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Autore: Larrystattoos    22/08/2016    1 recensioni
"Chi lo dice che nella vita abbiamo un unico grande amore?"
In cui Sirius è combattuto tra i sentimenti per quello che credeva l'unico amore della sua vita ed Harry, Harry è deciso a far valere le sue idee e Remus si accerta che Sirius non faccia danni.
past!James/Sirius, Harry/Sirius
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ecco qui il primo capitolo della storia vera e propria. Dovrebbero essercene altri 6/7 credo, non ho ancora deciso.

Ho cercato di mantenere le vicende piuttosto fedeli al libro, ma, ovviamente, ho dovuto prendermi qualche "licenza poetica" hahah 

 Anyway, basta parlare (scrivere) e vi lascio al capitolo. :) 







È passato poco più di un anno da quel giorno alla Stamberga Strillante in cui Harry ha conosciuto Sirius. Da allora non hanno avuto modo di vedersi spesso, a causa della scuola e della condizione da latitante di Sirius, ma quelle poche volte che si sono incontrati, Sirius ha capito una cosa: per quanto possa somigliare a James fisicamente, Harry è molto più maturo e responsabile di suo padre. Tuttavia, ha dei modi di fare così simili a lui che lo portano spesso a dimenticare (o meglio, ignorare) che Harry non è James.

Rinchiuso a Grimmauld Place, Sirius ha avuto modo di pensare spesso a Harry. Si erano lasciati il giorno stesso del ritorno di Voldemort, quando lui aveva avuto il compito di riunire i vecchi membri dell’Ordine. Harry gli aveva stretto una mano e gli aveva detto di andare, nonostante vi avesse letto negli occhi il desiderio di averlo a fianco. Stupidi Potter, sempre a pensare prima agli altri. Pensa con un sorriso. Una vocina nella sua testa, però, gli sussurra: tranne quando si tratta di te, vero?

Sirius la scaccia immediatamente. Sono passati quasi vent’anni da quando io e James abbiamo rotto, è ora di smetterla. Nello stesso tempo, però, un brivido gli corre lungo la spina dorsale al ricordo della mano di Harry sulla sua. Piccola e calda, ma con una stretta potente. Ricaccia indietro anche quel pensiero. Azkaban ti ha rimbecillito o cosa, Black?

Sirius è così preso dai suoi pensieri che a malapena sente Molly chiamarlo. Sobbalza quando la donna lo scrolla violentemente e la guarda male. –Che c’è?- ringhia.

-Ma non hai sentito nulla di quello che ho detto? Harry è stato attaccato da due Dissennatori.-

Oh, merda. Sirius scatta in piedi. –Come sta?- 

-Bene, anche se l’hanno espulso. Vieni, ne parliamo alla riunione, qualcuno deve andare a prenderlo.-

 

-Ho detto che voglio venire anche io!- urla Sirius, alzandosi in piedi e battendo le mani sul tavolo della cucina, dove l’Ordine è riunito. –Sono il suo padrino, è mio dovere proteggerlo!-

-Ne abbiamo già parlato, Sirius. Silente non vuo..-

-AL DIAVOLO SILENTE!- Sirius è fuori di sé. Proprio non capiscono? È stanco di vedere gli altri rischiare la vita e lui restare in casa come un vigliacco, soprattutto se c’è in ballo Harry.

Remus interviene, avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sulla spalla. –Pad, Harry sarà al sicuro con noi. Tra poche ore sarà con te, ma tu devi aspettare qui. Nessuno te ne farà una colpa se rispetti gli ordini di Silente.-

Sirius, furente, si arrende. –Ma se succede qualcosa ad Harry…-

-Non succederà nulla, Black!- sbotta Malocchio. –Fidati di noi!-

In cuor suo, Sirius è consapevole che tutti faranno di tutto per proteggerlo, così rinuncia e aspetta.

Le ore che passano prima dell’arrivo di Harry sono piene di tensione mista ad esaltazione. Gli è mancato, più di quanto potesse immaginare.

 

Nel momento in cui Malocchio e il resto dell’Ordine sono tornati con Harry, il suo primo istinto è stato quello di corrergli incontro e tenerlo stretto a sé, tuttavia si limita a sorridergli da lontano e si costringe a restare in cucina fino alla fine della riunione.

Quando Harry fa il suo ingresso nella stanza, le guance arrossate e l’espressione cupa, il cuore di Sirius perde un battito. È così simile a James... si maledice da solo per quelle reazioni così poco consone al suo ruolo. Per questo, quando si avvicina ad Harry, non lo abbraccia come tutto il suo corpo gli implora di fare, gli dice solo, con espressione cupa: -Hai passato una bella estate finora?-

Harry lo guarda come se fosse impazzito. –No, schifosa.-

Un ghigno attraversa il volto di Sirius, che si ritrova a scompigliare i capelli del figlioccio dicendo: -Non so proprio di che ti lamenti. Almeno hai potuto uscire, io sono bloccato qui. Ordini di Silente- la voce gli esce più aspra di quel che pensava.

