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Autore: Sunny    29/03/2005    41 recensioni
A vent'anni dalla scomparsa di Voldemort, il Mondo della Magia si vede ricomparire il suo Marchio Nero nell'oscurità della notte... ma questa volta in campo scenderanno anche nuove forze, più decise e più agguerrite che mai. Intrighi mortali, lotte all'ultimo sangue, amori inarrestabili e passioni travolgenti sconvolgeranno gli eroi della 'vecchia' e della 'nuova' guardia, in un mondo in guerra in cui il cuore ha la meglio anche sulla ragione...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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FIRE MELTS ICE

FIRE MELTS ICE

 

 

 

 

CAPITOLO 6: L’INCUBO CONTINUA

 

 

With a taste of your lips I’m on a ride

You’re toxic, I’m slippin’ under

With a taste of poison paradise

I’m addicted to you

Don’t you know that you’re toxic?

And I love what you do

Don’t you know that you’re toxic?

                                                           Toxic, Britney Spears

 

 

***************

 

 

“Che poi io ancora non so come ho fatto a non rompergli tutti i denti in quel momento.”

 

Nonostante la situazione non fosse per niente ridicola, a Harry scappò un sorrisetto. “Beh, tecnicamente uscendo gli hai demolito la porta dell’ufficio.”

 

“Sempre troppo poco.” Ron continuò ad aiutare Harry ad apparecchiare la tavola. “Ti rendi conto che è passato solo un mese, e io già sto dando di matto? Voglio tornare al mio lavoro, dannazione!”

 

Harry fece una smorfia. “Non ti piacerebbe quello che troveresti.”

 

“La pasta sta cuocendo, ancora qualche minuto.” Annunciò Ginny, entrando insieme a Hermione. Si andò a sedere sul divanetto accanto a Harry, mentre Hermione preferì il bracciolo della poltrona dove stava seduto il marito. “Di che stavate parlando?”

 

Harry scrollò le spalle. “Ron soffre a stare a casa senza far niente, e ha ragione.”

 

“Non è vero che non fa niente.” Replicò tranquilla Hermione. “Mi dà una mano con le pulizie, scrive a Katie, pensa alla casa, aiuta Simon con i preparativi del matrimonio…”

 

“Tranne quello che faccio coi ragazzi, il resto è tutta roba che faccio per non sentirti nelle orecchie.” Bofonchiò Ron. “Ma insomma, mettiti nei miei panni! Per una vita ho lavorato tutto il giorno e ho fatto quello che ho sempre amato fare… e ora tu vorresti trasformarmi in un casalingo felice? Ma dove vivi?!”

 

Hermione scosse la testa. “Questo lo posso capire, ma non dimenticarti che stai pagando il prezzo della tua irruenza.”

 

“E che avrei dovuto fare, secondo te?! Ooh, hai ragione, avrei dovuto stendermi a terra e suggerire a Taventoon di passarmi sopra e pulirsi gli stivali, oppure ancora si, potevo dirgli che Harry sta seguendo un’indagine che non è sua e sputtanarlo alla grande, magari mi dava anche una promozione!”

 

“Come al solito travisi le mie parole.” Replicò stizzita Hermione. “Non credere che io abbia meno voglia di te di farmi giustizia di quell’essere spregevole, ma se restare nei War Mage è l’unico modo che ho per arginarlo, allora mi morderò la lingua e cercherò di evitare ogni contrasto aperto. Tu avresti potuto fare altrettanto.”

 

Ginny scosse la testa. “Non è mai stato capace di fingere, nemmeno quando era un bambino ci riusciva.”

 

“Senti, ringrazia il cielo che non l’ho ammazzato subito, quella canaglia.” Ruggì Ron, più torvo che mai.

 

Harry sbuffò. “Da un mese a questa parte le cose sono anche peggiorate, se lo vuoi sapere. Ormai fioccano decreti nuovi ogni giorno, noi fuori e gli avanzi di galera dentro… l’altro giorno Ike ha fatto la tua stessa fine. Quando l’ho raccontato a Sirius e Remus non ci credevano.”

 

Ron fece una smorfia. “Ecco, appunto. Vedi?”

 

Hermione scosse la testa e gli appoggiò una mano sulla gamba. “No, finchè ci siamo noi un minimo lo possiamo arginare.”

 

“Non contate un accidenti, Hermione…”

 

“Ha ragione lei.” Fece risoluta Ginny. “Che preferiresti fare, stare a guardare mentre questo corrotto trasforma i War Mage in un branco di assassini a ruota libera?”

 

Harry serrò i pugni. “So io che dovremmo fare.” Sibilò.

 

“Bravo, così sospende anche te.” replicò scettica Ginny. “Vuoi lasciare Hermione da sola ad opporsi a quello?”

 

“Non ci pensare neanche.” Ribattè immediatamente Ron, palesemente poco propenso a trattare sull’argomento.

 

Harry guardò la moglie. “E che proponi di fare?”

 

“Tenere i nervi a freno, ecco che puoi fare.” Gli rispose Hermione, sistemandosi una ciocca di capelli mossi. “Taventoon è un fantoccio di carta, non c’è lui dietro questa storia dei cambiamenti per corruzione, c’è qualcuno che muove i suoi fili dietro… qualcuno che non vuole i War Mage fra i piedi. Come se gli servisse il campo libero per fare qualcosa.”

 

Ron si accigliò. “Dici che questa sia solo la punta dell’iceberg? Che c’è qualcuno che sta preparando i fuochi d’artificio, e non sappiamo né chi sia né che idee abbia?”

 

Hermione sospirò. “Potrebbe essere così.”

 

Harry si grattò il mento. “A questo punto mi viene da pensare… ai mangiamorte di qualche mese fa.”

 

Ginny inarcò un sopracciglio. “Avevi detto che con molta probabilità erano solo dei fanatici…”

 

“Forse.” Hermione strinse le labbra. “O forse no. Fatto sta che dobbiamo stare addosso a Taventoon, e al primo errore lo avremo in pugno.”

 

Ron annuì. “Marcatelo a distanza… cercate di capire quali sono i suoi movimenti. Io vedo se riesco a scambiare quattro chiacchiere in giro… magari c’è qualche nostra vecchia conoscenza che sa qualcosa in più su tutta questa storia.”

 

Hermione fece un piccolo sorriso. “Come ai vecchi tempi, eh? Investigazioni private e silenziose.”

 

“Con l’unica differenza che stavolta non stiamo cercando la pietra filosofale.” Fece Harry con un sorrisetto.

 

Ginny incrociò le braccia sul petto. “Già, e speriamo anche che l’esperienza sia un’altra differenza… magari stavolta vi insegnerà a non prendere iniziative pericolose senza prima averci riflettuto su. E se non lo farà l’esperienza, bada che lo farò io.”

 

“Si, signor generale.” Harry annuì e sorrise, accarezzandole un ginocchio.

 

“Fa veramente paura, è identica a mamma.” Osservò divertito Ron.

 

“Ecco, e non te lo dimenticare.” Ginny sorrise soddisfatta. “Adesso basta parlare di queste cose… andiamo a mangiare e godiamoci cinque minuti di pace, ok?”

 

“Ottima proposta.” Hermione annuì e si alzò, tirando suo marito per un braccio. “Avanti, lumacone, si mangia… stai diventando pigro, lo sai?”

 

“Sei fortunata che ho troppa fame per ribattere.” Ron si alzò pigramente.

 

“Ooh, povera anima denutrita…”

 

“Beh? Non vedi che sono grande e grosso, ho bisogno di tenermi in piedi!”

 

“Si, e la tua costanza è inversamente proporzionale al tuo aspetto fisico.”

 

“Ma vedi come sei, perché devi farmi fare i conti pure a tavola?”

 

Harry rise di cuore. Era decisamente confortante sapere che certe cose non erano cambiate negli anni… il tempo gli aveva dato molto e gli aveva anche tolto un bel po’, ma per fortuna la gioia di vivere era ancora molto forte sia in lui che nel resto della sua famiglia. Ed era proprio quella gioia a dargli un motivo per non arrendersi e continuare a lottare… ne avevano superate tante, avrebbero superato anche questa. Insieme. Come sempre.

 

 

***************

 

 

Katie non riusciva a smettere di ridere felice mentre trascinava Alex nel parco di Hogwarts, tutto imbiancato dalla prima neve di Dicembre. Nonostante fossero entrambi ben imbacuccati per affrontare il freddo pungente della mattina, avevano il naso e gli zigomi rossi… e per qualche ragione a lui oscura, lei lo trovava divertentissimo. Ma in fondo, cosa non trovava divertente Katie? Ogni scusa era buona per sorridere. E la cosa buffa era… che anche Alex si sentiva così allegro quella mattina.

 

“Ti sei guardato allo specchio?” Katie lo indicò e scoppiò a ridere. “Sembri uno gnomo senza il cappello!”

 

“Gnomo a me??” Alex si chinò rapidamente, afferrò un mucchietto di neve e glielo tirò addosso.

 

Katie per sfuggire alla palla di neve arretrò… e cadde col sedere per terra, e la cosa la fece ridere ancora di più… e la sua risata era contagiosa, perché anche Alex si piegò in due per ridere. Non era abituato a divertirsi tanto, non credeva quasi di esserne capace.

 

“Ora mi ripaghi con gli interessi!” Katie si affannò nella neve per raccoglierne quanta più poteva e ricambiare il tiro di prima, ma ne prese troppa e alzandosi scivolò e ci cadde con la faccia dentro.

 

Alex si dovette tenere una mano sullo stomaco… gli faceva male a furia di ridere. Provò a darsi un contegno e le porse la mano. “Andiamo, bionda, ti aiuto a tirarti su.” Le disse, trattenendo a fatica un sorrisetto.

 

Katie allungò la mano e prese la sua… poi alzò gli occhi, vispi e vivi come al solito, e con uno scatto improvviso lo attirò giù… così anche Alex finì con la faccia nella neve, e lei infierì gettandogliene anche fra i capelli.

 

“Piccola vipera!” ridendo, Alex cercò di inseguirla mentre lei annaspava carponi per sfuggirgli… nessuno dei due poteva correre in mezzo alla neve e soprattutto non avevano grosse speranze di acquistare velocità perché ridevano troppo… ma alla fine Alex riuscì a raggiungerla. La trattenne per una caviglia e la ribaltò supina, bloccandole le gambe e i polsi e poi guardandola fiero dall’alto in basso. “Dove credi di scappare, angioletto? Non lo sai che io sono un ottimo cacciatore?”

 

“Non sei un cacciatore… i cacciatori devono uccidere le loro prede. Invece tu sei il mio principe azzurro.” Katie sorrise e chiuse gli occhi, assumendo un’espressione sognante. “Il mio cavaliere con l’armatura che è venuto a portarmi gioia e felicità… come nelle favole, quelle belle che ci raccontavano da piccoli.”

 

Alex non sorrise… la guardò a lungo senza parlare. “Non conosco le favole.”

 

Katie sembrò molto stupita. “Neanche una? Ma con cosa ti addormentavano da bambino?”

 

Non credo che lo vorresti sapere…

 

“Mi sono sempre addormentato anche senza. A che servono le fandonie per bambini, il mondo è tutto diverso da come lo dipingono. Tanto vale imparare da subito a guardare in faccia la realtà.”

 

Katie dolcemente si liberò le mani dalla sua presa e gli accarezzò il viso. “Il mondo non è un posto così brutto… ci sono tante cose belle per cui vale la pena lottare. E c’è tanto bene, solo che a volte andiamo tutti un po’ troppo di fretta e dimentichiamo di cercarlo, ma c’è… ce n’è tanto, sai.”

 

Alex sospirò. Katie era proprio una bambina, credeva in cose che non esistevano. Però… con quanta forza ci credeva.

 

“E poi le favole non sono fandonie.” Katie gli sorrise amabilmente. “Questa che stiamo vivendo noi come la chiami? E’ una favola bellissima… io sono la principessa che si sentiva sola, tu sei il cavaliere errante che ha attraversato mille terre prima di raggiungere quella giusta… è tutto come la principessa aveva sempre sognato. Soprattutto considerando che il suo principe azzurro è bello come il sole.”

 

Alex fece un piccolo sorriso e le sfiorò la guancia fredda con le dita… piccola Katie, era veramente una sognatrice, sognava un mondo tutto suo. Però era proprio un bel mondo… non che lui fosse un amante delle cose sdolcinate, però il modo sereno in cui lei descriveva quella realtà alternativa lo faceva sentire veramente bene. Se non altro, non si sentiva in dovere di dimostrare niente a nessuno con lei.

 

“E come finisce la favola?” le sussurrò.

 

“Che la principessa e il principe vissero per sempre felici e contenti.” Katie gli strizzo l’occhiolino. “E la principessa sarebbe ancora più contenta se quel gran bel pezzo di ragazzo del principe le desse un bacio ora.”

 

Alex ridacchiò e chinò il viso sul suo… le accarezzò la guancia più volte, soffermandosi a guardare in quei limpidi e felici occhioni azzurri che tanto lo attiravano, poi la baciò dolcemente. Le tuffò una mano fra i capelli, la strinse a sé… quella ragazzina gli dava delle sensazioni mai provate. E maledettamente pericolose. Naturalmente nessuno, nemmeno lei, avrebbe mai potuto intaccare il suo autocontrollo e dunque non c’era motivo di preoccuparsi, ciò non toglieva che con lei era decisamente tutto nuovo… tanto per cominciare si meravigliava con se stesso della sua capacità di trattenersi, normalmente in circostanze simili non si sarebbe mai fermato ad un solo bacio… però Katie era infinitamente timida, per quanto estroversa e solare, e incredibile ma vero, lui non voleva darle motivo di sentirsi in imbarazzo. Tanto non aveva fretta.

