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Autore: TheDevil    21/08/2016    5 recensioni
[Storia ad OC][Iscrizioni Chiuse (per ora)]
[Crossover con "Il ciclo dell'eredità"]
Il continente di Fiore è sempre stato teatro di scontri tra esseri umani finché i draghi, stanchi di queste inutili lotte usarono la loro magia per porre un freno a questi massacri.
Per garantire l'equilibrio tra i sette regni, ognuno di essi ottiene un drago e due uova...
Ma da questo scambio succede qualcosa di inaspettato...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera a tutti voi, cari amici, forse qualche lettore abituale mi è rimasto, ma credo che sia difficile data l’immensa assenza che ho avuto… Beh non mi dilungherò sulle cause, ma spero che qualcuno sia felice di leggere un aggiornamento di questa storia ad OC… Non so quando aggiornerò di nuovo, ma vi prometto che questo non sarà l’ultimo capitolo.
Veniamo alla data odierna, ho pensato di cominciare con un breve riassunto di quello che è successo finora
Un’avvertenza, spero non ci siano molti errori di grammatica perché l’ho riletto molto superficialmente, dato che oggi era l’ultimo giorno per poter aggiornare…
Buon divertimento a tutti
 
La strada percorsa.
Regno del Fuoco
La regina Erza fuggendo dalla vita di palazzo fa un incontro interessante con una ragazza armata di spada, mettendola alla prova scopre che la ragazza è figlia di un Lord del Regno e immaginandone il valore le presenta una delle uova di drago in suo possesso, che si schiude davanti a lei, dall’altra parte del Regno, Natsu ed il suo drago Igneel avvertono la nascita del drago e si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove scendono nelle segrete per liberare un violento criminale, Sho Inuzuki davanti al quale si apre il secondo uovo.

Regno della Luce.
Sting Eucliffe ha una sorella curiosa di scoprire tutto quello che c’è da sapere sui draghi e lo convince a prendere in prestito un uovo, ma arrivato a casa, l’uovo si schiude davanti ad Ailea Eucliffe, mettendo nei guai Sting il quale è costretto ad iniziare l’addestramento, contrariando Re Jude il quale sperava che l’uovo si schiudesse davanti alla principessa Lucy.
Il secondo cavaliere viene riconosciuto dallo stesso Sting, si tratta di un servo della principessa Lucy Eneko Ravan

Regno della Tempesta
Re Makarov al fine di trovare i Cavalieri fa in modo che le Uova continuino a girare per il Regno e si schiude davanti a una ragazza di nome Neren Ekirus la quale viene affidata a Laxus che incarica il suo Raijinshu di trovare un suo vecchio rivale: Hake Black che viene rintracciato e costretto a tornare al castello dove prende in carico il secondo cucciolo di drago.

Regno Delle Paludi
Le due uova di drago del Regno sono state affidate a Cobra il quale vola con il suo drago Cubellios per cercare i prescelti, compito non facile visto che molti vivono da eremita… Attaccato da strane creature il Cavaliere viene ferito e curato da uno strano ragazzo : Duncan Phyllobates il quale diventa il primo cavaliere del Regno, l’altro è una ragazza che viaggia per il Regno curando le persone malate:  Ekathe Hindrus.
 
Regno dell’Aria
Gerard, Re del Regno dell’Aria riceve la visita di un uomo: Samir il quale racconta la storia di due giovani di cui si è preso cura: Altair e Alshain Gomeisa davanti ai quali si schiudono le due uova di drago.
 
Regno Del Metallo
Re Josè ha preso con sé il nipote: Sora Aisu affidandolo a Gajeel che lo ha addestrato in modo da farlo diventare un guerriero e renderlo degno di essere un Cavaliere, per trovare l’altro, Gajeel parte, seguendo alcune voci che parlano di un feroce mercenario, alla fine si scoprirà che tale mercenario è una ragazza di nome  Rin Reckless.
 
Regno dell’Ombra
La carovana che porta delle uova è stata attaccata dai banditi e le uova vengono rubate, così Rogue e il suo drago vengono incaricati di recuperare le uova, trovano i banditi e li massacrano ma trovano che una delle due uova si è schiusa davanti al capo dei banditi: Tsuki Brehatill.
Nel frattempo la principessa Minerva viene attaccata, ma in sua difesa si erge un Cavaliere:  Akira Umi che viene condotto a palazzo e gli viene affidato uno dei due draghi.
 
LA Guerra
Dopo sei mesi di allenamento in cui i draghi raggiungono l’età adulta, e i cavalieri si addestrano per diventare guerrieri, cominciano i preparativi alla guerra: Il regno della Palude, del Metallo e dell’Ombra si alleano insieme e mentre Kobra attacca Laxus, insieme ai suoi discepoli, facendolo prigioniero, cominciano i movimenti delle truppe: Re Josè attacca il Regno dell’Aria e solo l’intervento di sho Inuzuki, Kobra e Laxus salvano Wendy e Altair dalla sconfitta.
Hake scopre i poteri della sua Spada, mentre Ailea Eucliffe riceve in dono uno stocco magico da suo fratello,
Nel Regno dell’Ombra Re Yiemma e Minerva cominciano a dubitare di Tsuki e ordiscono un piano per ucciderla, ma Tsuki nel frattempo si appropria di lame magiche ricavate dai denti di leviatano.
 
