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Autore: Potter4ever    01/08/2016    2 recensioni
Sono passati 11 anni dalla fine della guerra. Per Hermione e Draco molte cose sono cambiate e non in meglio. Lui è in prigione, condannato a vita, mentre lei è in esilio.
Ma una profezia cambierà tutto.........
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L’estate scozzese non era molto lunga, ma era capace di riservare giornate splendide, con una limpidezza cristallina e il cielo, perfettamente sgombro di nuvole, che si specchiava nei numerosi laghetti delle Highlands.
Dalla finestra della camera di Jaime, Hermione vedeva il Lago Nero, che per una volta era quasi azzurro, ma i suoi occhi non riuscivano ad ammirare lo spettacolare paesaggio.
Stava ripensando a tutto quello che era successo in quei mesi, da quando gli Auror l’avevano prelevata di forza al lavoro all’ultima settimana, passata a fare l’amore con Jaime e a parlare con i suoi amici.
Aveva riscoperto l’acume di Draco e le battute pungenti di Ginny e aveva imparato ad apprezzare l’intelligenza di Sibilla Longeye che, visioni future a parte, possedeva una cultura non indifferente e con la quale aveva intrapreso numerose stimolanti conversazioni.
Si era scoperta innamorata persa del bel babbano e, appunto per questo motivo, anche se poteva sembrare un paradosso, assolutamente intenzionata a tornare nel suo tempo.
Aveva goduto di ogni momento passato in sua compagnia, gli aveva raccontato tante cose del mondo magico e aveva apprezzato la sua curiosità e le sue domande, mai stupide, mai fuori luogo.
Ma tutto aveva una fine, anche il sogno più bello e, il suo, stava per terminare.
“Hermione, cara, è ora, dobbiamo andare”
La voce dolce di Ginny, venata d’impazienza, la riscosse dai suoi pensieri e, rivolgendole un dolce sorriso, prese il suo zaino e la seguì.
L’ufficio della Preside non era mai stato così in subbuglio, fervente dei preparativi per la partenza dei viaggiatori del tempo.
L’unico a rimanere in un angolo, fermo e quasi nascosto, ma non per questo meno spaventato, era Draco Malfoy. Lui sapeva a cosa stava tornando e la cosa, più i muniti trascorrevano, più lo terrorizzava. La tentazione di sparire, di non tornare indietro, si stava facendo sempre più forte e aveva paura di non riuscire a resistere.
“Non devi neanche pensarlo, ragazzo”
“Parlate bene voi, siete una persona libera, avete il vostro posto nella società, io sono un rifiuto, un rinnegato, un qualcosa da evitare come la peste, da rinchiudere e dimenticare”
“E io ti ho detto che non devi neanche pensare a restare qui. Non te lo dico solo come veggente, ma sai anche tu che il tempo non deve essere cambiato. Hai svolto il compito che ti era stato assegnato, non hai più motivo di rimanere in un’epoca che non ti appartiene”
Draco sospirò, girando il viso ed evitando di guardare la donna e sentendosi, per l’ennesima volta, un paria, un emarginato.
“Andiamo. E’ora”
La voce di Sibilla Longeye, pur non essendo alta, ebbe il potere di far tacere tutti i presenti che, ordinatamente, si avvicinarono alla passaporta predisposta per loro.
Hermione prese la mano di Jaime, che continuava a guardarsi attorno e non sapeva decidersi se essere più curioso o spaventato.
“Preparati, perché usare una passaporta per la prima volta non è un’esperienza così esaltante come vorrebbero farti credere. Non è pericoloso, ma il tuo stomaco potrebbe risentirne”
“Il mio stomaco si sta già risentendo adesso e mi sto pentendo di aver fatto colazione, stamattina!”
“Guardami negli occhi, continua a guardarmi ed andrà tutto bene. Appoggia il dito sopra il cuscino e non toglierlo finché non te lo dico io. Tieni stretta la mia mano”
Lo strappo e il successivo vortice della passaporta furono, per il giovane babbano, un’esperienza devastante tanto che, una volta atterrati, continuò a tenere gli occhi serrati e a stringere convulsamente la mano di Hermione.
“Jaime, Jaime! Siamo arrivati! Jaime, puoi lasciarmi la mano, me la stai stritolando! Apri gli occhi, è tutto finito!”
