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Autore: piccolo_uragano_    23/08/2016    7 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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 Voglio volere tutto così,
voglio riuscire a non crescere,
voglio portarti in un posto che
tu proprio non puoi conoscere ...
Voglio tenere qualcosa per me
qualcosa che sia per me,
per me!
(Luciano Ligabue - Voglio volere)

Dedicato con tutto il cuore a quella ragazzina che cinque anni fa incontrava quello che nel suo inconscio sarà sempre l'amore della sua vita.
Alla ragazza che oggi 'sta bene da sola' ma che quegli occhi grigi li cerca sempre tra la folla, anche quando sa che non li troverà. 
A chi ha amato e perso, che è comunque meglio di non aver mai amato. 



Robert e Hermione guardavano l’alba accarezzare il Lago Nero, mano nella mano. 
Lei, senza esitare, gliel’aveva afferrata per trascinarlo di corsa fino a lì, indossando una felpa e i pantaloni del pigiama, mentre lei era già in divisa. Afferrare la mano di Hermione, essere di nuovo a contatto con la sua pelle morbida, per Robert fu come tornare a casa. E ora la sentiva pensare, accanto a lui, guardando i colori dell’alba di cui non si sarebbe stancato mai.
“Buon diciassettesimo  compleanno, Robert.” Sussurrò lei. 
“Perché mi hai portato qui, Hermione?” domandò, senza esitare.
Lei si girò a guardarlo. “Perché ci sono stati dei giorni in cui il sole non sorgeva. E facevo una fatica blu ad alzarmi dal letto. I colori non esistevano più, e sembrava impossibile sopravvivere. Ma poi sai che succede? Si sopravvive. Solo che io non voglio solo sopravvivere. E nemmeno tu lo vuoi. Tu non meriti di sopravvivere, tu meriti di vivere. Noi meritiamo di vivere.”
Lui la guardò nel modo in cui l’aveva sempre guardata, con un mondo intero negli occhi, con la luce nello sguardo, le posò una mano sul viso e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Oh, Hermione, tu sei …”
“Ascolta, noi non saremo mai perfetti. Mai. Ci ho messo un po’ di tempo per capirlo e ancora di più per accettarlo, ma non lo saremo mai, perché c’è stato qualcuno prima di me e magari ci sarà anche qualcuno dopo, non lo so, ma il punto è che non posso rimanere arrabbiata perfetta perché ti sei innamorato di un’altra prima di me, non posso tenerti il broncio e fingere di non amarti perché per me ci sei sempre stato solo tu mentre per te no. Non posso.”
“Piccola, non …” 
“No, lasciami finire. Il mondo sta andando a rotoli, probabilmente scoppierà un’altra guerra e davvero pochi dei nostri arriveranno alla fine, ma noi, io e te possiamo splendere in mezzo alla tempesta, se solo lo vogliamo.”
“Hermione, ora non …”
“Non ho finito! Possiamo splendere, e …”
“Sta’ un po’ zitta, Granger, voglio baciarti.”

“Martha!” 
Martha aprì un occhio, maledicendo il marito. 
“Martha, sveglia!  Guarda cosa ci ha portato Malocchio!”
“Che ore sono?” 
“Le sei e ventisei.” Esclamò lui, sedendosi al bordo del letto dalla parte della moglie. “Malocchio mi ha appena dato questa …”
“Ma a che ora ti sei svegliato?” domandò, mettendosi seduta. 
“Non ho dormito, comunque, questa foto del primo Ordine! Guarda quanto eravamo belli!”
“Le sei e ventisei per una foto di noi da giovani? Davvero?” 
“Senti Redfort, oggi siamo più vecchi che mai, e … insomma, guarda questa dannata foto!”
Martha notò l’entusiasmo negli occhi grigi di Sirius e si costrinse a condividerlo quando prese in mano quella vecchia fotografia magica, vedendo una lei sorprendentemente bionda e giovane accennare un sorriso con una mano in tasca, accanto a Lily e a James, con le spalle sempre coperte da Remus. Ricordava il giorno in cui era stata scattata quella fotografia in modo fin troppo nitido, come tutti gli altri giorni della guerra. Ricordava che James aveva deciso di insegnare a Robert a volare, quel giorno, e il piccolo Black in sella alla sua prima scopa aveva rotto un vecchio vaso della nonna di Marie. Ricordava la riunione dell’Ordine che contava più morti del giorno prima e meno di quelli del giorno dopo, ricordava Sirius che leggeva favole a Robert per farlo addormentare e ricordava Remus e Rose che litigavano mentre Frank e Alice parlavano di ‘avere bambini’. Ricordava tutto, e vide nel riflesso di quella foto, tutta gente che se ne era andata. 

