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Autore: crazy lion    26/07/2016    7 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Dedico questo capitolo a MaryS5. Mi aveva detto che avevo parlato poco dei fan di Demi, che in un capitolo avrebbe voluto vederli di più e aveva ragione; così, tra ieri sera e stamattina ho scritto questo, un capitolo nel quale non solo Demi incontrerà i suoi fan, ma ne conoscerà una molto speciale, non per la sua difficoltà (che scoprirete leggendo), ma per il carattere che ha, per la dolcezza e tutte le cose che le insegnerà.
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 40.

UNA FAN SPECIALE
 
Il mattino seguente, distesa nel suo grande letto, Demi ascoltava gli uccellini cinguettare. Era ancora presto, ma non aveva sonno. Le piaceva sentire quei piccoli uccellini cantare, gioendo del sole mattutino. Erano creature così fragili, eppure tanto forti! Li aveva sempre ammirati. In particolare, le piaceva osservare le rondini che, d'inverno, si riunivano sui fili della luce per "discutere" del loro futuro viaggio e le guardava, poi, alzarsi in volo tutte insieme, per andare verso terre lontane. Erano come le sue bambine, lei, Andrew e Jade: fragili e forti, cercavano di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà e di lottare per vivere. In quel momento pensò proprio alla ragazza che aveva aiutato qualche mese prima. Non la vedeva più in giro. Chissà dov'era e come stava. Pregò per lei, perché avesse trovato la felicità.
Pensare a lei la rattristò un po', ma quando sentì bussare piano alla porta della sua camera, un sorriso le illuminò il volto.
"Vieni, amore!"
Era Mackenzie, non c'era alcun dubbio. La bambina aprì e le andò vicino. Demi accese la luce per guardarla.
"Hai dormito bene?"
La piccola annuì e in quel momento Hope iniziò a piangere piano.
"Ciao Hope!" esclamò la ragazza, alzandosi e prendendola in braccio. "Stamattina usciamo. Andiamo al parco giochi, vi va?"
Mackenzie fece un sorriso che andava da un orecchio all'altro e Hope, che ovviamente non aveva capito ciò che la mamma aveva detto, vedendo l'espressione felice della sorella iniziò a battere le
manine.
Il parco si trovava vicino a casa loro. Camminavano da un po'. Mackenzie era accanto a Demi e Hope, nel passeggino, salutava con la manina le macchine che passavano, mentre qualche conducente le sorrideva.
La notte prima era piovuto un po', così, approfittando di un momento di distrazione della mamma, Mac si allontanò di qualche metro e saltò dentro una pozzanghera, con un sorriso soddisfatto in volto.
"Ehi, torna qui!" la richiamò Demi, ma la bambina non ne voleva proprio sapere. Continuava a saltare come se non avesse sentito, così la madre dovette avvicinarsi e prenderla per mano per allontanarla dall'acqua. "Ti sei sporcata le scarpe e i pantaloni di fango" le disse. "Erano i vestiti nuovi che avevamo comprato."
Mackenzie la guardò, dispiaciuta. Lei aveva solo voluto giocare, non era stata sua intenzione far arrabbiare la mamma.
"Non ti preoccupare, ti perdono per questa volta, tanto comunque al parco ti saresti sporcata" le disse Demi sorridendo e scompigliandole affettuosamente i capelli. "Dai,
andiamo."
"Ragazzi, è lei!" esclamò qualcuno e, in meno di un secondo, una folla di giovani riempì la strada.
"Demi, Demi, Demi, uuuuuuuuh!" urlavano i fan, battendo le mani.
Alcuni avevano anche dei piccoli tamburelli o delle trombe e li suonavano più forte che potevano.
