Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
Segui la storia  |       
Autore: crazy lion    30/07/2016    7 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 46.

ANGELI INNAMORATI

"Demi?"
La ragazza sussultò, sentendo quella voce che la chiamava. Stava guardando l'acqua immobile della piscina - chissà perché, poi, si domandò in quel momento - e non si era accorta che qualcuno si stava avvicinando.
Si girò e vide Andrew, in piedi, immobile a poca distanza da lei.
"Ciao!" esclamò. "Sapevo che eri qui, ma non… non… ti ho visto."
Nonostante il buio, Andrew poté chiaramente notare il rossore delle sue gote.
"Io ti ho vista qui sola e sono venuto a salutarti. Ho notato che stavi ballando con un altro, prima."
"Sì" disse lei semplicemente, evitando di continuare quella frase.
"E?" le domandò lui.
"Niente, era un amico di Selena, ma io non lo conoscevo. Mi ha invitata, ho accettato e poi è finito tutto lì. Sei geloso?"
"Un po'" confessò.
"Non devi" gli disse, seria. "Che bella luna stasera, eh?"
"Sì, molto. Posso sedermi?"
"Certo. Desideravo vederti più di ogni altra cosa!" esclamò, emozionata.
Andrew, sorpreso da quelle parole pronunciate con così tanta gioia, le sorrise e le accarezzò il collo. Demi ebbe un brivido, ma quel contatto le piacque.
"Per me vale lo stesso, anche perché ti devo dire una cosa importante."
Si puntellò sui gomiti e le si mise di fronte.
"Non riuscivo più a starti lontano! Questi giorni senza vederti, senza poterti parlare sono stati bruttissimi, ma purtroppo sono stato oberato di lavoro e quando terminavo andavo da Carlie, così non avevo tempo né di chiamarti, né di venirti a trovare, mi dispiace da morire!"
"Ehi, shhh. Tranquillo, non importa. Sei qui adesso" sussurrò lei, con dolcezza.
"Se non fossi venuta qui stasera… mi saresti mancata. Mi sei mancata in questi giorni, Demi."
Lei gli sorrise e lo strinse fra le braccia.
"Mi è mancato abbracciarti" sussurrò al suo orecchio. "Mi sei mancato tu."
Rimasero abbracciati a lungo, senza parlare, immersi nel silenzio della notte che li cullava, come una mamma amorevole.
Demi si sciolse dall'abbraccio in modo un po' brusco e lui la guardò, dubbioso.
"Che ti succede?"
"Non lo so, stasera non riesco molto a parlare. Tu sei qui con me ed io mi sento strana."
Gli prese una mano e la mise sul suo petto.
"Senti come batte?"
Il cuore di Demi sembrava un tamburo.
"Credi che il mio batta in modo diverso?"
Fu lei a mettergli la mano sul cuore. Anche quello di Andrew batteva velocemente.
"Demi, tu per me sei un angelo" sussurrò.
"Mi fai un po' paura" mormorò lei, a voce così bassa che lui quasi non la sentì.
"Perché?"
"Gli angeli dell'acqua" disse, come rapita da un ricordo.
"Cosa?"
"Niente."
"No dai dimmelo!"
"Mi riterresti stupida" mormorò, arrossendo.
"Tu non sei stupida, Demi. Non l'ho mai pensato!"
Lei si schiarì la voce e riprese a parlare.
"Da piccola, quando andavo al mare o in piscina con mia madre, lei mi faceva sdraiare sull'acqua per insegnarmi a stare a galla e allargare le braccia in modo che riuscissi a rimanere su. Diceva che con le braccia in quella posizione sembravo un angelo e che, quando muovevo l'acqua, nuotando o facendo quel movimento, chiamavo gli angeli del Paradiso. Mi raccontava:
"In Paradiso ci sono prati verdi e immensi, colline e montagne altissime e, più sotto, fiumi, laghi e mari pieni di acqua fresca nella quale giocano gli angeli. Quando tu sei in acqua e sei felice, loro ti sentono e, se ti muovi in essa, li chiami ed arrivano. Li puoi sentire e vedere grazie alle piccolissime bollicine che l'acqua fa con i suoi movimenti."
