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Autore: Agni_InkTears    12/08/2016    1 recensioni
Will è solo un comune paesano di Vatten, minuscola cittadina francese persa nel nulla.
Tutto ciò che conosce sono i tetti bassi delle cascine dove abita, il canto del gallo la mattina all'alba, il gusto del bestiame appena cacciato e i miglior rimedi naturali contro le malattie.
Ma a Will tutto questo non basta.
Si sente in gabbia, rinchiuso tra i doveri per il mantenimento della sua povera famiglia e il costante desiderio di andarsene, lasciando alle spalle tutto.
Will ha dei sogni.
Vuole studiare per diventare un medico e risollevare così il nome di famiglia.
Vuole essere accettato per ciò che è e non dover più sottostare alla paura del giudizio altrui.
Vuole vivere la sua vita veramente.
Ma come può farlo quando a casa ci sono i suoi fratellini ad aspettarlo, fiduciosi in lui?
Poi, un giorno, tutto cambia.
Una viola.
Uno scambio.
Una maledizione.
Un amore.
Una bestia.
E se per Will ci fosse ancora il tempo di vivere?
Perché niente, è veramente ciò che sembra...
- -
Solangelo fanfic ispirata alla favola 'La bella e la bestia', con qualche ritocco e modifica.
Ovviamente i diritti sulla favola originale non vanno a me, la mia è solo una versione rivisitata.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The beauty and the beast 


  

 

Prologo

'Come tutto ha inizio...'



Il sole fece capolino all'orizzonte, illuminando tenuemente il cielo scuro con i primi raggi. Nell'aria aleggiava ancora l'odore della pioggia appena passata e Will lo aspirò forte, godendo di quella tranquillità mattutina.

La sua vita era sempre così frenetica... Tra i fratellini, le medicine, l'aiuto in casa e le battute di caccia raramente riusciva a prendersi un momento per sé.

A volte desiderava soltanto poter bloccare il tempo, metterlo in pausa per un po' e riprendere a respirare normalmente. Gli sembrava di correrla, quella vita. Troppo velocemente, si stava perdendo qualcosa sulla strada, lo sapeva, lo sentiva.
Ma come poteva fare? La sua famiglia aveva bisogno di lui, le persone a cui voleva più bene al mondo avevano bisogno di lui. 


Paradossalmente sarebbe ciò che dovrebbe desiderare ogni uomo: essere indispensabile per qualcuno. E Will di certo non se ne lamentava, sacrificavano tutti tanto ogni giorno per poter garantire una vita dignitosa. Il pane con cui si nutriva era frutto degli straordinari di suo padre, dei suoi sforzi. Lui non doveva essere da meno. Anche se questo significava mettere in secondo piano i suoi desideri.

Socchiuse piano le palpebre, lasciando che i raggi caldi lo avvolgessero negli ultimi attimi di solitudine.

Poi il gallo cantò e dal basso si iniziarono a sentire i primi passi. 
Sicuramente Michael si era appena svegliato, cercando di fregare a papà l'arco, che era più bello rispetto al suo.

Will sorrise, magari aumentando le ore nei campi degli zii per i successi due mesi e chiedendo a Sammy uno sconto, avrebbe anche potuto regalargliene uno nuovo. Non poteva continuare a litigare con il padre solo perché il suo arco era vecchio e rovinato, finivano sempre per urlarsi in faccia e Will aveva seriamente paura che il fratello maggiore potesse andarsene, lasciandoli soli.

Michael ne avrebbe avuto tutto il coraggio, lo sapeva. Non era come lui, era più forte, più determinato e anche più ottuso in un certo senso.
Ma ogni componente era indispensabile nella loro famiglia e un suo possibile abbandono li avrebbe distrutti tutti. Non si poteva.


Scese velocemente le scalette del fienile per poter tornare in casa a preparare la colazione. Sull'uscio incontrò proprio il fratello: la faretra in spalla, il sottile arco tra le mani e quella sua solita espressione dura sul volto, che poi sotto sotto fosse il ragazzo più dolce del pianeta era un altro conto.


- Hey Mick!- lo fermò, lanciando un occhiata rapida ma attenta al graffio sul braccio sinistro che si era procurato in una delle tante risse con i figli di Ares, un omaccione scorbutico che abitava nella cascina vicino.