 

…col cazzo che non ho fretta… biondina, se non la smetti di accarezzarmi con quella mano, qua va a finire male…

 

Stephen gli aveva detto più volte che l’amore non era una cosa reale, che i rapporti fra uomo e donna si limitavano a bisogni fisici animali, e che quindi non doveva vergognarsi se ogni tanto aveva delle… pulsioni verso una femmina della sua specie. Questo rassicurò Alex… perché a furia di baciarla e di sentire la sua mano più piccola che gli accarezzava i capelli e le spalle, stava veramente perdendo ogni forma di controllo… ma la fisicità non era un segno di debolezza, al contrario, secondo Stephen significava dominio… dominio dell’uomo su qualcosa che gli apparteneva di diritto. Katie si accorse del cambiamento perché sentì le sue mani farsi più esigenti, scendere un po’ troppo in basso, e questo la fece irrigidire.

 

Alex si fermò immediatamente. “Scusa.” Le mormorò con un sorrisino, leggermente a corto di fiato. Si rimise seduto e le porse la mano per aiutarla a tirarsi su. “Accidenti a quanto sei bella, bionda…”

 

Katie ridacchiò, ancora rossa in viso. “E proprio tu hai ragione di parlare, guardati quanto sei brutto.”

 

Lui sorrise. “Sei proprio una peste.”

 

“Anche tu.” Gli rispose vispa lei. “Vedi? Ce ne sono di cose belle nel mondo.”

 

Alex fece una piccola smorfia. “Tu vedi il bello anche dove non c’è.”

 

“Ah, davvero?” Katie assunse un cipiglio di sfida. “Dimmi, ti piace questo paesaggio attorno a te?”

 

Alex fece una smorfia e scrollò le spalle. “E’ normale. E’ solo un terreno ricoperto di neve, che c’è di speciale?”

 

“Me l’ero immaginato.” Katie si alzò in piedi e lo tirò per una mano, costringendolo a seguirla finchè non furono davanti a un tronco d’albero a poca distanza che emergeva dalla neve, e lì lo fece sedere. Lei gli sedette sulle ginocchia e con una mano gli chiuse gli occhi. “Occhi chiusi, per favore.”

 

“Cosa…”

 

“Ssh, fidati di me.”

 

Alex le obbedì volentieri. Katie si inginocchiò sul tronco alle sue spalle e gli appoggiò delicatamente le dita sulle tempie, iniziando un massaggio lento e leggero come se a toccarlo fossero i petali di un fiore. “Rilassati…” gli sussurrò all’orecchio.

 

Alex lo fece… e avvertì una serie di sensazioni miste. Sentiva il canto degli uccelli che rimbombava ovattato nel paesaggio innevato, il rumore soffice del vento fra i rami pieni di brina mattutina, la risata contagiosa di un paio di ragazzini del primo anno che sembravano veramente dei bambini mentre si rincorrevano nella neve, in tutta la semplicità dei loro anni ignari, il fruscio dell’acqua nel lago del parco della scuola, e l’aria non era pungente per via del freddo… tonica, piuttosto, ma incredibilmente piacevole… gli venne una voglia pazza di sorridere. Si sentiva forte e pieno di vita, più tutto ciò che lo circondava lo inebriava, più il suo corpo sembrava trarne beneficio e si riempiva di una vitalità del tutto nuova, sarebbe riuscito a scalare anche una montagna per come si sentiva bene… e fu proprio con quella vitalità che rispose al bacio di quelle labbra conosciute che gli stavano sfiorando dolcemente le sue.

 

Katie si fece indietro e sorrise nel vederlo aprire gli occhi. “Pensi ancora che questo paesaggio sia normale e basta?”

 

Alex si guardò in giro… vide in lontananza i ragazzini che giocavano, vide l’acqua incresparsi leggermente per quel gradevole venticello, vide un paio di uccellini che cinguettavano allegramente su un ramo pieno di brina… tutte cose che prima non aveva neanche notato, adesso le vedeva senza problemi. Gli venne da fare un sorrisetto… quella piccola peste aveva decisamente provato il suo punto. Quel posto era maledettamente bello.

 

Katie rise e scosse la testa. “Non lo ammetterai mai che ho ragione io e tu avevi torto, eh?”

 

“Il fatto che tu abbia ragione non implica necessariamente che io avessi torto.”

 

“Che faccia da schiaffi…”

 

Ridendo, Alex l’attirò di nuovo sulle sue gambe e la baciò, abbracciandola forte. Era così pura, così semplice e onesta, e così forte… gli mostrava la sua anima a testa alta, e gli dava tutto senza avere dubbi né riserve… gli aveva appena regalato delle sensazioni di benessere che sembravano non volerlo abbandonare più, era tutto così luminoso… non potè trattenersi, le passò una mano fra i capelli riccioluti e chinò il viso a baciarle il collo profumato. Profumava di fresco… di pulito. Quando sentì il piccolo gemito sfuggirle dalle labbra, Alex potè veramente dirsi in serissima difficoltà col suo autocontrollo… quella ragazzina era spaventosamente provocante senza volerlo né saperlo, avrebbe potuto baciarla in quel modo anche all’infinito, e anche di più…

 

Katie Weasley era la più grande contraddizione mai esistita sulla faccia della terra… innocente, timida, dolcissima, pura, delicata, eppure così forte, così determinata, così sicura e soprattutto… un dannatissimo osso duro. Stephen aveva decisamente sbagliato a fare i conti… l’aveva mandato a sedurre una mocciosetta viziata e anche un po’ stupida, invece si era trovato di fronte lei… quella piccola peste dal cuore immenso che tutto era fuorchè stupida. Ingenua sì, infinitamente ingenua. Vedeva troppo amore in tutto… quando l’amore non era un sentimento reale, non esisteva. Non era mai esistito, almeno per lui. Dunque non c’era di cui preoccuparsi, l’angioletto biondo non era una minaccia per lui e per il suo glaciale autocontrollo, però… vero era anche che quando era con lei sentiva il fuoco nelle vene, sensazioni che non aveva mai provato in vita sua. Katie era decisamente il suo angolo di paradiso, ammesso che questo posto fosse mai realmente esistito. Stephen diceva che solo i deboli credevano in cose simili. Però quella ragazzina non gli sembrava affatto debole, anzi.

 

Qualcosa scattò in Alex quando sentì le sue labbra delicate e inesperte sfiorargli il collo… strinse forte gli occhi, e serrò la sua presa su di lei. Probabilmente non sapeva neanche lei cosa fare, ma seguiva l’istinto… e faceva benissimo, oh se faceva bene… altro che quella sanguisuga di Vera, quei piccoli baci semplici e delicati lo stavano infiammando all’ennesima potenza. E Katie si lasciò sfuggire un gemito quando lui la baciò con un impeto del tutto nuovo e molto più audace, come audace era il movimento appena accennato che era scappato ai suoi fianchi contro quelli più sottili e impacciati di lei… istinto, era tutto istinto e passione, e una voglia pazza di sfogare quelle sensazioni così potenti che provava…

 

“…uhm… scusate, ehm… A-Alex, non vorrei disturbarti, però… uhm…”

 

Alex si voltò verso il suo compagno di Serpeverde che aveva appena parlato, e lo guardò decisamente molto, molto male. “Ma che diavolo c’è?!” ruggì, mentre Katie sbatteva gli occhi e riprendeva fiato.

 

Il ragazzo fece un passo indietro. “Scusa l’interruzione, non è colpa mia… mi ha mandato a chiamarti il professor Povrek. Dice che è venuta a trovarti tua sorella.”

 

Alex e Katie si accigliarono. “Ehi, non mi avevi detto di avere una sorella… credevo fossi figlio unico.”

 

Alex si passò nervosamente una mano fra i capelli. “Infatti… è la mia sorellastra.”

 

Katie s’illuminò. “Sorellastra o sorella, è lo stesso! Dai, fammela conoscere!” esclamò vispa, balzando in piedi e tirandolo per una mano.

 

Le sensazioni positive si polverizzarono all’istante quando Alex comprese chi era venuto a trovarlo.

 

 

***************

 

 

Jack fece una smorfia avvilita quando ad aprirgli la porta di casa fu un più che mai ironico Simon. “Aah, accidenti… scusami, pannolone, è che siamo andati a fare la spesa e abbiamo perso la cognizione del tempo…”

 

Simon ridacchiò, facendo entrare lui e Steacy. “Non mi dire che ce l’hai mai avuta, una cognizione del tempo.”

 

Steacy sfoderò il suo splendente sorriso mentre Jack appoggiava le buste della spesa sul tavolo della cucina. “Scusaci ancora, Simon… ti preparerò una cenetta coi fiocchi per farmi perdonare.”

 

“Ah, lo spero bene.” Simon si appoggiò ad un bracciolo del divano. “Se non ci apriva Amely, potevamo anche marcire al freddo tutta la sera… io, Mel e la sua torta…”

 

Jack spalancò gli occhi. “Quella che sa fare lei al cioccolato buona buonissima?” il fratello ridacchiò e annuì. “Dio, questa sì che è vita!”

 

Steacy si guardò in giro. “Scusate, ma non manca qualcuno?”

 

“Mel è con Amely in camera sua, arrivano subito.” Le rispose Simon. “Anzi, a giudicare da quello che sento, direi che stanno già arrivando.”

 

“Vieni qui, non fare la timida!” Mel saltellò allegramente nella stanza da pranzo, tirandosi dietro Amelia, che borbottava qualcosa contro gli eccessi di esibizionismo. “Ehi, ragazzi, guardate quant’è bella Amelia!”

 

E in effetti, malgrado facesse di tutto per non farsi mettere in mostra dalla sua amica, Amelia stava davvero bene. Indossava un pantalone bianco molto aderente che metteva in risalto le sue gambe lunghe e toniche, e un’altrettanto aderentissima camicetta azzurra, mentre i capelli che di solito teneva sempre legati erano lasciati liberi e le scendevano armoniosamente fino alle spalle. Sorprendentemente oltre al solito lucidalabbra aveva anche un po’ di trucco agli occhi che non faceva altro che renderli più belli di quanto già non fossero.

 

Jack fischiò in segno di apprezzamento. “Ah, però…!”

 

Simon sollevò in alto i pollici. “Sei bellissima, Amely… uno spettacolo quasi quanto Mel.” Mel gli fece un sorrisone e accolse l’occhiolino allegro di Amelia, che diede un pizzicotto al suo amico.

 

Jack scosse la testa e rise. “E poi dicono che sono io il cascamorto.” Anche le ragazze ridacchiarono.

 

“Stai molto bene stasera, Amelia.” Fece un po’ più freddamente Amelia, mentre si incollava a un braccio di Jack.

 

“Grazie.” Le rispose educatamente Amelia. “Non è niente di che, perciò vi sarei grata se la smetteste coi complimenti perché mi mettono in imbarazzo.”

 

Simon fece un divertente cenno di ovvietà con la mano. “Eccola qua, ci eravamo illusi per un secondo che fosse cambiata, ma no, non se ne fa niente.”

 

Jack la osservò con notevole interesse. “Come mai hai deciso di onorarci tanto e farti così carina solo per noi?”

 

“Non ti sopravvalutare tanto.” Amelia si avviò in direzione dell’attaccapanni. “Non resto a cena con voi… ho un appuntamento.”

 

“Davvero?” Steacy fece un larghissimo sorriso. “Chiunque sia deve essere molto importante per te, se ti sei fatta così bella per lui.” Simon nascose una risata in un colpo di tosse, e Mel gli rifilò una piccola gomitata.

 

Amelia scrollò le spalle e prese il cappotto e la sciarpa. “E’ appena la terza volta che lo vedo… ci stiamo conoscendo.”

 

“E’ sempre quel Toby, allora.” La voce di Jack era cupa quanto il suo sguardo. “Il matusalemme.”

 

“Tobias.” Lo corresse Amelia. “E piantala di chiamarlo matusalemme.”

 

“Preferisci nonnetto?”

 

“Preferisco che ti cuci quella boccaccia.”

 

Steacy spostò lo sguardo da Jack ad Amelia, notando l’espressione alquanto rabbiosa che si stavano scambiando. “Perché matusalemme, quanti anni ha?”

 

“Quasi trentatre.” Le rispose Simon, mentre afferrava una bottiglia dalla busta sul tavolo e la stappava.

 

“E che sarà mai, Jack.” Steacy provò a fargli un sorriso. “Chissà che mi credevo io, a sentire te…”

 

“E’ un uomo, lei è una ragazza.” Sibilò lui.

 

Amelia alzò gli occhi al cielo e cominciò ad infilarsi il cappotto. “Eccolo che comincia… prima il cibo, adesso anche questo… c’è una paternale per tutto, non ci facciamo mancare niente.”

 

Jack avanzò fino a raggiungerla. “Perché non è venuto a prenderti? Cos’è, ti ha invitato a casa sua e sta già preparando le lenzuola? E tu te la devi fare a piedi fino da lui?”

 

“Non essere ridicolo. Ci vediamo tutti a casa di Susy. Lui è amico di Peter e quindi vengono insieme.”

 

“Che razza di stronzo, far camminare la sua donna da sola di sera…”

 

“Io non sono la sua donna.” Sibilò dura Amelia. “E comunque questo non è il momento né il luogo per questo genere di conversazione.”

 

“Altrochè se lo è!” sbottò Jack. “Se gliele passi sempre tutte così, quello avrà ben ragione di continuare a pretendere! Qualcuno dovrà pure farti rinsavire in tempo!”