A me questa cosa piaceva ma poi, quando le bolle sparivano, io pensavo che gli angeli se ne fossero andati e mi sentivo male."
Era molto piccola, a quel tempo, ma diventando più grande e ripensandoci con più maturità e coscienza aveva cominciato a capire una cosa: che se gli angeli che sono sulla Terra, quelle persone che ci stanno accanto, che sono sempre buone con noi, che consideriamo le più speciali al mondo, prima o poi se ne vanno, noi iniziamo a morire dentro. Lo disse ad Andrew.
"Quindi che cosa mi vuoi dire?" le chiese lui, affascinato e al contempo rattristato da quell'affermazione. "Che non bisogna affezionarsi agli angeli? Che non ci si può innamorare di uno di loro?"
"No, bisogna eccome, però è importante anche tenerli stretti e cercare di capirli davvero, nel profondo, così non andranno mai via all'improvviso. Non ti lasceranno, non ti tradiranno e, si spera, non moriranno da un momento all'altro. Contro la morte, purtroppo, non si può fare niente, ma per evitare la loro fuga sì! Si può cercare di capirli, di ascoltarli e loro faranno lo stesso con noi, se ci vogliono bene davvero. Gli angeli sono quelle persone speciali della nostra vita con le quali sentiamo di avere un legame intenso, che sono lì per ascoltarci e per supportarci quando le cose non vanno bene, che arrivano se siamo nei guai; e non è detto che debbano essere per forza i nostri genitori. Per me, per esempio, quell'angelo sei tu e per te sono io, ma dobbiamo prometterci di non andare mai via l'uno dall'altra, di non allontanarci, di non spiccare il volo. Magari lo faremo fisicamente, ma non mentalmente, non con il cuore. Se la vita ci porterà l'uno lontano dall'altra o viceversa, ci sarà sempre un filo invisibile che legherà i nostri cuori, in amicizia o in amore lo vedremo più avanti, ma in ogni caso non potremo permettere che questo si spezzi. Ce lo
promettiamo?"
Era la prima volta che Demi, parlando di loro due, pronunciava la parola "amore" ed Andrew sorrise pensandolo, ma non le disse niente temendo di rovinare quel momento.
"Io te lo prometto" sussurrò invece.
"Anch'io, promesso."
Si strinsero in un nuovo abbraccio e si baciarono. Fu un bacio dolce, profondo, non solo un'unione di lingue, ma anche di esseri, di cuori, di anime, che per un momento fece dimenticare loro tutto ciò che stava intorno. Non c'era più la festa, erano sparite le persone. C'erano solo loro due, in un piccolo universo fatto di felicità e spensieratezza.
Quando si sciolsero da quell'abbraccio ritornarono lentamente alla realtà.
"Sai Andrew, io credo di non meritarti, almeno non pienamente, come amica intendo."
"Che cosa stai dicendo ora?"
Demi aveva cambiato argomento con una tale velocità che lui se ne stupì e rimase un po' scosso.
"A volte mi disprezzo e non capisco come gli altri possano riuscire ad accettarmi per… per questi."
Si tirò su una manica della maglia e gli mostrò le cicatrici dei tagli, quelle che lui aveva visto tante volte.
"Io non ti disprezzo, Demi! Non lo farò mai! Sono tuo amico - e forse, adesso, qualcosa di più - per mille e più motivi, ma nessuno di questi ha a che fare con i tuoi tagli. Tu sei bellissima fisicamente anche con quelle cicatrici, ma lo sei soprattutto dentro ed è questo che importa alle persone che ti stanno intorno e che conta per me. Sei bella nel cuore e nell'anima. Inoltre, anch'io lo sono stato, anche se non te l'ho mai detto."
"Cosa?" chiese la ragazza, guardandolo fisso negli occhi.
