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Autore: Inikos DS    01/08/2016    4 recensioni
Nico Di Angelo ha sedici anni, dopo la morte prematura della madre Maria, si troverà a dover fare i conti con la nuova compagna del padre: Persefone. Costei porterà via al ragazzo l’unica persona cara rimastagli; sua sorella Bianca.
Accusato ingiustamente dalla donna, di esser lui l’assassino della ragazza, Nico sarà portato di forza in un manicomio situato su un isola, nel pieno dell’oceano Atlantico; l’Happy Island.
Qui il ragazzo, si troverà ad affrontare una situazione completamente nuova, distrutto dal dolore e circondato da malati mentali, scoprirà presto gli orrori che si celano dietro quel nome, all’apparenza così “rassicurante”. Tra nuove amicizie, odio e il tanto desiderato amore, Nico dovrà combattere contro i suoi demoni per riuscire nella sua vendetta: eliminare Persefone e proclamare la sua innocenza al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Le luci si abbassarono gradualmente, mentre la folla rumoreggiava eccitata per lo spettacolo in procinto d’iniziare. Il sipario si calò lentamente, mentre una voce sensuale annunciava l’inizio dello spettacolo;
<< Signori e signore, siamo lieti di dare il via al tanto atteso spettacolo dell’Happy Island. Questa sera in esclusiva per voi si esibiranno ben cinque ragazzi e cinque ragazze. Come di listino potrete scegliere con chi divertirvi in privato, consultando anche i photo-book disposti sul lato destro dei vostri divanetti. Dunque non mi resta che augurarvi, una notte d’intesa passione. >> 
“Breathe on me di Britney Spears” invase l’enorme platea circolare, mentre i ragazzi facevano la loro entrata in scena. 
Nico da sopra gli spalti osservava la scena accanto a Reyna, che stringeva con forza il bracciolo della sua sedia, quasi a volerlo spezzare. 
Il ragazzo sapeva il perché di tale rabbia: sul palco tra le cinque ragazze c’era infatti anche Piper e data la sua bellezza, non ben pochi occhi erano puntati su di lei. 
Jason ugualmente sembrava un Dio Greco sceso in terra; indossava solo dei boxer scuri e aveva il corpo ricoperto di brillantini argentei. I muscoli contratti mentre girava intorno al palo scintillavano sotto le luci e gli occhi focosi carichi di desiderio; proprio come insegnatoli da Afrodite.
Nico doveva ammetterlo, ci sapeva proprio fare. 
Insieme a loro c’era anche Leo, che manteneva alta l’attenzione degli spettatori giocando con dei cerchi di fuoco, cui in mezzo passava agile e sinuosa come una gazzella la sua ragazza, Calypso. A primo impatto l’esibizione sarebbe potuta sembrare una cozzaglia di rappresentazioni buttate lì senza una logica. Ma un occhiata più attenta rivelava come il tutto seguisse un percorso prestabilito. Ogni ragazzo strutturava il proprio movimento, tenendo conto di quello degli altri, in modo tale da non far passare nessuno in ombra. Tutti infatti, erano protagonisti e tutti dovevano esser visti per bene dai maniaci che applaudivano eccitati. 
Nico non sarebbe mai riuscito a fare nulla del genere, già solo immaginare di avere lo sguardo di centinaia di pervertiti addosso, gli faceva venire la pelle d’oca. Pensare addirittura di poter essere scelto da uno di quelli per fare del sesso… avrebbe preferito di gran lunga essere ucciso. 
<< Brutti porci maniaci. >> sibilò Reyna a denti stretti, mentre osservava tre uomini indicare Piper e poi darsi il gomito. 
Il moro non sapeva che dire… poteva solo immaginare quanto dovesse essere orribile vedere la persona che si ama, costretta a far sesso con degli sconosciuti. Ecco perché non avrebbe mai dovuto innamorarsi di nessuno lì dentro. Doveva obbligarsi a non farlo, ogni qualvolta avrebbe sentito quel sentimento, avrebbe dovuto ripensare all’espressione abbattuta e sofferente di Reyna. 
Il ragazzo tornò a concentrarsi su quel che lo circondava; era sceso insieme a Reyna all’ultimo piano, che non aveva ancora avuto modo di visitare. Qui dopo aver percorso un lungo corridoio, aveva visto i ragazzi dividersi in due direzioni, da un lato c’era infatti l’arena per i combattimenti, mentre dall’altro il “teatro” a luci rosse. 
Qui, aveva imboccato insieme a Reyna ed altri del loro gruppo. La stanza era perfettamente circolare. Al centro stavano svariate poltrone per gli spettatori, mentre in alto le tribune; quelle ad est riservate ai ragazzi del manicomio, mentre ad ovest sedevano Era, Zeus, Afrodite, ed un uomo che Nico non aveva mai visto prima. 
Lo spettacolo era iniziato alle 23:30 precise. 
Il ragazzo contò all’incirca trenta persone, di cui venticinque uomini e cinque donne. Tutti erano sulla quarantina d’anni e a salire. Che schifo…quelle persone potevano essere i loro genitori! O addirittura i nonni… 
In che razza di mondo viveva? Com’era possibile che esistesse gente del genere? Senza una dignità, senza vergogna, senza nessun pudore, senza un cuore… Pure bestie in preda all’istinto sessuale, alla ricerca di carne giovane con cui sfogare i propri istinti perversi. Nico non poteva farcela, era davvero troppo. Sentiva sulle sue spalle gravare il peso di tutto quel male e se sentiva schiacciato irrimediabilmente…Quando due uomini poi, infilarono alcune banconote nei boxer di un ragazzo (sicuramente Luke, dato la cicatrice sul volto), per il moro fu davvero troppo e senza volerlo rigurgitò tutta la cena, provocando così le risa di alcuni ragazzi. 
