Crossover
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Autore: Crybaby    30/07/2016    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-2!

Responsabilità

Negli occhi di Ub, Rock Lee scorse uno sguardo che non aveva mai visto prima. Uno sguardo pieno di panico e terrore, non molto diverso da quello di un cucciolo indifeso.
Il ragazzo di colore cercò subito di andarsene, ma inciampò nel tavolo e cadde all'indietro sull'erba. Lee gli porse una mano per aiutarlo, ma fu ignorato.
-Che c'è… Cosa vuoi da me…- fu tutto quello che Ub ebbe a dire.
-Cosa voglio da… Che domanda è? Ub, sono Rock Lee! Sono tuo amico! Sono preoccupato per te! Dimmi che cosa ti è succ…
-NO!
Rialzatosi Ub alzò una mano per tenere il ninja a distanza, mentre con l'altra si coprì il volto.
-Io ho… visto… Ti prego, Lee! Non chiedermi niente! Va' via! Non sono pronto… E non lo sarò mai più! Se sei mio amico, lasciami stare. Non voglio tornare, non voglio…
Restando immobile nella stessa posizione difensiva, l'allievo di Goku cominciò a piagnucolare in maniera ben poco dignitosa. Altri si sarebbero allontanati per il disgusto, ma non Lee.
-Mi dispiace, ma non posso lasciarti in questo stato. Ti rimarrò accanto tutta la notte se necessario, e non me ne andrò finché… !
Il ninja toccò la mano protesa di Ub. L'aveva appena sfiorata, ma questo gesto inaspettatamente peggiorò ancora di più la situazione.
-No! NO! NO!
Ub si accoccolò a terra in una posizione fetale e gridò con tutta la voce che aveva, esattamente come un neonato strappato dalla sicurezza del grembo materno.
-Lasciami! Lasciami! NON VOGLIO! AIUTO! AIUTO! NON VOGLIO!
-Che sta succedendo qua fuori?!
Allarmato dalle grida, Mamoru uscì di corsa dalla casa e raggiunse i due. Compresa con uno sguardo la situazione, il ragazzo tirò indietro Lee per un braccio.
-Io… Io non gli ho fatto niente! Ho solo…
-Ti credo. Torniamo dentro, Rock Lee. Per ora non possiamo fare nulla qui.

-Dovevi lasciarmi finire di parlare- disse Michiru a Rock Lee, quando questi e Mamoru rientrarono in casa.
-Mi dispiace, non pensavo che avrei infastidito Ub fino a… fino a quel punto!
-Lascia perdere- lo rassicurò invece Usagi -prima o poi uno di noi sarebbe comunque uscito per vedere se gli era passata.
-Se gli era passata, cosa? Chi è stato a ridurre Ub in quello stato?
I presenti si fissarono l’un l’altro con un’espressione grave in volto. Era chiaro che per ognuno di loro costava fatica dover spiegare a parole la situazione. Alla fine fu Mamoru, tornato a sedersi accanto ad Usagi, a prendere la parola.
-Siediti, Rock Lee. Sarà una storia un po' lunga.
-Preferisco restare in piedi, grazie. Parla, sono tutto orecchie!
Il ninja fissò Mamoru con determinazione, ma toccò invece a Michiru cominciare la spiegazione.
-Innanzitutto… è stata colpa mia, se non ci siamo accorti subito di come stava. Come ricorderai, per potenziarsi Petirol aveva ingoiato i cristalli delle sei persone cadute nel Labirinto della Follia: per la precisione il mio, quello di Haruka, di Rei, di Makoto, di Ino, e per finire quello di Ub. Dopo che Petirol fu sconfitta, come prima cosa ovviamente noi sei siamo stati risvegliati, e dopo essere stati aggiornati sugli ultimi avvenimenti ci siamo diretti di corsa in città. Fu allora che mi resi conto che Ub non ci aveva seguito. Sul momento ho pensato che ci avesse invece preceduto in volo, e nella concitazione della lotta mi sono totalmente dimenticata di lui.
La guerriera di Nettuno si girò verso la sua leader Usagi, chiedendole con lo sguardo di proseguire il racconto.
-Fu soltanto dopo che Bulma e Chichi accettarono di ospitarci per la notte, che ci siamo accorti della sua assenza. Ritrovammo Ub più o meno nello stesso punto in cui Gai, il tuo maestro, e il signor Bu si incontrarono per restituire i cristalli ai loro proprietari: era disteso sull'erba, bagnato di sudore freddo e addormentato…
-Non sembrava ferito- la interruppe brevemente Bulma -ma per sicurezza ho deciso di ospitarlo da me e farlo dormire nella vasca rigeneratrice che di solito usa Vegeta.
-Ub è stato l'ultimo di noi a svegliarsi. Quando ci siamo visti, stamattina, sembrava tranquillo. Ci ha salutati, poi si è scusato dicendoci che non si era ancora svegliato del tutto, che era meglio per me e le altre se tornassimo prima dalle nostre famiglie per controllare se stessero bene, e che ci sarebbero state in futuro altre occasioni per parlarci. Gli abbiamo dato retta, ovviamente. Ma, quando un'ora fa Ami ci ha telefonato e ci ha detto che Ub era ancora qui, abbiamo capito che qualcosa non andava.
Usagi sospirò, e con galanteria fu Mamoru a finire per lei il racconto.
-Quando ci siamo avvicinati, Ub ha avuto la stessa reazione che più o meno ha avuto con te poco fa, Rock Lee. Non ci ha dato alcuna spiegazione sul perché non ci vuole tra i piedi…
Il futuro re Endymion bevve un altro sorso di the, prima di continuare.
-…ma un'idea me la sono fatta.

Kaolinite tracciò un cerchio nell’aria, creando un buco nero da cui uscì una persona che cadde addosso a Tuxedo Kamen.
-Ma chi… Ub!
Mamoru girò l’amico a pancia in su. Il ragazzo di colore aveva un’espressione sofferente congelata in volto, e dai suoi occhi chiusi sgorgavano delle lacrime.
-Ub… Cosa ti è successo?
-Mentre voi facevate i criceti nel labirinto- spiegò Kaolinite -dopo avergli letto la mente per scoprire le sue paure più profonde, l’ho stordito con un magico influsso allucinogeno per fargli vivere il suo peggiore incubo. Petirol mi ha supportato con le illusioni-ologrammi, per rendere più veritiero e palpabile il tutto. L’obiettivo era semplice: indebolendo il suo spirito, l’avrei reso facilmente depredabile del cristallo. Pensavo di fare lo stesso anche con tutti gli altri, uno alla volta… ma purtroppo qualcuna si è lasciato distruggere i macchinari sotto al naso.
-Non guardare me, Kaolinite! Io non ho colpe! Prenditela con Viluy!
Ignorando la discussione fra streghe, Mamoru sollevò Ub e lo scosse leggermente.
-Ehi. Ehi. È tutto finito, Ub! Qualunque cosa tu abbia visto… non era reale, hai capito? Andiamo amico, riprenditi! Siamo a un passo dalla vittoria, e adesso c’è anche Sailor Saturn a darci una mano!…
Il corpo di Ub scivolò dalle braccia di Mamoru, e cadde a terra come una bambola.

