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Autore: piccolo_uragano_    22/07/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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L’impatto con il mondo è sempre duro
per chi lo vede come un posto scuro;
vorrei poterti essere utile davvero,
poterti dire che sei al sicuro!
(Quando canterai la tua canzone- LL)





Una delle ultime sere delle vacanze estive, Martha e Molly si costrinsero ad affrontare il Molliccio che stava in uno dei bagni. Non fu facile: entrambe, in quanto madri e mogli, vedevano i loro figli e mariti immobili in pozze di sangue. Molly scoppiò a piangere, mentre Martha si irrigidì. Passarono lì l’intera serata, fino a quando Kayla non le trovò e, immediatamente, il Molliccio si trasformò in Sirius magro, con la divisa da carcerato e con gli occhi sbarrati. Kayla rimase immobile qualche secondo prima che anche Rose entrasse nella stanza, e a quel punto, il Molliccio divenne Damian, che la guardava con occhi tristi e sembrava volerle dire qualcosa. Lei, fredda come era sempre stata, prese la bacchetta e urlò “RIDDIKULUS!” facendo così sparire la creatura, ma chiudendosi in camera per quasi ventiquattro ore. La signora Weasley però andò avanti a piangere tutta la sera, e così vennero a galla i lati più oscuri e spaventosi di quello che stava succedendo: ognuno di loro correva un rischio enorme, ogni giorno, anche i ragazzi, solo sapendo dell’esistenza dell’Ordine. Era preoccupata per Percy, temeva di venire uccisa senza aver fatto pace con suo figlio, ed era preoccupata per Ron e Ginny: chi si sarebbe preso cura di loro se lei e Arthur fossero stati uccisi? Sirius serrò la mascella e Martha gli prese la mano. Era vero. Era tutto vero. E, lo sapevano, erano paure più che condivise.
I ragazzi furono cacciati dalla cucina per quella sera, benché fosse la loro ultima settimana di vacanza.
Martha riuscì a convincere Molly che i ragazzi sarebbero stati più al sicuro una volta a Hogwarts, perché non c’era posto più sicuro del castello. Così, poco prima della mezzanotte, la signora Weasley smise di piangere. Sirius, però quella notte sentì Martha rigirarsi nel letto per tutta la notte, fino all’alba.

La mattina del primo settembre si svegliarono tutti con un immenso ritardo, il che fu un guaio, essendo così tanti in casa: era un continuo urlare al fratello o al figlio se si fosse ricordato quella determinata cosa. Fred e George stregarono i bauli perché volassero giù dalle spalle, ma quelli colpirono Kayla e Ginny, e Fred chiese scusa a Kayla con aria sinceramente dispiaciuta, mentre George rideva. Così facendo, però, svegliò Walburga, e così anche lei si unì alle grida di quella mattina.
“Sono io la scorta di Harry, provassero a fargli male e se la vedranno con me!”
“Martha, calmati, non …”
“No che non mi calmo!”
sudici ibridi, che infangate la casa dei miei padri, che …”
“Robert, Robert, hai preso tu il mio nuovo libro di Difesa?”
“Kayla!  Kayla, ti sei dimenticata la spazzola!”
“Mamma, dove è Crux?”
“Papà, mi dai una mano con il baule? Si è incastrato …”
“Oh, se padron Regulus sapesse …”
“Ma perché la scorta?”
“Kayla, perché quei pantaloni sono tutti strappati?”
“Non urlare!”
“Qualcuno sa dove è Tonks?”
“Chi ha la culla di Anya?”
“Ti ho detto che qui non c’è!”
“Attenti a ciò che scrivete nelle lettere, non sappiamo …”
“Alastor, le raccomandazioni dopo!”
Impuri, insulsi, non meritate …”
“Fred! Fred ridammi la mia cravatta, dai! Certo che è la mia, è l’unica verde!”
“I biglietti li hai tu, Martha?”