Regno della Luce
Eneko Ravan amava starsene per conto suo, rintanato in un angolo a leggere qualche romanzo e quel giorno manco a dirlo se ne stava seduto in un angolo dei giardini di palazzo, nascosto da un albero basso, e nessuno sapeva dove trovarlo, se non il suo drago Israfil che continuava a volare qualche centinaio di metri più in alto, ma il loro contatto mentale continuava ad essere attivo, una sensazione che nessuno poteva spiegare a parole.
Eneko era assorto nella lettura ma si accorse che qualcuno scostava le fronde basse dell’albero che lo nascondeva al mondo, così alzò gli occhi, giusto in tempo per trovarsi di fronte alla principessa Lucy e, come voleva l’etichetta si alzò.
-Maestà- disse chinando la testa in segno di rispetto.
-Eneko, non mi aspettavo di trovarti qui, stai leggendo?- chiese la principessa, notando che tra le mani del Cavaliere c’era un grosso librone -posso unirmi a te?- disse, mostrando sia il suo splendido sorriso che un grosso tomo che portava tra le mani.
Il giovane sorrise in un muto assenso e la principessa prese posto accanto a lui.
Aveva i capelli raccolti in una coda alta in modo da mettere i fini lineamenti in risalto, e mettere ancora più in mostra gli espressivi occhi nocciola.
-Cosa c’è Eneko?- chiese la principessa sorridendogli, tanto che il giovane distolse lo sguardo imbarazzato.
-Nulla- rispose, voltando la pagina del libro che aveva tra le mani, facendo allargare ancora di più il sorriso della principessa.
-Eneko, un uomo a cavallo sta correndo in direzione della Capitale, i suoi pensieri sono allarmanti, e anche Kilmore sta avvisando Ailea, mentre Sting è andato direttamente a colloquio col sovrano, Weisslogia dice che vi incontrate tra qualche minuto al portone principale della reggia.
-Grazie Israfil-.
Il giovane Cavaliere scattò in piedi, anche troppo veloce visto che la principessa sussultò a quel movimento improvviso.
-Mi perdoni principessa, sono convocato all’ingresso della reggia- spiegò il giovane chinando la testa in segno di commiato, mentre la principessa gli fece cenno di andare.
Eneko voltò i tacchi e cominciò a correre alla volta della sua destinazione, evitando i servi che operosi passavano da un compito all’altro in dipendenza della mansione affidatagli, molti lo guardavano con curiosità, altri gli sorridevano, altri lo guardavano con ostilità, tutti sapevano che fino a poco tempo prima lavorava anche lui all’interno del castello e nemmeno lui l’aveva dimenticato, cercando di sorridere a tutti i suoi vecchi compagni.
Eneko scese diverse rampe di scale e finalmente riuscì ad arrivare a destinazione, scoprendo con orrore che era l’ultimo arrivato, persino dopo il Re che per l’occasione aveva indossato la corona, che portava solo in occasioni ufficiali.
-Sei in ritardo- lo redarguì il sovrano con estrema severità.
-Scusi- disse Eneko che era quello che si trovava più lontano dal punto di incontro, e intanto si guardò attorno, scorgendo i tre draghi che apparivano alquanto nervosi, Ailea che sembrava interessarsi poco di quello che le accadeva intorno, ma che portava al suo fianco la spada che Sting le aveva regalato e dalla quale non si separava mia e lo stesso Sting, con un’espressione concentrata sul volto, ma appena si accorse che il suo allievo lo stava guardando, distese il volto e gli sorrise, ed Eneko distolse lo sguardo, arrossendo.
Tutti rimasero in silenzio in attesa, finché finalmente un scalpiccio di zoccoli sul selciato di pietra annunciò l’arrivo di un uomo a cavallo, dall’aspetto macilento e sfinito, i vestiti dell’uomo erano impolverati e il cavallo schiumava sangue tanto che violentemente era stato spronato.
L’uomo era sfinito, tanto da lasciarsi cadere dalla cavalcatura, ma riprese subito l’equilibrio, gettandosi ai piedi del sovrano che con un cenno del capo gli diede il permesso di parlare.
-Maestà, la città di Ederath è stata attaccata tre giorni fa dal Regno dell’Ombra, io vengo da lì, Re Yiemma si è mosso alla testa di un immenso esercito di soldati e non è tutto, con lui c’è il Cavaliere Nero: Rogue, il suo drago era tanto grosso da oscurare il sole, abbiamo cercato di resistere, ma la città è completamente distrutta e la stima delle vittime è incalcolabile… e mentre Re Yiemma e il suo esercito attaccavano Ederath Altri due draghi si sono diretti a Sud-Ovest, in direzione di Raden… Maestà la supplico faccia qualcosa.
Re Jude rimase per un attimo in silenzio, soppesando le opportunità che gli restavano per opporsi a quella che pareva essere una invasione in piena regola dei suoi territori.
-Per adesso date da mangiare e da rifocillarsi a quest’uomo, mentre voi Cavalieri seguitemi nella sala del trono, vi darò lì i miei ordini.
Detto questo si voltò e camminò all’interno della reggia, seguito a breve distanza dai suoi cavalieri, mentre i draghi, per colpa della loro mole, rimanevano all’esterno, ma comunque collegati alla menti dei loro Cavalieri in modo da conoscere parola per parola le istruzione che Re Jude avrebbe dato.
Eneko raggiunse il suo maestro, così da camminare al suo fianco, mentre dall’altra parte camminava Ailea, stranamente silenziosa.
-Ailea?- La chiamò Sting che a sua volta si era accorto dello strano silenzio della sorella.
-Ah si?- chiese quella stranita, come se si fosse appena risvegliata da un lungo sonno.
-Va tutto bene?- Le chiese il fratello –Mi sembri assente, sei preoccupata per la possibilità tu debba scendere in battaglia?-
-No, c’è solo qualcosa che non mi convince nel racconto di quell’uomo- disse Ailea, portando il dito indice a sostenere il mento come a riflettere su cosa gli sfuggisse in quella situazione.
Sting sorrise a sua volta –Io e Weiss abbiamo controllato la mente dell’uomo, non abbiamo trovato al suo interno alcuna traccia di menzogna, quell’uomo è sincero- la rassicurò il Cavaliere, ottenendo però solo una scrollata di spalle da parte della sorella.
Eneko invece si fidava ad occhi chiusi del giudizio del suo maestro, quindi continuò a camminare al suo fianco, in direzione della sala del trono, dove trovarono Re Jude già seduto sul suo trono, in con la schiena dritta e lo sguardo fisso su di loro che li scrutava al di sopra delle mani giunte sotto il mento.
I tre Cavalieri si inginocchiarono, come voleva l’etichetta quando attendevano disposizioni dal loro Re.
-Sting, voglio che tu vada a Ederath e che risolva la situazione, la tua priorità è quella di mettere in ritirata l’esercito dell’ombra, mentre tu Eneko, ti dirigerai a sud-ovest in direzione di Raden, intercetta i draghi che sono andati in quella direzione, mi fido di te, per Ailea invece ho un compito particolare, di cui ti parlerò in separata sede…
-Maestà, è una follia- proruppe Sting, incapace di trattenersi –Eneko in questo modo si ritroverà a combattere da solo contro due Cavalieri…
-Spera allora di averlo addestrato bene- lo interruppe il sovrano, inasprendo lo sguardo, evidentemente disturbato dalla protesta di Sting, il quale però non si arrese –Lasci almeno che Ailea vada con lui, così sarà uno scontro due contro due.
-ADESSO BASTA STING- ordinò con voce imperiosa Re Jude -Ho già detto di avere altri ordini per Ailea e il fatto che tu sia un Cavaliere non ti dispensa dall’eseguire i miei ordini senza discutere, perciò avete un’ora di tempo per prendere le vostre armi, le vostre cavalcature ed eseguire gli ordini… E’ chiaro Sting? Eneko?-
Probabilmente Sting avrebbe voluto ancora protestare, ma Eneko si alzò e prima che il suo maestro potesse rispondere dichiarò la sua disponibilità ad eseguire la missione affidatagli e a Sting non rimase altro da fare che alzarsi e seguire il suo allievo.
-Aspetta Eneko- gli urlò dietro il Cavaliere, mentre il ragazzo continuava a camminare in direzione della sua stanza, solo correndo lo raggiunse e lo trattenne per la spalla.
-che c’è?- chiese il giovane Cavaliere distogliendo lo sguardo.
-E me lo chiedi? Perché sei uscito dalla stanza in questo modo?- chiese il biondo tenendolo fermo per le spalle e costringendolo a guardarlo negli occhi.
Eneko non rispose subito, soppesando le parole, ma poi anche lui lo fissò negli occhi:- Io posso farcela.
Sting lo lasciò, ma continuò a guardarlo negli occhi :-Credi che io abbia dubbi su di te Eneko? Combattere contro due Cavalieri e i loro draghi è una cosa che anche io mi guarderei bene dal fare.
-Noi non abbiamo scelta- continuò Eneko, liberandosi dalla presa del suo maestro e continuando a camminare nella direzione della sua stanza, dove indossò la sua armatura e legò alle spalle la sua Kusarigama.
-Non credi di essere stato un po’ irriguardoso nei confronti del tuo Maestro?- la voce di Israfil gli attraversò la mente all’improvviso, se essere un Cavaliere dei Draghi presentava qualche svantaggio, beh, quello era l’assoluta mancanza di privacy all’interno della propria mente.
-Quando torneremo farò pace con lui- gli rispose Eneko, ricevendo in risposta un borbottio senza senso.
Israfil lo stava aspettando nel portone, per quanto riguarda lui, era già pronto e stranamente sentiva una vaga eccitazione, come se il suo drago non vedesse l’ora di mettersi in viaggio e confrontarsi con i due nemici che lo attendevano.
Anche Weisslogia era in attesa e dalla sua immensa figura bianca si sentiva solo serenità, come se la prospettiva di combattere contro un suo simile non scalfisse la sua sicurezza.
Eneko chinò la testa in segno di rispetto all’indirizzo del drago bianco che rispose al suo gesto con un pacato sbuffo.
Anche Sting alla fine decise di farsi vivo, indossava la sua tenuta da combattimento, e la sua spada che quando non era impugnata appariva come una normale lama, e solo quando impugnata rivelava i suoi poteri magici.
-Andiamo- disse semplicemente Sting, saltando in groppa al suo drago, subito imitato da Eneko, ma mentre Weisslogia rimase silenzioso e mentre dispiegava e batteva le ali per prender quota, Israfil diede voce alla sua eccitazione con un possente ruggito.
Eneko si accorse solo quando erano ormai ad alta quota che da una delle torri erano affacciate la principessa Lucy e Ailea che sventolavano le mani in segno di saluto.
I due Cavalieri, maestro ed allievo volarono in direzione est in silenzio, ognuno che parlava esclusivamente con il proprio drago.
-Eneko, a questo punto io e Weisslogia andiamo in direzione Nord, tu continua, a sud, così incontrerai i tuoi nemici, ricordati cosa ti ho insegnato quando combatti contro due nemici, resta in alto e usa la tua magia quanto più possibile… Spero che la sorte ti arrida.
-Grazie Maestro, anche a te.
Weisslogia virò e prese la sua direzione, in modo che Sting potesse concentrarsi sul suo obbiettivo, in fondo, anche per lui non si prospettava un compito facile, quello di combattere contro Rogue, uno dei Cavalieri più astuti e letali, così come Skyadrum, il drago nero.
Il volo durò ancora qualche ora, la città era abbastanza lontana, ma ormai i primi edifici si vedevano in lontananza.
-C’è qualcosa di strano- disse Weisslogia, annusando l’aria, inviando le sue sensazioni anche a Sting che a sua volta cominciò a guardarsi intorno.
La città, che nel racconto dell’uomo che era giunto a Ilirea doveva essere distrutta, si ergeva imponente come al solito davanti allo sguardo del Cavaliere, passato diverse volte in quelle zone, quando era impegnato nella ronda dei confini.
-Cosa diavolo sta succedendo?- chiese retoricamente Sting a Weisslogia, poi però qualcosa di strano successe e il mondo cominciò a girare attorno al cavaliere che si ritrovò a testa in giù in groppa al suo drago, mentre Weisslogia veniva colpito al fianco da un grosso oggetto che lo sbilanciò, tanto che Sting rischiò di cadere, mentre il suo drago ruggiva e dispiegava le ali in modo da tenere l’equilibrio.
Sting tentò di voltarsi verso destra, ma per qualche motivo il suo corpo non obbedì agli ordini della mente, così si volto verso sinistra, trovandosi davanti null’altro che il cielo azzurro.
Weisslogia intanto precipitava verso l’alto, incapace di coordinarsi, Sting capì vagamente che stava succedendo qualcosa di strano, perciò si mosse prima da un lato poi dall’altro e finalmente vide che c’era un drago di colore nero che li sovrastava e sulla sua groppa un cavaliere in armatura che aveva la mano destra aperta nella loro direzione, e in quel momento comprese.
Erano all’interno di un’illusione creata dal Cavaliere, probabilmente in quel momento tutto era al contrario, la destra era la sinistra e il sotto era il sopra, un pensiero che Sting condivise immediatamente con il suo drago, il quale cominciò a coordinarsi in maniera sufficiente affinché Sting alzasse l’indice destro e lanciasse un piccolo fascio di luce in direzione del drago nero.
Il piccolo proiettile colpì il drago a una delle ali trapassandola e questo sbilanciamento fece sì che la mano del Cavaliere in groppa al drago fosse sbalzata via e perdesse il controllo di Sting.
Il mondo rientrò in asse per Sting e per Weisslogia il quale recuperò facilmente l’equilibrio e si lanciò all’attacco del drago nemico, ed era evidente che non si trattasse di Rogue: Il drago era molto più piccolo, sicuramente uno dei giovani dell’ombra.
Weisslogia giunse all’altezza del nemico e si fermò planando, in modo che Sting potesse estrarre la sua spada che al tocco del suo padrone sembrava mandare splendidi bagliori li luce bianca.
Sting si accorse che il Cavaliere davanti a lui era una ragazza guardandola in volta, questa estrasse dalla sua giubba dei coltelli, prendendone uno per mano.
-Ragazza, arrenditi prima che sia troppo tardi e dimmi dov’è Rogue- urlò Sting.
La ragazza non diede cenno di averlo udito, anzi evidentemente diede un ordine silenzioso al suo drago il quale ruggì prima di lanciarsi verso il basso, cercando di ottenere una posizione di vantaggio nei confronti di Weisslogia che però era molto più grande e soprattutto esperto nei combattimenti aerei nei confronti del giovane drago che si ritrovò la strada in picchiata sbarrata da una zampata del drago bianco che lo colpì al fianco, graffiandogli il ventre.
Il Cavaliere ne approfittò della vicinanza per scagliare uno dei pugnali verso Sting, il quale colpì lo stesso con la sua spada, dallo scontro il Cavaliere sentì alzarsi una nota acuta, ma l’arma venne deviata senza problemi.
-Muoviamoci all’attacco e costringiamoli a terra- disse Weisslogia che ricevette un vago cenno d’assenso di Sting.
Weisslogia si lanciò contro il drago più piccolo spalancando le enormi ali e impedendogli qualunque via di fuga che non fosse il basso, anche se nel frattempo il Cavaliere aveva lanciato due pugnali in direzione di Weisslogia, un particolare che Sting nemmeno aveva considerato, conscio che nessuna arma forgiata da essere umano avrebbe potuto trapassare le scaglie di Weisslogia, ma poi avvertì un senso di dolore che veniva dalla mente del drago.
Sting abbandonò la sella e mentre il suo compagno era ancora in volo si sporse, lasciandosi cadere a centinaia di metri dal suolo, appendendosi però alla zampa del suo drago, in cui si erano conficcati i due pugnali, e quando il Cavaliere biondo li estrasse, si rese conto che erano leggerissime ma che avevano inciso le squame di Weiss come un coltello nel burro “che diavolo di materiale sono”
Dall’altro lato del campo di battaglia, sulle spalle del suo drago nero Nymeria, Tsuki Brehatill cercava di trovare una soluzione rapida a quello scontro impossibile: il suo piano di distruggere il senso dell’orientamento a drago e cavaliere aveva funzionato ma per un tempo troppo limitato, quel Biondo doveva essere in gamba almeno quanto Rogue per essersi saputo orientare nella sua illusione a quella velocità, adesso era costretta a combattere e per fortuna i pugnali che gli erano stati donati da Shukan erano abbastanza letali da ferire un drago.
-Attenta Tsuki, credo che lo abbiamo fatto arrabbiare- disse Nymeria, quando videro che Sting rimaneva in bilico reggendosi solo alla zampa del drago, estraendo i due pugnali che lo avevano colpito, per poi arrampicarsi sul corpo del compagno e rimettersi in sella, sebbene rimanesse in piedi sulla schiena del drago bianco.
Tsuki lo vide alzare il pugno destro, nella quale concentrò una grossa quantità di luce che poi scagliò nella loro direzione e solo lo scarto di Nymeria e la sua abilità nel volo la portarono ad evitarla, ma esponendosi alle grinfie del drago bianco che la agguantò con una zampata ad un’ala, in modo da portare il corpo di Nymeria sotto il proprio e costringerla a seguirlo a terra.
L’atterraggio fu molto brusco e molti alberi vennero sradicati dai corpi immensi dei due draghi, mentre nel frattempo Weisslogia ruggì trionfante per poi ringhiare a pochi centimetri dal collo di Nymeria, costretta all’immobilità sia dalla minaccia del drago bianco che dal suo peso.
Tsuki intanto era riversa al suolo: era riuscita a sganciarsi dal corpo del drago giusto in tempo per non finire schiacciata, ma adesso era riversa al suolo senza fiato per l’urto subito e svettava su di lei Sting che la teneva sotto scacco con la sua spada.
-In piedi- le intimò Sting minaccioso e alla ragazza non rimase che obbedire, ma con lo sguardo continuava a sfidarlo –Dove è Rogue?- domandò.
-A Raden- rispose Tsuki senza accennare una minima resistenza.
-Ma l’uomo che era venuto a Ilirea…- poi però capì, era stata quella ragazza che con i suoi poteri aveva creato le illusioni nella mente dell’uomo –Sei stata tu!- la accusò Sting incapace di nascondere la rabbia per essere stato preso in giro.
I tasselli del puzzle cominciavano a prendere posto, ma non capiva ancora a cosa mirasse in realtà Rogue…
-Eneko è in pericolo- alla fine disse Sting, voltando le spalle alla ragazza.
-Ormai è troppo tardi gli disse quest’ultima, lascia perdere, troverai solamente Rogue ad attenderti e allora ti ucciderà, il tuo allievo è spacciato.
Sting si voltò rapidissimo e portò la spada a contatto con il collo della ragazza, ma inspiegabilmente fu fermato dal drago bianco. –Fermati, ragiona, Rogue l’ha mandata qui per far sì che tu la uccidessi.
Sting rinfoderò la spada –Salvando questa ragazza potresti aver portato il Regno della Luce alla distruzione- disse Sting
-Oppure potrei averlo salvato.
Tsuki e Nymeria che si era rimessa in piedi, rimasero ferme a guardare Sting e Weisslogia che prendevano il volo e scomparivano nelle nuvole
 