-Ero arrivato troppo tardi, il suo cristallo del cuore era stato rubato. Però, visto come stanno le cose, dubito che sarei riuscito a salvarlo se fossi arrivato in tempo.
Rock Lee assimilò quanto Mamoru gli aveva detto. La spiegazione a ciò che era successo al suo amico era ora lampante, ma da sola non sarebbe bastata per trovare una soluzione. Se mai fosse esistita.
-Mi stai dicendo che Ub è rimasto… No, mi rifiuto di crederci! Mi stai dicendo che Ub è rimasto traumatizzato da un’illusione, e che ora non riesce più a fare distinzione fra sogno e realtà?
Mamoru fece segno di no con la testa.
-Se le cose stessero così, Ub non si starebbe comportando in quel modo con noi. È molto probabile che “il suo incubo peggiore”, così lo ha definito Kaolinite, sia riaffiorato nella sua mente in maniera graduale, poco dopo essersi risvegliato.
Tutti i presenti tacquero. Non c’era niente altro da aggiungere. Lee chinò il capo e fece una breve camminata in tondo, per poi avvicinarsi a una finestra e spiare fuori: Ub aveva abbandonato la posizione fetale e si era seduto su una panchina del giardino, ma non sembrava certo stare meglio.
-Ho capito. Ub ha paura che il suo incubo peggiore possa un giorno diventare realtà, ed è per questo che rifiuta qualsiasi contatto umano.
Il ninja strinse una mano a pugno.
-So che desideri che Ub torni quello di un tempo, e che succeda il più in fretta possibile- gli disse Michiru, alzandosi dalla sua poltrona -ma in questo caso, la cosa migliore da fare è lasciarlo in pace, ed aspettare che capisca da solo quando è arrivato il momento di svegliarsi. Lo hai visto anche tu, lui non vuole parlare con noi e dobbiamo rispettare il suo volere. E non saremmo in grado di aiutarlo comunque, senza sapere in cosa consiste il suo incubo…
-Noi, forse no. Ma se chiedessimo a qualcuno che lo conosce meglio… Ami, è possibile cambiare la destinazione del VSD?
-Sì, si può fare. Perché me lo chiedi… Ooh, ho capito! Vado subito a riprogrammarlo!
Senza bisogno di aggiungere altro Sailor Mercury si diresse spedita nel seminterrato, seguita a ruota da Lee.
-Eh no, aspettate!- gli gridò dietro Michiru -non potete prendere l'iniziativa così su due piedi! …mh?
Usagi, anche lei alzatasi in piedi, mise una mano sul braccio dell'amica sailor e le fece segno di no con la testa, riuscendo a rilassarla.
-Sta' calma, Michiru. So che ti senti un po' in colpa per non aver aiutato subito Ub e vuoi rimediare, ma non sarà certo lasciandolo solo che tutto si risolverà. Se esiste qualcuno che può avvicinare Ub e parlare con lui meglio di quanto siamo riusciti a fare noi, è giusto fare un tentativo.

Poco per volta il respiro di Ub tornò regolare. Il ragazzo di colore si sentiva più rilassato, ma pregò ancora con tutto il cuore che nessuno sarebbe più venuto a disturbarlo.
Purtroppo, le sue preghiere furono disattese quasi immediatamente, quando un rumore gli fece capire che qualcuno si era appena seduto accanto a lui sulla panchina.
D’istinto si alzò di scatto per scappare, ma una mano lo afferrò con forza disumana ad una spalla e lo obbligò a rimettersi seduto.
-Te ne vai senza salutare il padrone di casa?

Ami terminò di trafficare con la centralina del VSD molto prima del previsto. Essendo la nuova destinazione già stata scelta dalle Witches 5 in passato, per la sailor fu sufficiente estrapolare le coordinate dalla memoria interna invece di cercarle da zero.
-Tutto è pronto, puoi entrare quando vuoi.
-Fantastico! Ami, sei sempre affidabile!
Ringraziatala con un pollice alzato, Rock Lee entrò nella cabina. Avrebbe potuto uscire subito dalla seconda porta, ma prima si concesse qualche altro secondo per prepararsi.
"Forse ha ragione Michiru. Ub andrebbe lasciato riposare ancora un bel po', poveretto… Però, è anche giusto che i suoi vengano almeno messi al corrente. Se voglio rispettare il desiderio di riservatezza di Ub ma allo stesso tempo aiutarlo, dovrò stare molto attento a come esporre loro la situazione."

Ub non riuscì nemmeno a gridare aiuto. Le dita di Vegeta sulla sua spalla sembravano morse di una tenaglia talmente stretta da togliergli il fiato.
-Ho sentito dire che certe volte è molto più facile confidarsi con qualcuno con cui si parla poco, piuttosto che con i parenti e amici più stretti.
Vegeta lasciò finalmente la presa. Mentre si massaggiava le spalle e il collo riprendendo fiato, Ub fissò il principe dei saiyan con la coda dell'occhio. Ma non gli rispose.
-Ti posso dire che per me una volta ha funzionato. Pensa, non ho avuto il coraggio di dire addio a Bulma e Trunks prima di sacrificarmi per uccidere Majin Bu, ma in compenso ho confidato le mie ultime volontà al muso verde, Piccolo.
Ub tornò a guardarsi i piedi, senza fiatare.
-Non temere, io non sono pettegolo come gli altri. Piuttosto che tenerti tutto dentro e rischiare di esplodere, è meglio che parli con me adesso.
Ub voltò la testa dall'altra parte, sempre senza dire una parola.
-Se non vuoi tornare dalla tua famiglia, a me sta bene. Ma non potrai abitare nel mio giardino in eterno. Fino a prova contraria sono io il padrone di casa e decido io quando è arrivato il momento di far sloggiare gli ospiti, specialmente quelli deprimenti come te. Se preferisci essere sbattuto fuori a calci e cercare un ponte sotto cui dormire, piuttosto che sputare il rospo, allora continua pure a restare zitto per i prossimi dieci secondi.
Vegeta incrociò le braccia, e con la mano destra cominciò a picchiettare ritmicamente sull'avambraccio opposto.

Finalmente pronto, Rock Lee abbassò la maniglia e attraversò il varco…
…per ritrovarsi in un ambiente totalmente buio. Il ragazzo capì subito di non essere da solo, quando una miriade di occhietti brillarono nell'oscurità per fissarlo.
"Accidenti, forse sono capitato nella casa di qualcuno…" -B-buonasera!…
Non ottenendo risposta, il ninja accese un fiammifero preso da una tasca per vederci letteralmente chiaro. Scoprì così che gli occhietti appartenevano a un'intera famiglia di talpe grandi e piccole.
-Oh. Ehm… Perdonatemi, tolgo subito il disturbo!
Lee si infilò in un cunicolo e strisciò per qualche metro fino a trovare l'uscita, situata nel bel mezzo di una piccola macchia d'alberi a ridosso di una spiaggia.
"…beh, perlomeno sono a destinazione."

