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Autore: SakiJune    28/04/2009    3 recensioni
Questa raccolta mostra l'amore di un padre, le speranze di uno zio, le preoccupazioni di una nonna alle soglie di un nuovo anno scolastico a Hogwarts. Siamo nel 1991, poi indietro di vent'anni, e poi di nuovo al punto di partenza, ogni volta in un luogo e con un punto di vista differente. Grazie a chi leggerà.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ALPHARD BLACK



È di nuovo settembre, e l'afa ha smesso di tormentare le tue notti solitarie. Hampstead è silenziosa fuori dalla finestra aperta, gli alberi indifesi ad aspettare il vento che li spoglierà. Ma un'altra noia ti gira in capo, stamattina... ti sei svegliato con un presentimento e non riesci a mandarlo via, non vuoi mandarlo via.

Ti trascini per le stanze alla ricerca di un indizio che possa far luce su quest'inquietudine - un Molliccio nascosto sotto il letto, forse, o un Dissennatore fuggito da Azkaban che stanotte si è cibato della tua voglia di vivere...

Eppure lo senti, Dissennatore o no: un sospetto, un timore... una speranza.
Ecco perché ti fa così paura!
La speranza che una tradizione secolare cambi d'improvviso è più spaventosa di un drago a dieci teste, è come distruggere i muri portanti di un castello, con il pensiero rivolto ai timidi fiori che nasceranno tra le rovine.

Strofinandoti le guance e le basette ispide davanti allo specchio, hai alzato lo sguardo e ti sei scoperto stanco. Stanco di mentire, di sorridere, di presenziare ai ricevimenti di tuo fratello, tutto fiero delle sue tre... due belle figliole.
Sei sulle soglie dei quarantacinque: vecchio, per un membro della tua illustre famiglia dal sangue puro ma fragile; vecchio e strambo e solo. Ma per carità, non vorresti essere al posto di Cygnus, il piccolo di casa dalle smorfiette ipocrite, né tantomeno di Wallie, l'isterica, fanatica sorella maggiore a cui un tempo sbirciavi sotto le gonne:

"Se mi chiami Wallie un'altra volta, non ti faccio più vedere i ragazzi! Dopotutto hai un pessimo ascendente su di loro, Alphard".

Tu sei tu, e se hai qualche rimpianto non è di certo in quella direzione. Al contrario, semmai.


Dopo cinque anni, è di nuovo tempo di scuola per un giovane Black: oggi tocca a Sirius. E fremi dall'impazienza, vorresti essere su quel treno e condividere con lui l'emozione di questo primo giorno, ammetti a te stesso chiudendoti la porta alle spalle e incamminandoti per il viale rinfrescato dall'aria notturna. Vorresti assistere al suo smistamento e scoprire se davvero da oggi le fondamenta dell'idiozia cominceranno a cedere.
Scuoti la testa seguendo le tracce del sogno che ormai non ti dà pace - e l'eccitazione ti dona un impercettibile fremito di risa.

Lui sarebbe dovuto nascere figlio tuo.
Ti sei sempre sentito a disagio con le... due bambine di Cygnus, altezzose nei loro vestitini dai colori pastello così come in abito da sposa - non hai mai capito le donne, dopotutto - ma quel ragazzino ti va a genio eccome. Non ha negli occhi la ferocia malcelata di Bella o l'elegante rassegnazione di Cissy; Sirius somiglia a quella che non bisogna nominare... che ha trovato il coraggio di prendere un'altra strada. Ti viene il dubbio che forse per una ragazza, al contrario di come possa sembrare, sia più semplice; trovare rifugio tra le braccia di un uomo che amava davvero, che solo lei ha scelto... è stato sì un segno di forza, ma non ha cambiato di una virgola il futuro della famiglia.

Invece, se Sirius... se fosse lui a fare la differenza... se oggi avverrà il miracolo, imparerà a guardare tutto ciò che gli sta attorno da una prospettiva diversa! Sarà un uomo, e non si dovrà appoggiare a qualcuno, sarà libero e rischierà davvero il tutto per tutto. Questa è la speranza che hai, il nuovo che ti spaventa e che non hai saputo o voluto incarnare.