Eneko Ravan aveva continuato a volare in direzione di Raden, conscio che ben presto si sarebbe trovato di fronte due temibili Cavalieri e contro i quali avrebbe dovuto dare il meglio di sé per proteggere il proprio Regno, ma tutto quello a cui si era immaginato non bastò a prepararlo allo scenario che si ritrovò davanti, lì dove sorgeva la città di Raden si alzava una grossa colonna di fumo grigio scuro: la città era completamente in fiamme e nulla che lui potesse fare l’avrebbe salvata.
-C’è qualcosa che non va!- lo mise in allerta Israfil.
Eneko si concentrò un attimo, giusto in tempo per sentire nell’aria l’odore di un drago che ricordava quello di Weisslogia…
Poi un ruggito, un grosso urto che sbilanciò Israfil e quasi lo sbalzò di sella, mentre un drago nero come la notte più oscura si avventava su Israfil che tentò di reagire, ma quello veloce come un cobra fece scattare le mascelle sul collo del drago.
Eneko non riuscì a capire bene cosa fosse accaduto, ma tentò di mettersi in contatto telepaticamente con Israfil, la cui coscienza però pareva allontanarsi.
Eneko fu preso dal panico e cominciò ad urlare a squarciagola, ma nella sua mente nessuna voce rispose e il giovane capì di essere rimasto solo.         
 
