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Autore: MairTonks    22/08/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Charity detestava con tutto il cuore le sue compagne di stanza che, ogni anno da sette anni, rendevano i suoi risvegli sempre più traumatici di quanto già non fossero. Si girò dall’altro lato per nascondersi dal timido raggio di sole che filtrava attraverso le spesse tende attorno al letto e per cercare di ignorare la discussione a toni accesi che stava avendo luogo. Una voce estremamente fastidiosa aveva appena iniziato una filippica su quanto fosse importante rispettare i turni per il bagno e aveva ormai raggiunto livelli tali da essere udita ormai solo dai pipistrelli.

Come ultimo tentativo per provare a conquistare altri dieci preziosi minuti di sonno, non era esattamente un tipo mattutino, Charity mise la testa sotto il cuscino ma una terza voce si aggiunse alla discussione e dovette dire addio al caldo torpore del letto. Si alzò e, ignorando le tre ragazze, si diresse verso il bagno e chiuse la porta alle sue spalle. Dopo anni era diventata un’esperta ad approfittare di qualsiasi momento di distrazione delle sue compagne per riuscire a prepararsi in tempo per le lezioni. Numerosi ritardi causati da interminabili attese per il bagno le aveva tolto qualsiasi scrupolo di coscienza e, ormai, ne traeva una certa soddisfazione.

-Per l’ennesima volta, se tutte noi rispettassimo i turni non avremmo problemi- stava ripetendo la voce odiosa per la decima volta da quando aveva aperto gli occhi.

Cosa aveva fatto di male per finire insieme a quelle tre? Non poteva avere delle compagne tranquille e simpatiche con cui parlare fino a notte fonda e spettegolare sugli altri studenti? Penelope andava ancora bene, era l’unica con cui riusciva a scambiare due parole quando era in dormitorio ma le altre due erano insopportabili. Litigavano sempre per qualsiasi cosa dalla finestra lasciata aperta alla porta del bagno sbattuta violentemente. 

Si lavò il viso per togliere le ultime tracce di sonno e si specchiò. Lo specchio le riportò il riflesso di una ragazza di diciassette anni dal viso pallido e lentigginoso. Indomabili ciocche bionde le ricadevano disordinatamente sui grandi occhi azzurri che, come era solito definirli Gabe, avevano lo stesso colore di una gelatina tutti i gusti al mirtillo. Non avevano niente a che vedere con la sfumatura azzurro ghiaccio degli occhi di sua nonna Hortensia o di Ophelia e, da quanto le aveva detto sua madre, li aveva ereditati dalla sua nonna materna. Charity non aveva mai visto nemmeno una foto di sua nonna Ingrid ma sia sua madre e suo nonno Hans non facevano altro che ripeterlo. 

-Per l’ennesima volta, non intendo rispettare una stupida tabella per poter andare in bagno!- la voce acuta di Kate la riscosse dai suoi pensieri. Con calma finì di prepararsi e, quando uscì per andare in sala comune, trovò le sue compagne ancora intente a discutere. 

-Buongiorno Char- le disse una voce calma quando scese l’ultimo gradino. Seduto su una poltrona con un libro aperto in grembo c’era Cris, perfettamente vestito e pettinato. 

Era così da quella lontana mattina di circa sette anni prima quando, per la prima volta si era svegliata nel suo letto a baldacchino e sentito la furiosa discussione che era nata tra le sue compagne di stanza. La Charity undicenne aveva tentato di calmare la situazione ma si era arresta quando Kate si era voltata verso di lei dicendole di farsi gli affari suoi. Così, troppo arrabbiata e delusa per essere capitata in dormitorio con persone del genere, si era preparata ed era corsa il più lontano possibile da quelle bambine che aveva reso ancora più difficile il suo primo risveglio ad Hogwarst. 
Dopo che il cappello parlante aveva smistato lei e Gabe in due case diverse aveva sperato almeno di fare amicizia con le sue compagne. Ma tutte e quattro aveva iniziato con il piede sbagliato e, nonostante la flebile speranza di poter ricominciare da capo la mattina dopo, ci aveva rinunciato. Charity non era mai stata una bambina molto socievole e, se non fosse stata per Gabe, non avrebbe avuto amici. Era stata lui a fare tutto quando si erano conosciuti ed era stato sempre lui a presentarle un timido Oliver durante il primo viaggio verso la scuola.