La comprensione sul volto di Harry è come un balsamo per la sua anima. Sapeva che lui avrebbe capito, solo lui.

Si guardano per un tempo che a Sirius sembra infinito, prima che Remus si intrometta tra loro.

-La cena è pronta- dice solo, ed Harry si affretta a seguirlo a tavola. Sirius si riscuote dalla trance in cui non si era nemmeno reso conto di essere caduto e non può evitare di fare altrettanto.

 

Durante la cena, Harry chiede più volte che gli vengano fornite spiegazioni. Sirius non può biasimarlo, tuttavia sembra l’unico favorevole al fatto che Harry sappia tutto quello che ha bisogno di sapere.

-Non è un bambino, Molly!- replica ad un certo punto, spazientito dalle continue negazioni della donna.

-Non è nemmeno un adulto!- risponde a tono Molly, infervorandosi ancora di più. –Non è James, Sirius!-

Sirius sente di poter affermare a se stesso di essere perfettamente consapevole di ciò, tuttavia, sentire qualcuno che non sia Remus pronunciare il nome di James così improvvisamente è come ricevere una coltellata in pieno petto. Sente lo sguardo di Remus su di sé e sa che si aspetta di vederlo dare di matto. Lancia un’occhiata ad Harry, e il suo sguardo è piacevolmente sorpreso del fatto che stia prendendo così apertamente le sue difese. È per via dell’espressione del suo figlioccio che trova la forza di rispondere di nuovo.

–Mi è perfettamente chiaro chi è, grazie Molly.- dice, e la sua voce suona gelida persino alle sue orecchie.

Molly, però, sembra non accorgersene. –Non mi sembra. A volte, a sentire come parli di lui, è come se fossi convinto di riavere il tuo migliore amico!-

Sentire le parole migliore amico accostate a James fa sempre male, soprattutto se dette da qualcuno che non sa cosa sono stati. Sirius sente le lacrime pungergli gli occhi al pensiero. Sta per alzarsi ed andarsene, quando, inaspettatamente, Harry prende le sue difese. –Cosa c’è di sbagliato?- chiede.

-C’è di sbagliato, Harry, che non sei tuo padre, per quanto possiate assomigliarvi!- risponde Molly.

 C’è di sbagliato che io ti guardo e vedo lui, ma allo stesso tempo sono consapevole che non sei lui, pensa invece Sirius. C’è di sbagliato che mi sento come quando stavo con tuo padre, eppure, quando siamo insieme, non penso a James. Non in quel senso.  

È un pensiero fugace, eppure quella consapevolezza lascia Sirius senza fiato.

Nel frattempo, Molly continua a parlare e a spiegare perché Harry non avrebbe dovuto sapere. –Silente ha le sue ragioni per non volere che Harry sappia troppo, parlo da persona che ha a cuore il bene di Harry...-

Certo, perché nessun altro a parte te vuole solo il meglio per Harry, dice tra sé e sé Sirius amaramente. –Non è tuo figlio.- sbotta.

-È come se lo fosse, chi altri ha?-

-Ha me!- Sirius stesso è sorpreso dall’impeto con cui lo ha detto. È il mio figlioccio, è normale che voglia che sappia che può sempre contare su di me si dice, ma sa che c’è dell’altro. Cosa, non si azzarda neanche a pensarlo.

Remus lo scruta intensamente. Sirius non è sicuro di cosa abbia visto, ma qualcosa sul suo viso deve avergli fatto capire cose che nemmeno lui ha compreso fino in fondo. Infatti prende la parola, appoggiando Sirius. Questi gli rivolge un sorriso grato quando finalmente Molly cede.

 

Il giorno dopo, mentre tutti sono intenti a pulire, Harry si avvicina a Sirius. –Grazie per avermi appoggiato, ieri sera. Non credo che saprei qualcosa a quest’ora senza il tuo aiuto.-

Sirius sorride, ed è il suo primo vero sorriso da molto tempo. –Meritavi di sapere. Tu più di chiunque altro.- gli dice, passandogli un braccio sulle spalle e tirandolo verso di sé. Sono spalle esili, da ragazzo non ancora pienamente cresciuto. Quasi si sorprende di ciò. Harry è così maturo per la sua età, che a volte dimentica che ha appena quindici anni.
Harry gli sorride e Sirius si sente a casa.

  
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