"Quelli sono i miei fan" disse la ragazza alle figlie.
"Demetria," iniziò una voce femminile, mentre le altre, lentamente, si trasformavano in un brusio, "credo di parlare a nome di tutti quando dico che sei meravigliosa."
"Sìììì!" gridò un coro.
Demi si guardò intorno. Erano circa cinquanta adolescenti. Alcuni avevano delle macchine fotografiche, altri stavano facendo un video con il cellulare o con una videocamera. Una lacrima le rigò il volto. Si emozionava sempre quando qualcuno dei suoi fan le diceva quelle cose, che le facevano capire di valere più di quanto credeva.
"Sei una ragazza che ha avuto un passato molto difficile e che ha sofferto tanto, però hai avuto sempre la forza di rialzarti e per questo sei per tutti noi, i tuoi fan, un'ispirazione, un modello di forza d'animo e grande coraggio" continuò la ragazza. "Perciò ti ringraziamo col cuore per tutto quello che  sei per noi, per le tue canzoni che ci fanno piangere, sperare e sognare e perché sei una persona stupenda!"
"Buongiorno, Los Angeles!" iniziò Demi.
Si levò un coro di grida, un boato che si sparse per tutta la strada e le vie intorno, tanto che alcuni passanti e automobilisti si fermarono a guardare.
Notando che iniziavano ad intralciare il traffico tutti si spostarono, alcuni salirono su un marciapiede, altri restarono sul ciglio della strada. "Grazie ragazzi!" continuò la cantante. "Trovare qui così tante persone in una giornata, come dire, ordinaria, è per me una bellissima sorpresa! Io, come sempre, non so mai bene cosa dire e mi emoziono moltissimo quando mi fate tutti questi complimenti. Ogni tanto balbetto. Lo sapete, sembro un po' scema a volte."
Qualcuno rise, poi tutti la applaudirono.
Mackenzie guardava la scena ed era affascinata. Non credeva che sua mamma avesse così tante persone che la ammiravano e, soprattutto, non si sarebbe mai immaginata che le volessero tutto quel bene.
Demi trasse un profondo respiro e continuò:
"Come ho già detto altre volte, se raccontando la mia storia posso salvare anche solo una vita o aiutare una persona, per me questo vale tantissimo! Allora, volete venire a conoscere le mie bambine?" Si rivolse a Mackenzie e le sussurrò: "Ora qualcuno verrà qui, ti saluterà e ti stringerà la mano. Non avere paura, è tutto okay. Hai visto, no? Loro mi vogliono bene." Alzò la voce e urlò: "Volete bene anche a Mackenzie e Hope, non è vero, ragazzi?"
"Vi adoriamo!" esclamarono alcuni.
"Sì, siete fantastiche e bellissime" aggiunsero altri.
C'erano anche dei ragazzi, che però preferirono restare in disparte. Furono soprattutto le ragazze ad avvicinarsi piano alle bambine. Alcune accarezzarono Hope la quale, incuriosita, prese a tutte le dita e le strinse, mentre le giovani lanciavano gridolini di gioia. Altre strinsero la mano a Mackenzie e le chiesero come stava. Lei scrisse e nessuna fan di Demi la fece sentire male. Era questo che terrorizzava di più la bambina: che le persone con le quali parlava le dicessero che era stupida, o che fossero cattive con lei a causa del suo problema, ma fu felice che non fosse andata
così.
Demi si fece fare delle foto con le bambine accanto o in braccio, poi alcuni fan vollero che cantasse qualcosa per loro e lei li accontentò.
"I throw all of your stuff away
Then I clear you out of my head
I tear you out of my heart
And ignore all your messages
I tell everyone we got through
'Cause I'm so much better without you
But it's just another pretty lie
'Cause I break down
Every time you come around
Oh oh oh oh

