tempi più felici. Adesso riesci addirittura a pensare prima di agire, ti rendi conto? Mi sa che è proprio vero: sei cresciuto!-
Un cuscino colpì gli occhiali di James mandandoglieli di traverso sul naso.
-Un vecchio ultracentenario ha detto a me che sopravvaluto la tranquillità! Ventiquattr’ore fa ero in compagnia di un Licantropo e io sarei un tipo troppo tranquillo?!-
James gli restituì il colpo procurandogli un gran dolore alla spalla non del tutto guarita.
-Grazie a Merlino lui non sa niente della nostra passeggiata notturna, ed è esattamente così che dev’essere. Non m’importa se farai la figura del Tassorosso. Aspetta, ho appena offeso i nostri alleati migliori! Rosamund è più efficiente di tutti i Corvonero messi insieme-
-Questo perché nessuno bada ai Tassorosso, li credono troppo stupidi e inutili e non si curano di tappare quelle boccacce se ci sono loro in giro. E comunque io non sono un Tassorosso! Sono l’emblema dei figli di Godric!-
James fece un sorrisino compassionevole che non piacque affatto all’amico; non contento gli batté anche un paio di pacche consolatorie sulla spalla, proprio lì dove c’era ancora il lieve dolore della pelle non perfettamente rigenerata, e Sirius mugolò in protesta mentre le paroline “Certo, certo” aleggiavano nell’aria. Da bravo figlio di Godric non si fermò a pensare nemmeno un secondo prima di assalire il suo migliore amico.
Due minuti dopo la rissa improvvisata fu bloccata da uno sbuffo di protesta proveniente dalle cortine serrate del baldacchino di Remus; i due litiganti si congelarono come se fossero stati colpiti da un Incantesimo delle Pastoie, James con una gamba arpionata a quella dell'altro e una mano che spingeva con tutta la sua forza contro il suo collo per levarselo di dosso e Sirius che tentava strenuamente di curvarsi su di lui, fingendo di volerlo azzannare alla gola. Senza produrre un fiato entrambi voltarono il capo quel tanto che gli permise di puntare gli occhi colpevoli sul letto dell’amico presunto-addormentato, ma l’unico suonò che si udì nel Dormitorio silenzioso fu il cigolio delle molle che testimoniava che Moony si fosse probabilmente voltato a pancia in giù. Non ebbero nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per non essere stati la causa del risveglio di un povero convalescente che la porta del bagno si aprì e venne fuori Peter; il ragazzo aveva gli occhi puntati sulla divisa che si era appena levato in favore del pigiama ed era intento a ripiegarla con cura, per cui du necessario qualche istante perché si accorgesse della posizione compromettente in cui ancora si trovavano due dei suoi migliori amici e sgranasse gli occhi come se si fosse imbattuto in una Manticora impegnata a bere una tazza di tè nel salotto di casa Minus, parlando della sua dieta con la nonna.
-Co… Cosa…?-
-Non è come sembra!- fecero i due in coro, Sirius con un tono lievemente distorto per la pressione alla trachea che non si era ancora allentata.
-Si, dicono tutti così- bofonchiò la voce sonnacchiosa  di Remus da oltre le tende prima di tramutarsi in un sospiro pesante.

-Non stavamo amoreggiando!-
-Ah! Visto che era proprio come sembrava, Pete?-
-Solo i colpevoli tentano di tirarsi fuori dai guai così-
-Non è vero! Stavamo facendo la lotta perché James mi aveva dato del Tassorosso!-
-Certo, certo. Vi sembra giusto prendere in giro Lily in questo modo?-
James emise un mezzo grido esasperato passandosi le mani tra i capelli.
Remus e Peter non gli davano tregua; ogni volta che si ritrovavano abbastanza isolati da poter parlare di argomenti ambigui senza che uno scandalo scoppiasse in tutta la scuola i due tiravano fuori il siparietto della sera precedente, facendo battute sugli incontri intimi di Padfoot e Prongs con enorme scorno di James e distaccata esasperazione di Sirius. Considerando che era ormai quasi ora di cena ne avevano abbastanza entrambi della loro ironia sottile come un elefante.
