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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    17/08/2016    3 recensioni
Elayne O'Connel ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta, e scopre di essere stata scelta come Guardiana della Terza Dimensione, Astrapos, per combattere contro il male.
Perchè Yggdrasil, l'Albero del Mondo, sta morendo, e con lui, anche il sigillo che teneva prigionieri Nidhoggr, la Grande Viverna, sta svanendo.
Solo I Sette Guardiani possono combatterlo, ritrovando l'Aetherna, l'unica anima pura che possa sconfiggere il mostro.
E' però una lotta contro il tempo, perchè, se sarà lui a trovarla, per loro, per tutto il mondo, sarà la fine...
Tratto dal testo:
"Non ho scelto io il destino che mi è stato assegnato.
Mi sono svegliata un mattino, e booommm … la mia vita non era più come prima. Semplicemente, gli dei o chi per loro avevano altri programmi per me, e che mi piacesse o no, dovevo seguire la strada che avevano tracciato.
Seh … se pensavate davvero che gli dei fossero dei santarellini tutto amore e amicizia, mi spiace deludervi ma … non è affatto così. Prendete me, per esempio. Pensate davvero che volessi rischiare le penne per salvare il mondo? Io??? Tre denunce per rissa e sette sospensioni, tutte in scuole diverse … come no."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Watchers Chronicles'
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Capitolo III
Oltre il tempo
 

Non credo ci siano molti modi per descriverlo: Chosmos, il Dio dell’Ordine, era, semplicemente, divino. Era  un energumeno tutto muscoli e tartaruga, fatto di luce e sprizzante scintille di un qualche genere di polverina magica, che sorrideva divertito, di fronte alla mia espressione inebetita.
“Elayne, cara!” disse, sorridendo. La tensione venne spazzata via in un soffio, come non fosse mai esistita: semplicemente, era impossibile provare emozioni negative con lui nei paraggi, era un concentrato di positività all’ennesima potenza.
“Finalmente ci incontriamo! Ho sentito che sei riuscita a sconfiggere una Salamandra, ottimo lavoro! Solitamente, un Guardiano ci mette del tempo per imparare a controllare i propri poteri, ma per fortuna sembra proprio che tu possieda un talento naturale. Comunque, vieni avanti, così posso vedere meglio il tuo destino.” Guardai nervosa l’Oracolo, che annuì, incoraggiandomi. Non sapevo con esattezza cosa fare, ma alla fine mi feci coraggio, e avanzai, incerta.
Il dio mi sollevò letteralmente da terra, facendomi salire sul palmo della sua mano e osservandomi attentamente gli occhi dorati e caldi che sembravano leggermi nell’animo.
Mi guardai attorno, nervosa, mentre ogni singolo ricordo della mia vita, ogni pensiero o azione, veniva messo allo scoperto, finché la divinità, una volta terminato l’esame, sorrise, gentile: “Temi di non essere all’altezza del tuo compito.” constatò infine.
Abbassai il capo, imbarazzata: “Ehm … già. Aspetta un secondo. Quindi è tutto vero? Toccherà a me guidarli?” chiesi, sconvolta.
Se c’era una cosa che volevo assolutamente evitare, era causare la fine del mondo per la mia mancanza di capacità gestionale.
Insomma, bastava guardare la mia scrivania, nei dormitori della Cross Academy, per capire che io, con l’ordine, non ci andavo esattamente a braccetto.
Chosmos sorrise, come percependo i miei pensieri confusi e alquanto sconvolti: “Non serve necessariamente avere delle buone capacità organizzative, per guidare una squadra. Quello che conta veramente è la capacità di comprendere gli altri e di guardare in faccia i propri difetti, senza menzogne o raggiri. Per mandare avanti un team, non si deve essere perfetti, perché nessuno lo è, nemmeno io, la cosa che conta è stabilire un legame con i propri compagni, imparare a fidarsi e sapere cosa significa la sofferenza. Io ho visto in te un immenso potenziale. Certo, per ora sei ancora un diamante grezzo, ben lontano dal risultato finale. Sei piena di incertezze e domande, che verranno adeguatamente soddisfatte a tempo debito, pensi che questa guerra non ti appartenga, e che sia tutto un malinteso. Ma sono certo che, col tempo, diventerai una grande guerriera: hai un animo nobile, lo hai dimostrato fin troppo bene quando hai cercato di difendere il tuo Spirito Magno, contro la Salamandra, e penso che avrai modo di dimostrarlo ancora.”Abbassai il capo, sospirando, poi annuii.