Come quel giorno Cris era seduto su quella che sarebbe poi diventata la sua poltrona preferita, intento a leggere un libro per non farsi trovare impreparato a lezione. Lo aveva incontrato per la prima volta il giorno del suo smistamento ma era troppo agitata per parlare con qualcuno, persino con Gabe, ma ricordava che era stato lui a spiegare ad un meravigliato Oliver che era possibile osservare il cielo stellato attraverso il soffitto della sala grande grazie ad un incantesimo. Doveva aver usato un tono saccente e seccato perché Gabe aveva messo una mano intorno alla sua spalla e a quella di Oliver e li aveva allontanati dal bambino dicendo che era troppo noioso per i suoi gusti.

-Di nuovo?- le chiese Cris inarcando un sopracciglio. 

-Come ogni giorno da sette anni. Sarebbe stato strano non iniziare una giornata con le loro grida, non trovi?- disse Charity sospirando rassegnata e buttandosi a peso morto sul divanetto davanti alla poltrona. Cris le rivolse un timido sorriso comprensivo prima di chiudere il libro che stava leggendo per dedicarle la sua completa attenzione e prepararsi a sentire per l’ennesima volta il suo solito monologo su quanto fosse stata sfortunata a finire in quel dormitorio. 

-Voglio cambiare dormitorio- concluse Charity spostandosi una ciocca ribelle sfuggita dalla stretta coda in cui aveva legato i suoi capelli. A detta di sua madre quello era l’unico modo possibile per domare i suoi capelli che amavano avere una vita propria ma non sembrava avere molto successo. Neanche l’infallibile Astrid Burbage era riuscita a riordinare i suoi capelli in una bella coda alta e Charity ci aveva ormai rinunciato e si era abituata a scacciare le ciocche con un rapido movimento della mano. Purtroppo i suoi capelli non erano lisci e ordinati come quelli di sua madre e sua sorella Regan ma erano mossi come quelli di suo padre e suo fratello Merthin. 

-Lo sai che non e’ possibile.- le ricordò lui come ogni volta. Cris cercava di far passare un sorriso divertito in uno comprensivo con scarso successo. Una volta il ragazzo aveva ammesso di trovare divertenti i suoi monologhi sulle compagne di stanza e Charity non poteva dargli torto. Sapeva di essere piuttosto buffa di prima mattina, con gli occhi ancora pieni di sonno e i capelli sparati in tutte le direzione. Anche se all’inizio si era sentita offesa, sapeva che quella non era l’intenzione di Cris. Era un ragazzo estremamente sincero, che diceva la verità anche quando avrebbe rischiato di ferire qualcuno. 

Charity si limitò a lanciargli un’occhiataccia prima di alzarsi e uscire a passo spedito per recarsi in Sala Grande per la colazione. Cris fu costretto a rincorrerla e quando le fu accanto il suo sorriso non era scomparso. 

-Lo so Char, anche io non ho un buon rapporto con i miei compagni ma uso il dormitorio solo per dormirci. E anche tu, quindi stringi i denti e pensa che tra meno di un anno non sarai più costretta a svegliarti con le loro urla- le disse mentre si sedevano al tavolo. 

Charity si bloccò come se fosse stata pietrificata. Erano state le ultime parole del suo amico a farle quell’effetto. “Tra pochi mesi non sarai più costretta a svegliarti con le loro urla.” Tra pochi mesi non sarebbe più stata ad Hogwarst e, con tutto quello che era successo, non aveva realizzato che quello era il suo ultimo anno. Tra pochi mesi non avrebbe più camminato per quei corridoi, non avrebbe più mangiato sotto il cielo della Sala Grande e non avrebbe più passato tutto quel tempo con i suoi amici. Pochi mesi la separavano dall’inizio della sua vita reale, una vita che non sapeva che direzione avrebbe preso una volta presi i MAGO. 

-Tutto ok?- le chiese Cris dopo qualche attimo di silenzio. 

