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Autore: eliseCS    21/08/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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23 – Un tuffo nel passato
 
 
 
“Sono davvero colpito, non c’è che dire” si complimentò il signor Potter con Elise dopo averla raggiunta nel suo appartamento.
La ragazza accolse distrattamente il commento, divisa tra il pensiero di Calliope vestita, anzi, svestita con una maglietta di James, la faccia tosta del suddetto ragazzo e quello che invece voleva chiedere al signor Potter.
“Elise, c’è qualcosa che non va?” domandò il mago capendo che evidentemente c’era qualcosa che gli sfuggiva.
Quando era arrivato a casa James gli aveva riferito che Elise lo stava aspettando al suo appartamento ed era sparito in camera sua prima che potesse chiedere ulteriori spiegazioni.
Le aveva chieste poi alla ragazza che aveva confermato che aveva lasciato casa Potter non appena si era accorta della presenza di James perché proprio non le andava ancora di parlargli.
La ragazza sospirò prima di rispondere all’uomo: “In effetti volevo chiederle un favore…” cominciò incerta.
Il signor Potter annuì: “Se è fattibile non c’è problema, dimmi”
“Ecco, volevo sapere se fosse possibile poter parlare di nuovo con il Ministro della Magia… lo so che di sicuro è molto impegnato e ha questioni più importanti a cui pensare, ma…”
Il mago non si stupì più di tanto a quella richiesta, in effetti si era chiesto più di una volta quando Elise avrebbe cominciato a fare domande: era una ragazza intelligente, di sicuro non si sarebbe accontentata della spiegazione sbrigativa che le era stata velocemente fornita.
Se non altro avrebbe avuto la soddisfazione di poter dire “Te l’avevo detto” a Kingsley, che al contrario sembrava convinto di aver già archiviato la pratica.
“Ti sembrerà strano ma in realtà mi stavo proprio chiedendo quando me lo avresti chiesto” disse il signor Potter dando voce ai suoi pensieri.
Elise gli sorrise di rimando: “Quindi pensa che possa essere fattibile?”
“Come hai detto tu il Ministro è sempre molto impegnato, ma non ti preoccupare che riuscirà sicuramente a trovare un attimo per parlarti meglio. Glielo farò presente il prima possibile e appena c’è qualche novità ti faccio sapere, ok?”
“Grazie davvero” disse la ragazza sentendosi sollevata.
Il signor Potter annuì dirigendosi verso la porta: dopotutto era lì solo per controllare che la ragazza fosse ancora tutta intera dopo la smaterializzazione.
“Sicura che vada tutto bene?” domandò un’ultima volta, la mano già sulla maniglia della porta.
La ragazza annuì, per niente convinta e il mago non potè fare altro che salutare e uscire: ovviamente non avrebbe parlato con lui, ma James l’avrebbe sentito di certo non appena fosse tornato a casa.
 
 
***
 
 
Un’esclamazione indignata e incredula invase il salotto di casa Potter.
“Tu hai fatto cosa?!”
Daniel era a dir poco scandalizzato: lo sapeva che il suo migliore amico era un idiota, meglio, il re degli idioti, ma con quella le aveva davvero superate tutte, come anche aveva scongiurato il pericolo che qualcuno gli rubasse l’altisonante titolo.
“Ti prego dimmi che ho capito male, che me lo sono sognato… che stai scherzando…” continuò ancora. “E non fare così!” lo ammonì quando il moro alzò gli occhi al cielo palesemente stufo della paternale dell’amico.
“Nel migliore dei casi non ti rivolgerà mai più la parola…”
“Perché, nel peggiore?” domandò ironicamente l’altro.
“Beh, nel peggiore ti incenerisce… non dubito che possa riuscirci… o in alternativa qualcos’altro di altrettanto doloroso…”
“Ok, adesso stai esagerando”
“No, James. Tu hai esagerato! Invitare Calliope, sul serio?”
“Non potevo mica sapere che poi mi sarei ritrovato Elise in casa…”
“Ah, e quindi il fatto che lei non sarebbe mai dovuta venirlo a sapere dovrebbe giustificarti? Non per dire, ma se fossi una ragazza neanche io ti vorrei come fidanzato…” esclamò Daniel al limite dell’esasperazione.
“Noi non siamo fidanzati” disse James a bassa voce dopo un lungo attimo di silenzio.
“Dopo questo no di certo…”
“E poi mi spieghi cosa avrei dovuto fare, eh?” proseguì il moro alzando di nuovo il tono. “E non dire chiedere scusa, perché ieri sera ero tornato indietro per farlo, ma indovina un po’? A quanto pare il fatto che io tenga a lei è un problema mio…”
“Sicuramente hai frainteso e hai rovinato tutto come tuo solito” lo rimproverò Dan.
“Fidati, sarebbe stato molto difficile fraintendere visto che il discorso l’ho seguito tutto” replicò l’altro vagamente sconsolato.
“Penso che comunque la tua reazione sia stata esagerata. E poi… Calliope? Ti prego…!”
“Ehi! Guarda che non ci ho fatto niente. Volevo solo parlare per chiarire che fra noi era finito tutto per poter sistemare finalmente le cose con Elise, ma non ho neanche iniziato il discorso che mi ha chiesto un bicchiere d’acqua. Evidentemente le serviva come diversivo per prepararsi… se penso a com’era conciata quando è scesa dalla scale…”
Un *crack* risuonò nell’aria accompagnando l’arrivo del signor Potter e i due ragazzi si affrettarono ad interrompere il discorso: nonostante tutto James era riuscito a farsi promettere da Dan che non avrebbe detto niente a nessuno di quanto gli aveva raccontato.
 
