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Autore: eliseCS    07/08/2016    3 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Sei a casa, dove altro potresti essere?”



21 – L’altra versione della storia
 
 
  
“Quindi questa è casa tua?” chiese nuovamente Elise.
Nostra, tesoro. Questa è casa nostra” rispose pazientemente Shayleen.
La ragazza si concesse di distogliere lo sguardo dalla donna –proprio non ce la faceva a chiamarla madre- per farlo scorrere sull’ambiente circostante.
 
L’arredamento del salone era perfettamente in linea con quello della camera da letto in cui si era svegliata, evidentemente la sua?, e con quel poco che aveva potuto vedere del resto della casa.
Era tutto molto lussuoso e raffinato.
Verso il fondo del salone c’erano due divani in pelle disposti a elle che contornavano un tavolino di legno scuro posato su un tappeto a pianta quadrata. Poco più in parte una piccola libreria faceva la sua bella figura.
La parete a destra era dotata di quattro grandi finestre mentre al centro di quella a sinistra trovava posto un maestoso camino in pietra: era talmente grande che Elise ci sarebbe potuta entrare comodamente stando in piedi.
Di fronte al camino un altro tappeto attorno al quale erano disposte tre poltroncine coordinate ai divani.
Di fronte alla porta c’era una lunga tavola in legno scuro con tanto di sedie intorno e infine, appena entrati sulla sinistra, un pianoforte a coda che fece fremere la ragazza dalla voglia di suonare. Le sembravano secoli che non posava le mani sulla tastiera.
Appesi ai muri c’erano degli arazzi riccamente ricamati con scene di natura mentre il pavimento era sempre in parquet.
 
Elise chiuse gli occhi: c’era qualcosa che non andava.
 
Perché stava pensando alla bellezza del posto quando il suo primo pensiero quando si era svegliata era stato: come faccio ad andarmene da qui?
Come poteva sentirsi felice di trovarsi insieme a Shayleen quando aveva passato l’ultima settimana ad evitare qualsiasi situazione –o quasi- che avrebbe potuto portarla dov’era in quel momento.
 
Cercò di riordinare le idee e riaprì gli occhi.
“Credo che sia meglio che torni a casa…” cominciò marcando l’ultima parola. “Potrebbero cominciare a chiedersi dove sia finita…”
“Elizabeth… questa è casa tua” ribattè Shayleen.
 
“Innanzitutto, Shayleen, è Elise” replicò la ragazza.
“Non tesoro, non Elizabeth, ma Elise” disse dura. “Secondo: questa non è casa mia. Casa è quella di Diana e Rupert. Casa è l’appartamento che divido con la mia migliore amica. Persino l’orfanotrofio dove ho passato otto anni della mia vita è più casa di questo posto” concluse.
Shayleen la guardò delusa.
“Lasciateci” ordinò alla fine rivolgendosi agli altri presenti che si affrettarono ad eseguire.
 
 
“Mi hanno detto che sei una ragazza intelligente, Elise” disse Shayleen calcando il nome della ragazza quando la porta si fu richiusa alle spalle di Nancy.
“Mi hanno detto che sei una ragazza determinata e sicura di sé, che sa quello che vuole…” continuò.
Elise intanto la stava guardando dubbiosa cercando di capire dove volesse andare a parare.
“Ma soprattutto mi hanno detto che sei una ragazza dolce e gentile, che sa perdonare e dare una seconda possibilità a chi se la merita… e io penso di meritarmela quella seconda possibilità, soprattutto se consideriamo che in realtà non ho avuto neanche la prima…”
Elise sussultò inconsapevolmente ma continuò a non dire nulla.
 
