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Autore: _ Arya _    15/08/2016    6 recensioni
Killian Jones è un famoso scrittore di gialli in crisi, e dopo l'insuccesso dei suoi ultimi romanzi decide di trasferirsi a New York, in un appartamento dell'Upper East Side di Manatthan, per trarre nuova ispirazione.
La sua vicina di casa è Emma Swan, giovane investigatrice privata molto in gamba, e potrebbe proprio fare a caso suo.
Riuscirà a convincere la ragazza ad essere la sua nuova fonte d'ispirazione?
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[Dal Prologo]
-Oh non ti preoccupare, tesoro. E poi, questo piccolo incidente è davvero valso la pena... la visuale non è affatto male- continuò a sorridere, stavolta malizioso, accennando al mio fondoschiena.
Sentii le guance andarmi a fuoco, ed ebbi l'irrefrenabile impulso di lanciargli in testa tutto il contenuto del secchio! Come si permetteva di fare un'affermazione del genere come se niente fosse?!
-Sei un maniaco! Ritiro le scuse, la pennellata è stata pure troppo poco!
-Oh scusa, non pensavo fossi una persona timida...- fece poggiandosi contro la porta della sua nuova casa, e incrociò le braccia per continuare a guardarmi con fare provocatorio.
-Non sono timida! Tu però sei un pervertito! Sei appena arrivato e già mi stai antipatico! Complimenti, hai segnato un record!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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New Beginnings: this is what I want










KILLIAN POV

Emma mi lasciò per l'ennesima volta senza parole, quando mi raggiunse in salotto pronta per uscire. Aveva indossato l'abito che le avevano regalato i suoi genitori e le stava davvero d'incanto. Era piuttosto sobrio, bianco e corto, se non per lo strato superiore di pizzo fiorato e la fine cintura marrone che le segnava la vita. Lei non aveva bisogno di vestiti scintillanti per essere ancora più bella di quanto non fosse già, e neanche di trucco. Aveva solamente un filo di matita che accentuava i suoi occhioni verdi e un rossetto color pesca sulle labbra morbide e da baciare.
-Swan, sei... un incanto. Nessuno mi guarderà con te attorno...
-Non dire sciocchezze... comunque grazie- sorrise, poggiandomi un leggero bacio sulle labbra; -Anche tu sei molto bello... ed elegante.
-Lo so.- ammiccai, facendole sfuggire una flebile quanto melodiosa risata -Però la cravatta non mi avrà mai.
-No, hai ragione. Stai molto meglio così...- annuì, e la guardai slacciarmi i due bottoni della camicia più in alto -Così ancora meglio.
-Se lo dice lei, madame. Andiamo?
-Andiamo. E non essere nervoso, andrai alla grande.
-Ora che tutti sanno che sei mia lo sono di meno, tranquilla.- scherzai, prendendole la mano per condurla fuori dall'appartamento.
Il giorno prima era uscita su internet una foto di noi due che ci baciavamo sul balcone e come avevo immaginato, in men che non si dica, aveva fatto il giro del web. La ragazza mi aveva aiutato a scrivere un piccolo post sui social, breve ma efficace. Non perché avessi bisogno di giustificarmi, ma tanto per mettere a tacere le voci e semplicemente confermare la realtà.
-No... non può essere...- esordì Emma, non appena fummo fuori dal portone. Ad attenderci davanti casa c'era una grande limousine nera. Non le avevo rivelato quel dettaglio, avevo voluto che fosse una sorpresa e, a giudicare dalla sua mandibola cadente, avevo avuto successo.
-Mai stata in una limousine?
-No! Oh mio dio! Dovevi dirmelo!
-E perdermi questa faccia? Neanche per sogno, Swan!- risi, mentre la sua mandibola scese ancora di qualche centimetro quando l'autista uscì dall'auto per aprirci la portiera dietro.
Borbottò un leggero grazie mentre si infilava in auto stordita, e io la imitai. Al posto dei sedili ce n'era solamente uno lungo e grigio e di fronte a noi un tavolino con dei pasticcini, due bicchieri di cristallo e una bottiglia di champagne dall'aspetto molto costoso. Non era la mia volta in limousine, ma non avevo mai avuto nessuno di speciale con cui condividere il breve quanto intenso viaggio.
-Possiamo andare- dissi all'autista abbassando la tendina -Scusi il ritardo...
-Non si preoccupi signor Jones, 5 minuti di ritardo non sono niente per uno che guida limousine e porta in giro personaggi famosi tutti i giorni, mi creda...- scherzò mentre metteva in moto. Io ed Emma ridemmo, non aveva tutti i torti: doveva essere una vera tortura aspettare certe star.