Le urla non cessarono, anche perché per non lasciare tracce magiche del loro passaggio decisero di guidare tre macchine babbane, e per quanto fu facile procurarsele, non fu facile guidarle nel traffico di Londra alle dieci del mattino.
“A sinistra, qui!”
“Non posso, Robert, è a senso unico!”
“Mamma, mamma, Anya ha vomitato!”
“Sei sicura che la strada sia giusta?”
King’s Cross sembrava guardare solo loro. Ad ogni modo, i ragazzi riuscirono a salire sul treno giusto in tempo, e Sirius non lo ammise mai, ma un po’ quel giorno si commosse: Robert stava per diventare maggiorenne e nessuno sapeva cosa sarebbe successo, nemmeno nell’arco di pochi giorni. Per questo motivo, Martha e Sirius rimasero al binario più a lungo del necessario, con Anya nella carrozzina e mano nella mano guardarono il treno sparire, e pregarono chiunque stesse sopra di loro che andasse tutto bene.

Il viaggio in treno non fu nulla di che: Draco litigò con Kayla prima ancora che il treno partisse, Robert richiamò la sorella (“Perché ancora gli dai corda?”) Harry conobbe Luna Lovegood, una ragazza dell’anno di Kayla e Ginny molto strana, mentre Kayla litigava con Fred perché aveva scoperto che lui e George continuavano a commerciare Merendine Marinare illegalmente.
La cosa interessante fu dopo: Harry era convinto di vedere dei strani cavalli che trainavano le carrozze, e Luna Lovegood gli disse che era sano di mente quanto lei, e questo diede ai ragazzi da ridere fino all’arrivo al castello.
Fu tutto fantastico (tornare al castello, ridere come se fosse tutto normale) fino a quando il Cappello Parlante non aprì l’anno con una canzoncina inquietante e Kayla non fu costretta a raggiungere le altre serpi al tavolo in fondo alla Sala. Pochi minuti dopo essersi allontanata dagli altri, però, richiamò la loro attenzione e fece notare loro che Hagrid non era al tavolo degli insegnanti, e che, a intuito, il nuovo insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure era una donna bassa, brutta e vestita di un rosa che a Kayla fece passare la voglia di mangiare.
“Qui non si mette bene.” Sentenziò Robert quando la donna interruppe il discorso di Silente. “Parola mia, questa ha in mente qualcosa. E non saranno lezioni con un Molliccio.”

Dolores Umbridge?!” Martha sembrava schifata. “Ma davvero?!”
Robert la guardò dall’altra parte dello Specchio Gemello. “La conosci?!”
“Certo, è la cocca di Caramell. Sai che vuol dire questo?”
“Che il Ministero mette il naso negli affari di Hogwarts, si, lo aveva intuito Hermione.”
“Ha interrotto il discorso di inizio anno di Silente.”
Martha imprecò contro Salazar Serpeverde.
“Ha iniziato dicendo che era bello vedere le nostre faccette felici che la guardavano. E credimi, mamma, eravamo tutti shockati per come avesse interrotto Silente. Nessuno di noi era felice!”
“Va’ avanti.” Lo esortò lei.
“E ha detto che saremo ottimi amici! Ci parlava come se avessimo cinque anni!”
“Si Robert, fa così con tutti. Arriva al punto del discorso.” Sorrise lei, per niente felice. Il fatto che Dolores Umbridge fosse la nuova insegnante dei suoi figli le dava la sensazione che non fossero per niente al sicuro.
“… Una premessa inutile sul dono di essere maghi, poi ha detto …”
Per niente al sicuro e lontani da lei e Sirius.
“Ha parlato di progresso, e poi ha …”
Non era tranquilla sapendo che quella donna avrebbe insegnato ai ragazzi. Anche perché, persino sforzandosi, non le sembrava che quella donna potesse avere qualcosa da insegnare al prossimo.
“So che non ci credi, ma lo ha detto davvero!”
“Aspetta,  cosa?” si era distratta troppo.