“Senti, lo so che non ti fidi di me…”
“Esatto, non mi fido”
“…ma io non posso credere che tu voglia buttare così la possibilità di conoscere la tua vera madre solo per degli sciocchi pregiudizi che qualche estraneo che non sa niente di me ti ha riferito” continuò Shayleen senza far caso all’interruzione.
“Quindi quello che è successo a mio… padre sarebbe un pregiudizio?” domandò Elise spietata.
“Quello che è successo a Evan è stato un tragico inciden…”
“Incidente? Incidente?! L’hai ucciso!” urlò lei interrompendola di nuovo.
“Non era mia intenzione, ho agito d’istinto, non sapevo quello che stavo facendo. Non avevo idea di quali sarebbero state le conseguenze… l’unica cosa che mi interessava in quel momento era sapere dove fosse mia figlia”
“I tuoi amici però sapevano bene quali sarebbero state le conseguenze quando hanno colpito James e il signor Potter”
“Non avrebbero dovuto usare quella maledizione…”
“Oh… e scommetto che tu hai fatto di tutto per impedirglielo…”
L’ultima provocazione rimase senza risposta mentre un pesante silenzio riempiva la stanza.
 
“Perché cercarmi adesso? Perché non prima?”
“Sai quando ti ho persa era distrutta… pian piano ho cominciato a riprendermi e ho cominciato a viaggiare: ho conosciuto nuove persone, imparato nuove cose… Se ti ho trovata solo adesso è stato solo perché uno dei miei ha notato una certa somiglianza con la sottoscritta e ha pensato che fossi proprio tu la figlia che avevo perso”
“Davvero pensi che io ti creda?” domandò Elise, notando che la donna non aveva risposto alla sua domanda, non del tutto. Erano passati vent’anni, mica un paio!
“Che motivo avrei per mentirti?” ribattè l’altra.
“Ecco… per farmi venire dalla tua parte?” rispose Elise in difficoltà.
Shayleen sembrò stupita dalla risposta.
“Elise, esattamente cosa ti hanno raccontato?” chiese a mezza voce guardando la ragazza.
“Hanno detto che… volevi usarmi per i miei poteri… che hai provato a prendere possesso del Ministero della Magia perché secondo la tua opinione le persone come te sono migliori e hanno più diritto a comandare… hai ucciso Evan perché ha rovinato i tuoi piani e non voleva dirti dov’ero…” rispose Elise, la voce che si abbassava mano a mano che andava avanti con il discorso. “… e che adesso sei tornata per finire quello che avevi iniziato” concluse.
 
Shayleen sembrava semplicemente sbalordita, stava scuotendo la testa massaggiandosi le tempie con la punta delle dita.
 
“Voglio che ora mi ascolti attentamente, Elise” cominciò seria la donna. “È proprio vero il detto la storia è scritta dai vincitori… non ho parole… Adesso ascolterai anche la mia versione: come ho detto prima so che sei una ragazza intelligente, confido che sarai in grado di renderti conto chi ha ragione”
Prima di iniziare però indicò la tavola alla ragazza: solo in quel momento Elise si accorse che era stata in parte apparecchiata: sopra una candida tovaglia si trovavano diversi piatti salati e dolci.
La sua pancia brontolò reclamando la colazione e il pranzo che aveva saltato e Shayleen doveva averlo previsto visto che incitò la ragazza a sedersi e servirsi di ciò che più le andava.
“Dicono che si ascolti meglio con la pancia piena…” commentò sorridendo, per poi aggiungere: “Guarda che non è mica avvelenato” visto che Elise ancora non si decideva a toccare nulla.
Quando finalmente la ragazza si fu seduta ed ebbe messo in bocca il primo boccone (un bel morso di un tramezzino al tonno e maionese) Shayleen cominciò a raccontare.
 
 
“È vero, forse all’epoca le mie idee erano un tantino radicali, ma ero giovane, avevo poco più di vent’anni: avevo tante proposte e volevo essere ascoltata.
Volevo che anche i Puri potessero avere il loro posto ed essere riconosciuti ufficialmente all’interno del mondo magico. Certo, sempre maghi siamo, ma non possono negare che siamo diversi dagli altri: la nostra magia è molto più istintiva, non usiamo la bacchetta… come possiamo essere considerati allo stesso modo?
Con il gruppo di persone che avevo creato non volevo prendere il possesso di un bel niente, erano semplicemente altri Puri che la pensavano come me: insieme speravamo di poter apportare qualche cambiamento, nulla più.
Per quanto riguarda te… non pensare mai, neanche per un momento, che io possa aver voluto un bambino per la ragione che ti hanno detto: è ridicolo oltre che scandaloso, non avrei mai potuto fare una cosa del genere. Io amavo Evan e per questo ho voluto un figlio da lui, fine della storia.
Quando quella mattina mi sono svegliata e tu non eri nel lettino di fianco al mio letto ho subito capito che c’era qualcosa che non andava…”
 
Era una lacrima quella che le era scivolata lungo la guancia?
 