Arrivato al nono colpo, Ub si decise finalmente ad aprire bocca.
-Io ho… Le streghe… Le streghe mi hanno mostrato il futuro…
-Ah. Interessante. E com'era, questo futuro?
-Brutto… No, peggio…
Il ragazzo di colore si passò una mano sul viso, per asciugarsi da qualche improvvisa goccia di sudore freddo.
-Una strega… Petirol, si chiamava… Aveva ucciso tutti. Tutti noi, e aveva conquistato la Terra. Io ero lì, ero una specie di fantasma, non potevo fare niente… E Goku…
-Kakaroth? Aspetta, si può sapere come hanno fatto le streghe a conoscerlo? Oppure… quello che mi stai raccontando è solo un tuo sogno?
-No, no! Sono state le streghe… Hanno letto nella mia mente e mi hanno fatto cadere in… in un'illusione, o così mi ha spiegato Mamoru…
-Un'illusione? Ti sei ridotto così pur sapendo che niente di quello che hai visto era reale? Lasciatelo dire, sei patetico.
Ub chiuse gli occhi ed annuì leggermente, per poi ammutolirsi di nuovo.
-Su, vai avanti. Che cos'altro hai visto? Cos'ha fatto Kakaroth?
-…Goku… Per un po' ha finto di rincuorarmi, mi ha incoraggiato… E poi, è tornato ad essere posseduto da Chaos… Un pezzetto di Chaos era rimasto in lui, e…
Vegeta pensò per un attimo di spiegare ad Ub che ciò non sarebbe mai stato possibile, ma si trattenne. Solo a lui, un anno prima, Goku aveva confessato di essersi lasciato contaminare di proposito da Chaos, per testare i miglioramenti degli eroi della Terra. Da questo fatto, Vegeta era più che certo che Goku non avrebbe commesso mai più lo stesso errore di farsi possedere, e che l'incubo di Ub non si sarebbe mai avverato.
Ma non poteva dirlo: aveva giurato al suo eterno rivale di mantenere il segreto.
-Insomma, hai visto Kakaroth voltarti le spalle e coprirti di insulti. E magari ti ha anche massacrato fino a ridurti in fin di vita- suggerì il saiyan, a cui Ub rispose annuendo -beh, come illusione traumatizzante è stata piuttosto patetica. Come patetica è la tua reazione, e scusa se te lo dico ma è la verità. Te ne rendi conto, almeno? …?
Il ragazzo guardò di fronte a sé per un attimo, poi abbassò ancora lo sguardo e riprese a sudare. Vegeta notò che stava anche tremando.
-C'è dell'altro, Ub?
Ub scosse la testa, ma era palese che stesse mentendo.
-Devi dirlo, Ub, o non ti alleggerirai mai. Inoltre la mia minaccia di sfrattarti a calci nel sedere è ancora valida.
L'allievo di Goku tremò un po' più forte, si sostenne la testa sempre più imperlata di sudore con una mano e deglutì profondamente.
Cominciò anche a singhiozzare, ma tentò ugualmente di rispondere.
-Noi… Petirol… Petirol ci aveva imbalsamati… Tutti… E Ajit… Era suo schiavo!…
-Ajit? Non l’ho mai sentito nominare, chi sarebbe? -Mio… fratello… La mia famiglia era stata minacciata da Petirol, e lui si era offerto di diventare suo schiavo per risparmiarla… E mi odiava. Ajit ha gridato contro il mio corpo… Ha gridato… E… Ti prego, bast…
Ub vomitò, tossì e vomitò ancora. Vegeta aveva intuito che ci dovesse essere ancora un dettaglio, ma decise che la reazione del ragazzo valeva ugualmente come risposta e non chiese più nulla. Anzi, si alzò in piedi e lo aiutò dandogli delle forti pacche sulla schiena.
-Su, butta fuori tutto. Butta fuori tutto, che ti fa bene.
Il ragazzo rigurgitò a intermittenza per almeno un paio di minuti, poi si fermò.
-Come va? Meglio?
-Mi… dispiace…- rispose Ub con voce rauca, pulendosi la bocca con l'avambraccio.
-Non fa niente, tanto non sono io quello che cura il giardino.
Il saiyan si risedette, e per un po' stette anche lui in silenzio per riflettere.
-Però, addirittura imbalsamati… Mi piacerebbe poter dire di averne viste di peggio ma, cavolo, nemmeno Freezer era così spietato. Lui al massimo disintegrava le sue vittime in un colpo solo, o in alternativa le uccideva facendogli esplodere la testa con lo sguardo…
Ub accennò un nuovo attacco di vomito.
-Scusa. …anzi, no- dicendo questo, Vegeta si alzò e strinse i pugni con rabbia -ora che so tutto, posso confermare quanto tu sia patetico! Davvero è bastato vedere una scena macabra per ridurti così? Davvero il tuo stomaco è così delicato da impedirti di alzare il culo da questa panchina, tornare a casa tua e continuare la tua vita?…
-NO! NON E' SOLO PER QUESTO!
Anche Ub si era alzato, ma questa volta non fuggì. Questa volta rimase, per fissare con rabbia il saiyan e rispondergli per le rime.
-Ho visto la mia famiglia soffrire, ho visto mio fratello sputare odio contro di me, ho visto gli abitanti del mondo vivere nella paura e nella distruzione… E tutto perché io ho fallito! Perché non sono stato in grado di proteggerli!
-Ma di che cavolo stai parlando?! Non sei l’unico difensore del pianeta Terra, siamo tutti coinvolti! Pensi di essere più speciale degli altri?
-No… No, anzi. Io non più voglio essere speciale. Non posso sopportare l’idea di essere in parte responsabile della sofferenza dei miei cari nel caso di un mio fallimento. Non posso, non ce la faccio più!
Vegeta sbarrò gli occhi. Non poteva credere che quelle parole provenissero proprio dall’allievo del suo migliore amico e rivale Goku.
-Quindi… Ti ritiri? Getti la spugna?
Con gli occhi chiusi, e un’espressione sofferta in volto, Ub annuì di nuovo.
