ALPHARD BLACK
È di nuovo
settembre, e l'afa ha
smesso di tormentare le tue notti solitarie. Hampstead è silenziosa
fuori dalla finestra aperta, gli alberi indifesi ad aspettare il
vento che li spoglierà. Ma un'altra noia ti gira in capo,
stamattina... ti sei svegliato con un presentimento e non riesci a
mandarlo via, non vuoi mandarlo via.
Ti trascini per le
stanze alla ricerca di un indizio che possa far luce su
quest'inquietudine - un Molliccio nascosto sotto il letto, forse, o
un Dissennatore fuggito da Azkaban che stanotte si è cibato della
tua voglia di vivere...
Eppure lo senti, Dissennatore o no: un
sospetto, un timore... una speranza.
Ecco perché ti fa così
paura!
La speranza che una tradizione secolare cambi d'improvviso
è più spaventosa di un drago a dieci teste, è come distruggere i
muri portanti di un castello, con il pensiero rivolto ai timidi fiori
che nasceranno tra le rovine.
Strofinandoti le guance e le
basette ispide davanti allo specchio, hai alzato lo sguardo e ti sei
scoperto stanco. Stanco di mentire, di sorridere, di presenziare ai
ricevimenti di tuo fratello, tutto fiero delle sue tre... due
belle figliole.
Sei sulle soglie dei quarantacinque: vecchio, per
un membro della tua illustre famiglia dal sangue puro ma fragile;
vecchio e strambo e solo. Ma per carità, non vorresti essere al
posto di Cygnus, il piccolo di casa dalle smorfiette ipocrite, né
tantomeno di Wallie, l'isterica, fanatica sorella maggiore a cui un
tempo sbirciavi sotto le gonne:
"Se mi chiami Wallie
un'altra volta, non ti faccio più vedere i ragazzi! Dopotutto hai un
pessimo ascendente su di loro, Alphard".
Tu sei tu, e
se hai qualche rimpianto non è di certo in quella direzione. Al
contrario, semmai.
Dopo cinque anni, è di nuovo tempo di
scuola per un giovane Black: oggi tocca a Sirius. E fremi
dall'impazienza, vorresti essere su quel treno e condividere con lui
l'emozione di questo primo giorno, ammetti a te stesso chiudendoti la
porta alle spalle e incamminandoti per il viale rinfrescato dall'aria
notturna. Vorresti assistere al suo smistamento e scoprire se davvero
da oggi le fondamenta dell'idiozia cominceranno a cedere.
Scuoti
la testa seguendo le tracce del sogno che ormai non ti dà pace - e
l'eccitazione ti dona un impercettibile fremito di risa.
Lui
sarebbe dovuto nascere figlio tuo.
Ti sei sempre sentito a disagio
con le... due bambine di Cygnus, altezzose nei loro
vestitini
dai colori pastello così come in abito da sposa - non hai mai capito
le donne, dopotutto - ma quel ragazzino ti va a genio eccome. Non ha
negli occhi la ferocia malcelata di Bella o l'elegante rassegnazione
di Cissy; Sirius somiglia a quella che non bisogna
nominare...
che ha trovato il coraggio di prendere un'altra strada. Ti viene il
dubbio che forse per una ragazza, al contrario di come possa
sembrare, sia più semplice; trovare rifugio tra le braccia di un
uomo che amava davvero, che solo lei ha scelto... è stato sì un
segno di forza, ma non ha cambiato di una virgola il futuro della
famiglia.
Invece, se Sirius... se fosse lui a fare la
differenza... se oggi avverrà il miracolo, imparerà a guardare
tutto ciò che gli sta attorno da una prospettiva diversa! Sarà un
uomo, e non si dovrà appoggiare a qualcuno, sarà libero e rischierà
davvero il tutto per tutto. Questa è la speranza che hai, il nuovo
che ti spaventa e che non hai saputo o voluto incarnare.
All'ora
di pranzo sei al parco come ogni giorno, sole o pioggia. È l'unico
posto dove non ti rattrista buttar giù qualcosa. Ti è sempre andato
a genio il verde - non quello sulla tua divisa di Hogwarts,
beninteso...
Grimmauld Place non ha un giardino, e questo ti ha
sempre sconcertato. Non ha stanze ariose e dalle finiture delicate,
come la villa di Cygnus e Druella; è buia e inospitale, del tutto
inadatta per due ragazzi vivaci e intelligenti come Sir e Reg. Va
bene, nemmeno il tuo appartamento nella periferia di Londra è
particolarmente grande o luminoso, ma l'hai comprato così perché
non hai una famiglia tua, e per la vita che fai ti basta e
avanza.