-Ma insomma, vi pare che se io e Sirius fossimo amanti le cose andrebbero così?-
Remus ghignò.
-Intendi che ve ne andreste in giro mano nella mano a pastrugnarvi, affibbiandovi a vicenda nomi come “amorino”?-
-Ovvio che no, ma di sicuro io non starei con Lily come copertura e non avremmo bisogno di nasconderci!-
-Sembra tu ci abbia pensato parecchio a questa cosa, vero Prongs? Cos’è, stai cercando di convincere Sirius a venire allo scoperto?-
James alzò gli occhi al cielo.
-Sir, vuoi dirgli qualcosa?!-
L’interpellato scrollò le spalle senza staccare gli occhi da una parte piuttosto interessante del corpo di Caroline, al momento intenta a sistemarsi più comoda sulle ginocchia a qualche poltrona di distanza volgendo loro la schiena. E no, non le stava guardando i capelli.
-E che senso avrebbe? Continueranno così per un po’, non  è che abbia poi molta importanza. Peccato per loro se non conoscono le gioie della bisessualità, non credi?-
Voltò il capo in tempo per godersi lo spettacolo: Peter divenne rosso come la poltrona della Sala Comune in cui era sprofondato da un paio d’ore nel tentativo di ultimare gli esercizi assegnati da Fenwick, James gli fece un occhiolino furbo e Remus trattenne una risata. Quando Moony si riprendeva dal Plenilunio era sempre un po’ più Malandrino del solito.
-Bisess…. Cosa? Tu… Tu sei stato… Con…?-
Sirius ghignò con fare allusivo.
-Con un ragazzo, Pete? Guarda che non è mica un reato, sai?-
La velocità a cui Peter sbiancò e si irrigidì contro lo schienale della poltrona avrebbe fatto preoccupare chiunque; Lily, che era seduta su un divano accanto a Caroline e alle altre ragazze con cui divideva il Dormitorio, venne richiamata dall’ormai ben noto suono di allarme "Made-in-Wormtail" e si voltò d’istinto quando udì lo squittio. Aveva un’aria così concentrata e battagliera quando saltò in piedi che Sirius si meravigliò del fatto che non avesse già in mano la bacchetta.
-Cosa succede Peter?- domandò allarmata, avvicinandosi al ragazzo che aveva preso a sudare freddo, -Ha mangiato qualcosa di troppo caldo o troppo freddo, per caso? Gli avete fatto uno scherzo? È successo qualcosa che dovrei sapere?-
-In realtà, Rossa, credo si sia scandalizzato perché ha scoperto che io e James andiamo a letto insieme-
Per un secondo Lily parve paralizzata; continuava a guardare Peter come se volesse davvero accertarsi che stesse bene e non sembrava minimamente toccata dalle parole che Sirius le aveva rivolto. James alternava gli occhi dall’amico alla fidanzata con aria devotamente rapita, come se stesse seguendo una serie di passaggi di Pluffa particolarmente veloci e non vedesse l’ora di capire chi avrebbe segnato il punto, Remus se la ghignava ancora e Peter pareva in stato di shock. Infine lei si voltò verso Sirius, lo squadrò dalla testa ai piedi come a valutarlo e poi ammiccò al suo ragazzo.
-La prossima volta avvisatemi, voglio partecipare. Sia mai che mi perda due bei bocconc…-
-EHI!-
-NO!-

Quando si erano congedati dal suo studio, Silente gli aveva assicurato che li avrebbe avvertiti quando avrebbe avuto novità significative sulla situazione della spia; dovettero però aspettare quattro giorni per avere qualche risposta, e non fu il Preside a fornirgliela.
