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Autore: LaVampy    08/08/2016    3 recensioni
Un piccolo Max Lightwood alle prese con la magia, con la famiglia e con l'arrivo di un nuovo fratello. *spoiler* delle Cronache dell'Accademia. e spoiler " La signora della mezzanotte"
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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Dopo la prima settimana tutt’altro che facile di convivenza dei due bambini tutti era tornato alla normalità, anzi ad osservarli meglio i due fratelli Lightwood-Bane sembravano andare d’accoro, come se fossero nati insieme.

Raramente era intervenuto uno dei due padri per dividerli, quando c’erano stati i primi battibecchi. Inoltre, pensò Alec, alzando gli occhi al cielo; chi si era divertito di più era Magnus che aveva fatto comparire un intero guardaroba nuovo ai bambini.

Peccato solo che Rafe come Alec preferisse i colori scuri, e alla fine Magnus cedette e fece apparire solo abiti neri, blu e marroni.

 “Se non ne avessi la certezza, pernseri che è tuo figlio naturalw. Avete lo stesso orribile gusto nel vestire”, disse Magnus baciando il compagno.

“ Non mi sembra che ti abbia dato tanto fastidio, anzi, mi pare ti piacesse il mio "modo" orribile di vestire” , disse di rimando Alec, baciandolo e sorridendo sulle labbra dello stregone.

Il lieve accenno di barba fece il solletico allo stregone che senza pensare troppo gettò le braccia dietro il collo del compagno, rapendolo in un dolcissimo bacio. Finchè non vennero disturbati dall’entrata dei figli.

“Ma si baciano sempre?” sentì dire da Rafe e Max rispose ridendo :“ Si, sono più incollati della colla. La zia dice che prima o poi si mangeranno a vicenda, ma non so cosa volesse dire”.

“ Cosa avete da ridere voi due?” chiese Magnus con una finta voce arrabbiata, agitando le mani da cui uscivano fiammelle azzurre.

“Niente, niente” risposero i due bambini ridendo e scappando verso la camera.

“Tanto vi prendo” disse lo stregone, tornando a baciare il compagno, che lo osservava con un ciglio alzato.

Giunse l’ora della buonanotte. E come ogni sera i bambini, una volta indossati i propri pigiamini, andarono in camera dei genitori per il bacio e il saluto della buonanotte.

“Buonanotte Papà Alec e Papà Magnus” disse Max stampando un bacio ad entrambi sulla guancia.

“Buonanotte Magnus e Buonanotte Alec” disse Rafe senza però avvicinarsi. 
Alec sperava sempre che un giorno anche Rafe lo chiamasse padre, ma sapeva che i cambiamenti, soprattutto in quei bambini, lasciano cicatrici difficili da dimenticare.

“Andate Bambini, sul comodino avete il vostro latte e cioccolato caldo che vi aspetta, buonanotte” disse Magnus.

Pregustando la bontà di quella prelibatezza Rafe sorrise , si avvicinò a Magnus per posargli un lieve bacio sulla guancia.

“Grazie Magnus” , E detto ciò scappò in camera sua, seguito da Max.

“ Hai.. hai visto anche te? Di solito a stento mi parla!” disse felice Magnus, toccandosi la guancia.

“ Beh amore. I miracoli avvengono. Guarda noi, l’avresti mai detto che saremmo finiti così? Io e te , uno Shadowhunetrs e un nascosto, un mortale e un immortale, padri di due bambini?”. E non diede tempo al compagno di rispondere , baciandolo.
 
Max stava salvando il Mondo, in mezzo a tutti i cacciatori dell’universo che si erano riuniti, fianco a fianco con i suoi papà.

Per la prima volta tutti potevano osservare la sua pelle blu , senza avere paura, e la gente correva per poter guardare le sue corna che con gli anni si erano fatte più sporgenti.

Non aveva più bisogno come ogni mattina, di attivare l’incantesimo che gli aveva insegnato la Zia che lo rendeva un mondano. Papà Magnus gli aveva spiegato che i mondani erano poco inclini verso le cose strane, non sempre la loro mente riusciva a dare una spiegazione logica.
 
 Il suo corpo si avvolse di fiammelle gialle e si librò nell’aria, contro i cattivi. Suo padre orgoglioso lo guardava dal tetto del grattacielo urlando “Quello è il mio bambino”.