Non appena partimmo, non persi tempo ed aprii la bottiglia per versare lo champagne nei bicchieri: sarebbe stato un vero spreco non assaggiarlo!
-Beh Swan, che dici... brindiamo? A noi.
-No. A te. È il tuo giorno, Killian... quindi ora brinderemo a te e al successo del tuo lavoro!
Accettai con un sorriso senza obiettare, e facemmo incontrare i due bicchieri per poi mandare giù un sorso della bevanda. Era uno degli champagne più buoni che avessi mai assaggiato, proprio come avevo sospettato.
-Però senza di te non ce l'avrei mai fatta, sai...- le ricordai, sfiorandole la guancia con un dito. Lei sorrise e scosse la testa, per poi stamparmi un piccolo bacio.
-Non è vero...
-E' vero. Non avevo idee, non avevo ispirazione... tu mi hai dato tutto questo, e l'amore.
-Ti prego... basta o mi fai sciogliere quel poco trucco che ho...- sussurrò commossa, sbattendo le palpebre e facendosi aria con le mani. Era buffa quanto adorabile e l'avrei stretta forte se non per il fatto che avrei rischiato di farle rovesciare il bicchiere di champagne ancora mezzo pieno.
-Anche tu mi hai cambiata radicalmente, Killian. In positivo. Ma non parliamone ora perché non è il momento migliore per metterci a piangere. Ti aspetta qualche centinaio di libri da firmare!
-Con la mia assistente sexy sarà tutto più semplice!- ammiccai per alleggerire nuovamente l'atmosfera e la ragazza si mise a ridere. Tuttavia mi avrebbe davvero fatto da assistente, ne avevo discusso col mio agente e l'avevo convinto. Nulla di impegnativo, ma abbastanza stancante e giustamente sarebbe anche stata pagata, nonostante si fosse offerta di farlo gratis. Era vero, quello non era il mio tour promozionale, non era nulla di nuovo... ma per la prima volta, a sostenermi avrei avuto la donna della mia vita. Sarebbe stato bello.
-Ci siamo Swan... guarda.
La bionda si voltò sorpresa, rimanendo nuovamente a bocca aperta. La fila usciva dalla porta della libreria e occupava tutta la strada, svoltando perfino dietro l'angolo. Dovevano esserci almeno un migliaio di persone e non osavo immaginare come avrei fatto a firmare una copia a tutti. Non avevo neanche un'altra mano con cui sostituire la prima, in caso fosse andata in cancrena. In camerino però mi avrebbe aiutato a mettere l'uncino, che alla fine mi aveva convinto ad indossare: se fosse andata male, avrei fatto dei segnetti con quello. Ruby, Liam e i suoi genitori ci aspettavano dentro, come mi aveva scritto poco fa mio fratello, mentre gli altri nostri amici avevano trovato postazione al piano superiore e per il momento avrebbero guardato da lì.
-Pronto, Capitano?- sussurrò, quando l'auto si fermò all'ingresso anteriore, dove non mancava un gruppetto di almeno una cinquantina di ragazzi e ragazze.
-Prontissimo, dolcezza. Se dovessi stancarti in qualsiasi momento, dimmelo, ok?
-Tu devi dire a me se sei stanco, non ti sei ancora completamente rimesso, ricordi?
-Sto alla grande, tranquilla... andiamo. Pronta a finire su tutte le copertine?
-Esagerato!- fece con una linguaccia, prima di darmi un bacio e uscire dall'auto.
Io la seguii a ruota e ringraziai il cielo che ci fossero i due grossi bodyguard a farci da scudo. Quasi mi ero scordato delle urla e delle folle di fan che spingevano per avvicinarsi, nonostante fossero passati meno di due anni dall'ultima volta. Presi Emma sottobraccio per essere più tranquillo e accertarmi che fosse vicino a me, poi rivolsi la mia attenzione ai ragazzi, salutando e prendendo più mani possibili. Qualcuno cerco di porgermi dei libri, ma non potei fare altro che scusarmi dato che, pur volendo, non avrei avuto modo di autografarli ora.
-Ragazzi, a tra poco! Scusatemi ma non ho modo adesso!
Qualcuno urlò “Sei bellissimo”, altri urlarono dei complimenti riguardo il libro, e altri ancora il nome di Emma. Poi non sentii più niente, perché con l'aiuto dei due uomini riuscimmo a raggiungere l'interno della libreria – la parte anteriore chiusa al pubblico, dove ci aspettavano tre persone dello staff ed un paio di ragazze.
-Stai bene Emma?- mi rivolsi prima a lei. Eravamo stati piuttosto schiacciati e non mi sarei mai perdonato se si fosse sentita male, dato che in quei giorni non era al massimo della forma.
-Wow. Sisi, sto benissimo. Solo... wow- boccheggiò -Sapevo avessi tanti fan, ci siamo fermati spesso in giro per foto e autografi ma... così tanti e così... beh!