La Gazzetta del Profeta arrivata il mattino di quell’ultimo giorno di febbraio informò la comunità magica inglese dell’arresto di quattro Mangiamorte, i cui nomi erano secretati per tutelare la buona riuscita delle indagini in corso, durante un tentativo di attacco terroristico sventato grazie alla tempestività e alla competenza degli Auror, senza dimenticare l’incredibile strategia di capillarizzazione delle risorse sul territorio messa appunto dal Ministro della Magia in persona. Un compiaciuto Harold Minchum sorrideva da una foto in prima pagina, quasi non fosse stato un puro colpo di fortuna quello che gli avrebbe garantito di tenersi stretto la poltrona per qualche mese in più.
-Guardatelo- sbuffò James, una smorfia quasi schifata sul volto mentre osservava il Ministro della Magia rilasciare il proprio commento sull’accaduto, -Sta lì a pavoneggiarsi per qualcosa che gli è praticamente caduto in mano dal cielo e probabilmente si crede una persona migliore di quella che era ieri, quando non sapeva come fare a pararsi il culo e se ne stava chiuso nel suo ufficio a pregare Merlino perché risolvesse la situazione al posto suo. E la gente che rischia la vita sul serio conta su di lui perché il Paese non collassi!-
-Non è che il Ministro non rischi la vita, James- lo rimproverò debolmente Moony.
-Be’, considerando che qui siamo tutti lì lì per saltare in aria e lui è l’unico ad andare in giro con una scorta di Tiratori Scelti, mi pare un buon compromesso che si faccia bello agli occhi degli elettori sfruttando i successi di altra gente-
Remus gli lanciò un’occhiataccia ma non ribatté, forse perché sapeva che in fondo Sirius aveva ragione; James inghiottì un pezzo di salsiccia prima di parlare di nuovo a voce talmente bassa che Peter, seduto a due posti di distanza, dovette quasi sdraiarsi sul tavolo per sentire.
-Comunque credo che stasera dovremmo rifornirci di Rospi alla Menta, che ne dite? Insomma, avremmo dovuto avere l’ordine da un po’, orm…-
-Mi sa che l’ordine è appena arrivato, James- lo interruppe Sirius, ammiccando all’indirizzo di un anonimo barbagianni marrone che si posava con malagrazia davanti a Remus. Circa venticinque secondi di lotta col laccetto di cuoio che legava strettamente la missiva alla zampa del volatile dopo, il ragazzo srotolò il messaggio e lesse con attenzione.
-È per oggi- sussurrò con gli occhi seri.

Quella sera sarebbero stati di ronda Lily e James, il che avrebbe reso la loro visita allo studio del Preside decisamente più agevole. Sirius non poté fare a meno di pensare che Silente avesse scelto quella giorno, e non ad esempio il precedente, appositamente per incontrarli tutti; non che avessero mai nemmeno pensato di rivelare i mezzi che gli consentivano di gironzolare per il Castello nel cuore della notte in cinque e indisturbati, ma sarebbe stato difficile che un mago del calibro di Albus Silente si lasciasse sfuggire il dettaglio che le loro visite di cortesia notturne fossero organizzate in modo da incastrarsi perfettamente con i turni di guardia dei Capiscuola.
James, comunque, aveva trascorso buona parte della giornata a lamentarsi delle ingiustizie, con gran divertimento del suo migliore amico che se la rideva insieme a Lily e anche a Remus, nonostante quest’ultimo tentasse di nascondere la propria pacata ilarità. James aveva aspettato con trepidazione la convocazione del Professore sì per l'ansia di avere novità su una svolta tanto importante ma anche per il gusto di rifarsi su Sirius e Lily, rei dell’orrendo crimine di averlo battuto a Morra Cinese escludendolo dall’incontro precedente, e per l'imenso piacere di riscuotere il debito che i due avevano contratto con la loro gita esclusiva oltre il gargoyle di pietra; invece ora saltava fuori che non avrebbe avuto modo di vendicarsi dell’ignobile schiaffo che il suo ego aveva ricevuto. Per una persona competitiva come James era poco più che un abominio darla vinta agli altri, impensabile quanto ammettere che qualcuno era un passo avanti a lui. O, peggio, di essere stato battuto in qualcosa  E, se poteva tollerare di perdere una sfida contro una Lily-mancata-stella-del-calcio tanto bendisposta nei suoi confronti da invitarlo a un appuntamento, di certo con Sirius la situazione era ben diversa.