Lei annuì senza convinzione e si ritrovo' a pensare che quelli erano gli ultimi mesi di libertà prima degli obblighi dell’età adulta che la attendevano alla fine degli esami. Avrebbe dovuto lottare contro la sua famiglia per realizzare i sogni che ancora non conosceva. Era proprio questo che la spaventava, il fatto di non sapere cosa fare per il resto della sua vita. Le sarebbe piaciuto lavorare al ministero come i suoi genitori, ma in quale dipartimento? Non ci aveva mai pensato, si era sempre limitata a pensare a quello che non avrebbe fatto. Non si sarebbe sposata a diciotto anni con un uomo che non amava e non avrebbe sfornato bambini per il resto della sua vita. E allora cosa avrebbe fatto?

-Char, abbiamo babbanologia alla prima ora- la informò una voce distraendola dai suoi pensieri. Alzò gli occhi dal the ormai freddo che continuava a girare e si ritrovò davanti il volto di Gabe sporco di torta alla melassa. Non si era accorta che il suo amico le si era seduto difronte, troppo immersa nei suoi pensieri. 

-Sei sporco di melassa Gabe. Pulisciti- gli ordinò Cris mentre Charity sbirciava l’orario che le era stato dato poco prima. Non era male, soprattutto per il fatto che, nonostante il suo primo giorno di scuola non fosse iniziato nel migliore dei modi, almeno avrebbe cominciato l’anno con la sua materia preferita. 

-Agli ordini mamma- ribatte’ Gabe mentre tentava di ripulirsi. 

-E aggiustati la cravatta. Come e’ possibile che a quasi diciotto anni tu non sia in grado di fare un nodo degno di questo nome?- continuò Cris osservando con occhio critico il suo amico. 

Nonostante lo scambio di battute non molto promettente la sera del loro smistamento, Cris e Gabe erano diventati buoni amici anche se erano l’uno l’opposto dell’altro. Cris era preciso e ordinato, al contrario di Gabe, disordinato e incapace di fare il nodo alla cravatta o mettere la camicia dentro i pantaloni. 

-Anche la cravatta di Oliver non e’ allacciata bene, perché a lui non dici nulla?- chiese Gabe offeso mentre tentava di darsi una sistemata. Oliver, che si era appena seduto accanto a lui, lo ignorò preferendo buttarsi sulle uovo piuttosto che rispondergli. Tutti loro sapevano che Oliver era intrattabile di prima mattina e che non parlava prima di aver fatto un’abbondante colazione. 

-Perché lui non ha lezione tra dieci minuti Gabe. Tu e Char fareste meglio ad andare- ribatte’ Cris rivolgendosi anche a Charity che aveva assistito con un sorriso allo scambio di battute dei suoi amici. Anche Agatha e Sam sorridevano mentre osservavano il povero Gabe tentare di fare un nodo alla sua cravatta rossa e oro. 

-Non c’è un incantesimo?- chiese Gabe dopo aver fallito il quinto tentativo.

-Si, te l’ho anche insegnato ma la cravatta ti ha quasi strozzato- gli ricordò Cris senza sollevare gli occhi dal suo caffè. Tutti loro scoppiarono a ridere al ricordo di Gabe e della sua cravatta assassina, compresa Martha che li aveva appena raggiunti e aveva ancora il fiatone per la corsa. Charity notò che anche Evander si era appena seduto al suo tavolo ed era stato appena raggiunto dalla sua gemella e da una ragazza bionda che riconobbe come Imogene Yaxley. 

-Fatto!- esclamò Gabe al settimo tentativo. 

-Meglio di niente- commentò Cris osservando il debole nodo che teneva insieme la povera cravatta tutta stropicciata. Charity, Agatha e Sam scoppiarono a ridere e anche Oliver sollevò lo sguardo dal suo piatto per ammirare il risultato. Solo Martha non si unì alle risate e Charity notò che aveva lo sguardo puntato sulla schiena di Evander che in quel momento stava discutendo con la gemella. 

-Bene, io e Char andiamo visto che siamo gli unici del settimo anno ad avere lezione alla prima ora- disse Gabe alzandosi e guardando in cagnesco i suoi amici. 

-Anche io e Sam abbiamo lezione- replicò Agatha alzandosi a sua volta seguita da Sam.

-Certo, cura delle creature magiche. Trascorrerete tutto il tempo ad osservare il professor Kettleburn farsi divorare l’ennesimo arto- commentò Gabe.