Lo immaginava, ma sperava di non aver capito bene. Se fosse stata la verità, avrebbe fatto troppo male.
Lui distolse lo sguardo, si girò dall'altra parte e disse:
"Autolesionista."
Il fatto che Andrew non la guardasse e quell'unica parola furono, per Demi, come una coltellata nel cuore. Sbiancò. Sentì un dolore dilaniante e quasi insopportabile al petto, come se un peso la schiacciasse.
"Tu… tu… che cos'hai fatto?"
Demi era sconvolta. Lei aveva sempre considerato Andrew una persona forte, perfetta, che non si arrendeva mai, che non mollava nemmeno davanti alle difficoltà più grandi, ma adesso si rendeva conto che forse, durante tutti quegli anni, l'aveva un po' idealizzato. Andrew era forte, certo, ma aveva anche le sue debolezze, come tutti e solo ora lei lo capiva. Del resto, anche lui era umano. L'uomo si tolse il giubbotto e si alzò la manica della felpa.
"Vedi?"
Demi toccò delicatamente quelle cicatrici con le punte delle dita. Andrew si godette il suo tocco dolce e leggero, felice di aver confessato quel segreto a qualcuno e sentendo che, forse, l'ennesima ferita che aveva nell'anima si stava rimarginando ed era lei, la sua migliore amica, che gliela stava curando. Era stato così liberatorio pronunciare quell'unica parola! Ora poteva condividere anche quel peso con qualcuno e non più farlo in solitudine.
"Perché?" gli chiese la ragazza con voce rotta e poi si morse il labbro per cercare di trattenere le lacrime che le pizzicavano gli occhi.
"Non lo immagini?"
"Carlie" disse lei soltanto.
"Sì."
"Andrew ti prego parlami, spiegami, dimmi com'è cominciato, se ti stai facendo aiutare…" buttò fuori tutto d'un fiato, preoccupata.
"Sta' tranquilla, è successo molto tempo fa. Non lo faccio più da mesi" le disse soltanto.
Demi non riusciva a capacitarsi di quanto aveva appena scoperto. Non solo i genitori di Andrew erano morti tragicamente e la sorella versava in quelle terribili condizioni da anni, ma lui aveva sofferto ancora di più, trovando nell'autolesionismo l'unico sfogo possibile a tutta la sofferenza che gli riempiva il cuore. Uno sfogo che, però, gli si era rivoltato contro ogni volta, provocandogli non solo ferite nel corpo, ma anche nell'anima. Queste ultime sono quelle che fanno più male, perché mentre le prime guariscono col tempo, le seconde difficilmente vanno via. Alcune rimangono aperte, sanguinanti, indelebili e continuano a far
male.
"Io non mi ero accorta di niente! Tu indossavi spesso maglie a maniche lunghe ma non ti ho mai chiesto nulla perché pensavo che, nonostante facesse caldo, quello fosse il tuo modo di vestire. L'hai fatto per tanto tempo, per anni ed io come una stupida non ti ho mai posto domande. Se solo ti avessi chiesto qualcosa, avrei potuto aiutarti!" esclamò la ragazza.
Sentiva gravare su di sé il peso della colpa e le mancava il fiato. Come aveva fatto a non rendersi conto che il suo migliore amico soffriva così tanto? Se solo l'avesse scoperto, se fosse stata più attenta, gli sarebbe rimasta più vicina.
"No, Demi; guardami" le disse Andrew.
Lei teneva gli occhi bassi e il viso tra le mani, così fu lui ad alzarglielo.
"L'errore è stato mio. Non è stata colpa tua, okay? Non tormentarti! Tu non avresti potuto accorgerti di niente. Purtroppo, sono bravo a nascondere ciò che mi fa stare male" disse infine, con una punta di amarezza nella voce.
"Un po' come me in passato" constatò lei, con il suo stesso tono.
Demi decise di non fargli ulteriori domande. Temeva che l'avrebbe infastidito o fatto soffrire.
