Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: The Land Of Disagio    10/08/2016    1 recensioni
Auruo e Petra stanno insieme fin dal secondo anno di arruolamento nell'esercito, scegliendo di unirsi entrambi nella Legione Esplorativa. Qualcosa, però, cambierà quando il loro destino si intreccerà con quello di un misterioso Capitano dagli occhi sfuggenti come la nebbia e freddi come il ghiaccio.
Il loro destino è incerto, la loro vita sospesa ad un filo e, si sa, il cuore di una persona può essere davvero particolare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo Bossard, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Bene, signorinella, sarai felice di sapere che molto probabilmente sei incinta!”

Quelle parole rimbombavano ripetutamente nella mente di Petra, ancora non in grado di realizzare il responso dell’amica.
Scosse la testa, portandosi una mano al grembo, cercando di ragionare.

‘Incinta?’, si domandò fra sé, ‘Come posso essere incinta? È impossibile!’.
La giovane prese un profondo respiro, fermando il violento tremolio delle mani, ricomponendosi dallo shock. “Hanji”, bisbigliò, “Sei sicura? Aspetto davvero un bambino?”.
La scienziata annuì con la testa, con un sorriso smagliante che le illuminava il volto. “Ancora devo fare alcuni accertamenti, ma direi che le probabilità sono molto alte. Non è eccitante?”, esclamò entusiasta, con uno strano luccichio negli occhi. “Ho sempre desiderato seguire una gravidanza, studiare i cambiamenti fisici della gestante, osservare la crescita del feto e tutti gli eventi ad esso collegati, e ora ne ho l’occasione grazie a te”, sbraitò infine, abbracciando forte Petra, che fissava stranita l’amica.

Hanji notò lo sguardo confuso della ragazza, e con un sospiro le diede qualche pacca sulla spalla, cercando di tranquillizzarla. “Ehi, non ti angosciare. Andrà tutto bene, di sicuro Auruo sarà entusiasta”.
La giovane sembrò non aver sentito le sue parole; continuava a fissare il suo grembo: ancora non riusciva a credere che dentro al suo ventre si stava sviluppando una nuova vita. Le sembrava tutto così surreale, come un sogno dal quale non riusciva a svegliarsi.

La donna al suo fianco sospirò, tossicchiando lievemente per attirare la sua attenzione. “Petra, scusa la sfrontatezza, ma è necessario. Hai notato per caso un ritardo nel tuo ciclo mestruale?”.
La rossa aggrottò la fronte, riflettendo: Hanji aveva ragione. Il ritmo soffocante degli allenamenti e l’ansia per la spedizione le avevano fatto perdere la cognizione del tempo trascorso. Il suo ciclo era in ritardo di quasi due mesi.

Con un sospiro, Petra rispose. “Sì, ho un ritardo di due mesi”. Hanji aggrottò un sopracciglio, prendendo appunti freneticamente. “Ok… Rispondi sinceramente: hai avuto rapporti intimi nel periodo coincidente al concepimento?”.
La giovane paziente arrossì lievemente, annuendo con la testa e mordendosi ferocemente il labbro, mentre la consapevolezza si faceva sempre più strada nella sua mente.

Hanji finì di prendere appunti, chiudendo il suo taccuino con un sorriso smagliante. Posò una mano sulla chioma ramata dell’amica, scuotendola energeticamente. “Non c’è alcun dubbio: tra pochi mesi avrai un bel pargoletto tra le braccia. Faresti bene ad avvertire il padre il prima possibile, i cambiamenti nel tuo corpo non tarderanno a farsi vedere. Auruo è un uomo molto fortunato senza dubbio!”.

Sul volto di Petra si increspò un sorriso strano, mentre ridacchiava istericamente. “Già, un uomo molto fortunato”, borbottò, “Ma Auruo non è il padre”.

In un solo istante l’aria nella stanza divenne gelida.
Hanji fissò ad occhi sgranati la ragazza, ancora incredula per le parole che aveva appena sentito. “M-ma allora chi è il pa-?”. Le parole della castana furono interrotte dall'insistente bussare della porta, che si aprì di scatto.

Moblit si affacciò alla porta, con un’espressione decisamente stanca. “Scusi il disturbo, ma ci sono delle persone che vorrebbero vedere la signorina Ral”, esclamò, facendo spazio a Levi, Auruo, Erd e Gunter, che si avvicinarono alla compagna.

La interrogarono a lungo sui motivi del suo malessere, notando che la ragazza rispondeva in modo molto vago, ma decisero di lasciar correre: probabilmente si trattava di faccende femminili, o semplicemente non voleva parlarne al momento.
Un forte senso di ansia cominciò a farsi strada nel cuore della giovane, che continuava a sorridere ed annuire ad ogni affermazione delle persone che la circondavano.

In particolare cercava di evitare il contatto visivo con Levi, come se quest’ultimo potesse capire il suo segreto con il solo sguardo, nel frattempo Hanji scrutava in uno strano silenzio i presenti, sezionandoli uno ad uno. Tra i presenti di sicuro c’era il papà della creaturina che Petra portava in grembo, e si sarebbe accertata delle buone intenzioni dell’uomo.