Reyna subito si chinò verso di lui,
<< Nico, stai bene? >> gli domandò, preoccupata.
Lui annuì.
<< Si, scusa e che… >>
<< Vieni, ti accompagno in infermeria. >>
Il moro scosse la testa,
<< No davvero, sto bene. Ho promesso a Jason che ci sarei stato per lui e non intendo tirarmi indietro. >>
<< Ed io invece scommetto che se Jason sapesse che ti sei sentito male, vorrebbe che ti mandassi in infermeria. Quindi, dato che lo conosco meglio di te, farai come ti dico. E non osare contraddirmi, perché non sono dell’umore giusto. >> lo avvisò la ragazza, mettendo le mani sui fianchi.
Nico avrebbe voluto ribattere, ma non era così stupido da mettersi contro una ragazza come Reyna, specie in un momento del genere.
<< Avanti Nico, fai come dice mamma Reyna. >> gli gridò qualcuno.
Reyna individuò subito il coglione di turno.
<< Ethan io e te ci vediamo domani nell’arena, quindi ti conviene tenere chiusa quella fogna, altrimenti non parlerai più per un bel po’ di tempo. >> lo minacciò risedendosi. 
Nico invece si affrettò ad uscire da quel bordello, mentre una nuova provocante canzone partiva in sottofondo. 
Reyna gli aveva intimato di andare in infermeria, ma non se la sentiva di vedere nessuno, anche perché non aveva nessuna ferita. 
Virò così per la biblioteca, bisognoso di scappare per un po’ da quell’inferno. 
Entrato fu accolto dal familiare odore di libri. Come immaginato la stanza era vuota. 
- Ok Nico, sta calmo. Hai solo bisogno di spegnere i pensieri per un po’.
Si disse mentre inevitabilmente la sua mente, ripensava a Jason, Piper e gli altri obbligati a vendere il proprio corpo, come se nulla fosse. E presto sarebbe toccato anche a lui. Uomini viscidi che ti circondano, senti i loro respiri fetidi di alcool sul collo, le mani sudate che ti toccano con desiderio morboso.
- Nico smettila! Urlò nella sua mente.
Con foga afferrò il primo libro che gli capitò tra le mani e cominciò a leggere;
“Evocare i morti”.
Subito il pensiero andò a Bianca e sua madre… si poteva davvero? 
Non era mai stato un ragazzo credente Nico, ma sapeva che qualcosa c’era oltre la morte. Anzi ne era profondamente convinto, e poi i sogni fatti con sua madre; non era tutto frutto della sua mente…
 In qualche modo i morti trovavano un modo per entrare in contatto con le persone care ancora in vita, e se potevano farlo loro, poteva provarci anche lui. Alla fine cosa c’era di sbagliato? La scienza si era fino ad allora limitata a decretare le differenti cause dei decessi umani, ma nessuna teoria scientifica, nessuna tesi basata sulla ragione aveva potuto spiegare cosa succedesse dopo. 
Aprì il libro e cominciò a leggere. 
Desiderava davvero tanto poter rincontrare Bianca, anche solo per una volta, poter rivedere il suo volto, bearsi del suono della sua voce. Lo avrebbe aiutato molto… perché non poteva ancora accettare che anche lei se ne fosse andata così, in quel modo barbaro. Strappata dalla vita da una miserabile puttana. 
Il ragazzo si rigirò il ciondolo che teneva sempre con sé al collo. Lo aiutava a non dimenticare la ragione per cui doveva continuare a vivere. 
Mentre prendeva appunti sul materiale necessario per compiere l’evocazione, le luci si spensero misteriosamente. Il ragazzo si bloccò, trattenendo il respiro. 
Chi poteva essere? 
Nico non era un ragazzo pauroso, quasi nulla lo spaventava, tantomeno il buio, nel quale invece si era spesso trovato a vagare. 
Dalle tenebre vide emergere una fiamma azzurra, piccola e nitida che avanzava lentamente verso di lui. 
Era forse uno spirito? Ma non aveva ancora detto o fatto nulla! 
D’improvviso la fiamma si alzò e illuminò un volto ceruleo, dal sorriso inquietante. 
Nico si avvicinò per guardarlo meglio.
<< Chi sei? >> domandò, cercando di mantenere la calma.
Ma il volto soffio sulla fiamma, che si spense. Il ragazzo rimase immobile immerso nel buio, indeciso sul da farsi. 
Le luci si riaccesero dal nulla, proprio come si erano spente, e questa volta Nico si spaventò non poco. Davanti a lui stava una ragazza dai corti capelli verdi petrolio e un libro in mano. 