 

“Beh, forse quel qualcuno non devi essere tu!”

 

“Brava, bravissima! Continua pure ad assecondare tutte le richieste di questo pezzo d’idiota! Ma questo vuol dire che non dovrai venire a piangere da me quando ti accorgerai di aver sprecato così la tua prima volta!”

 

Calò un silenzio tombale. Simon si passò una mano sulla faccia, Mel si guardò distrattamente le mani e perfino Steacy ebbe la decenza di guardare altrove.

 

Amelia rimase immobile, poi si abbottonò in fretta il cappotto e s’infilò la sciarpa. “Grazie, Jack.” Mormorò, con la voce gelida e tremante. “Spero proprio che tu ti diverta stasera, e che ti strozzi con un osso del pollo.”

 

Jack la vide uscire e sbattersi forte la porta alle spalle… lui non aspettò neanche un secondo, e la rincorse subito. Attraversò di corsa quei due o tre metri che lo separavano da lei, e l’afferrò solidamente per un braccio.

 

“Ehi, aspetta…”

 

“Vaffanculo!!” gli urlò lei, respingendolo con rabbia e forza. “Non toccarmi!!”

 

Jack cercò di arginare le sue spinte. “Che diavolo ti prende?! Calmati!”

 

“Che mi prende?!?” Amelia gli colpì un braccio con una sberla a mano aperta per niente indolore. “Come hai potuto, pezzo d’idiota egoista che non sei altro!! Ma perché alla prossima partita di Dan non lo urli a tutto lo stadio che sono ancora vergine, eh?!?”

 

Jack le immobilizzò i polsi nella sua presa vigorosa. “Come se la cosa potesse interessare a qualcuno! Invece a me interessa capire dove vuoi arrivare con questo Tobey!”

 

Amelia cercò invano di liberarsi le mani. “Non sono affari tuoi! E’ una vita che mi dite tutti che sono asociale e che non esco mai, e quando lo faccio non ti sta bene?! Sei ipocrita e incoerente!”

 

“Apri gli occhi, Amelia! Io mi preoccupo per te!”

 

Lei riuscì finalmente a sottrarsi alla sua presa. “E sei anche quello che riesce a farmi più male di tutti, perciò sta’ zitto e lasciami vivere la mia vita!!”

 

Jack rimase immobile a guardarla mentre andava via. Strinse forte i pugni lungo i fianchi, e dominò la voglia travolgente di correre da lei, caricarsela su una spalla senza troppi complimenti e riportarla in casa, lì dove avrebbe potuto proteggerla innanzitutto da se stessa e dalle sue idee mezze spostate. Ma se quel Tobys avesse alzato anche soltanto un dito per sfiorarle una guancia… ecco, se non avesse avuto ospiti a cena sarebbe volentieri andato al quartier generale a sfogare in palestra un po’ di tutta quella rabbia che sentiva in corpo. Imponendosi un po’ di calma, si voltò e fece per tornare in casa. C’era Simon sulla soglia della porta, e aveva sul viso una simpatica espressione tra il curioso e il divertito.

 

“Hai visto che roba?” gli mormorò nervosamente Jack.

 

“Eh, ho visto si.” Simon annuì, con quell’aria buffissima e palesemente ironica che in un altro momento avrebbe fatto ridere suo fratello. “Che schifo queste ragazze di oggi, non ti puoi proprio più fidare.”

 

Jack non si soffermò a replicare alla battutina sarcastica di suo fratello… non con Steacy che lo stava fissando alle sue spalle con un’espressione alquanto interrogativa. Quello non era il momento per le domande.

 

 

***************

 

 

Katie si accigliò. Più lei e Alex si avvicinavano al dormitorio maschile di Serpeverde, dove il preside aveva mandato Miss Templeton, più lui le teneva stretta la mano nella sua.

 

“Alex… tutto ok?” gli chiese, cedendo a un piccolo sorriso. “Cos’è, sei nervoso? Non dirmi che tua sorella ti mette in soggezione.”

 

Alex fece una smorfia. “Ci mancherebbe altro.”

 

“Mi sarei meravigliata, in tal caso.” Osservò divertita Katie. “Il mio ragazzo non è il tipo da lasciarsi sconvolgere tanto facilmente.”

 

Alex si morse le labbra. Provava una strana sensazione… era teso. E sentiva il bisogno di tenere Katie lontana dal pericolo che il suo fiuto di cacciatore aveva rilevato. Sentiva chiaramente la presenza della longa manus del suo ambiente… e voleva tenerne fuori lei. E non era una debolezza la sua, si preoccupava del piano… in fondo.

 

“Ho capito, signor ghiacciolo, dovrò fare io gli onori di casa.” Katie gli diede un bacio sulla guancia e  gli strizzò l’occhiolino, quindi spinse la porta del dormitorio maschile di Serpeverde.

 

Era esattamente come sospettava lui… a spacciarsi per sua sorella c’era proprio Vera Warrington, che in quel momento stava guardando con aria distratta fuori dalla finestra del dormitorio. La sua solita aria sensualissima e regale era sempre lì, accentuata dal cappotto impellicciato che la faceva sembrare quasi una nobile russa.

 

Te la sei studiata bene la parte, eh Vera?

 

“Sorella carissima.” Mormorò freddamente Alex.

 

Vera si voltò verso di lui, e con uno sguardo significativo spalancò le braccia. “Alex, fratellino.” Gli disse languidamente, e ad Alex venne un profondo disgusto alla vista di tanta falsità.

 

Katie notò con un certo stupore il modo rigido e freddo con cui il ragazzo stava abbracciando la sorella, ma non disse nulla… attese che la bella ragazza la guardasse per farle un sorriso gentile.

 

Vera sbattè gli occhi. “Ciao… sei un’amica di Alex?”

 

“No.” Rispose seccamente il ragazzo. “E’ la mia ragazza… Katie Weasley.” Rispose a malincuore.

 

Vera gli rivolse una beffarda occhiata di compiacimento, quindi sorrise a Katie e le tese la mano. “E’ un piacere conoscerti, Katie…scommetto che questo simpaticone di mio fratello non ti ha mai parlato di me. Io sono sua sorella maggiore, Vera.”

 

“In effetti è una bella sorpresa conoscerti.” Il sorriso di Katie vacillò quando strinse la mano della giovane donna, e la colse un leggero pallore. “Io… ehm… è un piacere anche per me.”

 

“State insieme da molto?” le domandò Vera, fingendo uno sguardo interessato.

 

Katie si strinse nelle spalle, senza più tutto l’entusiasmo di prima. “No, è… è poco più di un mese.”

 

Alex notò che lo sguardo di Katie aveva perso parte della sua vitalità di sempre… e senza starci a pensare due volte, decise che allontanarla da Vera era senza dubbio la cosa migliore da fare. “Senti, Katie… ti dispiacerebbe lasciarci soli per un po’? Dobbiamo parlare di una serie di cose.”

 

Katie annuì, stringendosi nelle spalle. “Va bene, ti aspetto a pranzo.” Alex le fece un sorriso incoraggiante. “Arrivederci, Vera.”

 

Vera le rivolse un sorriso languido. “E’ stato un piacere, Katie.”

 

Alex si sentì infinitamente meglio quando Katie fu uscita dalla stanza, riprese a sentirsi libero abbastanza da poter guardare Vera col suo sguardo di ghiaccio più freddo che mai. “Che diavolo sei venuta a fare qui?!” ringhiò.

 

Vera inarcò un sopracciglio. “Speravo in un benvenuto migliore, francamente.”

 

“Altro che benvenuto dovrei darti… che vuoi fare, compromettere la mia missione? Se Stephen sapesse che sei qui…”

 

“A dire il vero, è per conto suo che sono venuta. Mi ha mandata lui.” Lentamente e deliberatamente, Vera si sfilò il cappotto e lo lasciò cadere su una sedia, sedendosi su uno dei letti. “Sentivamo la tua mancanza.”

 

Alex rimase glaciale come al solito, e si limitò a spostare lo sguardo verso la finestra. “Non abbastanza, dato che se non erro non è stata una mia idea quella di mandarmi qui.”

 

Vera scrollò una spalla. “Anthony si sente molto solo e abbandonato… continui a dargli buca ad ogni appuntamento, non ti vergogni?”

 

Alex non battè ciglio. “Non posso muovermi così liberamente qui, ci sono degli orari da rispettare… per di più passo la sera con Katie, e non posso raccontarle sempre scuse. S’insospettirebbe, non è stupida.”

 

Vera sorrise. “Sembri molto credibile.”

 

“Ti ho detto quello che volevi sapere, se vuoi credermi o no non sono affari miei.”

 

“…come sei rigido…” col suo solito fare sinuoso, Vera scivolò giù dal letto e gli si parò alle spalle, facendogli scivolare una mano lungo il petto e una sull’addome. “Forse hai bisogno di scaricare un po’di tensione accumulata…”

 

Alex le fermò la mano prima che potesse insinuarsi nei suoi pantaloni. “Basta così, Vera.”

 

Lei inarcò le sopracciglia e si spostò alla sua destra, incrociando le braccia sul petto e fissandolo intensamente. “Ti trovo molto cambiato, Alex.” Lui non disse niente, e lei decise di cambiare tattica. Conosceva abbastanza gli uomini da sapere quali corde toccare per farli cantare… “La tua ragazza è molto bella. Nel senso più verginale del termine, ovviamente.”

 

Alex distolse lentamente lo sguardo e le lanciò un’occhiata alquanto penetrante.

 

Vera gli sfiorò la guancia con un dito. “Sono pronta a scommettere che non è stato difficile conquistarla… è una bambina o poco più. Quelle come lei perdono la testa per i coetanei biondi con gli occhi azzurri. E devo dire che il tuo corteggiamento non è stato neanche lungo…” lui rimase immobile mentre lei gli sfiorava le labbra con il pollice. “…vediamo se indovino… ti ha lasciato a secco per tutto questo tempo, giusto? Non hai bisogno di rispondermi, lo sento da me che sei sessualmente frustrato… povero caro, magari la piccola è anche vergine…”

 

Alex le afferrò bruscamente il polso. “Katie non è un affare che ti riguarda. Adesso vieni al punto, mi stai facendo perdere solo tempo.”

 

Vera raggelò il proprio sguardo, e si divincolò il braccio. “Vedo che ci hai preso gusto, te la stai prendendo comoda.”

 

“Sto eseguendo i miei ordini, non puoi pretendere di avere tutto e subito.” Ruggì Alex, guardandola male. “E se non sbaglio, Katie non deve assolutamente essere obbligata.”

 

“Obbligata no, convinta si.” Vera inarcò le sopracciglia e appoggiò le mani sui fianchi. “Ti conosco bene, Alexander Malfoy, sei molto più efficiente e veloce quando e se vuoi… che ti sta succedendo?”

 

Alex scosse la testa. “Non immischiarti nella mia missione, Vera. I tempi e i modi in cui agire li scelgo io… e non voglio intromissioni, tantomeno tue.”

 

Vera passò un lungo momento a guardarlo storto, quindi gli si avvicinò ulteriormente e si inumidì le labbra. “Tieni bene a mente questo, Alex. In questa guerra non sono ammessi errori di nessun tipo, perciò se hai ricevuto un ordine vedi di attenerti senza divagare. Non è il momento per le… cottarelle adolescenziali.”

 

Alex strinse gli occhi in due fessure. “Fuori. Di. Qui.”

 

Vera non distolse lo sguardo fino alla fine, poi girò sui tacchi, prese il suo cappotto e uscì dal dormitorio sbattendo forte la porta.

 

Alex respirò profondamente e serrò forte i pugni sulla spalliera della sedia davanti a lui. Vera era stata come una doccia gelata che non si aspettava di dover ricevere… un durissimo richiamo all’ordine nel tipico stile di Stephen McNair, lo stesso misericordioso maestro che da piccolo lo puniva a colpi di Cruciatus anche per le cose più banali. Vera poteva essere anche piuttosto inutile ai fini più concreti della guerra… ma quel giorno aveva svolto molto bene il compito che le avevano assegnato. Chiara e lapidaria, era stata fin troppo maledettamente acuta nelle sue affermazioni. Certo, se pensava che lui si fosse innamorato della piccola Weasley si sbagliava di grosso, l’amore non esisteva né sarebbe mai esistito per lui.

 

Ma era vero che doveva agire andando contro i suoi ‘nuovi’ interessi… un interesse per la pace interiore e l’allegria di quel piccolo angelo bellissimo e ingenuo, ad esempio. Katie col suo sorriso illuminava una stanza intera, e Alex non era abituato alla luce o a tanti sorrisi… e non era abituato a ridere. Mentre con lei rideva eccome, a volte doveva riprendere fiato per quanto rideva. La semplicità disarmante di quella ragazzina inesperta era diventata un ostacolo, perché se Stephen avesse saputo che la mattina Alex si svegliava già allegro al solo pensiero di rivederla, non gli sarebbe piaciuto un granchè. Anzi. Probabilmente lo avrebbe accusato di tradimento. E lo avrebbe punito.

 

Ma Alex sapeva bene che non stava assolutamente tradendo la sua causa, proprio no… avrebbe portato a termine la sua missione come gli era stato ordinato. A qualunque costo. Ciò non toglieva il fatto che avesse riflettuto in quei giorni… e avesse capito anche che col tempo avrebbe dovuto imparare a fare a meno del sorriso di Katie, perché sarebbe lentamente sparito dal suo bel faccino delicato.

 

E sarebbe stato proprio lui a spazzarglielo via.