Per quanto James si fosse posto, soprattutto agli inizi della loro amicizia, come una specie di guida per lui, Sirius era certo di essere una delle poche persone che l’amico considerasse esattamente suo pari, nulla di più e nulla di meno. Non che non rispettasse Remus, Peter o Lily, ma in qualche modo le vicende l’avevano portato a non mettersi mai davvero in competizione con loro fino in fondo. Per quanto Remus fosse in tutta onestà uno studente migliore di loro, per quanto Lily fosse un’eccellente strega e sicuramente la migliore pozionista del gruppo, per quanto Peter fosse… Coraggioso, a modo suo, e caparbio nella sua volontà di reggere il loro passo, tutti e tre avevano avuto bisogno di lui per migliorarsi e questo aveva portato James a comportarsi quasi come un insegnante nei loro confronti. Sirius non avrebbe saputo dire se fosse un comportamento superbo o presuntuoso da parte dell’amico ma era pronto a giurare che lo facesse inconsciamente, che si sentisse in qualche modo responsabile per loro.
Tra loro due, invece, era tutto differente eppure uguale: nonostante James si preoccupasse per lui quanto per tutti gli altri, nonostante avrebbe dato la propria vita per proteggerlo senza pensarci nemmeno un secondo, Sirius si rendeva conto di come l’altro l’avrebbe sempre considerato al suo stesso punto del percorso. Sempre accanto a lui, mai un passo indietro. Probabilmente era tutto dovuto al fatto che loro due erano davvero cresciuti insieme in ogni cosa: erano entrambi abili con le bacchette e un po’ meno con i libri, se la cavavano meglio più o meno nelle stesse materie, avevano cominciato a giocare nella squadra dei Grifondoro contemporaneamente con buoni (nel caso di James ottimi) risultati, avevano scoperto le meraviglie del rapporto con l’altro sesso con gli stessi tempi, avevano compiuto il tortuoso cammino che li aveva portati alla Trasfigurazione in  Animagus fianco a fianco, avevano imparato a combattere insieme e si erano scoperti bravi allo stesso modo. Il traguardo di uno era sempre stato contemporaneo al traguardo dell’altro: non c’era stato mai bisogno che si aspettassero troppo a lungo l'un l'altro.
Per questo Sirius era sicuro che se gli fosse stato chiesto di fare il nome del proprio rivale ideale lui avrebbe risposto “James Potter” senza alcuna esitazione, e sapeva oltre ogni ragionevole dubbio che per James sarebbe stato lo stesso. C’era quel rispetto profondo e sottile, tra loro, quello che si prova solo nello scoprirsi uguale all’altro. E allora se James batteva Sirius in allenamento quest’ultimo se la prendeva, quasi fosse un gioco, certo che la volta successiva, o quella dopo ancora, avrebbe trionfato lui e avrebbe potuto sfottere James per un’inettitudine del tutto fasulla, giusto per farlo arrabbiare.
Ma stavolta pareva proprio che James non avrebbe potuto rifarsi lasciando Sirius all’oscuro di qualcosa di importante, anche solo per qualche ora. E, ovviamente, la sconfitta bruciava, quindi erano ormai più di dodici ore che James borbottava fintamente irritato mentre si dirigevano nella solita formazione all’appuntamento delle undici con i Rospi alla Menta.