REGNO DELL’ARIA
Alla fine della battaglia Kobra, Laxus, Wendy, Altair e Shoichi si erano riuniti nella tenda, ma non tutti erano volenterosi di ascoltare le novità che portavano i due cavalieri giunti in soccorso.
Shoichi dava segni di insofferenza e quando Wendy chiese ai due di raccontare cosa li avesse portati lontano dai loro Regni, il giovane si alzò e dichiarò :-Non mi interessa la loro storia, io ho eseguito gli ordini che mi erano stati imposti, se permettete vado a fare un giro- e detto ciò uscì dalla tenda, scomparendo alla vista.
-Altair, ti dispiacerebbe sorvegliare il nostro ospite?- disse Wendy sospirando.
Altair non rispose, se non alzandosi e uscendo dalla tenda in risposta alla richiesta di Wendy, una volta fuori voltò la testa a destra e a sinistra, cercando i capelli biondi e verdi di Shoichi, e li notò mentre voltava l’angolo in direzione del campo di battaglia, perciò cominciò a correre nella sua direzione, ma appena voltato l’angolo se lo ritrovò di fronte con le sopracciglia aggrottate.
-Non mi va di essere seguito- disse il giovane alla ragazza.
-Così come tu hai ricevuto degli ordini dalla regina, anche io ho ricevuto l’ordine di seguirti dalla mia maestra- rispose la giovane caparbiamente, incrociando le braccia sotto il seno, facendo sorridere Shoichi che però subito si ricompose, perciò disse –Non ho altro da fare, quindi potrò sopportare la tua compagnia ancora per un po’.
-Bene, allora seguimi- disse Altair che lo prese per la manica della giacca, costringendolo a seguirla attraverso le viuzze che si erano create con le tende dell’accampamento, molte persone erano all’esterno e festeggiavano la vittoria, tantissimi urlavano alla ragazza di unirsi a loro e brindare, Altair rispondeva ai saluti di tutti, ma rifiutava gentilmente, sempre con un sorriso, facendo così sbuffare Sho che un goccio lo avrebbe preso volentieri.
Alatair invece lo condisse in una zona dove i rumori della festa erano lontani e le tende si ergevano molto più grandi: un luogo che Sho aveva subito indovinato, il luogo dove venivano curati i feriti.
-Perché diavolo siamo qui?- chiese il ragazzo.
-Visto che non abbiamo molto da fare ho pensato potessimo renderci utili, in fondo molti di questi uomini potrebbero salvarsi se curati.
Sho si bloccò, costringendo a fermarsi anche la ragazza che lo trascinava –La mia magia non è adatta a curare.
Altair roteò gli occhi verso l’alto, per poi dire :-Farò tutto io, tranquillo.
I due alla fine entrarono nella prima tenda e l’odore di cancrena e morte colpì l’odorato fine di Altair e Sho come un pugno.
-Cosa diavolo state facendo?- urlò Altair fermando uno dei guaritori che ammassava i corpi dei moribondi in un angolo senza riguardo per i lamenti e la sofferenza di quei soldati.
L’uomo si divincolò dalla presa del cavaliere e la guardò con condiscendenza –Sono feriti che non possono essere curati, dobbiamo salvare i feriti lievi che possono tornare sul campo.
Altair tremava di indignazione di fronte a quelle parole, di fronte a uomini che avevano dato la vita per il Regno trattati come dei rifiuti, lasciati a morire senza che si facesse nulla per almeno alleviare le sofferenze, ed evidentemente nemmeno Shoichi rimase impassibile di fronte a quel guaritore, infatti si avvicinò fino a trovarsi a meno di due passi da quello, lo guardò con espressione truce per poi estrarre un pugnale da una delle pieghe del suo abito, ma non lo impugnò, e anzi, tenendolo per la lama lo porse all’uomo, per poi spiegare :- Se sei tu a decidere chi vive e chi muore, è tuo dovere impugnare la lama e trapassare il cuore dell’uomo, dovrai ascoltare le loro ultime parole… Chi emette la sentenza deve avere anche il coraggio di impugnare la lama.
L’uomo arretrò di un passo sotto lo sguardo minaccioso di Shoichi, tanto che inciampò in una sedia dietro di lui, per cadere riverso al suolo.
-Proprio come immaginavo- disse Shoichi, impugnando il pugnale e puntando la lama contro la gola dell’uomo a terra –Da adesso a coordinare i medici sarà Altair e voi seguirete le sue istruzioni, è chiaro?-.
Altair sorpresa dalle parole del ragazzo si mise subito all’opera, acconciandosi i capelli in una coda alta con un elastico nero, decorato con un fiore blu, curava i feriti sia grazie alla magia che con metodi convenzionali, Shoichi rimase a guardarla lavorare.
Solo in un caso si interessò, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al cavaliere alla lettiga di uno dei fanti.
L’uomo era ancora cosciente ma molto vicino alla morte.
-Non posso salvarlo nemmeno con la magia- disse Altair più rivolta a sé stessa che ad altri che le stavano intorno, poi gli passò le mani sul volto e l’uomo spirò serenamente.
Dopo ore di lavoro in cui Altair curò molti, donando una serena morte a coloro che avevano ricevuto ferite troppo gravi per essere curate, la ragazza si concesse una pausa, notando che il Cavaliere del fuoco era sparito, sorpresa si rivolse a una delle guaritrici che passavano di lì, la quale la informò che il ragazzo era uscito molto tempo prima, mentre lei era nel pieno del lavoro.
-Tranquilla è qui con me, l’ho intrappolato una volta che è uscito dalla tenda- disse Mirzam, non riuscendo a nascondere la soddisfazione e inviandole una immagine mentale in cui il giovane stava seduto su un tronco a fissare qualcosa.
-Bene, vi raggiungo subito- disse Altair, correndo a perdifiato nella direzione in cui si trovavano Mirzam e Shoichi, e subito arrivò nel luogo dove i due si erano fermati, ma dovette fermarsi a diversi metri dal ragazzo, avvertendo un senso di minaccia pesante come il ferro proveniente dalla figura del giovane che guardava nella direzione in cui l’esercito del Regno del Metallo.
Altair cominciò a camminare nella sua direzione, ma l’aria pareva farsi opprimente e le dava un certo disagio, tanto che Mirzam cominciò a ringhiare in direzione del Cavaliere di Fuoco che si voltò, sul viso disegnata un espressione feroce, ma appena vide Altair i lineamenti si distesero e questa poté respirare più tranquillamente.
-Stavo pensando a Sora- disse Shoichi come a voler spiegare qualcosa –Quel ragazzo potrebbe essere un interessante passatempo, stavo pensando di continuare il mio viaggio-.
Altair spalancò gli occhi per la sorpresa –Vuoi continuare a combattere? Non hai nemmeno il tuo drago, come pensi di poter sopravvivere?
Shoichi scosse la testa come a voler scacciare un pensiero molesto, poi disse –Non importa, adesso ho solo voglia di tornare a casa e ritrovare Magnus.
Shoichi si alzò dal tronco su cui era seduto e si avvicinò alla ragazza, finché non furono ad un solo passo di distanza…