<< Ciao. >> lo salutò tranquillamente quella, riponendo il libro su uno scaffale. << Ti faccio i miei complimenti, sei la seconda persona che non è scappata a gambe levate in preda al terrore. >> 
<< Scusa, tu saresti? >>
<< Lou Ellen. Sono nel tuo gruppo, solo che non scendo mai a mensa, ecco perché non mi hai mai vista. >> gli spiegò. << Vedo con piacere che anche tu ti interessi di esoterismo. >>
<< Oh beh in realtà, è la prima volta che leggo qualcosa al riguardo. >> 
<< Beh c’è sempre una prima volta. >> 
<< Tu credi in queste cose? >> 
La ragazza fece apparire dalla mano una rosa nera che si sistemò tra i capelli. 
<< Credevo fosse stato abbastanza chiaro. Sono una strega. >> 
A Nico venne l’impulso di scoppiare a ridere, ma qualcosa negli occhi di quella ragazza gli intimò di non farlo. 
<< Strega nel senso di Harry Potter? >>
Fu la ragazza che invece scoppiò a ridere.
<< Se così fosse, avrei già cruciato tutti, non ti pare? >> gli fece notare tra le risa.
<<  Beh in effetti… >>
<< Ho imparato tutto da mia madre… Lei mi ha cresciuta fin da piccola, insegnandomi l’antica arte. >>
<< L’antica arte? >> 
<< La magia babbano! Non hai studiato un po’ di storia? Mai sentito parlare delle streghe nel medioevo? Io discendo da un’antica stirpe di streghe, provenienti dalla Grecia. Anche mio padre era una strega, ma entrambi i miei genitori sono morti quando avevo solo undici anni. >> spiegò.
<< Mi spiace… e come sei finita qui? >>
<< Beh inizialmente ho bazzicato da un orfanotrofio all’altro, ma mi divertivo a far spaventare quei bastardi dei tutori che ci maltrattavano. Così alla fine mi hanno trasferita qui, con la scusa che fossi pazza. >> 
<< La gente si spaventa sempre davanti all’inspiegabile. >> 
<< Proprio così. Ma son più che felice di essere l’inspiegabile. Non lo sa quasi nessuno, ma non ho mai fatto sesso con nessuno di quei maniaci, o sono stata riempita di botte durante uno scontro nell’arena. >> confessò la ragazza, avvicinandosi.
Nico non sapeva se credere o meno a quella ragazza. Eppure il suo tono era più che serio, e al collo teneva appesi strani ciondoli e diversi cristalli. E poi mettendo che tutto quel che stesse dicendo fosse vero, avrebbe potuto chiederle un aiuto.  
<< Potresti insegnarmi il trucco? >> 
Lou scosse la testa, 
<< Non è un trucco, la magia non conosce trucchi… una vera strega opera attraverso la sua volontà, e tramite l’aiuto di un antenato o di un essere superiore. >> 
<< Non so di cosa tu stia parlando. >> ammise il moro. 
<< Beh mi stupirei se tu lo sapessi. Ma io non posso insegnarti niente, se tu non credi. >>
<< Credere in cosa? >>
<< In tutto, Nico. Credere in tutto quel che ti circonda, anche se non visibile ad occhio nudo. Devi lasciarti andare e credere, uscire dal pensiero egocentrista che l’essere umano ha posto alla base della sua esistenza. Non siamo soli su questo pianeta, non siamo gli unici esseri che vivono questa realtà, in questa vita. Apriti a questa concezione e tutto ti sarà rivelato. >> 
<< Ma questo non è forse il compito della scienza? Rivelare l’inspiegabile. >>
<< La scienza è un qualcosa di fondamentale per la vita, e sappi che in un modo o nell’altro è ricollegata alla magia. Ma tra le due c’è una netta differenza. La magia può tentare di spiegare ogni cosa, la scienza no, nella sua grandezza è limitata. Messa a disposizione di tutti è come un grosso schermo cui tutti possono guardare senza problemi. Un po’ come lo schermo del cinema, hai presente? >>
Nico annuì, rapito dalla lungimiranza di quella ragazza.
<< La magia invece sta dietro questo enorme schermo. E capisci, che stando dietro ad un qualcosa di così imponente ed importante, sono ben pochi quelli che si pongono il dilemma di voler andare oltre a cercarla. >> 
<< Quindi se volessi evocare una persona che non c’è più, devo andare oltre lo schermo? >>
<< Proprio così. La scienza rinnega ogni tipologia di contatto con i morti, ma io ho visto persone resuscitare i morti, e dar vita a dei veri e propri zombie viventi. >> 
Nico rabbrividì al solo pensiero.
<< In ogni caso, non addentriamoci in argomenti troppo complicati. Chi vuoi chiamare? >>
<< Mia sorella e mia madre. >> disse Nico, parlando così per la prima volta a qualcuno di loro. 
<< Tanto più forte è il legame che avete, tanto più facile ti sarà farle venire. >> spiegò Lou, prendendo una candela nera dalle tasche della mantella nera che indossava. 
Nico rimase piacevolmente colpito, dal fatto che la ragazza avesse usato il tempo presente, riferendosi alle due come se fossero vive. 
<< Ma vuoi provare adesso? >>
Lou annuì,
<< Se tu te la senti. Io non ascolterò nulla a prescindere. >> 
<< Però io non so ancora fare niente. >> fece notare Nico.
<< Non ti devi preoccupare, ci sono io. Tu non devi far altro che decidere quale delle due chiamare, e iniziare a pensare intensamente a lei. >>
Nico si prese cinque minuti per decidere; con sua madre, aveva già “comunicato” tramite sogni, e per quanto un suo consiglio ora gli avrebbe fatto bene, voleva assolutamente rivedere la sorella. 
