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Autore: DanieldervUniverse    01/08/2016    6 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: E va bene, eccomi qua già tornato in lizza. Prima che qualcuno possa commentare andiamo avanti e concludiamo il capitolo.

DII\N: …


La porta verso l'Eone era finalmente davanti a loro.

I due gruppi la stavano fissando quasi con colpevolezza mentre ansimavano, sudati e arruffati (beh, eccetto Beatrix e Jecht).

-Odio i labirinti del Chiostro- ringhiò Cid.

-Ben... detto...- aggiunse Steiner, il più provato di tutti a causa della sua pesante armatura.

-Trova un modo per portartela dietro senza indossarla- gli consigliò Gabranth, ancora abbastanza in forma.

Yuna e Garnet si scambiarono una rapida occhiata, ricordando i costanti battibecchi di Gidan e Kuja nei corridoi.

Forse sarebbe stato meglio affrontare gli enigmi un gruppo per volta.

Forse.

-Allora?- chiese Beatrix, le braccia incrociate sul petto -Chi va per prima?

Le due evocatrici ebbero un fremito: ovviamente alla precedenza non ci aveva pensato nessuno.

-La principessa... Garnet...- ansimò Steiner, faticando a mettere due parole in fila.

-Eh no...- intervenne Kuja -Sarà la mia...

-Nostra!- lo corresse Gabranth.

-Insomma!- esclamò Gidan -Così non si fa!

-Vada prima lei Lady Garnet- si offrì Yuna -Io sono la figlia di Braska, credo di partire già avvantaggiata.

-Oh no, non potrei mai. Siete stata voi la prima ad arrivare al tempio- replicò quella.

Cid e Beatrix alzarono gli occhi al cielo, prevedendo che da lì a poco i due gruppi avrebbero ricominciato a litigare e non ne sarebbero più venuti a capo.

-Scusatemi- intervenne Gabranth a quel punto, attirando per un attimo l'attenzione di tutti su di se -Lady Garnet, vorrei porvi una domanda.

-Fate pure- si offrì quella.

-Cos'è il fulmine?

Vi fu un breve istante di silenzio, in cui i Guardiani rimasero a fissare il giudice, mentre Garnet rifletteva sulla risposta.

-È una forma di energia che può verificarsi in diverse condizioni. Può essere imbrigliata come magia, ed è molto comune nella Piana dei Lampi- rispose la ragazza.

Gabranth annuì in silenzio -Yuna ha dato una risposta simile non più di qualche ora fa alla stessa domanda.

-Cosa dovrebbe significare?- chiese Gidan, alzando il sopracciglio.

-Che Lady Garnet non sa ancora la risposta- rispose con calma Jecht.

-E secondo chi?- replicò altezzoso il biondo.

-Sir Golbez è stato così gentile da spiegarmi il mio errore mentre ci accompagnava sin qui- spiegò Yuna, voltandosi a guardare Garnet.

-Ah, Lord Golbez!- fece quella, sorpresa -Allora immagino che spetti a lei andare per prima, Lady Yuna.

-Sicura?- chiese la ragazza, ancora incerta.

-Golbez non sbaglia mai- replicò l'altra, annuendo.

Con un ultimo sospiro Yuna si lasciò i propri compagni alle spalle e si avviò dentro la sala dell'Eone.

Quando la porta si richiuse alle sue spalle, Kuja si volse in direzione di Garnet -Conoscete Lord Golbez?

-Sono cresciuta a Guadosalam da quando mi hanno trovata tra le braccia di mia madre poco lontano dalla città. Anche lei era un'evocatrice, ma non è sopravvissuta al pellegrinaggio. Ho conosciuto Golbez quando lo portarono ferito in città. Era piacevole parlare con qualcuno del mondo esterno, almeno più del solito, dato che Seymour era sempre impegnato da quando suo padre è morto.

-Li chiama entrambi per nome- osservò Gabranth.

-Sono persone che tendono ad entrare in confidenza molto facilmente- ammise Garnet -Ma un po troppo seri.


Ixion era veramente una figura Eterea.
Si muoveva così in fretta che era impossibile scorgerne più che una forma indistinta, degli sprazzi di luce nell'oscurità.