Un secondo più tardi, un pugno mosso alla velocità della luce lo raggiunse al volto, facendolo cadere in ginocchio e facendogli sputare un po’ di sangue.
Tuttavia, il ragazzo non ne fu spaventato più di tanto.
-Picchiami… picchiami pure quanto vuoi, Vegeta Io non cambierò idea…
-E infatti non mi interessa cambiartela.
-C-come?
-Avrei potuto uccidere un comune essere umano con quel pugno. Lo sai cosa significa questo? Significa che, anche tirandoti indietro, tu avrai sempre una forza superiore a quella degli altri terrestri. Avrai sempre i mezzi che ti servono per fare la differenza. E vivrai sempre con la consapevolezza di stare negando il tuo contributo alla protezione degli abitanti del pianeta Terra. Di cui, notizia dell’ultima ora, ANCHE LA TUA FAMIGLIA FA PARTE! Qui non si tratta di scelta, non si tratta di ritirarsi e lasciar fare gli altri. Anche se i difensori del pianeta sono tanti, questo non ti autorizza a lasciare i tuoi poteri inutilizzati. Che ti piaccia o no, che tu faccia qualcosa o no, tu sei sempre e comunque responsabile della sorte della Terra nel caso un nemico si faccia vivo per minacciarla!
A stento, Ub si rialzò. Ogni parola di Vegeta, per le sue orecchie e il suo cervello, aveva avuto lo stesso doloroso effetto di una scarica di proiettili. Poteva tornare a casa, nascondersi nell’angolo più remoto della Terra, o addirittura uccidersi, ma il senso di colpa per non aver fatto nulla per cambiare le cose lo avrebbe sempre trovato, sempre. Tuttavia, questo non alleviò la sua paura.
Senza avere nulla con cui controbattere, il ragazzo di colore volse semplicemente le spalle a Vegeta e rimase in silenzio.
Il principe dei saiyan fece lo stesso. Ma non se ne andò.
-Un’ultima cosa. Quando il mago Babidi mi ha trasformato per un breve tempo in uno spietato mostro assassino, Bulma era presente. Mi ha visto, con i suoi stessi occhi. Ha visto degli innocenti morire per mano mia. Eppure, anche dopo quell'avvenimento, non ha mai smesso di amarmi. Nonostante lei sappia cosa posso essere capace di fare, Bulma continua a stare al mio fianco senza esserne impaurita. Se tu, invece, sei terrorizzato dall'idea di tornare dai tuoi fratelli, ben sapendo che ciò che hai visto fare loro nell'illusione delle streghe non corrisponde alla realtà… Beh. Io, al tuo posto, mi farei qualche domanda.
Ub udì i passi del saiyan farsi più lontani. In quel momento, il ragazzo provò un improvviso ed inatteso moto d'orgoglio: non doveva essere quella la fine della loro conversazione, Ub doveva dimostrare a Vegeta di essere ancora in grado di affrontare la vita a testa alta.
-Vegeta, aspett…
Ub si voltò di scatto, ma non iniziò nemmeno a correre.
Di fronte a lui, ora, stava la persona di cui più di tutte aveva timore di incrociare lo sguardo: uno dei suoi cinque fratelli, lo sbarazzino Ajit.
-Ub! Finalmente… finalmente ti rivedo! Che cosa ti è successo? Stai bene?
Il tono di voce del ragazzino era chiaramente preoccupato ed apprensivo, ma all'allievo di Goku non poté non tornare alla mente quello che gli aveva visto fare nell'illusione di Petirol. Per un attimo Ub avvertì di nuovo il bisogno di scappare, ma, con la lavata di capo di Vegeta ancora fresca, e complice la stanchezza generale che provava, non ci riuscì. Si limitò invece a chinare il capo e distogliere lo sguardo, e, costretto dalle circostanze, si decise a rivolgere al fratello la parola.
-Ajit, tu… come… come sei arrivato qui?
-Beh… ad essere onesti non l'ho ancora capito! Quel tuo amico coi capelli a forma di scodella mi ha accompagnato per mano nella tana di una famiglia di talpe, e chissà come sono sbucato in questa villa!…
-Il mio amico… Rock Lee è stato al villaggio?
Ajit annuì.
-Ci ha detto che le streghe sono state battute e ci ha rassicurato che tu, nonostante non sia ancora tornato al villaggio, stai benissimo fisicamente… Ma allo stesso tempo hai bisogno di aiuto.
Ub riflettè un secondo: se Ajit e di conseguenza tutti gli altri della sua tribù avevano reagito alle parole di Lee senza chiedersi di cosa stesse parlando, voleva dire che Polunga aveva lasciato intatti tutti i loro ricordi riguardati le Witches 5. Il drago aveva quindi considerato la sua famiglia meritevole di mantenere il segreto, a differenza del resto degli abitanti del pianeta.
Ub non seppe dirsi se ciò fosse una cosa buona o meno.
-Cosa… Cos'altro vi ha detto Rock Lee su di me?
-Soltanto che avevi bisogno di aiuto. Un aiuto morale, che soltanto noi possiamo darti. Ovviamente Kirìs è stato il primissimo a farsi avanti, ma la mamma non gli ha permesso di lasciare il villaggio. "Per il suo bene", così ha detto…
"Non mi riesce di biasimarla…" pensò Ub, affranto.
-Stava per mettersi a piangere, ma io sono riuscito a calmarlo, promettendogli che sarei andato io a trovarti e a risolvere tutto! …e da quel che ho sentito, ho fatto la scelta più giusta.
-Di che parl… No… Tu… hai sentito tutto? No, ti prego… Dimmi di no…
-Calmati, Ub! Ho sentito solo le ultime parole del signore che si è appena allontanato, e forse non ho nemmeno capito bene cos'ha detto… Ub, è vero che per colpa delle streghe adesso hai paura di noi?