<< Bene ho deciso. >>
<< Perfetto, come si chiama? >> chiese Lou, accendendo la candela con uno sguardo. 
<< Bianca. >> sussurrò Nico, ancora sconvolto da una simile manifestazione…per lui le streghe non erano state che leggenda, prima di allora. 
<< Comincia con il pensare intensamente a lei, immagina ogni tratto del suo aspetto fisico. Poi passa alla sua voce, al modo di parlare… >>
Nico cominciò a visualizzare Bianca nella sua mente; i lunghi capelli corvini, gli occhi scuri, il volto albino… era come ipnotizzato dalla voce di Lou, che lo guidava man a mano sempre più in profondità. 
<< Ora ripeti insieme a me. >>
<< Bianca, mi senti? >> 
Nico ripeté debolmente.
<< Mettici più animo. Bianca, riesci a sentirmi? >>
Questa volta Nico, cerco di infondere nella voce più coraggio.
Poteva ora vedere la sorella correre verso di lui, avvolta in una coltre di luce bianca, le braccia aperte al vento, il sorriso luminoso. 
<< Bianca, arrivo. >> gridò. 
E man a mano vide la luce aumentare, sempre di più. Fino a quando non invase l’intera stanza. Ma c’era qualcosa che non andava…
<< Ma cosa state facendo? >> chiese uno sconvolto Will.
Nico aprì gli occhi di scatto, mentre Lou sospirò contrariata.
<< Cavoli, c’eravamo quasi. >> si lamentò, soffocando la fiamma della candela tra le dita.
<< Solace non potevi scegliere un momento migliore per interromperci. >> esclamò poi, rivolta al ragazzo.
<< Beh scusate, non sapevo foste qui a quest’ora… ma poi cosa stavate facendo di preciso? >>
Lou alzò gli occhi al cielo. 
<< Nulla che ti riguardi. >>
<< Non dirmi che stai coinvolgendo Nico, nelle tue diavolerie. Lui non è come te. >>
<< Ti brucia così tanto, solo perché sai che i miei metodi di guarigione sono più efficaci dei tuoi.>> ribatté la ragazza.
<< Ah i tuoi metodi? Tritare due piante e recitare frasi senza senso? Quelli non possono neanche esser definiti metodi di guarigione. >> controbatté il biondo indignato.
<< Adesso basta. >> sibilò Nico. << Will chi ti credi di essere per venire a dirmi, cosa mi piace fare, o meno? Lou mi stava solo aiutando, e ci stava anche riuscendo benissimo, prima che tu arrivassi. >> 
Lou sorrise beffarda a Will uscendo dalla stanza, mentre il biondo rimase immobile a fissare gli occhi scuri di Nico, che si agitavano come una nube di ceneri brucianti.
<< Nico io… >> provò a dire, ma l’altro non lo lasciò finire.
Infuriato il moro uscì dalla stanza per raggiungere Jason, e andare alla festa; alcool e musica spacca timpani erano proprio quello di cui aveva bisogno.
Rientrato in stanza, trovò il biondo in pantaloni neri e canottiera,
<< Ehi Jason, come stai? >> gli chiese.
<< Nico! Reyna mi ha raccontato che ti sei sentito male… In effetti non hai una bella cera. >>
Il moro scosse la testa.
<< Sto bene davvero, è stata solo colpa dello shock iniziale. >> gli spiegò.
<< Sicuro? Altrimenti dico a Percy che non andiamo. >>
<< Scherzi? Ho assolutamente bisogno di quella festa, in questo momento. >>
<< Perfetto, allora andiamo. >> gli sorrise il biondo.
<< A te com’è andata? >>
<< Ah giusto! Beh non mi lamento, me la sono cavata con un bocchino e altri preliminari. Fortunatamente quel maiale era troppo sbronzo per avere un rapporto completo. >> 
<< Credevo fossi andato con una donna. >>
<< E’ raro… le donne non vengono quasi mai. E spesso le poche presenti, sono lesbiche. >> 
<< E a te non fa schifo, dico il dover fare sesso con degli uomini? >> gli domandò, curioso.
<< Sono bisex, non mi faccio problemi. Semplicemente vorrei poter fare l’amore e non sesso. >> ammise, mentre prendevano l’ascensore. 
<< Beh credo che è quello che vorremmo un po’ tutti. >> rispose il moro, consapevole di poter fare (finalmente) coming out liberamente, con il compagno di stanza. 
Jason annuì, fissando il soffitto dell’ascensore.
<< Tu hai qualcuno con cui vorresti fare l’amore? >> 
Nico arrossì lievemente a quella domanda inaspettata.
<< No, nessuno. E tu? >> 
<< Idem… Però adesso basta tristi pensieri, siamo arrivati. >> annunciò il biondo, fermandosi davanti all’ultima porta infondo al corridoio. 
<< Ma non si sente nulla. >> fece notare il moro. << Sicuro che sia qui la festa? >>
Jason gli fece l’occhiolino e aprì la porta. 
Poi ci fu solo il caos…
Nico non immaginava che una semplice stanza da letto, potesse essere mille volte meglio di una vera discoteca. 