“Quando finalmente ho trovato Evan e gli ho chiesto dove fossi sembrava quasi impazzito: ha detto che eri andata, che eri in un posto migliore, al sicuro da me… ero disperata, non mi sono neanche resa conto di quello che stavo facendo! E prima che potessi avvicinarmi a lui per cercare di porre rimedio a quello che avevo fatto lui si è smaterializzato sotto i miei occhi per andare chissà dove.
Solo il giorno dopo ho saputo della sua morte”
 
Elise accolse in silenzio quella lunga spiegazione.
Evidentemente le due versioni erano completamente diverse tra loro.
Si era aspettata che Shayleen avrebbe cercato di giustificare quello che aveva fatto, ma di certo non che lo avrebbe fatto in quel modo.
E il problema era che era sembrata assolutamente sincera durante tutto il racconto: aveva persino pianto…
O era un’attrice dannatamente brava oppure… stava dicendo la verità.
Era davvero possibile che la versione del Ministro della Magia non fosse quella giusta? Che fosse stata in qualche modo travisata?
Ma allora perché cercare di arrivare a lei in modi così aggressivi?
 
Alla fine dei conti Shayleen era pur sempre una madre, e non c’è cosa che una madre non sia disposta a fare per i propri figli, soprattutto se lei aveva pensato per tutto quel tempo che Elise fosse morta.
 
La ragazza rabbrividì: in effetti se quelle erano state le parole di Evan anche lei avrebbe pensato al peggio…
 
“So che non sei ancora convinta, ma ti pregherei di riflettere su una cosa. Io sarò quella che sono, ma alla fine dei conti non ho mai fatto nulla per nuocerti, né lo farò mai in futuro. Evan invece? Ti ha portata via da me, lasciandoti in un posto dove nessuno sapeva chi eri e quali erano le tue capacità. So che non hai frequentato Hogwarts e so anche quali sono state le conseguenze per non aver usato i tuoi poteri per tutto questo tempo.
Non so quale sia stata la motivazione che ha spinto Evan a fare quello che ha fatto, e a te è stato detto che era solo per il tuo bene: sei proprio sicura che sia stato così?”
 
Se la metteva in quei termini…
 
 
“Credo che adesso dovrei proprio andare”
Shayleen la guardò sbalordita: di tutte le cose che Elise avrebbe potuto dire, quella proprio non se la aspettava.
“Ho bisogno di tempo per pensare a tutto quello che mi hai detto e non posso farlo qui. Ci sono persone che si staranno chiedendo dove sono finita e sarà meglio che io mi faccia viva prima che passi troppo tempo per trovare una scusa convincente per la mia assenza” spiegò la ragazza all’espressione interrogativa della donna, scostando la sedia dal tavolo e alzandosi.
Alla fine aveva preso la sua decisione: avrebbe riflettuto su quello che Shayleen aveva detto e magari avrebbe fatto qualche altra domanda al signor Potter e a Kingsley, se fosse stato possibile.
Tutto quello che voleva era essere lasciata in pace per poter riorganizzare i suoi pensieri.
 
Nel frattempo Shayleen le si era avvicinata porgendole il braccio: “Dove ti porto, Elise?”
 
 
 
///
 
 
 