“Che eliminerà alcune vecchie e malsane abitudini.”
“Oh, ad esempio? Fumare sulla riva del Lago?”
Robert sorrise. “Non lo so mamma, francamente, non promette nulla di buono.”
Martha annuì. “No, assolutamente. Tieni la testa sulle spalle, pulce. So che Fred e George hanno in ballo qualcosa di illegale con Mundungus, ma …”
“Come lo sai?!” si allarmò lui.
Lei alzò gli occhi al cielo. “Sono un Auror e una mamma. Ma prima di essere ciò, ero la fidanzata di uno dei Malandrini. Io vedo, sento, e so tutto.” Robert le sorrise. “Ad ogni modo, pulce, non posso chiederti di non metterti nei guai, solo … se capisci che è il momento di fermarsi, che si sta andando troppo oltre, ti prego fermati. E poi chiamami.”
Lui abbassò lo sguardo. “Sei fantastica, mamma. Ti voglio bene.”
“Si, anche io. Buonanotte pulce.”
Lui le diede la buonanotte e poi posò lo Specchio sul comodino, continuando a fissare il soffitto, mentre Fred e George russavano ancora.

“Ho parlato con Robert, ieri sera.” Annunciò Martha a colazione.
“Che si dice a Hogwarts?” domandò Remus, sorseggiando il suo tè.
“Il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure è Dolores Umbridge.” Disse, fissando un punto al centro del tavolo.
Sirius si ingozzò con il tè e Tonks spalancò la bocca. “Quella Dolores Umbridge? Il rospo vestito di rosa?!” domandò la Tassorosso.
“Esattamente.”
“Oh, Merlino!” sbuffò Sirius. “E io che pensavo che il peggio fosse essere tornato a vivere qui.”
“Che cosa ha da insegnare quella donna?” domandò Rose, abbracciata alla scatola di biscotti. “Insomma … come può avere preso il posto di Malocchio?”
Tecnicamente, non era Malocchio.” Le fece notare Remus.
“Si ma teoricamente lo era.” Gli rispose lei.
“Oh, voi due, smettetela.” Li richiamò Martha. “Gli undicenni stanno a Hogwarts, non qui. E tu” disse, indicando la sorella. “perché sei qui e non a Parigi?!”
“Che faccio, busso a casa di Damian e dico ‘ehi, sono incinta’?” ironizzò lei.
“Sì!” risposero tutti in coro.
“No!” sentenziò lei, quando i coniugi Weasley entrarono in cucina. “No, qui c’è bisogno di me. Voi avete bisogno di me. L’Ordine ha bisogno di me. Anya ha …”
“Okay abbiamo afferrato.” La bloccò Sirius. “Ma sai di cosa altro abbiamo bisogno? Della scatola di biscotti di cui ti sei appropriata!”
Rose mise una mezza dozzina di biscotti accanto alla sua tazza di caffè e poi, mettendo il broncio, passò la scatola di latta a Sirius.
“Dovresti andare da lui, Rose.” Intervenne Molly. “Dico davvero. Noi ce la caveremo.”
“E poi? Dovrei dirgli di come stanno le cose qui. E non ho intenzione di farlo, perché vorrebbe combattere. E c’è Gabriel, e ora anche il bambino, Damian non po’ rischiare!”
“Non può rischiare di avere accanto la donna che ama perché lei ha paura di vederlo seduto qui a decidere i turni di guardia? Andiamo Rose, questa non sei tu! Tu saresti fiera di combattere accanto a lui!”
“E se ci succede qualcosa, Padfoot? Mettiamo che io vada a Parigi, faccia pace con Damian, mettiamo che lui venga a stare qui, che  si unisca all’Ordine, che Gabriel accetti il trasferimento e che io dia alla luce questo bambino. Cosa succederebbe ai nostri figli se durante un turno di guardia io e Damian venissimo freddati alle spalle da un paio di Mangiamorte?!”