A quanto pare però suo padre aveva idee diverse.
 
“Potrei sapere cos’è successo, di nuovo, con Elise?” chiese infatti il signor Potter con un tono che non ammetteva repliche facendo andare di traverso la saliva che James stava deglutendo mentre Dan cercava senza troppo successo di trattenersi dallo scoppiare a ridere in faccia all’amico.
Harry guardò rassegnato le reazioni dei due ragazzi soffermandosi in particolare sul figlio che al momento sfoggiava un’espressione imbarazzata, mortificata e pentita allo stesso tempo.
“Sentiamo… cos’hai combinato stavolta?”
 
 
 
///
 
 
 
Erano passate tre settimane da quando Elise aveva posto la richiesta al signor Potter, ma ancora non aveva ricevuto novità, e lei non aveva più chiesto: al momento giusto, con un po’ di fortuna, avrebbe avuto la sua occasione.
Ormai quasi tutti gli spostamenti li faceva smaterializzandosi, a meno che non ci fosse anche Julia, e aveva continuato regolarmente la sua istruzione in campo magico finchè non ebbe completato, apprendendo alla perfezione, il programma di incantesimi e di difesa contro le arti oscure di tutti e sette gli anni.
Recentemente aveva iniziato con la più impegnativa trasfigurazione, cercando di incastrare gli incontri con Hermione, che aveva continuato da sola a farle da insegnante, tra gli impegni della strega stessa e i suoi turni del tirocinio cominciato con l’inizio del nuovo mese.
Per un motivo o per l’altro, quando la sera ritornava a casa (a meno che non avesse un turno di notte) Elise era sempre distrutta ma in egual modo soddisfatta per i suoi progressi.
Aveva accantonato ogni problema in un angolo della sua mente, ben decisa a non affrontarli a meno che non fosse stata costretta.
In primis aveva deciso di dimenticarsi di sua madre finchè non fosse riuscita a fare quella famosa chiacchierata con il Primo Ministro, restando comunque grata che Shayleen stesse rispettando la sua promessa di non cercarla più finchè non fosse stata la ragazza a tornare da lei.
Il problema James invece non si era affatto presentato visto che il ragazzo aveva evidentemente preso sul serio il suo avvertimento e non si era più fatto vedere.
Al contrario aveva spesso occasione di intrattenersi con Dan visto che era finito, non sapeva bene come, a fare coppia fissa con Julia. E siccome alla fine dei conti non aveva mai visto la sua migliore amica così felice, ad Elise andava più che bene.
 
Quando quel pomeriggio arrivò al solito posto al parco fu alquanto sorpresa di rilevare la presenza del signor Potter, in divisa da Auror, accanto a quella ormai più familiare della strega.
“Temo che dovremo rimandare la lezione di oggi Elise” annunciò Hermione notando la presenza della ragazza smettendo di parlare con il suo interlocutore.
“Se per te va bene Kingsley si è tenuto il pomeriggio libero per parlare con te” disse il mago confermando le idee della ragazza. “Non ti ho voluto anticipare nulla nel caso in cui ci fosse stato qualche imprevisto, ma a quanto pare sei fortunata. Dobbiamo andare al Ministero, e siccome immagino tu non ci sia mai stata faremo una materializzazione congiunta” continuò a spiegare. “Ma non preoccuparti, l’unica cosa che cambia è che non ti devi concentrare su nessuna destinazione, ci penserò io a quello, per il resto non c’è nulla di diverso dalla materializzazione normale” aggiunse poi in risposta allo sguardo dubbioso della diretta interessata.
“Andiamo?” la esortò porgendole il braccio.
 