"Te ne parlerò più avanti, promesso. Ora non sono pronto, ho bisogno di un po' di tempo per organizzare il discorso. Ti giuro che non lo sto facendo per nasconderti qualcosa, Demi. Ora che te l'ho detto voglio che tu sappia tutto, finalmente, ma non adesso. Puoi aspettare?"
"Va bene, lo farò. Quando sarai pronto me ne parlerai."
Stava, pian piano, conoscendo un Andrew diverso, più sensibile e profondo. Le piaceva ciò che vedeva di lui, in particolare la sua sensibilità, ma stava terribilmente male al solo pensiero che, per avere quel carattere, lui avesse sofferto così tanto, senza dirle niente: prima sua sorella, ora questo e chissà quando aveva iniziato a tagliarsi e se aveva veramente smesso. Demi voleva fidarsi di lui con tutto il suo cuore, ma quel dubbio le restava ed ora, mentre era lì, davanti a lui, non poteva non sentire nel petto una punta di angoscia. Odiava non credere pienamente alle sue parole.
"Ti va di ballare?" le chiese Andrew alzandosi in piedi.
"Sì, torniamo dentro!" esclamò lei.
Danzare li avrebbe distratti da quei tristi pensieri.
"No no, io intendevo se vuoi farlo qui fuori." Demi non capiva, ma lasciò che Andrew la prendesse fra le braccia. "C'è un bel venticello, stasera, senti? Muove le foglie egli alberi e l'erba procudendo un magnifico suono. Ci basta questa musica, non credi?"
Demi ascoltò. Era vero, il suono era dolce e delicato, secondo lei uno dei più belli al mondo. Guardò in alto, ammirando incantata le stelle e la luna piena, che si vedevano abbastanza bene nonostante fossero in città..
"Sì, direi che ci basta, unita a questo" disse, indicando il cielo.
Cominciarono a ballare sull'erba, stando in silenzio, ascoltando il rumore dei loro piedi. Si muovevano leggeri, lui la guidava e lei si abbandonava completamente, lasciandosi trasportare in una danza stupenda. Quella serata, per loro, sembrava senza tempo. Era tutto così bello, quasi magico. Il vento, che scompigliava i capelli di Demi, ora non le dava più fastidio. Si era invece trasformato in una musica soave, la più armoniosa che lei avesse mai ascoltato.
Alcune persone, uscite in quel momento, iniiarono a guardarli e li applaudirono, meravigliati dal fatto che quei due ragazzi stssero ballando senza musica, perché nonostante questo c'era un'armonia perfetta fra loro, che si vedeva non santo dai loro movimenti, quanto piuttosto dai sorrisi. Sorridevano come due adolescenti innamorati, quasi fossero stati sulle nuvole. In un certo senso era così che si sentivano. Non fecero nemmeno caso agli applausi e agli sguardi, talmente ebbri di quella felicità da non percepire altro.
"Sei bellissima!" sussurrò Andrew all'orecchio di lei, con voce più dolce del solito.
"Grazie" gli rispose.
Si baciarono di nuovo prima a fior di labbra, poi approfondirono sempre più quel contatto, fino a sentire lo schiocco delle loro lingue.
"Ed è bello anche baciarti" aggiunse Demi, quando si staccarono.
In quel momento smisero di ballare e restarono così, in piedi, l'uno di fronte all'altra, immobili e senza parlare per qualche minuto, mentre il sentimento che entrambi provavano, ma che nessuno aveva ancora osato pronunciare, andava dall'uno all'altro dei loro cuori.
Demi, senza rendersene conto, fece un movimento con il corpo e si sbilanciò a destra. Perse l'equilibrio ed Andrew, nel tentativo di prenderla per evitare che cadesse, finì a terra con lei. Si ritrovarono l'una sopra l'altro, ridendo come pazzi.
"Scusa, ho rovinato questo momento" disse lei, cercando di smettere di ridere.
Le dispiaceva sul serio.
"Non l'hai fatto. L'hai reso ancora più speciale, semmai. Del resto l'amore è fatto anche di questo, no? Di felicità, di risate."