Martha e Molly abbassarono la testa. Quelle, si dissero entrambe, erano le comuni paura di una madre.
“Quindi” disse Tonks, rompendo il silenzio “preferisci startene qui, abbracciata alla scatola di biscotti ragionando a suon di ‘se’ piuttosto che rischiare?”

Harry stava litigando con Seamus quando Ron e Robert entrarono in Sala Comune.
“Cosa succede?” domandò Robert, con tono serio.
“Harry offende mia madre!” rispose il ragazzo.
“Oh, no” replicò Ron. “conosciamo tua madre, ci è simpatica …”
“Ma ora crede al Profeta!” sbottò Harry.
Ah” ironizzò Robert. “ecco, ecco il punto.”
“La sai una cosa, Robert?” domandò Seamus.
“Attento a ciò che dici.” Lo mise in guardia Robert.
“Mia mamma ha ragione. Tuo fratello è pazzo!”
Robert si morse un labbro e si mise davanti a Seamus, che cercò di non mostrarsi spaventato dal fatto che Robert fosse più grande, più alto e più muscoloso di lui.  “Ti avevo detto di stare attento, ragazzo.”
“Tu gli credi, non è vero?” domandò, guardando Ron.
“Certo che gli credo.” Si difese Ron.
“Ascoltami, Seamus. Ogni persona sana di mente crede a Harry e a Silente e non al Profeta. Purtroppo, quelli sani di mente sono pochi.” Mosse un passo verso il ragazzo. “Se hai qualche problema con Harry, con ciò che dice, beh … dovresti stare alla larga da me. E intendo parecchio alla larga. E anche da Ron, sai, lui è Prefetto e non vede l’ora di dare castighi e togliere punti. Quindi. Smamma!”
Seamus emesse un verso sprezzante e uscì seguito da un paio di amici, sbattendo la porta così forte che i muri tremarono. Nella stanza regnò il silenzio per qualche secondo prima che Hermione, dal fondo della stanza, domandasse “Qualcun altro qui ha un problema con Harry?”
Quindi la Sala Comune si svuotò ad una velocità davvero innaturale, e Robert sorrise ad Hermione in modo così spontaneo e bello che lei dovette abbassare lo sguardo qualche secondo dopo aver sorriso di rimando, perché si sentiva in imbarazzo. Fece finta di raccogliere la borsa e poi raggiunse Robert, Harry, Ginny e Ron accanto al fuoco. Robert le posò una mano sulla spalla e lei, per la prima volta dopo più di un anno, si concesse di posare la testa sul suo petto e respirare il suo profumo a pieni polmoni.
“Noi ti crediamo.” disse Neville dall’ingresso delle scale, non accorgendosi del momento importante a cui tutti stavano assistendo. “Mia nonna dice che è il Profeta a peggiorare e dire sciocchezze, non Silente. Lei ha sempre detto che Tu-Sai-Chi sarebbe tornato, un giorno. Quindi … noi ti crediamo.”
“Ti ringrazio, Neville.” Gli disse Harry, sentendosi profondamente grato ma in colpa per non essersi accorto che Neville non era uscito insieme agli altri.
“Perché non vieni a sederti qui con noi?” domandò Ginny.

Quando Kayla vide sulla bacheca degli annunci che Fred e George cercavano per un lavoro part-time e ‘virtualmente indolore’, cercò di ottenere informazioni da Robert, che ovviamente aveva giurato “totale lealtà” ai suoi migliori amici e rifiutò di rivelarle anche solo una virgola del loro progetto. Hermione, Harry e Ron non sapevano niente, così, d’accordo con Ginny, fece buon viso a cattivo gioco.
Si fece trovare fuori dalla loro classe di Incantesimi, e, quando uscirono, Fred la salutò con un bacio a fior di labbra ed un buffetto sul naso.
“Ho visto l’annuncio sulla bacheca.” Annunciò lei quando lui le domandò cosa ci facesse lì.
