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Autore: Sonny_Riddle    24/07/2016    7 recensioni
[STORIA IN REVISIONE]
Harry Potter usa una Giratempo e si ritrova in un lontano passato, il suo principale intento è di fare in modo che Tom Riddle jr abbia una famiglia, qualcuno da amare e da cui essere amato, così, quando Merope Gaunt è incinta del piccolo Voldemort, Harry pratica un'antichissima magia e fa in modo che i Riddle siano due. Ma ciò provoca un terribile cambiamento nel futuro, sembra proprio che alla fine Tom sia comunque diventato Lord Voldemort. Davvero neanche la famiglia era la chiave giusta per il cuore di Riddle?
Dal testo:
Layla faceva fatica a leggere quello sguardo, ma le ricordava molto il modo in cui l'aveva guardata al suo primo Luma Party. Questa volta, però, i suoi occhi, invece di soffermarsi sulle forme del suo corpo, si posizionavano molto spesso sulle sue labbra, e ciò la faceva sentire inquieta. Tutte le volte, la Serpeverde mandava via quell'apprensione, convincendosi che fosse la mente a farle degli stupidi scherzi. In fondo, non poteva fare altro che bandire quelle percezioni, perché doveva tenersi buono Riddle. Perciò, cercava di non allontanarsi dal suo tocco, e di non dismettere il suo sguardo impudente che, a volte, ricambiava con...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abraxas Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riddle's world'
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Mi dispiace sinceramente non poter continuare a scrivere questa storia. Gli impegni e le responsabilità della vita adulta hanno preso il sopravvento, impedendomi di proseguire nella narrazione. Desidero augurarvi il meglio per il futuro. Grazie di cuore a tutti.

Much Love,
Sonny


 

Era un nuvoloso primo settembre dell'anno 1943. Layla Colby, una sedicenne dai lunghi capelli castani, si precipitò ansante verso l'ultimo corridoio dell'Espresso per Hogwarts, che ormai aveva percorso tutto, chiedendo ad ognuno di qualcuno in particolare, qualcuno che sembrava essere molto sgradito nella parte del treno dove predominavano i colori rosso e oro. Arrivata all'ultimo scompartimento la ragazza fece un respiro profondo e con la mano si risistemò una ciocca ribelle dietro un orecchio.

Prima di quel momento, Layla non era mai salita sull'Espresso per Hogwarts, né tantomeno aveva studiato nell'omonima scuola, e girava voce che fosse alla ricerca di un parente perduto.

Così Layla, sopraffatta dall'emozione e dimenticandosi di bussare, spalancò l'ultima porta dell'ultima cabina di quel corridoio, che per qualche motivo era molto più tranquillo e buio di quelli precedenti. E quando lo fece quattro paia di occhi perplessi la squadrarono dalla testa ai piedi.

"Posso... posso sapere se tra di voi c'è un certo Tom Riddle?" domandò lei tutto d'un fiato. E non le servì sentire nessuna risposta, perché lo sguardo di lei si imbatté nei suoi stessi occhi.

"Tom?" chiese lei in un bisbiglio commosso, mentre lui la esaminava con un misto di indignazione e arroganza insieme. "Tom, io sono Layla, sono tua..." la ragazza non finì mai quella frase, perché Riddle si alzò fulmineo e racchiuse tra le lunghe dita affusolate il medaglione che la sconosciuta portava al collo. Con un'espressione criptica nello sguardo e un sorrisetto sinistro le domandò: "hai la minima idea di cosa sia questo?"

Layla sapeva benissimo cosa fosse, ma qualcosa nello sguardo agghiacciante di quel ragazzo, che lei sapeva essere il suo gemello perduto da anni, la fece desistere dal parlare oltre. Forse lasciare Ilvermorny e convincere la sua famiglia adottiva a ritrasferirsi in Inghilterra era stata una pessima idea.



 

 Forse lasciare Ilvermorny e convincere la sua famiglia adottiva a ritrasferirsi in Inghilterra era stata una pessima idea






Poche ore più tardi, Layla fu riportata alla realtà dalle risatine degli studenti delle quattro tavolate. Era rimasta a fissare il soffitto incantato a bocca aperta, e non si accorse che un mago dalla barba rossiccia, il professor Silente, l'aveva chiamata più di una volta per avvicinarsi ed indossare il Cappello Parlante. Nel loro scambio di lettere, Silente l'aveva avvertita che se mai lei si fosse trasferita ad Hogwarts avrebbe dovuto attendere la cerimonia dello Smistamento il primo giorno di scuola. Così, con centinaia di sguardi puntati addosso, la ragazza si ritrovò seduta sullo sgabello di legno, col Cappello Parlante che le ricadeva buffamente sugli occhi. Un parlottio fitto e indistinto si alzò dai tavoli delle quattro Case.