Lo stesso giorno, dopo che Shoichi ed Altair erano usciti dalla tenda, Wendy versò due coppe di vino ai suoi ospiti e una per sé stessa, porgendole poi ai due Cavalieri che le erano venuti in aiuto nel corso della battaglia contro Gajeel.
-Avevamo avuto delle notizie- cominciò Wendy, guardando negli occhi Kobra, il quale fece spallucce, prima di guardare negli occhi Laxus e rispondere alla domanda implicita di Wendy.
-Diciamo che c’è stato un cambio al vertice che ci ha fatto riconsiderare i termini del nostro accordo con i Regni del Metallo e il Regno dell’Oscurità.
Kobra cominciò a raccontare la sua storia
 
Da settimane ormai i guerrieri del Regno della Palude si stavano riunendo in una delle pianure abbastanza vicine al regno dell’Aria, tutti sapevano che di lì a poco, nel momento in cui i guerrieri dispersi in tutto il Regno si sarebbero riuniti avrebbero varcato i confini.
Kobra era lì con l’esercito, la sua tenda sorgeva su un rialzo che gli permetteva una buona visuale su tutto l’accampamento, guardava i suoi soldati mentre si addestravano, scuotendo la testa, guardando quella accozzaglia di soldati che in comune non avevano nulla, che provenivano spesso da clan litigiosi tra loro e fino al giorno prima probabilmente si sarebbero sgozzati per una preda.
Cubellios faceva compagnia al suo Cavaliere, condividendone i pensieri in uno scambio silenzioso e impegnativo, tanto che non si accorsero dell’arrivo di una ragazza e del suo drago che rimasero per qualche secondo fermi a guardare i loro insegnanti, poi la ragazza decise di rendere nota la sua presenza.
-Ehm, Ehm- ma poi quando Kobra si voltò interrogativo nella sua direzione, si nascose subito dietro l’ala spiegata del suo drago, il quale sbuffò.
-Ekathe, quante volte devo dirti di non essere stupida e di mostrare un po’ di carattere- la rimproverò, anche se dolcemente Kobra che in quel periodo alla fine si era affezionato a quella ragazza, poi le chiese :-Dove è Duncan?-,
-E’ andato a fare qualche esplorazione, dice che questa guerra non è affar suo.
Kobra imprecò a mezza voce e Cubellios ridacchiò divertito –Speriamo che non si cacci nei guai.
 
Duncan Phyllobates si era allontanato in groppa a Colostethus, ma poi era sceso a terra, dove stava studiando alcune piante che gli davano buone sensazioni, mentre il suo drago era andato a caccia.
Duncan stava controllando la terra e la vegetazione che sorgeva nei pressi di un sentiero, quando sentì un forte rumore di zoccoli, ma imperterrito continuò ad esaminare le foglie che scendevano fin quasi al suolo.
Non si fermò nemmeno quando i cavalieri si fermarono alle sue spalle, uno di loro lo apostrofò.
-Ehi eremita, dove è l’accampamento?- chiese il primo e quello più vicino a Duncan, il quale non rispose ancora e nemmeno si voltò, concentrato come era sullo studio delle erbe.
-Ehi sto dicendo a te? Sei sordo oppure solamente stupido?- disse quello portando la mano alla lancia che diresse con la punta sulla spalla del ragazzo, che ancora una volta ignorò il suo interlocutore.
Allora l’uomo diede un colpo con il piatto della lancia alla testa del Cavaliere, non molto forte, ma comunque un colpo fastidioso, tra le risate dei suoi compagni.
Le risate ebbero vita breve quando dal cielo piombò un drago lievemente imbruttito dal trattamento riservato al suo cavaliere, Colostethus atterrò e lanciò un potente ruggito che fece impennare i cavalli di tutto il gruppo, facendoli fuggire, mentre gli uomini cadevano goffamente al suolo o rimanevano in balia degli animali imbizzarriti, un solo uomo riuscì a calmare il cavallo e a tenerlo fermo, anche quando il drago sporse il collo fino a mostrare i denti ad appena un metro dal cavaliere.
L’uomo era uno dei più giovani del gruppo e non si era smossa di un millimetro, aveva le palpebre socchiuse, anche se i muscoli, visibili dalla giacca smanicata erano tesi nello sforzo di tenere ferme le redini, ma nessun altro movimento tradiva il suo stato di tensione.
-Colostethus, adesso basta!
-Era il caso che intervenissi io? Umani- disse il drago non celando il suo disprezzo, ma poi si voltò dall’altro lato ignorando tutti.
-Cavaliere- lo richiamò il ragazzo a cavallo.
-Si, sono Duncan Phyllobathes, cavaliere del Regno della Palude.
-Io sono il principe Macbet- si presentò il giovane, porgendo la mano a Duncan che alla fine la strinse –sto cercando l’accampamento dell’esercito, se tu fossi tanto gentile da mostrarmelo…
Il Cavaliere questa volta non poté opporsi al volere di chi era di sangue reale, altrimenti Kobra lo avrebbe ammazzato, perciò si mise alla testa del gruppo e inviando il suo drago ad avvertire dell’arrivo del principe, rimase al suo fianco, informandolo della situazione dell’esercito, rispondendo alle sue domande, Duncan si rese conto che il principe non pareva entusiasta della spedizione.
Quando il bosco lasciò il posto alla vallata dove risiedeva l’accampamento, ad attenderli c’erano Ekathe e Kobra con i rispettivi draghi più Colostethus e migliaia di soldati, che si assiepavano ai lati e che sorprendendo il Cavaliere inneggiavano al giovane Principe, come mai si era inneggiato al Re, il quale aveva deciso di non presenziare all’arrivo del figlio, rimanendo rintanato nella sua tenda a preparare i piani di battaglia.
-Benvenuto principe- disse Kobra chinando appena il capo in segno di rispetto.
-Cavaliere- disse il giovane guardandosi intorno –noto l’assenza di mio padre, forse è troppo occupato per accogliere il figlio che ha tradito?- chiese il giovane con gli occhi di fuoco.
Il cavaliere incassò la stoccata e sorrise mellifluo –Si scusa per l’assenza, ma ci tiene ad invitarti nella sua tenda stasera per un banchetto, anche se per poche persone.
-Bene- disse il Principe per poi voltare il suo destriero e seguito dai Cavalieri della sua scorta.
Vedendo il principe allontanarsi Ekathe si sporse verso Duncan dicendogli :- Pare che tra Kobra e il principe non corra buon sangue vero?-.
-Per forza- si intromise Cubellios che evidentemente aveva captato la domanda –Macbet non ha digerito la decisione del Re di nominare Kobra come suo successore… bah Umani, prima di quella decisione erano uniti come fratelli- disse il drago scuotendo la testa.
Duncan insofferente a quella conversazione si voltò, nella sua mano stretta a pugno teneva un oggetto che avrebbe potuto cambiare il destino del Regno.
 
