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Autore: IsaMor    12/08/2016    13 recensioni
Al compimento del diciassettesimo anno d'età, nel mondo magico si cerca l'anima gemella tramite un calderone magico.
Harry Potter la trova in Severus Snape.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton, Sirius Black
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Contesto generale/vago
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CAPITOLO IV

 

Le lezioni erano state piuttosto tranquille. 

Harry si aspettava di venir bersagliato da ogni tipo di battuta esistente a doppio senso, invece sembravano avere tutti un certo rispetto per le unioni dovute al Calderone e i Serpeverde più di tutti. Pensò, che fosse legato alla purezza del loro sangue e al potere se accettavano le anime gemelle di qualsiasi sesso ed età senza problemi. 

Questo atteggiamento valeva per tutti tranne che per Draco Malfoy. Harry era certo che avesse qualche brutto scherzo pronto per la lezione di Pozioni. 

L'idea di incontrare Severus a lezione lo faceva sentire strano. Temeva di fare una pessima figura davanti a tutti e soprattutto davanti a Severus, a causa di Draco. Nella sua mente si era fatto spazio il desiderio di dimostrare all'uomo quanto valesse come mago. Era certo che fosse sempre a causa della fata nel suo petto se faceva certi pensieri.

Come sempre, erano tutti in classe prima dell'arrivo del professore, che li raggiunse poco dopo con il solito svolazzare di mantello. 

Iniziò a scrivere alla lavagna una serie di ingredienti e dosaggi, mentre parlava: "Oggi, prepareremo la Tintura Camaleontica. Questa tintura, cosparsa su tutto il corpo, permette di risultare invisibile. La preparazione dura circa un'ora. Iniziate prendendo questi ingredienti." 

Si voltò incontrando lo sguardo di Harry che lo stava ascoltando attentamente, ma notò che ci aveva impiegato qualche secondo in più per muoversi alla ricerca degli ingredienti sullo scaffale in fondo all'aula.

Sarebbe stata una lezione difficile per entrambi. La situazione metteva in difficoltà Harry e di conseguenza Severus non era sicuro di come comportarsi con lui. Riprenderlo in aula per un qualsiasi errore, significava umiliarlo come compagno davanti a tutti. Continuò la lezione quando vide tutti con i loro ingredienti. 

"Accendete i fuochi sotto i vostri calderoni e fate scottare la sabbia nera. Quando è bollente aggiungete uno per uno gli ingredienti come li vedete elencati e fate bollire per dieci minuti."

Si sistemò il mantello e si sedette dietro la cattedra.

Gli alunni sembravano tutti presi dalla preparazione della pozione, anche Harry era stranamente molto attendo. Severus era certo che cercasse di non rincontrare il suo sguardo per timore di essere giudicato dai compagni. 

Hermione Granger era già a buon punto con la pozione e Severus diede altre istruzioni. 

"Una volta che l'avrete fatta bollire per dieci minuti, dovete usare la bacchetta per creare un vortice in modo da rimescolare il tutto inserendo la magia."

Mostrò come fare con il calderone di Hermione, creando una sorta di piccolo tornado che cambiava colore a seconda della velocità applicata e iniziava a brillare riempiendosi di magia. 

"La magia è uno degli ingredienti fondamentali."

Lasciò che la ragazza continuasse il lavoro da dove l'aveva lasciato e attese di vedere quanti disastri sarebbero avvenuti con quella parte del procedimento della cottura della pozione. Era certo che ci sarebbero stati un paio di schizzi piuttosto fastidiosi, ma nulla di pericoloso, tranne per una delle persone che stava per usare la magia in quel momento. Una delle alunne Serpeverde sposata con la sua anima gemella da poco tempo stava per alzare la bacchetta, quando Snape le bloccò il braccio con un movimento fulmineo. 

"Tu no!" ordinò, con il suo solito tono che non ammetteva repliche. 

La ragazza parve confusa e anche il resto della classe. 

"La tua magia è aumentata e non ne hai il controllo. Ustioneresti tutti in questa classe. Ti allenerai sul controllo della magia prima di produrre questa pozione. Per questa volta mi occuperò io di questa fase del tuo esercizio."

Lasciò il braccio della ragazza e creò nuovamente il tornado di prima, solo che questa volta non s'illuminava perfettamente come quello della Granger. 

"Poco bollita. La pozione non funzionerà." 

