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Autore: Elena_Elizabeth    15/08/2016    2 recensioni
"Quindi non mi hai mai odiato davvero? Cioè, non hai mai desiderato davvero ignorarmi?" La sua domanda così spontanea mi fa sorridere. Pensava davvero che avrei potuto odiarla? Cioè, non si rendeva conto che nessun essere umano maschio degno di questo nome avrebbe potuto farlo senza un buon motivo?
"Lo trovi divertente?" esclama un po' stizzita.
"Scusami, solo mi chiedevo se davvero pensavi che avrei potuto odiarti... voglio dire, credevo che avessi capito che, anche volendo, non ci sarei riuscito. E ignorarti è stato molto più difficile di quanto tu possa immaginare... e anche di quanto potessi immaginare io stesso quando mi sono prefissato quest'obbiettivo." Lei arrossisce nuovamente. È ancora più bella quando mostra questi sentimenti... ancor di più se so che li mostra per qualcosa che ho detto io.
"Beh allora... immagino che il minimo che io possa fare sia dirti che mi dispiace... per tutto." Sembra che voglia aggiungere altro così la incoraggio a proseguire. "Non abbiamo iniziato di certo con il piede giusto ma... ti va se ricominciamo da zero?"
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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Panchina

 
 
POV Damiano
 
È passata una settimana ormai da quando mi sono ripromesso di ignorarla. Sono abbastanza soddisfatto di me stesso, un po' meno del risultato. Credo che Francesca, se possibile, mi odi ancora di più.  Molte volte, quando la incrocio per i corridoi o in aula e non la degno nemmeno di un saluto, lei mi lancia certe occhiate... sembra che voglia fulminarmi soltanto con uno sguardo! In quei casi mi chiedo se non stia davvero sbagliando tutto. Bisogna dire però che questa cosa non è del tutto negativa, se letta sotto un’altra luce... forse, dopotutto, era abituata alle mie attenzioni e ora che ho smesso di prestarle interesse ne sente la mancanza, mancanza che nasconde dietro sguardi gelidi.
Un altro aspetto negativo non trascurabile è che sto diventando matto per ignorarla. Troppo spesso sento quell'estremo bisogno di lei, e ignorarlo sta diventando sempre più difficile. Non mi era mai successo di trovarmi in questa situazione prima, mi trovo in un terreno sconosciuto sul quale non so proprio come muovermi. Questa sensazione mi destabilizza.
Su questo però mi sta aiutando Davide. Si è rivelato un amico più leale di quanto pensassi. Nonostante l'evidente scetticismo nei confronti della mia decisione, ha accettato il mio piano e mi ha sempre aiutato a distrarmi quando lei era nelle vicinanze, impedendomi di mandare all'aria tutto quanto.
“… e allora le ho detto: ‘Sì ma prof lei non può pretendere che oltre a fare tutti i compiti delle altre materie io mi metta a fare anche il progetto di storia dell’arte su Caravaggio’…” stava dicendo Davide un pomeriggio, in biblioteca. Io lo ascoltavo con la testa appoggiata al braccio, disegnando piccoli schizzi con la matita sul quaderno degli appunti.
“Mmh” gli rispondo con fare assente. Ad un tratto sentiamo un rumore provenire dall’entrata e ci voltiamo. Francesca regge due libri dalla copertina consunta e si dirige subito allo scaffale dei classici russi per riporli al loro posto. Probabilmente si sente osservata, perché subito dopo si gira noncurante nella nostra direzione. Appena ci riconosce la sua espressione rilassata si trasforma in una smorfia di disgusto. Deglutisco. Non riuscirò mai ad abituarmi a quegli sguardi penetranti, tuttavia non posso fare a meno di fissarla e sostenere il suo sguardo.
Davide, fortunatamente, se ne accorge e subito prende in mano la situazione. Appoggia la mano sulla mia spalla, invitandomi a riportare l’attenzione sulla ricerca di filosofia e su tutti gli appunti sparsi sul tavolo.
“Dicevamo, la Dissertazione del 1770 è generalmente considerata il punto di passaggio dal periodo precritico a quello critico…” dice, con la faccia più seria che riesce a fare in quel momento. E direi che ci sta riuscendo perfettamente, se non fosse che la mia vicinanza al suo viso e la nostra reciproca conoscenza mi fa notare il piccolo sorrisino che affiora a sua insaputa sulle labbra dell’improvvisato filosofo.
Mi giro anch’io e lo assecondo, annuendo concentrato anche se non capisco una singola parola di quello che sta blaterando. Riesco a percepire l’espressione sconcertata di Francesca che brucia sulla mia nuca, tuttavia in qualche modo mi costringo a calmarmi e a prestare attenzione al povero Davide.
“… kantiana sta nell’affermare che all’interno del soggetto esistono delle coordinate stabili, nelle quali possiamo inquadrare le nostre sensazioni…” scrivevo senza capire veramente.
Mentre muovo la penna sul foglio, sento i passi di Francesca che si allontana e sbatte la porta. Sobbalziamo sulla sedia, ma non possiamo fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
“Grazie” mormoro rivolto a Davide.
 