Era in una battaglia al fianco di Spiderman e stava per sconfiggere il Goblin, con il suo colpo di magia Bluberryana, così aveva deciso di chiamarla. Quando fu svegliato da uno strano rumore.

Per un attimo ebbe paura, indeciso se chiamare il Padre o attendere. Fece comparire una pallina di luce tra le mani e scrutò il buio. Nulla si mosse e nulla catturò la sua attenzione.

Dopo pochissimo il suono si ripetè, ma non era l’urlo di un demone o qualcosa di maligno. Era come un singhiozzo soffocato. Si decise a scendere dal letto ormai sicuro e chiamò Rafe. Ma non ottenne risposta.

Questo lo spinse ad avvicinarsi con calma al letto, Rafe infatti aveva ancora qualche istinto della vita di strada e più volte lo aveva ritrovato nascosto sull’armadio più alto o sotto il letto.

Di nuovo quel suono straziante, ed ora Max lo riconobbe ,per un attimo non seppe cosa fare. Rafe era avvolto nel lenzuolo che durante il sonno lo aveva legato, sudato e ansante, ma quello che era peggio era che piangeva silenziosamente.  

Prese le mani del fratello tra le sue e lo chiamò con gentilezza e finalmente si svegliò.

“Rafe va tutto bene, sono io, sono Max” disse il piccolo stregone, accendendo la luce con uno schiocco di dita. Se ci fosse stato suo padre avrebbe sicuramente trovato da ridire.

“Ehi, va tutto bene” ripetè sedendosi sul letto, dove un Rafe ancora scosso cercava di riprendere fiato.

“Vuoi che chiamo Papà?” chiese ancora Max, e vide il fratello scuotere la testa impercettibilmente.

“Sto bene, ho fatto un brutto sogno. Ero in una stanza buia , sentivo Alec chiamarmi, io gli rispondevo e lui non mi sentiva. E allora andava via e io restavo da solo” disse con voce rotta Rafe.

“E’ stato un brutto sogno, non succederà mai” disse Max abbracciando il fratello. Rafe per un attimo si irrigidì ma poi ricambiò la stretta. “ Grazie Fratellino”, disse il piccolo cacciatore.

“Torniamo a dormire, prima che ci sentano” disse Max e face per alzarsi dal letto , ma l’altro lo trattenne per la mano.

“Dormiresti con me, qui. Per Favore?” chiese titubante Rafe .

E quando vide il fratello scostare le lenzuola e chiudere la luce con lo sciocco delle dita, non ebbe più paura. Adesso poteva dormire tranquillo, nessun incubo lo spaventava. Ripensò alla sua mamma e al suo papà che insieme a Raziel erano in cielo, e sentì nel cuore una nuova forza.  Aveva una nuova famiglia, e aveva un fratello.

Non aveva più paura.
 
 
Magnus era in cucina che preparava la colazione ai due bambini, mentre Alec si faceva una doccia veloce, purtroppo nonostante fosse in ferie,  era stato richiamato in accademia per consegnare dei documenti.

“Bambini volete andare in accademia con Alec, o preferite restare a casa con me?” chiese lo stregone, posando la colazione sul tavolo.

Un pancake a forma di stella, con succo di mirtilli e un pancake a forma di pugnale con succo di acero e due tazze fumanti di latte al cioccolato.

“Restiamo a casa a guardare Harry Potter in camera Papi, possiamo? Eh?” chiese  Max, con la bocca piena.

“Guardiamo che cosa?” chiese Rafe, osservando il fratello con stupore.
“Harry Potter. Parla di un mago. Non lo conosci?” intervenne Magnus, e vedendo scuotere la testa del più grande battè le mani e disse  “Allora dobbiamo rimediare”.

“Alec”, urlò lo stregone, per raggiungere il compagno, “i bambini restano con me”.

“Ma scusami non lavori oggi?” domandò il cacciatore, entrando in cucina fresco di doccia.

“Oh si,ma nulla di esagerato, posso andare in studio, si tratta solo di una localizzazione di base, tanto i bambini resteranno in camera a guardare la televisione”.

“Ok” disse poco convinto il cacciatore, posò un bacio delicato sulle labbra dello stregone, salutò i bambini e uscì. Con la promessa che sarebbe rientrato dopo poche ore. Doveva solo consegnare a Jace un fascicolo, e poi aveva la giornata libera.

Non che Magnus ci credesse molto, spesso Alec diceva così e poi stava fuori giornate intere per il prolungarsi di qualche caccia improvvisa.