In quei giorni di attesa avevano formulato ipotesi fino alla nausea, ogni volta in cui avevano avuto la possibilità di parlare di quella situazione di pericolosissimo stallo in tutta tranquillità. Non si erano più arrischiati a pronunciare nemmeno una singola parola sui loro piani al di fuori della stanza dei Malandrini da quando avevano scoperto che la Sala Comune non era più un posto sicuro per via dei probabili intrallazzi tra alcuni dei loro stimatissimi compagni di Casa e il Collettivo dei Giovani Mangiamorte, quindi i momenti in cui potevano davvero discutere sull’evoluzione degli eventi erano piuttosto rari considerando che erano costretti a studiare moltissimo con l’avvicinarsi degli esami, come Remus non si tratteneva dal ricordargli ogni due per tre. Comunque avevano vagliato tutte le possibilità, una più preoccupante dell’altra a dirla tutta, e sembrava proprio che da qualunque punto analizzassero la situazione in qualche modo avrebbero finito per rimetterci: se anche l’attacco non fosse stato architettato per mettere alla prova la fedeltà della spia, se anche l’Ordine non fosse stato coinvolto in un primo momento, sicuramente Voldemort non avrebbe creduto che una squadra di Auror fosse arrivata per caso a Manchester giusto in tempo per sventare un attacco che sembrava promettere un bel numero di morti insensate. E da lì a mettersi alla ricerca di un traditore tra le sue fila il passo sarebbe stato breve.
Quello che Sirius non riusciva a capire, però, era come si fossero potuti aspettare qualcosa di diverso. Se il piano iniziale era quello di far infiltrare qualcuno perché potesse passare loro informazioni utili allo scopo di agire in anticipo per bloccare le azioni dei Mangiamorte, come si sarebbero potuti aspettare qualcosa di diverso da questo? Era ovvio che Voldemort si sarebbe insospettito se i suoi piani fossero andati in fumo un po' troppo spesso.
Avevano passato ore intere a pensare e ripensare a queste cose, a discutere di dettagli che apparentemente potevano sembrare insignificanti ma che avrebbero potuto fare tutta la differenza in una situazione complessa come quella, eppure quando finalmente il gruppetto fece il suo ingresso nello studio di Silente Sirius non aveva ancora smesso di rimuginare  sugli stessi, identici punti senza aver trovato una risposta concreta.

-Benarrivati, ragazzi. Accomodatevi-
Presero posto sulle poltroncine disposte ordinatamente davanti alla scrivania sotto lo sguardo benevolo del Professore, che prese a parlare subito dopo aver offerto loro una coppetta d’argento piena di Api Frizzole.
-Sono sicuro che avrete letto la notizia sulla prima pagina della Gazzetta, questa mattina, e mi scuso se non ho richiesto la vostra presenza qui prima ma ho preferito avere un chiaro quadro della situazione per essere pronto ad esporvi perfettamente i fatti-
Ci fu un momento di silenzio in cui le iridi azzurre li scrutarono con attenzione e Sirius quasi pensò che Silente si divertisse a tenerli sulle spine un altro po’; poi la gravità della situazione in cui erano immersi fino al collo tornò a farsi sentire nel suo cervello sgomitando e lui decise che nemmeno Silente avrebbe potuto giocare con notizie simili.
-È stato ormai accertato dalle indagini e dagli interrogatori che  tre degli arrestati, nonostante avessero il Marchio Nero impresso sul braccio, non fossero altro che delinquenti in cerca di un po’ di divertimento; probabilmente sono stati marchiati prima della missione in modo da confondere le acque se fossero stati uccisi o catturati. I tre signori, a quanto pare, fanno parte di quella fetta di servitori di Voldemort che potremmo definire “bassa manovalanza”.
L’ultimo rimasto invece è un uomo che seguiamo da tempo ed eravamo praticamente certi della sua affiliazione a Voldemort; devo dire, in effetti, che è anche un merito vostro se l’avevamo individuato in anticipo-
Sirius lanciò una brevissima occhiata inquisitrice a James, che senza distogliere lo sguardo da quello di Silente scrollò le spalle come ad esplicare la sua ignoranza in materia.
