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Autore: MairTonks    30/07/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Settembre 1969

Come ogni anno, il primo settembre, Hortensia e Herbert Burbage organizzavano una colazione con tutta la famiglia per salutare i nipoti prima della loro partenza verso Hogwarst.  

Tutta la sua famiglia si riuniva attorno all’antico tavolo di mogano e trascorreva circa un’ora a far finta di andare d’accordo. Hortensia e Herbert ignoravano i contrasti tra figli e nipoti, a loro bastava riunirli tutti sotto lo stesso tetto per poter permettere al nonno di fare i suoi soliti grandi annunci riguardo al futuro della famiglia. Nonostante i tre figli di Hortensia e Herbert si odiassero visibilmente, nessuno dei tre aveva il coraggio, o il permesso, alternativa più probabile secondo Charity, di andare contro le decisioni del capo famiglia. 

Herbert Burbage era un uomo con una pancia da far invidia a quella di una donna in gravidanza, che neanche le larghe tuniche che Hortensia faceva cucire su misura per lui riuscivano a coprire. Aveva perso tutti i capelli e aveva un folto paio di baffi grigi che amava arricciare tra le dita ogni volta che era soddisfatto per qualcosa. Come quella mattina.

Da quando Charity e i suoi genitori erano entrati in casa, tutti erano seduti attorno al tavolo di mogano e, mentre i suoi zii e zie lanciavano occhiate di fuoco ai suoi genitori, il vecchio Herbert continuava a sorridere e arricciarsi i folti baffi. Aveva indicato con rapidi gesti i loro posti e, senza neanche dargli il tempo di scostare la sedia, aveva fatto servire la colazione. Il fatto che Herbert Burbage avesse fretta non era mai un buon segno. 

Dopo aver preso posto tra Ophelia e Ethalyn, Charity si riempì la tazza di the e prese la crostata alla zucca che Hortensia faceva preparare appositamente per i suoi nipoti. Non era una nonna molto espansiva, trattava i suoi nipoti esattamente come avrebbe trattato il ministro della magia. Salutava i nipoti maschi con una stretta di mano e le nipoti femmine sfiorando leggermente le loro guance con le sue. Era più uno scontro di zigomi che un saluto. Charity era consapevole di aver ricevuto più abbracci dalla stravagante nonna di Gabriel che dalla sua. Ma Hortensia amava i suoi nipoti e lo dimostrava facendo in modo di viziarli il più possibile e non facendogli mancare mai nulla. 

Come d’abitudine, Hortensia Burbage sedeva capotavola difronte al marito, la schiena dritta e il mento alto. Charity, nei suoi diciassette anni di vita, non l’aveva mai vista consumare un pasto completo, si limitava mangiucchiare elegantemente piccoli bocconi delle varie portate mentre i suoi occhi azzurri scorrevano lungo il tavolo seguendo attentamente i discorsi di suo marito. Raramente interveniva, si limitava ad annuire e a rimproverare i figli con una gelida occhiata se osavano contraddire il padre. Aveva un talento naturale nel capire quale fosse il momento esatto per troncare una conversazione particolarmente spinosa facendo servire il dolce o intavolando una conversazione con una delle nuore. Era un segnale per comunicare al marito di interrompere il discorso e riprovare in un’altra maniera. 

-Il nonno e’ stranamente felice oggi- sussurrò Ophelia alla sua sinistra mentre si sporgeva per prendere lo zucchero. Charity si voltò verso la sua cugina preferita, contenta di essere seduta accanto a lei. Erano pochi i familiari a cui poteva dire di tenere e tra questi c’era la piccola Ophelia, che adorava e trattava come una sorella minore. Ophelia aveva due anni in meno di lei, lunghi capelli rossi, gli stessi occhi azzurri della nonna e un bellissimo sorriso in grado di far sciogliere anche il cuore di pietra di zio Claudius.

Charity lanciò una rapida occhiata al nonno che, intanto, aveva intavolato una conversazione con suo cugino Evander seduto alla sua sinistra. Aveva abbandonato la sua colazione e, nonostante la forchetta ancora a mezz’aria, sembrava discutere di argomenti importanti. Evander, d’altro canto, teneva lo sguardo sul piatto e annuiva di tanto in tanto mentre giocava con il cibo. Quell’anno, in quanto nipote maschio più grande, era toccato ad Evander il posto alla sinistra del nonno. 