So how did you get here under my skin?
Swore that I'd never let you back in
Should've known better
Than trying to let you go
'Cause here we go go go again

Hard as I try I know I can't quit
Something about you is so addictive
We're fallin' together
You think that by now I'd know
'Cause here we go go go again
[…]"
Qualcuno applaudì. Mentre alzava sempre più la voce e metteva tutta se stessa in quella canzone, Demi guardava i fan e notò che erano più interessati alle bambine che alla musica. La cosa non le dispiacque affatto, anzi, era contenta di vedere che le sue piccole erano al centro dell'attenzione. Mackenzie adorò la voce della mamma, ma c'era così tanta confusione in quel momento che non riuscì a godersela appieno. Beh, l'avrebbe risentita presto. Poco dopo alcune ragazze fecero giocare e ridere Hope come una pazza, mentre una di loro regalò alla più grande una rosa dicendole:
"Ti do questa perché è bella come te!"
Lei rimase letteralmente a bocca aperta, poi abbracciò la giovane che si mise a piangere dalla contentezza.
Dopo alcuni minuti passati insieme, i fan iniziarono ad andare via. Molti dissero a Demi che sarebbero arrivati a scuola in ritardo, ma che ne valeva la pena. Nessuno di loro avrebbe mai dimenticato quei momenti passati con il proprio idolo; e poi le bambine rendevano tutto ancora più speciale. I fan avevano atteso tantissimo tempo di vederle e, benché le avessero osservate in foto, conoscerle era stata tutta un'altra cosa.
Prima che Demi potesse riprendere la strada verso il parco, si avvicinò a lei una ragazza che camminava tenendo un bastone bianco nella mano destra. Era non vedente. Non era molto alta, né grassa né magra, aveva un viso dai lineamenti dolci, ma ciò che colpì più di tutto la cantante furono i suoi folti capelli neri. Le arrivavano fino a metà schiena ed erano raccolti in due code di cavallo.
"Demi!" chiamò.
"Sono qui, tranquilla" le disse, avvicinandosi a lei e prendendole la mano. "Sei anche tu una mia fan?"
Il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata.
"Mi… mi c-chiamo Annie. Sì, sono una tua fan. Vorrei conoscere le tue bambine. Posso? Prima non mi sono avvicinata perché c'era così tanta gente. Non mi ero nemmeno accorta che stessero chiamando te, all'inizio. C'era troppo chiasso. Mio Dio, non posso credere che ti sto parlando! Okay, credo che ora sverrò. No, non devo, non voglio."
Stava parlando a ruota libera, così la cantante decise di intervenire.
"Calma, respira" ridacchiò, facendo ridere anche lei.
"Uffa, odio quando mia madre mi fa mettere questi cosi" si lamentò, togliendo gli elastici e lasciando i capelli liberi di ondeggiare al vento. "Molto meglio!"
"Anche a me non piace acconciarmeli, in questo ci assomigliamo" asserì Demetria. "Sei sola?"
"Sì, mi so orientare bene ormai."
"Mi stai dicendo che conosci tutte le strade e che ti muovi da sola?"
"Sì" disse, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Per lei lo era, in effetti, come lo è per tutte le persone che non vedono e che imparano ad orientarsi nella loro città, ma a volte, per chi invece vede, scoprire queste cose lascia un senso di stupore, o persino di incredulità e Demi provava proprio questo. Prima d'allora non aveva mai parlato con una persona non vedente.
Annie allungò le mani in avanti, accarezzò Hope e Mackenzie e si commosse, ma subito dopo sorrise. I suoi occhi, scuri e profondi, si illuminarono.
"Ciao, piccolina!" esclamò rivolta alla minore. "Sai che anch'io ho una sorellina che ha più o meno la tua stessa età? Si chiama Kate" disse dolcemente.
La bambina le accarezzò una mano e poi il viso.
La ragazza non sapeva cosa dire. Rimase senza parole a causa di quel tocco, troppo emozionata per pronunciare anche solo una sillaba, ma le sue lacrime di gioia dicevano tutto.
Perché Annie ha questo bastone, mamma? scrisse Mackenzie.
Demi lesse e poi chiese alla ragazza se avrebbe voluto spiegarglielo lei stessa.
"Mackenzie, questo bastone mi serve per camminare. Io non riesco a vedere e per capire come è fatto il mondo devo usare le mani. Le mani sono i miei occhi. Sai, io ho sempre detto che vedo con gli occhi del cuore. Dato che non riesco a vedere gli ostacoli, devo usare questo. Lo tengo sempre con la mano destra, un po' avanti a me, in modo da sapere se c'è qualcosa in mezzo. Guarda, faccio così." Cominciò a camminare seguendo un muretto e facendoci battere il bastone contro. Dopo qualche metro si fermò. "Devo sempre trovare un punto di riferimento per muovermi, qualcosa che mi faccia capire che sto seguendo un percorso preciso, per esempio un muretto o un lampione. Hai capito, ora?"
