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Autore: Lamy_    13/08/2016    2 recensioni
Astrea Monteverde ha perso tutto: la sua famiglia, la sua casa, il suo onore e un anno fa é scomparso Thomas, il suo parabatai. Un incontro fortunato permetterà alla giovane Nephilim di scavare nel mistero dietro al quale si cela la verità sul rapimento del suo migliore amico. Tradimenti, imboscate, segreti, sangue e amore segneranno per sempre la sua vita. Perché si sa, il confine tra la verità e le bugie é labile quanto un foglio di carta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Raphael Santiago, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SETTIMO: Caccia al Vampiro.
 
 
 
Quando Astrea aprì gli occhi, il sole era già sorto, diede un'occhiata al suo cellulare e sobbalzò accorgendosi che fossero le otto passate. Cercò di muoversi ma il bracco di Raphael la bloccava sul letto, così provò a scostarlo con dolcezza. Il Vampiro mugolò qualcosa e si strinse di più al corpo della ragazza, che sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia.
"Devo andare." gli sussurrò Astrea con un sorriso. Raphael si mise seduto e si passò una mano sul viso, era strano svegliarsi di mattina quando invece lui era solito dormire. Era una sensazione fantastica doveva ammettere. La Nephilim scese dal letto e raccattò i suoi vestiti, poi si chiuse in bagno e ne uscì pochi minuti dopo nei suoi panni; non si era tolta il trucco. Raphael l'aspettava in corridoio e l'accompagnò all'uscita, nessuno dei due parlava ma il silenzio non era imbarazzante, anzi era piacevole. Raggiunsero in pochi minuti la porta ma lì il Nascosto dovette fermarsi per evitare di cuocere al sole.
"Grazie per avermi portato all festa." disse Astrea, cercando di mantenere un atteggiamento neutrale. Raphael arrotolò un ciuffo di capelli argentati all'indice e le sorrise.
"Sei in debito con me, Shadowhunter."
Astrea ridacchiò e si avvicinò a lui di qualche passo, si guadarono negli occhi per un minuto scarso e poi lei si sporse per dargli un bacio a stampo.
"Quando vuoi, Santiago."
Dopo un ultimo scambio di sorrisi e sguardi la ragazza lasciò l'Hotel per tornare a casa da Magnus e Alec. Il Vampiro chiuse la porta e aveva un sorriso da ebete stampato sulla faccia che si spense quando vide davanti ai suoi occhi Stan. Sbuffò e si avviò verso le scale.
"Quindi adesso dormi di notte e baci una Cacciatrice? Quale sarà il prossimo passo? Abbandoni il Clan per vivere con lei per sempre felici e contenti? Oh dimenticavo che tu sei immortale e che lei prima o poi morirà." Stan pronunciò quelle parole con un tono così tagliente che sembrava fendere l'aria come una lama. Raphael lo spinse con forza e lo scaraventò contro la parete tanto forte che il lampadario tremò. Lo afferrò per il colletto della giacca e gli tirò un pugno, rompendogli il naso.
"Ti avevo avvertito, Stan. Non devi dire una sola parola su Astrea, ma tu sei cocciuto e hai osato. Hai un secondo per lasciare il DuMort. Non farti più vedere o, giuro su Dio, ti uccido!" tuonò la voce di Raphael minacciosa. Stan rise e i denti erano macchiati di sangue che cadeva dal naso.
"Tu non hai più un Dio da settanta anni." disse con irrisione, poi sputò un grumo di sangue sul gilet di Raphael che lo sbatté di nuovo contro il muro.
"Vattene o ti pianto un paletto nel cuore."
Nel frattempo le loro urla avevano attirato tutti i Vampiri dell'Hotel che ora si erano riuniti attorno a loro. Sally corse ad aiutare Stan e gli premette sul sangue un fazzoletto. Raphael voltò loro le spalle e ritornò nella sua camera.
 