Sembrava strano, e se fosse stato qualcun altro a dirmelo, molto probabilmente non gli avrei nemmeno creduto. Con lui però era diverso, sembrava che qualsiasi cosa dicesse, bastasse per convincere chiunque a confidare in se stesso, perché se lui ci credeva, allora non poteva certo sbagliarsi.
Sorrisi, mentre mi posava a terra, gentile, e diceva: “Molto bene. Ora arriva la parte difficile!”
Lo fissai, sconcertata: “Ehm, e cosa c’è di più difficile che farsi fare il checkin mentale da un essere centenario? Insomma, ora sai tutto di me! Non potrei mentirti nemmeno volendo, sai persino di quella volta che ho truccato i risultati dell’esame, e dello scherzo al ragazzo di mia madre e …”
il dio mi fermò, ridendo divertito: “Tranquilla, non sono intenzionato a spifferare ai quattro venti tutti i dettagli della tua vita!”
Sospirai, sollevata: “Ok, beh, ora mi sento meglio.”
“Non è questo il punto.”, disse Chosmos, tornando serio, “Vedi, ogni Eletto, per guidare la sua squadra, deve passare per questa fase. Vedrai con i tuoi occhi il motivo per cui dovrai lottare, viaggiando nel passato, potrai capire veramente cosa significa essere un Guardiano, e quanto sia grande la minaccia di Nidhoggr, la Grande Viverna. Ora, seguimi, faremo un piccolo salto a spasso per il tempo.”
Non feci in tempo ad annuire, che sentii il mio corpo venire risucchiato, e il buio avvolgermi. Ero sola, attorno a me non c’era nulla, assolutamente nulla. Solo il buio più totale.

Cercai di guardarmi attorno, ma mi resi conto di essere priva di corpo, e, privata dei miei limiti fisici, caddi quasi nel panico.
Tranquilla. È tutto a posto.
La voce di Chosmos mi rimbombò direttamente nel cervello, e subito mi sentii più calma. “Che sta succedendo? Dove siamo esattamente?”
Non si riuscivo a vedere nulla, non c’erano suoni, o odori, e quel vuoto totale iniziava seriamente a mettermi a disagio. Qui siamo dove tutto ebbe inizio. Osserva.
Immerso in quel buio senza fine, un piccolo germoglio di luce fioriva, ai miei piedi, le foglie dorate crescevano a velocità incredibile, fino a trasformarlo in un fuscello, poi in un arbusto, e infine in un alto, possente, albero dalla corteccia bianca come l’avorio e le foglie, coperte di resina, dorate.
Vedi, quello è Ygadrasil. Il Primo Yggdrasil, l’Albero del Mondo. Fu lui a creare le Nove Dimensioni, collegate le une alle altre dai canali di energia prodotti dalla sua linfa vitale, e mantenute in vita dalla sua forza. Guarda, i primi frutti stanno maturando, e con loro, nuovi universi stanno venendo alla luce, proprio in questo momento.
Mi avvicinai, ammagliata, osservando nove grossi frutti rossi che, proprio di fronte ai miei occhi, iniziavano a prendere forma. Riflessa sulla lucida superficie ovale, potevo vedere la Terra prendere le sembianze con cui l'avevo sempre conosciuta, i pianeti stabilirsi nelle loro orbite e le stelle nascere. Altro che Big Bang!
Decisamente, i nostri scienziati erano un po’ fuori strada.
Quella che vedi di fronte a te è Astrapos, la Terza Dimensione. La tua dimensione.
“è … beh, magnifico.” dissi, quasi commossa.
C’era qualcosa di autentico, di profondo, in quel momento.
L’albero sembrava l’essenza stessa della vita, sprigionava armonia da ogni poro, e la sua sola presenza pareva mettermi in pace con me stessa, come se ogni cosa si riducesse a quell’unica, millenaria, entità, e da essa dipendesse ogni cosa.