Le ultime parole di Vegeta tornarono a rimbombare insistenti nella mente di Ub.
Riuscendo, infine, ad ottenere appieno l'effetto sperato.

-No, Ajit! Questo mai!
Ub si decise finalmente a fissare il fratello dritto in faccia. E in quell'istante provò un miscuglio di emozioni diverse: fu sollevato e commosso, nello scoprire che l'Ajit che aveva di fronte non aveva nulla da spartire con quello mostratogli da Petirol nell'illusione; allo stesso tempo, però, si senti anche un completo idiota, nell'avere dubitato dell'affetto della sua famiglia.
Dichiarandosi sconfitto da sé stesso, il pupillo di Goku inspirò profondamente. Tanto valeva, a quel punto, confessare anche ad Ajit quello che aveva detto poco prima a Vegeta, e togliersi definitivamente ogni peso.
-Quello di cui ho paura, in realtà, è di non riuscire più a proteggervi, e di deludervi. …perdonami, non sono affatto l'eroe invincibile che ti eri immaginato…
-Tu non sei un eroe. Tu sei mio fratello, ed è questa la cosa più importante per me!
Dicendo questo, Ajit si era avvicinato al fratello maggiore, per prenderlo per mano, e rivolgergli il più sincero degli sguardi d'affetto.
-Sai… forse, sono io quello che deve essere perdonato di noi due. Ti ho idolatrato davanti a Kirìs e a tutto il villaggio, ti ho messo su un piedistallo come se tu fossi l'unica persona da cui dipendono le nostre vite… Ma poi, quando ti ho visto ora, quando ti ho scoperto impaurito di tornare a casa, ho capito di averti solo messo addosso un sacco di pressione. Senza saperlo, ti ho fatto male, e mi dispiace. In realtà, io, Akop, e tutti gli altri, vogliamo solo che tu stia bene e sia felice, così come sappiamo che tu desideri la stessa cosa per noi.
Ub quasi si sentì crollare a terra. Non certo per la stanchezza, bensì per il sollievo che la dimostrazione di affetto di Ajit gli aveva procurato. Ne aveva davvero un disperato bisogno, così come aveva bisogno di respirare.
Però, c'era ancora qualcosa che non gli era del tutto chiara.
-Ajit… sei proprio sicuro di non aver ascoltato la mia conversazione con Vegeta?
-Sicurissimo. Non so che cosa tu abbia visto nell'illusione delle streghe di cui parlava quel signore, ma penso di poterlo immaginare. Stanotte, mentre tu e gli altri stavate combattendo, Ki…
Il ragazzino si morse la lingua, fermandosi appena in tempo. Se Ub avesse scoperto che il piccolo Kirìs aveva fatto un incubo terribile, con ogni probabilità si sarebbe preoccupato di nuovo. Così, Ajit decise di dire una piccola bugia a fin di bene.
-Io ho fatto un incubo tremendo. Ho sognato che tu… che tu non c'eri più… ed io, invece di piangere per te e tentare di consolare gli altri, mi sono arrabbiato molto e ho detto che ti odiavo… So che è stato solo un brutto sogno, ma… mi dispiace! Mi dispiace di aver potuto pensare una cosa del genere, e di averla fatta pensare a te!
Ajit saltò fra le braccia di Ub, mordendosi le labbra per non cedere alla tentazione di piangere.
Non poteva saperlo, ma con quell'abbraccio aveva fatto molto di più che scaldare il cuore del fratello. Lo aveva salvato dall’incubo. Di questo, gliene sarebbe stato grato in eterno.
-Ehi. Non fare così, su. Tu non hai mai detto quelle cose, è' stato solo un sogno. Solo un brutto sogno.
-Lo… Lo so… Ti voglio bene, Ub!
-Ti voglio bene, Ajit. Ti voglio bene. Torniamo a casa, ora.
-Evvai!!!
Al settimo cielo, Ajit prese per mano il fratello maggiore e lo riaccompagnò in casa, quasi trascinandolo di corsa.
-Non vedo l'ora che tutti ti rivedano! Kirìs e Sarasa faranno salti di gioia alti due metri, e scommetto che Akop si lascerà scappare un grido di esultanza! E non temere se la mamma ti farà una ramanzina, scommetto che sotto sotto sarà felice anche lei di vederti tornare sano e salvo!
-Non ne dubito, Ajit… Ehi.
Non appena i due fratelli fecero capolino dall'uscio del salotto, tutti i presenti si alzarono in piedi e si voltarono a fissarli preoccupati. Ma bastò che Ub chinasse il capo e si mettesse una mano dietro la nuca, con fare imbarazzato, perché capissero che tutto era passato.
-Ehi. S-sto… sto meglio adesso. Mi… Mi dispiace avervi urlato contro, non… Non ho scusanti. Ma ora sto meglio.
-Sono io che devo chiederti scusa- si fece avanti Rock Lee -prima di andare a parlare con la tua famiglia avrei dovuto chiederti il permesso…
-Non scusarti, hai fatto benissimo. Se non fosse stato per te, non avrei mai avuto il coraggio di guardare in faccia Ajit, e capire che errore grave stavo per commettere nell'abbandonare tutto.
I due amici si strinsero la mano, e si diedero una reciproca pacca sulle spalle.
-E grazie infinite- aggiunse Ub sottovoce -per non essere entrato nel dettaglio, con i miei. Sono stato proprio patetico prima…
-Non ci pensare più. Un momento di debolezza è capitato a tutti, anche a me. Non temere, non ne parlerò con nessuno se non sarai tu a chiedermi di farlo.
-Grazie. Grazie ancora.
-Ehi, ora che è tornato tutto a posto- si intromise Michiru, per ravvivare l'atmosfera -puoi dirci per quale motivo eri venuto qui innanzitutto, Rock Lee! Si tratta di buone notizie?
-Eh? Oh, sì, sì! Per celebrare la sconfitta delle streghe, il Quinto Hokage ha voluto premiarci esentandoci da ogni missione per una settimana! Ne ho parlato con i miei compagni, e sono tutti d'accordo sull'organizzare un'uscita tutti insieme per festeggiare degnamente la fine della nostra avventura! Sono venuto qui apposta per chiedervi cosa ne pensate!
-È un'idea meravigliosa, ma ci vorrà qualche giorno per organizzarla al meglio- disse Ami -come ti ho detto, devo prima apportare delle migliorie al VSD... e prima ancora, aspettare che Trunks si risvegli.
Un potente rumore di russare fece tremare il soffitto, e tutti annuirono amaramente.
-Concordo, è una splendida idea. Ma...- disse ancora Ub -non fraintendetemi, sto davvero meglio, ma per riprendermi completamente vorrei dedicare qualche giorno esclusivamente alla mia famiglia. Mi capite, vero?
-Certo, non preoccuparti. …ehi! Prima di andartene, non è che vorresti dire qualcosa anche a me?
Era stata Usagi a richiamarlo. L'allievo di Goku la guardò imbambolato, per poi spostare lo sguardo prima su Mamoru, che gli sorrise amichevolmente, e poi su Michiru, che gli sorrise maliziosamente. Per un istante Ub temette che Sailor Neptune avesse detto alla sua leader quello che era successo fra loro tre nel labirinto della follia, ma tornando a fissare il viso innocente di Usagi capì che le sue paure erano infondate.
-Qualcosa che vorrei dire anche a te… Beh… Sì, c'è qualcosa che voglio dirti. Prima di tutto, mi dispiace non essere stato presente nei momenti decisivi della battaglia. Sono felice che si sia conclusa per il meglio, e che tu e tutti gli altri si siano risvegliati dal coma. Ma soprattutto…
Ub e Usagi si strinsero la mano.
-Ho conosciuto Mamoru, e mi fa molto piacere che tu abbia trovato la felicità con lui.
-Grazie, Ub. Lo apprezzo molto- rispose Usagi, solare come sempre, e ringraziandolo con un bacio sulla guancia -salutaci la tua famiglia!
-Lo farò.
Così, Ub e Ajit salutarono tutti con entusiasmo, promettendo comunque di farsi rivedere al più presto.

Vegeta, nel frattempo, era tornato al suo compito precedente di ripiegare e mettere via i materassi, le coperte e i cuscini usati per le ospiti la sera prima. Stava appunto stipando un ultimo materasso in un armadio della camera da letto, quando Bulma lo sorprese arrivandogli alle spalle.
-Sei una miniera inesauribile di sorprese, Vegeta.
Il principe dei saiyan si girò, per nulla sorpreso della moglie.
-Lo ammetto, ho origliato la tua ramanzina. Non temere, per rispetto nei confronti di Ub manterrò il segreto.
-Brava. Ora se permetti, vorrei farmi una doccia- secco e conciso, Vegeta chiuse l'armadio alle sue spalle con un calcio e scansando la donna entrò nel bagno accanto.
-Non avrei mai pensato che ti stesse tanto a cuore lo stato emotivo di quel poveretto…
-Non l'ho fatto esclusivamente per lui. …e prima che tu te lo chieda, no. Non l'ho fatto nemmeno perché mi manca Kakaroth e non so con chi combattere!
Da dietro la porta, Bulma ridacchiò sotto i baffi.
-L'hai detto tu, non io…
-Bah. Ad ogni modo, quello che mi hai sentito gridargli contro è la verità. Questo mondo ha bisogno di qualcuno che lo protegga, ed essendo Ub il terrestre più forte sulla faccia del pianeta è suo dovere farsi sempre avanti per sventare qualsivoglia minaccia, che gli vada o no.
-Quindi, mi pare di capire che tu abbia intenzione di allenarlo, Vegeta.
-Esatto, Bulma. …puoi tornare a salutare gli ospiti e lasciarmi solo, adesso?
-Ma certo, ma certo! Ogni tuo desiderio è un ordine, o "padrone di casa!"