 
 
"Ti sembra questa l'ora di tornare? E cosa diamine hai sulla faccia?" queste furono le prime parole che Alec rivolse ad Astrea non appena mise piede in casa. Accanto a lui, sul divano, c'era Magnus con indosso un pigiama di raso blu e beveva la sua quotidiana tazza di the indiano
"Sta calmo, Alec. Aveva avvisato che sarei rimasta a dormire al DuMort e questo si chiama trucco."
"Dormire al DuMort? Mi sembra normale dormire in un covo di essere il cui unico scopo è succhiare sangue, certo!" sbraitò ancora una volta il ragazzo dagli occhi blu.
"Ha dormito con Raphael, è ovvio." esordì Magnus con voce pacata e un'espressione maliziosa sul viso. Alec si gettò su Astrea, le spostò i capelli e analizzò il suo collo nei minimi dettagli. La ragazza lo allontanò bruscamente e si portò una mano sul collo.
"Non mi hanno morsa. Raphael me lo ha promesso."
"Ma sì, crediamo alla parola di un Nascosto!" replicò Lightwood sarcastico.
"Alec, il tuo compagno e tuo figlio sono Nascosti." gli ricordò Astrea, le braccia conserte e le sopracciglia sollevate. Magnus scosse la testa e si alzò per raggiungerla.
"L'importante è che tu stia bene. Ora raccontaci cosa è successo alla festa."
Si sedettero in cucina e, dopo averle versato una tazza di caffè, Alec e Magnus si misero in ascolto. Astrea mandò giù un sorso della bevanda calda e si schiarì la voce.
"Mentre cercavo Thomas mi sono imbattuta in Katia. Mi sono nascosta mentre lei e altri Vampiri riempivano la stanza, poi è salita su un palchetto e ha cominciato a delirare. Ha detto che grazie alle scaglie di rubino il potere dei Vampiri è aumentato e che è ora di creare un esercito di soggiogati, sia mondani, sia Shadowhunters e sia Nascosti. Crede che sarebbe un vantaggio sfruttare le doti magiche di un Nascosto o le capacità di un Cacciatore."
"Stanno pensando di infettare le persone con le scaglie." disse distrattamente Magnus, gli occhi persi nel vuoto e le mani strette al tavolo. Alec gli strinse una mano e gli fece un cenno come a volerlo rassicurare.
"Sono riuscita ad uscire per un pelo ma Thomas...lui, ecco mi ha raggiunta e mi ha detto che Katia sa tutto di tutti e che mi uccideranno se darò loro la caccia."
Ripensare allo sguardo allucinato e al comportamento insano di Thomas le fece venire la nausea. Sapeva di aver perso per sempre il suo parabatai, ora le restava solo salvare il mondo dalla minaccia di Katia.
"Quindi Katia sa che sei sulle sue tracce e ha intenzione di eliminarti qualora tu interferissi, così infrangerebbe gli Accordi. Ma una così degli Accordi se ne frega." Alec aveva ragiona e sicuramente il Clave avrebbe dato il via ad una guerra contro i Vampiri. Raphael sarebbe stato in pericolo.
"Dobbiamo trovare questa squilibrata ed impedirle di attuare il suo folle piano. Mettiamoci al lavoro!" esclamò Astrea con determinazione ma il suo entusiasmo fu smorzato da Magnus.
"E' pericoloso, Astrea. In tre non ce la possiamo fare."
"Ma noi non siamo in tre, abbiamo il DuMort dalla nostra parte."
Alec si affacciò alla finestra e sospirò.
"E' ammirevole la tua fiducia nel Clan di Santiago ma non sono mai stati propensi ad aiutarci."
"Credo che adesso Raphael abbia un ottimo motivo per  venire in nostro soccorso." asserì lo Stregone tenendo gli occhi fissi su Astrea, la quale arrossì e abbassò lo sguardo.
"Organizzo un incontro  con Simon e Raphael. Tra due ore ci vediamo nei sotterranei dell'Istituto." propose Alec, dopodiché si chiuse nello studio.
"Vi siete baciati, vero? Vedo che hai il labbro spaccato." chiese Magnus non appena il suo Cacciatore lasciò la cucina. Astrea scoppiò a ridere e prese un biscotto al cioccolato dalla dispensa.
"Sì, ci siamo baciati. Abbiamo dormito insieme nella sua stanza, nella quale nessuno ha il permesso di entrare, e mi ha tenuta stretta tutta la notte."
"Lo sapevo! Sono contento per voi, davvero. Raphael è sempre così diffidente e di rado si apre, e questo significa che tu hai fatto breccia nel suo cuore. E tu meriti qualcosa di bello dopo tanti drammi, tesoro." Il Nascosto le posò un bacio sulla guancia e lei lo abbracciò.
"Andiamo a svegliare le due pesti?"
Astrea annuì e pochi attimi dopo si ritrovò soffocata dalle braccia di Max, il quale non fece altro che ripeterle quanto gli fosse mancata.
 