Esatto. Yggdrasil è il perno attorno al quale ruota tutta la vita, senza di esso nulla ha più valore, nulla ha più senso.
Mi bloccai, mentre una strisciante, pessima, sensazione di minaccia mi percorreva la schiena. Non mi piaceva il tono con cui il dio aveva formulato quelle ultime parole, e quando posi quella domanda, mi resi conto che, la risposta non mi sarebbe piaciuta affatto: “Hai detto che questo fu il Primo Albero del Mondo. Questo significa che ce ne sono altri? Perché?”
Guarda. Subito dopo aver creato le dimensioni, Yggdrasil decise di creare anche dei protettori, che le custodissero e le governassero, anche quando lui si sarebbe addormentato. Ci vogliono molte energie per creare un mondo, e dopo aver compiuto la sua opera, lui andò a dormire, per riprendere le forze.
Osservai ciò che mi aveva indicato, e sussultai. Innumerevoli creature stavano emergendo, proprio in quell’istante, dalle radici dell’albero. E tra esse, oltre a Chosmos, vi era anche lui.
Non vi era alcun dubbio, il grande kishin che stavo osservando, proprio in quell’istante, muovere i suoi primi, incerti passi nell’universo, altri non poteva essere che Sting. “Ma, lui è … come diamine è possibile?”
Il dio parve come sorridere, e proseguì: io e i miei fratelli venimmo creati per proteggere le dimensioni. Quelli che vedi sono i Nove Spiriti Magni, che successivamente divennero i custodi dei portali che conducevano dai vostri universi al Mausoleum. Non è ancora finita, la parte importante arriva ora, osserva: un’altra creatura sta per venire alla luce.
Mi abbassai, fissando incuriosita le radici dell’albero.
Improvvisamente, un’insolita sensazione di pericolo mi travolse, costringendomi a indietreggiare, sconvolta, mentre un piccolo cucciolo di viverna, nero come la pece e dagli accesi occhietti vispi, emergeva incerto dall’albero, osservandosi timido attorno, per poi gettarsi a giocare divertito coi suoi nuovi fratelli.
Avevo appena assistito alla nascita di Nidhoggr, il Distruttore di Mondi, colui che, un giorno, avrebbe condotto alla fine di ogni cosa.
 
“Aspetta un secondo! Quel coso era tuo fratello?” sbottai, sconvolta, quando riuscii finalmente a rimettermi in piedi. Chosmos sospirò, rammaricato.
È difficile doverlo ammettere, ma sì, io e Nid eravamo fratelli.
“Nid? Ha pure un soprannome adesso? Hai dato un fottuto di soprannome al tizio che vuole distruggere il mondo?” ovviamente, sapevo di stare parlando con un essere millenario, ma ero decisamente troppo sconvolta per reagire altrimenti.
Se solo avessero capito subito di cosa era capace quel mostro, se solo lo avessero ucciso, quando ancora erano in tempo. Non avrei dovuto essere lì, non avrei dovuto combattere una battaglia non mia e, soprattutto, non avrei dovuto vedere Sting sparire nel nulla, senza lasciare traccia.
Il tono del dio era triste, profondamente contrito, mentre rispondeva.
Lo so. Avrei dovuto capirlo, ma Yggdrasil credeva in lui, e quindi anche noi lo facevamo. Dopotutto, l’aveva dato alla luce perché, nel mondo, per mantenere l’equilibrio delle cose è necessario che ci sia anche il caos, e, mentre io rappresentavo l’ordine, a lui sarebbe toccato il compito opposto. Credimi, nessuno di noi avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo dopo.
Tremai. Una parte di me stava gridando di andarmene, perché non dovevo sentire il resto della storia. Stava per accadere qualcosa di brutto, molto brutto, e se lo avessi visto, la mia vita sarebbe stata cambiata per sempre, ma alla fine riuscii a chiedere, decisa: “E cosa accadde poi?”
Il paesaggio mutò, improvvisamente, come riscosso dalla mia domanda, e mi ritrovai lì.