Ma se il tuo sogno di gioventù si fosse avverato...
allora sì che avresti una bella casa, e una moglie che ami, e figli
di cui essere orgoglioso... e ora non passeresti per lo scapolone di
famiglia, nessuno ti additerebbe come misantropo e stravagante.
Saresti stato felice, molto più di Cygnus, sicuramente
più
di Orion, più di qualsiasi altro Black della tua
generazione.
Semplicemente non hai avuto abbastanza coraggio. Te
ne vergogni tanto, ma non puoi più tornare indietro: non sei
riuscito a trovare la forza di ribellarti, di voltare le spalle allo
stemma di famiglia e a tutto ciò che comportava - denaro
incluso.
La cosa buffa è che non hai comunque la voglia e la
fantasia di spenderli, quei tuoi galeoni. Qualcosa per riempire lo
stomaco, un mantello nuovo all'anno, più no che sì. La pozione per
la raucedine. E il Firewhisky.
Stasera un altro goccettino...
facciamo due.
I ricordi fanno brutti scherzi, e anche l'attesa. Ma
adesso, di più i ricordi.
Ti mordi le mani, ogni volta che la
rivedi: è invecchiata anche lei, ma è bella come sempre, e ti
rivolge un sorriso triste al di là del bancone del suo negozio di
Hogsmeade. Hai da ripeterti che non ti avrebbero mai permesso di
sposarla, altrimenti il tuo nome sarebbe stato cancellato dall'albero
dei Black proprio come quello di suo padre Marius, che ebbe la
sfortuna di nascere senza magia.
La verità è che sei stato un
vigliacco, rinunciando al tuo vero amore.
Per questo hai così
tanto rispetto di Andromeda - sì, quella di cui nessuno pronuncia
più il nome - e speri in un futuro diverso per Sirius: un destino
completamente diverso. Così rivoluzionario da far
gridare
Wallie di dolore e vergogna, perché è ciò che si merita, con il
suo fanatismo insopportabile.
Puoi trovare soltanto una
giustificazione alla tua debolezza... quel marchio che a undici anni
ti ha instillato la certezza che la tua vita non sarebbe più potuta
cambiare: il giudizio del Cappello Parlante.
Un giudizio
scontato,
(o forse no?)
insindacabile,
(avrei
voluto chiedere a quel cencio roso dalle tarme se davvero era ciò
che aveva visto in me, ma Cygnus era stato così contento di vedermi
arrivare al suo tavolo...)
"Gryffindor! Oh,
poveri noi! Il disonore, il disonore!"
Inappellabile.
Per
fortuna.
Con un sonoro crac, un elfo domestico che conosci fin
troppo bene si è materializzato nel tuo soggiorno. Quell'espressione
ansiosa e incredula rende il suo aspetto più disgustoso del solito,
se possibile.
Fingi di non aver compreso i suoi strilli concitati,
lo tieni a distanza pur curvandoti in avanti:
"Cosa mai
succede, Kreacher? Mia sorella sta forse poco bene?"
Poco
bene. Hai usato un sottile e perfido eufemismo, per
descrivere lo
stato d'animo di chi si sta strappando le viscere dalla rabbia.
"Il
padroncino Sirius... ci ha disonorati... oh, la mia povera padrona!
Che mai ha fatto per meritarsi una disgrazia simile?"
Lo
congedi con poche parole di circostanza e la promessa di recarti a
Grimmauld Place il mattino seguente. E quando l'elfo scompare, rimani
a tu per tu con una gioia che in teoria non ti appartiene...
Si
tratta di gestirla, di trattenerti e ripeterti che non sarà tutto
rose e fiori, che tutto può ancora rivoltarsi contro di voi, che
quel ragazzo sarà costretto a soffrire, e tanto, ma il pensiero di
saperlo libero di scegliere è più forte, più grande, e abbandoni
presto ogni freno. Per questa sera non esiste nient'altro che questa
folle esaltazione - potresti persino correre in strada e danzare,
ubriaco di whisky e di rivalsa.
Adesso ridi davvero, vecchio,
pazzo sognatore, mentre i viali di Hampstead si accendono in una
danza tremolante di luci, ridi e ti senti rinascere.