“Oh, scusa Hermione! Mai più! Ma come fate a sopportare di viaggiare in questo modo? Sono stato sicuro di morire!”
“Giovane Fraser, non penso ti capiterà di nuovo di usare una passaporta in futuro, ma il fastidio del viaggio è compensato dalla velocità dello stesso e dalla possibilità di spostarsi ovunque nel giro di pochi secondi”
Jaime non rispose, non sentendosi ancora perfettamente sicuro del suo stomaco, ma fulminò la veggente con lo sguardo, facendola sorridere.
In quel momento Ginny lanciò un urlo, facendo sobbalzare i presenti.
“Le pietre! Siamo alle pietre! Torno a casa! I miei bambini, mio marito!”
“Posso capire i tuoi figli, ma tutto questo entusiasmo per rivedere Potter, mi sembra esagerato”
“Malfoy, sempre il solito!” ma l’espressione di Ginny era così felice che nulla avrebbe potuto cambiarla.
Hermione, invece, fece cenno a Jaime di allontanarsi un poco dagli altri.
“Speravo volessi rimanere, sei ancora in tempo, resta con me e sposami, Hermione”
“Vorrei tanto, ma non posso. Se io rimanessi qua – e tu non immagini quanto lo vorrei – tante cose non potrebbero succedere. Cambierei il corso del tempo e magari Voldemort prenderebbe il potere. Devo tornare”
“Ma io ti amo, non conta nulla?
“Ti amo anch’io, più della mia vita, ma non posso restare. Non amerò mai più nessuno, ma il mio posto non è con te”
Gli occhi di Jaime la scrutarono a lungo, un’espressione tra il ferito e l’adirato, ma alla vista delle lacrime che, copiosamente, cominciarono a spuntare da sotto le palpebre di Hermione, capì che non potevano salutarsi in quel modo.
“Vieni qua, bella streghetta, baciami per un’ultima volta e poi vai verso la tua vita. Sopravvivrò, non preoccuparti, ma lascerai un vuoto incolmabile nel mio cuore, ricordatelo”
“Io avrò un vuoto incolmabile, tu non saprai più chi sono entro pochi minuti. Gli incantesimi di memoria devono essere proprio la mia maledizione”
Hermione scoppiò in un pianto dirotto, aggrappandosi alle spalle del giovane come un naufrago che trova un appiglio e, in quel momento, era proprio così che si sentiva.
Pianse per un tempo che le parve eterno, ma alla fine, facendosi forza, riuscì a calmarsi, doveva essere lucida per non causare danni irreparabili alla mente di Jaime.
“Madama Prewett mi ha dato un’ultima fiala, da farti prendere. Si è raccomandata tanto, è la più importante e non potrai certo tornare al castello per fartene dare un’altra”
“Va bene, mammina. Ma prima di mandare giù la medicina cattiva, voglio un bacio”
Non fu solo un bacio, fu un fondersi di anime, ancora più profondo di un amplesso, sembrava quasi che volessero diventare una cosa sola e s’interruppero solo per mancanza d’aria.
“Grazie” mormorò Hermione tra le lacrime che rischiavano di accecarla.
“La medicina. Spero sia meno amara di tutte quelle che ho preso”
Buttò giù il contenuto della boccetta in un colpo solo e, quasi immediatamente, i suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa, lasciando quasi subito il posto ad un’espressione vacua.
La pozione soporifera aveva fatto il suo effetto e Jaime non cadde violentemente a terra solo grazie al pronto intervento di Draco, che lo prese per le spalle, adagiandolo delicatamente al suolo.
“Sei sicura di volerlo fare?”
“Devo essere io, ma ti ringrazio”
Il tempo della disperazione sarebbe arrivato, ma Hermione riuscì a vuotare la mente e, con mano ferma, si avvicinò al ragazzo dormiente e, con voce sicura, pronunciò l’incantesimo
“Oblivion!”
“Probabilmente è il mio destino che le persone che più amo nella vita, ad un certo punto, non si ricordino di me”
“E’ ora, mia cara, devi trasfigurare i vestiti e tornare nel tuo tempo. Non ti preoccupare, a lui penseremo noi, andrà tutto bene”
I tre giovani fecero quanto loro chiesto e, contemporaneamente, appoggiarono le mani alla pietra centrale nel momento esatto in cui il sole del solstizio d’estate, sorgendo, inondava le pietre di luce.