“Tranquillo, noi saremo qui. Bravi Bravi, e ora cacciatore a lavoro” disse Magnus spingendo il compagno verso la porta, facendo sorridere i bambini.

Finirono di fare colazione, sistemarono la cucina, si fecero una doccia e si sistemarono in casa per guardare il film.

Un tonfo proveniente dalla camera dei bambini attirò la sua attenzione, si avvicinò, ma sentendo i bambini ridere a crepapelle non si preoccupò di molto e si diresse in cucina per una bibita al volo.

Sentì la porta del loft aprirsi e si diresse verso l’entrata per salutare il compagno, che , con grande disappunto dello stregone, era accompagnato da Jace.
 
“Ciao Magnus, siamo tornati” disse Alec.

“Vedo” rispose lo stregone, con tono ironico, senza nascondere un sorriso.

“Jace voleva salutare i bambini, sono ancora in camera?”

“Si non si sono sentiti oggi staranno ancora guardando Harry Potter”

Vinti infatti dalla curiosità Max stava, al grido di Vingardium Leviosa, faceva lievitare in aria il povero gatto di famiglia. Mentre Rafe non da meno, armatosi di farina, cospargeva tutto intorno urlando Expecto Patronum” . Ridendo spensierati finchè non si accorsero della presenza degli adulti. Max infatti lasciò la presa sul Presidente che cadde con un tonfo sul letto.

“Ciao Zio Jace” disse allora Max, per smorzare la tensione. Ma si rese conto di aver fallito quando udì le urla di Alec.

“Fiorellino respira” gli disse Magnus, vedendo il compagno diventare rosso, ricevendo in cambio un’occhiataccia.

“Avete cinque minuti esatti per pulire camera, e venire in cucina” disse il cacciatore. E vedendo i bambini immobili urlò “ ADESSO”.

Nel frattempo Jace aveva iniziato a ridere, e per non farsi vedere dai bambini, per non sminuire il proprio Parabatai si diresse in sala, seguito da Magnus.

“Mi sa che quasta volta i bambini sono nei guai” disse lo stregone. “ E non solo i bambini direi dall’occhiata che ti ha riservato” disse Jace.

“Senti Malfoy dei poveri, posso sempre trasformarti in un ermellino, lo sai?” disse minaccioso Magnus, facendo comparire delle scintille dalle sue mani.

“Tu non farai proprio nulla” disse Jace, altrimenti chiamo Alec, e con una linguaccia si sedette sul divano.

Lo stregone si diresse in cucina, non prima di aver sentito l’urlo di Jace, quando un quack improvviso squarciò l’aria. “ ‘ stardo” sentì solo, e sorrise compiaciuto. Mai sfidare il Sommo Stregone.

Ritornò in sala portando con se tre caffè e due succhi di frutta per i bambini , che ne frattempo stvano parlando insieme ad Alec e Jace sui film di Harry Potter, entrambi gli adulti infatti avevano fatto finta di non sapere chi fosse il mago del film per permettere ai bambini di raccontare la nuova avventura.

“Sai Zio, nel film c’è uno che ha i capelli tinti come te” disse innocentemente Max.

“Ehi, io non sono tinto, chi te l’ha detto?”chiese il cacciatore al nipote. Max indicò il Padre, che si stava osservando lo smalto delle unghie e cercando, senza successo, di non ridere.

“Magnus” esclamò esasperato Alec, ormai prossimo alle risate.

“Alec io non sono tinto, diglielo anche te che mi hai visto fin da piccolo” chiese Jace speranzoso.

“Beh, pensandoci bene, da piccolo eri un pò più scuro di cap..” ma il cacciatore non ebbe modo di finire la frase, perché il suo indignato Parabatai gli aveva lanciato un cuscino. Magnus, invece, aveva iniziato a ridere, e si teneva la pancia. 

Ebbe così inizio una battaglia di cuscini tra Parabatai sotto lo sguardo allibito dei bambini, e di Magnus.

I due ragazzi ringraziarono il loro angelo e si diressero in camera, anche questa volta se l’erano cavata.

L'angolo della Vampy

La complicità tra fratelli , la complicità tra Parabatai, la rivalità Magnus e Jace , vi piace??? scrivo ancora ?? non siate timidi, scrivetemi,fatevi sentire, LaVampy

ps. come sempre vi aspetto nell'altra mia raccolta --->    
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3500535&i=1 
 
 
   
 
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