Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MairTonks    31/07/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
King Cross, settembre 1969


Dopo le parole di Ethalyn, un silenzio irreale era caduto intorno al tavolo di mogano. Evander fissava con occhi spalancati la gemella, zio Claudius guardava alternativamente i suoi due figli con la speranza di ricevere altre spiegazioni e il nonno era stato costretto a sedersi. Charity aveva sentito Ophelia trattenere il respiro come il resto dei presenti, tutti troppo spaventati per dire o fare qualcosa per paura di far precipitare la situazione. Ma la situazione sarebbe precipitata lo stesso, pensò Charity, era questione di secondi. A zio Claudius presto sarebbe venuto un torcicollo e il volto del nonno aveva raggiunto un brillante color ciclamino. 

-Merlino, e’ tardissimo! Voi ragazzi dovreste andare alla stazione, Ethalyn ed Evander vi raggiungeranno piu tardi con Claudius ed Hepsie. Aloysius, saresti così gentile da accompagnare anche Ophelia? Sarebbe inutile farle perdere tempo- 

Charity guardò con ammirazione sua nonna Hortensia. Aveva deciso di sbloccare la situazione nel modo più diplomatico possibile, ovvero, permettendo a dei poveri innocenti di non assistere alla catastrofe inevitabile. Zio Baldwin non esitò un secondo, con un cenno del capo richiamò moglie e figlio, e tutti e tre uscirono di casa senza salutare. 

-Certo madre- disse Aloysius alzandosi a sua volta e rivolgendo un debole sorriso ad Ophelia mentre estraeva la bacchetta e appellava il suo baule. Ma Ophelia non sembrava essersi accorta di nulla, continuava a fissare con espressione terrorizzata Evander che, adesso, guardava la gemella con un disprezzo che nessuno gli aveva mai visto rivolgere. Ethalyn ed Evander erano sempre andati d’accordo, erano uguali sia fisicamente che caratterialmente, ed erano sempre stati molto uniti. Era estremamente raro vederli discutere. 

-Lia, andiamo dai- la spronò Charity. Se c’era una persona che non avrebbe dovuto assistere a quella scena era sicuramente Ophelia. Charity non si sarebbe mai dimenticata la scenata che il nonno aveva fatto a suo fratello Merthin anni prima. I due si erano urlati contro i peggiori insulti e, alla fine, Merthin era andato via sbattendo la porta. Ma suo fratello era stato fortunato, aveva avuto l’appoggio dei suoi genitori cosa che, Charity era certa, non avrebbe avuto Evander. 

-Ophelia, vai subito con tuo zio. Ci vediamo a Natale- fu il freddo saluto di suo zio Claudius che, senza smettere di guardare i figli, rivolse alla minore. Adesso aveva assottigliato gli occhi e sembrava furibondo. 

Ophelia si alzò titubante e decise di seguirla solo dopo aver ricevuto un piccolo cenno da Evander. I due fratelli erano molto legati, il ragazzo adorava la sua sorellina e Ophelia stravedeva per il fratello. Ethalyn, invece, fissava la parete davanti a lei, incurante di quello che stava succedendo intorno a lei.         

Quando Charity e Ophelia arrivarono a King Cross mancava ancora mezz’ora alla partenza del treno. Avevano appena salutato Astrid e Aloysius quando riuscirono a salire sull’espresso insieme ad una decina di eccitate studenti di tutte le età. Loro due, invece, non condividevano lo stesso entusiasmo dei loro compagni di scuola, erano tese e preoccupate per quello che stava succedendo nell’elegante dimora del nonno attorno a quell’articolo tavolo di mogano. Era quello il motivo per cui Charity odiava fare colazione insieme alla sua famiglia il primo settembre, perché ogni anno, in quel particolare giorno, il nonno era solito fare annunci che avrebbero compromesso il già precario equilibrio della famiglia. Non capitava spesso che qualcuno avesse il coraggio di contraddire il vecchio Herbert, da che Charity ne aveva memoria quella era la seconda volta, ma ogni volta che si usciva da quella casa si respirava sempre un’aria densa di tensione. 

-Secondo te lo cacceranno dalla famiglia?- le chiese Ophelia guardandola con i suoi grandi occhi azzurri colmi di preoccupazione. Charity avrebbe tanto voluto consolare la cugina, avrebbe voluto dirle che non sarebbe successo nulla ad Evander, ma non ci riusciva. Suo fratello Merthin era stato cacciato dalla famiglia solo perché non aveva voluto intraprendere la carriera al ministero che gli aveva offerto il nonno. Evander,  invece, aveva rifiutato il matrimonio combinato perché sembrava essersi innamorato di una nata babbana. Avrebbe dovuto rinunciare a lei e sposare una donna di sangue più puro altrimenti il nonno non avrebbe più voluto avere alcun tipo di rapporto con chi aveva osato mischiare il sangue dei Burbage con gente ritenuta indegna. 