Sentita la risata di Bulma sparire al piano di sotto, Vegeta si sentì libero di spogliarsi e aprire il rubinetto della doccia.
"Finalmente, posso togliermi di dosso questa puzza di vomito… Mmh."
Aspettando che l'acqua si riscaldasse, l'uomo non potè fare a meno di guardarsi nello specchio.
"Bulma ha giurato di mantenere il segreto… è giusto allora che le dica tutto."
Nel riflesso, la sua coda rossa da saiyan ondeggiò, quasi come a volerlo irridere.
"Lottando con Ub, forse riuscirò a capire quando, come, ma soprattutto perché mi è spuntata questa cosa.

Un paio di sere dopo.

Al centro di una larga stanza circolare con sei porte, un agitatissimo Trunks in compagnia della sorella Bra era preso a controllare costantemente l'ora sul suo orologio da polso.
-Due minuti… Un minuto e cinquantanove secondi… Un minuto e cinquantotto…
-Stai calmo, Trunks! Andrà tutto bene, vedrai!
-Dici? E se per sbaglio qualcuno degli altri abbia sbagliato a sincronizzare gli orologi? E se io abbia sbagliato a sincronizzare i varchi? E se i nostri amici inciampassero e rimanessero incastrati nello spazio tra le dimensioni? E se…
-E se per caso un meteorite ci cadesse in testa proprio ora? Dai, rilassati! E smettila di sudare, che ti si scioglie il trucco!
Bra allungò una mano per mettere ancora un po' di fondotinta sul viso del fratello, ma questi la schivò con una capriola all'indietro.
-Basta, ti ho detto che non ne ho bisogno!
-Vuoi far sfoggio delle tue mostruose occhiaie davanti a tutti?
-Sono la dimostrazione del mio duro e infaticabile lavoro, preferisco tenermele piuttosto che truccarmi come te per nasconderle! Che figura ci faccio altrimenti?
-Non se ne accorgerà nessuno, fidati. A proposito, quanto manca?
-Ah! Giusto!
I due fratelli tornarono a fissare le lancette dell'orologio, senza battere ciglio.
-Meno dieci… Cinque… Quattro… Tre… Due… Uno… Zero!
Quasi in contemporanea, quattro delle sei porte si aprirono.
Nell'ordine, fecero il loro ingresso:
Pan, Goten, Mister Satan e Majin Bu, da Satan City;
il team 8 più Akamaru, il team 10, il team di Maito Gai, e Sakura, da Konoha;
Temari e Kankuro, da Suna;
infine la sola Ami, da Tokyo. Fu quest'ultima che Trunks salutò per prima, calorosamente.
-Funziona! Hai visto, Ami? Funziona! Ce l'abbiamo fatta! CE L'ABBIAMO FATTA! Ah ah ah ah!!!
-Sono felice quanto te, Trunks! Finalmente… Trunks, come mai porti il fondotinta?
Il saiyan gettò un'occhiata perforante a Bra, la quale però si era già mescolata alla piccola folla per darle il benvenuto.
-Ragazze e ragazzi, vi ringrazio a nome di mio fratello per aver accettato l'invito!
-Non potevamo mancare!- esclamò Choji, entusiasta -quando mai ci ricapiterà di passare una serata in allegria tutti insieme?
-D'ora in poi, molto più spesso di quello che potevamo immaginare- continuò Trunks, dopo essersi sfregato la faccia nel suo foulard per far sparire ogni traccia di trucco -grazie al Varco Spazio-Dimensionale 2.0, non ci sarà più alcuna distanza a separarci! D'ora in poi basterà attraversare le porte comunicanti e potremmo ritrovarci e visitarci a vicenda, in qualunque momento vorremo! …beh, non proprio in ogni momento. Nel caso vogliate fare una capatina da me vi conviene prima bussare: sapete, ci troviamo ancora nel nostro scantinato, e non credo a mio padre faccia piacere vedere gente che viene e che va liberamente per casa…
-Sarà molto difficile resistere alla tentazione, allora.
-Non dirlo neanche per scherzo, Goten! …beh, questo per ora è tutto riguardo il VSD 2.0. Se non ci sono domande, direi che possiamo avviarc… !
Impazienti di andare a divertirsi, senza lasciar finire il povero Trunks i presenti si accalcarono sotto la porta da cui era entrata Ami.
Vennero però subito riportati alla calma da Mamoru, che li invitò a fare silenzio.
-Piano, fate piano per piacere! Se attirate l'attenzione dei miei vicini dovremo trovare un altro posto!
I membri della combriccola varcarono quindi la soglia nel modo più sobrio possibile, uno alla volta, e scesero per le scale interne di una palazzina fino al pianterreno.
-Mamoru, dove ci troviamo?- domandò Sakura, ultima ad uscire prima di Ami e Trunks.
-Questo è il condominio dove abito, e la porta da cui siete usciti dava sul mio solaio privato. È più uno sgabuzzino, non è stato un problema per me svuotarlo e adibirlo a varco dimensionale.
Una volta fuori, la comitiva di eroi iniziò ad incamminarsi per le strade di Tokyo. Fu un sollievo e una meraviglia, soprattutto per i ninja, percorrere le vie della stessa città che solo due notti prima era stata devastata e ridotta in rovina dalla guerra con le streghe, e che ora appariva ai loro occhi in tutto il suo splendore: rumorosa, luminosa, affollata, viva e attiva come non mai.
Lo stupore per l’aspetto della città non fu nulla però in confronto a quello che provarono quando, in lontananza, avvistarono le luci e i colori dello Star Park, di nuovo pulsante e animato come prima che sprofondasse nel mare.
"Ah, ecco che cos'era la nostra zattera improvvisata" pensò Shikamaru, vedendo l'insegna a forma di faccia di clown sopra i cancelli d'ingresso.
-Oooooohi! Siamo quiiiii!
Proprio lì sotto, già riunite e pronte ad accoglierli, c’erano Usagi e il resto delle sailor, a cui il gruppo arrivato dal VSD si unì dopo una breve corsa.
-Mister Satan, anche lei ha deciso di divertirsi?- domandò Haruka al campione dei campioni.
-Beh, più che altro sono qui per farmi un bagno di folla e un po' di pubblicità, che non guastano mai. E poi, in questo modo- aggiunse Satan a bassa voce, facendo l'occhiolino -attirando l'attenzione su di me, avrete tutto il parco a disposizione. Ehm-ehm….
Dopo essersi schiarito la voce, Mister Satan zompò sul tetto della biglietteria, un edificio a forma di fungo di bosco, e fece roteare il suo mantello bianco con uno spettacolare movimento impossibile da non notare.
-Signore e signori, bambini e nonni, visitatori dello Star Park! L'unico, l'immenso, l'incommensurabile Mister Satan è qui solo per voi, solo per stasera!
Come prevedibile, tutti i visitatori nelle immediate vicinanze girarono le loro teste in direzione della tonante voce di Satan. Un istante dopo erano già tutti ammassati di fronte alla piccola biglietteria, per cantare in coro il nome del loro eroe e protendere le mani per un abbraccio o un autografo sulla pelle.
-La popolarità di quell'uomo è come una chiave universale, apre tutte le porte- constatò Tenten.
-In questo caso- la corresse Minako -è più giusto dire che svuota tutte le code. Alla carica ragazzi, il parco è tutto per noi!!!
Finalmente dentro, la combriccola di eroi non perse tempo a dividersi in due categorie: quelli che volevano subito divertirsi con le attrazioni, e quelli che invece preferivano andare prima a riempirsi lo stomaco.
Per i primi, che a disposizione avevano così tante possibilità da non sapere da dove iniziare, Minako ebbe la stravagante proposta di chiedere a Rock Lee di narrare e mostrare loro le tappe della sua battaglia apparentemente infinita contro Neji, Gaara e Shukaku, così da poterle in qualche modo rivivere assieme. La Bestia Verde non fu proprio convinto dell'idea all'inizio, soprattutto per timore di creare disagio ai suoi due amici soggiogati dalle streghe, ma sia Neji che Kankuro in vece di suoi fratello minore gli diedero il permesso. A detta del marionettista del deserto, ricordare un'esperienza difficile sapendo però che era finita bene era sempre meglio che cercare di dimenticarla. Per quanto riguardava la seconda categoria, non ci volle molto ai più affamati per localizzare la pizzeria del parco. Costruita nel bel mezzo di un tratto delle montagne russe, ma soprattutto bisognosa di pubblicità e per questo con il menu dai prezzi scontatissimi: sulla Terra intera non poteva esistere un luogo migliore dove abbuffarsi a volontà.