Harry non aveva capito perché Severus avesse bloccato la ragazza e appena ebbe la possibilità di voltarsi, chiese a Hermione. 

"Cos'è successo?"

Hermione capì subito: "Si dev'essere unità alla sua anima gemella da poco. La sua magia è aumentata e non è in grado di controllarla. Ieri ha fatto esplodere un vaso mentre si preparava per la lezione di Trasfigurazione."

"Davvero? Ora capisco."

Tornò alla sua pozione appena il professore li vide parlare. Era pronto anche lui per quella fase di preparazione. Prese la bacchetta e iniziò a far vorticare il composto in modo perfetto.

Draco che era seduto non molto lontano da lui, non aveva perso di vista nessuna azione di Harry e decise che quello era il momento giusto per farlo arrabbiare. 

"Potter."

Harry finse di non sentire. 

"Potter, girati. Devo dirti una cosa."

"Lasciami perdere Malfoy." ringhiò, certo che l'altro stesse per mettere in atto qualche meschinità. 

"Peccato. Volevo chiederti di perdonarmi per tutto quello che ti ho detto in passato. Ora sei praticamente uno di noi Serpeverde e..."

"Cosa?! Io non sono un Serpeverde!" sibillò voltandosi. 

L'intento di Malfoy era proprio quello di farlo girare e mostrargli un'immagine ritoccata di lui e Snape che si avvicinavano così tanto da sembrare che si baciassero.

Harry rimase abbastanza scioccato dall'immagine, arrossendo, ma non tanto da perdere il controllo sulla pozione che stava facendo vorticare. Si voltò a controllare il vortice e notò che non era successo niente, anzi la pozione era rosa scuro e brillante come ci si aspettava. 

Si voltò nuovamente per rispondere furioso a Draco, che intanto aveva nascosto il fotomontaggio magico. 

"Sei un idiota Malfoy!"

Al suo fianco una voce decisa lo fece trasalire: "Potter!"

Harry a quel punto perse completamente il controllo del piccolo vortice a causa di quella voce calda e forte. Ebbe solo il tempo di vedere Ron di fianco alzare un libro aperto per proteggersi da qualcosa di rosa che schizzo davanti a lui.

Quando capì che ad essere investiti dalla pozione erano solo lui e la figura scura alla sua destra, comprese che era morto. 

Le risate si sollevarono velocemente e velocemente sparirono. Harry scoprì il motivo quando guardò Snape in faccia, era coperto di un rosa acceso che gli colava lungo il volto e il torace coperto dalla giacca nera chiusa da molti bottoni e oramai inguardabile. Per fortuna la pozione era fredda e non bollente come all'inizio del procedimento. 

"Potter." sospirò l'uomo trattenendo l'ira e usando sempre quel suo modo di trascinare la "r" finale.

Harry trattenne una risata nel vederlo in quello stato, non che lui fosse messo meglio, e semplicemente chiese scusa. 

Non aveva paura di lui e non capiva il perché, visto che l'uomo aveva il solito sguardo assassino di ogni volta che lo puniva. 

"Resterai in classe finché non avrai pulito tutto. Forse la prossima volta starai attento alla tua pozione, invece di chiacchierare."

Harry avrebbe voluto dire che Draco l'aveva distratto, ma l'idea che il Serpeverde mostrasse quell'immagine a Severus e a tutta la classe, lo fece desistere per pudore.

Gli venne dato dal professore un solvente magico per pulirsi la faccia e i vestiti. Diede una pulita anche al povero libro di Ron, mentre notava che Severus si era limitato a pulirsi alcune ciocche di capelli e il viso, tralasciando la giacca.

L'ora finì e quasi tutti consegnarono una piccola ampolla con la pozione, tranne Harry che per scarsità di tempo era stato costretto a seguire le istruzioni, senza poter eseguire il lavoro. Aveva solo aiutato un po' Ron, con la scusa che stava ancora pulendo il suo libro.

"Harry ti aspettiamo?" domandò preoccupata Hermione, sulla soglia della porta. 

"Potter non ha bisogno della balia, signorina Granger." le intimò Snape, chiudendole la porta in faccia con un colpo di bacchetta, prima che potesse replicare. 

Erano rimasti soli. 

Harry andò in un piccolo sgabuzzino e prese un secchio e degli stracci, andò al lavello di pietra che si trovava in classe e riempì il secchio d'acqua. 