-Non lo so Lia- rispose lei con sincerità. Se Evander avesse rinunciato a quella ragazza non avrebbe avuto alcun tipo di problema. Ma non era convinta che lo avrebbe fatto, soprattutto perché aveva osato andare contro la decisione del nonno per questa ragazza. Chissà chi era, si ritrovò a pensare mentre, seguita da Ophelia, cercava uno scompartimento. 

-Charity!- esclamò un ragazzo dai folti ricci neri quando lei gli finì addosso. Presa dai suoi pensieri non  aveva notato il ragazzo uscire dallo scompartimento e gli aveva quasi fatto finire il suo baule sul piede. 

-Cam, mi dispiace- si scusò mentre metteva una buona distanza di sicurezza tra il suo baule e il ragazzo. Lui non sembrava essersi accorto di nulla, continuava a sorriderle e sembrava stranamente agitato. 

-Non preoccuparti- disse lui -Ti ho vista passare e ho pensato di chiederti se ti andava di sederti nello scompartimento con me. Ci sono anche Lud e Kate- le propose il ragazzo indicandole lo scompartimento alle sue spalle. A Charity non sarebbe dispiaciuto passare del tempo con Cam, le piaceva la compagnia del ragazzo ed erano anche usciti un paio di volte insieme, ma non voleva abbandonare Ophelia. 

-Mi spiace Cam, ma vorrei stare con Ophelia- rispose lei indicandogli la ragazza che si trovava a qualche passo da loro e sbirciava fuori dal finestrino in attesa di veder comparire i suoi due fratelli. 

-Non c’è problema, c’è spazio anche per lei- disse il ragazzo con un sorriso. Charity pensò di accettare ma non le sembrava una buona idea. Dopo ciò che era successo quella mattina preferiva cercare i suoi amici e parlarne con loro. 

-Grazie Cam, ma è meglio di no.- Charity vide il sorriso del ragazzo spegnersi un po’ ma senza scomparire del tutto. 

-Capisco. Non preoccuparti- le disse prima di rientrare nel suo scompartimento. Charity non avrebbe voluto deludere Cam, ma non era dell’umore adatto per trascorrere il viaggio con lui. 

-Non sono ancora arrivati, mancano solo dieci minuti- sussurrò Ophelia quando le si avvicinò. 

-Tranquilla Lia, arriveranno in tempo- la rassicurò trascinandola nuovamente alla ricerca dello scompartimento. Ophelia la seguì nel corridoio pieno di ragazzini urlanti che si sbracciavano per salutare i loro amici o che iniziavano a raccontare le rispettive vacante senza preoccuparsi di bloccare il passaggio. Charity salutò qualche viso familiare mentre Ophelia camminava con occhi bassi, incurante dei ragazzi intorno a lei. 

Ophelia era l’unica Tassorosso in una famiglia prevalentemente Serpeverde. Charity sapeva quanto fosse stato difficile per lei essere accettata contemporaneamente dalla famiglia e dalla sua casa di appartenenza. Suo padre le aveva raccontato che, quando i suoi zii avevano ricevuto la notizia, non avevano reagito bene e anche il nonno non era stato felice. Nessuno, però, avrebbe potuto cambiare le cose e, alla fine, tutti si erano arresi. Ma questo non aveva impedito a Claudius e al vecchio Herbert di ricordare alla nipote che lei veniva da un’importante famiglia e che avrebbe dovuto fare attenzione nello scegliere le amicizie. Cosa non facile visto che nessuno di Tassorosso poteva rientrare nella categoria di amici che i due avrebbero reputato adeguata. Per questo motivo la piccola Ophelia aveva risolto il problema non stringendo amicizia con i suoi compagni e trascorreva le giornate in solitudine. Solo lei ed Evander si erano accorti della cosa e non era raro che Ophelia trascorresse i pomeriggi in compagnia del fratello o che Charity si sedesse con lei durante i passi. Capitava a volte che il piccolo Bertie le facesse compagnia in biblioteca, ma oltre a questi piccoli momenti, Ophelia era sola. 

-Era ora, pensavo avessi perso il treno- disse una voce alle sue spalle. Un ragazzo biondo con due grandi occhi azzurri era appoggiato alla porta di uno scompartimento,  le mani in tasca e la camicia rossa fuori dai pantaloni. 

-Ad essere sinceri, io e Ophelia abbiamo rischiato di perderlo il treno oggi- commentò Charity mentre si avvicinava a salutare il ragazzo. 

-Perché?-  chiese lui con espressione preoccupata. 