Decisa ad evitare qualsiasi domanda compromettente, Petra decise di indagare sui risultati ottenuti dalla spedizione. Al solo rammentare quei terribili momenti, i volti dei presenti si spensero, informando con visi scuri che nessun progresso era stato raggiunto se non una leggera minore perdita di uomini. Nessuna buona notizia, a parte che almeno loro stavano bene.
“Ora non pensare alla spedizione, Petra”, sbottò Levi, stanco di tante chiacchere. “Pensa a ristabilirti in fretta”.

La donna annuì, mordendosi l’interno della guancia. Se solo avesse saputo quello che nascondeva, il moro non sarebbe stato così tranquillo.
“Comunque sia, sono felice stiate tutti bene, Capitano Levi”, esclamò Petra, lanciando uno sguardo eloquente all’amica appoggiata alla parete.

In quel secondo, Hanji capì.

La scienziata buttò fuori con non molta gentilezza i compagni di squadra della sua paziente, spingendoli uno ad uno.
“Avanti, scocciatori, andate che Petra deve riposare.”, sbraitò, spintonando Auruo fuori dalla porta. “Aria!”.

Levi aggrottò un sopracciglio, insospettito dalla frettolosità dell’amica, ma obbedì senza fare domande. La salute della sua Petra era più importante.

Appena tutti furono usciti, Hanji si assicurò che nessuno sbirciasse od origliasse, chiudendo a chiave la porta per precauzione.
Ormai sole, la castana si fiondò sulla ragazza che la fissava stranita, scuotendola energicamente per le spalle.
“Mi stai dicendo che nel tuo ventre sta crescendo il figlio di Levi?”, esclamò, facendo sobbalzare dalla paura Petra, che la intimò ad abbassare la voce, sussurrando supplicante. “Promettimi che non ne farai una parola a nessuno, nemmeno a lui”.

Hanji sorrise con fare tranquillizzante, rassicurandola. “Non preoccuparti, sarà il nostro segreto, ma ti suggerisco di agire presto dal momento che non passerà molto tempo prima che la pancia diventi visibile”, l’avvertì, “Ma soprattutto… hai intenzione di avvertire quel nanerottolo?”

Sovrappensiero, Petra passò distrattamente una mano tra i capelli ramati, mentre con l’altra si sfiorava il ventre. “Ovvio che glielo dirò… è suo figlio, dopotutto”, sospirò, “In più devo affrettarmi a chiarire con Auruo, non posso indugiare oltre. Devo prendermi le mie responsabilità”.
Hanji annuì con accondiscendenza, circondandole le spalle con un braccio. “Se vuoi, posso darti una mano”, si offrì la donna, ma la rossa scosse la testa in segno di diniego. “No, ti ringrazio, è una faccenda che devo risolvere da sola, non voglio metterti in mezzo”.

Hanji si spostò un ciuffo di capelli color mogano dagli occhi, sorridendole. “Come vuoi, cara, del resto tu mi hai regalato la cosa più interessante che mi sia mai capitata!”, esclamò infine, con gli occhi scuri che le brillavano.
Una risatina sfuggì dalle labbra di Petra, che strinse la donna in un forte abbraccio. Era bello avere una amica pronta a sostenerla, sapeva di potersi fidare di lei.

Appena la ragazza ritornò nella sua camera, si lasciò cadere stancamente nel suo letto, soffocando la faccia nel cuscino. Non poteva negare di avere una fottuta paura.
Non si sentiva pronta, ancora non era in grado di essere una buona madre.
Non sapeva nemmeno se Levi avrebbe riconosciuto il loro bambino, se avrebbe abbandonato lei e il nascituro, e ciò la terrorizzava.
Prese un profondo respiro, strofinandosi gli occhi, accarezzandosi distrattamente il grembo. Il solo pensiero di dover confessare la gravidanza al suo amato le faceva torcere le budella: chissà quale sarebbe stata la sua reazione.

Mentre rifletteva sul da farsi, sentì dei decisi colpetti battere sull’asse della porta. La soldatessa balzò in piedi, gridando. “Chi è?”.
“Petra, sono io”, rispose una voce fredda, ma tremendamente familiare. Quando riconobbe la voce roca del Caporale, il cuore della donna perse un battito.
Non si aspettava certo che si presentasse davanti alla sua porta.

Non sentendo più segni di vita, Levi si agitò. “Petra, posso entrare?”
Come appena risvegliata da un sogno, la soldatessa si precipitò alla porta, gridando. “Si, le apro subito!”.
Sbloccata la serratura, la donna si ritrovò davanti gli occhi color ghiaccio dell’affascinante Capitano, facendolo entrare con la sua solita cortesia.
Dopo essersi accertata che nessuno fosse nei paraggi, la ragazza richiuse la porta, per poi voltarsi verso il moro.