La voce tranquilla del professore giunse inaspettata: "Riscalda l'acqua e aggiungi quel solvente magico che hai usato su di te. Pulirai meglio e rapidamente."

Harry si bloccò perplesso, non capiva da quando in qua il professor Snape gli semplificasse il compito di pulizia. In passato aveva raschiato il fondo dei calderoni con le unghie pur di rispettare gli standard di pulizie dell'uomo. 

Si voltò a ringraziarlo del consiglio, non osando chiedere spiegazioni, ma inaspettatamente lo vide senza mantello e giacca, con indosso una camicia bianca e i soliti calzoni neri che lo fasciavano in un modo che non aveva mai considerato con tutti quegli abiti lunghi indossati da sopra. 

La figura era snella e sembrava che sotto la camicia i muscoli fossero ben allenati. 

L'uomo era chino sulla cattedra concentrato a strofinare le macchie dalla giacca e non aveva notato Harry intendo a contemplare la sua figura. 

Il ragazzo non aveva davvero mai immaginato che sotto a tutti quei strati ci fosse un corpo che si poteva sicuramente definire attraente. La sua attenzione tornò al secchio che si era riempito d'acqua e ritrovando un po' di autocontrollo riprese il suo compito. Aveva ancora abbastanza istinto di autoconservazione da sapere che farsi scoprire da Snape a fissarlo, non era una buona prospettiva di sopravvivenza.

Tornò al suo compito dando le spalle al professore e levandosi il mantello per stare più comodo. Intanto, l'uomo sembrava aver preso a rivestirsi, per poi prendere il suo posto alla cattedra, dove la sua attenzione venne catturata da Harry e non dalle ampolle da esaminare.

L'uomo non aveva mai avuto problemi a trovare dei compagni di letto per brevi periodi, ma non aveva mai guardato un suo studente come in quel momento guardava Harry chino a strofinare il pavimento. Per la prima volta stava osservando il corpo di uno studente in modo troppo eloquente e la cosa lo affascinava e lo metteva a disagio, perché nonostante fosse la sua anima gemella e quindi gli era concesso questo ed altro, continuava ad essere un suo allievo e di conseguenza un giovane sotto il suo controllo e la sua protezione.

Il corpo di Harry non era male, forse troppo asciutto. Era un particolare che aveva notato negli anni, dopo le vacanze estive era sempre magro e affaticato, solo verso fine anno aveva qualche chilo un più e sembrava più atletico. Gli allenamenti di Quidditch c'entravano sicuramente e anche la mensa della scuola, ma c'era anche maggiore autostima a fine anno scolastico, che ricordava la sfrontatezza di suo padre James. 

Severus si riscosse dai suoi pensieri e dal suo vagare sul corpo del giovane, quando lo vide sollevarsi perché aveva terminato le pulizie. 

"Allora vado professore."

"Siamo soli Harry. Chiamami per nome." gli fece notare.

"Sì, scusa Severus."

Lo vide arrossire e andare a mettere a posto il secchio e gli stracci dopo aver lavato tutto. 

"Harry, aspetta." lo fermò prima che potesse rimettersi il mantello. 

"Sì?" fece temendo qualche altra punizione. 

Severus si alzò dalla cattedra prendendo un panno e andò dal giovane: "Sei ancora sporco."

Harry rimase scioccato quando sentì lo straccio strofinare una ciocca di capelli e dopo la fronte, sollevando il ciuffo disordinato che copriva la cicatrice a forma di saetta.

Severus si soffermò ad osservare la cicatrice per qualche istante tenendo la mano e il panno tra i capelli di Harry. 

Poi prese a parlare senza muoversi da quella posizione.

"Cosa ti ha mostrato Malfoy per farti distrarre e arrossire?"

Harry trasalì, non credeva che Severus avesse notato ciò. 

"Niente." si affrettò a rispondere. 

"Harry. Puoi dirmelo." fece calmo, continuando a tenere la mano e il panno tra i capelli del giovane in una dolce carezza. 

"Davvero, niente d'importante."

"Riguardava me?"

"Cosa?! No!"

Harry era diventato rosso in viso e a Severus bastò un attimo per capire che si trattava di un argomento con cui il giovane Grifondoro si trovava molto a disagio.

"Qualcosa che ha a che fare con il sesso, scommetto."

"No... Lui non lo farebbe... Non è quello..."