Per la prima volta dopo anni Martha varcò la soglia del San Mungo come visitatrice. Ci era stata molte volte in veste di Auror, ma mentre camminava a testa alta per i corridoi verso la stanza di Alice e Frank si rese conto che non aveva avuto senso nascondersi da tutto questo. 
Alice era invecchiata, anche se probabilmente non se ne rendeva conto. I suoi capelli erano molti di meno e i suoi occhi erano circondati da piccole rughe. 
“Buongiorno, signora Black.” Disse l’infermiera che stava controllando il battito cardiaco di Frank. “Qui intorno non la si vedeva da un po’. Come stanno i ragazzi?” 
“Benone.” Rispose lei, con un filo di voce. “Come stanno i miei amici?”
“Alice ha la pressione leggermente più alta del solito, oggi, ma nulla di preoccupante. Frank ha appena avuto la febbre ed è sotto antibiotici, quindi presti attenzione.”
Martha annuì, sedendosi accanto al letto di Alice. La guardò e vide il tempo trascorso che aveva segnato il suo viso, e si rese conto che se in quella stanza ci fosse stato uno specchio, anche nel viso riflesso davanti a lei il tempo quel giorno avrebbe avuto più peso del solito. 
Robert, molto lontano da quella stanza incolore, stava compiendo diciassette anni, si disse. Da quel momento era completamente autonomo, almeno per la legge, da quel momento Martha non avrebbe più dovuto rispondere per lui. Da quel momento, Robert poteva camminare sulle sue gambe. 
Ma Martha, guardando Alice, si rese conto che anche se Robert ora poteva cavarsela da solo, lei, che era sua madre e lo sarebbe sempre stata, lo avrebbe protetto ad ogni costo comunque. 
Robert si emozionò quando indossò di nuovo la divisa da Quidditch. Aveva pensato di proporsi come Portiere e lasciare il ruolo di Cacciatore, ma la verità era che lui era sempre stato un Cacciatore. Aveva imparato i trucchi da Rose, che era stata Cacciatrice di Grifondoro per cinque anni. 
E poi era forte, si disse. 
La divisa rossa e oro gli calzava ancora a pennello, e la scritta ‘Black’ cucita da Molly sembrava splendere. Si infilò i guanti e uscì dal bagno della stanza con aria fiera, trovando un familiare cane nero appollaiato sul suo letto. Gli sorrise e scosse la testa. Certe cose non sarebbero mai cambiate. 