All'ora di pranzo sei al parco come ogni giorno, sole o pioggia. È l'unico posto dove non ti rattrista buttar giù qualcosa. Ti è sempre andato a genio il verde - non quello sulla tua divisa di Hogwarts, beninteso...
Grimmauld Place non ha un giardino, e questo ti ha sempre sconcertato. Non ha stanze ariose e dalle finiture delicate, come la villa di Cygnus e Druella; è buia e inospitale, del tutto inadatta per due ragazzi vivaci e intelligenti come Sir e Reg. Va bene, nemmeno il tuo appartamento nella periferia di Londra è particolarmente grande o luminoso, ma l'hai comprato così perché non hai una famiglia tua, e per la vita che fai ti basta e avanza.

Ma se il tuo sogno di gioventù si fosse avverato... allora sì che avresti una bella casa, e una moglie che ami, e figli di cui essere orgoglioso... e ora non passeresti per lo scapolone di famiglia, nessuno ti additerebbe come misantropo e stravagante. Saresti stato felice, molto più di Cygnus, sicuramente più di Orion, più di qualsiasi altro Black della tua generazione.
Semplicemente non hai avuto abbastanza coraggio. Te ne vergogni tanto, ma non puoi più tornare indietro: non sei riuscito a trovare la forza di ribellarti, di voltare le spalle allo stemma di famiglia e a tutto ciò che comportava - denaro incluso.

La cosa buffa è che non hai comunque la voglia e la fantasia di spenderli, quei tuoi galeoni. Qualcosa per riempire lo stomaco, un mantello nuovo all'anno, più no che sì. La pozione per la raucedine. E il Firewhisky.
Stasera un altro goccettino... facciamo due.
I ricordi fanno brutti scherzi, e anche l'attesa. Ma adesso, di più i ricordi.

Ti mordi le mani, ogni volta che la rivedi: è invecchiata anche lei, ma è bella come sempre, e ti rivolge un sorriso triste al di là del bancone del suo negozio di Hogsmeade. Hai da ripeterti che non ti avrebbero mai permesso di sposarla, altrimenti il tuo nome sarebbe stato cancellato dall'albero dei Black proprio come quello di suo padre Marius, che ebbe la sfortuna di nascere senza magia.
La verità è che sei stato un vigliacco, rinunciando al tuo vero amore.
Per questo hai così tanto rispetto di Andromeda - sì, quella di cui nessuno pronuncia più il nome - e speri in un futuro diverso per Sirius: un destino completamente diverso. Così rivoluzionario da far gridare Wallie di dolore e vergogna, perché è ciò che si merita, con il suo fanatismo insopportabile.

Puoi trovare soltanto una giustificazione alla tua debolezza... quel marchio che a undici anni ti ha instillato la certezza che la tua vita non sarebbe più potuta cambiare: il giudizio del Cappello Parlante.

Un giudizio scontato,

(o forse no?)

insindacabile,

(avrei voluto chiedere a quel cencio roso dalle tarme se davvero era ciò che aveva visto in me, ma Cygnus era stato così contento di vedermi arrivare al suo tavolo...)



"Gryffindor! Oh, poveri noi! Il disonore, il disonore!"

Inappellabile.
Per fortuna.

Con un sonoro crac, un elfo domestico che conosci fin troppo bene si è materializzato nel tuo soggiorno. Quell'espressione ansiosa e incredula rende il suo aspetto più disgustoso del solito, se possibile.
Fingi di non aver compreso i suoi strilli concitati, lo tieni a distanza pur curvandoti in avanti:
"Cosa mai succede, Kreacher? Mia sorella sta forse poco bene?"
Poco bene. Hai usato un sottile e perfido eufemismo, per descrivere lo stato d'animo di chi si sta strappando le viscere dalla rabbia.
"Il padroncino Sirius... ci ha disonorati... oh, la mia povera padrona! Che mai ha fatto per meritarsi una disgrazia simile?"

Lo congedi con poche parole di circostanza e la promessa di recarti a Grimmauld Place il mattino seguente. E quando l'elfo scompare, rimani a tu per tu con una gioia che in teoria non ti appartiene...
Si tratta di gestirla, di trattenerti e ripeterti che non sarà tutto rose e fiori, che tutto può ancora rivoltarsi contro di voi, che quel ragazzo sarà costretto a soffrire, e tanto, ma il pensiero di saperlo libero di scegliere è più forte, più grande, e abbandoni presto ogni freno. Per questa sera non esiste nient'altro che questa folle esaltazione - potresti persino correre in strada e danzare, ubriaco di whisky e di rivalsa.

Adesso ridi davvero, vecchio, pazzo sognatore, mentre i viali di Hampstead si accendono in una danza tremolante di luci, ridi e ti senti rinascere.

   
 
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