"Calmo. Respira. Non ti sto accusando di niente." fece, soddisfatto di sapere ciò che passava per la sua mente senza ricorrere alla magia, ma osservando solo le sue guance.

Gli occhi verdi e limpidi del giovane erano così facilmente leggibili da uno come lui, con un'ampia conoscenza della natura umana, tanto da essere veri e propri specchi su cui si rifletteva ogni emozione provata.

"Cosa c'era sul foglio?"

"Io non voglio parlarne."

"Harry."

Bastò il suo nome pronunciato con quel tono quasi sensuale che l'uomo usava per sottolineare dei concetti a farlo capitolare. 

"Solo uno stupido fotomontaggio."

"È possibile saperne il soggetto entro questa sera."

Non c'era alcuna nota di fastidio nel tono di voce.

"Io e... Tu."

"Non credo ci siamo mie immagini sconvenienti in giro, quindi non dev'essere nulla di così scioccante. Giusto?"

"No. Non credo. Non so se..."

"Harry, puoi esprimerti chiaramente, per favore?" 

Sollevò gli occhi perché non si sarebbe mai abituato al suo tergiversare.

"Era un fotomontaggio magico di noi due che ci baciamo." sputò il rospo.

Severus sbuffò una risata e spostò la mano e il panno dai capelli di Harry.

"Tutto qui. E questo ti ha distratto?"

"Sì. No! Ecco, sei stato tu che mi hai ripreso a distrarmi."

"Quindi ti ho distratto?"

"Sì."

"Interessante. Io ti distraggo." fece accennando un sorriso.

Harry sospettò che l'uomo stesse per prendersi gioco di lui come la sera prima. 

"No."

"Il bacio ti ha distratto?"

"Sì. No... Uffa! Mi stai confondendo di nuovo."

Severus sorrise serafico. 

"Se non vuoi più distratti, forse dovremmo provare con un bacio e toglierci il pensiero."

"Ah!"

Harry credeva d'aver capito male. Il suo cuore aveva subito un'accelerata improvvisa che l'aveva lasciato senza fiato.

"Sì, un bacio. Poi non ti distrarrà più nessun fotomontaggio di noi due."

"Ora?"

"È un momento come un altro per baciarsi." 

Gli si avvicinò di un passo costringendo Harry ad arretrare e urtare il banco dietro di lui.

Severus aveva un sorriso poco rassicurante e dava l'impressione di puntare alle sue labbra. 

"No." dichiarò Harry, sicuro di sé.

"No?" domandò divertito Severus, tirandosi indietro. 

"No." rimarcò il ragazzo. 

Severus lo osservò per qualche altro istante, sapendo che quel gioco servisse solo a capire fin dove poteva spingersi con lui dal momento in cui sarebbero andati a vivere insieme. 

Harry era davvero in difficoltà con tutta la storia delle anime gemelle, anche se non lo mostrava tanto. Il fatto d'essere cresciuto tra i babbani non semplificava l'inizio della loro relazione, perché sicuramente gli era stato inculcato che l'unica relazione approvata è quella etero e non sapeva rapportarsi al concetto di anima gemella, ignorando il sesso della sua metà. 

Si allontanò da lui. Non voleva spaventarlo. 

"Meglio se vai o penseranno che ti sto torturando."

Harry non se lo fece ripetere. Afferrò il suo mantello e la sua roba e si avviò verso la porta dell'aula a passo veloce. Il suo cuore batteva furioso, forse, dal momento in cui aveva visto Severus senza mantello e giacca. La proposta sensuale che gli aveva fatto l'uomo, l'aveva portato vicino all'infarto.

"Ah Harry."

Lo richiamò. 

Harry, nervoso si voltò, aspettandosi di tutto a questo punto.

"Ci vediamo dopo cena nei nostri appartamenti. Ricordi la parola d'ordine per entrare?"

Harry annuì, sollevato e allo stesso tempo febbricitante, rendendosi conto che sarebbe rimasto spesso solo con lui e se quello era il suo comportamento abituale, allora lui era letteralmente fottuto. 

"Harry, un'ultima cosa. La prossima volta che mi schizzi qualcosa in faccia, non sarò così comprensivo." ghignò malizioso: "Beh, sempre se ciò non accade in camera da letto."

Harry non capì subito e fece per parlare, ma rimase a bocca aperta quando realizzò a che tipo di schizzi si riferisse Severus. 

Fuggì, senza dire altro e impedendo all'altro di vedere il rossore diffuso sul volto. 