Dentro la sala tutto era calmo, silenzioso e immobile, tranne l'Eone.

L'unica luce visibile era quella dello scettro di Yuna, e quella degli improvvisi lampi causati dagli spostamenti della figura.

L'evocatrice rimase immobile, sconcertata in un certo senso dall'immensità dell'ambiente, apparentemente tanto vasto e sconfinato.

Ixion si spostava quasi continuamente, e sembrava non stancarsi mai.

In un mondo senza confini una creatura del genere era inarrivabile.

Non avrebbe mai conosciuto sconfitta, mai avrebbe temuto qualcosa, mai sarebbe stata domata.

-Così questo è il fulmine- mormorò Yuna, fissando la flebile ombra dell'Eone illuminare quei brevi sprazzi d'oscurità.

-Sir Golbez aveva ragione, non si può domare qualcosa di sfuggente ed elegante come il fulmine- ammise a malincuore, sedendosi su quell'oscurità che l'avvolgeva -Specialmente se sa di avere questi vantaggi dalla sua.

La ragazza era già provata dalla lunga giornata, dalle emozioni impreviste e dal labirinto del Chiostro: se avesse cercato di avvicinare l'Eone con la forza avrebbe ceduto.

Esso non avrebbe avuto bisogno di fare altro se non attendere che lei crollasse a terra, e a quel punto non l'avrebbe più ripreso.

Ma Golbez l'aveva preparata.

Valefor le era venuto incontro, libero ed elegante come il vento.

Ifrit l'aveva sfidata, duro e orgoglioso come le fiamme.

Adesso Ixion l'avrebbe provata, l'avrebbe osservata, e avrebbe preso la sua decisione.

Yuna piantò l'asta nel terreno, illuminando una soffice distesa d'erba, e poi chiuse gli occhi, raccogliendo le braccia al petto.

Immobile nell'oscurità.

E attese.

Proprio così: non si mosse, non parlò, respirò a malapena, e meditò, in silenzio.

Molto era accaduto in quei pochi giorni in cui aveva lasciato Besaid.

Aveva perso e ritrovato suo padre, aveva compreso quanto profondo fosse il legame che li univa, aveva imparato ad essere libera, ad essere forte, aveva imparato la sofferenza, e non era che a metà del suo viaggio.

Ma ora più che mai era confusa: le parole di suo padre sul clero di Yevon e di Jecht su Sin le avevano lasciato un vuoto, una coscienza incolmabile.

Forse non sapeva nemmeno cosa significava combattere Sin.

Forse neanche suo padre Braska lo sapeva.

Adesso che non sentiva più la pressione di altri su di se, poteva riflettere su quanto sapeva, e su quanto capiva.

Lord Seymour... Maestro Seymour e Yevon... avevano lasciato morire tante persone, nonostante la loro principale funzione fosse proteggerle.

Suo padre Cid, per salvarla da Sin, aveva lasciato morire centinaia, forse migliaia di valorosi guerrieri, e solo per un semplice atto di egoismo.

Sir Jecht... aveva chiamato Sin in quella baia, e l'aveva apertamente sfidato.

Perché?

Era davvero colpa di Yevon se si era causata quella tragedia sulla via dei Funghi Rocciosi?

D'improvviso una strana sensazione elettrica si diffuse lungo il suo collo, facendole aprire gli occhi lentamente.

Il muso di Ixion era di fronte al suo volto, e la annusava.

Era una creatura strana, emetteva dei versi che erano a metà tra uno sbuffo e uno starnuto, ma sembrava curiosa.

Yuna non sapeva per quanto ancora sarebbe rimasto così vicino.

Aveva una sola opportunità e avrebbe dovuto sfruttarla appieno.

Con calma sollevò la mano, lentamente, fino a toccare il muso della creatura.

Quello si limitò a scuotere appena il capo, senza sottrarsi.

Yuna fece scivolare la propria mano lungo il collo di Ixion, percorrendone le curve e assaggiando l'energia che emanava attraverso la pelle.

La ragazza si sollevò in piedi, sicura che l'Eone non sarebbe fuggito, stavolta, e lo fronteggiò, osservando il suo sguardo selvaggio scrutarla da parte a parte.