"Una Wampus!" esclamò il cappello colto alla sprovvista. "Coraggiosa, intraprendente, leale, combattiva" elencò esso a bassa voce. "Posso affermare con certezza che il tuo cuore appartiene alla Casa di Godric," aggiunse "anche se, nel tuo sangue intravedo qualcos'altro..." continuò con voce assorta.

Alla ragazza sfuggì il resto di quel discorso. Non aveva messo in conto che il Cappello Parlante avrebbe potuto smistarla in una Casa che non fosse Serpeverde. Un vuoto allo stomaco le ricordò il motivo del suo trasferimento ad Hogwarts. Essere smistata in Grifondoro, Tassorosso, oppure Corvonero avrebbe reso tutto molto più complicato. 
Si concentrò sull'ultima cosa che intravide prima che il Cappello Parlante le oscurasse la visuale: i suoi stessi occhi, fissarla in modo inquisitorio dal tavolo dei Serpeverde. Aveva attraversato l'oceano per conoscere suo fratello. Nonostante l'incontro avvenuto poco prima l'avesse lasciata a dir poco sconvolta, i sacrifici compiuti dalla sua famiglia per consentirle di arrivare a quel punto riempirono il suo animo di perseveranza.

"Ti prego, devo essere smistata in Serpeverde" implorò disperatamente lei a bassa voce.

"Sei sicura?" domandò titubante il cappello. "Io vedo il tuo cuore Layla Colby, e temo che in Serpeverde non riuscirai a sentirti a tuo agio" le spiegò.

"Sono una diretta discendete di Salazar Serpeverde" rincarò lei risoluta. Il Cappello Parlante sembrò esitare per un minuto, o due. Infine, tuonò: "SERPEVERDE!"

Applausi poco convinti l'accolsero dal tavolo verde-argento. Tom e la cricca non si scomodarono nemmeno ad applaudire; anzi, le rivolsero delle occhiate da brivido. Erano tutti avvolti da un'aura di superiorità, con menti sollevati, spalle rigidamente dritte, iridi velenose, e labbra arricciate dalla spocchia. Il loro modo di fare le ricordò Mik e Teddy. Il cuore della ragazza saltò un battito, quando la sua mente mise a fuoco il viso di Mik, il suo migliore amico. Quell'amicizia era un'altra delle cose a cui Layla aveva dovuto rinunciare trasferendosi in Inghilterra. Invece, in quel momento, i chilometri di distanza tra lei e Teddy sembravano essere l'unico aspetto positivo di quella situazione.

Di fronte a quella visione, Layla strinse istintivamente il medaglione che portava al collo, il cimelio di Salazar Serpeverde, dal quale, secondo le sue ricerche, la sua famiglia materna discendeva. Lo fece scivolare repentinamente all'interno del colletto della camicia, non avrebbe permesso a Tom di strapparglielo dal collo, come aveva tentato di fare poche ore prima sul treno. Per fortuna, grazie agli intensi allenamenti fisici dei Wampus, che l'avevano resa sempre più agile e veloce nel corso degli anni, la ragazza era riuscita a sfuggigli. I suoi amici le erano corsi dietro, ma per qualche ragione, avevano fatto dietrofront dopo qualche metro. Layla era certa di aver intravisto uno di loro afferrarsi spasmodicamente l'avambraccio sinistro, un momento prima di dileguarsi.

Quando Layla prese posto vicino a due ragazze more, una delle quali le lanciò un'occhiataccia che non aveva nulla da invidiare a Tom e i suoi amici, molti altri Serpeverde la osservarono curiosi.

"Benvenuti ad un altro anno ad Hogwarts" parlò il preside Armando Dippet. "Come molti di voi avranno notato, abbiamo una nuova studentessa" continuò lui, indicando il tavolo verde-argento. Layla venne nuovamente travolta dalle occhiate di centinaia di studenti, non le piaceva essere al centro dell'attenzione, ma abbozzò comunque un sorriso insicuro. Non lo guardò, ma sentì la pesantezza dello sguardo indagatore di suo fratello. "Si è trasferita da Ilvermorny -alcuni studenti delle altre Case si alzarono dai propri posti e allungarono il collo per vederla meglio, - e resterà con noi fino alla fine della sua carriera scolastica. Mi raccomando, trattatela con riguardo, e..." Layla non seppe mai cos'altro aggiunse Dippet a quel discorso, perché come se fossero attirati da un campo magnetico, i suoi occhi si inchiodarono su Tom. Una ruga inquisitoria era apparsa sulla fronte del ragazzo, per quanto fosse possibile, la sua espressione si era incupita ancora di più. La mancanza di controllo su quella situazione sembrava averlo reso furioso. Era evidente che mille idee e spiegazioni stavano frullando nella sua mente, e ancor più evidente era il fatto che la riteneva responsabile della confusione che lo pervadeva. 
 