Il professore si sedette alla sua cattedra per riprendere a correggere i compiti nelle ampolle, ma dopo un paio di minuti si appoggiò allo schienale della sedie ad osservare la classe silenziosa. 

Si rendeva conto d'aver esagerato con Harry, ma non lo credeva così pudico per essere un Grifondoro. Il padre James, aveva una fila di ragazze e ragazzi davanti alla sua camera da letto già a quindici anni, come poteva Harry non aver mai avuto nessuno? 

Possibile che al diciassettenne non piacesse il sesso? Non era una cosa impossibile, ma improbabile vista la Casa a cui apparteneva, famosa per i corteggiamenti impossibili. 

Avrebbe indagato sui suoi gusti sessuali nei prossimi giorni, sperando di non spaventarlo troppo. Doveva solo evitare di esagerare come aveva appena fatto.

~×~

Harry era praticamente fuggito dall'aula di Pozioni, così velocemente da sembrare inseguito da una mandria di centauri. 

Si calmo solo quando vide un paio di studenti nei corridoi, prendendo a camminare normalmente. 

"Harry."

Una voce molto familiare lo fermò dopo aver svoltato in un corridoi. Il ragazzo si voltò a guardare il suo padrino appoggiato al muro in attesa sicuramente di lui. 

"Sirius, come mai qui?" chiese, ancora rosso in viso. 

"Ti aspettavo. Ti va di passeggiare fuori?"

Harry fece cenno di sì con il capo. Aveva bisogno d'aria fresca immediatamente o rischiava di andare in ebollizione dopo la chiacchierata con Severus. 

Si avviarono fuori, sotto lo sguardo sognante di un paio di ragazze che avevano osservato soprattutto Sirius. 

Harry scacciò per un istante l'immagine di Severus dalla mente e fece notare divertito al padrino: "Sei una celebrità."

L'altro rise.

"Oh Harry, se evadere da un carcere mi rende una celebrità, allora affrontare Voldemort, cosa fa di te?"

"Solo un povero sciocco."

Si scambiarono un sorriso, continuando a camminare sul ponte che attraversava il profondo fiume.

Harry, memore della mattinata a colazione, domandò: "Cos'è successo stamane con Severus?"

"Nulla d'importante. Abbiamo solo messo in chiaro un paio di punti che riguardano la vostra relazione."

"Cioè?"

"Cose di poco conto. Se c'era già una data di matrimonio e come si sarebbe comportato con te. Cose di questo tipo."

Harry ebbe per un attimo la visione di Severus che si avvicinava a lui per baciarlo. Sospettò che fosse a causa di Sirius se aveva avuto quello strano atteggiamento. Era sicuramente intenzione di Severus dimostrare a Sirius che aveva tutto il diritto di baciarlo come e quando voleva, anche se alla fine si era trattenuto dal farlo.

"Sirius, non litigate per me, ti prego."

Sirius, fermandosi a metà del ponte, lo guardò. 

"Harry, se io e lui litighiamo, non è per te. Ci sono vecchie questioni che non mi permetteranno mai di andare d'accordo con quell'uomo. Non credere che sia colpa tua. So che hai avuto la sfortuna di avere lui come anima gemella, ma ciò che succede tra noi, non ha a che fare esclusivamente con te."

"Resterai qui a lungo però e non dirmi che non lo fai per noi due."

"All'inizio volevo restare per un po', ma Silente mi ha affidato un incarico da insegnante e credo resterò per tutto l'anno."

"Cosa!? È...È... Fantastico!"

"Non ne sarei così contento se fossi in te. Non sono un insegnante paziente come Remus."

"Non sarai peggio di alcuni insegnanti che ho avuto in passato."

"Credo, o almeno spero, di no."

Harry ricordò che non c'erano cattedre vacanti e la domanda uscì spontanea: "Cosa insegni?"

Sirius sorrise.

"Ricordi che lo scorso anno scolastico, un gruppo di studenti ribelli aveva creato un esercito, all'interno della scuola?"

"Vagamente." scherzò il ragazzo.

"Silente ha voluto rendere effettivo l'insegnamento di incantesimi particolari per prepararsi ad una possibile guerra contro Voldemort. Solo gli studenti degli ultimi anni parteciperanno alle lezioni nella Camera delle Necessità e non si chiameranno più esercito di Silente. Non sarò da solo a condurre le lezioni, ci sarà anche Remus ed un altro insegnante, visto il numero di studenti."