C'era in verità una terza categoria più piccola, di cui Shikamaru era l'esponente di spicco: ovvero, la categoria di quelli che volevano semplicemente girare per il parco da soli e in totale tranquillità.
Acquistato in un bar un bicchiere di bibita alla spina, il Nara non aveva fatto altro che passeggiare per le spaziose vie dello Star Park, godendo della temporanea assenza quasi totale di visitatori, ed occasionalmente fermarsi ad osservare dall'esterno le varie adrenaliniche attrazioni e i coraggiosi che ci salivano sopra solo per strillare in preda al terrore o all'euforia.
Dopo un'oretta circa di girovagare, Shikamaru si concesse una pausa, su una panchina posta all'ombra di un negozio di giocattoli e della sua insegna a forma di orsetto di peluche.
-Anche tu per conto tuo, frignone?
-Lo ero fino a un secondo fa, seccatura.
Shikamaru non si degnò nemmeno di girare la testa per salutare Temari, ma a questo la kunoichi era ormai abituata da tempo.
-Allora, ti stai divertendo? Sei salito su qualche giostra?
-Nemmeno una. Tutte queste attrazioni non fanno altro che sballonzolarti da una parte all'altra e darti l'impressione di rischiare la vita… Non so tu, ma salire su una macchina che simula tutto quello che facciamo in missione ogni giorno non è certo la mia idea di divertimento.
-Peccato. Io ho appena finito il mio quinto giro su quelle che chiamano "montagne russe" e non mi sono mai divertita tanto in vita mia. Scendere dal trenino, senza nemmeno un capello fuori posto, mentre gli altri ragazzi seduti accanto a me se la fanno ancora sotto dalla paura, è una sensazione veramente appagante. Dovresti provarla anche tu… Ehi, guarda chi arriva.
Temari e Shikamaru notarono tre persone venire stancamente nella loro direzione: Ino, Hotaru e Choji, quest'ultimo visibilmente provato e barcollante. Più lontano, in fondo alla via, si potevano scorgere Pan e Bra intente a far rotolare una sfera rosa grossa il quadruplo di loro, che a una seconda occhiata risultò essere uno stanchissimo ma sazissimo Majin Bu.
-Che ti è successo, Choji? La cucina non era granché?
-Lo era fin troppo!- rispose Ino -al punto che il nostro amico qui presente, inebriato dall'origano e dal pomodoro, ha avuto la bella pensata di sfidare Majin Bu ad una gara di abbuffate!
-Cosa?!- persino Shikamaru non poté esimersi dallo sgridare l'amico -ma è un suicidio! Lo sai che c'è una dimensione a parte nello stomaco di Bu! …sei riuscito almeno a farti valere?
L'Akimichi fece di no con la testa, dispiaciuto.
-Purtroppo, mi sono qualificato terzo.
-Come sarebbe a dire, terzo? Chi altri…
Con la coda dell'occhio, Shikamaru scorse un altro terzetto di persone dirigersi verso l'uscita del parco: Mamoru, con in braccio una Usagi appesantita oltre ogni limite e forse anche un po' brilla, e dietro di loro Rei, rossa di vergogna come i suoi vestiti.
-La riporto a casa, ragazzi! Ci dispiace non poter rimanere ancora!
-Perrrò… hic-up… ne è valsa la pena, vero, Mamo-chan?
-La nostra futura principessa, signore e signori…
In quel stesso momento, dal negozio di giocattoli videro uscire il folto gruppo capitanato da Rock Lee e Minako.
-Salve, ragazzi. Vi siete appena persi uno spettacolo memorabile… Avete fatto acquisti?
-Acquisti? No, veramente qui è dove Gaara è stato sostituito nello scontro dal demone Shukaku- spiegò Kiba -in realtà non abbiamo comprato niente.
-Vedo- commentò Temari, notando dall'altra parte della vetrina i visi irritati delle commesse.
-In compenso abbiamo scattato un sacco di belle foto ricordo, guardate!
Tutta eccitata, Minako mostrò anche a loro un ventaglio di fotografie che li immortalavano nelle pose più disparate, tra cui una, ritraente un imbarazzatissimo Neji a cavallo di un pony giallo e rosa di una giostra, che fece scoppiare a ridere anche il serio Shikamaru.
-E questa, come siete riusciti a scattarla?!
-Ho chiesto io espressamente di farla- rispose il diretto interessato, sfoggiando la compostezza tipica degli Hyuuga -pare che durante il nostro scontro Lee abbia usato questo cavallo come corpo contundente contro di me. Tutti hanno cominciato a ridacchiare, e allora io ho voluto metterli a tacere…
-Dimostrando di non averne paura?- suggerì Hotaru.
-MA CERTO CHE NO… …ahem, però, per farsi perdonare Rock Lee ha promesso che poi ne scatteremo una in cui tento di annegarlo nella vasca delle palline colorate. A proposito!- Neji alzò la voce, diretto al suo compagno di team -manca ancora molto?
-Ci siamo quasi, Neji!- gridò in risposta la Bestia Verde in testa al gruppo, sbracciandosi -di là è dove ho aperto la terza porta del chakra!
La comitiva corse dietro a Lee come fosse il pifferaio magico, sparendo poi dietro un angolo dell'edificio.
-Ci uniamo a loro?- propose Hotaru -di là c'è anche la ruota panoramica! Potremmo ascoltare la storia di Rocke Lee e al contempo rilassarci, guardare il paesaggio, e permettere a Choji di digerire con calma senza perdersi nulla!
-In parole povere, non bisogna fare praticamente nulla. Che dici, Shikamaru, pensi di farcela a salire almeno su quella giostra?
-E piantala, Temari… D'accordo, seguiamoli.
Il quintetto si incamminò.
Prima però Shikamaru fece una piccola deviazione, alla ricerca di un bidone in cui poter gettare il suo bicchiere di bibita ormai svuotato. Ne trovò uno proprio di fronte a una vetrina del negozio, e, compiendo nel frattempo la buona azione di civiltà, ci guardò dentro distrattamente.