 
Non troppo tempo dopo i due erano arrivati a destinazione.
Il signor Potter l’aveva rapidamente condotta fino all’ufficio del Primo Ministro e lei non si era nemmeno guardata tanto intorno, più impegnata a guardare dove metteva i piedi e a schivare tutte le persone che andavano di fretta da una parte all’altra del Ministero.
Alla fine il signor Potter l’aveva lasciata da sola salutando rapidamente il Ministro Shacklebolt per poter tornare al lavoro.
 
L’ufficio era abbastanza ampio, ma Elise si riservò di concentrare la sua attenzione solo sulle cose fondamentali: un grande tappeto persiano ricopriva il pavimento di marmo lucido subito dopo la porta e due poltroncine in pelle precedevano un’ampia scrivania in legno massiccio dietro alla quale era seduto il mago dalla carnagione scura che dopo averla salutata la invitò ad accomodarsi.
Elise si sedette come le era stato detto.
Ci fu un lungo istante di silenzio durante il quale la ragazza e il Primo Ministro si scrutarono a vicenda senza dire nulla.
“Harry mi ha detto che ne volevi sapere di più sulla storia di tua madre” esordì Kingsley. “Da dove vuoi cominciare?”
“Lei ha detto che Shayleen voleva in un certo senso prendere il controllo del Ministero, e che per quello aveva dato ordine di farla arrestare. Volevo sapere in che modo aveva capito le sue intenzioni: se Shayleen l’aveva fatto capire esplicitamente o se lo ha dedotto lei da qualcosa che ha detto o fatto…”
Kingsley annuì: “Immaginavo… credo che questo sia un po’ difficile da spiegare a parole, per questo pensavo fosse utile fartelo vedere” disse.
Si alzò dal suo posto per raggiungere un armadietto alle sue spalle e aprirlo.
Pochi secondi dopo uno strano bacile in pietra era stato appoggiato al centro della scrivania.
La cosa particolare però non era tanto il contenitore quanto il contenuto: all’interno c’era una strana sostanza argentea e cangiante che aveva un aspetto fluido e impalpabile allo stesso tempo.
“Questo è un pensatoio” spiegò Kingsley rispondendo alla muta domanda di Elise. “Quelli che vedi sono ricordi, miei ricordi” proseguì mentre faceva passare la bacchetta sopra la superficie.
Richiamato da quel movimento un filamento argenteo, un ricordo, emerse tra gli altri, aprendosi a rivelare delle immagini.
“Ti basterà avvicinarti” furono le ultime direttive.
Titubante Elise si accostò al bacile, appoggiando le mani sul legno della scrivania ai lati del pensatoio e avvicinando la testa quasi fino a sfiorare la superficie argentea con la punta del naso.
Si sporse ancora un po’ e l’attimo successivo le sembrò di essere risucchiata all’interno del pensatoio, in caduta libera all’interno di un pozzo senza fondo.
Chiuse gli occhi trovando il coraggio di riaprirli solo quando sentì i suoi piedi poggiarsi nuovamente su una superficie solida.
Era sempre nello studio del Ministro della Magia, che era perfettamente identico a quello dov’era fino ad un attimo prima eccetto che per qualche soprammobile e il pensatoio che non era più sulla scrivania.
 