“Oh.” Si limitò a rispondere lui. “E quindi?”
“Perché non hai chiesto a me di darvi una mano? Insomma … credevo che potessimo contare l’uno sull’altra!”
Lui alzò gli occhi al cielo mentre continuavano a camminare. “Si, piccola, possiamo, ma se hai letto l’annuncio sai che il lavoro è ‘a rischio e pericolo dei candidati’.”
“E questo vuol dire che state ancora cercando di ottimizzare le Merendine Marinare?”
“Oh, ma non solo quelle, insomma, abbiamo tanti progetti e personalmente credo davvero che funzioneranno, senza contare che …” quando notò il modo in cui Kayla lo stava guardando, perse immediatamente l’entusiasmo. “Perché ne sto parlando con te?”
“Non stavi parlando tu, era il tuo inconscio che …”
“Dovresti smetterla con quei libri di psicologia.”
“Dovresti smetterla di progettare scherzi illegali.”
Fred sorrise e si sedette al tavolo Grifondoro in Sala Grande, più affamato che mai, trovando Harry Ron e Hermione che parlavano di unione tra le Case.
“Non voglio fare amicizia con le serpi!” stava dicendo Ron.
“Grazie, Ronald.” Disse Kayla sedendosi accanto a lui.
“No, non intendevo …”
“Tranquillo, nemmeno io voglio fare amicizia con loro.” Disse, sorridendo.
“E per la cronaca, Fred” disse Hermione “in quanto Prefetto devo farti notare che non puoi appendere annunci in bacheca per cercare cavie.”
“Oh, e non è tutto, Hermione” si intromise Kayla. “hanno anche altri progetti.” Disse, con tono acido.
“Godric, ma vi siete sentite?” si lamentò Fred. “Siete peggio di una madre!”
“Io mi sono sentita, e tu mi hai sentita?” domandò Hermione con tono leggermente altezzoso.
“Stai iniziando il quinto anno, Hermione. Molto presto, mi pregherai in ginocchio per una Merendina Marinara.”
“Ho idea che molto presto ci sarà anche una vasta gamma di scelte, oltre alle Merendine.” Commentò Kayla, e Fred sorrise, ma non rispose. Intanto, George prese  posto accanto a Harry, davanti a Fred, mentre Robert si avvicinava al suo abituale gruppo di amici con espressione traumatizzata. “Ragazzi” annunciò, sedendosi. “non avete idea. Non potete immaginare cosa io abbia appena sentito …”
“Direi che la prima lezione di Difesa non è andata bene.” Disse Kayla, facendo segno a Hermione di passarle il porridge.
“Inizia a chiamarla ‘teoria difensiva’, Kayla.” annunciò, versandosi dell’acqua. “Non la sopporto. Ne ho parlato con la mamma, e ha detto che …”
“Come?” domandò Harry.
“Come ti sei messo in contatto con la mamma?” chiese ancora Kayla, abbassando la voce.
“Ah, ho lo Specchio Gemello. L’altro l’ho lasciato a papà, in teoria, ma  ieri sera ha risposto la mamma. Comunque” continuò “ la lezione si apre con lei che chiede di mettere via le bacchette e due minuti dopo vi da una pagina da leggere senza parlare per le successive due ore.”
“Questo è assurdo” commentò Ron “quale insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ha mai chiesto di mettere via le bacchette?”
“Beh, è quello che ci siamo chiesti anche noi. Jenna, una Grifondoro del mio anno, ha provato ad obbiettare ed è stata trattenuta dal rospo rosa a fine lezione, e” si guardò attorno “ancora non la vedo.”
Kayla scosse la testa, preoccupata. “No, no. Così non va. Proprio no, no. No!”
“Credo che Kayla non sia d’accordo.” Ironizzò Fred. “Io dico che quella è matta.”
“Quella è solo un burattino di Caramell che non vuole che siamo in grado di difenderci.” Replicò Robert.
“Quindi non si useranno incantesimi di Difesa?” domandò Hermione.