"Sono davvero felice che ti abbia affidato questo ruolo, non ci sono molti maghi in grado di prepararci a dovere."

"Tu, Ron e Hermione non avete bisogno di essere preparati, credimi. Ma tutti gli altri, non so quanto siano in grado di affrontare una guerra o anche solo di sopravvivere ad essa."

"Ci sono studenti promettenti. Se la caveranno." fece convinto. 

Sirius sospirò. Era stanco di lottare da tanto tempo, pensò che forse aveva bisogno della positività di giovani maghi per stare meglio. 

"Ma bado alle ciance, siamo qui per parlare di te e della tua nuova vita." dichiarò allegro. 

Harry arrossì senza capire dove volesse andare a parare. 

"Non c'è nulla da dire. Credevo avessimo messo da parte questo argomento?"

"Intendevo, come ti senti ora che hai un'anima gemella? Ciò non c'entra nulla con quel Serpeverde."

"Non capisco. Come dovrei sentirmi?" 

"Non ti senti completo?"

"No, io e lui non ci siamo uniti..."

"No. Intendevo se senti qualcosa di diverso ora. James sentiva di essere già più forte e in armonia con la magia, quando ha capito di aver trovato la sua anima gemella."

"No. Io mi sento solo confuso e sempre in ansia."

"Come!?" domandò incerto.

"Beh, mi sento a disagio quando parlo e penso a Severus, e quando resto solo con lui. Non sono sicuro che sia normale o solo una fase di passaggio. Alcuni dicono che mi sentirò attratto da lui ad un certo punto."

L'uomo fece una morfia disgustata, ma poi cercò di fare la parte del padrino serio.

"Credo che accadrà, ma non significa che sei completamente diventato incapace di prendere le tue decisioni. Non forzare le cose, tutto verrà da sé. Però..." riflettè. 

"Però?"

"E solo che la storia dei tuo genitori iniziò velocemente, credevo che sarebbe accaduto anche a te."

"Io non sono come mio padre." affermò, leggermente infastidito.

"Scusa, non intendevo dire che lo sei. Solo che mi sarei aspettato che passassi la scorsa notte con Snape e invece hai una stanza tutta tua."

"E che non... Dopo aver parlato con lui, ha deciso di non affrettare la mia prima volta."

Sirius sgranò gli occhi, riflettendo. 

"Ecco la differenza con tuo padre, ora si spiego tutto."

"Cosa?"

"Lui aveva un bel po' di esperienza quando trovò la sua anima gemella."

"Cosa? Lui era già stato..."

"Sì, ma lui non aveva una minaccia costante che gli impediva una vita tranquilla." cercò di consolarlo. 

"Quindi vuoi dire che se avessi avuto più esperienza, sarei andato a letto con Severus ieri senza alcuna remore."

"Spesso capita. È uno dei motivi per cui si celebrano subito le nozze."

"Ma se lui l'ha già fatto in passato, significa che desidera venire a letto con me molto presto."

"Lui aveva un'ampia esperienza, se non ricordo male, ai tempi della scuola."

Harry deglutì. 

Severus si era comportato in quel modo in classe perché sicuramente lo... desiderava?

~×~

Aveva appena finito di sistemare le ampolle in un cesto, dopo averle esaminate ed aver assegnato il voto a ciascuna, quando un picchiettare al vetro della finestra attirò la sua attenzione. 

Snape vide quell'odioso piccione, che di tanto in tanto gli portava dei messaggi, fissarlo dal davanzale esterno in attesa che aprisse la finestra. Era deciso ad ignorarlo come faceva sempre e così fece, tornando a riporre il cesto in un armadio. 

Il piccione picchiò altre due volte e poi sembrò volare via visto il rumore d'ali che avvertì. 

Severus sorrise soddisfatto per aver resistito alla tentazione di scoprire quale messaggio portasse l'uccello e fece per avvicinarsi nuovamente alla cattedra per potersi rilassare qualche minuto, quando vide sfrecciare il piccione nella stanza. Doveva aver fatto il giro lungo dei corridoi del castello. 

"Dannato uccello!" imprecò, rassegnato a dover prendere il biglietto nel bussolotto legato alla zampina del pennuto che stava sulla. sua cattedra. 

L'animale lo beccò in risposta all'imprecazioni e volò sull'armadio al sicuro.