Poi Ixion s'impennò in aria, con un ruggito dalle note stranamente attutite, prima di scagliarsi su di lei.


La porta si sollevò, lentamente, e del fumo fuoriuscì, oscurando momentaneamente il vano.

I due gruppi alzarono lo sguardo, scorgendo un ombra indistinta avanzare attraverso la cortina.

Kuja trattenne il fiato, avendo già assistito all'uscita di Yuna da quelle stanze, e l'ultima volta era quasi morto di paura.

Yuna sarebbe uscita cambiata di nuovo?

Avrebbe scorto solo dolore e rancore nel suo sguardo?

Il mago deglutì in silenzio, mentre l'immagine di Yuna diventata sempre più nitida.

Qualcosa non andava, se lo sentiva dentro.

La tensione nel suo corpo crebbe, mentre guardava fisso il punto in cui arrivava l'Evocatrice, trattenendo il fiato... finché Yuna non uscì completamente allo scoperto.

All'inizio l'accolse solo il silenzio, che lei interpretò come una forma d'attesa e rispetto.

Ma quando vie che Gidan e Kuja stavano tentando di trattenere un ghigno ebbe un fremito.

-Che c'è? Ho qualcosa in faccia?- chiese, incerta.

Jecht voltò il capo nascondere il proprio sorriso mentre Garnet tentò di pronunciare qualche parola prima di scoppiare a ridere.

-I-i-i vostri capelli...- dovette interrompersi di colpo per trattenere le risate.

Sollevano il sopracciglio Yuna andò a toccarsi il capo e scoprì di avere tutti i capelli dritti.

L'espressione di puro terrore che si dipinse sul suo volto fu il colpo di grazia, e il gruppo di spettatori scoppiò a ridere, chi per sollievo chi per semplice simpatia.

Yuna divenne rossa come un peperone, nascondendosi il volto tra le mani.

Che umiliazione!

In tutta la sua vita non le era mai capitata una cosa del genere.

-Vi piace ridere eh?- disse, tra le lacrime di vergogna, ma nessuno si curò di ascoltarla -Ridete adesso.

Con calma alzò lo scettro, scrutò tra i presenti il bersaglio migliore e fece fuoco.

In meno di pochi attimi i capelli di Kuja si rizzarono in aria, e la sua coda si arruffò, facendo cadere il silenzio tra i Guardiani.

Il mago abbassò lo sguardo sul fratello minore, assumendo una nota di rimprovero -Non dire nulla.

Gidan scoppiò a ridere ancora più fragorosamente, crollando a terra.

Il secondo scoppio di ilarità permise anche a Yuna di sghignazzare un poco all'indirizzo dell'immagine imbarazzante di Kuja.

-Ah ah ah, molto spiritosi- replicò offeso il ragazzo, sbuffando.

-Beh, è meglio che vada anche io, molto probabilmente la sera è già calata- disse Garnet, avviandosi dentro la sala.

-Spero solo che non mi capiti la stessa cosa. Riabbassare tutti i capelli sarebbe una bella fatica- mormorò tra se e se mentre passava affianco alla collega.

Yuna dovette nascondere un ampio sorriso mentre immaginava la principessa con la propria fluente chioma rizzata in aria.


-Che giornata, non avrei mai creduto che tutto questo sarebbe stato possibile- disse Kuja stiracchiandosi una volta che il gruppo si fu ritirato entro uno dei due dormitori del tempio.

Yuna sbadigliò (ovviamente in modo regale), ripensando brevemente ai suoi dubbi mentre attendeva che l'Eone si avvicinasse.

Non aveva avuto il tempo di realizzare quanti misteri o trame si erano generati da quell'unico, singolo giorno, ne di approfondirli.

Lanciò una rapida occhiata a Jecht, appoggiato al muro mentre sgranocchiava un altro po di formaggio.

Qualunque fosse il suo legame con Sin, non poteva evitare di confrontarsi con lui sull'argomento, un giorno.

-Lady Yuna. Noi altri andiamo a farci un giaciglio qui fuori- disse Gabranth, interrompendo il filo dei pensieri della ragazza -Ci troverete qui di guardia al vostro risveglio.