La sera arrivò veloce e Duncan ed Ekathe si incamminarono insieme verso la tenda del Re dove si erano riuniti tutti i Capitribù più importanti, di comune accordo avevano deciso che i loro draghi sarebbero stati dispensati da quel noioso impegno.
Entrando nella tenda si accorsero che la temperatura all’interno era fredda: i capitribù sembravano essere divisi su due fronti: da un lato gli anziani che circondavano Brain come se fossero una guardia d’onore, al contrario i più giovani bevevano e parlavano con Macbet, Kobra invece si era seduto nel mezzo, apparentemente indifferente a quello che succedeva all’interno della tenda, quindi lo raggiunsero, anche se Duncan aveva dovuto vincere la resistenza di Ekathe che sfuggiva agli sguardi di tutti.
-Bene finalmente siamo tutti qui- disse il Re, alzando un calice, dando così l’inizio alla cena, una sorta di immenso buffet dove chiunque poteva muoversi come meglio poteva e parlare con chi voleva, inutile dire che i Cavalieri vennero presi immediatamente d’assalto, alla ricerca di favori e amicizie che potessero risultare utili più avanti.
Duncan era annoiato e parlava il meno possibile, legato ad una benda nella mano, un qualcosa che se lo avessero scoperto avrebbe potuto portarlo alla morte, ma non si scoraggiò, cercando qualcuno, quando finalmente lo individuò, si diresse silenzioso verso di lui, era distratto, voltato di spalle rispetto a lui, l’occasione perfetta che stava aspettando.
La mano a pochi centimetri dalla pelle scoperta della spalla, un movimento rapidissimo, Duncan punse il principe con l’ago che aveva legato ad un bracciale, invisibile e impercettibile, tanto che nemmeno il principe si accorse di nulla.
Duncan si voltò e si allontanò, aveva due minuti prima che il veleno facesse effetto e il principe cominciasse a rantolare, in preda agli spasimi mortali.
Duncan fece appena in tempo a fare un cenno d’assenso a Re Brain e a Kobra quando un rumore fece voltare tutti che si ritrovarono davanti uno spettacolo agghiacciante: il Principe Macbet aveva fatto cadere al suolo il calice d’argento dal quale stava bevendo e respirava rumorosamente tenendosi stretto il collo con la mano destra, come se cercasse di liberare le vie respiratorie con la forze, poi cadde a terra, dimenandosi.
Il re fu lesto ad accorrere in aiuto del figlio, sostenendolo e urlando all’omicidio, un interpretazione davvero sorprendente, ma nel caos che si era generato passò completamente inosservata   , tra gente che urlava e che estraeva le spade, minacciava, Ekathe che cercava di prestare soccorso al principe ma che fu stoppata da Kobra.
-Non c’è nulla da fare, il principe è morto- disse Kobra, mettendo fine alla confusione e con Re Brain che sollevava il corpo di suo figlio tra le braccia.
La notizia si diffuse come un incendio tra gli uomini dell’accampamento, la notizia che il principe tanto amato fosse stato ucciso da una mano nemica e che nessuno era riuscito a vedere nulla.
I Cavalieri dal canto loro tacevano: Kobra era inavvicinabile da tutti se non da Re Brain, Duncan era sempre più isolato, scorbutico e irraggiungibile, mentre Ekathe si nascondeva da qualche parte insieme al suo drago.
E la notte passò, ed era il momento di celebrare l’ultimo saluto al Principe tanto amato, il corpo sfilò tra due ali di folla dei soldati, seguita dal corteo, composto in testa da Re Brain, dai tre Cavalieri e da tutti i Capotribù.
Il corpo del Principe venne adagiato su una catasta di legno, luogo in cui sarebbe stato bruciato, come da tradizione nelle terre delle Paludi.
-Uomini delle Paludi, siamo qui oggi colpiti dalla disgrazia- cominciò il Re, con l’esercito in silenzio, molti uomini piangevano –qualcuno ha avvelenato mio figlio, il nostro amato Principe, qualcuno crede che io non amassi mio figlio e che gli avessi tolto il trono, ma non è così, quello che ho fatto è stato solo perché un Re ha delle responsabilità nei confronti prima del suo popolo e solo in seguito della sua famiglia.
La folla ascoltò col fiato sospeso le parole del Sovrano, parole che parevano uscire dal cuore dell’uomo.
-Vieni Kobra- il Cavaliere moro fece qualche passo avanti, inginocchiandosi di fronte al Re che estrasse la spada, poggiando il piatto sulla spalla prima destra e poi sinistra –Da adesso io ti riconosco come mio figlio e successore al mio trono.
Kobra si alzò  e guardò Brain negli occhi –E io dichiaro in questo momento che tu Brain hai complottato per uccidere tuo figlio- a quelle parole scoppiò il putiferio, tra urla e spade sguainate, molti uomini cercarono di farsi avanti per raggiungere il Re che invece era rimasto di stucco, ma poi riprese il controllo, spinto dalla rabbia si avventò contro Kobra a mani protese, ma quello non si fece sorprendere ed assestò un pugno sul naso del Re, mentre molti uomini estraevano le proprie lame e venivano tenuti a bada da Duncan ed Ekathe che avevano estratto anche loro le armi e si erano posizionati alle spalle di Kobra, difendendolo.
La situazione parve mettersi per il peggio se dall’alto non fossero giunti i tre draghi che ruggendo si precipitarono in aiuto dei loro Cavalieri e gli uomini, ormai impossibilitati ad intervenire, abbassarono le armi.
Kobra costrinse il re a mettersi in ginocchio, poi lo guardò con commiserazione e si rivolse a tutti gli uomini che aspettavano una spiegazione: -Uomini della Palude- cominciò –Quest’uomo, che voi chiamate Re, altri non è che uno sciacallo che per paura di perdere il trono ha attentato alla vita del suo stesso figlio, ricattando, corrompendo e ingannando coloro che sono suoi sottoposti.
-Menzogna- urlò il Re dalla sua posizione in ginocchio, cercando di alzarsi, ma Ekathe lo colpì con un calcio dietro il ginocchio, costringendolo a stare al suolo.
-Se è vero che ho complottato per assassinare mio figlio, è anche vero che tu sei stata la mente che ha ordito tutto il piano, e il tuo discepolo ha iniettato il veleno, siamo quindi tutti colpevoli, se io non sono degno di governare, allora non lo sei nemmeno tu.
Kobra dal canto suo fece un cenno a Duncan che da parte sua si avvicinò al feretro del principe e lo toccò semplicemente con la mano sulla spalla, lì dove il giorno prima gli aveva iniettato il veleno.
Il Principe come se fosse stato punto da una vespa sobbalzò e inspirò rumorosamente con gli occhi sbarrati, e un Oh di meraviglia si sparse per l’esercito, mentre il Re aveva gli occhi sbarrati.
-Come è possibile? Il principe era morto, io stesso ho controllato l’assenza di cenni vitali.
-E’ opera di Duncan- sorrise Kobra, aiutando Macbet ad alzarsi, il principe pareva ancora un po’ scosso, ma a parte quello sembrava stare bene e la notizia passava di bocca in bocca per tutto l’esercito.
-Il veleno che lei mi ha dato Maestà era molto raro, e praticamente non esisteva alcun antidoto, e credo che nessuno avrebbe potuto maneggiarlo, se non con i miei poteri- cominciò a spiegare Duncan ad alta voce, a beneficio del pubblico –Ho fatto degli esperimenti e sul limitare della foresta ho scoperto che esiste una pianta che annulla gli effetti del veleno, anche se non completamente, somministrandola si porta il soggetto in uno stato di morte apparente.
-E quando gli avresti somministrato l’antidoto?- chiese il Re.
-Ieri durante il nostro primo incontro ci siamo stretti la mano, quando ha preso il veleno aveva già in corpo l’antidoto- spiegò Duncan, mostrando la mano destra.
-Avete ingannato il vostro Re, Maledetti- urlò Brain in preda alla rabbia, gli occhi iniettati di sangue, come se fosse impazzito.
-Abbiamo agito per evitare un massacro e impedire ad un folle di distruggere il suo popolo.
-Cosa ho sbagliato dannazione?-.
-Hai sbagliato nel ritenere che io possa tradire Macbet- disse Kobra –Siamo cresciuti come fratelli e i fratelli non si tradiscono mai… Portatelo via.
Due uomini della guardia del Re si avvicinarono e presero Brain da sotto le scapole, ormai sconfitto l’ex sovrano si lasciò trascinare dalle due guardie.
-E adesso rimane solo una cosa da fare- disse Kobra che arrivò di fronte a Macbet e si inginocchiò.
-Io Kobra, riconosco Macbet come mio legittimo sovrano- annunciò a tutti gli uomini dell’esercito della Palude, poi si alzò in piedi ed impugnando la sua spada l’alzò verso l’alto, cominciando a urlare –Lunga vita a Re Macbet.
In breve tempo tutta la vallata risuonò delle urla degli uomini, mentre Macbet abbracciava Kobra, riconoscendolo infine come fratello.
-Il mio primo ordine è quello di tornare alla Capitale e lì dovremmo liberare Laxus, inoltre ho un’altra missione per te…   
 