-Sto parlando di Camron Mulciber, il padre di Stephen. Siete stati voi ad accertare l’appartenenza del figlio alla schiera dei Mangiamorte, e da lì ad avere sospetti sul padre il passo è stato breve.
L’interrogatorio di Mulciber non ha dato molti frutti: se ci aspettavamo che rivelasse grandi piani o ci fornisse informazioni che potessero portarci dritti da Voldemort siamo stati delusi. Gli Auror non sono riusciti ad estorcergli nulla su dove trovare il covo dei Mangiamorte o sui progetti imminenti del suo padrone ma quando hanno minacciato di sottoporlo al Bacio dei Dissennatori entro una settimana, dopo tre giorni di domande martellanti, ha ceduto. Ha fatto dei nomi, nomi di alcuni compagni Mangiamorte-
Sirius trattenne il fiato, come anche i suoi compagni; Silente fece un piccolo sorriso prima di ricominciare a parlare, ma sembrava poco brillante per gli standard del Preside.
-Ora, come penso abbiate intuito il Ministero ha preferito non fare sapere alla comunità magica che tre dei quattro arrestati non fossero affatto Mangiamorte, così come il nome di Mulciber non è venuto fuori. Vi prego dunque di tenere il massimo riserbo su queste informazioni-
-Ovviamente, Professore- rispose per tutti James, cercando di chiudere in fretta la questione per arrivare al dunque. Sirius moriva dalla voglia di conoscere i nomi che erano saltati fuori nell’interrogatorio e a quanto pareva non era il solo ad essere impaziente.
-Come vi dicevo, ha patteggiato: tre nomi per evitare il Bacio, e gli toccherà Azkaban a vita. Sono sicuro che Alastor abbia intenzione di continuare a torchiarlo per cercare di ottenere più informazioni, ma sono altrettanto convinto che sarà piuttosto difficile riuscire nell'impresa: temo che tutto ciò che Mulciber volesse fosse evitare la morte, nella speranza che Voldemort si impadronisca del potere e prenda il controllo di Azkaban per poi liberarlo. È stato fin troppo attento a non lasciarsi sfuggire nulla di troppo compromettente per pensare che parlerà ora che ha ciò che desidera, ma non si è reso conto di aver commesso un errore: sono convinto che abbia fatto i nomi di quelle che potremmo colloquialmente definire “le ultime ruote del carro”, per dirla alla Babbana, ma nella fretta di salvarsi l’anima e la vita non ha considerato che una di quelle ruote in particolare era abbastanza importante per il suo padrone. Quello di un infiltrato al Ministero della Magia.
Mulciber ha fatto il nome della nostra spia-

 
Note:
considerando il mio penoso ritardo ho preferito lasciarvi leggere il capitolo prima di porgervi le mie scuse per non aver postato domenica. Non so se sia sufficiente dire che è stato un periodo piuttosto frenetico, sicuramente le mie giustificazioni non servono a granchè, ma non posso fare altro che scusarmi.
Per venire al sodo, passiamo alle note che riguardano la storia.
L'Opera House è uno dei teatri di Manchester, ed è davvero una meraviglia. Ho cercato notizie sulla programmazione negli anni '70, più o meno, e ho trovato solo riferimenti a due musical nella seconda metà del '900; non so se sia realistico che sia passata di lì una commedia, ma spero me la lasciate passare per buona.
L'opera citata esiste (ma va!) ed è di Bernard Shaw, drammaturgo irlandese vissuto tra il 1850 e il 1950, più o meno.
Sono in ritardo con le risposte a recensioni e messaggi, e sono imperdonabile; ho pensato però che avreste preferito avere il capitolo il più in fretta possibile e ho preferito dedicarmi a quello. Entro domani (ehm... oggi, in realtà, magari quando sorgerà il sole) mi porterò al passo con gli arretrati.
Scusate ancora.
   
 
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