“No.” rispose Robert, venendo richiamato dalla stessa Hermione con uno sguardo perché aveva parlato con la bocca piena.
“In un momento storico come questo non ci insegnano a difenderci?!”
“Mi pare ovvio, Hermione” rispose lui, curandosi di ingoiare il boccone. “che tutto questo sia per nascondere un momento storico come questo.”
“Noi abbiamo gli esami” sospirò Harry. “come può pretendere che affrontiamo la prova pratica dei G.U.F.O. senza mai esserci esercitati in classe?”

“In punizione?” domandò Robert, seduto su una panchina nel giardino del castello a fumare un sigaretta.
Harry scosse la testa. “E ho perso dieci punti.”
“Perché?” domandò il maggiore.
“Perché ho detto il nome di Voldemort.”
Robert cercò di sorridere. “Beh, i tuoi migliori amici sono Prefetti, non è un dramma. Possono riparare, a questo. Voglio dire … Harry Potter, quindici punti per esserti allacciato male la cravatta!” esclamò, cercando di imitare il tono di Hermione.
“Non sono i punti, il problema. Voglio dire … in punizione! Perché ho detto le cose come stanno!”
“In effetti, poco fa ho sentito Pix intonare una strana filastrocca su di te, ma pensavo fosse ancora quella del Torneo.”
“Pix è l’ultimo dei miei problemi.” Disse Harry, calciando un sasso. “A proposito di problemi. Ci serve un nuovo Portiere.”
“Questo che è un problema!” rise Robert. “Vorrei davvero che il Quidditch fosse la cosa più grave, al momento.
“Un anno fa a quest’ora lo era. Insomma, ci avevano annunciato che non ci sarebbe stato.”
“Che colpo al cuore, quello. Ancora brucia.” Robert si portò una mano sul petto ed emise un verso di dolore.
I due si misero a ridere e presero a parlare d’altro. “A proposito” domandò Harry “che vuoi per il tuo compleanno? Insomma, sono diciassette, è una cosa importante …”
“Smettila, sembri zia Rose.” Ironizzò lui. “Non voglio niente, niente che si possa comprare. Vorrei che certe cose, che certe persone, sparissero. E che altre, beh, che tornassero.”
“Alex è tornata.” Disse Harry. “Non è stato un bel regalo?”
“Ovviamente.” Rispose Robert. “Sai, un giorno ti svegli e ti rendi conto che al primo posto non ci sei più tu. C’è qualcun altro. Un giorno ti svegli, e sei innamorato. E non dico che succeda per ogni ragazza con cui dormi un paio di volte. Succede una volta, e con lei non ti importa del sesso o di altro, con lei ti importa solo di … guardarla ridere e sapere che stia bene.” Robert tirò con la sigaretta e inalò il fumo. “Poi però le cose vanno male. Lei sparisce. E tu resti solo, solo come un cane, dietro la sua ombra, intrappolato in un posto che parla di voi. I mesi passano, passano lenti e fanno male e poi vedi una nuova luce. Qualcun altro. Qualche saputella dagli occhi castani che ti ruba il cuore, o almeno quel che ne rimane. E rimani fregato. Per la seconda volta!”
Harry non sapeva cosa dire. Avrebbe solo voluto che Hermione potesse sentirlo, e vedere come cambiava la sua espressione quando parlava di lei.
“Arriva lei e sei felice. Davvero. Non ci pensi più all’altra, o quasi. Però poi lei torna, ma se ne va di nuovo. E le perdi entrambe, e sei solo, di nuovo!”
“Non sei mai stato solo.” Lo interruppe Harry, involontariamente. “Voglio dire, c’eravamo io, Kayla, Martha e Sirius, poi i gemelli e Tonks. Non sei mai stato solo.”
Robert sorrise. “Hai ragione. Ve ne sono grato. Cosa stavo dicendo?”
“Di quando Hermione ti ha lasciato.”