 

 

***************

 

 

“…ma come diavolo faccio io a ricordarmi dell’anno della prima rivolta dei Goblin? …ma tu guarda che roba… ehi, Katie! Meno male che sei arrivata!” Quinn si sistemò i capelli in una coda e indicò alla sua amica il librone che teneva aperto sul tavolo della sala comune. “Questa stronzissima ricerca di storia non mi riesce per niente…”

 

Katie si lasciò cadere nella sedia accanto a quella della sua amica e sbuffò. “Non sono in vena, mi dispiace.”

 

Quinn inarcò le sopracciglia. “Tu non sei in vena?! Bella, intelligente e ora pure fidanzata col più bono della scuola, non ti puoi permettere di non essere in vena, bellezza!”

 

Katie fece una smorfia. “Ti perdono perché so che dai i numeri quando sei sommersa dai compiti.”

 

Quinn si accigliò. “Ti è successo qualcosa?”

 

Katie esitò per un lungo momento. “Lo sapevi che Alex ha una sorella più grande?”

 

“Davvero?”

 

“Già… buffo, eh? Io non lo sapevo.”

 

Quinn si appoggiò coi gomiti sul libro. “Oh beh, dopotutto state insieme da poco, sai quante altre cose dovete ancora raccontarvi.”

 

“Non mi è sembrato molto contento di rivederla, per la verità.” Katie si accarezzò assentemente il braccialetto di stoffa che le aveva regalato suo padre prima di entrare a Hogwarts, da cui non si separava mai. “E poi…”

 

Quinn si guardò in giro per essere sicura di non essere ascoltata, quindi si sporse in avanti. “Hai avuto una delle tue percezioni?”

 

Katie si strinse nelle spalle. “Quando le ho stretto la mano è stato orribile.” Mormorò, con lo sguardo angosciato. “Ho sentito un gran freddo… e tristezza… un senso di angoscia, ho visto una radura deserta e ghiacciata… è stato un bombardamento di immagini e sensazioni, non capivo più niente.”

 

Quinn inspirò profondamente. “Potresti aver percepito sensazioni sbagliate…”

 

“No, no, era tutto troppo chiaro e distinto.” Katie scosse la testa. “Quella Vera ha qualcosa che non va dentro… quello che non mi spiego è la violenza con cui ho avuto queste percezioni.”

 

“Forse perché quanto più sei coinvolta, tanto più è intenso quello che provi.” Quinn le appoggiò una mano sul braccio. “Non ti angosciare così adesso…”

 

“Mi preoccupo per Alex. E’ chiaro che non è in buoni rapporti con la sorella, e adesso so che lei puzza di marcio, ma il suo passato è un tabù… vorrei aiutarlo, ma lui mi tiene a distanza. Come faccio a dargli una mano così?”

 

“Facendoti i fatti tuoi.”

 

“Non ti sopporto quando fai la cinica.”

 

“Non è cinismo, è realismo.” Quinn scosse la testa. “Katie, tu e Alex state insieme da poco più di un mese… non è ancora arrivato il momento dei discorsi seri, dovete godervi la novità e pomiciare a più non posso! Non puoi alleviare le sofferenze del mondo intero per tutta la vita, Weasley!”

 

Katie la guardò scura in volto. “Io posso farlo sentire meglio.”

 

“Te lo deve chiedere lui, o finirai per sentirti dire che hai invaso la sua privacy!” Quinn storse il naso. “Sei sempre la solita ingenua, non ti ho insegnato proprio niente sugli uomini, eh? Sono tutti uguali, e se parli li metti pure in fuga.”

 

“Alex è diverso.” Katie si alzò in piedi con risolutezza. “E preferisco correre il rischio, piuttosto che lasciarlo soffrire.”

 

Mentre usciva dalla sala comune, Katie poteva quasi giurare di sentirsi addosso lo sguardo rassegnato di Quinn… ma era decisa comunque a perseguire le sue idee fino in fondo, finchè le trovava giuste. Questo l’aveva imparato da sua madre e suo padre, e le aveva sempre dato la forza di lottare a testa alta per i suoi ideali.

 

Trovò Alex che usciva dalla sala comune di Serpeverde con l’aria ancora più cupa di prima e lo sguardo assente, e andandogli incontro lo sorprese non poco, al punto che lo vide quasi sussultare.

 

“Ehi… stavo venendo da te.”

 

Katie si morse le labbra. “Aspetta un attimo, devo dirti una cosa importante e voglio dirla tutta insieme.”

 

Alex si accigliò. “Che devi dirmi?”

 

Katie poteva sentire nell’aria la sua tensione, e avrebbe tanto voluto aiutarlo a rasserenarsi… ma sua madre una volta le aveva detto che non sempre usare le sue capacità era la scelta migliore. A volte anche una buona chiacchierata amichevole poteva sortire lo stesso effetto tranquillizzante. Così decise di seguire il suo insegnamento. “Ok, senti… lo so che è passato poco tempo, e che noi… si, insomma, che non stiamo insieme proprio da tanto… però voglio che tu sappia che io ci sono. Se vuoi parlare con me, se ti vuoi sfogare un po’… puoi farlo quando vuoi.”

 

Alex inspirò profondamente. “Cosa ti fa pensare che io abbia qualcosa da raccontarti?”

 

Katie si strinse nelle spalle. “Io credo che tu abbia tutto un mondo da raccontare… ma non lo fai. E non ti fa tanto bene tenerti dentro sempre tutto.”

 

Alex inarcò freddamente un sopracciglio. “Proteggere la propria persona dalle intrusioni esterne è un bene, non lo sai? Il mondo è pieno di curiosi che vogliono sapere i fatti tuoi solo per interesse loro.”

 

“Ma io non sono una curiosa.” Katie gli fece un piccolo sorriso. “E poi non partire sempre dal presupposto che il mondo è un posto gelido e crudele, non è così…”

 

Alex le afferrò bruscamente gli avambracci fra le mani, facendola sussultare. Il suo sguardo era freddo e tagliente. “Devi smetterla, hai capito?” le disse crudelmente. “Piantala di pensare che sia sempre tutto così perfetto, così bello… niente è bello o perfetto in questo mondo di merda, niente e nessuno è pronto a stendere la mano per aiutarti! Solo ed unicamente tu puoi costruire la tua felicità, e per farlo devi andare anche contro gli altri! Non c’è nessuno che provveda a te, ragazzina, siamo tutti esseri soli al mondo!”

 

Katie lo fissò con gli occhioni azzurri spalancati… non disse nulla, ma lo guardò intensamente… abbastanza intensamente da costringerlo ad abbassare gli occhi, e a lasciarle le braccia.

 

“La verità è che siamo troppo diversi io e te, bionda.” Le disse piano Alex, guardando a terra.

 

Katie lo spiazzò completamente… prima che potesse aggiungere altro, gli si avvicinò lentamente e lo abbracciò, appoggiando la testa sul suo petto. Non pretese di essere abbracciata a sua volta, semplicemente gli cinse i fianchi con le braccia e rimase ad ascoltare il battito solido e regolare del suo cuore.

 

“Lo so che devi aver sofferto infinitamente…” gli sussurrò piano. “…sono cresciuta così serena grazie all’amore che mi ha dato la mia famiglia, e posso solo immaginare come deve essere stato orribile per te non averla neanche, una famiglia… i tuoi genitori, tua… tua sorella… Alex, lo so, adesso ti sei convinto che il mondo sia solo dolore, ma non è così. Non ti chiedo di pensarla come me, però… puoi fidarti di me?”

 

Alex serrò la mascella e sostenne a fatica lo sguardo speranzoso e pulito della ragazza che aveva fra le braccia. Lo faceva sentire… come se qualcosa non andasse.

 

Katie gli sorrise. “Andiamo, signor ghiacciolo… lo so che sei un uomo tutto d’un pezzo, che ti fidi prima di tutto di te… ma io non ti chiedo niente, sai? Voglio solo aiutarti a ritrovare un po’ di gioia, un po’ di sana allegria… ci penserò io, tu non dovrai fare proprio niente, basta che ti fidi.”

 

Alex sospirò e lentamente le circondò i fianchi con le braccia, ricambiando finalmente il suo abbraccio. Ma come faceva a mentire a una persona così? Con quegli occhi limpidi e quel sorriso genuino, Katie era semplicemente spiazzante… non c’era gusto a raggirarla, perché lei non solo ci credeva ingenuamente, ma addirittura si era decisa ad aiutarlo. E in una situazione diversa, forse…

 

Katie ridacchiò. “Andiamo… ammettilo che ti fidi, tanto lo so che è così. E sai perché? Perché per fidarsi basta voler bene. Tu mi vuoi un po’ di bene? Anche solo un pochetto?”

 

Alex sorrise suo malgrado… si maledisse per quella sensazione strana che non aveva mai provata, una sensazione per cui McNair lo avrebbe punito a morte… tenerezza?! Quando mai ne aveva provata?! Mai… e mai aveva incontrato qualcuna come Katie. Gli tornarono in mente le parole di Stephen sull’amore, sul fatto che nessuno dà mai niente per niente… verissimo, ma Katie Weasley che aveva da chiedergli? Zero assoluto, niente di niente. Mentre lui avrebbe preso da lei eccome. Le avrebbe fatto male, molto male…

 

D’impulso Alex si chinò su di lei e la baciò, passandole una mano fra i capelli riccioluti e un’altra attorno alla vita per stringerla forte a sé. Non voleva pensare. Non voleva riflettere. Non voleva studiare la situazione. Non voleva portarsi avanti col piano. Voleva solo baciare quella creatura così diversa da lui, così pura e semplice, e così maledettamente ingenua e innamorata della vita. E voleva farlo a modo suo, basta bacetti per assecondare la sua timidezza… voleva un bacio di quelli che era abituato a dare lui.

 

E quello si prese.

 

 

***************

 

 

Steacy salutò ancora una volta Simon e Mel, agitando la mano mentre Jack li accompagnava alla porta. Contrariamente a quanto si era aspettata dopo quella scenata fra lui e Amelia, Steacy aveva passato una serata molto piacevole… a quanto sembrava – e per fortuna di tutti – Simon sapeva bene come prendere suo fratello: tra un sorriso e un occhiolino complice, una risata e un cenno di assenso, bene o male era riuscito a distrarre Jack. Era sorprendente come nella loro diversità i fratelli Weasley riuscissero a bilanciarsi perfettamente.

 

Canticchiando un motivetto a bassa voce, Steacy ritornò nella camera da pranzo e si mise a raccogliere le bottiglie di burrobirra che avevano seminato in giro e in particolar modo sul tavolo… e lì lo sguardo le cadde sulle fotografie incorniciate e sistemate con cura in cima al caminetto.

 

Ce n’era una di Jack e Amelia mentre erano in piedi su due sgabelli, a provarsi le uniformi per Hogwarts che una signora grassoccia stava sistemando con degli spilli sotto lo sguardo attento della mamma di Jack. Amelia teneva la bocca aperta e fingeva di ficcarsi le dita in gola e vomitare, Jack faceva finta di impiccarsi con la cravatta… così piccoli, eppure già così discoli. Ce n’era un’altra con loro due piccoli e in costume insieme di un buffissimo Simon ancora senza i due denti davanti, un’altra di una tenerissima bimba bionda con il ciucciotto in bocca – la sorellina di Jack – e ancora, una di una Amelia probabilmente sedicenne o giù di lì, che scartava felice il manico di scopa dalla forma elegante e sportiva che le avevano regalato i genitori di Jack, con relativo dolcissimo abbraccio, e infine c’era la foto del giorno in cui Jack e Amelia avevano avuto il distintivo di War Mage, e tutta la famiglia al completo aveva posato per una foto ricordo…

 

“Lascia stare, Steacy, le raccogliamo dopo quelle.” Jack si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona che più amava, finendo in un sorso la burrobirra che teneva in mano.

 

Steacy lasciò perdere le bottigliette e si andò a sedere proprio accanto a lui, accavallando le gambe lunghe. “E’ stata una bella serata, eh?”

 

Jack annuì senza particolare entusiasmo. “Piacevole, si.”

 

Steacy lo guardò per un momento… aveva un’aria accigliata e scura, non aveva niente del solito ragazzo allegro e brioso a cui era abituata. La litigata con Amelia doveva averlo scosso molto più profondamente di quanto non volesse ammettere… e lei che poteva fare per avere un po’ d’attenzione? Possibile che dovesse sempre ricevere le briciole di quello che lasciava Amelia, quella ragazzina così… così insignificante in apparenza, eppure col potere di dominare la volontà di Jack anche a distanza… sembrava abbastanza assurdo.

 

Jack è il mio ragazzo, non il suo… è con me che sta, è me che desidera, è con me che fa l’amore, è a me che dice ti amo… non dovrei dubitare di chi viene prima fra noi due. Assolutamente no.

 

Con maggiore decisione e sicurezza di quanto si aspettasse, Steacy si sporse verso di lui e lo baciò, stuzzicandogli le labbra con le proprie in quel modo tutto seduttivo che lui amava tanto… ma quella sera la sua reazione era pigra e per niente entusiasta, completamente diversa dal solito. Lei pensò di ottenere maggiore attenzione passandogli le mani lungo il corpo, ma quando gli infilò una mano sotto la camicia per accarezzarlo a pelle, lui la respinse gentilmente indietro.

 

“Steacy, no.” Mormorò cupo, quasi infastidito. “Non stasera.”

 

Lei inarcò le sopracciglia, stupita più che mai. “C’è qualcosa che non va?”

 

Jack fece una faccia strana e scosse la testa… poi controllò l’orologio. “E’ quasi l’una.”

 

Steacy intuì dove voleva arrivare e annuì, tornando a sedere compostamente accanto a lui. “Certo. Amelia non è ancora tornata, giusto?”