Severus aprì il biglietto:

 

Caro Sevy, 

È un piacere sapere dell'unione con la tua anima gemella. Vi faccio i miei più sinceri auguri e vi attendo presto a palazzo per conoscere Harry.

È così adorabile come sembra dalle foto sui giornali? Sono curioso di scoprirlo. 

Non accetto il tuo solito rifiuto. Non più!

Inviami un messaggio presto e non minacciare di nuovo i miei piccioni, sono tutti ancora traumatizzati dall'ultima volta. 

 

A presto, Nocte.  

 

Severus prese il biglietto e lo lanciò nel camino poco lontano. Con ogni probabilità quel biglietto era il primo di una lunga serie. Attendeva il secondo piccione e meditava sul fatto che il "piccione in umido" non sarebbe stato male come cena, magari condito con qualche spezia.

Stranamente, nessun piccione giunse, ma la brace nel camino si mosse e un voltò uscì da essa.

Severus riconobbe i tratti: il viso ovale e perfetto, il ghignò divertito e i capelli corti e scomposti che dal vivo non erano così diversi dal colore della brace stessa.

"Mi hai di nuovo traumatizzato il piccione, Sevy?" domandò, appena riuscì a mostrare meglio la testa come a voler uscire completamente fuori dalla brace. 

"Cosa vuoi Nocte?"

"Solo conoscere Harry."

"Non credi che io abbia cose più urgenti che preoccuparmi di te e della tua infantile curiosità."

"E dai, non fare l'idiota. Portalo a casa, sono troppo curioso."

"È un Grifondoro come te, cosa c'è da conoscere? E poi hai dimenticato che sono un mangiamorte, non dovresti neanche rivolgermi la parola."

"Sì, sì, e io sono un elfo domestico. Dai non scherzare, non ci ho mai creduto che tu, Severus Snape, fossi un vero servo di Voldemort. Quindi, ora che non devi più nascondere la tua simpatia per i Grifondoro e il tuo amore per me, puoi venire a casa e presentarmi Harry. Ci divertiremo un sacco."

Lo pregò con la voce calda e piacevole come quella di Severus.

"È questo che mi preoccupa. E comunque, ufficialmente sono ancora dalla parte di Voldemort, quindi venire da te non è una buona idea per la sicurezza di Harry."

"Questo cosa vuol dire?"

"Voldemort mi ha chiamato con il titolo di re, ieri sera e mi ha parlato di un piano per eliminare Harry. Adesso, comprendi?"

"Sì, ora capisco. Allora, è meglio se stai lontano da palazzo per qualche tempo. Ma sento davvero la tua mancanza e non vedo l'ora di riabbracciarti."

"Sei sempre il solito sentimentale." sbuffò, scuotendo la testa.

"Mi conosci. Ora vado, la mia magia è debole e non riesce a mantenere questo incantesimo a lungo."

"Per fortuna. Non oso immaginare che rompiscatole saresti se fossi al mio livello."

L'altro rise: "Pochi sono al tuo livello, se non ricordo male."

Dopo un ghignò divertito di Severus, il mago sparì dalla brace.

Il piccione riprese il volo per il palazzo, evitando di passare troppo vicino all'uomo per la propria incolumità. 

Severus si sedette a pensare.

Aveva mantenuto le distanze con tutti pur di tenerli sempre al sicuro, prima da Voldemort e dopo dai suoi seguaci, e ora di nuovo dall'oscuro mago, ma adesso le cose erano leggermente diverse. Harry attirava a sé chiunque lottasse contro Voldemort e lui non poteva essere la persona che li respingeva. Doveva fingere ancora per un po' di essere una persona odiosa e dalla dubbia appartenenza, ma non vedeva l'ora di potersi ricongiungere con Nocte. Una volta scoperto il piano di Voldemort, tutti avrebbero saputo che era sempre -o quasi- stato dalla parte di Silente. 

Nocte, aveva sicuramente capito dalla morte dei Potter che lui fosse una spia per conto di Silente e in tutti quegli anni aveva cercato spesso di riavvicinarsi, venendo sempre respinto. 

Difficilmente l'uomo si sarebbe presentato al castello, aveva un sacro compito da svolgere nel palazzo, un compito che spettava all'ultimo discente degno della casata.

 



NOTE DELL'AUTRICE
Nocte è l'attore Damian Lewis.
   
 
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