Scoppiai a ridere e la baciai sulla fronte stringendola leggermente a me: era genuinamente sorpresa, e le rare volte in cui lo era, diventava ancora più tenera.
-Ciao Killian! È un piacere averti di nuovo qui- esordì il paffuto proprietario della libreria, porgendomi la mano che strinsi.
-Ed è un vero piacere avere anche la tua musa!- sorrise ad Emma, e strinse la mano anche a lei. Era un tipo simpatico, mi era sempre piaciuto. Ogni tanto l'avevo incontrato anche passando semplicemente di lì a comprare qualche libro.
-Per me è un piacere, Wilson! Vedo che sei pieno, oggi.
-Assolutamente! Un'ora dopo l'apertura i 1000 pass erano già finiti. Ma ho venduto altre 2000 copie e passa... stai andando forte questa volta!
-Meno male! Negli ultimi anni ho fatto decisamente schifo...
-Non erano brutti romanzi. Ma non erano... i tuoi soliti, diciamo. Auguri comunque! Ho saputo dalle mie figlie- fece accennando alle due giovani, che immediatamente arrossirono con dei sorrisetti -che stai con questa incantevole signorina!
-Già, credo che questo sia il mio anno fortunato...- confermai, sorridendo nel vedere la mia fidanzata arrossire e abbassare lo sguardo. Era raro trovarla così timida e senza parole e avrei goduto appieno di quei momenti... chissà quando si sarebbero ripetuti.
Dopo i convenevoli firmai le copie delle ragazze e feci delle foto con loro, poi una insieme a tutto lo staff. Infine ci accompagnarono nella saletta che fungeva da camerino, dove ci aspettavano Liam, Ruby, Ester, i genitori di Emma e Will. Notai immediatamente gli occhi della donna illuminarsi nel vedere la figlia nel vestito che lei stessa le aveva regalato solo il giorno prima. Era una brava persona, alla fine, così come lo era James: avevano fatto del loro meglio per tenere al sicuro i propri figli, e nonostante alcuni errori dell'ultimo periodo, ce l'avevano fatta. Ero dell'idea che non fosse mai troppo tardi per rimediare ai propri sbagli e in loro leggevo una grande forza di volontà.
-Guarda qua, il nostro Killian tutto elegante... brava Emma!- commentò Liam, e dovetti dargliene atto. Fosse stato per me mi sarei messo un paio di jeans e una maglietta qualsiasi. Certo, non era riuscita a farmi rinunciare alla mia giacca di pelle, ma ne aveva scelta una elegante che si intonasse con la camicia e i pantaloni di cotone.


EMMA POV

Era bello vedere tutti così fieri di Killian, mentre lo abbracciavano o si congratulavano uno alla volta. Aveva un enorme talento il mio fidanzato e mi piaceva che il mondo se ne rendesse conto; poco mi importava delle telecamere indiscrete e di tutto il resto. Se lui era pronto a rischiare la pelle tutti i giorni per lavorare con me, io potevo benissimo sopportare qualche flash e qualche domanda imbarazzante.
Tuttavia, nonostante quella fosse la sua giornata, cinque minuti alla mia famiglia avrei potuto dedicarli, sapevo che lui lo voleva e non l'avrei deluso.
Mi avvicinai quindi ai miei che dopo aver fatto i complimenti all'uomo si erano messi da parte ed esordii con un piccolo “ciao”.
-Ciao tesoro... grazie per averci invitati. E... stai benissimo col vestito che ti ha scelto tua madre.
-Grazie. La taglia è giusta, avete scelto bene...- scossi le spalle, accennando un sorriso. Cosa dovevo fare? Non volevo abbracciarli, ma neanche rimanere ferma come una stupida e lasciare che calasse di nuovo quel silenzio imbarazzante e poco piacevole... dopotutto era un giorno di festa.
-Io e Killian ci sposiamo.
Non seppi dire cosa scattò in me e probabilmente non l'avrei mai capito. Non avevo condiviso quella notizia ancora con nessuno, e per qualche ragione avevo deciso di farlo proprio con loro. Così, senza motivo. Avevo lasciato che mi scappasse e basta.
-Che... cosa?- fece James per primo, mentre mia madre continuò a guardarmi a bocca aperta e con gli occhi spalancati per lo stupore. Avevo esagerato, ora me ne rendevo conto, ma ormai era troppo tardi. Il danno era fatto, avevo rivelato uno dei passi più grandi della mia vita alle persone che mi avevano messo al mondo per poi lasciarmi sola condannandomi a una vita di solitudine. Non avevo mai creduto allo stupido detto “Al cuore non si comanda”, eppure un fondo di verità doveva esserci, a questo punto. La mia parte razionale non avrebbe fatto uscire questa notizia tanto facilmente, ma quella emotiva... l'aveva fatto. Perché ora avevo dei genitori.