 

Jack era imbronciato. “Se quello stronzo di Tibbs o come diavolo si chiama lui la lascia tornare a casa da sola a quest’ora, quant’è vero Merlino io…”

 

“Non sei suo padre né suo fratello, Jack.” Replicò asciutta Steacy. “E non avresti voce in capitolo neanche se lo fossi.”

 

Lui scosse la testa. “Non capisci, non è la prima volta che Amelia si prende una sbandata per uno più grande di lei… mamma dice che è perché l’è sempre mancata la figura del padre per casa, ed ecco le conseguenze.”

 

“Oh.” Steacy inspirò profondamente e guardò altrove. “Immagino anche, però, che se non è la prima volta avrà già capito come vanno le cose e quindi sarà in grado di gestire perfettamente da sola la situazione.”

 

Jack scosse la testa. “Ma quando mai… guarda, l’ultima volta aveva sedici anni e la testa più calda che si possa trovare in una ragazzina di quell’età… si era incaponita per uno che aveva quasi il doppio degli anni suoi.”

 

Lei inarcò un sopracciglio più che mai irritato. “E’ anche una questione di scelte, sai.”

 

“Beh, vallo a raccontare a mio padre.” Jack fece un sorrisetto. “Me lo ricordo come se fosse ora… sistemò la faccenda a modo suo, cioè andando molto poco per il sottile. Capirai, gli avevano toccato una delle sue bambine… mi meraviglio che non gli abbia staccato la testa a quello. Papà è piuttosto protettivo nei riguardi di Katie e Amelia, guai a chi gliele tocca.”

 

Steacy si passò le mani sul viso, ufficialmente stufa. “Ma ti rendi conto o no di quello che mi chiedi?”

 

Jack smise di sorridere e si accigliò. “Come, scusa?”

 

Steacy scosse la testa. “E’ così difficile per me… devo fare i conti con una persona che tu adori, che i tuoi genitori considerano al pari di una figlia, che i tuoi amici stimano alla follia…e tu arrivi a rifiutarti di fare l’amore con me per aspettare lei che torna da un appuntamento! Almeno ti rendi conto delle tue pretese?”

 

Jack sospirò stancamente. “Lo sai che cosa significa Amelia per me, mi sembra che abbiamo già ampiamente affrontato questo discorso.”

 

“Ma come pretendi di rassicurarmi dicendomi che mi ami, e poi rifiutandoti di stare con me per aspettare lei?!”

 

“Lo so di non essere una persona affidabile, però hai il diritto di temere che ti tradisca con tutte tranne che con Amelia. Lei è troppo intelligente e troppo forte per commettere certi errori da idiota che sono una mia prerogativa.”

 

Steacy smanettò. “Tu non capisci… non è di Amelia che sono gelosa, non la temo… sono gelosa del modo in cui tu ne parli. Ti brillano gli occhi quando parli di lei, Jack… perché con me non è così?”

 

“Perché tu ti ostini a rivaleggiare con lei.” Le rispose duro il ragazzo. “E non vuoi capire che non viaggerete mai allo stesso livello.”

 

“Ma lei sarà sempre più importante di me di questo passo… addirittura ci vivi insieme, è inevitabile che lei sia su un piedistallo ogni attimo della giornata…”

 

Jack si accigliò e la guardò dritto negli occhi… non gli ci volle molto a capire cosa voleva suggerirgli la sua ragazza. E la cosa lo irritò non poco. “Non provare neanche a farla la tua proposta, tanto sai già che la mia riposta è no.”

 

Steacy sospirò. “E invece se tu considerassi quello che ti ho detto… se decidessi di venire a stare da me…”

 

“Per convivere con te, o semplicemente perché devo stare lontano da Amelia?”

 

“Ma io non ce l’ho con lei, te lo giuro, è solo che è così difficile per me…”

 

“Mettiamo in chiaro definitivamente un paio di cose.” Jack la guardò duramente. “Amelia è una delle cose più belle della mia vita, e non rinuncerò mai a lei. Ti ho già assicurato che non interferisce con la nostra storia, ma sia chiaro che neanche tu devi interferire con la nostra amicizia. Non posso stare con una donna che mi chiede di non essere me stesso, perché Amelia è una parte di me e negarla vorrebbe dire negare me. Io posso offrirti il mio amore, e intendo dartelo, ma se le tue condizioni includono che io rinunci a lei… non se ne fa proprio niente, Steacy. La scelta è solo tua, a me sta bene come stiamo procedendo… ma se per te la presenza della mia migliore amica è insostenibile, io non posso farci assolutamente niente. Tocca a te decidere se il gioco vale la candela.”

 

Steacy ingoiò un boccone amaro, e quando parlò la sua voce era stranamente rauca. “Questo significa che se scelgo te non posso sperare in una vera storia, dico bene? Perché Amelia sarà sempre fra di noi, in un modo o nell’altro.”

 

“No, ti sbagli.” Jack scosse vigorosamente la testa, i suoi occhi blu profondi più che mai. “Vorrei che tu imparassi a volerle bene, non immagini neanche quanto è stata dura la vita con lei… è sempre stata sola al mondo, i suoi stessi genitori l’hanno praticamente abbandonata… ha ricominciato a vivere solo quando è entrata a far parte della mia famiglia, tu non sai neanche lontanamente quanto ha sofferto… vuoi veramente che io l’abbandoni di punto in bianco per le tue manie di gelosia?”

 

Steacy sospirò e abbassò lo sguardo. “Mi dispiace se credi che fra me e lei sia una cosa personale, ti giuro che non lo è… ma vorrei più conferme da parte tua. Credo sia giusto.”

 

“Certo che le avrai. Nel momento stesso in cui smetterai di fare la guerra a una ragazza che non ti ha fatto niente, e che chiede solo un po’ di quell’affetto che l’è sempre mancato.” Jack non si scompose affatto, sicuro del fatto suo. “Su questo te lo dico prima, Steacy. Non ho intenzione di transigere.”

 

“…va bene.” Steacy si alzò in piedi e raccolse lentamente la sua borsa e il suo cappotto, dirigendosi verso il camino dove tenevano un piccolo vasetto colmo di Polvere Volante. “Tu sei stato molto chiaro… e ti ho capito. E ti prometto che penserò alle tue parole… io voglio che fra di noi funzioni.”

 

Jack fece una piccola smorfia, senza alzarsi dalla poltrona. “Allora sai già cosa devi fare.”

 

Steacy annuì lentamente, e senza aggiungere altro prese una piccola porzione di Polvere Volante e si diresse verso casa sua.

 

Jack inspirò profondamente. Steacy doveva assolutamente capire… capire che Amelia non era una realtà da cui poteva prescindere. Soprattutto se col tempo volevano fare realmente sul serio.

 

A proposito di tempo…

 

L’una e mezza. Fuori tempo massimo, non poteva fare così tardi con uno tanto più grande di lei. Jack si alzò e prese il giubbotto dall’attaccapanni, deciso ad andare a riprenderla dovunque fosse. Avrebbe cominciato a cercarla a casa di Susy, e povera lei se avesse scoperto che l’aveva lasciata andare da sola a casa di quel Tommy… Tony… il matusalemme, insomma. E sarebbe uscito veramente se non avesse sentito delle voci in lontananza… riconobbe la voce di Amelia, e scansò leggermente la tenda dalla finestra per guardare… effettivamente stava tornando verso casa accompagnata da un tizio non troppo alto e coi capelli ricci e scuri, con tanto di occhiali da intellettuale sul naso.

 

…e tu saresti il matusalemme?! Ma dove credi di andare, minchione, non sei assolutamente il tipo di Amy…

 

Amelia sembrava alquanto sulle sue, nonostante sorridesse all’uomo che l’accompagnava e gli prestasse ascolto. Arrivarono a poca distanza dal piccolo cancelletto di casa e si fermarono per i saluti, e dal modo in cui lei sembrava in imbarazzo – e anche perfettamente ordinata e coi capelli pettinati – Jack potè desumere che non era successo assolutamente niente di serio fra loro.

 

E vorrei anche vedere! Questo intellettualoide da strapazzo… topo da biblioteca che non sei altro, credevi veramente che una come Amelia si sarebbe abbassata al tuo livello?

 

Si scambiarono un paio di parole a voce bassa e lei sorrise, restando però a distanza di sicurezza. E quando lui le appoggiò una mano sul fianco e le si avvicinò, a Jack non sfuggì l’impercettibile senso di imbarazzo che le era calato sul viso.

 

…togli quella mano o giuro che te la cionco!!

 

Amelia gli sorrise e accettò abbastanza di buon grado il piccolo bacio a fior di labbra che l’uomo le diede… ma quando la cosa si lasciò trasportare un po’ di più, gentilmente si sottrasse all’abbraccio e al bacio, sorridendo imbarazzata. Fortunatamente per lei, l’intellettualoide sembrò dirle qualcosa che la mise subito a suo agio, e le strappò un sorriso.

 

Guardalo, guardalo come non demorde… ancora non hai capito che tra un minuto vengo fuori e te ne faccio otto di occhi?!

 

Finalmente la strampalata coppia si salutò… l’uomo riprese la strada in direzione opposta alla loro casetta, e Amelia aprì il cancello per entrare e lo richiuse alle sue spalle. Jack immediatamente si tolse il giubbotto e lo appese all’attaccapanni… non era il caso di darle un motivo in più per avercela con lui.

 

Amelia entrò in casa senza fare troppo rumore, chiudendo la porta a chiave con un colpo di bacchetta e sospirando mentre la infilava di nuovo nella tasca dei pantaloni. Rimase alquanto sorpresa di trovarsi di fronte Jack… ma scelse di non dargli retta, semplicemente si avviò verso la sua camera e una volta dentro chiuse piano la porta.

 

Jack sospirò profondamente. Eccola lì, tipico… il silenzio era la strada che sceglieva il più delle volte quando qualcosa non andava. E ultimamente quanti silenzi fra loro… fu con un peso nel cuore che Jack raggiunse a sua volta la sua stanza e con aria alquanto infastidita si spogliò, infilandosi il pigiama senza troppa grazia. Non riusciva a togliersi dagli occhi il bacio che quel Tuxon le aveva dato vicino al cancelletto… quella mano che le aveva posato sul fianco… quel porco! Ah, ma se ci avesse riprovato ancora… razza di vecchio, come osava provarci proprio con la sua piccoletta?

 

Niente, non riusciva neanche ad addormentarsi… aveva un bisogno folle di andare da lei e abbracciarla… assicurarsi che nel suo cuore lui occupasse quel primo posto incontrastato che lei occupava nel suo. Si, voleva abbracciarla… stringerla a sé. Riappropriarsi dei suoi diritti. E doveva farlo subito, altrimenti sarebbe impazzito.

 

Jack si alzò dal letto e si diresse verso la stanza della sua amica. La porta era chiusa, ma sicuramente lei non era ancora andata a letto… tanto valeva assicurarsene e bussare.

 

“Piccola?”

 

Passò qualche secondo di attesa, poi finalmente la porta si aprì… Amelia si era già struccata, era tornata il suo piccolo e semplicissimo Koala di sempre, con tanto di pigiamone felpato che la faceva sembrare ancora più giovane dei suoi anni.

 

“Che c’è?” gli chiese lei, senza rancore o rabbia… stanchezza, più che altro.

 

Jack si ciondolò sui piedi, indeciso su cosa dirle. “Sei ancora arrabbiata con me per prima?”

 

Amelia lo guardò coi suoi grandi occhi scuri da cerbiatta, adesso piuttosto tristi però. “Mi hai umiliata prima.” Gli disse piano. “Davanti agli altri, ma soprattutto davanti a Steacy.”

 

“Non erano queste le mie intenzioni.” Le disse subito lui. “E’ solo che… ho perso la testa a saperti con uno tanto più grande, avevo paura che potesse approfittarsi di te…”

 

“E non hai pensato neanche per un attimo che so prendermi cura di me stessa?”

 

Jack fece una piccola smorfia imbarazzata. “Sai come sono fatto… prima agisco e poi penso. Sono il solito imbecille… un imbecille che però ti adora.”

 

Amelia inspirò profondamente, e dopo un lungo momento di silenzio gli accarezzò con la mano sottile una guancia. “No, non sono arrabbiata con te.” gli disse piano.

 

Jack sorrise e le coprì la mano con la sua. “E’ andata bene la serata?”

 

“…si.” Amelia cercò di sorridere e annuì. “E’ andata bene.”

 

Jack annuì e si guardò i piedi per un momento. Buffo come si sentisse… non aveva voglia di allontanarsi da lei. Tornò a guardarla… aveva i grandi occhioni scuri come velati da una patina di tristezza, e questo gli fece male. “…stai bene, vero, piccoletta?”

 

Amelia si strinse nelle spalle e annuì, guardando altrove. “Si. Si, sto bene… sono solo un po’ stanca.”

 

“Hai mangiato a sufficienza, si?”

 

Amelia fece una smorfia amara e alzò gli occhi al cielo. “Si, papà.”

 

Jack scosse la testa. “Non mi riguarda se ti dà fastidio… ho bisogno di sapere che è tutto a posto.”

 

Hai ragione, non è colpa tua… è mia, che non sono capace di parlarti né tantomeno di andare avanti… sono proprio una cretina. Una perfetta, colossale cretina che non ha ancora trovato il suo posto in questo mondo schifoso… a questo punto dubito che capirò mai cosa fare della mia vita. Sono davvero una povera idiota senza speranza.