La bambina fece cenno di sì e le sorrise, poi le strinse la mano.
"Sì sì, ha capito e sembra davvero interessata al tuo modo di muoverti" le spiegò Demi. "Quanto tempo ci hai messo a diventare così brava?"
"Molti anni. Tra un po' mi prenderò un cane guida, sai?"
"Davvero?"
"Sì, perché so già muovermi in città quindi sono pronta per averne uno. Il cane guida si deve prendere solamente quando si conosce bene il territorio nel quale si vive."
Demi era incuriosita.
"Dove vendono questi cani? Si trovano nei canili?"
Si sentiva ignorante e anche idiota a fare quelle domande.
"No, ci sono dei centri apposta; e poi non è così facile averne uno. In pratica è come un'adozione: bisogna fare un sacco di burocrazia, essere ritenuti idonei, poi un corso con il cane che si deve abituare all'odore del suo futuro padrone e a muoversi con lui. Ci vogliono due anni per averne uno."
"Cosa? Non credevo ci volesse tanto tempo!"
"Eh sì, è parecchio, però io credo sia giusto così. Non tutti sono adatti per averne uno e bisogna essere molto responsabili. Comunque, anche se sono addestrati, i cani guida quando non hanno il guinzaglio sono molto giocherelloni, come dei cani normali. Quando invece hanno quella maniglia con la quale i loro padroni li guidano, sanno che stanno svolgendo il proprio compito e quindi fanno solo quello. Infatti nessuno a parte il proprietario potrebbe toccarli mentre lavorano. Sono degli animali meravigliosi e vengono addestrati fin da cuccioli per questo."
Demi stava imparando tante cose nuove quel giorno e sicuramente era lo stesso per Mackenzie, che ascoltava attentissima, perché nemmeno lei aveva mai parlato con una persona non vedente prima d'allora. Inoltre, Demetria era stupita: quella ragazza parlava con lei in modo così naturale, come se fosse una sua amica e non una fan. Si vedeva che era ancora emozionata, ma anche che pian piano stava iniziando a sentirsi più a suo agio.
"Scusa se ti faccio tutte queste domande, Annie."
"Non ti devi scusare! A me piace parlare alle persone del mio modo di vivere, perché così posso insegnare loro qualcosa che prima non sapevano. Grazie Demi, hai due bambine bellissime. Sono molto dolci!"
"Ti ringrazio. Ora devo andare, ma sono felicissima di averti incontrata! Mi hai insegnato un bel po' di cose e questo, credimi, non lo dimenticherò mai. Il nostro è stato un incontro speciale."
"Anch'io sono felice ed è stato bellissimo anche per me! Ciao. Spero di riuscire a venire ad uno dei tuoi concerti, quando ricomincerai a lavorare."
"Mi auguro di rivederti presto! Ciao!"
Le due si strinsero forte per un tempo che ad entrambe sembrò eterno, ma alla fine purtroppo dovettero separarsi. Prima di andarsene, Annie fece il solletico a Hope e Mackenzie, proprio come fossero state le sue sorelline e le due bambine risero divertite.
Demi voleva bene a tutti i suoi fan, ma quella ragazza aveva qualcosa di speciale, forse per il modo in cui si era posta, come se avesse avuto paura di avvicinarsi a lei, o per la sua voce tranquilla e dolce, o per la delicatezza con la quale aveva accarezzato le sue bambine, o per le cose che le aveva insegnato.
Quella mattina, Demi ringraziò Dio per averle fatto incontrare i suoi fan e delle persone così affettuose e gentili, che erano state tanto carine con le sue bambine. In particolare, gli disse grazie per averle fatto conoscere Annie.



credits:
Demi Lovato, Here We Go Again



NOTE:
1. Demi ha dichiarato, non ricordo se in un'intervista o ad uno show, che se raccontando di se stessa può salvare una vita o aiutare qualcuno, questo per lei vale molto. Gliel'ho sentito ripetere spesso, comunque. Ho voluto riportarlo nella fanfiction per dare un tocco di realismo in più.
2. Non ho trovato materiale sulle procedure per avere un cane guida in California, ma non credo siano tanto diverse da come le ho descritte. Mi sono basata sulle mie conoscenze a riguardo. Io sono non vedente ma non ho ancora un cane guida. Ne ho incontrati molti, però e grazie ai loro padroni ho imparato tantissimo. Spero di averne uno anch'io, un giorno.
   
 
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