La ragazza annuì, cosciente di volere un po di privacy.

La notte portava consiglio, forse avrebbe potuto spingere il proprio sguardo oltre quello che aveva visto quel giorno.

Maestro Seymour, Lord Golbez, Cid, Jecht, Sin... più ci pensava più diventava complesso.

-Prendo congedo, Principessa. Se serve aiuto non esiti a chiamare- disse Kuja, avviandosi dietro al collega.

-Buona notte piccola- aggiunse Jecht, sorridendo gentile.

Yuna lo seguì con lo sguardo per qualche secondo, mentre l'immagine del Jecht paterno che le insegnava a nuotare si sovrapponeva a quella del Jecht bestiale che incitava Sin allo scontro.

Poi Cid si fermò davanti a lei, facendola sobbalzare appena.

-Lady Evocatrice- disse l'uomo, con un mezzo inchino.

-Prendi congedo anche tu?- disse lei, colta alla sprovvista.

-Adesso non sono più tuo padre, sono il tuo Guardiano. Ho un dovere verso di te, e ci sono limiti che non devo attraversare- rispose lui, impassibile.

-Non dire fesserie, tu sei mio padre più di ogni altra cosa. Ho appena cominciato a chiamarti papà!- protestò lei, scattando in piedi.

-Yuna, ti prego. Capisco quello che vuoi dire, ma devi capire anche quello che sto cercando di dirti io- spiegò l'uomo -Io tengo a te, molto, ma non posso permettere ai miei sentimenti di deviare il mio giudizio. Non puoi chiedermi di essere tuo padre e nel contempo accettare che tu...

-Lo so papà- lo interruppe lei, mettendogli una mano sulla spalla -Capisco perfettamente perché vuoi allontanarti. Lo so che quello che stai facendo ti è difficile, ma per è molto importante godere di ogni momento di felicità che posso ancora condividere con te. Non vi è più grande aspirazione nel mio cuore se non sconfiggere Sin nel nome di Spira e di Yevon, ma non voglio rinunciare ad essere tua figlia per questo. Ti prego.

Cid rimase in silenzio, guardandola con gli stessi occhi freddi con cui aveva scrutato i Maestri quel giorno.

Era combattuto, aveva paura.

In tutti gli anni in cui l'aveva crescita, questa era la prima volta in cui poteva scorgere la paura nel suo sguardo.

-Solo per stanotte, per favore- insisté Yuna, guardandolo con occhi supplici.

L'ex-miliziano sembrò resistere a quello sguardo senza alcuna pietà, poi sospirò tutto d'un fiato, massaggiandosi il capo con una mano.

-Cosa devo fare con te?

L'uomo si sedette sul letto, stravolto -Solo per stanotte, piccola. Solo per stanotte.

Yuna si sedette raggiante affianco al padre adottivo, abbracciandolo, mentre lui le accarezzava il capo.

Kuja sospirò, vagamente invidioso, ma comunque commosso (di nuovo, si) dalla scena.

Anche Gabranth, nonostante il suo stoicismo di facciata, non rimase indifferente, forse anche lui avrebbe preferito dormire vicino a Yu... all'Evocatrice.

L'unico ad avere uno sguardo triste in quel momento era Jecht, velato da un ombra di nostalgia e tristezza.

L'omaccione sospirò, dando una pacca alle spalle dei propri colleghi.

-Andiamo guardoni, è ora anche per noi di prendere sonno- insisté il gigante, varcando il portone per primo e lasciando padre e figlia a parlare come ai vecchi tempi.


A\N: E si, anche le nostre affascinanti (supermolleggiate, modellose, e impeccabili) Evocatrici hanno i loro momenti di imbranataggine.

DII\N: Gentilmente forniti e inventati da te, guarda caso.

A\N: Dammi un secondo che poi tu e io ci facciamo una bella chiacchierata. Nel caso qualcuno si stesse chiedendo perché Ixion rugisse, la risposta è semplice: in Final Fantasy non esistono i cavalli, dato che i guerrieri cavalcano Chocobo, quindi i nitriti di Ixion per Yuna non potevano essere descritti se non come strani ruggiti. Alla prossima. Ciao.

  
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