Elise suonò più volte il campanello dell’attico sperando che qualcuno fosse ancora in casa.
Sentire dei passi che si affrettavano all’interno la fece sospirare dal sollievo.
Dopo qualche istante la posta si aprì lasciando spazio alla figura di Diana: a giudicare da come era vestita sembrava stesse per uscire, l’aveva beccata giusto in tempo.
“Elise che sorpresa! Da quanto che non fai un salto da queste parti” la salutò calorosamente la donna stringendola in un abbraccio… nulla di più diverso da quello che aveva ricevuto da Shayleen…
“Qual buon vento ti porta qui?” domandò poi staccandosi e chiudendo la porta.
“Ecco… per caso stamattina ti ha chiamato qualcuno? Per esempio Julia… chiedendo dove fossi?” chiese cautamente la ragazza.
Diana guardò la figlia alzando un sopracciglio con aria inquisitoria: “No, non ha chiamato nessuno. Perché Elise? Cos’è successo?”
“È che… avevo bisogno di stare un po’ per conto mio… ho anche saltato le lezioni…”
La signora Starlet fronteggiò la figlia con le mani sui fianchi e l’espressione contrariata, Elise conosceva bene quella posa: Diana stava attivando la modalità ‘avvocato dell’accusa pronto a fare le domante al testimone’.
“Il punto è che…” continuò in fretta Elise prima che potesse essere interrotta “… che ho staccato il telefono e non ho detto niente a nessuno. Quindi: se per caso qualcuno dovesse chiederti qualcosa potresti dire che sono venuta qui a dormire… diciamo verso le due di notte… e che sono rimasta qui tutto il giorno?”
“Le due di notte Elise?” ripetè Diana con una buona dose di incredulità nella voce.
 
La diretta interessata abbassò lo sguardo, colpevole.
Si era fatta smaterializzare da Shayleen vicino all’orfanotrofio, e dopo essersi fatta promettere di non essere più cercata perché sarebbe stata lei a rifarsi viva era subito corsa verso il palazzo dove abitavano gli Starlet.
Sperava che a nessuno fosse venuto in mente di cercarla lì: dire che ci era rimasta tutto il giorno sarebbe stata la scusa perfetta.
Il punto era che non voleva comunque coinvolgere i suoi genitori più dello stretto necessario.
“Tutto questo ha a che fare con quella faccenda della magia, vero?” chiese Diana interrompendo i suoi pensieri.
 
Elise annuì piano grata che la donna avesse capito senza il bisogno di tante spiegazioni.
Diana sospirò: “Non ti chiederò cos’è successo, se avessi voluto dirmelo l’avresti già fatto. Ma qualsiasi cosa sia ti chiedo di fare attenzione e di ricordarti che io e Rupert ci siamo sempre per qualsiasi cosa, d’accordo stellina?” continuò la donna utilizzando quel nomignolo che usava sempre quando Elise era più piccola, abbracciando di nuovo la ragazza.
“Grazie mamma” sussurrò Elise ricambiando la stretta.
 
“Io adesso devo andare in ufficio, sentiti libera di restare tutto il tempo che vuoi”
“Certo, grazie. E per favore non dimenticare che…”
“… che se qualcuno dovesse chiedermi di te devo dire che sei piombata in casa nel cuore della notte e che non ti sei mossa di qui per tutto il tempo, lo so” completò Diana facendole l’occhiolino mentre si metteva la giacca.
“Ti voglio bene tesoro, a presto!” la salutò uscendo.
“Ti voglio bene anch’io”
 
 
 
Rimasta sola Elise si diresse in camera sua.
Appena entrata il suo sguardo si soffermò sul pianoforte a muro che era accostato alla parete di fronte al letto.
Senza pensarci due volte si sedette sul seggiolino accarezzando la tastiera con affetto dopo averla scoperta. Di certo non era il pianoforte a coda che aveva visto a Skelton House, ma quello era il suo pianoforte e ci era affezionata.
Le sue dita cominciarono a scorrere precise sui tasti suonando una delle sue melodie preferite mentre allo stesso tempo la sua mente cercava di fare il punto della situazione facendosi trasportare dalla musica.
 
Era sparita da circa tredici ore, ormai quattordici, era senza telefono e chiavi di casa visto che non aveva neanche pensato di prenderli quella notte prima di andare al San Mungo.
 
Shayleen le era sembrata sincera, ma forse lei era troppo coinvolta per riuscire a dare un giudizio imparziale.
Nel caso in cui invece stesse mentendo voleva capire perché.
Davvero l’avrebbe usata per attingere ai suoi poteri? Per farci cosa poi?
Se ripensava alle parole della profezia il suo giudizio non migliorava di certo: parlava di una luce  che si sarebbe spenta…
Per non parlare della parte in cui veniva citato l’imparare ciò che non è mai stato imparato: cosa voleva dire?
Una cosa era certa: se la profezia era autentica non c’erano dubbi sul fatto che il buio fosse Shayleen… o no?
Il signor Potter aveva detto che le profezie andavano interpretate, magari anche quella non faceva eccezione nonostante tutto.
Era possibile che la profezia non si riferisse nemmeno a lei?
 