-Non parliamone ora...- li pregai, cercando di tagliar corto per non farmi sopraffare dalle emozioni -Non lo sa nessuno, a parte noi, per adesso... quindi...
-Siamo... siamo i primi a saperlo?- riuscì a pronunciare alla fine Ginni, il cui viso non aveva abbandonato la sua espressione di sorpresa.
Io annuii, e allungai una mano per stringere la sua. Volevo piangere. Volevo piangere di dolore, volevo piangere di gioia, volevo piangere per un mix malato di emozioni che si erano fuse e mi stavano mandando in tilt.
Avevo dei genitori.
Mi avevano abbandonata.
Eppure erano tornati.
Dopo avermi fatto passare un'infanzia che non avrei augurato al mio peggior nemico.
Eppure, avevo dei genitori che mi avrebbero accompagnata all'altare e niente riusciva a far smettere di rimbombare nella mia testa questa consapevolezza.
-Swan... sei pronta?
-Killian!
Mi aveva colto alla sprovvista, eppure non ci misi che pochi secondi a voltarmi verso di lui e stringerlo forte per perdermi nelle sue labbra che mi restituirono la forza e l'ossigeno. Lo baciai con passione, fregandomene totalmente degli spettatori che avevamo intorno. Ancora una volta, inconsapevolmente, era arrivato nel momento in cui avevo sentito forte il bisogno del suo sostegno.
-Wow... questo cos'era?- fece perplesso, restando aggrappato ai miei fianchi quando ci separammo.
Io sorrisi, e gli regalai un altro piccolo bacio a stampo, stavolta con tenerezza.
-Il mio “in bocca al lupo”, cosa sennò!- ammiccai, lasciandolo piuttosto divertito -Sono pronta, sì. Sicuro di volermi con te? È il tuo giorno.
-Questo giorno non sarebbe mai arrivato se non fosse per te, Emma. Certo che ti voglio.
L'avrei baciato ancora una volta, ma dato che non era il momento mi limitai a mettergli l'uncino sotto il suo sguardo attento, per poi afferrargli forte la mano e lasciarmi condurre sul palchetto che avevano allestito per il firmacopie.
E allora, entrai davvero nel suo mondo. Un mondo fatto di applausi, grida, cartelloni colorati e perfino lacrime. Ma soprattutto, un mondo fatto d'amore. Perché ogni singola persona che componeva quell'enorme folla, era lì per lui.
Alle transenne poste davanti agli scalini c'erano i due bodyguard che ci avevano scortati dentro insieme ad altri due, e non ero neanche certa sarebbero bastati se davvero tutti si fossero messi a spingere. Ogni lato della Barnes&Nobles era invaso da gente, tanto che rinunciai subito a cercare di individuare i nostri amici.
-Allora ragazzi, siete pronti ad incontrare Killian Jones, uno degli scrittori più promettenti dell'ultimo ventennio?- li incitò il proprietario del posto, e un grande “SI” si levò in coro, mentre i flash continuavano ad accecarmi ogni due secondi. Avrei voluto arretrare, perché non mi sembrava quasi giusto apparire lì accanto alla vera star della giornata. C'era perfino un fotografo del New York Times e altri di diverse note riviste e giornali. Al minimo accenno di scivolare dalla sua presa, però, Killian rafforzava la stretta sulla mia mano, impedendomi di allontanarmi.
-Rimanete in fila, avrete tutti la vostra copia autografata. Tra dieci minuti inizieremo e farvi passare uno alla volta... non spingete perché se qualcuno si fa male saremo costretti ad annullare tutto!
Mentre l'uomo continuava a parlare col pubblico, i fotografi si avvicinarono con la richiesta di metterci in posa per poter scattare foto per le copertine. Non vedevo davvero perché dovessi comparire anch'io, ma ero così stordita che non potei fare altro che lasciarmi stringere da lui e sorridere: speravo solamente avrebbero utilizzato photoshop prima di pubblicare qualsiasi cosa, anche se sarebbe stato difficile mascherare la mia espressione da ebete.
-Jones, sa che dalla mezzanotte a mezzogiorno ha venduto oltre 500.000 copie? È il suo record personale, cosa ne pensa?
-Che? Sul serio? Non lo sapevo, no... forse il mio editore ma non tocco il telefono da stamattina... cosa ne penso... beh, posso solo ringraziare tutti per la fiducia. Spero solo che sia ripagata e che domani non facciano la fila per chiedere un rimborso- scherzò con una risata.
-A cosa pensa di dovere questo successo, principalmente?