 

Jack le accarezzò dolcemente il viso… il fatto che non si truccasse quasi mai rendeva la sua pelle liscia e morbida almeno il doppio di quella delle ragazze a cui era abituato. “Posso… posso restare a dormire con te stanotte?”

 

Amelia si morse le labbra. “Non credo che sia giusto… nei confronti di Steacy, nei confronti di Tobias…”

 

“E da quando sono gli altri a decidere della nostra amicizia?”

 

“No, non è per questo… è che stiamo diventando adulti per davvero, Jack… stiamo prendendo strade diverse… dobbiamo anche dar conto alle persone con cui…”

 

“Beh, a me non importa proprio niente degli altri.” La interruppe Jack, i cui occhi blu erano vivi e decisi più che mai. “Nessuno può capire quello che c’è fra noi… la nostra amicizia deve restar fuori dai nostri rapporti, ce l’eravamo promesso tanto tempo fa… nessuno ti capisce come ti capisco io, e nessuno capisce me come mi capisci tu.”

 

Si, aveva ragione lui… e le mancava tanto la loro complicità. Voleva tornare ad essere la sua migliore amica, voleva tornare a beneficiare della sua presenza amorevole senza dover pensare che non poteva esserci quello che sognava lei… voleva tornare a sorridere. E soprattutto rivoleva il suo Jack. Che non poteva essere suo, ma almeno poteva essere il migliore amico meraviglioso che era sempre stato. Le era sempre bastato… doveva tornare a farselo bastare, anche perché così feriva pure lui.

 

Per questo Amelia finalmente fece un piccolo sorriso e annuì, perché scoprì che era proprio del suo migliore amico che aveva bisogno… e quando si infilarono nel letto e lui la prese fra le sue braccia forti e vigorose, lei si accoccolò come se quello fosse l’unico rifugio che poteva metterla al sicuro dal mondo intero e soprattutto da se stessa. Amelia sorrise col viso contro il suo collo. Forse stava riuscendo nel suo progetto, in fondo… stava riscoprendo Jack innanzitutto come il grandissimo amico che era sempre stato, e questo le faceva bene. Si… adesso poteva andare solo meglio. Col suo migliore amico al suo fianco.

 

Jack sorrise fra sé e sé quando la sentì rilassarsi fra le sue braccia, ma non era ancora sufficiente… voleva sentirla sorridere. Ridere. Sentiva la mancanza della sua risata contagiosa e vispa. Qualunque cosa le avesse strappato una risata sarebbe andato bene per lui… “Ehi, te lo ricordi Tommy Thong di Corvonero, quando eravamo al quarto anno?”

 

Amelia lo guardò e inarcò un sopracciglio, incuriosita da una domanda tanto strana. “Come no… quello che masticava marijuana a ogni ora del giorno e protestava pure contro l’aria.”

 

“E ti ricordi anche che si è messo a fare il cantante rock con un’altra banda di fumati come lui, no?”

 

“Si, con quel nome assurdo… ma perché me lo chiedi?”

 

“Dan dice che l’ha incontrato in un negozio mentre sponsorizzava un nuovo gadget…” Jack ridacchiò. “Una bambola con la sua faccia che se tiri la cordicella spara parolacce in venticinque lingue diverse.”

 

Amelia scoppiò a ridergli nel collo, e lui sorrise ancora di più… finalmente, allora si ricordava ancora come si rideva! La strinse ancora di più a sé, accarezzandole dolcemente la schiena e cercando di comunicarle con la sua sola presenza amorevole quello che a parole non le stava dicendo. Che le sarebbe stato sempre vicino, che le voleva un bene immenso… e quando sentì la sua piccola mano aggrapparsi al suo pigiama, mentre si accoccolava contro di lui, Jack potè finalmente chiudere gli occhi più sereno… la sentiva più tranquilla ora, e per questo a sua volta si sentiva molto meglio.

 

Davvero molto, molto meglio.

 

 

***************

 

 

Chad controllò ancora una volta l’orologio e corse più in fretta, facendosi largo fra il fogliame fitto del piccolo boschetto adibito a parco pubblico che gli era tanto familiare. Uno dei luoghi più importanti della sua vita, quanti momenti felici avevano condiviso lì dentro lui e la sua Julie… quella pazza, sconsiderata folle che aveva avuto il coraggio di mandargli un messaggio per avvertirlo che lo aspettava proprio lì… a notte inoltrata! Come se quelli fossero tempi che consentissero a una ragazza come lei di andarsene in giro da sola a quell’ora! Ah, ma gliene avrebbe dette di tutti i colori una volta raggiunta… questione di secondi, e l’avrebbe sentito!

 

E finalmente ci arrivò… il luogo dell’appuntamento era un piccolo ponte su cui i bambini giocavano la mattina, quando era illuminato dai raggi del sole, e dove alla luce notturna dei lampioncini poco distanti lui e la sua Julie si erano detti il primo ‘ti amo’ parecchi mesi prima… vederla lì, seduta con aria assente sul muretto del ponticello, suscitò in Chad sensazioni decisamente contrastanti ma ugualmente forti. Sollievo, nel vederla tutta intera e ora di nuovo protetta da lui… rabbia, perché si era messa in pericolo quando già le cose stavano andando decisamente uno schifo in quel periodo.

 

E il fatto che sotto la luce della luna lei fosse bellissima più che mai, con i lunghi capelli ramati che le accarezzavano il corpo snello fino ai fianchi e le forme eleganti del suo corpo perfettamente proporzionato, decisamente non lo aiutava a mantenersi furibondo abbastanza da farle la lavata di capo che meritava.

 

Julie lo sentì arrivare e subito balzò giù dal muretto, sorridendogli genuinamente. “Ciao…”

 

“Ciao un corno!” replicò lui, sforzandosi di mantenersi a distanza di sicurezza. Già doveva bacchettarla alla grande, il che non gli sembrava affatto facile, aggiungendo poi che erano tre giorni che non si vedevano – ostinazione da parte di entrambi a mantenere il punto dopo l’ultima litigata – e quasi gli fischiavano le orecchie per la voglia che aveva di abbracciarla. “Ti sembra questa l’ora di andare in giro da sola?! Sei completamente fuori, vai in giro indifesa e senza protezione?!”

 

“Non sono mai indifesa.” Julie gli mostrò la bacchetta, poi la infilò di nuovo nella tasca dei pantaloni. “Non è così tanto tardi… sinceramente parlarti era più importante.”

 

“E non potevi dirmi di venire da te?”

 

“Dobbiamo stare a litigare ancora per molto per via dell’appuntamento?”

 

Chad buttò fuori l’aria che stava trattenendo e quando lei fece un passo avanti, rimase perfettamente immobile. Dio solo sapeva se non desiderava mandare al diavolo tutte le questioni e baciarla, coerente col suo desiderio galoppante… gli faceva sempre quell’effetto, quella ninfa.

 

Julie gli fece un sorriso e si avvicinò finchè non potè appoggiargli una mano sul petto. Sentirlo fisicamente presente e vicino le fece sentire di nuovo quella sensazione di benessere e vivacità che solo lui le aveva sempre regalato. “Se sono stata imprudente l’ho fatto perché non c’è niente che non farei per te… perché voglio chiarire questa storia, perché voglio tornare a sorridere con te. non ho intenzione di rinunciare alla nostra storia senza prima aver combattuto con tutte le armi a mia disposizione… convenzionali e non.”

 

Chad inarcò un sopracciglio, senza poter trattenere un sorrisetto. “Perché dovrei meravigliarmi della grinta del padre, se la figlia è una pantera con gli artigli belli affilati di questa maniera?”

 

Julie ridacchiò e gli accarezzò il viso, sentendo finalmente l’armonia e l’allegria di sempre riaccendersi fra di loro. Aspettò che lui le circondasse la vita con le braccia, quindi gli prese il viso fra le mani e lo guardò dritto negli occhi. “Sono finiti i tempi delle indecisioni e dei dubbi, amore… hai ragione tu, con papà ho impostato il discorso nel modo sbagliato. Volevo fare la ribelle, pensavo che avrei risolto tutto dicendogli che avevamo trovato casa e mettendolo direttamente davanti al fatto compiuto… lo credevo il modo migliore, non so neanche io perché. Ti ho messo contro papà senza nemmeno volerlo…”

 

Chad ridacchiò. “Noo, messo contro mi sembra un termine esagerato, non credi? Diciamo piuttosto che se potesse mettermi sotto con la macchina, lo farebbe più che volentieri.”

 

Julie fece una piccola smorfia amara. “Io ti ho messo in questo pasticcio, e io ti ci toglierò… parlerò con papà, gli parlerò quanto prima.”

 

“Si?” Chad le sfiorò la pelle liscia della guancia col dorso della mano. “E cosa gli dirai, amore? Sai com’è, Jay… tu e tuo padre vi assomigliate più di quanto non credi, secondo me ci scappa uno scontro di quelli titanici.”

 

“Niente scontri, sarà un confronto civile.” Julie scrollò le spalle. “Non ho mai avuto problemi a parlare con papà in passato… poi mi sono creata da sola la paura di ferirlo, e come una cretina ho solo ingarbugliato le cose… ma l’ho capito, sai. Ok, magari con un po’ di aiuto esterno, ma adesso è tutto chiaro.”

 

Chad inarcò un sopracciglio, divertito e curioso. “Hai per caso parlato con Simon nelle ultime ventiquattro ore?”

 

Julie rise e annuì. “Si nota?”

 

Chad chinò il viso sul suo e sorrise largamente contro le sue labbra. “Quanto amo tuo cugino.” Le sussurrò, un attimo prima di dare ascolto ai suoi bisogni e baciarla… quanto desiderava farlo? Infinitamente più gli interessi, visti i tre giorni di forzata astinenza. La strinse a sé e le tuffò una mano nella cascata di capelli lisci e lunghi, sentendo il proprio desiderio centuplicarsi quando anche lei gli si avvinghiò alle spalle con la stessa urgenza. Irrimediabilmente le mani gli scivolarono su quell’adorabile sederino alto che gli era sempre piaciuto moltissimo, e la replica di lei non si fece aspettare. Era tutto perfetto… non mancava niente. Tutto era infinitamente armonico, inclusi i rumori della natura circostante… il vento fra le foglie, i pesciolini che giocherellavano lungo la superficie del laghetto sotto di loro, il click metallico…

 

Julie sbattè gli occhi e si accigliò. Quel bacio spettacolare era finito così all’improvviso e la cosa, per la verità, non le faceva un gran piacere. “…ma che c’è?”

 

Chad si stava guardando in giro con un’espressione stranamente seria – quasi assurda, sul suo viso sempre sorridente e allegro – e concentrata, gli occhi stretti in due fessure che sembravano scannerizzare l’area circostante in cerca di qualcosa.

 

Julie si voltò a destra e a sinistra. “Chad, si può sapere che ti prende?” il ragazzo la zittì appoggiandole una mano sulla bocca, e lei strinse furiosamente gli occhi in quell’espressione furibonda che normalmente lui definiva ‘harrypotteriana’.

 

Il rumorino si fece sentire di nuovo, stavolta più forte e più acuto, e Chad si chinò sulle ginocchia per guardare lungo il ponticello… ancora niente, eppure era sicuro che provenisse da lì… proveniva sicuramente da lì…forse dalla parte esterna, dall’archetto sottostante… ancora, ancora quel rumore! Era diventato improvvisamente insistente, perforante, continuo…

 

Julie si coprì le orecchie. “Che diavolo è???” Chad non le lasciò il tempo di aspettare una risposta… improvvisamente l’afferrò per i fianchi e insieme a lei si gettò nel laghetto, imponendole di restare sott’acqua…

 

Un botto attutito solo dalla superficie del lago fece spalancare gli occhi a Julie, che subito cominciò a dimenarsi nella stretta del suo ragazzo per risalire dall’acqua e vedere. Chad lasciò passare una manciata di secondi in più, quindi insieme risalirono… che spettacolo orribile li attendeva.

 

Il ponticello era completamente crollato nel laghetto a poca distanza da loro, e quanto ne rimaneva stava bruciando violentemente insieme agli alberi lì vicino. L’esplosione aveva sradicato l’alberello più basso, che pendeva come un braccio morto verso l’acqua.

 

“…esploso…” Julie tremava come una foglia. Era inorridita… inorridita e addolorata, quello era il loro posto speciale… ed era andato distrutto in un secondo. “…l’hanno fatto esplodere… l’hanno fatto esplodere!!!”

 

“Ssh, amore, calmati!” Chad cercò di prenderla fra le braccia, ma lei era decisamente sotto shock perché lo respinse indietro.

 

“L’hanno distrutto!! Ci volevano uccidere!!”

 

“Julie!!” Chad le prese il viso fra le mani. “Amore, calma… respira… respira, per favore…”

 

Finalmente la ragazza si lasciò stringere nel suo abbraccio, e i suoi tremolii si attutirono leggermente. Qualcuno aveva distrutto il loro posto speciale, era l’unico pensiero che le ronzava nel cervello… Chad, invece, si guardava freneticamente in giro con la bacchetta puntata e pronta ad agire. Cercò di vedere se c’era ancora qualcuno lì intorno, pronto a finirli… ma per fortuna sembrava di no.

 

“Perché??” singhiozzò Julie nel suo collo.

 

Chad le baciò la fronte e la punta del naso, quindi l’aiutò a raggiungere la riva insieme a lui. “Amore, aspetta ancora un secondo… dobbiamo pensare a tornare immediatamente a casa ora, mi servi lucida… ce l’hai la passaporta, vero?” Julie annuì e si sfilò dalla tasca del cappotto una pallina di gomma. “Ok, perfetto… brava… sei pronta?”