Era il Mausoleum, non vi erano dubbi, eppure, in quel momento, era a stento riconoscibile. Le fiamme stavano divorando ogni cosa, angeli e spiriti fuggivano, in preda al terrore, mentre grosse viverne e rettili dalla forma a dir poco terrificante si davano alla carneficina, uccidendo e distruggendo qualsiasi cosa capitasse loro a tiro.
Lontano, avvolto da tuoni e saette, il Santuario risuonava dei colpi frenetici di una lotta senza fine, mentre il terreno iniziava a tremare, e una strisciante sensazione di pericolo mi avvolgeva le membra.
Alzai lo sguardo, e lo vidi: Yggdrasil, immenso, troneggiava sul Mausoleum, ma, ormai, non restava quasi nulla del suo antico splendore.
La corteccia non era che un ammasso carbonizzato, le foglie, un tempo magnifiche, cadevano morte e sofferenti a terra, mentre una linfa rossa, simile a sangue, copriva il terreno.
Sentii il cuore esplodermi, mentre un dolore ancestrale mi divorava le membra.
Era qualcosa di sbagliato, maledettamente sbagliato, e ogni forma di vita soffriva per la fine del mondo, di quel motore che, fino ad allora, aveva garantito l’equilibrio della vita.
Persino il mio corpo lo capiva, e soffriva, anche se, di fatto, stavo solo osservando la fine dell’albero, come se una strana, ancestrale empatia, mi costringesse a essere per sempre legata a esso.
E capii. Capii la vera minaccia della Viverna. Perché, se fosse vissuta, ogni cosa avrebbe avuto fine.
Vedi, ecco perché dobbiamo fermarlo. La voce del dio era triste, ma anche saggia, e le sue parole veritiere.
“Cosa è successo? Perché ha fatto questo? Era suo padre! Perché fare una cosa tanto orribile?”, chiesi, sconvolta. Lui sospirò.
Nidhoggr voleva il potere. Non sopportava che l’ordine e la pace regnassero nelle dimensioni, e anche se lui stesso era parte di quell’equilibrio, tale destino lo ripugnava: la sola idea di essere stato creato per uno scopo che non aveva scelto lo faceva imbestialire.
Decise quindi di distruggere tutto. Potrebbe apparire come un piano folle, perché con la morte dell’albero lui stesso sarebbe morto, ma Nidhoggr non era uno sciocco, sapeva bene che, se Yggdrasil fosse morto divorato da lui stesso, avrebbe potuto ottenere un potere senza pari, grazie al quale sopravvivere anche alla morte di nostro padre. E così fece. Creò un esercito di bestie nate dal suo sangue, e le sollevò contro di noi. Io fui il solo a oppormi. I miei fratelli erano ancora sconvolti, troppo sconvolti, per combattere contro colui che, ancora, consideravano come un amico, ma io ero diverso. Conoscevo Nid meglio di chiunque altro, e mi bastò guardarlo per capire che la sua determinazione non era certo una burla, e che dovevo fermarlo. Commisi un errore assai terribile, per cui ancora adesso non mi do pace. Stavo ormai per sopraffarlo, quando mi resi conto di non poterlo fare: era mio fratello, come potevo ucciderlo? Lui non fu altrettanto gentile, mi attaccò, privandomi dei miei poteri e costringendomi a un nulla di fatto: potevo ancora usare la telepatia, e viaggiare nel tempo per vedere i fatti passati, ma non potevo in alcun modo fermarlo.
Si ritirò. Lo scontro lo aveva stremato, e ora che l’albero era ferito mortalmente, era solo questione di tempo prima che perisse, per cui non aveva più nulla dare fare lì. Fu Yggadrasil stesso a dirci cosa fare: lui non sarebbe morto, avrebbe messo il seme del suo potere nell’animo di una giovane mortale, la cui anima, la più pura tra tutte, era la sola in grado di contenerlo.
Noi avremmo dovuto cercare questa mortale, l’Aetherna, e trasformarla nella sua erede, allo stesso tempo, ci disse che nessun dio poteva sconfiggere nostro fratello. Solo nove giovani dal cuore puro, uno per ogni dimensione, potevano portare a termine quel compito, rinchiudendo Nidhoggr nell’Abisso, una dimensione che, fintanto che il Secondo Yggdrasil fosse stato in vita, lo avrebbe tenuto prigioniero per sempre.