Un Kingsley Shacklebolt di vent’anni più giovane era seduto al solito posto mentre dall’altro lato del mobile Shayleen stava andando avanti e indietro con aria concitata. All’epoca doveva avere la sua stessa età: erano davvero simili come le era stato detto.
Un’osservazione più accurata rivelava però che qualche dettaglio era comunque diverso.
Gli occhi verdi sfumati sull’arancione intorno alla pupilla e la dolcezza dei lineamenti non li aveva presi da lei.
“Ha idea di cosa questo potrebbe significare? Perché no?”
“Shayleen, pensavo che avessimo concordato sul fatto che è stato solo un caso. Probabilmente quell’uomo era un… Puro, come li chiami tu, già da prima, non è possibile che sia come dici tu” rispose pazientemente il Ministro.
Era almeno la decima volta che la ragazza cercava di convincerlo della sua idea, ma lui aveva già preso la sua decisione in merito: quello che Shayleen voleva fare era troppo pericoloso, non glielo avrebbe lasciato fare.
“E se non fosse così?” tornò alla carica l’Indicibile fermandosi di fronte alla scrivania guardando il mago negli occhi. “Se fosse veramente possibile fare in modo che anche le persone che normalmente usano la bacchetta possano farne a meno? Se solo mi lasciasse…”
“Non posso lasciarti usare le persone come cavie, Shayleen!” esclamò Kingsley interrompendola alzandosi con uno scatto dalla poltrona.
La ragazza indietreggiò di un passo.
“Lo so che vuoi capire meglio come funziona la tua magia e che ti piacerebbe che ci fossero più persone come te, ma non è questo il modo per farlo. Non puoi chiedermi l’autorizzazione per bloccare i poteri delle persone solo per fare una prova: sai bene quali potrebbero essere le conseguenze di un blocco così improvviso su un mago che usa la magia da tanto” continuò l’uomo smorzando appena i toni.
“Non penso che ci sia seriamente il rischio di una crisi da sovraccarico fulminante, e comunque nessuno ha mai provato, quindi come fanno ad esserne così sicuri?” ribattè lei.
“Questo non cambia il fatto che non posso lasciarti usare le persone come esperimenti!”
 
I due si guardarono per qualche istante.
 
“Quindi non ho il suo permesso” riassunse Shayleen.
“No, non ce l’hai” confermò Shacklebolt serio.
“Nemmeno sulle persone che sono già al San Mungo e che potrebbero…”
“No, nemmeno su quelle”
“Scusi il disturbo allora. Adesso sarà meglio che torni al lavoro” si congedò la ragazza.
“Buon lavoro Shayleen” rispose di rimando il Ministro, e l’attimo dopo era di nuovo solo nell’ufficio.
 
 
Improvvisamente l’ambiente intorno ad Elise tremò, e solo dopo qualche istante l’ufficio del Primo Ministro tornò a fuoco.
 
Era vuoto, e quando sentì la porta aprirsi non fece in tempo a spostarsi che Shacklebolt le passò attraverso senza tanti complimenti per andare a prendere posto dietro la scrivania per poi prendersi la testa tra le mani sospirando.
Il rumore di qualcuno che bussava alla porta lo fece riscuotere e fece sussultare anche la ragazza.
Il Ministro invitò l’ospite ad entrare ed Elise rimase incantata ad osservare i due nuovi arrivati, uno in particolare.
La sua attenzione passò rapidamente da Shayleen, non doveva essere passato troppo tempo dal ricordo precedente in cui l’aveva vista, al ragazzo dai capelli corvini e dai particolari occhi verdi al suo fianco: suo padre.
“Shayleen, Evan. Prego, accomodatevi” li accolse Kingsley indicando le due poltroncine davanti alla scrivania. Elise notò che Shayleen aveva scelto la stessa poltrona su cui si era seduta lei.
I due si guardarono prima che Shayleen prendesse parola: “A cosa dobbiamo questo incontro, Ministro? Se non sbaglio la scadenza per il prossimo rapporto non è prevista prima di dopodomani” disse la ragazza con tono deciso, l’espressione del viso impassibile.
Forse Kingsley non si aspettava un tale controllo, visto che assottigliò gli occhi quasi volesse studiare Shayleen ancora meglio.
“Penso che anche voi siate al corrente delle strane sparizioni che si stanno verificando in questo periodo” cominciò. “Persone che svaniscono nel nulla senza lasciare tracce se non la loro bacchetta spezzata rinvenuta nel presunto luogo del rapimento…”
I due ragazzi annuirono continuando a mantenere la loro espressione composta.
 