Qualche volta anche lui e Lee vi avevano preso parte, ovviamente in appoggio del fratello, seppure Will odiasse usare le mani. Soprattutto perché lui preferiva curarle, le ferite, piuttosto che farle. 

- Ciao Will, vado... beh, lo sai dove vado-  certo che lo sapeva, pensò. Andava a cacciare, o meglio la versione ufficiale diceva che andava a cacciare. In realtà si allenava con dei sacchi di paglia nel colpire soggetti a lunga distanza.

Michael adorava tirare, ed era anche la persona più brava che Will avesse mai incontrato. Solo che spesso finiva col farsi male, oppure ad essere visto dai figli di Ares -appunto- che non sopportavano il talento naturale di Mick, nettamente migliore del loro.

- Avvisa Aus e digli di passare più tardi - Will cercò di trattenersi dall'esprimere tutto il suo disappunto, ma non riuscì ad impedirsi di storcere il naso.

Austin era il loro fratellino minore, e ultimamente aveva dimostrato una particolare attitudine nel tiro con l'arco. Papà gli stava già insegnando i fondamentali della caccia nel bosco, ma quello che veramente interessava al minore erano gli allenamenti segreti di Michael. Cosa non buona considerando che ciò lo avrebbe portato ad essere immischiato in tutta la storia di Ares, ed era ancora solo un ragazzino! Senza contare che il bosco, a quell'ora e in quel periodo dell'anno, poteva rivelarsi molto pericoloso.
E non ce n'era bisogno, Will avrebbe coperto anche le sue di spese, se necessario lavorando di più. 

- Per favore, Will, non immischiarti. È grande ormai, sa decidere da solo-
- Grande? Mick ha solo 15 anni!- protestò, non voleva che il fratello corresse un rischio simile. - Appunto! Lee a quell'età aveva già iniziato ad esibirsi alla locanda, io cacciavo e partecipavo alle gare e tu lavoravi a tempo pieno in infermeria! Adesso è arrivata l'ora che anche lui faccia la sua parte. Non puoi continuare a proteggerlo, lo sai- 

- Lo so- sussurrò. Lo sapeva, diamine, lo sapeva benissimo. Ma era così difficile lasciare che quel piccoletto che aveva visto crescere, che aveva cresciuto, prendesse la sua strada.

Per lui sarebbe sempre rimasto il mocciosetto che si faceva la pipì a letto, o che non riusciva a dormire senza aver prima sentito la ninna-nanna. Ma doveva aprire gli occhi, i tempi erano cambiati. E gli sembrava che fosse successo anche troppo velocemente.

Annuì piano. Il fratello sorrise, pizzicandogli una guancia come era solito fare da piccolo. Poi uscì e si avviò verso la stradina sterrata che conduceva da una parte in paese e dall'altra al bosco. 

- Will, ricorda: lascia vivere e vivi. Non perdere te stesso per gli altri-

Will avrebbe tanto voluto fermarlo e urlargli che, no, nessuno lì, in quel maledetto paesino di provincia, avrebbe potuto vivere veramente. Tanto meno lui.
Non poteva perdersi.
Non si può perdere qualcosa che non si ha ancora trovato.

 

-Lacrime d'Inchiostro

Ciao a tutti! Sono di nuovo io, Agni_InkTears, anche se d'ora in poi mi firmerò Lacrime d'Inchiostro.

Allora, che dire? Questa è una versione rivisitata della Bella e la Bestia, la mia favola preferita in assoluto.

I personaggi principali saranno Nico e Will, perchè è una solangelo ma vi si troveranno degli accenni anche ad altre ship di hoo. Ovviamente, la trama sarà un po' diversa dalla favola originale e cercherò di renderla il più interessante possibile.

Aggiornerò una volta a settiman (credo il Sabato, o comunque nel fine settimana) fino alla fine delle vacanze estive, e spero di riuscire a mantenere la costanza anche con gli inizi della scuola.

Per adesso è tutti, ci vediamo al prossimo aggiornamento con il primo capitolo.

Tanti saluti,

Lacrime d'Inchiostro

P.S. Ho modificato questo prologo per aggiungere la copertina, che è ovviamente quella in cima, che ve ne pare?


 


   
 
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