Amore. L'aveva detto, finalmente.
Demi si alzò e adocchiò l'orologio: era tardi.
"Vuoi andare a casa?" le chiese Andrew.
"Sì."
"Ti accompagno."
Andarono a salutare Selena e Joe, poi partirono.
Per tutto il tragitto nessuno dei due parlò, Demi perché non aveva niente da dire, Andrew perché si sentiva ferito, ma non voleva ammetterlo. Il fatto che Demi non avesse detto niente dopo che lui aveva pronunciato la parola "amore" l'aveva confuso. Che avesse voluto andare via perché si era spaventata? Questo lo metteva in agitazione. Credeva che anche lei cominciasse a provae lo stesso sentimento. Respirava affannosamente, ma cercava di non darlo a vedere. Avrebbe anche voluto piangere, ma si trattenne perché non voleva farlo davanti a lei.
"Mi è piaciuto stare con te stasera, Demi" le disse a un tratto. "Ci siamo detti cose profonde. Tu diventi sempre più importante per me ogni giorno che passa. Non riesco più a stare senza di
te!"
Erano davanti alla casa di lei. Andrew spense il motore e affondò le mani nei suoi capelli, lunghi e morbidi. Le accarezzò piano la testa e la tirò vicino a sé, facendogliela appoggiare sulla sua spalla.
"Anche tu sei fondamentale per la mia vita, molto più di quanto immagini" sussurrò lei. "Mi sei mancato anche tu, tantissimo, ma non come amico, come qualcosa di più. Mi sto innamorando di te, Andrew!" esclamò infine, sincera.
Tutti i dubbi che l'uomo aveva avuto fino a un attimo prima, svanirono improvvisamente. L'oscurità che, per un momento, l'aveva avvolto, se ne andò lasciando posto ad un sole splendente.
Era il momento che anche lui glielo dicesse.
"Anch'io, Demi. Provo le stesse cose."
"Allora dimmelo, forza."
"Mi sto innamorando di te, Demetria."
L'avevano ammesso entrambi. Ora si sentivano molto più leggeri. Si emozionarono al pensiero di ciò che si erano appena detti. Avevano sentito l'uno la mancanza dell'altra ma non come amici, bensì come innamorati. Era strano, per loro, che si conoscevano da una vita, provare un sentimento più forte dell'amicizia, ma era anche molto, molto bello. L'avrebbero vissuto appieno, giorno dopo giorno, non sprecando nemmeno un attimo e senza affrettarsi; e comunque sarebbero andate le cose, speravano che il filo che univa i loro cuori non si sarebbe mai reciso. Del resto, se l'erano promesso e avrebbero fatto di tutto per mantenere la parola data.
"Credevo che avessi voluto andare via per ciò che ti avevo detto, che ti fossi spaventata" le disse lui, confessandole i suoi timori di poco prima.
"Cosa? No, anzi; è solo che avrei voluto dirtelo in un luogo un po' più privato, lontano da orecchie indiscrete. Mi dispiace, non avrei mai voluto ferirti."
"Tranquilla, è passato!"
"Resti qui stanotte?" gli propose Demi e poi aggiunse, con un sorriso: "Mi farebbe piacere."
Andrew la guardò, basito.
"Vuoi…"
"No, non quello, non adesso!" esclamò con foga e risero entrambi per quel piccolo equivoco. "È troppo presto" continuò la ragazza. "Intendevo solo dire che se vuoi puoi dormire da me, senza tornare a casa con il buio."
"Va bene, grazie."
Appena entrarono, Demi chiamò sua madre che le disse che le bambine si erano addormentate.
La ragazza ne fu stupita, ma anche felice: l'altra volta Dianna aveva dovuto portarle a casa, mentre quella sera evidentemente si erano rilassate di più.
"Allora non le sveglio. Verrò a prenderle domani mattina, se per te non è un problema."
"No, non lo è, figurati. Sei tornata presto!" esclamò la madre.