-Questa è facile. È merito della ragazza che vedete al mio fianco- sorrise voltandosi verso di me, ed io avvampai, colta alla sprovvista.
-Ieri ha confermato di avere una relazione con lei.
-Sì. Sono fidanzato con la migliore detective di New York, che posso dire? Sono un uomo fortunato...
Gli porsero qualche altra domanda sul romanzo, ed io rimasi lì ad osservarlo e ascoltarlo. Era molto sciolto davanti alle telecamere, mi sorprendeva vederlo così. Certo, da anni era abituato al successo, ma considerato quanto fosse difficile convincerlo anche solo a fare un video per i fan...
-Soltanto una piccola indiscrezione... Emma, può regalarci un piccolo aneddoto sul suo lavoro con Killian?
-Eh? Io?
Ok. Era una perfetta idiota, o almeno così dovevo apparire ai loro occhi. Ma chi si aspettava che avrebbero deciso di farmi una domanda? Killian rise piano, ma con uno sguardo mi fece capire che non ero costretta a parlare se non volevo. E allora, sorrisi anch'io. Potevo farlo, se lui poteva rischiare la vita per me. In più, era una bella domanda a cui sapevo dare una risposta.
-Sono successe tante cose. La verità è che Killian e io lavoriamo molto bene insieme, ci divertiamo. Il primo ricordo che ho, però, è del nostro primo caso più pericoloso... Non solo si è messo a correre dietro due trafficanti di droga armati perché io ero scivolata. Quando uno di loro ha sparato nella mia direzione non ha esitato un attimo a gettarsi su di me. Non solo mi ha salvata, ma ha rischiato lui stesso di finire male. Avevo lavorato da sola per molto tempo, quindi è stato un gesto che... mi ha fatta stare bene. Anche se poi gli ho fatto una lavata di testa, perché ha davvero rischiato di farsi ammazzare!
-Wow, è davvero notevole! Grazie mille!
-Ora devo rubarvelo, mi spiace. Chi ha prenotato le interviste per stasera, può tornare per le 19.30 e vi sarà messa a disposizione una sala apposita.
Il proprietario ci salvò da fotografi e i giornalist, fortunatamente: era arrivato il momento dei fan. Tirai un sospiro di sollievo, seguendo Killian al tavolino che avevano allestito per lui. Approfittai del viavai per stampargli un piccolo bacio veloce senza attirare l'attenzione.
-Grazie Em. Avresti potuto raccontare di tutto...
-Sì, lo so... ma non oggi.- sorrisi, dandogli una pacca sulla spalla prima di spostarmi di lato per poter gestire la fila. Feci dunque un cenno ai bodyguard, che aprirono le transenne per far passare le prime cinque ragazze in fila.
-Ciao Emma! Che bello che sei qui anche tu!- esordì la prima con un sorriso, mentre con un pennarello facevo velocemente un segno sul suo pass -Dopo posso fare anche una foto con te?
-Oh... se si riesce certo. Ora vai però o blocchiamo la fila e ci uccideranno!- le feci l'occhiolino, mentre quella mi ringraziava emozionata per poi avanzare verso Killian.
-Ehi! Chi abbiamo qui? Ciao tesoro! Passa pure con la tua mamma!- sorrisi, facendo cenno alla ragazza accanto a lei che ricambiò il sorriso. Alle due successive segnai il pass quasi senza guardarle, perché non resistetti alla tentazione di osservare Killian con la bellissima bambina bionda dagli occhi azzurri, che non doveva avere più di cinque anni. Le firmò il libro accarezzandole la testa a chiedendole il nome, poi la prese direttamente in braccio per lasciare che scattassero la foto, mentre lei gli baciava la guancia.
Fu in quel momento che realizzai che non solo avevo accettato l'idea di diventare mamma, prima o poi. Io volevo diventare la mamma dei suoi figli. Lo volevo davvero.

 

***


Dire che fossimo esausti non sarebbe stato abbastanza, ma eravamo anche felici, soprattutto Killian. Era stato a firmare autografi dalle 15 alle 19, con una breve pausa dopo due ore per un caffè e un muffin. Anche il suo agente era stato molto carino da offrirsi di prendere il mio posto per farmi riposare, ma avevo declinato. Era stato abbastanza stancante stare quattro ore in piedi a scarabocchiare segni col pennarello, ma avevo conosciuto molte belle persone. Tutti i ragazzi e le ragazze erano stati molto gentili con me e, quando possibile, avevo lasciato che si scattassero delle foto anche con me. Cosa se ne facessero continuava a rimanere un mistero, ma non mi pesava e li rendeva felici, quindi perché no? Con qualcuno ero anche riuscita a scambiare due parole, compresa una ragazza di Città del Messico che aveva fatto un lunghissimo viaggio in pullman di due giorni, soltanto per riuscire ad incontrare per la prima volta il suo scrittore preferito. Era stato dolce vederla quasi in lacrime per l'emozione, tanto che per poco non mi ero commossa anch'io.