 
 
"Signora, giungono notizie dai nostri informatori."
Katia buttò via la sigaretta e abbassò la rivista di moda che stava noiosamente sfogliando.
"Dimmi tutto."
"La Nephilim vive a Brooklyn con Raphael Santiago." le comunicò Thomas, il suo soggiogato personale. Lui era il suo capolavoro.
"Deduco che dovrò eliminare il Clan di New York dalla mia lista. Bene, va a prendere Raphael e portalo qui. Sono sicura che la ragazzina correrà in aiuto del suo amichetto, allora la metteremo a tacere per sempre." la Vampira rise di gusto e mandò giù un sorso di sangue fresco.
"Hai intenzione di ucciderla?" azzardò a domandare Remus, seduto in un angolo a stilare una lista degli alleati al piano di Katia.
"Ucciderla? Oh no. Voglio solo riempire le botti della mia cantina con il suo sangue dolciastro. Sai meglio di me quanto sia delizioso e benefico il sangue pregno di Fuoco Celeste."
Due ore dopo Astrea si stava allenando con Alec mentre Magnus era al piano di sopra con i bambini. Aveva dormito un altro po', aveva fatto una doccia veloce e aveva raggiunto i sotterranei dell'Istituto da sola. Ora stava facendo pratica nel lancio dei coltelli, la sua mira era precisa.
"Sei davvero incredibile. Nel giro di tre mesi hai recuperato alla grande!" disse Alec, dandole una pacca sulla spalla.
"Questo è grazie a te, Lightwood. Non fai tanto schifo come allenatore."
"Beh grazie!"
Astrea rise e tornò a concentrarsi sui bersagli. Tirò un pugnale dal manico corto e quello si conficcò poco sopra la testa Simon, che era appena entrato, accompagnato da Raphael.
"Scusa, Simon." disse la ragazza, alzandosi sulle punte per staccare dal muro la lama. Guardò di traverso Raphael ma lui sembrava non aver notato minimamente la sua presenza, così si allontanò e raggiunse la panca dove si sedette. Cominciò a fasciarsi le mani con le bende per allenarsi con il sacco, aveva bisogno di migliorare il combattimento corpo a corpo. In qualunque momento avrebbe potuto imbattersi in Katia o, peggio, in Thomas.
"Perchè siamo qui? A cosa vi servono un Mondano e un Vampiro? Che poi vorrei ricordare i miei trascorsi con il qui presente signor Santiago." Simon indicò il Vampiro al suo fianco con un movimento convulso delle braccia e quello rispose alzando le spalle noncurante. Alec mise un braccio sulle spalle del Mondano e lo portò fuori.
"Vieni con me, ti spiegheremo tutto io e Magnus. Raphael, per favore resta qui a controllare che Astrea si alleni." la richiesta di Alec fece accapponare la pelle di Astrea, non amava essere fissata mentre si allenava. Il Vampiro si limitò ad annuire e si sedette su una sedia che probabilmente era lì da molti anni. Astrea si trovava di fronte al sacco, alzò le braccia e chiuse le mani in due pugni. Dopo aver preso un bel respiro cominciò a tirare colpi al sacco con forza, eppure quello non si spostava. Provò più forte accompagnando il braccio ma fu inutile, il sacco non sembrava curarsi dei suoi colpi.
"Non sei concentrata." riecheggiò la voce profonda di Raphael e la Nephilim si fermò per voltarsi verso di lui.