“Kludd è stato arrestato” disse alla fine Kingsley.
Con un moto di soddisfazione potè riconoscere un lampo di paura attraversare rapidamente gli occhi verdi di Evan, ma quello che vide negli occhi di Shayleen al contrario lo fece preoccupare: quella non era paura ma provocazione.
Kludd era un Indicibile che faceva parte del gruppo che lavorava con Shayleen, un omone grande e grosso anche lui capace di usare la magia senza bacchetta.
Di certo non era la mente del gruppo, ma a quanto gli avevano detto era un valido elemento e in effetti non era stato per niente facile fermarlo.
“C’è stata una soffiata in seguito alla quale è stata fatta una perquisizione della sua abitazione. Indovinate cosa, anzi, chi abbiamo trovato nel suo scantinato?” domandò il Ministro, ma i presenti sapevano che era una domanda retorica.
“Barran è scomparso poco più di una settimana fa, l’ultimo ad averlo visto è stato un suo collega prima che lasciasse l’ufficio per tornare a casa, dove non è mai arrivato. Le due parti della sua bacchetta spezzata sono state rinvenute vicino all’ingresso del Ministero a Londra, mentre lui è stato ritrovato poco fa nello scantinato di Kludd, morto” proseguì il ministro.
“Adesso voglio sapere cosa sapete voi di questa faccenda”
Il silenzio tornò ad avvolgere i presenti.
“Conoscevo Barran di nome e di fama, sapevo che era bravo in quello che faceva” commentò Shayleen senza tradire alcuna emozione. “Ma non capisco perché dovrei sapere qualcosa riguardo a quello che gli è successo. Il fatto che io lavori insieme Kludd non significa niente, di certo non so quali siano i suoi… hobby una volta fuori dall’Ufficio Misteri”
“Forse perché è risaputo che le persone del vostro gruppo non lavorano con te, quanto per te, Shayleen” ribattè Kingsley. Non si aspettava certo che la ragazza confessasse, ma il fatto che si dimostrasse così poco disponibile di certo non deponeva a suo favore.
“I Medimaghi hanno svolto l’autopsia sul corpo di Barran, ma nonostante tutto non sono riusciti a capire cosa gli sia stato fatto, né la causa della morte, voi avete qualche idea?” continuò il Ministro.
“Glielo chiedo di nuovo: perché mai io dovrei essere al corrente di quello che Kludd stava facendo?” rispose di nuovo Shayleen imperturbabile, anche se dal tono di voce iniziava ad essere percepita una certa nota di fastidio.
“Kludd è sempre stato un tipo solitario, pur lavorando insieme non abbiamo mai avuto abbondanti occasioni per parlare di qualcosa che non fosse strettamente legato al lavoro. Temo che non potremo essere di aiuto” commentò pacatamente Evan, parlando per la prima volta, stringendo leggermente un braccio a Shayleen quasi invitandola a calmarsi.
Kingsley sospirò scuotendo la testa: “Va bene, se questa è la vostra versione mi fido. Potete andare e scusate il disturbo”
 
 
Ancora una volta l’ambiente sembrò tremare e diventare sfocato prima di tornare normale.
 
Il Primo ministro era sempre al suo posto, seduto dietro la scrivania, mentre dall’altro lato c’era Evan, questa volta da solo.
“C’è lei dietro tutto questo, non è vero? Le sparizioni, le bacchette spezzate…” esordì Kingsley.
Lo sguardo di Evan si incupì impercettibilmente, ma il ragazzo non disse nulla.
“Non sembra che però le cose stiano andando molto bene” continuò il Ministro. “Immagino che se l’idea di Shayleen avesse funzionato le persone che sono scomparse ad un certo punto sarebbero spuntate di nuovo fuori, ma così non è stato. E questo mi fa arrivare alla conclusione che quelle persone ormai non siano più solo scomparse ma anche morte, soprattutto dopo che abbiamo ritrovato Barran… dico bene?”
“Lei è consapevole che non basta un semplice divieto per impedire a Shayleen di fare qualcosa, vero? Come quando era a scuola, pensa ancora che le regole siano fatte per essere infrante. E intendo qualsiasi regola…” disse semplicemente Evan misurando le parole, senza rispondere veramente alle domande che gli erano state poste.
“Poniamo che Shayleen non sia del tutto estranea a questi avvenimenti: cosa ne penserebbero gli altri? Le altre persone come voi che avete rintracciato cosa direbbero di questa cosa?” domandò il Ministro vagamente intimidito dalla risposta che avrebbe ricevuto.
“Loro… sarebbero con lei. Temo che, ipoteticamente parlando, potrebbero essere particolarmente allettati all’idea di un’intera… razza” storse la bocca pronunciando l’ultima parola “composta solo da Puri. Penso che sarebbero disposti ad appoggiarla qualsiasi cosa vorrà fare, sempre ipoteticamente parlando” concluse Evan, sembrava quasi sconsolato.
“E tu, Evan?” chiese infine Kingsley alzandosi e aggirando la scrivania fino a fermarsi a fianco del giovane.
Questo sembrò rifletterci per un attimo prima di alzarsi a sua volta a guardare il mago negli occhi.
“Io la amo. Farò il possibile per cercare di distoglierla dal suo proposito, ma sarò sempre dalla sua parte” rispose alla fine.
“Molto bene Evan” replicò Kingsley. “Grazie per essere venuto, puoi andare adesso”.
Il ragazzo annuì e lasciò l’ufficio.
 