-E tu passerai il tempo a capire a cosa serve un interruttore- ribatte’ Agatha con un sorriso ironico.                                        Era normale per loro assistere ai continui battibecchi tra i due ma non per gli altri studenti seduti accanto a loro per colazione. Molti continuavano a lanciare nella loro direzione occhiate perplesse e a parlottare in maniera fitta mentre li indicavano scuotendo la testa. 

Erano sette anni che Charity e  i suoi amici sedevano allo stesso tavolo durante i pasti nonostante appartenessero a case diverse. Avevano anche stilato un piccolo programma per fare in modo che tutti consumassero un pasto al tavolo della loro casa di appartenenza: colazione dai Corvonero, pranzo dai Grifondoro e cena dai Tassorosso.  Ma i loro compagni non si erano ancora abituati al fatto che studenti con indosso divise dai colori diversi si sedessero al loro tavolo. In molti continuavano a fissarli come se andassero in giro con il volto dipinto di verde. Alcuni studenti accettavano la cosa e spesso si univano al loro gruppo, altri, invece, li isolavano come se avessero paura di venire contagiati. Charity non era mai riuscita a capire come la rivalità tra le case potesse impedire ad un Corvonero di essere amico di un Grifondoro e ad un Tassorosso di trascorrere il suo tempo con un Serpeverde. Anche lei aveva avuto paura quando il cappello parlante aveva mandato lei a Corvonero, Gabe a Grifondoro e Oliver a Tassorosso e aveva pensato che non avrebbe più potuto stare insieme alle uniche due persone che conosceva. Ma le sue paure erano svanite quando Gabe e Oliver le avevano promesso che sarebbero stati amici nonostante i diversi colori della divisa e da allora avevano fatto di tutto per passare la maggior parte del tempo insieme. Col tempo si erano uniti a loro anche Cris, Agatha, Sam e Martha e loro erano più uniti che mai. 

-Char, andiamo o faremo tardi- la richiamò Gabe mentre le faceva cenno di seguirla. Charity lanciò un ultima occhiata ai suoi compagni di casa che continuavano a lamentarsi per il fatto di avere ospiti sgraditi al loro tavolo e seguì Gabe verso l’aula di babbanologia. Entrambi avevano deciso di seguire quella materia perché stanchi di non capire metà delle cose che i loro amici raccontavano sul mondo babbano e Charity si era completamente innamorata del mondo babbano tanto che, non appena ne aveva l’occasione, cercava di studiarlo più da vicino. Il modo in cui i babbani erano andati avanti senza l’uso della magia era strabiliante e le piacevano le soluzioni che avevano escogitato per semplificare la loro vita quotidiana.         Era un altro tipo di magia, molto più ingegnosa e affascinante di agitare una bacchetta.    



Note:
Sono ritornata! Dopo la breve pausa estiva rieccomi con il quinto capitolo in cui si scopre la casa di appartenenza di Charity. Non l’ho trovata da nessuna parte così ho deciso di metterla tra i Corvonero, mi e’ sembrata la scelta migliore per una futura insegnate di babbanologia che ama il suo lavoro e che lotta fino alla fine. Insomma, appartengono a Corvonero tutti coloro che hanno voglia di imparare e la mia Charity e’ una ragazza curiosa e desiderosa di conoscere un modo completamente diverso dal suo. E’ una mia idea, spero che la condividiate. 
Seconda cosa, non ho trovato nessuna regola che impedisca agli studenti di consumare i pasti insieme ai loro amici di altre case e mi piaceva l’idea che gli amici di Charity non fossero tutti Corvonero. Ognuno di loro ha una personalità particolare che emerge anche grazie alla casa di appartenenza. Spero possiate condividere anche questa mia idea. 
Terzo, il professor Kettleburn e’ il predecessore di Hagrid come insegnante di Cura delle Creature magiche e viene nominato nel terzo libro da Silente. Di lui si sa che sottovalutava la pericolosità delle creature che allevava e alcuni incidenti gli costarono alcuni arti. 
Quarta e ultima cosa, vorrei ringraziare tutti coloro che leggono\seguono\recensiscono la mia storia. Grazie mille davvero! 
Spero che il capitolo sia piaciuto, MairTonks    

  
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