 
*****
 
POV Francesca
 
Esco sbattendo la porta, non riesco a stare un minuto di più dentro la stessa stanza in cui si trova anche lui. Adesso mi ha rovinato il pomeriggio, perché ancora una volta… vengo ignorata. Non è possibile! Cosa gli è successo? Prima me lo ritrovo sempre tra i piedi, poi cerca di evitarmi! Quel ragazzo proprio non lo capisco! Quello che però non mi so spiegare è… perché mi importa così tanto di lui? Perché ora che il mio desiderio di non averlo più sempre addosso si è avverato sento come un macigno sul cuore? E perché ogni volta che mi ignora mi sento frustrata e delusa?
Insomma, io lo odio! Ma se lo odiassi davvero, non dovrei provare questo genere di sentimenti per lui, no? Provo una rabbia crescente nel non riuscire a decifrare le emozioni che provo… vorrei davvero detestarlo, ma temo di non esserne più capace, non come all’inizio almeno.
Solo lui è capace di suscitare in me questi sentimenti, e forse è per questo che lo detesto… o lo detestavo. Non lo so più, non sono più sicura di niente.
Mentre rifletto mi incammino verso la classe. Non so cosa fare… come dovrei agire in questo caso? Dovrei essere io ad andare da lui? In effetti, non sono stata così gentile con lui da quando è arrivato. Lui, invece, nonostante l’atteggiamento superbo e arrogante, non mi ha mai trattata male. E non ha senso portare avanti questa sensazione strana. Mi sento come in bilico…
Così mi decido. Andrò a parlargli.
 
 
*****
 
Sta passando davanti alla segreteria con Davide.  Avrei preferito evitare di dover parlare anche di fronte a lui. Non gli ho più rivolto la parola da quando ci siamo lasciati. Ma non posso più aspettare… Devo risolvere la questione al più presto o mi farà impazzire!
Mi avvio.
“Damiano!” Ormai non posso più tornare indietro. Lui si gira verso di me. Sul suo volto è dipinta un’espressione di immenso stupore. In effetti, è la prima volta che gli rivolgo la parola di mia spontanea volontà.
“Francesca?” Mi risponde perplesso, quasi come se non sapesse se quella che aveva davanti ero davvero io o un’allucinazione. Non mi ero mai accorta di quanto lui, invece, desiderasse avere un contatto con me nonostante lui me l’avesse dimostrato più volte. Mi sento un po’ in colpa.
“Io… possiamo parlare?” chiedo un po’ imbarazzata. “Certo!” Risponde un po’ troppo di getto, come se aspettasse quella richiesta da molto. Ora mi sento uno schifo.
“Ehm… solo noi due?” aggiungo alludendo ovviamente a Davide. “Me ne vado subito” mi risponde il diretto interessato. Credo stia lanciando un’occhiata particolare a Damiano, ma non ho ancora il coraggio e la calma d’animo necessaria per guardarlo in faccia. Del resto, subito dopo, se ne va senza aggiungere altro.
Iniziamo a camminare in cerca di un posto tranquillo in cui poter parlare senza essere ascoltati da orecchie indiscrete. Usciamo in cortile e il posto dove mi dirigo automaticamente è la nostra panchina, quella mia, di Elena e di Greta. In questo momento mi viene in mente di non aver ancora accennato nulla di tutto ciò alle mie amiche… altri pensieri vanno ad accumularsi nella mia mente. Come se non bastasse, un silenzio imbarazzante si crea tra di noi due. E adesso come comincio?
 