Martha alzò il calice di Burrobirra. “Al mio bambino maggiorenne!” esclamò.
“Oh, mamma! Ti prego!” 
Sirius rise. “Scusala, pulce. Credo non possa proprio farne a meno.”
Era un venerdì sera più che tranquillo ai Tre Manici di Scopa. La famiglia Black, insieme a Remus, Rose, Tonks, Fred, George, Ron e Hermione, festeggiava il compleanno di Robert Black, che aveva addosso una maglia rossa e un giubbino di pelle nera che lo faceva assomigliare a suo padre più del solito. Sua madre Martha per l’occasione aveva invitato tutti quanti a festeggiare nello stesso locale in cui i Malandrini avevano festeggiato ogni compleanno, e finse di non notare il clima teso tra Fred e Kayla. 
“Io proporrei anche un brindisi per Ron” disse Kayla “che è diventato Portiere della squadra di Quidditch!” 
Ron diventò dello stesso colore dei suoi capelli. “Si, beh, insomma, non … non me lo meritavo, in realtà …”
“Oh, smettila!” lo ammonì Rose. “Sono stata nella squadra per anni, se ti hanno preso vuol dire che te la cavi.”
“Con chi te la sei giocata?” domandò Kayla.
“Con Vicky Frobisher.” Rispose Ron. “Volava meglio di me, lei, e …”
“Volava meglio ma tu hai i riflessi più pronti.” Lo fermò Robert. 
“E poi preferisce il Club degli Incantesimi al Quidditch.” Aggiunse George.  
“Come si può preferire qualcosa al Quidditch?” domandò Fred, schifato.
Martha rise e Sirius scosse la testa, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Remus. 
“Voglio dire, devi proprio avere la segatura nel cervello.” 
Kayla lo guardò e poi abbassò lo sguardo. “Ragazzi, io … insomma, dai, mi dispiace per aver urlato in Sala Comune, l’altro giorno, e mi dispiace se mi trovate assente o distante, ultimamente.” 
Fred la guardò in un modo che ricordò a Martha quanto è bello avere qualcuno accanto. 
“Non fa niente, piccola.” Le disse. 
“Ho sbagliato ad urlarti contro, Fred.” Ammise, guardandosi le mani. 
Lui le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sorrise. “È tutto a posto, Kayla.” le disse. 
Lei gli sorrise e stava per baciarlo, quando sia Sirius che Remus si schiarirono la voce. 
“Oh, a questo proposito, papà” disse Robert, salvando Kayla e Fred da una paternale. “io e Hermione siamo tornati insieme.”  Si guardarono e sorrisero. 
“Hermione, l’ho sempre detto che sei intelligente!” esclamò Tonks.
Sirius sbuffò e Remus scosse la testa. “No, non vale.” Disse il licantropo. 
“Vale, eccome se vale. Non è mezzanotte!” ribatté Martha.
“E dovete smetterla di scommettere contro di noi.” Aggiunse Tonks. 
“Secondo me li avete corrotti.” Sbuffò Sirius. 
“No, affatto.” Rispose Martha, sorridendo fiera. 
“Scusate” si intromise Robert. “non avrete mica scommesso su me e Hermione, vero?”
“A nostra difesa, Robert” gli rispose Tonks “la scommessa non era nata per voi due.”
“Avevamo vent’anni in meno!” si lamentò Remus. “Non farò una cosa del genere, insomma, non …”
“Moony, non ti starai tirando indietro?” domandò Rose, con un sorriso malizioso. 
“Come era nata, la scommessa?” domandò Harry con tono curioso. 
“Vedi, piccolo Potter” gli disse Martha, seduta accanto a lui. “ci fu un anno in cui, al compleanno di tuo padre James, i ragazzi avevano un po’ esagerato con il Whiskey Incendiario …”
“Ci fu un solo anno in cui accadde?” scherzò Remus. 
“Accadde più o meno ogni anno, ma per il suo diciottesimo compleanno io, Rose e Lily insegnammo loro a ballare la macarena. Fu bellissimo, perché il livello di alcol che avevano in circolo permetteva loro a malapena di stare in piedi.”
“Voi non avevate bevuto?” domandò Kayla. 
“Io ero incinta, Lily e Rose non bevvero per sostenere me. Ad ogni modo, se Hermione e Robert si fossero rimessi insieme prima dello scoccare della mezzanotte del diciassettesimo compleanno di Robert, i due Malandrini avrebbero dovuto ballare di nuovo la macarena.”
“E se non ci fossimo rimessi insieme?” chiese Hermione. 
“Beh” disse Martha “avremmo dovuto imparare ad andare in moto, a turno, con l’Harley di Sirius.” 
“Per fortuna non accadrà.” Aggiunse velocemente Rose. “Ho la nausea al solo pensiero.”
“Saremmo stati gentili e avremmo aspettato che anche tua figlia potesse assistere.”
“Avrai una femmina?!” domandò Kayla illuminandosi. 
Rose fece cenno di si. “Esatto, e se avete qualche idea carina per un nome fatemi sape-“
No.” la interruppe Remus. “Il nome va deciso con il padre.”
“E i cugini!” aggiunse Kayla. “Non sarà facile trovare un nome bello quando Anastasia Elizabeth Helen.”
Martha le fece l’occhiolino. “Beh, noi siamo i migliori.” 
“Allora” iniziò Rose “credo non ci sia bisogno di ricordarvi come si balla la macarena …”
“Ho avuto un’idea!” esclamò Tonks, avvolta in un lungo soprabito fucsia. “Credo che, essendo il compleanno di Robert, anche il festeggiato ed i suoi amici debbano ballare.”
“Io credo che sia una pessima idea, basata su una scommessa che non condivido, e che …”
“Io credo che tu stia solo blaterando.” Lo bloccò Tonks. 
“Io credo che tu dovresti andartene direttamente a fan-
ROBERT!” lo richiamò Martha. 
“Oh, Redfort, quale ipocrisia! Hai detto molto di peggio in svariate occasioni!”
“Zitto, Padfoot. Inizia a scaldare i muscoli!”