-Ed ecco perché io e Laxus siamo insieme e siamo venuti nel Regno dell’Aria- il racconto finì, così come era finito da tempo il vino che Wendy aveva versato nei calici, di Laxus e Kobra.
-Un racconto incredibile, quindi adesso è Macbet Re della palude, lui e Gerard sono amici fin da quando qualche anno fa è venuto in visita nel Regno dell’Aria.
Kobra assentì –Mi ha raccontato dell’amicizia con Gerard… Perciò anche data questa circostanza siamo pronti a continuare la guerra contro il Metallo al vostro fianco.
Wendy lo guardò come se non riuscisse a capire, poi spiazzò il Cavaliere dicendo :-Non abbiamo intenzione di continuare la guerra.
-COOOSAAA?- urlò Kobra spalancando gli occhi e la bocca in segno di estrema sorpresa –Ma loro vi hanno attaccato e adesso sono in rotta, dobbiamo approfittarne.
Wendy alzò la mano stoppando le proteste del Cavaliere –Gerard non vuole una guerra offensiva che possa arrecare danno al suo popolo e per cosa poi? Non abbiamo nessun interesse nel Regno del Metallo.
Kobra batté il pugno sul tavolo arrabbiato, ma per fortuna c’era Laxus che lo stoppò con un cenno della mano –Questa conversazione non ha ragione d’essere, non è Wendy che può decidere se continuare la guerra oppure no, in quanto cavaliere, ha il dovere di riferire tutto a Gerard ed è a lui che spetta la decisione finale.
Wendy assentì, mentre Kobra sbuffò e infuriato voltò le spalle –Aspetteremo la risposta di Gerard e detto questo uscì dalla tenda, mentre Laxus e Wendy fecero solo in tempo a vederlo salire in groppa al suo drago viola e sparire verso il cielo infinito.
-E quindi adesso è il mio turno di tornare a casa- disse Laxus, avviandosi anche lui verso Storm che lo attendeva appollaiata su una collinetta.
-Bada a te Wendy, il Metallo è sconfitto, ma ancora lontano dall’essere in ginocchio.
 