 
*****
 
POV Elena
 
Sto passeggiando con Greta nel cortile. Oggi abbiamo passato la ricreazione a cercare Francesca per tutta la scuola, ma non siamo riuscite a trovarla. E questo è molto strano. In effetti ultimamente, e in particolare nell’ultima settimana, lei stessa è stata strana.
“Greta, non trovi che la Fra sia un po’ strana in questi giorni?” chiedo appunto a Greta, in quel momento. Io, lei e Francesca siamo amiche da molti anni, ancora da quando eravamo alle medie, e Francesca e Greta addirittura da quando sono nate. Andare nella stessa scuola, anche se non frequentiamo le stesse classi, ha unito il trio ancora di più, per questo per noi è diventata un’abitudine passare le ricreazioni insieme. Ormai ci conosciamo meglio di chiunque altro e se una di noi si comporta in modo strano lo notiamo subito.
“Si, decisamente! Secondo me centra quel tizio… Damiano! Hai notato come diventa nervosa ogni volta che gli passiamo accanto?”. La sua affermazione mi lascia confusa. Conoscendola, appunto, da molto tempo, vi posso assicurare che Francesca non è mai stata una ragazza astiosa. Anzi, farla arrabbiare è una missione quasi impossibile! Solo con quel ragazzo l’abbiamo vista serbare rancore, fino quasi a raggiungere l’odio.
Il discorso si chiude con un mio cenno affermativo. Continuiamo il nostro giro chiacchierando allegramente. Quando passiamo davanti alla nostra panchina però… ci zittiamo entrambe immediatamente. La scena che ci troviamo davanti ci lascia sbalordite. Francesca è seduta con Damiano e stanno parlando. Sembrano molto assorti e l’espressione di Francesca, al di là di quello che mi sarei potuta aspettare, è la più serena che gli ho visto ultimamente.
Io e Greta ci scambiamo uno sguardo perplesso. Di comune accordo, però, decidiamo di andarcene. Siamo certe che Francesca ci dirà tutto quando si sentirà pronta a farlo.
È un silenzio carico di pensieri quello che si crea tra noi.
Perché Francesca, qualche giorno dopo aver ammesso che odia Damiano, sta parlando con lui? Cosa è cambiato tra loro? E cosa significa l'espressione mista tra incredulità e soddisfazione di lui? E quella pensosa ma serena di lei?
Tutte queste domande mi ronzano in testa prive di una qualsiasi forma di risposta.
Possibile che noi, nonostante fossimo sempre con Francesca, fossimo ignare di ogni suo sentimento?
Sono certa che gli stessi quesiti, in questo momento, tormentano anche Greta. Lo leggo nel suo sguardo che ad occhi estranei può sembrare malinconico, ma che io so benissimo essere soltanto riflessivo.
“Domani ci parleremo e probabilmente ci spiegherà tutto...” esclamo allora convinta. Greta mi guarda poco fiduciosa, ma vedendo il mio sguardo serio annuisce e mi sorride.
“Si, hai ragione. Domani capiremo.”
 

 

Angolo autrici:


Qui Eliza che parla, per Elena è finalmente arrivato il momento di godersi le meritate vacanze in montagna... quindi perdonate se l'aggiornamento non è perfetto come suo solito ;) lei se ne intende più di me! Cooomunque questo è quanto accade ai nostri personaggi, è ancora una breve ma stavolta intensa occhiata alle loro vite. perchè per Francesca è arrivata (forse) una svolta nel suo rapporto con Damiano, e le sue amiche probabilmente inizieranno a darsi da fare per scoprire di più!
P.S. Galeotta fu quella panchina, realmente esistente... se potesse scrivere tutti i segreti che negli anni le persone si sono confidate sedendo su di essa, avrebbe fatto i milioni!
A presto

Lizzie (con il beneplacito di Elly)
   
 
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