"Oh guarda, adesso parli. Che novità!"
Raphael si alzò, posò la giacca di pelle sulla panca e la raggiunse. La dispose di nuovo davanti al sacco, si mise alle sue spalle e la costrinse a divaricare le gambe dandole un calcetto ai talloni. Le alzò le braccia ad altezza spalle e le afferrò i fianchi per avvicinarla al proprio corpo; schiena contro petto.
"Quando colpisci devi essere sicura che il colpo vada a buon fine. Devi colpire per ferire." le sussurrò all'orecchio, dopodiché l'aiutò a tirare un pugno al sacco e questa volta si mosse. Astrea esultò e si voltò per abbracciarlo ma si bloccò. Non sapeva bene come comportarsi. Raphael si sporse ma lei si allontanò in modo repentino.
"Che ti prende, Astrea? Prima mi baci e adesso mi rifiuti?"
"Cosa c'è che non va? Te lo leggo in faccia. Non sai mentire Raphael."
Il Vampiro fece un mezzo sorriso, nessuno aveva mai avuto l'abilità di capire quando mentiva o quando cercava di evitare qualcosa. Semplicemente nessuno aveva mai capito Raphael Santiago. Ma adesso quella ragazza stava facendo cadere tutti i muri che per settanta anni aveva eretto come una difesa. Astrea lo sconvolgeva sempre.
"Ho discusso con Stan e questa volta l'ho cacciato dal DuMort."
"Cosa?! Ti rendi conto di aver fatto una cosa stupida? Stan è tuo amico, Raphael. Ed è risaputo che un Vampiro senza Clan è come un randagio. Devi farlo tornare. Lo sai anche tu che in fondo ho ragione."
"Non mi piace chi ficca il naso nei miei affari privati e lui ha osato troppo."
Astrea si morse il labbro per mascherare un sorriso e cinse con le braccia il collo del Nascosto, lui prontamente portò le mani sui suoi fianchi.
"Io sarei un tuo affare, Santiago?"
Raphael sorrise e scosse la testa. Annuì e, senza darle la possibilità di parlare, la baciò. Lei si lasciò scappare quel sorriso e continuò a perdersi nel mare di emozioni che si infrangeva contro il suo cuore ogni volta che gli era vicina.
"Sì, sei un mio affare. Solo mio." sospirò sulle sue labbra Raphael prima di premere una seconda volta le labbra sulle sue. Erano vere le voci secondo cui le labbra dei Vampiri sono fredde e gonfie e Astrea aveva scoperto grazie a quei baci che amava quella sensazione sulla propria bocca. Quando Raphael era con Astrea si sentiva vivo e non mezzo morto, non si sentiva un mostro e poteva dire di essere leggero e felice. Si dovettero staccare quando udirono dei passi rimbombare nel corridoio. Lui le fece l'occhiolino e si sedette di nuovo sulla sedia.
"Ragazzi, abbiamo cattive notizie. Anzi, pessime." annunciò Alec con il volto scuro e la voce spenta. Magnus lanciò un sorrisetto divertito ad Astrea e lei per un secondo rise, poi tornò seria.
"Che succede?"
"Remus ci ha inviato un messaggio di fuoco pochi minuti fa. Katia ti ha scoperto e crede che tu viva al DuMort con Raphael. E' sulle vostre tracce. Vuole rapire Raphael per attirare Astrea e ucciderla." spiegò Lightwood tenendo lo sguardo fisso a terra, non aveva il coraggio di dirle quelle cose a viso aperto. Al contrario delle aspettative, Astrea non sembrò ferita o spaventata.