Quasi mimetizzata fra i peluche di uno scaffale, una maschera di legno raffigurante un gufo severo sembrava fissarlo intensamente.

-Yu-uuh? Shikamaru?
La mano paffuta di Choji ondeggiò in su e in giù di fronte al suo naso, attirando la sua attenzione.
-C'è qualcosa che non va? Cos'hai visto?
Shikamaru fissò per un attimo Choji, poi di nuovo la vetrina. La maschera da gufo era scomparsa, ma questo non fece altro che confermare il suo timore.
-Ecco… Ho visto qualcosa, sì. Qualcosa che mi interessa. Andate pure avanti, vi raggiungo subito!
Il ragazzo rivolse all'amico un sorriso imbarazzato, quindi entrò nel negozio, senza guardarsi indietro. E sperando con tutto il cuore di essere stato convincente.
"Proprio adesso… Proprio adesso doveva succedere, dannazione?!?"
Shikamaru si aggirò fra le scaffalature apparentemente senza una meta, ma in realtà con lo scopo ben preciso di trovare un corridoio deserto. Non trovandone, il ragazzo si fermò in un reparto di giochi in scatola, aspettando pazientemente che si svuotasse. Non appena l'ultima delle commesse fu sparita dietro l'angolo, con due sbuffi di fumo due grandi specchi si materializzarono ai due capi del corridoio, e l'ANBU proprietario della maschera da gufo si fece visibile. Per sicurezza, Shikamaru estrasse un kunai da una tasca, ma il ninja più anziano mise le mani avanti per rassicurarlo.
-Non temere, è il Quinto Hokage che mi ha inviato qui per cercarti. Ti puoi fidare.
Per dimostrarlo, l'uomo si tolse la maschera per pochi secondi. La sua faccia non apparteneva a nessuno di conosciuto, ma Shikamaru la memorizzò comunque: in questo modo, nell'eventualità che l'esistenza del Varco Spazio-Dimensionale fosse stata resa nota a tutta Konoha, avrebbe saputo subito a chi dare la colpa.
-Ti credo. Ti credo. …si è risvegliata?
-Non ancora, ma manca poco ormai. Dal suo respiro tornato regolare è chiaro che ha ripreso i sensi.
Shikamaru si morse un labbro. Di tutti i momenti in cui poteva accadere, quello era senz'altro il peggiore. Ma per metà fu costretto a biasimare sé stesso. In fondo, era stato lui a chiedere a Tsunade di essere informato il prima possibile, non appena il fatto fosse avvenuto.
-Okay, fammi strada. Ma prima… Bunshin No Jutsu.
Una copia perfetta del ragazzo si materializzò accanto all'originale.
-Non potrò vivere di persona il resto della serata- sospirò Shikamaru amaramente -ma perlomeno ne conserverò il ricordo. …ah, giusto!
Il Nara prese dallo scaffale più vicino la scatola di un gioco di scacchi e la consegnò nelle mani del clone.
-Prima di tornare da Choji e gli altri, compra questo. Come scusa per essere entrato qui, è perfetto.
-Stavo pensando la stessa cosa.
L'ANBU fece svanire gli specchi. Mentre la copia di Shikamaru correva alle casse, i due ninja sgattaiolarono verso la più vicina uscita d'emergenza e, facendo attenzione a non incrociare nessuno degli altri eroi, raggiunsero l'ingresso del parco per mescolarsi alla folla dei fan di Mister Satan, che contrariamente alle aspettative si era fatta ancora più grande.
-…e ricordatevi, fedeli e affezionati sostenitori, di sintonizzarvi domani all'ora di pranzo sul primo canale! Ho un annuncio specialissimo in serbo per tutti voi, non perdetelo!…
Fuori dal parco, restando nascosti Shikamaru e l’AMBU corsero alla massima velocità verso la palazzina in cui alloggiava Mamoru, la scalarono dall’esterno, e raggiunto l’ultimo piano passando da una finestra varcarono il VSD 2.0 e sbucarono nella foresta alla periferia di Konoha.
Senza rallentare il passo superarono gli alberi, e rientrarono infine al villaggio. Era notte inoltrata e la maggior parte degli abitanti era già a dormire, ma i due ninja non abbandonarono la prudenza e, stando ben attenti a non attirare l’attenzione, giunsero infine alla loro destinazione.
L’ospedale di Konoha.
-Seguimi, è da questa parte.
L’ANBU scortò il ninja più giovane verso una porta che dava su un’alta scala a chiocciola, che scesero fino al piano più basso dello scantinato. Qui, Shikamaru seguì il ninja mascherato per un lungo corridoio, asettico, caratterizzato da camere su un solo lato, e dalla presenza di larghe finestre rettangolari installate accanto ad ogni porta.
-Più che l’ala di un ospedale, mi sembra di essere nel braccio di un carcere.
-In un certo senso lo è, Shikamaru. Qui è dove teniamo ricoverati i criminali bisognosi di cure. Ecco, siamo arrivati.
L’ANBU si fermò davanti ad una porta, l’ultima del corridoio. Shikamaru lo imitò, e guardò attraverso la finestra per esaminare la camera. La stanza era sostanzialmente vuota: a caratterizzarla, solo un paio di sgabelli, un piccolo frigorifero, un letto. E una ragazza profondamente addormentata sotto le sue coperte.
-Strano, non si è ancora risvegliata…
-Lo farà tra poco. Ti ringrazio per avermi chiamato e portato qui, da questo punto ci penso io.
Con decisione, Shikamaru strinse la mano sulla maniglia della porta. La aprì. Entrò, e se la chiuse alle spalle.
Dopo aver dedicato un ultimo pensiero ai suoi amici che, ignari di tutto, stavano ancora divertendosi a migliaia di chilometri da lui, si concentrò appieno sulla prigioniera addormentata.

“A noi due, Eudial.”

  
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