Fu un attimo, una scossa, un violento giramento di testa e tutto finì.
Ma al posto del silenzio che li aveva accolti la prima volta, esplose una cacofonia di suoni, urla e pianti, segno che era vero, erano veramente tornati.
 
“Secondo te, non avremmo dovuto dirglielo?”
“No, sarebbe rimasta e questo non doveva assolutamente succedere. Diciamo che avrà un motivo valido per essere felice, in futuro”
“Il ragazzo non ricorderà proprio niente?”
“No, l’incantesimo è perfettamente riuscito. Hai visto? Non ha usato la bacchetta! E’ veramente una strega notevole”
“Si, mi auguro che questa volta non rinunci più alla magia, ma è una fortuna che sia dalla parte dei buoni. Per gli abitanti di Castle Leoch, come facciamo?”
“Non lo sai? Ci ha già pensato lei! E’ l’unica strega che io conosca che sia mai riuscita a fare un incantesimo di memoria ad un intera comunità! Ho mandato un mio incaricato a controllare la situazione e nessuno, ripeto, nessuno conserva memoria di una guaritrice molto particolare”
“Un simile potere ha rischiato di perdersi. Per fortuna che siamo arrivate in tempo”
“Sembra strano, visto che lei nascerà solo tra oltre 200 anni, ma è così. Strano potere, quello del tempo.....”
“E il giovane Malfoy?”
“Le mie visioni parlano molto chiaro, ma nessuno potrà ridargli la vita che ha perso”
“Non so se vorrei avere la tua capacità di vedere il futuro, è spaventosa”
“Si, ma le cose buone che riesco a far accadere mi ripagano di tutte le angosce”
“Andiamo, questo bel giovanotto questa notte dormirà nel suo letto”
“Si, è ora”
 
“Harry! Harry! Amore mio, sono tornata!”
“Ginny! Oh Merlino, avevo perso quasi tutte le speranze! Grazie Hermione, hai fatto il miracolo!”
“No, Potter, non ringraziare così gli altri che hanno aiutato!”
“Scusa Malfoy!” – Con un sorriso fermato solo dalle orecchie, l’uomo sopravvissuto ormai molte volte e reso vivo dal ritorno della moglie, si diresse a braccia spalancate dal suo vecchio nemico, stringendolo in un abbraccio stritolante.
“Hai deciso di uccidermi appena arrivato? Fai pure, non ti preoccupare, mi risparmi il ritorno in prigione”
“Mi dispiace contraddirti, giovane Malfoy, ma tu non tornerai ad Azkaban”
“Professoressa McGranitt, cos’è successo ancora? Non ho fatto niente, non sono scappato”
“No Draco, tu non tornerai in prigione perché sei un uomo libero a tutti gli effetti. Ti verrà restituita la bacchetta e tutti i tuoi averi”
“Co...co....come? Cosa? Ma.....ma io.....no.....io”
Il balbettio di Draco fu interrotto dall’arrivo di uno splendido gufo reale del Ministero che, con fare solenne, depositò una pergamena nelle mani dell’esterrefatto giovane.
Con mani tremanti ruppe il sigillo e, con voce ancora più tremante, ne lesse il contenuto:
“Io sottoscritto, Kingsley Shakelbolt, dimissionario Ministro della Magia, dichiaro che il sig. Draco Malfoy è, a tutti gli effetti della Legge Magica, un uomo libero e chiedo perdono per le ingiustizie che ha dovuto subire per esclusiva mia colpa.
Al suo ritorno tornerà in possesso di tutti i beni che gli sono stati requisiti al momento del suo ingiusto arresto.
Lo invito, ufficialmente, a presenziare alla conferenza stampa che si terrà domani mattina, dove verranno rese ufficiali le mie dimissioni e dove avrò il piacere di riconsegnargli le chiavi delle sue proprietà.
In fede,
Kinglsey Shakelbolt”
Draco aprì e chiuse più volte la bocca, un’espressione stranita sul volto e le palpitazioni del cuore a mille.
“Cosa significa? Non è uno scherzo, vero?”