"Sapevo che mi avrebbe trovata. Sta venendo o qui per pareggiare i conti ed io non aspetto altro. Non si tratta solo di Thomas adesso ma tutto il mondo delle Ombre è in pericolo, così anche i Mondani. E' diventata una questione personale per lei, ma per noi è questione di vita o di morte."
"Come credi sia giusto agire?" le chiese Magnus, seduto a braccia conserte e con espressione seria.
"Per prima cosa dovete portare i bambini in un posto sicuro. Raphael, tu devi assolutamente schierarsi in via ufficiale con gli Shadowhunters perchè il Clave potrebbe intraprendere una guerra contro i Vampiri e tu rischieresti. E in fine, dobbiamo raggiungere Katia e porre fine al suo piano diabolico."
"Sembra facile a dirlo." squittì scettico Simon beccandosi un'occhiata dallo Stregone.
"Dovrà essere facile anche a farlo, Simon!" rispose a tono Astrea e si infilò la felpa e le scarpe abbandonate in precedenza in un angolo della stanza. Alec e Magnus corsero a casa per prendere Rafe e Max e portarli all'Istituto, Simon tornò a casa sua e ad Astrea toccava accompagnare Raphael all'Hotel.
"Che hai intenzione di fare, Astrea? Tu devi restare qui al sicuro. Tornò a casa da solo, sei tu quella che vogliono morta." le ricordò Raphael mentre attraversavano i sotterranei.
"Ma è te che vogliono rapire per rapirmi. E potrebbero benissimo ucciderti piantandoti nel cuore un paletto, ed un'opzione non contemplata."
"Astrea..."
Astrea si bloccò e gli posò una mano sul petto con forza.
"So cosa stai per dire, che non importa cosa ti succede e bla bla bla. Ma sappi che tu hai qualcuno da cui tornare e anche io, perciò nessuno dei due deve farsi male. E comunque non ti porto al DuMort, ti porto all'Istituto."
"Per quale assurdo motivo?"
"Tu devi dichiararti dalla nostra parte ed io devo chiedere aiuto alla madre di Alec. Katia deve essere estirpata alla radice e un paio di mani in più ci sarebbero di grande aiuto."
"Credi davvero che il Clave possa intraprendere una guerra contro i Vampiri?"
"Il Clave non aspetta altro. Ha sempre cercato un motivo per incastrare i Nascosti e Katia adesso glielo sta offrendo su un piatto d'argento."
Dietro ad un angolo trovarono una porta con una scritta in latino che campeggiava al di sopra a caratteri cubitali: 'Pulvera et umbra simus'.
"Incoraggiante." mormorò Raphael alle spalle di Astrea, che si fece coraggio e tirò fuori dalla giacca lo stilo. Premette la punta sulla superficie di legno e tracciò una runa di apertura, pochi attimi e la porta si aprì con un sordo clangore. Non appena furono dentro all'Istituto una donna corse verso di loro guardandola spaventata. Raphael spostò Astrea dietro di sè e alzò le mani quando la figura della donna era a pochi passi da loro.
"Maryse, puoi stare tranquilla. Siamo qui per..."
"Alma, sei tu?" sussurrò Maryse avvicinandosi per accarezzare la guancia di Astrea.
"Signora, io sono Astrea Monteverde. Sono la figlia di Alma."
 