Adesso ci stavamo godendo una cena al The View, in piena Times Square, con una splendida vista dall'alto di 46 piani. Dato che era la casa editrice ad offrire, avevo cercato di guardare i prezzi il meno possibile, limitandomi ad ordinare ciò che mi ispirava. Era molto bello anche il clima: un lungo tavolo in una sala che avevano chiuso solo per noi, e c'erano tutti i nostri amici. La sorpresa più grande era stato l'arrivo di Mulan, invitata a sorpresa da Will.
-Esco un attimo in terrazza a prendere aria... ok?- borbottai, prima di alzarmi in piedi ed evitare con tutte le mie forze di stiracchiarmi. Certo, c'era un separé tra noi e gli altri ospiti del ristorante, ma sarebbe comunque stato poco elegante.
-Ti senti bene?
-Sì, Killian. Sono solo piena, ho mangiato come un bue...
-Ti avevo detto di prendere il pesce invece della carne.
-Scusa Mr. Io Sono il Top e Mangio Aragosta, ma io avevo voglia di una bistecca.
-Certo. Considerato che hai mangiato un terzo della mia aragosta, però...
-Zitto e vieni con me prima del dolce, se ti va.
Quello scosse la testa divertito ma si alzò, attirando l'attenzione di tutti dato che fece parecchio chiasso nello spingere indietro la sedia.
-Tutto a posto voi due?- fece Will sorpreso.
-Usciamo cinque minuti in terrazza. Porta la tua ragazza e possiamo uscire a pomiciare in coppia!- scherzò Killian con un ghigno, e il ragazzo arrossì tra le risate generali, a parte quelle della diretta interessata che si limitò a lanciare un'occhiataccia al mio uomo.
-Non ho mai detto che sei tu, tesoro. Se hai la coda di paglia...
-Idiota. Non ti faccio del male solo perché è il tuo giorno e Emma non me lo perdonerebbe.
-Va bene, basta bambini!- mi misi in mezzo, e tirai Killian per una mano prima che la situazione degenerasse. Avevo letto una battutina pronta sulle sue labbra, ma non mi sembrava il caso di fare scenate con i miei genitori, sua zia e Ingrid e la sua fidanzata di mezzo.
L'aria fredda della sera che ci colpì non appena uscimmo sul terrazzo, non mi dispiacque affatto. Tuttavia non protestai quando Killian mi strinse a sé, ad un suo abbraccio non avrei detto di no neanche nei giorni più caldi di agosto.
-Hai le occhiaie splendore. Se sei stanca possiamo portare il dolce a casa...
-Le hai anche tu. E no, non voglio andarmene. È una bella serata...
E lo era davvero. C'erano tutti i nostri amici e parenti, compagnia migliore non avrei mai potuto desiderarla. Ovviamente non mancavano Ester, Liam e Ruby, oltre ai miei, Will e Mulan. Però, ovviamente, avevamo invitato anche Regina con Robin e Henry, Graham, Mary Margaret e David e la famiglia di Ingrid. Eravamo 20 persone, in pratica. Da quando avevo così tanti amici? Era sorprendente.
-Beh, domani possiamo dormire. Si parte di sera...
Annuii. Avevo già fatto le valigie ed ero emozionata all'idea di partire in tour con lui. La prima tappa sarebbe stata Los Angeles, dove saremmo rimasti due giorni e avremmo così avuto la possibilità di trascorrerne almeno uno in spiaggia. In più, avrei finalmente conosciuto i suoi parenti che abitavano in California e visitato la sua casa, in cui avremmo trascorso le vacanze estive. Era un irresponsabile a non venderla se la utilizzava sì e no un paio di mesi all'anno, ma non potevo dire di esserne dispiaciuta, alla fine.
-Mhm.
-Vuoi rimanere? Sai... per passare del tempo coi tuoi?
-Cosa?- era serio? Pensava davvero che preferissi rimanere per dedicare del tempo ai miei genitori piuttosto che andare con lui? Io avevo aspettato 25 anni e mezzo, loro potevano benissimo aspettare un paio di settimane.
-No, Killian- continuai, fermandolo nel momento in cui aprì bocca -Non voglio rimanere. Pensavo di aver messo le cose in chiaro.
-Sì... sì. Hai ragione, scusa. È che... niente. Sarà bello averti con me.
-Hai sempre viaggiato solo?
-Sì. Di solito avevo la metà delle date, certo, ma... viaggiare ogni giorno e rimanere solo in camera d'hotel era piuttosto triste.
-Da solo, come no...- lo stuzzicai, sapendo bene quali erano state le sue abitudini fino a qualche mese fa. Era strano non si fosse beccato qualche malattia venerea.