Ogni anno il numero dei nipoti diminuiva man mano che questi si diplomavano e mettevano su famiglia. Quell’anno erano rimasti in cinque e, nonostante fosse lei la più grande, il nonno lasciava il posto alla sua sinistra solo ai ragazzi. Ma lei non se ne lamentava, anzi, era contenta che il nonno concentrasse tutte le sue attenzioni verso il nipote. Probabilmente, in quel preciso istante, stava programmando nei minimi dettagli la sua futura carriera al ministero come aveva fatto con i figli e i nipoti più grandi. 

Ad eccezione del nonno e di Evander, tutti gli altri consumavano in silenzio la loro colazione, gli occhi puntati sul piatto e i movimenti ridotti al minimo per evitare qualsiasi contatto con i propri vicini. Solo zio Claudius alzava il capo di tanto in tanto per cercare di capire quale fosse l’argomento di discussione tra suo figlio Evander e il padre. Osservandolo meglio, Charity notò che sembrava stranamente agitato. Non divorava la sua colazione com’era solito fare ma lanciava continue occhiate ad Evander ed Ethalyn e al padre, sobbalzando ogni volta che si interrompeva e distoglieva lo sguardo dal nipote. Sembrava in attesa di qualcosa. Accanto a lui sedeva composta sua moglie Hepsie, i lunghi capelli neri le ricadevano ordinati sulle spalle e beveva a piccoli sorsi il suo the.

-Oggi siamo qui riuniti per augurare ai nostri ragazzi un buon rientro ad Hogwarst- esordì il nonno facendo tintinnare le sue posate nel piatto mentre la nonna, con un sonoro schiocco di dita, chiamava gli elfi domestici per far portare via i piatti. Charity notò l’espressione delusa di suo zio Baldwin quando la sua terza fetta di crostata alla zucca gli venne tolta da sotto il naso. Incrociò lo sguardo di sua madre, che per nascondere un sorriso divertito, si tamponava educatamente la bocca con un tovagliolo finemente ricamato. 

-Tre di loro si accingono a frequentare l’ultimo anno, il più importante e quello che deciderà il loro futuro. Nutro grandi speranze per loro, in particolare per il nostro Evander che, il prossimo anno, entrerà al Ministero.- continuò alzandosi dalla sedia e lanciando uno sguardo orgoglioso al nipote. 

-Anche per le nostre due ragazze, Ethalyn e Charity, sarà un anno fondamentale. Una donna intelligente e’ sempre ben accolta dalla famiglia del futuro marito- disse rivolgendo un gran sorriso verso lei e sua cugina. 

Charity era cosciente che il futuro che il nonno immaginava per lei era ben diverso da quello che voleva. Lo sapeva da quando, il primo settembre di otto anni prima, il nonno aveva fatto lo stesso discorso a sua cugina Deidra. Sapeva che quello era il destino che aspettava a tutte le donne delle importanti famiglie della comunità magica. I Burbage non erano tra le sacre ventotto, non potevano vantare così tante generazioni di maghi, ma durante gli ultimi cento anni avevano acquistato il prestigio che gli permetteva di partecipare ai suntuosi banchetti delle famiglie purosangue. Ed era per mantenere questa condizione che il nonno faceva in modo che tutti i suoi discendenti ottenessero matrimoni vantaggiosi e ottimi posti al ministero.        

Una volta finita la scuola, Charity voleva fare carriera ed entrare al ministero. Non aveva la minima intenzione di sposarsi e mettere famiglia, era una vita che non faceva per lei. Aveva provato a discutere con suo nonno del suo futuro, gli aveva parlato delle sue idee ma lui si era limitato a sorriderle e dirgli che era ancora troppo giovane per prendere decisioni sulla sua vita. Anche suo padre aveva provato a far cambiare idea al nonno ma era stato inutile. Aloysius era un uomo intelligente e pacato, ma nessuno dei suoi lunghi discorsi era riuscito a far cambiare idea al padre. Anche lui, come lei e sua madre, si era voltato di scatto verso il nonno con espressione sorpresa quando questo aveva pronunciato il suo nome. 

-Un uomo, per diventare davvero qualcuno, ha bisogno di una donna al suo fianco. Non basta sempre lavorare sodo per raggiungere un posto di rilievo all’interno della comunità magica. Servono giusti appoggi e soprattutto una donna giusta al proprio fianco.- Il vecchio Herbert fece una pausa per lanciare un’occhiata significativa al suo primogenito seduto alla sua destra. Aloysius si limitò ad ignorare lo sguardo del padre, si tolse gli occhiali e, senza ribattere, li pulì con un lembo della sua veste, apparentemente indifferente alle sue parole. 