 

Grazie al sangue freddo di Chad, i due ragazzi si ritrovarono nel salotto di casa Potter in pochi istanti… una calma quasi irreale quella che ora si presentava ai loro occhi dopo quegli attimi di terrore di poco prima. Si intravedevano gli altri membri della famiglia Potter dalla cucina… il padre di Julie era seduto su una sedia e stava ridendo per qualcosa, la madre aveva quella faccia furbesca tanto simpatica che puntava dritto un Dan più impacciato del solito, erano tranquilli…

 

Chiaramente quella tranquillità divenne solo un ricordo nello stesso istante in cui Julie corse piangendo fra le braccia di sua madre. Ginny l’abbracciò immediatamente, più confusa e stupita che mai quando la sentì tutta bagnata fino alle ossa. Dan, altrettanto senza parole, le appoggiò una mano sulla schiena per farla sentire subito protetta, ma si voltò in cerca di una spiegazione.

 

“Che diavolo…” Harry balzò in piedi, portando immediatamente il suo sguardo su Chad. Nella confusione del momento non riuscì neanche a decidere se inorridire o meno per il ciuffo di capelli blu più elettrico del solito, per il fatto che il ragazzo fosse inzuppato come un pulcino, o per la sua felpa con la gigantesca scritta ‘WANNA TRY MY BAMBOO?’ “Che accidenti è successo?!?”

 

Chad si passò una mano sulla nuca, facendo una smorfia. “Questo non le piacerà, colonnello…”

 

 

***************

 

 

Thomas Taventoon non si scompose minimamente quando sentì le porte del suo ufficio che si aprivano con un tonfo netto, né tantomeno si mosse vedendo lo sguardo omicida di Harry Potter emanare odio all’ennesima potenza. Continuò a leggere il rapporto che aveva fra le mani e si sistemò pigramente gli occhiali sul naso. “Non ricordavo di avere appuntamento con lei stamane, Potter.”

 

Harry sbattè i palmi sulla scrivania con forza, attirando l’attenzione dell’uomo. Emanava rabbia da ogni fibra del suo essere, e questo Hermione – in piedi accanto alla porta – lo capiva perfettamente… tanto da accantonare la propria rabbia per essere pronta ad impedirgli di commettere errori fatali.

 

“Sarà soddisfatto, immagino.” La voce di Harry era rauca e rabbiosa, tagliente come una lama. “Ora che la sua maledetta politica del non intervento sta fruttando così abbondantemente.”

 

Taventoon si tolse gli occhiali e li appoggiò sulla scrivania. “Ho saputo dell’incidente di sua figlia, perciò posso comprendere il suo stato d’animo. Ma cerchi di non approfittarsi della mia pazienza, e dosi le parole… la mia comprensione non è illimitata.”

 

Incidente?!” Harry era una furia, e a nulla servì il tentativo di Hermione di calmarlo. “Mia figlia stava per saltare in aria su un ponte in mezzo a un parco pubblico!! Secondo lei è capitato perché giocava coi fuochi d’artificio?! Perché questa è la definizione corretta di incidente!!”

 

“L’esplosione non può essere stata casuale.” Sibilò Hermione. “E i ragazzi della Incantesimi Impropri ci hanno appena fatto sapere che non si è trattato di una maledizione, ma di un ordigno strutturato per esplodere su un comando esterno, anche a distanza.”

 

“E questa, generale, è la definizione più palese di attacco.” Harry serrò i pugni. “Che combinazione, il secondo ai miei figli.”

 

Taventoon inarcò un sopracciglio. “Vedo che avete già elaborato una vostra teoria senza neanche acquisire le prove necessarie, complimenti.”

 

“Sei mesi fa abbiamo visto ricomparire il Marchio Nero di Voldemort, e non una volta ma tre… e adesso, guardacaso, qualcuno ha preso di mira due ragazzi che guardacaso portano il cognome Potter, l’uomo che ha eliminato Voldemort tanti anni fa…” Harry aveva gli occhi ridotti a due fessure. “Lei questa la chiama fantascienza?”

 

“Sapevo che il caso di suo figlio è stato archiviato come tentato delitto a sfondo competitivo.”

 

“Evidentemente non ha letto il nostro rapporto.” Intervenne acida Hermione. “Non c’erano abbastanza prove per incriminare gli altri due cercatori… per essere precisi non c’era proprio nessuna prova a loro carico. Il caso è tuttora irrisolto.”

 

“E come ha intenzione di spiegare l’attacco a mia figlia?” ruggì Harry. “Lei non è una sportiva, non fa politica e non ha nemici. Mi dica, come riuscirà a mettere a tacere anche questo caso?”

 

“Harry.” Hermione gli appoggiò una mano sul braccio, nel tentativo di fermarlo in tempo.

 

Taventoon lo guardò in faccia per un lungo momento. “Le suggerisco di darsi una calmata, colonnello.”

 

Harry serrò la mascella. “I miei figli devono essere tutelati al pari degli altri cittadini del Mondo Magico, è per questo che esiste questo dannato esercito.”

 

“Non mi dica cosa devo o non devo fare.” Sibilò Taventoon. “E le ripeto che è il caso di calmarsi… ho sospeso Weasley per molto meno.”

 

Gli occhi di Harry fiammeggiarono di rabbia, ma Hermione fu pronta a intervenire in sua vece. “Veniamoci incontro, generale. Si riprenda il caso dei ragazzi Potter, però non lo assegni a lui. Me ne occuperò io personalmente.”

 

Taventoon fece una smorfia beffarda. “Le risulta di poter essere abbastanza distaccata da potersi occupare di un’indagine sui suoi nipoti? Io non credo, colonnello Granger… siete tutti una così bella famigliola, mi sembrate entrambi eccessivamente coinvolti.”

 

Hermione inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Se mi fossi lasciata veramente coinvolgere, generale, mio marito non sarebbe a casa a fare il casalingo… creda a me, ci sono almeno un milione di cavilli burocratici a cui avrei potuto appellarmi, senza contare che avrei potuto sollevare un polverone non indifferente attraverso la stampa. Il nome di Ron è abbastanza conosciuto in giro, sa? Ma forse lei non ha avuto ancora modo di vedermi all’opera quando sono davvero coinvolta, se crede posso colmare questa lacuna anche subito.”

 

Taventoon la squadrò dall’alto in basso con uno sguardo che dire furioso era poco. “E’ una minaccia, Granger?”

 

“E’ una constatazione.” Hermione non battè ciglio. “Sua, peraltro.”

 

Taventoon incassò il colpo. Quella donna era davvero pericolosa come gli avevano detto… la pubblicità di cui parlava era davvero l’ultima cosa di cui aveva bisogno. “Bene, Granger, allora segua lei il caso Potter… voglio relazioni giornaliere e puntuali, sia chiaro. E naturalmente la osserverò con particolare attenzione.”

 

Hermione annuì una volta e si avviò verso l’uscita della stanza, tenendo la porta aperta. Harry si chinò all’altezza di Taventoon e lo incenerì con gli occhi verdi più che mai inferociti. “Si ricordi bene… se ai miei figli succede qualcosa, la gerarchia non avrà alcun valore per me.” uscendo, l’uomo sbattè la porta così forte da far tremare i vetri delle finestre.

 

 

 

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…lo so, lo so che ci ho messo una vita ad aggiornare, ma non è colpa mia! Con una mano mezza ingessata non è proprio il massimo digitare a una tastiera! #____________#  Però il chappy è più lungo del solito, quindi pace fatta! ^_________________^ Bimbini, auguroni di cuore, anche se in ritardo! Non vi ho fatto proprio la sorpresa dell’uovo, ma meglio tardi che mai, no? E adesso passo subito a ringraziare ciascuno di voi stelle che mi ha lasciato una recensione… che bello, quante anche stavolta! *____________* Sono onorata!! E adesso passo a rispondere…

 

…ma prima consentitemi di ringraziare ancora una volta le magnifiche autrici che ultimamente mi hanno dedicato qualcosa scritto brillantemente da loro… Fanny e Yelle, amucuzze dalla manina fatata, e vorrei anche segnalarvi la bellissima storia di Meggie (…veramente ne ha scritte più d’una, e sono tutte splendide!) perché vi renderete conto di quanto è diventato alto il livello di questo sito! ^___________________^

 

Oh, quasi dimenticavo… per la maglietta di Chad si ringrazia il medico della mutua africana mezzo spostato di Zelig, che è uno dei miei eroi! ^________________-

 

Dunque! Special thanks to:

 

Caillean: uuh, tesoro, e meno male che mi avevi chiesto di non sconvolgerti troppo tutto in una volta… figurati stavolta, che in questo chappy è successo di tutto di più! ^____^ Un bacione grandissimo!

Pepy: ah, il mio killer preferito! ^___^ Sono d’accordo con te per la solidarietà femminile, tesorino! Per quanto riguarda Sarah e Chad… continua a seguirli e vedrai che completerai il tuo quadro su di loro! ^__________- Un bacio fortissimo!

Marta: acuta osservazione! ^____^ Diamo sempre tutti troppo per scontato quello che abbiamo, cominciamo a renderci conto delle cose solo quando rischiamo di perderle… ^____- Un baciotto!

Ale69: bimba! ^___^ Ups, tesorino, stavolta ci ho messo un po’ di più ad aggiornare per colpa di due dita mezze ingessate, sorry… in compenso c’è Alex che si è lasciato analizzare un po’ di più stavolta, quindi qualche risposta forse l’hai trovata… forse, però! ^_____- Un bacissimo!!!

Phoebe80: amica ciao!! Ebbene si, alla fine Ron si è trattenuto alquanto… in altri tempi avrebbe sfasciato tutto, ma a quanto pare essere sposati con Hermione dà qualche frutto nel tempo! ^_____^ E si, credo anch’io che occuperà buona parte del tempo in quel modo lì… ^_____- E per quanto riguarda l’empatia, io ci faccio il tifo! ^___^ Secondo me Ginny Weasley sarebbe un’ttima scelta per la Rowla, ci sarebbero molto più chiare anche altre cose…  un kissone mega!!

vale: eh, e quante ne dovrai ancora vedere in quanto a bastarderia! *.* Un bacio!

Meggie: ehi grande autrice!! *_________* E’ stato un onore e un piacere leggere qualcosa di tuo… ti ho lasciato una recensione lunga due metri! ^________^ Ooh, love, sono curiosa di vedere la siglia che hai adottato per questi sbarbatelli stavolta! ^_____- Un bacio kolossal!

Fabry: ih ih ih… c’è una buona possibilità che Ginny ci sia proprio entrata in menopausa alla fine! ^_______________^ Un bacio forte forte!

Angèle: magico tesorino! *__________* Ma quanto sono curiosa di vedere gli striscioni di stavolta! Mi sa che davvero quelli per i due biondini di Hogwarts si sono consumati stavolta… e ti ho fatto ritornare alla grande Jack stavolta, oltre a spupazzartelo in privato c’è posto per uno striscione anche per lui… ^__________^ Grazie ancora per il tuo adorabile commento alla storia di Any e Padmè, love! Tvttttttttttttttb, un baciotto di quelli ultra!!!

Marti: grazie mille, love, ti ringrazio io a nome di Alex… che purtroppo per Katie deve proprio averle queste sembianze di principe azzurro, per farle perdere la testa alla grande… *.* Quanto ad Amelia… povera cucciola, è taaanto timida… ^____^ Un bacio forte forte!!

Lulu: picciola, spero tanto che le nubi si siano dissipate del tutto! Eh eh… *Sunny impacchetta Jack & Alex e li spedisce alla Scuola Serale per Fighi Cecati gestita dalla Lulu* ^_________^ Tesorino, posso dirti che vagamente dovrebbe venire una trentina di chaps o pocomeno questa storia, così come posso dirti che il tuo presentimento non è assolutamente da buttare via… “°.°” Un bacio immensamente grande e schioccoso!

ChantalReady: amiiiica! Adesso che sai… ih ih ih… certe cose le leggi in chiave diversa, eh? Immagino! ^________^ Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, e stavolta credo di averti accontentato un po’ di più perché ci sono quasi tutti! ^__________- Ti mando un bacio baciosissimo e ipercalorico! ^_____-

Kim: amore mio!! *cough*ispirazionivariekenobiane&co./trailertatuatitipoambigrammaaddossoallasunny*cough* ^__________^ tesorino, inutile dirti che già sai… io sono sempre in attesa!! E in cambio ti impacchetto tutti i giovanotti e gli stagionatoni di FMI e te li spedisco su una mongolfiera fino a casa… lasciameli in vita, mi raccomando! ^________- Ti adoro come al solito e anche di più! Smack smack!

Fanny: tesoro, ciao! Grazie ancora per la dedica, e complimentissimi perché sei stata una piacevolissima scoperta! Eh eh.. si, hai detto proprio giusto: rimanda oggi e rimanda domani, questo Alex alla fine farà il conto con gli interessi o manderà tutto a monte? *.* E Jack è tornato fra noi… stavolta non le ha neanche fatte quelle ‘certe cosine’ con Steacy! ^____- E bravissima, ci hai azzeccato in pieno… il fiorellino era proprio la povera Jay Jay! “°.°” Un bacio schioccosissimo!!

Hiromi91: grazie cara! Perdonami se ti ho fatto aspettare un po’, ma purtroppo ho questa manina mezza ingessata che non mi fa digitare bene né velocemente… che strazio! Però mi sono fatta perdonare in lunghezza, dai! ^_____^ Un bacissimo!!