"Non mi stavo divertendo molto. Loro hanno fatto le brave?"
"Sì, sono state bravissime. Mi spiace che non ti sia piaciuta la festa!"
"Non era niente di che, ma ho incontrato Andrew e ci siamo messi a chiacchierare. A proposito, non scandalizzarti se te lo dico, ma è a casa mia. Gli ho proposto di dormire qui stanotte, anziché tornare a casa con il buio."
"Oh! Beh, d'accordo, in fondo siete… come posso definirvi?"
"Non lo so con esattezza" ammise Demi. "Dobbiamo ancora capirlo anche noi, ma ci stiamo innamorando. Ce lo siamo detti stasera."
"Davvero? Demi, è fantastico!"
Dianna era contenta per loro. Finalmente le cose, per Demi, stavano andando bene da un po' di mesi a quella parte.
Le due donne si salutarono.
Appena chiuse la telefonata, Demi si rivolse ad Andrew e gli chiese, pensando di aver appena fatto una cazzata:
"Ti dispiace che abbia raccontato tutto a mia madre? Scusa se ti ho ferito, non volevo, ma sono molto aperta con lei anche su queste cose. Non voglio più mentirle."
"No, non scusarti. Non mi dispiace affatto. Anzi, è bello che tu voglia essere così sincera con lei."
Le sorrise.
Demi aggiunse che gli avrebbe lasciato volentieri il suo letto.
"Oh no, io dormo sul divano. Le signore devono stare più comode."
"Sei un cavaliere!" constatò lei ridendo. "Ti ringrazio."
"Figurati! Allora buonanotte" disse lui, mentre si sedeva sul divano.
"Buonanotte. Fa' come fossi a casa tua, come sempre; e se hai bisogno, io sono di sopra."
"Certo."
Demi salì al piano superiore
Quella sera entrambi si addormentarono felici. Le cose, tra loro, stavano veramente cambiando e ciò non faceva loro paura, anzi, li riempiva di una gioia immensa.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ed eccoci arrivati, davvero stavolta, al capitolo 46, prima della pausa per le vacanze estive. Io domenica partirò per la Spagna, poi a settembre avrò due esami, quindi ci si rivedrà alla fine di quel mese.
Volevo arrivare a questo capitolo perché è cruciale, nel senso che segna un vero e proprio punto di svolta nella relazione fra Andrew e Demi. Ho cercato di fare in modo che fosse abbastanza intenso.
Che ne pensate? Vi è piaciuto? Io sono abbastanza soddisfatta. La scena del ballo al suono del vento l'ho aggiunta stamattina. Non mi convince moltissimo, speravo di renderla meglio. Se avete consigli per migliorarla, ditemi pure. :)
Che pensate di ciò che si è scoperto su Andrew? Ve lo aspettavate? Secondo voi in futuro ricadrà nella trappola dell'autolesionismo?
Dite la vostra, se vi va.
Bene, allora ci si rivede a settembre.
Mi mancherete tantissimo, cari lettori, care ragazze che recensite la mia storia, cari voi che leggete o seguite e basta! Sentirò la mancanza di tutti, dal primo all'ultimo, ma tornerò, ve lo prometto! Non abbandonerò Demi, le voglio troppo bene; e non lascerò nemmeno gli altri personaggi. Come potrei dimenticare Mackenzie e Hope, ad esempio? Sono troppo dolciose. :)
Okay, dolciose non è italiano, lo so, ma volevo usare un termine carino e tenero.
Beh, non mi resta che augurare a tutti buone vacanze e buon inizio scuola, per chi ancora ci va. Ci rivediamo presto.
Io, Demi, Andrew, Mackenzie, Hope, Dianna, Eddie, Dallas, Madison, Selena e Joe vi salutiamo, ma ci rivedremo presto!
E, come si dice in spagnolo: adios (che non vuol dire addio, ma è una specie di arrivederci perr quando si sa che si torna tra un po.).
crazy lion
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato / Vai alla pagina dell'autore: crazy lion