Martha camminava a braccetto con Sirius mentre non riusciva a smettere di ridere. “E … il momento in cui Madama Rosmerta ha …”
“Si, si, okay, è stato divertente.” Tagliò corto Remus. “Ma non per me. Insomma, è stato uno dei momenti più …”
“Esilaranti.”
“Stavo per dire imbarazzanti, Ninfadora, ma mi fa piacere che la nostra perfomance ti abbia divertita.” 
“Beh c’è da dire che siamo dei ballerini fantastici.” Aggiunse Fred, che camminava con un braccio attorno alle spalle di Kayla. 
“Si, infatti!” gli diede corda George. “Nessuno ha mai ballato la macarena bene come noi in quel bar!”
Kayla scoppiò a ridere, seguita a rotta da Hermione, che camminava mano nella mano con Robert, che rideva cercando di non farsi vedere. 
“Contenetevi, signore.” Scherzò Harry, stretto nella sua sciarpa rossa e oro. “Quello a cui avete appena assistito è stato uno spettacolo di alto livello, e non …”
“Altissimo livello, signor Potter!” rispose Tonks. “Ed è per questo che non riusciamo a smettere di ridere!”
Martha dovette smettere di camminare perché per le troppe risate le faceva male la pancia, non riuscendo comunque a smettere di ridere. 
“Redfort, un po’ di contegno … come se non avessi mai ballato per te!” 
Papà!” esclamarono Robert e Kayla, a mo' di richiamo. 
Questo non aiutò Martha, i cui occhi ormai lacrimavano per le troppe risate. 
“Martha, potresti almeno cercare di respirare?” le domandò il marito, mentre lei rideva ancora più forte. “Okay, piccola, se soffochi non venirmi a cercare, e non …”
“Non so se avete notato il momento in cui Madama Rosmerta vi si è avvicinata, e …”
“Si, Rose, è stato il momento più imbarazzante di tutta la performance, non …”
“Zitto, Sirius. Intendevo dire che probabilmente ha pensato che non fossi più così attraente come quando avevi tu diciassette anni.”
“Io invecchiando miglioro, Rosalie, come il buon vino.” Rispose prontamente Sirius. “E io ero più bello di Robert. Non offenderti, pulce.”
“Nessuna offesa, papà.” Rispose lui, ridendo. “Però permettimi di dirti che non è vero.”
“Oh, sentitevi!” li richiamò Martha “Come se non ne bastasse uno, di Black egocentrico!”