Svuotò la mente per poter decidere quali erano i principali problemi a cui avrebbe dovuto dare priorità.
Innanzitutto doveva trovare un modo per parlare di nuovo con il Ministro della Magia per fare chiarezza su quello che era successo prima della sua nascita quando avevano cercato di arrestare Shayleen la prima volta. Quando glielo aveva raccontato era rimasto abbastanza sul generale: lei voleva i dettagli.
Secondo doveva chiedere al signor Potter o ad Hermione di insegnarle come smaterializzarsi: da quanto aveva capito quello per lei era l’unico modo per raggiungere Skelton House e di certo non sarebbe andata a chiedere a James di accompagnarla.
 
James… volente o meno doveva affrontare anche lui.
Le avrebbe chiesto scusa? Probabile.
Lo avrebbe perdonato? Forse.
Se fosse stato solo per la discussione che avevano avuto alla fine della lezione-allenamento probabilmente non ci avrebbe pensato due volte prima di perdonarlo: verosimilmente sarebbe andata lei stessa a chiedere scusa per prima.
Quello che era successo all’ospedale l’aveva però punta sul vivo e le aveva decisamente fatto rivalutare l’eventualità di un perdono così rapido.
Poteva capire che in quel momento fosse sconvolto, ma quello non giustificava in alcun modo il suo comportamento nei suoi confronti. Diamine, lei era l’unica possibilità che avevano di salvare il signor Potter e lui pensava bene di aggredirla!
 
Concluse la canzone che stava suonando con un accordo piuttosto brusco e il silenzio tornò a regnare.
Rimise tutto a posto decidendo che ormai era davvero arrivato il momento di affrontare le conseguenze della sua sparizione.
 
Alla fine scarabocchiò un biglietto che lasciò in vista sulla tavola della cucina in cui ringraziava Diana per tutto e salutava Rupert.
Si assicurò di aver chiuso bene la porta procedendo poi con calma per tornare al suo appartamento.
 
 
///
 
 
Già solo stando fuori dalla porta poteva sentire più voci che parlavano concitate.
Le avrebbe sentite, soprattutto da Julia, poco ma sicuro.
 
Non si era mai reputata particolarmente brava a fingere e mentire: solitamente quando cercava di farlo tutti si accorgevano in tempo zero del fatto che stesse recitando.
Questa volta però avrebbe dovuto fare uno sforzo per riuscire ad essere il più convincente possibile.
 
Fece un respiro profondo indossando l’espressione più serena e tranquilla del suo repertorio, immaginando già la faccia stupita che i presenti avrebbero fatto nel vederla.
 
Fece sparire il sorrisetto che le era uscito spontaneo a quel pensiero posando il dito sul campanello dando due suonate decise.
 
All’interno dell’appartamento fu silenzio all’istante ed Elise fece in tempo a sospirare un’ultima volta prima che la porta si aprisse.
 
Si va in scena













Sorpresa sorpresa :)
Siccome ho il presentimento che domani non sarei riuscita ad aggiornare (in realtà so benissimo che domani sono via...) ho deciso di anticipare di un giorno, contenti?
Allora, anche Shayleen ha dato la sua versione: sarà quella vera o è solo per tenersi buona Elise? (Fate un po' voi...)
Vi lascio lo spoiler per il prossimo capitolo:

Concentrandosi sull’interno del cerchio Elise ruotò su se stessa… inciampò nei suoi piedi e quasi finì addosso al signor Potter che era vicino a lei.
Era sicura di avere il viso in fiamme.
“Non ti preoccupare Elise. Anch’io al primo tentativo sono quasi caduto” la rassicurò il signor Potter notando il suo imbarazzo.
“Nemmeno io sono riuscita a fare progressi prima della seconda lezione” aggiunse Hermione.
Elise si sentì rincuorata almeno un pochino.

Chi indovina in che cosa si sta cimentando Elise? Come sempre si accettano scommesse!
Al prossimo capitolo
E.
   
 
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