Dopo cena, Layla arrivò di fronte all'aula di Trasfigurazione, affiancata da Melania Parkinson, una gentilissima ragazza di Serpeverde che si era offerta di accompagnarla


Dopo cena, Layla arrivò di fronte all'aula di Trasfigurazione, affiancata da Melania Parkinson, una gentilissima ragazza di Serpeverde che si era offerta di accompagnarla. Quando le due si congedarono, il professor Silente l'accolse con un gran sorriso. Non si erano mai incontrati prima di quel momento, ma lei aveva visto la sua immagine sui libri scolastici di Ilvermorny. Le diede la sensazione di essere un uomo molto gentile e saggio.

"Benvenuta ad Hogwarts signorina Colby, spero abbia gradito il banchetto" disse Silente osservandola gaio da sopra gli occhiali a mezzaluna. "Certo, signore, era tutto delizioso" commentò lei sorridendo amabilmente.

"Ho fatto chiamare Tom, confido nel fatto che non sia riuscita a parlargli?" domandò il mago alzando le sopracciglia. Layla abbassò lo sguardo e negò col capo. "Immaginavo, ho notato che non eravate seduti vicini a cena" spiegò il professore con calma. Poi, il professore alzò l'indice e indicò la porta. In quello stesso istante, qualcuno bussò.

"Avanti" disse il mago. E Tom Riddle varcò la soglia. Gli occhi di lui si spostarono velocemente da Silente alla sconosciuta un paio di volte.

"Professore, mi ha fatto chiamare?" domandò il Serpeverde, con una pacatezza nella voce e nei modi così accentuata, che strappò a Layla una flebile risatina derisoria. Con quel portamento, non sembrava essere lo stesso ragazzo che aveva incontrato sul treno, e che durante il banchetto l'aveva trafitta con lo sguardo. La reazione di Layla non sfuggì al gemello, che per mezzo secondo la guardò con l'usuale ostilità.

"Sedetevi" disse Silente. La strega obbedì subitaneamente, mentre Tom eseguì quell'ordine con una lentezza, che Layla capì essere riluttanza. Chiaramente, prendere ordini, era un'altra delle cose che non sembrava andare a genio al fratello. La ragazza si domandò se anche Silente avesse intravisto la vera essenza di quel portamento.

"Tom, questa signorina, mi ha scritto una lettera, ormai più di cinque mesi fa, chiedendomi informazioni sul tuo orfanotrofio" disse il professore con tono confidenziale. I suoi genitori Babbani," la mandibola di Tom si serrò per un breve istante "sono, in realtà, i suoi genitori adottivi, e il suo vero cognome è Riddle. Ho provveduto io stesso nell'approfondire la questione e posso confermarti Tom, che Layla è tua sorella, la tua gemella". A sentire quelle parole, Tom si voltò lentamente verso la gemella. La sua espressione placida mutò e divenne criptica. Layla pensò che qualcosa nello sguardo di Tom traspirasse la poca fiducia che avesse nelle parole del mago seduto di fronte a lui. Il ragazzo sembrava pensare che Silente avesse finalmente perso la brocca, e Layla aveva la strana certezza che di lì a poco sarebbe scoppiato a ridergli in faccia. Ma poi, come se stesse seguendo il copione di un'opera teatrale, i suoi lineamenti si ammorbidirono di nuovo, e con grande stupore della ragazza, il Serpeverde sorrise dolcemente.

"Professore, spero non giudichi il mio bisogno di avere delle prove..." iniziò lui con tono tranquillo. Layla sentì una lieve stretta allo stomaco, il fatto che non credesse a ciò che era stato detto la deluse. Lei si era lasciata tutta una vita alle spalle, e lui aveva bisogno di prove. Come se lei e Silente non avessero niente di meglio da fare che prendere in giro gli orfani per diletto.
 