Robert se ne stava seduto sul letto, mentre Fred e George già russavano, aprì il regalo dei suoi genitori. Ci mise qualche secondo a capire secondo quale verso si aprisse quella scatola di metallo, ma quando lo capì si trovò in mano quello che sembrava davvero un album di fotografie in pelle di drago e una polaroid nuova di zecca. 
Accarezzò la superficie e poi lo aprì, trovando una foto magica dei suoi genitori estremamente giovani, seduti sul divano della loro vecchia casa, con in braccio un bambino di qualche giorno con una tutina azzurra e dei riccioli neri. 
Nella pagina subito dopo, una foto che Robert adorava: ritraeva uno dei rari giorni di sole di quei pochi mesi in cui ‘la famiglia Black’ si restringeva a una ragazza appena ventenne e a suo figlio di quattro anni. Non era una foto magica, perché era stata scattata da Marie Redfort con una vecchia polaroid, ma rendeva bene l’idea dell’affetto puro che da sempre legava lui e Martha. 
Ricordava bene quel momento: erano al parco, e Martha gli aveva fatto segno di avvicinarsi perché lui era scivolato nella neve e si era fatto spaventato. Aveva raggiunto sua madre quasi di corsa, e lei si era seduta nella neve senza pensarci due volte. 
“Ascolta, pulce. Per ogni volta che cadi, ce ne sarà una in più in cui ti rialzi.”  Poi gli aveva sorriso e aveva strofinato il naso contro il suo. 
Marie aveva immortalato proprio quel momento, straordinariamente da vicino. Si vedevano infatti, solo i due profili con i nasi che combaciavano. Il piccolo Robert sorrideva mostrando i denti da latte e strizzava gli occhi, mentre Martha, aveva solo piegato gli angoli della bocca e osservava il suo primogenito con quelle iridi verdi rimaste immutate negli anni.
Accanto alla foto, con una grafia elegante, Martha aveva lasciato scritto quello che sembrava il testo di una poesia. 

E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte. 
Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte. 
Io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, 
e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. 

Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro, 
stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento. 
Copri l’amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello, 
a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo! 


Non sapeva collocare nel tempo la fotografia che veniva dopo. Kayla avrà avuto al massimo cinque anni, si disse, guardando il piccolo Robert che, coperto di pittura su tutto il viso, le colorava la guancia di rosso con il pennello, e accanto a lui, Fred rideva con sguardo complice. 
Ricordava fin troppo bene il disegno che i suoi genitori avevano incollato nella pagina dopo. Lo avevano fatto lui, Kayla e Martha un giorno in cui pioveva troppo per uscire. Kayla aveva disegnato sé stessa con un vestito rosso da principessa, e accanto a lei un principe su un cavallo bianco. Rise tra sé e sé quando notò che il principe aveva i capelli rossi. Robert aveva aggiunto un gigantesco drago che sparava fuoco e occupava più di metà foglio, mentre Martha si era occupata di disegnare il sole e le nuvolette bianche che sorridevano.
Accanto al disegno, la grafia di Rose continuava la poesia. 

Sogna ragazzo, sogna 
quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole, 
o non vive più. 
Sogna ragazzo, sogna, 
non lasciarlo solo contro questo mondo,  
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo, 
fallo pure tu. 
Sogna ragazzo, sogna, 
quando cade il vento ma non è finita, 
quando un uomo vive per la stessa vita 
che sognavi tu. 

Sogna ragazzo, sogna,
non cambiare un verso della tua canzone, 
non lasciare un treno fermo alla stazione, 
non fermarti tu.


La foto che ritraeva lui ed Hermione seduti nel prato abbracciati risaliva a quando si erano messi insieme due anni prima, subito dopo aver scoperto la vera natura del Platano Picchiatore e della Stramberga Strillante. Robert stava seduto dietro di lei con le braccia attorno alla sua vita, e lei faceva una linguaccia a Kayla, che aveva scattato la foto. 
Sirius, accanto a quella foto, aveva continuato a scrivere. 

Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre, 
perché hai già vinto, lo giuro, non ti possono fare più niente. 
Passa ogni tanto la mano su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita. 
(…) 
Sogna ragazzo, sogna, 
quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore, 
non lo senti più.

Sogna ragazzo, sogna, 
passeranno i giorni passerà l’amore
passeranno le notti, finirà il dolore 
sarai sempre tu!


Le immagini che venivano dopo erano poche, ma importanti. Una era davvero recente, scattata da Alex, ritraente il primogenito Black con in braccio Zoe che gli baciava la guancia mentre lui rideva. Quella accanto era stata scattata nella stanza in cui si trovava lui in quel momento, prima di una partita di Quidditch, i tre amici si erano fatti scattare una foto con espressione seria in divisa da giocatori. Girando pagina, Fred, George, Kayla, Harry, Ron, Hermione e lo stesso Robert sorridevano felici poco prima di entrare in Sala Grande per il ballo del Ceppo, mentre nella pagina accanto, Fred scioglieva le treccine di Kayla e poi le baciava la fronte ridendo. Martha, Sirius e Anya dormivano beati nel letto della stanza patronale della casa di Grimmauld Place, Tonks faceva le boccacce all’obbiettivo con una maglia più colorata dei suoi capelli, e, come se fosse finita lì per caso, la foto immediatamente successiva raffigurava l’umile matrimonio di Robert e Marie Redfort. Una serie di foto scattate da lui, Harry e Sirius ad una macchinetta automatica mentre Martha e Kayla si provavano vestiti in un negozio e poi una serie di pagine bianche. 
Pagine per altre foto, per altri ricordi. 
Ci pensò qualche secondo, poi afferrò la polaroid e corse verso il lato delle ragazze. Trovò la porta della stanza dove stava Hermione con altre tre ragazze, e, senza fare rumore, accese la luce e scattò una foto all’espressione angelica che aveva Hermione quando era addormentata. Le baciò la fronte e afferrò la foto appena scattata, aspettando che l’immagine apparisse sulla carta. 
Uscì dalla stanza con un sorriso che illuminava ogni angolo del castello.




Salve personeeeeee. 
Inizio premettendo che quello lassù è il mio primo collage serio quindi abbiate pietà di me. 
Detto ciò, volevo davvero scrivere un capitolo incentrato sul nostro Robert, sul suo compleanno e su quanto sia cresciuto, spero di esserci riuscita. Dal prossimo capitolo torniamo a fare i seri! :D 
La 'poesia' dell'album di fotografie è in realtà una di quelle mille canzoni che ho imparato per osmosi da mio zio, per chi fosse interessato è di Roberto Vecchioni ed il titolo è 'sogna ragazzo sogna'. 
Sirius e Remus che ballano la macarena è una cosa che mi immagino da mesi, non so perchè, e mi sembrava giusto condividere con voi il momento senza però descriverlo a fondo: è a discrezione personale! ;)
Detto questo ringrazio Always_Potter (per farmi dormire sul suo pavimento due volte in una settimana, per non odiarmi quando progetto di ammazzare quel cretino del suo cane, per i pancakes, per un sacco di belle cose) per la recensione, insieme a felpato8, _ginnyweasley_, Silviaria3, princessredmoon ( leggo ora la tua recensione, a tal proposito: grazie mille!) e LizzieLu (arrivo ora anche con te, imploro perdono! Per Damian e Rose credo dovrai aspettare almeno un paio di capitoli, insomma, Rose è troppo orgogliosa e Damian è davvero ferito; per il resto ehehe, lo scopriremo solo vivendo!).
E come al solito ringrazio chi passa di qua anche per sbaglio, grazie infinite a tutti. 

xxx

 
   
 
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