Musica dark elettronica suonava a tutto volume, facendo tremare il pavimento. Al centro del soffitto stava una palla argentata che accompagnata dai riflettori, rendeva l’ambiente un mix incasinato di mille colori. Nico vide una massa di persone ballare al centro della stanza, il quale pavimento era formato da quadrati luminosi. Leo stava in un angolo dirigendo tutta la parte tecnica delle luci, indossava un berretto da pittore e degli occhiali da sole, che gli davano un look pazzo e stravagante, proprio come la festa che aveva organizzato. Il moro individuò anche Percy che ballava appiccicato ad Annabeth, in minigonna e tacchi. 
Come poteva una stanza essere così grande e ben attrezzata? Nico era davvero stupito. Pensava che nulla sarebbe mai riuscito a superare lo stupore provocato dalla stanza di Hazel e Katie. 
Jason lo invitò a gettarsi nella mischia, prendendogli due cocktail.
<< Avanti, diamoci dentro. >> gli disse, cominciando a ballare.
Nico si lasciò trasportare dalla folla, cercando in tutti i modi di spegnere i pensieri e lasciarsi andare a quel suono liberatorio, che invitava la parte più istintiva ad uscire dalla razionalità e scatenarsi. 
Presto il ragazzo si trovò circondato da quasi tutti i suoi compagni, c’erano Piper e Reyna che tra un movimento e l’altro si risucchiavano la faccia a vicenda. Hazel e Frank invece, ballavano insieme a Jason, mentre Lou si divertiva a mescolare alcuni cocktail.
<< Assaggia, è una mia ricetta speciale. >> gli disse consegnandogliene uno.
<< Cosa? >> gridò Nico, che per via della musica non capiva nulla.
<< Ho detto, assaggia questo cocktail, l’ho modificato! >>
<< Che hai detto? >> 
Lou perse la pazienza.
<< Bevilo! >> gli gridò con tutto il fiato che aveva in gola. 
<< Ah ok. >> rispose il ragazzo, buttando giù tutto il cocktail. 
Lou sorrise divertita, poi bevve il suo. 
<< Tra poco, inizieremo a volare, amico mio. >> disse, consapevole del fatto che Nico, non potesse sentirla.
Mentre ballava il moro iniziò a pensare… Non sapeva bene perché, ma tutti i pensieri che, sperava se andassero con l’effetto dell’alcool invece rimasero, e lo investirono come un fiume in piena. 
- Will… l’hai trattato davvero male. Lui ha sempre cercato di aiutarti e tu l’hai ripagato in quel modo orribile. Gli disse una parte di sé.
Beh direi che se l’è meritato, no? Stavo per rivedere Bianca, anzi ci stavo  riuscendo e lui cosa? Ha rovinato tutto. 
Avrebbe dovuto farsi i cazzi suoi. Ribatté l’altra parte di sé, stufa di continuare a pensare in maniera così lucida. 
Ben presto il suo desiderio però fu esaudito; come promesso da Lou infatti, la testa del ragazzo prese letteralmente  a volare…
 Nico cominciò a non capire più nulla, si sentiva leggero, vuoto, “in alto”. Saltava a ritmo di musica, gli occhi chiusi, sentiva altri corpi sbattergli contro, ma non se ne curava. Prese altri due cocktail, e tutto cominciò a vorticare, Lou lo afferrò per le mani e presero a vorticare insieme completamente ubriachi. 
Ecco era proprio questo, quello che Nico voleva. La più totale e completa amnesia… il sentirsi il cervello anestetizzato, o forse il cuore. Non lo sapeva bene neanche lui, l’unica cosa che contava era “quella sensazione che non gli faceva sentire”…
Ad un certo punto, Lou scomparve e Nico continuò a vorticare su se stesso da solo. Dopo qualche minuto una ragazza gli si avvicinò, il moro era troppo ubriaco per cercare di capire chi fosse. Ma ugualmente, quando questa gli consegnò una pasticca, facendoli segno di ingoiarla, Nico eseguì senza batter ciglio. Improvvisamente però, vide arrivare una terza persona che gli colpì la mano con uno schiaffo facendo cadere la pillola, e allontanò la “straniera con violenza”. 
L’unica cosa che Nico poteva distinguere del suo salvatore, erano due paia di occhi azzurri.. 
- Si, doveva essere sicuramente lui.
 Spinto da uno strano desiderio, il ragazzo lo afferrò con forza, obbligandolo  ad inchinarsi e lo baciò con morbosità. Dopo un primo tentennamento, anche l’altro rispose al gesto, circondandolo completamente. 
Nessuno dei due seppe dire, quanto durò. Senza riprendere fiato neanche per un istante, continuavano a respirare uno dalle labbra dell’altro, muovendo i corpi a ritmo di musica. Intorno a loro, tutti era troppo ubriachi per dire qualcosa, ed a entrambi andava più che bene. Non volevano essere fermati, non volevano fermarsi… 
 









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La mattina seguente Nico si svegliò con un tremendo mal di testa, e dolori ovunque. Non si aspettava di ritrovarsi nel suo letto, ma fortunatamente quella era nella sua stanza. C’erano soltanto due stranezze a turbarlo; la prima, era il fatto che fosse completamente nudo, mentre la seconda (forse più importante), che nel letto insieme a lui disteso ci fosse Jason. 
- Solo un secondo, cosa? Cosa cazzo ci faceva Jason nel suo letto? No, no, no, ti prego dimmi che sto ancora sognando, dimmi che non è vero. 
Nico non voleva crederci, infuriato svegliò il ragazzo colpendolo con un pugno alla pancia.