Herbert Burbage non perdeva mai l’occasione di ricordare al figlio maggiore che non aveva apprezzato la sua scelta. Aloysius, nonostante fosse il primogenito, era stato l’ultimo a sposarsi e l’unico a rifiutare il matrimonio combinato dal padre. Con la scusa di voler fare prima carriera e successivamente mettere su famiglia, aveva rimandato fino all’ultimo il matrimonio con una ricca strega purosangue. Ma, al ritorno da un viaggio in Svezia a seguito della delegazione della cooperazione magica internazionale, non era solo. Nel mese trascorso a Stoccolma, Aloysius aveva conosciuto la bella Astrid, una strega bella e intelligente che lavorava presso il ministero della magia svedese, e se ne era follemente innamorato. Così, il giorno prima della partenza, le aveva chiesto di sposarlo e di trasferirsi con lui in Inghilterra. Astrid non ci aveva pensato un secondo e aveva accettato la sua proposta ma mai si sarebbe immaginata la reazione della famiglia Burbage. Herbert e Hortensia, non riuscendo a far cambiare idea al figlio, si erano visti costretti ad annullare il precedente fidanzamento e ad organizzare il matrimonio. Ma non si erano mai arresi e fatto in modo di dimostrare alla donna tutto il loro disprezzo verso di lei e le sue povere origini. Astrid, infatti, faceva parte di una famiglia purosangue che aveva perso le sue ricchezze e il suo prestigio e, secondo il nonno, non avrebbe aiutato il figlio ad arrivare in alto. 

-Ed è per questo motivo che ho preso accordi con la famiglia Yaxley. Imogen Yaxley ha compiuto sedici anni qualche settimana fa, è una ragazza molto bella ed intelligente e molto presto diventerà la nuova signora Burbage.- annunciò il vecchio Herbert rivolgendo un grande sorriso soddisfatto al nipote. Zio Claudius era al settimo cielo, felice di aver sistemato anche il suo secondo figlio maschio. Anche Hepsie e Ethalyn rivolsero un gran sorriso al nonno e zio Baldwin iniziò a complimentarsi col fratello mentre sua moglie Sapphiria si univa alla conversazione appena intavolata da Hortensia riguardo i dettagli del matrimonio. Tutti sembravano felici per Evander, anche il timido Berty,  che aveva trascorso tutto il tempo ad osservare la tovaglia verde, aveva rivolto un piccolo sorriso al cugino più grande. 

-No- disse Evander dopo qualche secondo. Era stato poco più di un sussurro ma era stato sufficiente a farsi sentire da tutti i presenti. Tutti si erano voltati verso Evander che, con gli occhi bassi, giocava con il bordo della tovaglia. 

-Cosa hai detto?- domandò il nonno non appena ebbe ripreso l’uso della parola. 

-Non voglio sposare Imogen Yaxley- ribadì Evander alzando finalmente i suoi occhi verdi verso il nonno. 

-Perché?- chiese zio Claudius parlando per la prima volta.

-Perché, padre- rispose Ethalyn al posto del gemello -ha una relazione con una Sanguesporco-




Note: 
Questo è il mio secondo tentativo di scrivere della vita di Charity Burbage. Ci avevo provato anni fa ma, per vari motivi, non sono più riuscita a continuare la storia. Spero di avere più fortuna con questa. 
Allora, Charity Burbage è l’insegnante di babbanologia che viene brutalmente uccisa da Voldemort all’inizio del settimo libro. Di lei si conosce solo la sua fine, io ho provato ad immaginare l’inizio. 
Ho provato a cercare vari indizi, o almeno, qualcosa che potesse aiutarmi a costruire la sua storia, ma non ho avuto molta fortuna. 
In questo capitolo, Charity ha diciassette anni e deve iniziare il suo settimo anno ad Hogwarst. Per l’anno di nascita mi sono basata su quello dell’attrice che la interpreta. Mi è sembrato abbastanza verosimile ed è stato l’unica cosa a cui aggrapparmi. 
Non si sa assolutamente nulla sulla famiglia di origine e mi sono presa la libertà di far nascere Charity in una famiglia purosangue. 
Spero di avervi incuriosito, MairTonks. 

  
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