Daisy: tesorino, quanto mi fa piacere che ti appassioni! ^____^ Eh si, Simon è strepitoso perché di tutti quanto è quello con la testa più a posto, malgrado sia il più piccolo… la rivalsa di noi secondogeniti! ^___________- E Julie è divertente da analizzare, sai? E’ un misto di sicurezza e insicurezza, e scatti d’ira tipo il suo papà… e si, mi piace molto fare riferimenti alla ‘vecchia’ famiglia Weasley! ^______- Un bacio formato famiglia!!

Lizzie: eh eh, amicissima, il Grande Ron Weasley alla fine non ha saputo scendere a compromessi… e guarda tu come si è ridotto! Ma saprà stare fermo ancora per molto? Io dico di no… ^_____- Chad incredibilmente è capace anche di discorsi seri! *_____* E Alex… eeh, la piccola Katie è una Weasley dentro e fuori, sinceramente non lo invidio…ma fidati quando ti dico che non invidio nemmeno lei! @_____@ E si, love, il cagnolino di Simon lo vedrai ancora… naturalmente se ne parlerà in una shotty (l’ho promessa a qualcuno, ma non lo dico perché è sorpresa…^^) ma qui… sarebbe un po’ troppo vecchiotto! Un bacio grandissssimo!!

Daphne: …per stavolta il barista e il calzolaio si sono salvati! ^________^ Simon è proprio puccioso con la sua Mel, con loro mi sfogo in quanto a dolcezza e stabilità perché sono gli unici che le cose le sanno gestire in modo intelligente! ^______^ E quanto a Dan… si, tesoro, ha aperto apposta la porta perché padre e sorella si erano fatti sgamare e lui ha deciso di metterli a figurella! ^_____- E per Alex e Katie… purtrooooppooo… in effettiii….. ^___________________- Bacissimissimissimissimi!!

Daffydebby: grazie mille milioni, love! ^_________^ Quanto hai ragione, tra Alex e Katie non si sa chi è cotto di più! *________* Quanto ad Amelia, credo anch’io che abbia fatto la scelta giusta… o no? ^_____^ E adesso aspetta che ti spedisco Ron per posta celere, tanto la mattina la moglie neanche se ne accorge che manca, è al lavoro! ^____________- Un baciotto infinito!

Sibillara: ciao dolcissima! Eh eh, anche io ho adorato la scena del drago, per non parlare di Amelia che fa tanta tenerezza anche a me… e Alex ha decisamente dei progetti tutti personali, in fondo ha il diritto di scegliersi un premio per le sue prestazioni e si è scelto la piccola Katie… “*.*” Quanto a Ron… ih ih ih, tesorino, tu e io abbiamo lo stesso problema di autocontrollo, allora! ^_____- Un bacetto grande così!

Eli: amorucciooo!!! Ma quanto mi manchi! Visto love che Chad e Julie alla fine sono riusciti a trovare una linea di accordo? Eh beh, stavolta la figliola si è resa conto di aver torto, il che per una Potter è già un grande passo avanti! ^___^ Quanto ad Alex… acutissima osservazione, amica, lui non è affatto una marionetta e insegue i suoi piani prima che quelli altrui… il guaio è che per il momento questi piani coincidono con quelli di quell’esaltato pazzo del suo… datore di lavoro, come dice la Kim! ^_____^ Ti voglio benissimissimissimissimissimo!!!!!!

Vale: gioiello mio!! *Sunny si inchina profondamente alla sua amicissima dotata di cervello e manine d’oro a 24k* ^________^ Tanto è inutile che ti ripeto che venero te e la tua storia, credo di avertelo ripetuto una ventina di volte nell’ultima recensione! ^___^ Ti ho pensato molto mentre scrivevo quel momentuzzo tutto dedicato a Simon, lo sapevo che la mia amicissima l’avrebbe gradito! ^___- Ora, convincere la Mel a farsi da parte la vedo difficile, ma mai dire mai… ^________- Ho già promesso una shotty su di loro, tranquilla che in quella sede ogni tua curiosità verrà saziata! ^___^ E ci hai proprio azzeccato coi riferimenti agli scacchi! Ti voglio un bene da mattiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Cloudy: *Sunny sguscia fuori dalla valigia della Cloudy e fa un sorrisone abbronzato* …ma quanto ci è piaciuta la montagna??? ^_____________^ Grazie dell’onore che mi fai, tesoro, mi riempie di gioia sapere che almeno in formato cartaceo ti ho accompagnato durante la tua vacanza! ^___- Alla fine sei riuscita a entrare nel gruppo di Nenè, si? Kim è stata così gentile da spiegarti in persona chi sono i vari faccini della situazione, ma se hai ancora qualche dubbio non hai che da chiedere! Un bacissimissimo!!!

Giulietta89: sei perdonatissima e grazie mille! Un bacio forte! ^___^

Giuggy: ave, mano magica! ^__________^ Già, tu eri cottapersa di Simon già da prima! ^__^ Ecco, allora ti ho fatto un regalo senza saperlo con lo scorso chap! ^___- E tu ne hai fatto uno immenso a me con quelle meraviglie che hai sfornato… *cough*aquandoleprossime*cough* ^____^ E poi si, luvvie, Ron ha sempre in mente la sua Hermione, in ogni momento… che belli loro! *_______* Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb!

Ale: eh eh eh… Mel fa invidia un po’ a tutte, tesoro, me inclusa! ^______^ E mi sa che con Amelia… ti ho fatto felice perché lei e Jack hanno avuto dei momenti un particolari stavolta, ma a quanto pare lei è decisa a guardare altrove… *.* Beh… vediamo dove riuscirà ad arrivare coi suoi nuovi propositi! Un bacio grandissimo!!! ^________-

Karien: ciao carissima! Ma grazie, sono sempre molto felice dei tuoi complimenti! Celeste la cucciola non ci abbandinerà, la ritroveremo più avanti… quanto ad Alex, bravissima! Mi è piaciuta proprio l’analisi che hai fatto su di lui, sai? ^_____- E adesso vado ad avvertire Taventoon che rischia la pelle! ^___^ Un baciottone grande grande!

Saturnia: …è vero, col gioco delle associazioni viene in mente anche a me Ron se penso a un War Mage! ^_______^ E brava la mia amica… e adesso stendi una bella relazione e portala all’attenzione dell’attuale generale! ^________- Allora, per te ho un sacco di baci lasciati da Amelia che ti ringrazia profondamente per  l’ottimo suggerimento che hai dato a quella zucca vuota del suo amico (le molestie del sarto sono una vendetta divina! ^_______-), e c’è Simon che è tutto puccioso e soddisfatto dei tuoi nomignoli che sono i più belli del mondo! ^________^ E non ci dimentichiamo la testolina di vitello tonnato, che stavolta è stata proprio tonnatissima… ^___^ Non c’è che dire, le tue recensioni sono fra le più divertenti e originali che ricevo, le aspetto sempre con moltissima curiosità! ^_________^ Un bacio formato gigante!

Carol87: che dici, mi sono fatta perdonare stavolta? Direi che di Jack e Amy ne abbiamo avuti in abbondanza! ^_____- Non proprio con la testa completamente chiara e decisa da parte di nessuno dei due, però… però vediamo un po’! ^__^ Eh, per il ragazzo di Amy… direi che la signorina al momento è alla ricerca dell’opposto di Jack, e dato che Jack è molto carino, sportivo e ha i colori chiari… si è scelta un intellettuale coi capelli scuri che non è che sia Mister Universo… ah, queste ragazze d’oggi! ^___^ Un bacio enorme!

Blacky: la Ginny ha uno 007 dentro di sé, bisogna ammetterlo! ^_________^ E meno male che Julie conosce i suoi genitori e sa che sono un po’ svitati sotto sotto… ^_________- Quanto a Ron… io non c’entro, eh! ^__________^ un baciotto!

Kaho-chan: eh, lo so… vedere Ron sbattuto fuori è stata dura per tutti, perfino per me che l’ho scritto! *.* Purtroppo sono arrivati tempi nuovi… ahi ahi! Meno male che c’è Ginny che ci solleva il morale! ^_______^ Un bacio forte!

Maga Magò: hola amica mia! Ma no che non mi dimenticherò mai di voi, ci mancherebbe altro… mannaggia che non ho potuto aggiornare prima, colpa della manina mezza rotta! ç____ç Buono studio e un bacio fortissimo! ^___^

Vega: amica!! Meno male che alla fine sono riuscita a recensirti, sinceramente non me lo sarei perdonato se mi fossi persa una tua storia! Anche perché i tuoi complimenti sono sempre molto importanti, sai quanto ci tengo al tuo parere! ^_________^ Ebbene si, i tempi dell’avvicinamento fra Alex e Katie sono stati volutamente accorciati… perché è vero che lui la sta giocando alla grande, ma è altrettanto vero che lei lo sta prendendo grandemente in contropiede… ^______- E si, love, Dan si è accorto eccome che la sua famigliola faceva la spia… e si è preso la soddisfazione di beccarli in flagrante! ^_____- E il ruolo di Taventoon in tutta questa storia lo scoprirai… insieme a Harry e Ron. ^______- Uh, sai che non mi ricordo più se Florian è a Diagon Alley? Me ignorante! ^________^ Un bacio interplanetario!

Iceygaze: buon compleanno amico!!!!!!!!!!!!!! XD Non sapevo!! Auguri!! Beh, oddio… con tre settimane di ritardo… -_______-“ Ah, vediamo di riparare… *Sunny afferra Amelia per un braccio, la incarta in una bella carta da regalo, la circonda con un bel fiocco rosso e la va a spedire all’indirizzo dell’amico compleannizzato* Ecco, va meglio, ora? ^___________^ E poi su che un po’ di Jack e Amy moment lo abbiamo avuto stavolta… ok, vero, sembrano tutti e due due instabili assurdamente confusi, però… ^________- Ancora buon compleanno, un bacio forte forte al festeggiato!

Lady Numb: buonasera a te, amicissima mia! ^_____^ Ih ih ih… mi piace la tua petizione anti-Taventoon, posso farne parte anch’io? ^____- Concordo anche con te quando dici che Simon va sigillato in casa per star sicure ^____- e Chad è proprio il classico caso di… anche i duri hanno un cuore! ^____^ Mi hai fatto veramente divertire un sacco sia con le attività interattive di Amelia che con Alex, finito a fare il fattore in Brasile… XD Sei proprio una grande, amicissima! Ih ih ih… l’omino dei vestiti è sempre in agguato! ^______________^ Un bacio puccioso schioccoso e abbraccioso!

Avana Kedavra: a morte la scuola! ^____^ Grazie, tesoro, spero per te che i tuoi impegni scolastici ti lascino respirare un po’! Un bacetto forte!

Dorothea: grazie carissima! E non preoccuparti affatto se andavi di fretta, tesoro, a me bastano anche due righe per capire se sono riuscita ad entusiasmarti… e con mia grande gioia anche la volta scorsa ci sono riusicita! Grazie! ^_________^ Un bacio forte!

Judie: tesorino mio! Sono molto felice di vederti così coinvolta, il tuo parere è sempre importantissimo per me! E quest’idea del maglione senza buco per il collo alias War Mage senza Ron è troppo bella, mi piace un sacco! Sei grande! ^_______^ Mi raccomando, se hai un momentino di tempo scrivi, che mi manchi! ^_____^ Un bacio grandissimissimissimo!!!!!

Ginny: beeeella la mia amica che medita di farsi trasformare in drago per farsi curare da Simon! XD Sei uno spettacolo! Figurati stavolta cosa non vuoi combinare a Steacy tu, tesorina! ^_____________^ La vedo male quella povera donna… ma ome giustamente notavi tu, quando ce vo’ ce vo’… ehi, l’hai trasmesso telepaticamente anche a Jack questo concetto! ^___________- Un bacio enorme e giallorosso! ^_______-

Strekon: amicissimo! E ti è andata anche bene stavolta, perché non solo in questo chap c’è la tua Julie, ma sono stata anche fulminata sulla via di Damasco per il tuo regalo di comply! ^______^ Grazie per i complimenti, amicissimo, fatti da te hanno sempre un gran sapore! E mi fa un gran piacere quello che hai detto di Amelia, sai? E ti spiego perché: mi piace che questi personaggi sbaglino, mi piace che siano confusi, mi piace che se la debbano sudare la loro strada anche commettendo errori stupidi e poi imparando a loro spese… perché questo li rende umani, e un personaggio mio o è umano o è out! ^______^ Non li vogliamo gli stereotipi né quelli a  posto qui, gli spostati sono più divertenti! ^___________- Un bacione tutto pasquale! Oh, e hai ragione… la piccolina di quel film si chiama proprio Sunny! Siiiiiiiiiii!!! *coriandoli e stelle filanti da tutte le parti*

 

 

ma quanto bene vi voglio quando rileggo tutte le vostre numerosissime recensioni?? Ma tantissimoooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!! ^_________________^ Grazie, ragazzi, non finirò mai di dirvelo! Mi rendete sempre felicissima! Adesso mi sa che devo proprio andare a nanna, io e la mia manina mezza ingessata che per fortuna la settimana prossima la recupero in pieno… uuff! Prometto che il prossimo chap sarà molto più puntuale, parola… e la cosa divertente è che concludo lasciandovi ancora gli auguri di Pasqua… quando il prossimo chap si intitolerà “Merry Weasley Christmas!” ^______________^ ‘Notte notte, bimbi e bimbe belle! Vvtttttttttttttttttttttttttb!

 

Sunny

 

 

P.S.: …e dato che a Pasqua siamo tutti più belli grassi per via di dolci e cioccolata di vario genere, perché non iniziare a fare un po’ di movimento…a cominciare dalle dita! Qua sotto se si clicca sulla scritta blu le aiutiamo a perdere peso! ^___________________-

  
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