<< Ahi. >> si lamentò quello aprendo gli occhi. << Ehi Nico, ma dico, sei per caso impazzito? >> biascicò, toccandosi le tempie. << Ah, la testa sta per esplodermi. >> 
<< Jason dimmi perché cazzo sei nel mio letto? >> sibilò, Nico che stava per perdere la pazienza.
<< Oh beh in realtà non ricordo molto, ora che ci penso. >> ammise.
<< Dei vi prego, ditemi che non è vero. >> pregò il ragazzo, mentre iniziava a sentire il senso di colpa farsi strada in lui. 
<< Nico ma cosa stai pensando? Non abbiamo fatto sesso, puoi stare tranquillo! >> esclamò finalmente il biondo, calmando così l’animo del moro, che tirò un sospiro di sollievo.
<< Avresti potuto dirlo da subito! >> lo redarguì, colpendolo nuovamente. 
Jason fece una smorfia di dolore.
<< Beh solo adesso sto iniziando a ricordare. >> si giustificò.
<< Parla allora. >>
<< Ieri sera eri completamente ubriaco, io ero messo leggermente meglio di te, e ho dovuto portarti in braccio perché non riuscivi nemmeno a camminare. Credo di esser crollato sul letto insieme a te per la fatica fatta. >> spiegò.
<< Allora sei perdonato. >> disse Nico. << Anche se, non capisco perché sia completamente nudo. >> 
<< Forse volevo metterti dei vestiti più comodi, o almeno credo. >> 
<< Maniaco. >> 
<< Come? Adesso sarei anche un maniaco? Se non fosse stato per me, chissà dove saresti adesso. >> 
<< E con ciò cosa vorresti dire? >> domandò Nico, mentre un flashback arrivò improvvisamente a ricordargli parte di quel che aveva fatto la sera prima. 
Ricordava di ballare appiccicato a qualcuno, ricordava il suo forte profumo, la sua lingua calda, i loro corpi uniti.
- Ma cosa aveva fatto? 
<< Jason tu hai visto con chi mi stavo baciando? >> gli domandò, temendo la risposta.
<< Certo, sono stato io a staccarti, prima che ti portasse nella sua stanza per finire quello che avevate iniziato. >>
- Aveva gli occhi azzurri… anche questo gli tornò in mente. Chi poteva essere? Forse Percy? No, impossibile, era con Annabeth. Allora… Will. 
<< Luke. >> 
Nico sorrise nervosamente,
<< Jason cosa c’entra Luke? >>
<< Era Luke il ragazzo con cui stavi per finire a letto. >> 
Nico non poteva crederci… 
- Luke? Quel Luke? No, non poteva essere vero. Forse Jason era così ubriaco da non ricordarlo nemmeno lui.
<< Non è possibile. >>
<< Mi dispiace, immagino non debba essere facile da accettare, ma alla fine sono stati soltanto dei baci. >>
<< Solo dei baci? Ma Dei, Jason non con Luke! Capisci cazzo? Io odio quel ragazzo. >> esclamò Nico, nascondendo il volto sotto il cuscino.
<< Beh però devi ammettere che per quanto sia stronzo, è veramente carino. >> 
<< Spero tu stia parlando così per colpa dell’alcool che ancora ti circola nelle vene. >>
<< In ogni caso prendilo come una sorta di allenamento, per quello che ti aspetta. >> cercò di consolarlo il biondo.
<< Uao, questo si che mi conforta. >> sbuffò Nico, che mai si sarebbe aspettato di esser finito tra le braccia e le labbra di Luke.
<< Avanti vai a farti una doccia, che oggi ci aspetta la lezione con Dioniso. >>
<< Sapere che conosceremo un nuovo depravato mi da proprio la forza di alzarmi da qui. >> si lamentò.
<< Non essere così noioso. Dioniso è diverso, posso assicurartelo. >>
<< Se lo dici tu. >> commentò il moro, alzandosi e trascinando con se il lenzuolo, per coprire la sua nudità agli occhi del compagno.
<< Beh Jason…. >> esclamò poi, << Grazie. >> 
Il biondo si aprì in un sorriso e afferrando un lembo del lenzuolo rimasto ancora al letto, tirò il ragazzo a sé. 
<< Son felice di averti portato via da lui. >> gli disse, mentre lo teneva tra sue braccia. 
<< Anch’io. >> rispose Nico, abbassando lo sguardo.
<< Bene. >> disse Jason, alzando gli occhi al soffitto. << Adesso vai, e vedi di rimetterti in sesto. >> 
Nico annuì e si chiuse in bagno. 
S’infilò subito sotto il getto gelido, bisognoso di purificarsi da tutto lo schifo che sentiva sul suo corpo. Aveva amoreggiato con uno dei ragazzi più stronzi dell’intero manicomio… Come aveva potuto non riconoscerlo? E poi Luke non era forse fidanzato con quella scorbutica di Drew? Perché era andato da lui?
Chissà cosa avevano pensato gli altri, quando lo avevano visto tra le sue braccia… Si era lasciato ingannare da quei maledetti gli occhi… 
Perché aveva creduto si trattasse di lui, quando in realtà era incappato nel ragazzo che mai avrebbe preso in considerazione? 
Occhi azzurri… il suo cuore aveva già la risposta, ma lui non voleva sentirla… l’acqua fredda inibiva i sensi e congelava i muscoli. Ibernato in quella posizione, Nico sperava che anche il corso dei suoi pensieri potesse cristallizzarsi. E il flusso si fermò; su un volto, su un nome; Will. 