E così facemmo. Fu molto difficile, ma alla fine la giovane Aetherna, Amina, capì le nostre motivazioni, e decise di abbandonare la sua vita terrena, mutando nel nuovo albero per proteggere il mondo. I Guardiani sconfissero mio fratello, e lo sigillarono nell’Abisso, ma ogni sigillo necessita di un modo per essere rotto.
Un giorno, Yggdrasil sarebbe morto, di nuovo, e il ciclo sarebbe ricominciato. I Guardiani avrebbero dovuto riunirsi di nuovo, e una nuova Aetherna sarebbe nata. Lo scontro finale sarebbe giunto.
La visione mutò di nuovo. Questa volta, eravamo sempre nel Mausoleum, ma un altro, differente, Albero del Mondo, troneggiava proprio sotto il Santuario, custodito ove nessuno avrebbe potuto ferirlo.
“Dove siamo?”, chiesi, infine.
Questa era Yggdrasil, pochi mesi fa. Niente è destinato a durare per sempre, e, alla fine, anche il Secondo Albero della Vita è giunto alla fine del suo ciclo. Una nuova Aetherna è nata, e ora che il suo potere è stato trasferito non ha più alcun motivo per vivere. Il sigillo si è indebolito, passo dopo passo, e anche se noi ci siamo messi subito all’opera per radunare tutti i Guardiani, Nidhoggr è riuscito ad anticipare molte delle nostre mosse. La guerra è ormai iniziata, e sebbene lui sia ancora troppo debole per entrare in gioco di persona, i suoi seguaci sono riusciti a conquistare e distruggere già due dimensioni, e lo stesso toccherà alle altre, se andremo avanti così.
“Aspetta. Ha già distrutto due dimensioni? E gli Spiriti Magni che dovevano proteggerle? E i loro Guardiani?” chiesi, senza capire.
Nemmeno io so rispondere con certezza a questa domanda. È la prima volta, da quando è nato il mondo, che una delle Nove Dimensioni scompare: è un evento senza precedenti. Ora che Choros e Oras sono scomparse, i loro Guardiani non ci sono più, e anche gli spiriti che le proteggevano sono svaniti, eppure, qualcosa mi dice che non è finita qui.
Sento ancora la loro essenza aleggiare nel mondo, e anche se ormai non posso più combattere, sono certo che Yggdrasil non avrebbe mai permesso una cosa simile, se non avesse avuto un piano di riserva.
Annuii, decisa.
Bene, torniamo a casa. È ora che tu inizi a prendere in mano i tuoi doveri.
Sospirai, rassegnata. La cosa non si prospettava affatto semplice.




Note dell'Autrice:
Altro capitolo ormai giunto al termine.
Mphiuuu...che faticaccia!
Allora, cosa ne pensate!
Finalmente, qualche piccola rivelazione ci ha fatto capire il perchè di tutto questo casino. Povera Elayne, non sarà affatto facile per lei vedersela con quel lucertolone brutto a cattivo...comunque, per ora siamo solo all'inizio e credo che, col tempo, avremmo modo di vederne delle belle!
Ehhh, si...Chosmos e Nidhoggr erano fratelli. Brutta storia la loro, comunque, spero che vedere Sting da cucciolo vi abbia rellegrati almeno un po', perchè più me lo immagino e più vorrei avere un cucciolo di Kishin che scorazza per casa!
Per ora, ci fermeremo qui. Dopotutto, anche Elayne se ne starà buona per un po', visto che deve iniziare il suo addestramento come Guardiana, prima di poter entrare in azione, per cui spero che la storia, fino a questo punto, sia stata di vostro gradimento.
Qualsiasi domanda o dubbio abbiate, io sono sempre reperibile, e ansiosa di sentire il vostro parere a riguardo. Sono molto aperta a ogni genere di critica, per cui non siate timidi e ditemi tutto quello che volete dirmi.
Che Yggdrasil sia con voi!
Teoth
   
 
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