-Te lo spiego quando sarò finalmente seduta Gabe. È quello lo scompartimento?- Charity non vedeva l’ora di sedersi e posare il pesante baule che stava trascinando de più di venti minuti. Avrebbe tanto voluto far levitare il suo e quello di Ophelia, ma avrebbe rischiato di colpire poveri studenti innocenti. 

-Esatto, dentro ci sono Agatha e Sam. Ophelia, ti unisci a noi?- rispose Gabe rivolgendosi ad Ophelia. Lei esitò un momento prima di annuire. Dopo molti tentativi Charity era riuscita a far conoscere alla cugina i suoi amici e, fortunatamente, Ophelia aveva iniziato a sciogliersi un po’ in loro presenza. 

-Perfetto, è sempre un piacere averti con noi Lia. Ragazze, ai vostri bauli ci penso io- esclamò Gabe e con un fluidi movimento della mano aprì la porta dello scompartimento e fece entrare i due pesanti bauli. 

-Dopo di voi- disse invitandole ad entrare e riuscendo a strappare alla piccola Ophelia un timido sorriso. 

Gabriel Fawley faceva parte di una di quelle che il vecchio Herbert avrebbe definito ‘una delle migliori del mondo magico’. La famiglia Fawley era molto stimata all’interno della comunità magica, erano sempre i primi ad essere invitati ai noiosi banchetti delle famiglie purosangue e, anche se in pochi condividevano le loro idee, tutti cercavano di averli dalla propria parte. Ed era stato proprio ad una delle noiose feste in cui le “migliori famiglie del mondo magico” si riunivano che lei e  Gabriel si erano conosciuti. Entrambi cercavano un posto dove non essere costretti a dover fare tutto usando le buone maniere, Charity era arrivata il limite della sua sopportazione quando sua nonna l’aveva rimproverato di mangiare troppo, e lo avevano trovato sotto un tavolo. Gabriel era arrivato prima di lei e si stava gustando in santa pace un pacchetto di caramelle tutti i gusti +1. Allora avevano cinque anni e nessuno dei due si sarebbe immaginato che avrebbero trascorso tutte le successive feste nascosti sotto un tavolo a mangiare caramelle. E neanche che il signor Fawley, un uomo identico al figlio ad eccezione di due brillanti occhi grigi, diventasse il loro fornitore di caramelle e miglior complice. 

-Char!- esclamò una ragazza prima di abbracciarla con forza. Charity impiegò qualche secondo prima di rispondere all’abbraccio dell’amica. Era impossibile non riconoscere Samantha, i suoi ricci castani erano sempre abbellito da una fascia colorata e i suoi abbracci erano in grado di mozzare il respiro per parecchi secondi. 

-Sam, così non respira- osservò un’altra voce femminile proveniente dal sedile accanto al finestrino. Agatha, che aveva appena finito di salutare Ophelia, si era voltata nella loro direzione. Non appena Sam le concesse di respirare, fu immediatamente avvolta da un nuovo abbraccio. 

-Agatha toglimi subito questa bestiaccia di dosso!- gridò Gabe indicando un elegante gatto nero acciambellato sulle sue gambe. Tutti loro erano al corrente della paura del ragazzo per i gatti, specialmente di quelli neri, a causa di uno spiacevole incidente capitato a Gabe quando aveva solo tre anni. 
Agatha si separò da lei sbuffando e, sposando una ciocca di capelli rossi, allontanò il gatto da un terrorizzato Gabriel. 

-Gli altri dove sono?- chiese Charity spostando lo sguardo nello scompartimento stranamente vuoto. 

-Beh, i nostri due caposcuola sono alla noiosissima riunione prima dell’arrivo ad Hogwarst- le spiegò Gabe mentre guardava il gatto in cagnesco.

-E Oliver è con quella- aggiunse Sam facendo una smorfia, subito seguita da Agatha e Charity stessa. Nessuna di loro aveva mai sopportato la storica fidanzata di Oliver, anzi aveva pure provato a fare in modo che si lasciassero, ma era stato inutile. Lei non lo mollava un secondo, lui sembrava innamorato e si erano arrese davanti alla felicità del loro amico. 

Ma Charity finalmente era insieme a tutti i suoi amici, stava andando ad Hogwarst e per mesi sarebbe stata lontana dalla freddezza della sua famiglia. Il treno era partito da poco e bastò questo a farla sentire finalmente più libera. 


Note:
Rieccomi! Questo capitolo, come il precedente, mi serve a presentare il mondo in cui Charity vive. Saranno un po’ noiosi ma più avanti il ritmo cambierà. 
Tornando al capitolo…Gabriel Fawley è un personaggio che ho inventato ma che appartiene ad una delle famiglie che la Rowling ha inserito nell’elenco delle sacre 28. 
Non ho molto altro da aggiungere. Grazie per aver letto anche questo capitolo!
A presto, MairTonks.  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MairTonks