 
Il Primo Ministro fece avanti e indietro per la stanza per qualche minuto.
Quando alla fine si fermò tirò fuori la bacchetta dalla veste, evocò un Patronus (Hermione aveva spiegato ad Elise tutto al riguardo) e lo mandò a cercare il capo del Dipartimento Auror affinchè si recasse subito nel suo ufficio.
Dopo un po’ un mago che Elise non aveva mai visto ma che indossava la stessa divisa che la ragazza aveva visto indosso al signor Potter fece il suo ingresso.
Non ci furono saluti o convenevoli.
“Raduna le tue squadre migliori” disse semplicemente Kingsley. “Voglio che Shayleen, Evan e tutto il loro gruppo di Indicibili vengano arrestati e portati ad Azkaban entro stasera, compresi coloro che cercheranno di aiutarli. Mi raccomando prestate la massima attenzione”
L’uomo annuì serio e dopo aver risposto con un duro “Sì signore” girò sui tacchi e lasciò la stanza.
 
 
L’ambiente intorno ad Elise riprese nuovamente a girare, e quella volta la ragazza si ritrovò proiettata sulla poltrona su cui si era accomodata all’inizio del colloquio con il Primo Ministro: era tornata al presente.
Kingsley la osservò per qualche istante mentre lei cercava di mettere insieme i vari pezzi prima di commentare con un cupo: “Adesso sai”.













Aggiornamento anticipato anche questa volta (lo so che queste note saranno lunghe ma vi prego di leggere fino alla fine, soprattutto la parte centrale).
Il punto è che mi sono appena ricordata (alle ore 22.15) che domani mattina vado via e non tornerò a casa fino alla prossima settimana, lasciando peraltro il mio computer abbandonato a se stesso sulla scrivania, quindi eccomi qua!
Piuttosto che in ritardo preferisco aggironare in anticipo :)
Capitolo un po' così, me ne rendo conto.
Esclusa la prima parte, che mi sono divertita un mondo a scrivere!, il resto è stato un vero e proprio parto (e nel caso non si capisse non mi convince ancora adesso).
Una cosa che mi sento di precisare, perchè mi rendo conto che giustamente i lettori non possono leggermi nel pensiero, è che in questo capitolo abbiamo una Shayleen di vent'anni prima, con motivazioni ben diverse rispetto a quelle che la spingono ad agire nell'attuale presente della storia.
Poi: nel capitolo 4 (quando James viene messo in punizione) faccio riferimento a misteriose sparizioni e a bacchette spezzate -adesso avete avuto la conferma di chi c'era dietro- e sono consapevole di aver quasi trascurato questo aspetto, ma vi assicuro che non me ne sono dimenticata!
Diciamo che c'è un perchè se le sparizioni sono finite quasi contemporanemente a quando Shayleen ha ritrovato Elise, e vi prometto che la cosa sarà spiegata.
Bene, della parte che mi premeva di più ho detto tutto, vi lascio lo spoiler del prossimo capitolo:

Ancora una volta fu Elise a riprendere la parola.
“Senti, Shayleen ha il suo bel da fare a dire che sono sua figlia e cavolate varie sulla fiducia… e poi non si fida di me per una cosa come questa? Non posso letteralmente dire una parola a nessuno su questa faccenda, cos’è che vi preoccupa, eh? Dille che per le cinque e mezza, sei al massimo, sarò da lei a quella stupida villa, promesso. E mi dispiace, ma la mia parola è l’unica cosa che sono disposta a darti in garanzia perché sai, anch’io mantengo sempre le mie promesse. E se non ti va bene… beh, è un problema tuo”
E prima di dare il tempo alla donna di ribattere in qualsiasi modo si era già smaterializzata.


Grazie come sempre per continuare a seguire/preferire/ricordare la storia, e un ringraziamento particolare a chi recensisce, i pareri dei lettori sono sempre preziosi!
Spero di non avervi confuso troppo le idee con la mia spiegazione di prima e in ogni caso sono sempre aperta a dubbi/domande/critiche.
Buona notte a tutti e alla prossima settimana
E.



 
   
 
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