-Che tu ci creda o no, Swan, niente sesso quando ero in tour.
-E chi ti dice che ora ne farai?
-Non sei simpatica...- scosse la testa contrariato, prima di afferrarmi i fianchi e gettarsi sulle mie labbra per convincermi a non privarlo dei piaceri del viaggiare con la propria fidanzata. Io non provai neanche a resistergli, e ricambiai la stretta, così come il bacio. Nonostante la stanchezza, ero certa che neanche quella sera stessa ci saremmo limitati a metterci a letto e dormire. E poi, non potevo non concedergli una degna chiusura per il suo grande giorno.
Però, non era ancora il momento.
-Rientriamo... vedo che sta arrivando il dessert e non voglio davvero perdermi la mia fetta di cheescake...
-Pensi sempre a mangiare, Emma. Non preferiresti me come dessert?
-Dopo. Ora voglio la mia torta!- ribattei facendogli la linguaccia, e lo aggirai per rientrare col sorriso ancora sulle labbra. Era davvero una splendida serata.
-Non ci avrai fatto sesso...- borbottò Mulan quando le passai a fianco -Quel sorrisone...
-Ah ah! E comunque non sono vestita comoda per una sveltina.- aggiunsi a voce più bassa mentre mi risiedevo e Killian si accomodava accanto a me dall'altro lato.
-E a proposito. Dove andrete domani con Will a iniziare la vostra... gara, o in qualsiasi modo vogliate definire questo primo appuntamento?
-Non è un appuntamento!- borbottò tra i denti, facendomi ridere. Poteva dire quello che voleva, ma non avrei cambiato idea. In fondo era qui perché lui l'aveva invitata... e ancor prima della loro uscita. Lei, dal canto suo, aveva accettato. Certo, l'aveva fatto anche perché potessimo rivederci, però... qualcosa sarebbe nato, me lo sentivo. Tuttavia decisi di non ribattere, e aiutai mia madre a tagliare la torta e riempire i piatti di tutti.
-Ahia!
Stupida, stupida, stupida. Quanto potevo essere stupida? Nell'allungarmi oltre Killian per porgere il piatto a Ruby non avevo fatto attenzione ed avevo finito per graffiarmi con l'uncino.
-Emma! Stai bene?
-Fammi vedere, ti sei fatta male?
Non seppi dire chi tra Killian e mio padre reagì più in fretta, ma in men che non si dica mi ritrovai entrambi gli uomini e studiarmi la piccola ferita sull'avambraccio, preoccupati.
-Ehi... è solo un graffio, ragazzi...
-Se il tuo finto pirata mettesse via questi aggeggi pericolosi non avresti neanche questo. Devi disinfettarti, non si sa mai...
-Amico, che problemi hai con me? È da quando ci siamo incontrati che non ti vado a genio.
-Certo, è questo il compito di un padre. E poi per colpa tua mia figlia si è fatta male!- rispose acidamente, mentre mi tamponava con un fazzoletto bagnato che gli aveva porto mia madre. Erano comici sotto un certo punto di vista, ma non era davvero il momento di litigare, soprattutto per una cosa tanto stupida!
-Va bene, basta così!- esclamai quindi -E' uno stupido graffio, non mi sono squarciata il braccio! Ritirate gli artigli così possiamo brindare e mangiare la torta!
Entrambi furono sul punto di ribattere, ma li fulminai con lo sguardo costringendoli a tornare a sedersi. Mi sarei divertita in un altro momento a vedere duellare Capitan Uncino e il Principe Azzurro ed ero certa sarebbe stato divertente... solo non oggi.
-Bene...- sorrisi compiaciuta, prendendo il mio bicchiere e restando in piedi -Vorrei dire due parole, se per voi va bene... se per te va bene, Killian...
-Certo tesoro. Sono tutt'orecchie.- ammiccò, accarezzandomi la mano con un sorriso che fu impossibile non ricambiare.
-Bene... perché ovviamente voglio brindare a te. Non te lo dico molto spesso forse, al contrario di quanto fai tu... ma sono fiera di te. Il tuo lavoro è difficile quanto il mio, io non sarei capace di mettere su carta neanche due frasi di senso compiuto. Sei d'ispirazione a tante persone, me compresa, e questa è una cosa bellissima. Meriti tutto il successo che hai e... sei stato bravo per non esserti montato la testa! Beh, più o meno- aggiunsi, facendo ridacchiare sia lui che qualcuno degli altri presenti -Ma solo oggi sono entrata nel tuo mondo... se fossi stato un divo avrei capito com'è la tua vita molto prima, quindi hai fatto un buon lavoro. E l'hai fatto anche con me. Non solo mi sei stato d'aiuto, ma mi hai aiutata ad avere di nuovo fiducia in me stessa e... nelle persone. Sei riuscito a scalfire e distruggere il muro che mi ero costruita attorno, per non soffrire e per non far soffrire gli altri. Così facendo però, tenevo fuori anche tante emozioni positive... e l'amore. Ora invece posso dire di essere davvero felice e questo lo devo a te, Killian.