“No signor Malfoy, non è uno scherzo. Le assicuro che è tutto vero, ma non posso anticiparle altro, il Ministro mi ha fatto promettere di non dire niente. Vuole essere lui a metterla al corrente e a pagarne le conseguenze”
“Continuo a non capire, non posso nascondere che sono shoccato e felice, ma vedo che mi toccherà aspettare domani per sapere qualcosa di più. Allora da oggi dormirò da uomo libero?”
“Si, da questo momento in poi nessuno la toccherà più. Stanotte siete tutti invitati a Hogwarts, è stato predisposto un banchetto di benvenuto e bentornati e sono state preparate delle stanze apposta per voi”
“Professoressa, mi scusi......”
“Mi dica signorina Granger, ha bisogno di qualcosa?”
“Si, è possibile avere la stanza in fondo alla torre sud?”
“Non credo ci siano problemi, quell’ala del castello è vuota, ma perché, se posso saperlo?”
“No non posso dirlo, è troppo personale, mi scusi”
“Non c’è problema, farò preparare il tutto appena arriveremo. Adesso andiamo, penso che vorrete riposarvi e avrete parecchie cose di cui parlare”
Il gruppo di persone si avvicinò alla passaporta che era stata predisposta e sparì quando il sole del solstizio d’estate raggiunse il suo apice, a picco sul cerchio di pietre.
 
Sembrava che il tempo si fosse fermato. La stanza era esattamente come l’aveva lasciata, la notte scorsa di 200 anni prima. Hermione ebbe l’impressione che non fosse più stata usata, cosa improbabile, anche se possibile vista la vastità del castello.
Ma si chiedeva come mai, su tante stanze, proprio quella fosse rimasta ferma, congelata nel tempo. Gli elfi domestici, stranamente, non erano ancora arrivati per sistemare il letto per lei e così, all’improvviso, a causa di un raggio di sole entrato dalla finestra, vide qualcosa che luccicava in un angolo, vicino al baule.
“La mia spilla! La spilla che avevo messo per trattenere il mantello! Nella fretta non l’avevo più trovata, ma non l’avevo cercata più di tanto, vista la stagione”
Era scioccata Hermione, improvvisamente vedeva congiungersi le due vite che aveva vissuto in quello strano periodo e, forse per la prima volta, non cercò spiegazioni, ma si lasciò scivolare a terra, con la spilla in mano, piangendo silenziosamente.
Non seppe per quanto tempo rimase in quella posizione, ma dovette riscuotersi quando un bussare insistente riuscì a far capolino nel suo intorpidimento mentale.
“Avanti, è aperto”
“Tutto a posto Hermione? Ti stanno aspettando tutti per il banchetto, non si può cominciare senza di te”
“Scusami, mi ero dimenticata. Mi sistemo e scendo”
“Cosa c’è?”
Inutile mentire con Ginny, lei capiva sempre tutto.
“E’ la stessa stanza, nessuno l’ha più toccata e usata. Ho ritrovato il fermaglio che usavo per tenere fermo il mantello, era caduto in questo angolo. Mi sono sentita morire”
Senza dire altro, la rossa strinse l’amica in un abbraccio, non servivano le parole, aveva capito tutto.
“Prima o poi passerà, lo sai, vero? Sarà dura, più di quanto immagini, perché siete separati per sempre e non esiste possibilità di ritrovarvi. Magia e tempo, abbinata mortale!”
“Lo so, ma fa male, sembra che mi stiano strappando il cuore dal petto, continuo a piangere e mi domando da dove arrivino tutte quelle lacrime. Devo tirare fuori il famoso coraggio Grifondoro e farmi forza, ma ho superato cose peggiori e riuscirò ad andare avanti.
Adesso andiamo al banchetto o Harry e Draco non ci faranno più trovare nulla!”
Con un colpo di bacchetta si mise a posto i capelli e, dopo una veloce rinfrescata e un cambio d’abito, Hermione e Ginny, a braccetto come due ragazzine, si avviarono verso la Sala Grande.



 
Come promesso, ecco un nuovo capitolo della mia prima ff.
Gli ultimi saranno abbastanza lunghi, ma dividerli mi spiaceva e non mi sembra giusto "allungare troppo il brodo", ormai i giochi sono fatti, anche se ci saranno altri colpi di scena dell'ultimo minuto.
E' un capitolo molto commovente, almeno, io nello scriverlo mi sono commossa e spero tanto che vi piaccia.
Grazie a tutti i miei pazienti lettori!
A presto!
  
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