REGNO DEL FUOCO
Aberon, la Capitale del Regno del Fuoco è in una posizione che le consente una difficile possibilità di intervento militare nel Continente, ma che allo stesso tempo le consente di essere isolata e lontana da qualunque guerra, ecco perché per aiutare Gerard, Erza aveva acconsentito all’idea di inviare solo Shoichi, peccato che non avevano considerato che un certo drago le avrebbe causato diversi problemi e chi se lo aspettava che Magnus avrebbe sentito a quel modo l’assenza di Shoichi.
Beh almeno adesso avrebbe avuto qualche motivo di distrazione visto che l’Oscurità aveva attaccato il Regno della Luce, e lei non aveva potuto fare nulla per intervenire materialmente sul campo visto che aveva già rinunciato a uno dei tre Cavalieri.
Erza sentì bussare alle porte della stanza dove gestiva gli affari del Regno e non si sorprese quando vide Ai Haibara entrare, con la sua spada legata in vita.
-Mi aveva chiamato Regina Erza?- chiese la ragazza inginocchiandosi.
-Si Ai, sto per affidarti una missione importante- disse la regina in tono solenne –Come sai il Regno della Luce sta subendo un’invasione da parte del Regno delle Tenebre e poiché noi siamo in buoni rapporti con Re Jude, ho deciso di sostenerlo.
La ragazza si fece attenta, era forse il momento in cui anche lei e Karen di entrare in combattimento?
-Ecco perché ti mando a Nord, ai confini del Regno del Fuoco, dove riceverai la visita di un Cavaliere della Luce, il tuo compito è quello di scortarlo fino al Palazzo.
Ai non riuscì a nascondere la delusione, ed Erza se ne accorse poiché sorrise al volto imbronciato del suo Cavaliere: -So che avresti voluto andare in battaglia come Shoichi, ma non sei ancora pronta per combattere, ti assicuro che ben presto verrà il tuo momento… E comunque anche questa è una missione importante, perciò prendi Karen ed esegui la tua missione.
Erza non diede modo ad Ai di protestare e si chinò nuovamente su dei documenti che parevano avere un’aria ufficiale.
Ai si inchinò alla sua Regina per poi voltare le spalle e incamminarsi verso il cortile, dove Karen era sdraiata al sole, in compagnia di Magnus, sempre più di cattivo umore vista la lontananza con Shoichi, mentre non era dato sapere il luogo dove fossero Natsu ed Igneel si fossero recati.
-Karen, hai sentito tutto, andiamo in missione al Nord, dobbiamo essere molto veloci.
-Arriveremo al confine in men che non si dica.
-Lo spero davvero, ho voglia di allenarmi ancora oggi, anche se mi chiedo l’utilità di farlo da sola, ancora nessuna notizia di Sho?- chiese la ragazza a Magnus, il quale rispose con un borbottio di diniego.
Ai salì in groppa a Karen, il quale diede due possenti colpi delle ali per sollevarsi da terra, poi cominciò a salire, sempre più su, finché il castello di Aberon non apparve come una casa delle bambole e allora puntò il muso verso Nord, mentre Ai si abbandonava al tepore rassicurante del corpo del drago.
-La missione è solo quella di scortare un Cavaliere?- chiese Karen, il dubbio che si avvertiva nel suo timbro mentale.
-Si- rispose Ai, la quale adesso che ci pensava, trovava strano che un Cavaliere dovesse scortare un secondo Cavaliere.
Quando un drago vola riesce a percorrere distanze che per un uomo appiedato o comunque a cavallo coprirebbe in un tempo estremamente più lungo, ecco perché Ai si ritrovò molto presto al Confine tra il Regno del Fuoco e il Regno della Tempesta.
Karen annusò l’aria –Non ci sono odori particolari, ma siamo controvento, il drago della luce potrebbe essere molto più vicino di quanto crediamo
Ai assentì distratta, scrutando anche lei il cielo, in cerca di un puntino che dimostrasse la presenza di qualcosa in avvicinamento e in effetti non dovettero aspettare molto perché in lontananza si presentassero due sagome, che parevano avvicinarsi ad estrema velocità, Ai li riconobbe come due draghi: il primo era di un colore grigio-azzurro, il secondo bianco e dorato, ma con la strana caratteristica di avere sei ali.
Avrebbe dovuto immaginare che nel breve tratto sottoposto al Regno della Tempesta, il drago della Luce avrebbe dovuto essere scortato da un altro Cavaliere.
I due draghi atterrarono entro i Confini del Regno del Fuoco, dove i due Cavalieri smontarono: Ai si ritrovò di fronte due ragazza, la prima era esile e le sorrise calorosamente, la seconda aveva uno sguardo molto più duro e portava un’enorme falce sulle spalle.
-Sei tu che devi prendere in custodia la piaga? Ti avverto non ha fatto altro che lamentarsi che soffriva di vertigini e che aveva la nausea, meno male ho dovuto sciropparmela per solo poco tempo, non ti invidio proprio.
Ai cadde dalle nuvole, come era possibile che un Cavaliere soffrisse di vertigini e avesse la nausea mentre era in aria?
-Non essere così dura, Neren- disse il secondo Cavaliere, sorridendo – Principessa, per favore lasci le piume di Kilmore, il Cavaliere che dovrà scortarci a palazzo è già qui.
-No, ho paura di scendere dal drago!- Ai sentì rispondere una voce femminile, nascosta dalla mole del drago bianco, mentre Neren sbuffava spazientita.
-Perdonala, il mio nome è Ailea Eucliffe, questi è invece il mio drago, Kilmore- diede una pacca al ventre del drago bianco –mentre la voce che hai sentito è quella della Principessa Lucy.
-Oh- disse Ai, sorpresa dall’identità del loro ospite –Io mi chiamo Ai Haibara, il mio drago è Karen- si presentò anche lei.
-E così ci siamo presentati tutti, io tolgo il disturbo, voglio tornare a Kuasta… Arrivederci Ai, Addio Mocciosa- disse Nere, saltando sul suo drago.
-Sono una guerriera come te!- urlò Ailea rivolta alla ragazza.
-Quando avrai davvero voglia di dimostrarlo vieni a Kuasta, ti dimostrerò la differenza tra un Cavaliere e una Mocciosa- e detto questo prese il volo con il suo drago per sparire all’orizzonte.
-Che Antipatica- disse Ailea cacciando fuori la lingua.
-Dovremmo andare, la regina Erza aspetta la principessa Lucy- le due ragazze salirono sui rispettivi draghi, decollando nella direzione contraria che Ai aveva percorso all’andata.
-La principessa Erza ha acconsentito di proteggere la principessa della Luce, non è questa una dichiarazione di guerra all’Ombra?- chiese Karen ad Ai, mentre stavano volando in direzione di Aberon.
-Si, ma la mossa di Re Jude è molto furba, lasciando qui la principessa sa che anche qualora la guerra si mettesse male, gli abitanti non riconoscerebbero mai come legittimo sovrano Re Yiemma, salvaguardando anche la vita della figlia, ma la Regina Erza non è stupida, sa benissimo che per venire ad attaccare il Regno di Fuoco deve invadere la Tempesta e Re Makarov non è il tipo che resta a guardare- spiegò Ai.
Nessun inconveniente disturbò il viaggio di Ai ed Ailea, che arrivarono ben presto ad Aberon e nel cortile del palazzo, trovarono con sorpresa anche Igneel e Natsu che stavano parlando con Magnus, ma che si voltarono per vedere chi fosse il drago che stava scendendo insieme ad Ai, probabilmente il Cavaliere non aveva ancora avuto modo di essere informato della loro presenza.
-Maestro, la Regina mi ha ordinato di condurre qui il Cavaliere della Luce- spiego Ai a Natsu che cadde completamente dalle nuvole, meno male che c’era Igneel con lui, il quale rispose –Benvenuto Cavaliere-
L’interpellata si inchinò di fronte ai due che gli erano stati presentati e rispose –Il mio nome è Ailea Eucliffe e sono in missione ad accompagnare la Principessa Lucy.
-Ah e dove è?- chiese Natsu disinteressato.
Dalla groppa del drago si affacciò una testa e guardò nella direzione in cui sentì le voci, Ai poté notare un ovale perfetto incorniciato da splendidi capelli dorati, ma quello che la colpì fu lo stupore che notò sul volto del suo maestro che guardava in direzione della principessa con gli occhi sbarrati, incapace di pronunciare qualunque sillaba di senso compiuto.    
 
 
REGNO DELLA LUCE
Sting e Weisslogia avevano volato come due fulmini e in poco tempo avevano raggiunto la città di …….. trovandosi di fronte lo spettacolo che ore prima Eneko Ravan aveva visto dall’alto.
Weisslogia vide qualcosa che lo mise in allerta, vicino alle porte della città il drago nero di Rogue era fermo e scrutava il cielo, apparentemente tranquillo, perciò il drago bianco cominciò l’atterraggio e appena toccò il suolo, Sting scese a volo dalla sua cavalcatura, trovandosi di fronte a Rogue, già pronto con la spada nella mano.
-Maledetto, dov’è Eneko?- urlò quando si ritrovò a pochi metri di distanza.
-Lo rivuoi? Ma ti avverto, non è molto in forma- disse Rogue, facendo un cenno, ed un uomo armato si fece avanti, trascinando Eneko Ravan che lo seguiva docilmente, lo sguardo spento e i piedi che strusciavano sul suolo.
-Non riesco a mettermi in contatto con Israfil- lo avvertì Weisslogia, e Sting rabbrividì a quelle parole, sapeva già cosa era successo.
-Ridammi Eneko, Rogue…
-Ma certo, lascialo andare – ordinò Rogue al soldato che tagliò le corde che lo tenevano legato e il Cavaliere cominciò a camminare lentamente in direzione di Sting, ma poi Rogue sparò dalla mano un raggio oscuro che colpì Eneko al centro del petto, trapassandolo e facendolo crollare al suolo.
-NOOOOOOOOOO- urlò Sting, avventandosi sul Cavaliere dell’ombra con la spada sguainata che fendeva l’aria e che fu parata da quest’ultimo con la sua spada oscura, mentre i due draghi si lanciavano l’uno contro l’altro.
-Ti ucciderò per quello che hai fatto Rogue, maledetto.
      
 
Note dell’autore
Allora spero vi siate divertiti a leggerlo almeno quanto io a scriverlo, so che i draghi stanno avendo un po’ meno spazio, ma è fisiologico, anche perché se dovessi tenerli sempre in considerazione sarebbero 28 personaggi… Comunque ho appena ucciso il mio primo OC, mi dispiace ma le promesse si mantengano siano esse quelle di morte…
Ricordate che una recensione è sempre ben accetta… E un saluto a voi tutti 
   
 
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