Erano i suoi gli occhi che Nico credeva di aver visto, erano le sue labbra che pensava di aver baciato… 






Nel frattempo nell’infermeria…




<< Ieri sera è stato uno sballo. >> commentò Michael, mentre indossava la divisa da dottore. << Tu hai beccato con qualcuno? >>
Will scosse la testa, << No. >>
<< Dai Will non fare il timido, ti ho visto insieme a Butch. >>
Il biondo si voltò a guardarlo sconvolto, 
<< Che? >> 
Michael scoppiò a ridere e gli diede il gomito, 
<< Avanti sto scherzando. >> ammise.
<< Ah ah ah, davvero divertente. >> commentò Will, sistemando gli oggetti da laboratorio.
Michael alzò gli occhi al cielo, << Will si può sapere cosa ti succede? E’ da quando siamo arrivati che ti aggiri per la sala con quella faccia da funerale. >>
Il biondo però non rispose, continuando ad avvolgere le garze pulite. 
<< Pianeta terra chiama Will, pianeta terra chiama Will. >> 
<< Oh scusa, non ti avevo sentito. Comunque non devi preoccuparti sto bene, sono solo un po’ stanco. >> ribadì.
Michael sbuffò un, certo come dici tu, e lasciò cadere il discorso.
Will non era riuscito a chiudere occhio neanche per un istante durante quelle poche ore che aveva avuto a disposizione per riposare… la sua mente infatti, era rimasta tutto il tempo con un pensiero fisso. Un immagine urticante, che non riusciva ad eliminare dai suoi pensieri… Ci aveva provato in tutti i modi, ascoltando musica, leggendo, guardando tv, ma nulla… quella era rimasta lì. Stampata davanti alla sua faccia, Will non ne poteva già più… 
Non sapeva bene quando e perché fosse successo. Non ne aveva la più minima e fottuta idea, ma era accaduto. Nico quel ragazzino scontroso e testardo gli aveva fatto perdere la testa. Già in passato gli era capitato di invaghirsi di altri ragazzi, ma Nico era diverso. Avvertiva nei suoi confronti un interesse che nessuno aveva mai suscitato in lui. Che fosse per il suo aspetto fragile e indifeso, per i suoi occhi profondi come pozzi, o per la sua sfacciataggine… e che non lo sapeva nemmeno lui. Semplicemente lo attirava, sentiva nei suoi confronti un grande senso di protezione ed empatia. Voleva stringerlo tra le sue braccia, farlo sorridere, divertire…eliminare dal suo volto quella onnipresente traccia di malinconia. 
Ma perché ora si ritrovava a pensare a tutte quelle cose? Perché? 
Aveva visto l’oggetto del suo desiderio arpionato alle labbra di un qualcuno che non era lui… si era lasciato consumare dalla gelosia e fremente di rabbia era scappato davanti alla scena del piccolo, incollato al ragazzo più bello e maledetto che mai avesse conosciuto. 
Quante speranze aveva lui in confronto, ad uno come Luke? Nessuna… E poi aveva già rovinato tutto, a causa delle diavolerie di Lou. Ormai era inutile continuare a lambirsi il cervello con quei pensieri malsani. 

Le porte dell’infermeria si spalancarono d’improvviso e un Jason ansimante entrò nella stanza con in braccio Nico. 
<< Presto rischia di andare in ibernazione. >> esclamò il ragazzo, bagnato dalla testa ai piedi. 
Will corse verso di lui, 
<< Sistemalo qui, veloce. >> gli ordinò. 
Ed eccolo lì… neanche il tempo di tentare di toglierselo dei pensieri, che tornava a farlo preoccupare. 
Il ragazzo consegnò alcuni asciugamani a Jason, ordinandogli di asciugarlo come meglio poteva. Un secondo dopo, tornò con una termocoperta, con la quale coprì il moro.
<< Jason vai nella mensa e richiedi immediatamente una caraffa bollente di tisana alla vaniglia e miele. >> esclamò poi, mentre l’altro correva fuori dall’infermeria. 
Will nel mentre riempì una bacinella d’acqua bollente e con un panno cominciò a tamponare la fronte di Nico.
Il ragazzo aveva il volto di un bianco surreale, e nonostante l’alta temperatura offerta dalla coperta, tremava lievemente. Will osservava il suo volto contratto in una smorfia di dolore, che man a mano andava distendendosi grazie all’aumento della temperatura… Con delicatezza il “dottore” avvicinò la sua mano alle guancia del ragazzo e l’accarezzò lentamente. Spinto poi dalla curiosità passo le dita sulle labbra appena schiuse.
In quel momento però Jason rientrò brandendo in mano una caraffa fumante, Will interruppe il contatto con uno scatto, e si avvicinò all’altro biondo.
<< Bene grazie, tra qualche minuto dovrebbe svegliarsi e lo aiuterò a bere. >> disse a Jason.
<< Quindi sta bene? >> chiese quello preoccupato.
Will annuì, 
<< Se la caverà, ma vuoi dirmi cosa è successo? >> 
Jason scosse la testa,
<< Non lo so nemmeno io per certo. Era andato a farsi la doccia, ma dopo più di venti minuti non era ancora uscito. Così preoccupato sono entrato, fortunatamente non aveva la porta chiusa a chiave, e l’ho trovato semi svenuto nella doccia, con l’acqua gelida che ancora gli cadeva addosso. Ho capito subito che fosse grave, così l’ho portato qui. >> spiegò il ragazzo.