Dovetti fare una pausa, perché sentivo gli occhi iniziare a bruciare; anche i suoi, che mi fissavano, erano lucidi, però. Ed erano belli, aperti in uno splendido sorriso.
-So...- tirai su col naso, lasciando che mi stringesse la mano -So che ho detto di voler aspettare per farlo sapere a tutti. Ma non ci riesco, perché voglio davvero tanto che tu sia mio marito, che tu sia la mia famiglia, Killian. Voglio sposarti, voglio avere dei figli anche solo per guardarti tenere in braccio i nostri bambini perché è una delle cose più belle del mondo. Voglio che tu sia il mio futuro. Il lavoro e tutto il resto... tutto passa in secondo piano se ci sei tu, perché ti amo come non sapevo neanche di essere in grado di amare... e...
Prima che scoppiassi in lacrime e singhiozzi l'uomo mi salvò, e salto in piedi per stringermi forte e baciarmi tra gli applausi generali. Mi lasciai andare a quel bacio intenso e umido a causa delle nostre lacrime, quanto splendido e perfetto. E, se non avessi avuto un altro regalo che tenevo molto a consegnargli, non mi sarei staccata neanche per mangiare la torta, probabilmente.
-Un'... un'ultima cosa...- sussurrai quindi, scivolando malvolentieri dalla sua stretta per prendere la borsa ed estrarvi una bustina -Tu... ti sei rivelato prezioso per il mio lavoro. In alcune circostanze non ce l'avrei mai fatta senza di te. Volevo farti un regalo, sai, ma non sapevo cosa. Hai tutto e ogni cosa mi sembrava stupida... quindi voglio regalarti l'unica cosa che potrai ricevere solo da me... Detective Jones.
Quando tirò fuori il suo nuovo badge dalla bustina, strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta, proprio come avevo sperato.
La SC Private Investigation era diventata la SJC Private Investigation, e lui non era più il mio consulente. Adesso era ufficialmente il Detective Killian Jones. Eravamo ufficialmente partner, anche su carta. Ci avevano pensato i miei amici della polizia a sistemare tutta la parte burocratica in due giorni, per darmi modo di consegnargli il suo nuovo badge oggi.
-Emma Swan, non esiste donna al mondo che sia meravigliosa quanto te... e ti amo.
-Lo so...- sorrisi divertita, attirandolo verso di me per la camicia -E ti amo anch'io.












 

Angolo dell'autrice;
Ok... sono le 5.20 quindi perdonatemi se ci sono orrori. Ho finito l'ultimo paragrafetto ora e ho cercato di dare una controllata a tutto ma se è rimasto qualche errore scusate, sono fusa... ma ci tenevo a postare in tempo xD
Il capitolo è leggermente più lungo del solito ma credo/spero non sia pesante... Emma è finalmente entrata nel mondo di Killian e invece di lasciarsi prendere dall'ansia, si è integrata così come lui ha sempre fatto con lei. Era il suo grande giorno e ha fatto il possibile per celebrarlo... e lui è rimasto contento.
La parte più difficile da scrivere è stato il discorso finale di Emma. Volevo concludere così, con lei che finalmente si apre completamente e ammette di aver trovato la felicità con lui. Ma siccome non volevo solo cose tenere e sdolcinate... mi sembrava un'idea carina il regalo. Ora sono i Detective Swan-Jones, magari i successori di Snow e Charming, anche se senza FBI xD Emma però è stata chiara, la sua priorità non è il lavoro, ma la sua vita con l'uomo che ama e la famiglia che potrebbero costruire.
Manca solo l'epilogo, quindi. Mi dispiace non aver inserito Will e Mulan di più, ma ci sarà qualcosa nell'epilogo :) Se più avanti farò un sequel non lo so, probabilmente no... ma potrei fare una raccolata di one shot sulla loro nuova vita, vedremo. Ma se anche dovessi farlo, se ne riparlerà tra taaanti mesi... dopo l'epilogo tornerò alle due storie che ho iniziato :)
Grazie mille a tutti quelli che sono ancora qui a leggere dopo 40 capitoli... Non riesco a credere di essere arrivata alla fine, mi mancherà tanto scrivere di questa storia! ç_ç Dopotutto credo sia quasi un anno che ho iniziato... vabbé la smetto e vado a dormire.
Buonanotte e buon Ferragosto a tutti! :)
   
 
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