Levi era sinistramente silenzioso, con un volto più cupo del solito. Sembrava davvero inquieto come mai in vita sua.
Petra, preoccupata, si avvicinò a lui. “Tutto bene, Levi?”, gli chiese, senza però non ottenere risposta.

Senza dire parola, Levi le afferrò il volto, schiacciandola contro la porta. La baciò con una tale passione e trasporto che lasciarono Petra senza fiato.
In quel contatto la donna sentì il nodo di tensione dell’uomo sciogliersi lentamente, il desiderio che provava per lei, i suoi sentimenti, e non esitò a ricambiare il bacio con gioia.
Gli accarezzò i capelli con dolcezza, afferrandoli con forza quando Levi separò le loro labbra per leccarle e mordicchiarle febbrilmente il collo.
“Mi hai fatto preoccupare, piccola impertinente”, ringhiò l’uomo, spingendola sul letto, “Non farmi più una cosa del genere”. La sua affascinante amante provò a mugugnare qualcosa in sua difesa, ma il suo lato animalesco aveva ormai preso il sopravvento.

Levi le sbottonò con urgenza la camicia, scendendo con le labbra per marchiare la pelle della scapola. La ragazza si lasciò sfuggire un gemito, mentre tirava la scura chioma dell’amante per incitarlo a continuare, e l’uomo non se lo face ripetere. Le abbassò le spalline del reggiseno, dedicandosi ai suoi seni.
Entrambi si lasciarono trasportare dalla passione, ma prima che l’atmosfera si scaldasse troppo Levi si scostò bruscamente da lei, abbassando lo sguardo.

“Perdonami”, mormorò mortificato, “Non dovevo”.
Petra, rossa in viso, lo fissò confusa. “Ma cosa…”, borbottò, venendo interrotta dal suo amante. “Abbiamo corso troppo”, le spiegò, “Non voglio che tu pensi che io ti voglia solo per il tuo corpo, non te lo meriti… io non ti merito…”; la voce di Levi di spezzò, come se non fosse in grado di continuare, o si vergognasse di ciò che voleva dire.

Petra sorrise, consapevole che per quello scorbutico soldato non era facile parlare dei suoi sentimenti. Era un uomo difficile, e sentiva onorata da quelle parole. Nessuno le aveva parlato con tale dolcezza e sincerità, e apprezzava particolarmente tutti gli sforzi che faceva per lei.
Ridacchiando, gli avvolse le braccia intorno al collo, facendo connettere le loro labbra ancora una volta. Restarono così abbracciati per un tempo che sembrò loro infinito, prima di separarsi. Non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altra.
“Ti amo”, sussurrò Petra, guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso che le illuminava il volto.

Un ombra di un fugace sorriso comparve sul volto del Capitano, che si riappropriò con voracità delle labbra della giovane, stendendola sul letto.
Ridendo divertita, la donna avvolse le gambe intorno al bacino di Levi, che troneggiava su di lei, ma quell’allegra atmosfera fu interrotta. Dei veloci colpetti contro la porta risuonarono nella stanza.

“Ehi piccola, ci sei?”, risuonò la voce gioviale di Auruo che, preoccupato per la sua fidanzata, aveva deciso di andarla a trovare.
Doveva proprio parlarle.
Peccato che fosse il momento più sbagliato per farle una visita.

Imprecando sotto voce, Petra si agganciò la camicia, gridando. “Si, arrivo!”. Con la coda degli occhi vide Levi sgattaiolare fuori dalla stanza attraverso la finestra, quindi, con un sospiro di sollievo, aprì la porta cercando di sembrare il più naturale possibile mentre lasciava entrare il suo compagno nella camera.

La coppia conversò a lungo, ridendo e scherzando, ma il ragazzo notò che la fidanzata era assente. Era con la testa tra le nuvole.
Chissà cosa le passava per la mente.

Ormai fattosi tardi, Auruo si alzò, lasciandole un bacio sulla fronte.
“Vorrei chiederti un favore”, si fece avanti il soldato, “Mi raggiungeresti alla mensa per l’ora di cena? Vorrei parlarti di una cosa…”.
La giovane aggrottò la fronte, visibilmente confusa. “Di che cosa si tratta?”, domandò timidamente, ricevendo in risposta un occhiolino furbetto.

“Vedrai, è una sorpresa”.





Spazio della traduttrice
Ebbene sì, sono sopravvissuta!
Sono così felice di essere tornata attiva, soprattutto sono contenta di portare avanti questa storia!
Per festeggiare, cominciamo con un bel capitolo doppio (sì, erano entrambi cortissimi quindi ho proveduto) formato dal capitolo 13 "A Baby?" e dal capitolo 14 "Levi's Kid". Non manca molto!
Spero veramente che vi piaccia, sapete che sono una indecisa cronaca.
In ultimo avviso, vi annuncio che una nuova storia è in cantiere, quindi preparatevi! (spoiler: sarà un Modern!AU)
Mando un bacio a tutti, mi trovate a piangere in un angolino dopo aver letto il capitolo 84.
Alla prossima!!
   
 
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