 
 
Dopo lo shock iniziale e due bicchiere d'acqua, Maryse si era ripresa. Aveva conosciuto Alma a Lisbona e aveva preso parte alle nozze della sua amica con Carlos Monteverde; Astrea era incredibilmente simile a sua madre e per un attimo si era illusa che Alma fosse ancora viva. Ora erano riuniti nella Biblioteca e Raphael era chino su un documento che attestava l'appoggio del DuMort agli Shadowhunters, il Vampiro ebbe qualche dubbio ma poi ricordò a se stesso che doveva farlo per forza. Molto probabilmente lo fece soprattutto perchè Astrea glielo aveva chiesto. Max e Rafe giocavano a pochi metri da loro, per fortuna non avevano compreso la tragicità della situazione.
"Ora che avete intenzione di fare?" chiese Maryse dalla sua poltrona in pelle ormai logora. Fu Alec a farsi avanti.
"Dobbiamo trovare Katia e dobbiamo pensare alla svelta un modo per fermarla."
"Raphael, come credi che verranno diffuse le scaglie di rubino?" quella era la voce di Magnus, il quale per molto tempo aveva taciuto e aveva preferito ascoltare per farsi una propria opinione.
"L'unica via per infettare Nephilim, Nascosti e Mondani è l'acqua. Credo che immetteranno le scaglie miscelato al sangue nelle dighe degli acquedotti, è veloce e il risultato è assicurato."
"Non tutti superano lo stato di transizione dopo essere stati trasformati, giusto? Questo significa che molti saranno bloccati per sempre nel limbo." intervenne Astrea, seduta su un banco con i piedi penzoloni e la schiena curva. Il Vampiro annuì.
"Dobbiamo arrivare a Katia prima di domani sera, prima che possa attuare il suo piano. Abbiamo circa dieci ore per localizzarla e per trovare una soluzione." nella determinazione di Astrea Maryse riconobbe sua madre, così pronta all'avventura e propensa al pericolo.
"Magnus potrebbe creare un antidoto nel caso l'infestazione andasse in porto. Io e Astrea cerchiamo un modo per raggiungere Katia. E tu Raphael, torna al DuMort e prova a localizzarla." propose Alec, e tutti accettarono. Maryse accompagnò Magnus nel suo studio dove sarebbe stato più tranquillo e con loro portarono i bambini, Alec si mise alla ricerca di un libro che potesse offrire loro la mappa di Los Angeles, e Astrea condusse Raphael all'uscita adibita ai Nascosti.
"Vi farò sapere se trovo qualcosa." disse il Vampiro e si voltò per andarsene, ma la ragazza gli mise una mano sulla spalla.
"Fai la sentimentale, Nephilim?"
Astrea poggiò le labbra su quelle di Raphael senza pensarci due volte in un bacio lento, pieno e carico di paura e adrenalina. Lui l'attirò a sè e le portò una mano sulla guancia, approfondendo quel contatto. Le loro lingue si cercavano avide, desiderose e sembrava che entrambi volessero restare così per sempre. Astrea fissò gli occhi in quelli del Nascosto e sospirò piano.
"Andrà tutto bene. Te lo prometto, piccolina."
Quel nomignolo fece sorridere la ragazza ma il suo viso tornò di nuovo scuro e increspato dalla tensione.
"Sta attento. Ti prego."
Raphael le lasciò un bacio veloce sulla fronte e sparì inghiottito nelle tenebre della notte.
 
 
 
"Ho trovato qualcosa!" esclamò Alec.
Erano almeno tre ore che consultavano tomi e volumi di ogni colore e dimensione; erano alla quarta tazza di caffè. Lightwood le spinse il libro sotto al naso e col dito le indicò un puntino cerchiato di rosso.
"Sarebbe?"
"E' un edificio abbandonato di Los Angeles, in estrema periferia. Leggendo la descrizione ho scoperto che nell'800 era stata eretta una serie di dighe che direzionavano l'acqua in tutta l'America e in Messico attraverso condotti sotterranei. Venti anni fa sono state abbattute perchè inagibili."
"E' il posto perfetto da cui far propagare una parte delle scaglie." convenne Astrea mentre i suoi occhi studiavano attentamente le immagini.
"Katia sarà qui domani notte e noi le tenderemo una trappola."
"Alec, come la uccidiamo?"
Alec si sedette di fronte a lei e prese a tamburellare le dita sul tavolo.
"Non la uccideremo, la consegneremo al Clave per un regolare processo."
Astrea si alzò con un furia impressionante a quelle parole. Un processo? No, a Katia serviva una bella lezione e non una semplice prigionia.
"Se credi che la consegnerò al Clave, ti sbagli. La ucciderò con le mie mani e pagherà per tutto quello che ha fatto a Thomas."
"Astrea, la vendetta non è mai una soluzione!"
"Non è vendetta. E' giustizia."
 
 
Salve a tutti! :)
Astrea è combattuta tra Thomas e Raphael, il passato e il presente.
Come finirà? Riuscirà ad accettare la devozione al male del suo parabatai?
Lasciate una recensione e fatemelo sapere.
Alla prossima.
Un bacio!
 
Ps. Perdonate eventuali errori di battitura.

 
  
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