"Mi serviranno due gocce del vostro sangue, una qua e una qua" disse il professore con tono posato e del tutto prevenuto, come se la richiesta del ragazzo non l'avesse per nulla colto alla sprovvista. L'uomo aspettò che i due si avvicinassero, ognuno prendendo i propri tempi, e si lasciassero pungere l'indice. Una momentanea riluttanza attraversò Riddle per l'ennesima volta, quasi come se perdere una goccia del proprio sangue fosse un oltraggio alla sua persona. Nuovamente, Silente non sembrò notarlo.

Silente puntò la bacchetta sulla tavoletta di marmo bianco adornata da due distanti, scuri, punti rossi. "Sapete entrambi come funziona l'incantesimo" Layla annuì con lo sguardo perso, Tom assottigliò gli occhi.

"Sanguinem non Mentior!" pronunciò infine il professore.
Le due gocce di sangue si fusero l'una all'altra in un'unica macchietta rossa, che bruciò trasformandosi in piccole scintille verdi. Riddle si alzò dalla poltrona e scosse il capo incredulo. Layla lo osservò cupamente.

"Il sangue non mente mai" sussurrò Silente, guardando Riddle con un po' di titubanza e scura curiosità.
Quasi a sentirselo addosso il giudizio del mago, l'ennesima metamorfosi di Riddle prese luogo. Il Serpeverde guardò la gemella e sorrise.

"Benvenuta ad Hogwarts, Layla" disse il ragazzo piano, offrendole la mano. Layla osservò le sue dita pallide per qualche secondo, e pensò che il loro primo incontro sul treno sarebbe dovuto cominciare da quella stretta di mano. Si alzò a sua volta e gli strinse la mano. Quasi non la stupì il fatto che la mano di lui era gelida, e mentalmente sorrise pensando che quel freddo sembrava essere l'unica cosa coerente di quell'incontro. Lo guardò negli occhi, così identici ai suoi, e un senso di ostilità la pervase, perché ovviamente non credeva nell'autenticità di quella stretta di mano, né nel suo artificioso sorriso. E come se le avesse letto nei pensieri, Tom Riddle, fece un passo avanti e la strinse in un abbraccio. Quel contatto fu così tiepido e accogliente rispetto a quello di prima che la ragazza sentì le proprie guance infiammarsi. Avrebbe tanto voluto essere razionale in quel momento, ma il calore che sentì nel petto, la rese indifferente alla voce della propria coscienza. Si giurò che in tutta la sua vita non avesse mai ricevuto un abbraccio più confortevole di quello. La forza con cui la strinse, la fece pensare che Tom avesse passato sedici anni a non desiderare altro che tenerla tra le sue braccia. Pensò infine, che forse, l'aveva giudicato troppo presto, e lo strinse a sua volta.

Dopo minuti che parvero ore, Silente pronunciò amabilmente: "è arrivata l'ora di andare a dormire. So benissimo che avrete tante cose di cui parlare, mi raccomando però, vi voglio freschi per le lezioni di domani" li congedò Silente.

Quando lasciarono l'ufficio Layla ebbe la sensazione che Silente fosse tutt'altro che contento di quell'incontro, ma con il petto in fiamme, la testa tra le nuvole e lo sguardo appannato dalla gioia non rimuginò più di tanto su quel particolare, anzi, cercò di velocizzare il suo passo per reggere il ritmo iperattivo di Tom.

"Tom, non hai idea di quante cose io abbia da raccontarti..." iniziò lei raggiungendolo. La Serpeverde, però, non finì mai quella frase perché, appena girarono l'angolo, Tom la sbatté veementemente contro il muro, le mise una mano sulla bocca, e sibilò: "Tu.Devi.Stare.Lontana.Da.Me".

"Non piangere" pensò Layla, guardando il viso furibondo del fratello, così vicino al suo.

"Non piangere" pensò di nuovo, quando il dolore provocato dall'impatto iniziò a farsi sentire.

"Non piangere" si ripeté, realizzando quanto avesse sacrificato per ritrovarlo.

Layla si odiò, quando le sue lacrime calde sfiorarono la mano di Tom. Il ragazzo, con la bocca contorta dal ribrezzo, si ripulì la mano sulla divisa. E prima di allontanarsi, le lanciò un'ultima occhiata piena di riserbo. La gemella, con gli occhi rossi e il respiro irregolare, rimase immobile a fissarlo andare via.

 

LA PARTE LEGALE

Disclaimer: I personaggi appartenenti all'universo di Harry Potter presenti in questa storia sono di proprietà di J.K. Rowling. Questa fanfiction è stata creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. Non trarrò alcun profitto da questa storia. Tutti i diritti sulla storia originale di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling. I personaggi originali di questa fan fiction sono di mia proprietà.

 

  
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