<< Capisco… ma il problema è, com’è possibile che sia sempre qui? Questa è praticamente la quarta volta. >> sbottò Will.
<< Non so che dirti… credo sia colpa di ieri sera. >> ammise Jason, ripensando al discorso avuto nel letto con il ragazzo.
A Will tornò immediatamente in mente l’immagine di Nico tra le labbra di Luke. Non si era nemmeno reso conto di aver smesso di pensarci per tutto quel tempo. 
<< Troppo alcool forse… >>
<< Si sicuramente, ma non solo quello… io credo che… >>
<< Mmh. >> mugugnò in quel preciso istante Nico, attirando l’attenzione dei due.
<< Ehi Nico, come ti senti? >> gli domandò Jason.
Il moro aprì a fatica un occhio…
<< Caldo. >> rispose solo.
<< Perfetto, adesso ti aiuto ad alzarti, così puoi bere un po’ di tisana. >> esclamò Will, richiamando l’attenzione su di lui. 
Nico lo guardò e annuì.
<< Bene allora io vado, tra un po’ inizia la lezione… dirò a Dioniso che Nico ci raggiungerà più tardi. >>
Will annuì,
<< Ok, per il pomeriggio si sarà rimesso completamente in sesto. >> 


Rimasti soli, Will sistemò il cuscino di Nico, aiutandolo a sistemarsi in posizione semi allungata. Poi versò il liquido bollente in un tazza e la portò verso le sue labbra.
<< Avanti, bevilo. >> lo incitò, ma Nico girò il volto.
<< Posso farlo da solo. >> rispose.
Will sorrise nervosamente…
- Quanto poteva essere testardo quel ragazzo? 
Anche in un momento del genere, trovava la forza per volere fare sempre tutto da solo… così debole, eppure così forte. Will ne era letteralmente ammaliato.
<<  E’ meglio se lo faccio io. Sei ancora troppo debole, il sangue sta riniziando ora a defluire correttamente per il corpo. >> controbatté, pigiando la tazza sulle sue labbra.
Controvoglia Nico le schiuse leggermente e cominciò ad ingerire quel nettare caldo e dolce.
Will continuò fino a quando non l’ebbe bevuto tutto. Finito, Nico si sentiva pieno, caldo ed assonnato. 
Durante tutto il tempo, nessuno dei due aveva osato proferire parola… Il moro presto si riaddormentò, mentre Will rimase a vegliare sul suo sonno come un angelo custode. 


Nico si alzò dal letto. 
Nella stanza non c’era nessuno… sul davanzale della finestra la rosa bianca che qualcuno aveva sistemato, teneva il capo abbassato, tesa verso i petali già persi.
Il ragazzo non sapeva perché si trovasse in quella stanza di ospedale… ricordava che tempo addietro era stato il luogo ove sua madre aveva trascorso diversi mesi, quando i medici tentavano ancora di salvarla… Ma era un qualcosa che ormai apparteneva al passato. 
Il ragazzo aprì la porta e si fermò di fronte al lungo corridoio; vuoto e buio. 
< Nico. > lo chiamò un voce inconfondibile.
< Mamma. > esclamò il ragazzo, voltandosi. 
Maria era lì, con i gomiti appoggiati sul davanzale della finestra… 
< Come stai mio piccolo? > gli chiese, tendendo una mano verso di lui. 
< Non lo so mamma… non lo so. > 
< Vedo che hai trovato la ragione per andare avanti. >
< Si, l’ho trovata grazie a te. >
Maria sorrise, accarezzandogli il volto…
< Perché siamo qui? > gli chiese lui.
< Non posso dirtelo Nico, mi dispiace. >
Il ragazzo annuì.
< Ci sono così tante cose che vorrei dirti mamma. >
< Non c’è ne bisogno. Io so già tutto, sono sempre con te, anche se tu non puoi vedermi. >
< Cosa devo fare, allora? >
< Lasciati amare Nico, non respingere l’affetto sincero. Ne hai bisogno anche tu, e dentro di te, ne sei consapevole. >
< Ma mamma come posso accettare l’amore in un luogo del genere? >
< Proprio per questo dovresti aprirti a lui, da solo non riuscirai mai a sostenere tutto il dolore. E poi non fa mai bene reprimere i propri sentimenti. >
< Ma io… >
< Ssssh. > gli intimò la donna, mettendogli un dito sulle labbra. < Ama e sopravvivi mio piccolo. > esclamò, mentre Nico cominciava a perdere il controllo del sogno…
< No, no, no. Non voglio che tu te ne vada ancora! > protestò il ragazzo, aggrappandosi alla donna che, con un triste sorrise ed un lacrima, scomparve in una coltre di luce.








Continua…







Angolo Autore:

Bentornati cari lettori, 
spero che l’attesa sia stata ben ripagata con questo capitolo, piuttosto pieno di novità. Dalla conoscenza di Lou (che spero abbiate apprezzato), ai sentimenti contrastanti di Nico nei riguardi di Will. Spero di cuore di star tenendo alta la tensione e fatemi sapere quel che ne pensate. 
Un abbraccio a tutti. 
xxNico
  
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