“Oh.” Disse, fissando il vuoto. “Credevo di non rialzarmi mai più, davvero. Non riuscivo nemmeno a guardarla. Poi pian piano la rabbia è passata, e c’era solo tanta malinconia. Ma sai, è brutto guardare una ragazza per cui provi così tante cose con malinconia. E non mi ero reso conto di volere così tanto Hermione fino a quando non l’ho vista medicare l’occhio di Alex. Perché in quel momento in cucina, pur essendo preoccupato per Alex e incazzato con il suo compagno, io guardavo Hermione. Solo Hermione.”
“Quindi, facendo un passo indietro, vorresti Hermione per il tuo compleanno?”
Robert rise. “E tu vorresti Cho Chang di Corvonero, per il tuo?”
Harry diventò paonazzo. “Come … cioè, io non, davvero … insomma, sai, lei non … chi te lo ha detto?”
“Nessuno. Avevo dei sospetti e tu me lo hai appena confermato.” Harry tirò un violento calcio ad un sasso. “Ehi, calmati, fratello. Non lo dirò a nessuno. Anzi, se ti va, ti metto una buona parola. Anche se credo non ce ne sia bisogno, insomma, chi meglio di lei sa che hai ragione?”
“Chi meglio di lei?” domandò Harry confuso.
“Si, insomma” Robert allargò le braccia “lei non stava con Diggory?”
“Si, ma che c’entra?”
“Beh, non penso che creda alla faccenda che Cedric sia morto per un tragico incidente, a meno che non sia una figlia illegittima del rospo rosa.”
“Decisamente non lo è.” Si affrettò a dire Harry.
“Seconda conferma. Sei troppo lento, Harry.” Rise Robert, battendogli una mano sulla spalla.

Kayla se ne stava stesa nel prato, con la testa posata sulla pancia di Fred, che giocava con i suoi capelli.
“Fred” disse lei “ma ti senti mai come se fossi sull’orlo di un precipizio, e stessi per cadere?”
Lui dovette pensarci un po’ su. “Tu pensi troppo, Kayla. Ecco il tuo precipizio. Secondo me arrivi anche a pensare al fatto che pensi che pesi troppo.”
Kayla sorrise. “Ogni tanto mi sembra di non sapere chi sono. E di non averlo mai davvero saputo.”
“Ribadisco che quei libri ti fanno male, piccola. Ci sono altre cose per capire chi si è.”
“Ad esempio?” domandò lei, tirando su la testa per guardarlo negli occhi.
“Non lo so, ad esempio baciare il tuo fantastico moroso.” Lei sorrise e lo baciò con trasporto. “Sai, ho una risposta per le tue domande esistenziali. Ed è grandiosa. La vuoi sentire?”
Lei sorrise. “Sì.” Gli disse, in un sussurro.
“Meno libri di Freud, più baci a Fred. Meno Freud, più Fred.”
Kayla scoppiò a ridere, e lui si perse a guardarla mentre si illuminava della sua stessa risata. “Meno Freud, più Fred?” domandò.
“Non è uno slogan fantastico? Potresti farne un motto di vita.”
Lei rise di nuovo. “Quanto sei scemo.” E lo baciò di nuovo, ma, per quanto si sforzasse, la sensazione di stare sull’orlo di un precipizio non se ne andava. 




Oggi nessun ringraziamento se non delle scuse giganti per avervi fatto attendere, e vi annuncio che domani partirò per fare volontariato in Calabria due settimane quindi mancherò ancora. 
No, volevo scrivere poco per focalizzare l'attenzione sul fatto che ho appena pubblicato lo spin off su Kayla, crossover con Doctor Who. Lo trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3495415&i=1 
E non temete, non è assolutamente necessario sapere qualcosa del Doctor per leggerla, nemmeno Kayla ora come ora sa nulla di lui. 
Ah, il primo capitolo è ambietato pochi giorni dopo questo. 


baci baci 
   
 
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